FISIOTERAPIA UTILIZZO DEI CAMPI MAGNETICI PULSATI

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Università Gabriele d’Annunzio
Chieti – Pescara
FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di Laurea in
FISIOTERAPIA
UTILIZZO DEI CAMPI MAGNETICI PULSATI
ATTRAVERSO IL SISTEMA QRS®
(QUANTRON RESONANCE SYSTEM)
Il Laureando
Il Relatore
Laura Leonesio
Prof. Giuseppe Martini
Anno Accademico
2005 - 2006
Corso di Laurea in FISIOTERAPIA – Anno Accademico 2005-2006
Utilizzo dei campi magnetici pulsati attraverso il sistema QRS (Quantron Resonance System)
Indice Generale
Introduzione................................................................................................... 3
1. I campi elettromagnetici............................................................................ 4
1.1 Un po' di storia .................................................................................... 4
1.2. L'elettromagnetismo........................................................................... 6
2. Gli elementi di base................................................................................... 7
2.1. L'atomo............................................................................................... 7
2.1.1 Forme di radiazione.............................................................................. 9
2.2 La cellula ........................................................................................... 10
2.2.1 Il danno cellulare................................................................................ 12
3 La fisica quantistica.................................................................................. 14
3.1. I campi magnetici pulsati ..................................................................... 16
4 Il fenomeno della Risonanza.................................................................... 18
4.1. Segnali elettromagnetici ambientali naturali ................................... 18
4.2 Effetti biologici della risonanza ........................................................ 19
4.2.1 Risultati di alcuni studi....................................................................... 24
5. Il Sistema di risonanza QRS® ................................................................ 26
5.1.L'apparecchiatura QRS® .................................................................. 32
5.1.1. I programmi....................................................................................... 34
6. Casi Clinici.............................................................................................. 38
7. Conclusioni.............................................................................................. 45
8. Bibliografia.............................................................................................. 46
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Utilizzo dei campi magnetici pulsati attraverso il sistema QRS (Quantron Resonance System)
Introduzione
Le ragioni che mi hanno portata ad interessarmi degli effetti dei campi magnetici pulsati
e della loro applicazione in ambito riabilitativo nascono esclusivamente dalla personale
esperienza lavorativa.
Negli ultimi anni si sta assistendo al fiorire di un numero elevato di nuove proposte,
metodiche ed approcci che interessano il campo della riabilitazione ma che spesso si
basano su argomentazioni poco esaurienti da un punto di vista scientifico.
E' talvolta difficile riuscire ad orientarsi in mezzo a tutta una serie di novità terapeutiche
che possono mettere in discussione anche gli approcci considerati “tradizionali”. Il
rischio di fronte ad una tale situazione è duplice: sottovalutare ogni nuova proposta,
quindi non aprirsi nei confronti di nuove possibilità di cura e riabilitazione oppure,
abbandonare parte dell'esperienza maturata negli anni per abbracciare teorie poco
convalidate.
Rientra nella pratica quotidiana del fisioterapista osservare come, applicando la stessa
tecnica riabilitativa su differenti soggetti con diagnosi e disturbi apparentemente
identici, si possano ottenere risultati completamente diversi. La causa è in parte da
attribuire alla peculiarità della nostra attività, quella cioè di avere come “oggetto di
lavoro” persone uniche e con caratteristiche diverse. Ma questo fatto mette anche in
evidenza quanto ci sia ancora da scoprire nel campo della ricerca medica e scientifica.
Questa esperienza può, a lungo andare, scoraggiare o essere vista come un ostacolo per
il raggiungimento degli obiettivi terapeutici prefissati. Personalmente è sempre stata
vissuta come occasione e stimolo per approfondire continuamente i diversi aspetti
professionali. Quindi una porta da lasciare sempre aperta nel lavoro quotidiano per far
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entrare, a ragion veduta, nuove possibilità riabilitative adeguatamente verificate sul
campo. E da questa porta che è entrato, nel reparto di riabilitazione dove attualmente
lavoro, il sistema di Biorisonanza (magnetoterapia) pulsata QRS®.
Il presente lavoro si basa sulla raccolta dei principi di funzionamento, degli studi
effettuati, nonché di una panoramica sulle più recenti acquisizioni scientifiche relative
agli effetti dei campi magnetici pulsati applicati in campo medico e riabilitativo.
L'ultima parte viene dedicata interamente alla presentazione di alcuni casi clinici seguiti
personalmente nella mia attività negli ultimi 2 anni. L'evoluzione durante il trattamento
e il risultato finale è accompagnato (ove possibile) da documentazione fotografica.
Altri casi sono stati presi dalla letteratura presente sia sottoforma cartacea che in
Internet alla quale si fa riferimento nella sezione bibliografica.
1. I campi elettromagnetici
1.1 Un po’di storia
L'utilizzo da parte dell'uomo dell'energia nell'ambito della cura, (Bio-magnetismo) non
è un fatto recente. In particolare la terapia dei campi magnetici, che viene utilizzata
sempre più in diverse aree della medicina e della riabilitazione, ha origini molto antiche.
La storia della medicina ci insegna che tali fenomeni fisici (i campi magnetici) si
verificano in precisi punti geologici. Ci sono sempre state persone che hanno cercato di
individuarli i per poter poi “accumulare energia” in quei punti.
Aristotele racconta che Thales (625-547 a.c.) immaginava che le pietre magnetiche
avessero un'anima che attraesse il ferro. I primi ad utilizzare il termine “magnete”
furono proprio gli antichi greci ma già secoli prima che fosse coniato il termine, in Cina
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India ed Egitto, gli esperti in medicina utilizzavano i magneti naturali per curare o
trattare diverse malattie.
Il medico e filosofo Aviacenna (980-1037) fu il primo a definire il magnetismo come
“forza particolare” ed utilizzarlo nella cura delle malattie del fegato. Nel “Papiro di
Eber” i sacerdoti egizi curavano i pazienti con i campi magnetici. Nello XVI secolo
Paracelso (1493-1541) utilizzò un tipo di terapia con campi magnetici per la cura delle
ferite causate da frecce e da pallottole.
Franz Anton Mesmer (1734-1815) invece, è considerato il progenitore della
magnetoterapia in quanto applicò i magneti sul corpo dei propri pazienti e li curò con
grande successo con le sue mani attraverso l'uso del magnetismo animale
(mesmerismo),reso possibile con la scoperta dell'elettricità e al suo conseguente uso
sotto forma di elettroterapia. Era infatti possibile, a suo parere, essere in salute
ricostruendo l'armonia dei campi magnetici attraverso il nostro corpo che dispone di
poli opposti simili a magneti e che rendono gli uomini sensibili all'influsso dei corpi
celesti. Egli teorizza l'esistenza del magnetismo “animale.” Per magnetismo animale si
intende la forza naturale osservabile nell'uomo e negli altri esseri viventi. Forza che può
essere influenzata dal magnetismo attraverso il ferro e l'acciaio (magnetismo
inorganico).
Anche oggi professionisti utilizzano, anche se con sistemi diversi, l'energia applicata al
corpo umano per la cura di malattie. Quanto allora si può considerare davvero certo
parlando della ricerca e dell'effetto dei campi elettromagnetici?
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1.2. L'elettromagnetismo
L'elettromagnetismo è quella parte dell'elettrologia che studia le interazioni tra campi
elettrici e campi magnetici. L'insieme di tutti i fenomeni elettromagnetici sono descritti
dalle equazioni di Maxwell che costituiscono le leggi fondamentali di tutta l'elettrologia.
Da queste equazioni si deduce che il campo elettrico e quello magnetico si propagano
nello spazio come un'onda di velocità. Ma cosa è un campo elettromagnetico? Il
campo elettrico è creato da una differenza di potenziale elettrico, o tensione: più alta è
la tensione, più intenso è il campo elettrico risultante. Il campo magnetico si crea
quando circola una corrente elettrica: più alta è la corrente, più intenso è il campo
magnetico. Se circola una corrente l'intensità del campo magnetico varia con il consumo
di potenza, mentre l'intensità del campo elettrico rimane costante.
Illustrazione 1: Relazione tra campo elettrico e
campo magnetico
Illustrazione 2: Propagazione dell'onda
elettromagnetica
Si deduce quindi che il campo elettrico e il campo magnetico sono indissolubilmente
legati l'uno all'altro: non si può avere propagazione di un campo elettrico non
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accompagnato da un campo magnetico.
Una delle caratteristiche principali di un campo elettromagnetico è la sua frequenza e
la corrispondente lunghezza d'onda.
Si possono immaginare le onde elettromagnetiche come una serie di onde che viaggiano
ad una velocità enorme, quella della luce. La frequenza descrive semplicemente il
numero di oscillazioni, (o cicli) al secondo, mentre la lunghezza d'onda rappresenta la
distanza tra un'onda e la successiva. Quindi anche la lunghezza d'onda e frequenza sono
legate in modo indissolubile: più alta è la frequenza, più breve è la lunghezza d'onda.
I campi magnetici pur essendo presenti ovunque nel nostro ambiente di vita, sono
invisibili all'occhio umano. In occasione di temporali, ad esempio, dei campi elettrici
sono prodotti dal locale accumulo di cariche elettriche nell'atmosfera. Ed ancora, è il
campo magnetico terrestre che fa sì che l'ago di una bussola si orienti lungo la direzione
nord-sud ed è normalmente utilizzato da uccelli e pesci per la migrazione e la
navigazione. La nostra percezione dei campi magnetici è molto meno sviluppata rispetto
agli animali anche se tutti gli altri nostri sensi si sono al pari rafforzati .L'ambiente
circostante odierno è uno dei più grandi generatori di campi elettromagnetici artificiali.
Viviamo, usando un termine ormai diffuso comunemente, in un costante “elettrosmog”.
Questo ultimo aspetto viene ripreso in forma più estesa nel capitolo che segue.
2. Gli elementi di base
2.1. L'atomo
L'atomo è la più piccola parte di ogni elemento esistente in natura e di cui ne conserva
le caratteristiche chimiche.
Inizialmente l'atomo era considerato un'unità indivisibile ma verso la fine dell'Ottocento
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(con la scoperta dell'elettrone), fu dimostrato che l'atomo non era affatto indivisibile,
bensì a sua volta composto di particelle più piccole alle quali ci si riferisce con il
termine subatomiche.
Facendo le proporzioni, se consideriamo il nucleo grande come una mela, gli elettroni
le ruotano attorno ad una distanza pari a circa un chilometro.
L'atomo è composto da un nucleo a sua volta formato da protoni (con carica positiva) e
neutroni (con carica neutra) attorno al quale ruotano gli elettroni (con carica negativa).
Normalmente, il numero degli elettroni che ruotano attorno al nucleo è uguale al
numero di protoni nel nucleo. Essendo dette cariche di valore uguale (a parte il segno)
un atomo è normalmente elettricamente neutro. Per questo motivo la materia è
normalmente elettricamente neutra.
Tuttavia esistono atomi con un numero di elettroni diverso dal numero atomico (cioè il
numero di protoni del nucleo): si parla in questo caso di ioni. Gli atomi esistenti in
natura sono 92 e sono elencati in una tavola (tavola di Mendeleyev). Gli atomi sulla
sinistra di questa tavola sono detti metalli ed hanno la proprietà di perdere con una certa
facilità gli elettroni diventando ioni positivi. Gli atomi sulla destra invece,sono detti non
metalli ad hanno la proprietà di acquistare elettroni, cioè di diventare ioni negativi. A
tale fenomeno ci si riferisce con il termine di ionizzazione. Essa si verifica quando una
causa esterna (per esempio una radiazione) ha rimosso uno o più elettroni orbitali, per
cui l'atomo diviene elettricamente carico e assumendo cosi il nome di ione.
Un atomo può anche trovarsi in uno stato eccitato (detto metastabile) e per raggiungere
la struttura stabile rilascia energia che viene emessa sotto forma di radiazione.
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2.1.1 Forme di radiazione
Al gruppo delle radiazioni elettromagnetiche appartengono la luce, i raggi infrarossi, i
raggi X, i raggi gamma: solo queste ultime due sono ionizzanti.
Le radiazioni non ionizzanti hanno un valore inferiore a 15 elettronvolt e al massimo
possono avere un effetto termico ma mai dirompente, vale a dire che non riescono a
strappare l'elettrone dalla sua orbita.
Esistono poi le radiazioni di fondo. La radiazione cosmica, la radioattività naturale
delle acque di superficie, dell'aria e della terra, rappresentano una fonte di radiazione cui
sono soggetti indistintamente tutti gli esseri viventi. A queste sorgenti occorre
aggiungere le sorgenti di radiazione provocate dall'uomo, cioè la ricaduta proveniente
dai test nucleari, che in certi casi alterano il livello della radiazione di fondo. Com'è
intuibile, la radiazione di fondo ha una elevata variabilità da luogo a luogo
Da ultimo poi ci sono le sorgenti artificiali di radiazioni ionizzanti prodotte da
apparecchiature usate in campo medico come gli apparecchi a raggi X per radiografia e
radioscopia. Macchine ed apparecchiature per uso scientifico quali gli acceleratori e i
reattori nucleari utilizzati per la produzione di energia elettrica, appartengono .anch'essi
a questa categoria.
Tutta la materia è costituita da atomi e l'insieme di più atomi costituiscono la molecola.
C'è quindi il fondersi di frequenze elettromagnetiche minimali che vanno a costituire
una ulteriore entità vibrazionale, che è appunto quella della molecola, la quale modifica
la sua frequenza in funzione dell'aggregazione atomica. Avremo a questo punto, un
ulteriore e differente tipo di frequenza.
A loro volta le molecole vanno a costituire strutture più complesse che arrivano ad
essere aminoacidi, proteine e via via elementi strutturali della cellula, membrana
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cellulare e cosi via. Quindi abbiamo una sorta di gerarchia che parte dall'atomo come
prima entità vibrazionale fino a sviluppare ulteriori entità vibrazionali.
2.2 La cellula
Una cellula tipica è formata da una sottile membrana che avvolge una certa quantità di
protoplasma. Nella maggior parte delle cellule animali il protoplasma è formato per
l'80% da acqua, per il 15% da proteine, il 3% da grassi, per l'1% da carboidrati e per il
rimanente 1% da elettroliti.
In prossimità del centro geometrico della cellula è situato il nucleo, circondato a sua
volta da una membrana. Il protoplasma del nucleo è detto nucleoplasma, il restante
protoplasma della cellula è chiamato citoplasma. Nel citoplasma sono contenuti
numerosi organuli: mitocondri, lisosomi, reticolo endoplasmatico, apparato di Golgi,
centrioli e fibre.
Un altro gruppo di costituenti cellulari è rappresentato dagli inclusi formati da molecole
quali proteine, carboidrati, lipidi e pigmenti.
Il nucleo regola la funzione del citoplasma, lo si può considerare come il centro di
comando da cui partono tutti gli ordini che regolano la vita della cellula, è in sostanza il
cervello della cellula.
La membrana cellulare ha la valenza della bipolarità, è presente una differenza di
potenziale tra l'interno e l'esterno della cellula che in stato di salute è intorno a 90 mV.
Tale valore decade sempre di più via via si va incontro a malattie croniche fino ad
arrivare a -20mV o addirittura a -5mV nel caso dei tumori.
Uno dei primi meccanismi che viene a mancare in condizioni di malattia è la pompa del
sodio e del potassio. Essa permette l'estrapolazione dalla cellula di tre ioni di sodio
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contro due di potassio che vengono fatti penetrare nella cellula, è perciò la struttura che
controlla l'equilibrio di membrana.
Nell'evento traumatico o nella malattia cronica se viene meno il meccanismo della
pompa del sodio e potassio, aumenta la quantità di sodio all'interno della cellula (che a
sua volta trasporta con sé l'acqua) e la cellula si gonfia. La conseguenza è una
imbibizione dei tessuti, compressione dei capillari circostanti, riduzione quindi del
rapporto di ossigeno alla cellula. Si innesca alla fine un circolo vizioso che può rientrare
solo nel caso in cui si ristabilisca rapidamente un buon funzionamento della pompa del
sodio e del potassio
Tutte le reazioni chimiche, il movimento, la riproduzione e gli altri compiti della cellula
hanno bisogno di energia. Anche l'attività della pompa del sodio-potassio è
condizionata dalla necessità di un grande apporto di energia. Per lavorare ha infatti
bisogno di ATP, senza il quale la pompa non funziona o salta.
Illustrazione 3: Pompa del sodio e del potassio
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Le strutture che svolgono questo compito nel modo più efficiente sono i mitocondri.
Le proteine, i grassi e gli zuccheri sono già ridotti in molecole da strutture all'interno del
citoplasma (lisosomi), quindi vengono ulteriormente ridotti ad opera dei sistemi
mitocondriali. Questi processi di demolizione sono accompagnati da produzione di
energia, che non si disperde sotto forma di calore, ma viene immagazzinata nel
composto adenosin-trifosfato (ATP).
L'ATP funziona al pari di una batteria che, una volta caricata, fornisce l'energia a tutta la
cellula. Il meccanismo di trasformazione è molto delicato, basta la presenza di alcune
sostanze per impedire l'immagazzinamento dell'energia e se questo blocco non viene
rimosso rapidamente, la cellula muore.
La cellula è quindi una “sostanza vivente” e che possiede gli “attributi della vita”.
Uno di questi attributi è la capacità di rispondere agli stimoli esterni (irritabilità); la
risposta può essere un movimento di avvicinamento o di allontanamento dallo stimolo
(contrattilità) ed è in grado di trasmettere l'informazione apportata dallo stimolo a suoi
segmenti alquanto distanti (conduttività).
La materia vivente inoltre, è in grado di svolgere continuamente complicati processi
biochimici, che richiedono la presenza di O2 e che portano alla liberazione di CO2
(metabolismo) e infine, è in grado di auto-riprodursi e di accrescersi in volume e in
numero in modo tale di auto-perpetuarsi.
2.2.1 Il danno cellulare
Il danno alle cellule può essere causato da un gran numero di agenti diversi, sia fisici
che chimici e biologici. Esso risulta comunque indipendente dall'agente che l'ha
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provocato, sia esso una sostanza chimica o una radiazione ionizzante.
Su scala molecolare, la radiazione che attraversa le cellule viventi, ionizza ed eccita gli
atomi e le molecole della struttura cellulare, modificando le azioni di forza delle
strutture molecolari organiche (in genere molto complesse) dando luogo a frammenti
dotati di carica elettrica (ioni e radicali liberi), che sono chimicamente instabili. A loro
volta i radicali liberi e gli ioni possono interagire con la cellula stessa dando luogo a
nuove alterazioni. Le alterazioni peggiori si verificano principalmente nel nucleo, ma
anche il danno al citoplasma può talvolta danneggiare gravemente la cellula.
L'effetto totale è comunque in funzione della quantità di radiazione, cioè della dose
ricevuta, e può manifestarsi in varie gradazioni di danno, fino alla morte della cellula
stessa.
I danni meno gravi possono essere riparati per azione della cellula stessa attraverso la
sostituzione delle cellule danneggiate tramite un processo di mitosi delle cellule sane
contigue. Se invece il danno ad un organo è grave ed esteso, esso non sarà più in grado
di riprodursi.
In alcune circostanze, i cambiamenti che possono intervenire nelle cellule colpite da una
radiazione ionizzante, anche se non la portano alla morte, causano danni importanti con
gravi conseguenze. Le cellule infatti, possono dare origine ad altre cellule che
presenteranno le stesse alterazioni e che trasmetteranno da cellula madre a cellula figlia
in un certo organismo oppure, se le cellule sono germinali, alle cellule dei discendenti
dell'individuo colpito dalle radiazioni.
Riassumendo quindi, nel nostro corpo si sviluppano in continuazione movimenti di
cariche elettriche in quanto siamo portatori di ioni di tutti i tipi (sodio, potassio, cloro,
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magnesio etc). Queste cariche sono in continuo movimento tra membrana, strutture
extra cellulari e interstizio. Sappiamo, ad esempio, che il nervo conduce corrente
elettrica e quindi il nervo può essere considerato il “filo” attorno al quale si sviluppa poi
un campo magnetico. L'organismo umano è perciò sotto ogni punto di vista produttore
di campi elettromagnetici e, in quanto tale, risentire dell'intervento esterno di altri campi
magnetici fino ad esserne influenzato e raggiungere, in casi particolari,una condizione
di alterazione delle strutture vitali e quindi di malattia.
3 La fisica quantistica
Tutto cominciò nel 1900 dal uno studente ricercatore di fisica di nome Max Plank.
Egli scoprì che le radiazioni emesse da un corpo caldo non sono emesse in modo
continuo ma in “pacchetti” ovvero in quanti. Scaldare la materia equivale ad agitarne
gli atomi e provocare il desiderio di fuggire in alcune particelle. Ciò significa che
l'agitazione degli atomi e delle molecole può produrre la rottura dei legami che tengono
unite tra loro le particelle. Questa scoperta aprì un mondo del tutto nuovo nell'ambito
della fisica.
Fino a Plank si credeva che le radiazioni fossero un fenomeno costante e frazionabile a
piacere, come una normale grandezza numerica. Dopo Plank si dovette tener conto che
l'energia (la radiazione) non viene emessa costantemente ma “quantizzata” in pacchetti.
In sostanza l'energia non è solamente un’onda che si propaga in modo continuo e in
tutte le direzioni (emanazione continua) ma viene bensì emanata in “proiettili” ovvero,
in quanti predefiniti, dello stesso valore (emanazione discreta).
Per usare un esempio, il quanto assomiglia al vagone di un treno: il treno rappresenta la
quantità di energia complessiva e ciascun vagone il quanto costante in cui è suddivisa e
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sotto la cui grandezza non può esser ulteriormente considerata. La costante di Plank
esprime perciò il valore fisso e non frazionabile in cui l'energia di una radiazione è
divisa.
L'onda della radiazione si esprime in frequenza: maggiore è la frequenza (e quindi più
corta è la lunghezza d'onda) maggiore è l'energia racchiusa in un quanto. L'energia
cambia in quantità, ma per essere emessa viene racchiusa sempre nel medesimo
quanto, della stessa dimensione. Riferito all’esempio precedente, non importa quante
persone vi siano in un vagone, il vagone resterà sempre della stessa lunghezza.
Una prima conseguenza derivante dalla formulazione della teoria dei quanti è stata la
scoperta che la luce, oltre a comportarsi come un’onda e quindi ad essere soggetta a
fenomeni di rifrazione (le onde di luce si intrecciano e si sovrappongono come onde nel
mare), si comporta anche come particella. La particella di luce viene chiamata fotone.
Al pari di qualsiasi sistema biologico formato da cellule, il corpo umano produce ed
emette onde di natura elettromagnetica sotto forma di deboli radiazioni luminose. Le
piccole particelle senza materia che costituiscono questa emissione luminosa, sono
chiamate biofotoni e sono essenziali per il flusso di informazioni all'esterno e all'interno
della cellula. L'entità luminosa che viene generata è paragonabile a quella di una
candela vista a 10-20 Km di distanza
Queste informazioni sono necessarie per attivare il metabolismo di crescita cellulare e la
sua
differenziazione,
quindi
sono
fondamentali
al
funzionamento
proprio
dell'organismo.
Fritz Albert Popp, fisico dell'Università di Kaiserslautern in Germania, scrive “Onde
elettromagnetiche si manifestano in cellule e aggregati cellulari come emissione di
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radiazione fotonica ultra debole; il fenomeno si manifesta in tutti gli esseri viventi,
compreso l'uomo. Le intensità sono dell'ordine di pochi fino ad alcune centinaia di
fotoni al secondo per centimetro quadrato di superficie d'emissione, una delle sorgenti è
presumibilmente il DNA. Probabilmente vengono trasmesse informazioni essenziali
riguardanti la regolazione della reattività biochimica dei potenziali di membrana (cioè il
trasporto attivo di sostanze intra/extra cellulari, nutritizie da un lato e scorie dall'altro),
la trasmissione nervosa (cioè i segnali elettrici di comando ad esempio ai muscoli, anche
al cuore), l'immunostimolazione e la regolazione dell'accrescimento, i ritmi biologici,
etc.”
3.1. I campi magnetici pulsati
Partendo da queste premesse si può iniziare a percepire in che misura e perchè la
generazione di campi elettromagnetici artificiali può interferire sull'attività vitale
dell'organismo.
Viene generalmente accettata l'opinione che i campi elettromagnetici non possono avere
alcun effetto biologico se non debole ma questa affermazione non può essere condivisa
dal punto di vista scientifico. Non a caso vengono stabiliti dalla legge limiti di intensità
d'applicazione che non devono essere superati in quanto possono causare forti effetti
secondari di disturbo che portano allo sviluppo di malattie.
Si può a questo punto credere che quando i campi magnetici sono adeguatamente
selezionati, favoriscano la normale attività del metabolismo cellulare con positivi effetti
terapeutici di stimolazione.
Questi effetti possono essere ottenuti con l'uso dei campi elettromagnetici pulsati,
chiamati così perché sono emessi con impulsi ritmici, separati da una pausa invece che
in maniera costante e continua.
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La generazione e la trasmissione di corrente da parte di un apparecchio di elettro
magnetoterapia produce l'azione di un campo magnetico nel corpo, conosciuta anche
come “forza elettromotrice”.
Il corpo umano è un substrato che è particolarmente favorevole allo sfruttamento di
queste forze elettromotrici perchè è composto dal 70-80% di acqua. Nell'acqua ci sono
elementi elettricamente carichi (ioni), che possono essere spostati dall'applicazione di
questa forza attivando cosi la formazione e un flusso di corrente elettrica. Riguardo al
funzionamento, visto in precedenza, della pompa del sodio e potassio delle cellule
tumorali, ne consegue che se si riesce a riportare il potenziale di membrana verso la
soglia della normalità con l'applicazione di un campo elettromagnetico, esiste la
possibilità di interferire in qualche modo sull'evoluzione del tumore.
Fino ad oggi i risultati delle applicazioni a fini terapeutici, ottenuti con i tradizionali
impulsi di campi elettromagnetici, sono molto differenti tra loro. La causa è da attribuire
al fatto che escludendo i fattori personali che non possono essere alterati, l'efficacia
dell’applicazione della magnetoterapia dipende principalmente dalle caratteristiche
dell'apparecchio utilizzato. C'è una varietà di apparecchi disponibili sul mercato con
differenze di campo, frequenza, modalità di emissione e questo rende difficile applicare
la metodica della ripetitività nell'analisi dei dati.
Una precisa forma d'onda, l’intensità e una certa frequenza che siano in grado di entrare
“in risonanza” con il corpo umano possono dare di fatto risultati completamente
differenti.
E' necessario tenere inoltre presente che anche la prevedibilità della risposta
all'applicazione dei campi magnetici è spesso difficoltosa. La reazione stessa al
trattamento infatti non è sempre identica e anche la stessa persona, a distanza di ore, può
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non rispondere alla stessa maniera.
Il primo tentativo di utilizzo dei campi magnetici pulsati a scopo terapeutico è stato
fatto con l'applicazione di impulsi elettrici con forma quadrata o quadrangolare, che
però si sono dimostrati inadeguati nel trasferimento delle cariche elettriche e possono
produrre distorsioni di campo all'interno del corpo umano con conseguente danno
dell'organismo.
Diversamente è accaduto con onde ad impulso sinusoidale. Con questo tipo di impulso è
possibile ottenere un movimento di cariche elettriche con un certo effetto terapeutico.
4 Il fenomeno della Risonanza
Per comprendere il fenomeno della risonanza si pensi a due corde della chitarra di una
stessa nota. Se si pizzica una di loro essa incomincia a vibrare e lo stesso accade alla
corda vicina che continua a vibrare fino a quando la prima non viene fermata.
Questo è possibile perchè la corda è “entrata in risonanza” ed emette lo stesso numero
di vibrazioni (frequenza) trasmessa dalla prima corda che è stata pizzicata e da cui ha
ricevuto una parte di informazioni. Ciò dimostra quanta energia deve essere scambiata
tra i due sistemi e come l'informazione deve essere correttamente trasferita e codificata
per essere letta.
4.1. Segnali elettromagnetici ambientali naturali
Nel 1952 un ricercatore di Monaco di Baviera W.O. Schumann, presentò una ricerca in
cui dichiarava che tra la ionosfera e la terra si crea un campo magnetico pulsante alla
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frequenza di 10Hz. Questa pulsazione fu definita come risonanza di Schumann.
La terra si comporta come un circuito elettrico enorme. L'atmosfera è un conduttore
debole e se non ci fossero fonti di carica, la relativa carica elettrica attuale si
disperderebbe in circa 10 minuti. Dobbiamo quindi immaginare che esista una cavità
risonante tra il bordo della terra e quello più basso della ionosfera di circa 55 Km.
Le risonanze di Schumann sono onde elettromagnetiche che esistono e si propagano in
questa cavità. Come le onde su una molla, non sono sempre presenti tutto il tempo, ma
devono essere eccitate per essere osservate. Si sa per certo che non sono causate dalla
morfologia terrestre (crosta terrestre o nucleo), ma sembrano essere collegate con
l'attività elettrica nell'atmosfera, specialmente durante i periodi di attività intensa di
lampi. Si presentano parecchie frequenze tra i 6 e 50 cicli al secondo ( 7.8 Hz, 14, 20,
26, 33, 39 e 45 Hz) che producono un campo magnetico calibrato, debole e mutevole
ma pulsante.
4.2 Effetti biologici della risonanza
Da alcuni studi (Dr. Fiorenzo Marinelli- CNR Bologna) emerge la possibilità che la
presenza di interferenze elettromagnetiche siano in grado di disturbare la percezione da
parte dell'organismo umano della risonanza di Schumann. Ciò sarebbe causa di
problemi di carattere neurovegetativo al nostro orologio biologico che contribuiscono a
peggiorare quelle situazioni di stress caratteristiche del nostro mondo odierno.
Come accennato in precedenza i biofotoni (prodotti e ricevuti dal DNA cellulare
contenuto nel nucleo ), inducono il fenomeno della “risonanza” nelle cellule che
attuano, una volta stimolate, la propagazione delle vibrazioni-informazioni.
Le differenti frequenze delle vibrazioni (od oscillazioni) prodotte dalle cellule, o da un
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campo elettromagnetico, sono catturate da altre strutture cellulari. Queste ultime le
riconoscono come necessarie per il loro funzionamento entrando in “risonanza” con
esse (frequenza di risonanza). Viceversa, una interferenza che non è in armonia con i
bisogni dell'organismo, può bloccare l'attività cellulare causandone la morte o la
degenerazione in cellula tumorale.
Secondo la legge di Kirkoff una sostanza può assorbire solo le lunghezze d'onda che è
in grado di emettere e la radiazione esterna viene perciò assorbita dal sistema soltanto
quando essa entra in risonanza con una delle potenziali frequenze previste dal sistema
stesso. A questo punto se ogni cellula è caratterizzata da proprie capacità vibrazionali,
derivanti dalla costituzione dei corpuscoli che la costituiscono, avremo che ogni organo
ha una sua frequenza.
Un esempio lo abbiamo nel rilevamento effettuato con l'elettro encefalogramma (EEG),
quando cioè, vengono registrate le emissioni elettromagnetiche da parte del cervello.
Sappiamo che nello stato di veglia c'è un'emissione del ritmo cosi detto beta (le cui
frequenze variano da 15-17 Hz a 27-30Hz). Se facciamo poi chiudere gli occhi alla
persona, si rilevano frequenze di ritmo alfa (8-12 Hz); il ritmo theta che è quello del
dormiveglia o della fase dei sogni (4-7-Hz). Infine c'è il ritmo delta che è quello del
sonno profondo (0,5-3 Hz).
Esiste quindi un elettromagnetismo rilevato dal nostro cervello e che è condizionato
dall’attività metabolica delle cellule (in quanto si rilevano differenti dati a secondo della
situazione in cui viene fatto l'EEG).
Dal punto di vista biologico, molti studiosi, sostengono che la risonanza di Schumann
governa in qualche modo la neurofisiologia animale (es. le migrazioni degli uccelli).
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Per quel che riguarda l'uomo è da notare che il range della frequenza di risonanza parte
da circa 7,83 Hz fino a 35 Hz. Queste frequenze corrispondono appunto a quelle delle
onde alfa e beta cerebrali rilevabili con l'EEG. Quando si provano a confrontare i
tracciati della registrazione del segnale creato dalla risonanza di Schumann con quello
di un EEG è molto difficile fare una distinzione tra le correnti cerebrali e le modifiche
dei campi elettrici presenti in natura.
Illustrazione 4: Registrazione e confronto tra le onde elettromagnetiche naturali presenti nell'ambiente e il
tracciato di un EEG
Basandosi sulle differenti proprietà della ionosfera, l'intensità del segnale di un campo
elettromagnetico ambientale naturale, mostra un differente sviluppo durante il giorno.
La frequenza con un range di circa 8-13 Hz. chiamata segnale di tipo I domina durante
il giorno, quindi c'è un collegamento con il ritmo alfa dell'EEG. Inoltre il segnale di tipo
I è molto più presente durante il giorno rispetto la notte (le intensità del giorno e della
notte hanno una relazione approssimativa di 3:1 fino a 10:1). L'intensità varia anche a
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dipendenza della stagione, il che ha una influenza significativa sul comportamento e il
corso delle malattie nell'uomo. Il segnale di tipo I, è di fatto statisticamente più presente
durante i mesi estivi con una maggiore intensità, ed è indirettamente correlato al fatto
che la mortalità dell'uomo è più bassa nel mese di agosto (la quantità di calcio contenuto
nel sangue è massima in questo mese), mentre nei mesi di febbraio e marzo è più alta (la
mortalità durante l'inverno è del 30-40% maggiore rispetto l'estate; non solo a causa
delle malattie virali, anche tutte le altre malattie batteriche sono più frequenti: in questo
un periodo c'è una ridotta resistenza dell'organismo umano).
Il segnale di tipo II del campo elettromagnetico naturale, corrisponde all'area di
frequenza del ritmo delta dell'EEG (0,5-6 Hz.) ed è presente, in modo prevalente, con
condizioni di tempo disturbato.
Nell'atmosfera sono presenti altri range di frequenza molto basi (da 1 a 10 Khz), che
possono essere generati non solo da stimoli elettromagnetici, ma anche dalla luce o dal
suono, e corrispondono alla frequenza di controllo delle reazioni muscolari come pure
alle reazioni biochimiche che si svolgono a livello della cellula.
La frequenza di risonanza ottimale della membrana degli eritrociti sottoposti ad un
campo di oscillazione elettromagnetica è di 1 Khz (prof. Marino ”Modern
bioelecticity” Macel Dekker - New York and Basel -1988). La circolazione sanguigna
nell'uomo e negli animali può essere considerata il mezzo di trasporto delle cariche
elettriche. Ogni eritrocita, che trasporta l'ossigeno all'organismo attraverso l'emoglobina
e riveste un ruolo attivo nel metabolismo dell'ATP, trasporta circa 7000 cariche
elettriche libere con approssimativamente 5.5 x10^9 eritrociti/cm3. Se il flusso
sanguigno è colpito da una sorgente esterna elettromagnetica, viene generato un
potenziale elettrico (a causa del ferro contenuto nell'emoglobina), una corrente viene
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prodotta e di conseguenza si forma una forza meccanica.
Dato che il cervello dell'uomo contiene cristalli di Fe3O2 che sono altrettanto buoni
conduttori di corrente si può pensare a possibili effetti anche a questo livello.
Altri ricercatori scientifici (M. Blank e A. A. Marino), riferendosi alla teoria del
passaggio di ioni attraverso la membrana sotto l'influsso campi elettromagnetici,
confermano l'esistenza di una frequenza di risonanza propria del meccanismo di flusso
degli ioni così come è stata confermata quella della membrana degli eritrociti.
E' stato visto che applicando un segnale con un voltaggio alternato pari a 10mV e una
frequenza di 200Hz, il sodio aumenta la sua concentrazione di circa tre volte rispetto a
ciò che succede applicando una frequenza di circa 100 Hz.
L'applicazione di oscillazioni elettromagnetiche tra 9 e 20 Hz favorisce di molto il
rilascio del calcio a livello cerebrale che, come è noto, ha un ruolo rilevante
nell'attivazione del sistema simpatico. (U. Wanke-1994).
E' quindi importante, per una applicazione corretta della terapia con i campi magnetici
pulsati, individuare la frequenza “ottimale” di risposta (frequenza di risonanza).
Gli effetti biologici derivanti dall'applicazione dei campi magnetici pulsati possono cosi
essere brevemente riassunti:
1. Modificazione dello stato fisico del citoplasma.
2. Esaltano la funzionalità dei mitocondri.
3. Modulano i sistemi enzimatici.
4. Interagiscono con le proprietà fisiche dei tessuti.
5. Regolano il metabolismo cellulare.
6. Apportano ossigeno alla cellula.
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7. Producono ulteriore energia per la cellula.
8. Migliorano la permeabilità della membrana agli ioni.
9. Migliorano l'assorbimento degli aminoacidi.
10. Incrementano la migrazione dei macrofagi.
11. Incrementano la produzione dei linfociti N. K.
4.2.1 Risultati di alcuni studi
Anche per quel che riguarda il campo dell'ortopedia, la terapia dei campi magnetici in
passato è stata considerata quasi un rimedio universale.
Già nel 1957 fu stabilito, che non solo il cuore e il cervello ma anche gli altri organi,
tra le quali le ossa, producevano dei segnali elettrici se stimolati. Questa scoperta ha
portato allo sviluppo di uno stimolatore della crescita ossea che negli anni successivi è
stato impiegato con successo per la terapia della pseudoartrosi. Nel frattempo però
anche lo spettro delle applicazioni è aumentato notevolmente. L'efficacia dei sistemi di
campi magnetici statici ma pulsati è stata dimostrata non solo per il trattamento della
pseudoartrosi, ma esistono anche dati certi relativi ad una migliore osteointegrazione
degli impianti come ad esempio delle protesi (Konrad 1996). Inoltre, Jacobson-Kram
(1997) descrive un miglior accrescimento osseo nella osteotomia di distrazione con una
congiunzione ossea fino ad un centimetro per effetto dei campi elettromagnetici.
Markus (2000) e Linovitz hanno potuto registrare aumenti significativi del tasso di
fusione grazie alla stimolazione dei campi magnetici in pazienti affetti da spondilolesi
delle vertebre lombari, con valori pari al 64% rispetto al 43% senza ausilio dei campi
magnetici.
A livello cellulare, Chang et al (2003) hanno dimostrato l'influsso sugli osteoclasti,
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mentre Yuge et al (2003) hanno dimostrato l'influsso sulla differenziazione degli
osteoblasti. Partendo dal presupposto che vi è una regolazione fisiologica dell'attività
degli osteoblasti e degli osteoclasti, l'impiego dei campi elettromagnetici pulsanti, ad
esempio per la terapia dell'osteoporosi, risulta evidente. Pelka et all (2001) hanno
dimostrato che è possibile ottenere in un individuo una riduzione significativa dei crosslink come parametro della perdita ossea e un aumento della densità ossea grazie
all'impiego della Biorisonanza quantistica.
I risultati ottenuti con la terapia dei campi magnetici sulle ossa ha spostato l'attenzione
degli studiosi anche verso altri tessuti del sistema muscolo scheletrico, in particolare
verso la cartilagine, nella speranza di poter trovare un'ulteriore opportunità terapeutica
per il trattamento dell'artrosi. Già nelle culture cellulari è stata accertata un'attività
piezoelettrica
della cellula cartilaginea, se stimolata. Nel frattempo si sono avuti
risultati significativi dagli studi sull'impiego dei campi magnetici, incluso il sistema di
Biorisonanza quantistica,
nella terapia della gonartrosi agli stadi 2 e 3 secondo
Kellgren, della spondiloartrosi e, in misura minore anche per la coxartrosi (tra gli altri,
Fischer et all 2001, Pipitone et al 2001, Jacobson 2001 et al, Hulme et al 2002)
Un ulteriore campo di ricerca è rappresentato dalle sindromi dolorose del sistema
muscolo scheletrico, che spesso insorgono a causa di danni da sovraccarico o
tendinopatie inserzionali. In tal senso, Binde et al (1984) hanno dimostrato che le
alterazioni rotatorie rispondono bene ai campi magnetici pulsati.
Anche l'effetto
positivo dei campi elettromagnetici per la guarigione di ferite va considerato certo.
Già nel 1990 Ieran et al descrivevano una significativa accelerazione del processo di
guarigione di ulcere venose. Inoltre viene descritto un effetto duraturo nell'ambito delle
visite mediche periodiche. Questo è stato confermato dal gruppo di lavoro di Stiller nel
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1992. Il gruppo verum ha raggiunto una riduzione della superficie della ferita di oltre il
47%, mentre il gruppo di controllo ha subito un aumento della ferita attorno al 42%.
Kuliev et al descrivono inoltre una più rapida stabilizzazione dello stato immunitario e
una riduzione significativa della durata di trattamento con terapia dei campi magnetici
per pazienti affetti da ulcera e diabete mellito.
5. Il Sistema di risonanza QRS®
L'organismo umano non è solo un corpo fatto di materia ma è anche energia. Il nostro è
un corpo quantistico, espressione di miliardi di particelle subatomiche, fotoni ed
elettroni, che formano atomi, molecole, organi, apparati e che danno vita ai diversi
meccanismi fisiologici nell'uomo.
L'insieme di tutti questi campi elettromagnetici con diverse frequenze vibratorie creano
un vero e proprio campo/corpo elettromagnetico in continuo rapporto dinamico tra
interno ed esterno.
La semplice esposizione del corpo a campi magnetici pulsati a bassa frequenza stimola
il metabolismo cellulare, aumenta l'assimilazione di ossigeno, e accelera l'eliminazione
di sostanze chimiche tossiche e di scarto. Il campo magnetico può penetrare
completamente il corpo e rinforzare in modo naturale il ciclo di funzionalità cellulare
indebolito. Alcuni ricercatori hanno cercato di trovare il modo per focalizzare e dare
forma ai campi magnetici presenti in natura al fine di simulare il metabolismo cellulare
e permettergli di ristabilirsi.
Venti anni di ricerca medica e scientifica in Germania nei campi elettromagnetici
pulsati, basati su queste ricerche scientifiche, hanno portato allo sviluppo del Quantron
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Resonance System (QRS®).
Il Sistema di Biorisonanza Quantron è stato sviluppato dal Dott. Gehhard Fischer,
(Liechtenstein) con la cooperazione di scienziati tedeschi, il Dott. Ulrich Warnke
(Professore e direttore del dipartimento di biomedicina all'università di SaarlandGermania-) e più tardi il Dott. Ing. H. L. König responsabile dell'Università di
Elettrofisica di Monaco (Germania) specializzato nello studio degli effetti
dell'elettrosmog nel corpo umano.
Sin dal 1996 il sistema QRS è stato testato dalla stazione spaziale russa all'interno del
programma “MIR”. Il sistema fu introdotto per contrastare la diminuzione di calcio
nelle ossa degli astronauti. Uomini e donne impegnati in missioni nello spazio
perdevano in densità ossea poiché essi non potevano muoversi correttamente in assenza
di gravità. L'assenza di gravità non produce un impatto aerobico, e quando il QRS fu
introdotto migliorò i problemi di circolazione, l'incremento di ossigeno nel sangue e
migliorò il metabolismo cellulare fornendo, agli astronauti, energia addizionale.
Nell'Aprile del 2001 lo scienziato russo (medicina spaziale) Prof. Dott. Baranov illustrò
nella sua lezione magistrale, ( “QRS® - Magnetic Field Therapy – Present and Future”,
April, 2001 – Darmstadt/Germania) che l'applicazione di questi campi nella lunga
distanza e per viaggi lunghi offre la possibilità di “auto correzione medicale
dell'organismo” poiché lo spazio offre condizioni diverse rispetto all'ambiente della
terra.
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Il QRS non produce onde artificiali e in particolare onde sinusoidali, bensì produce
(analogamente per quanto avviene per la propagazione delle onde nella ionosfera e per
le oscillazioni del campo magnetico terrestre),un campo magnetico dosato, debole e
variabile secondo un determinato ritmo di frequenze (pulsante).
Illustrazione 5: Confronto tra le onde prodotte dal QRS e quelle registrate dall'EEG
Per raggiungere questo obiettivo il campo magnetico deve avere una forma e una
sequenza temporale particolare nel senso dell'ampiezza e della frequenza contenuta nel
segnale.
La scoperta del fisico tedesco Dertinger e del biologo russo Kruglikov, secondo cui le
cellule utilizzerebbero il rumore come fonte energetica per i processi controllati da
informazioni (la cosiddetta risonanza stoccastica), è di fondamentale importanza.
Dertinger e Kruglikov spiegano per la prima volta come le cellule riescono ad
amplificare estremamente il segnale rumoroso attraverso frequenze caratteristiche
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utilizzate come base per la trasmissione dell'informazione. Sfruttando il fenomeno della
Biorisonanza cellulare, si può ottenere un effetto terapeutico massimo applicando delle
intensità di campo minime. Al centro della comunicazione tra le cellule, infatti, vi sono
delle frequenze caratteristiche contenute nel segnale di rumore.
Il Prof. Dott. Fischer (Università di Graz /Austria) afferma: “Bisogna considerare che
insieme alla materia e all'energia, esiste una terza categoria: l'informazione.
La trasmissione, l'immagazzinamento e il passaggio delle informazioni sono tutti aspetti
necessari per la regolazione ed il controllo del sistema vivente, il processo informativo
richiede molta energia, che viene poi a ridistribuita a tutto l'organismo”.
E' necessario fare ricorso anche alle conoscenze della moderna medicina accademica.
La scoperta pionieristica del “sistema del monossido di azoto a livello vascolare”(NO)
da parte del farmacologo Furchgott alla fine degli anni ottanta (premio Nobel per la
medicina nel 1998) ci aiuta a comprendere ancora meglio alcuni aspetti.
E' stato dimostrato che l'endotelio dei vasi produce NO che è il più importante agente
endogeno responsabile della vasodilatazione. Ma non solo, il monossido di azoto
impedisce l'aggregazione e l'adesione dei trombociti, riduce l'adesione dei leucociti alla
parete vasale e ritarda la proliferazione di cellule muscolari lisce dei vasi. Esso è quindi
un preciso segnale molecolare del sistema cardio-circolatorio che influenza la ricerca
medico-scientifica e, di conseguenza, l'applicazione di tutti i metodi terapeutici
compreso quello riguardante l'uso dei campi magnetici pulsati.(QRS).
Come già accennato, i campi magnetici pulsati a bassa intensità e frequenza producono
gli effetti maggiori stimolando il metabolismo della membrana cellulare e causando una
reazione a catena nel corpo umano. La cellula produce la sua energia (ATP) che è
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necessaria per il movimento del corpo, costruisce e rompe le molecole e trasporta le
sostanze attraverso la membrana cellulare.
Per compiere tutte queste attività la cellula richiede ossigeno e molte altre sostanze in
modo particolare enzimi e glucosio. In aggiunta a ciò la cellula produce monossido di
azoto, acqua e prodotti di scarto. Per essere in grado di eseguire e controllare
adeguatamente tutti questi processi il metabolismo cellulare deve essere in buona salute,
e il potenziale di membrana deve essere mantenuto a 70-110 mV (millivolt).
Se il valore del potenziale di membrana si abbassa il metabolismo viene danneggiato e
di conseguenza la cellula si ammala. La cellula malata perde energia, non c'è abbastanza
ATP disponibile e il voltaggio della membrana cellulare si abbassa fino a 40-50 mV.
La cellula cancerogena, ad esempio, ha un voltaggio di soli 20 mV e non è in grado di
rigenerarsi e necessita, per vivere nel suo ambiente, di un'energia 16 volte superiore.
Illustrazione 6: cellula sana
Illustrazione 7: cellula malata
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Illustrazione 8: applicazione QRS
Alcuni risultati derivanti dall'utilizzo del sistema QRS sono:
1) Influenza e normalizzazione sulla circolazione sanguigna: all'interno del campo
magnetico il carico delle particelle nei capillari sanguigni oscilla al ritmo della
frequenza QRS. Questo può ridurre, ad esempio, l'attrito e la resistenza all'interno dei
capillari più piccoli. La perfusione (circolazione sanguigna) aumenta e di conseguenza
cresce anche il tasso di diffusione dell'ossigeno e del monossido di azoto.
2) Incremento della pressione parziale dell'ossigeno: tutti gli studi dimostrano un
significativo aumento di ossigeno nel sangue superiore dell'80%.
3) Viene ristabilito il potenziale di membrana. Il sistema QRS con il suo sistema
brevettato di trasporto degli ioni permette il selettivo movimento di protoni (H+ ioni)
che raggiungono successivamente la membrana cellulare. In questo modo la membrana
sarà iperpolarizzata e il potenziale di membrana ristabilito.
4) Afflusso di calcio nella cellula (cascata di calcio). Attraverso l'aumento della
concentrazione di ioni H+ nell'area di membrana, il valore del pH si riduce in prossimità
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della membrana stessa e ciò facilita il rilascio di calcio dallo strato della membrana
cellulare. Il calcio non legato affluisce all'interno delle cellule e causa numerose
reazioni metaboliche. I macrofagi vengono attivati e di conseguenza il sistema
immunitario si rafforza. Il metabolismo è attivato e il monossido di azoto, uno dei più
potenti vasodilatatori è prodotto. In aggiunta, la citogenesi cellulare (struttura, funzione
e moltiplicazione) viene stimolata.
5.1.L'apparecchiatura QRS®
L'apparecchiatura QRS® attiva un campo magnetico pulsante testato in numerosi studi
scientifici svolti presso Università europee e USA e brevettato a livello Internazionale.
La terapia con QRS è stata sviluppata inizialmente mediante uno speciale apparecchio
medicale sulla base di un particolare segnale di campo magnetico con proprietà
terapeutiche.
Nel tempo ha mostrato di avere uno spettro sempre più ampio di applicazioni
terapeutiche per un numero sempre maggiore di patologie, con effetti collaterali
trascurabili.
Essa è composta da un materassino per l'applicazione completa, da un cuscino per
l'applicazione locale e da un puntale per trattamento di punti specifici.
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Illustrazione 9: Apparecchiatura QRS®
L'impulso base del campo elettromagnetico QRS ha una durata di 2 ms ed è formato
dalla sovrapposizione di un’onda di forma rettangolare e di un’altra onda che aumenta
secondo una funzione esponenziale, il tutto seguito da una pausa. L'impulso viene
ripetuto a 5 ms, questo significa che c'è una frequenza di base di circa 200Hz, la quale
soddisfa la frequenza richiesta come condizione per il trasporto di ioni.
Combinando una sequenza di quattro impulsi base (e conseguente pausa) in un unico
pacchetto con successivi pacchetti di impulsi basati su di esso, vengono ottenute
ulteriori frequenze che sono correlate alle frequenze che compongono il tracciato
dell'EEG e che generano l'effetto terapeutico.
L'OMS ha dichiarato innocui campi magnetici sino ad una intensità di esposizione
sistemica di 100 microTesla (µT) a 50 Hz, nel tempo massimo di un'ora al giorno.
Il QRS lavora da una intensità di 300 nanoTesla (0,3 µT) con il programma più basso
fino ad una intensità di 30 µT (livello 10) utilizzando il materassino (sistemica).
Utilizzando il cuscino o il puntale (locale), si raggiunge una intensità massima di 40 µT
Il campo di Biorisonanza magnetica che si forma è quindi a bassa intensità e a bassa
frequenza, esso raggiunge un campo di azione di 120 cm verso l' alto e 50 cm
lateralmente.
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I cicli del campo magnetico emessi dagli applicatori (stuoia, cuscino, penna) sono fra
0.1 Hz e 1000 Hz. Le più alte frequenze (250 Hz - 1000Hz) sono soprattutto
responsabili dell'inizio dei processi biochimici all'interno del corpo: la permeabilità
della membrana cellulare aumenta e si ristabilizzano i potenziali danneggiati.
La reazione dell'organismo all'applicazione del campo magnetico non dipende tanto
dall'ammontare dell'energia assorbita dai tessuti ma piuttosto dalla modulazione e dal
tempo di applicazione prescelti. Spesso la forza di una specifica reazione non è
proporzionale all'intensità del campo di forza e in alcuni casi i risultati sono stati
inferiori applicando una frequenza elevata. (H. L: Konig 1986). Da questo si può
concludere che l'effetto biologico non si basa esclusivamente sul trasferimento
dell'energia tra il campo magnetico e la cellula. (H. Dertinger- Aprile 2000).
Sulla base del segnale QRS è stato sviluppato l'apparecchio per la Biorisonanza QRS101 con tre distinti programmi terapeutici: BASIS, VITAL e RELAX con una intensità
regolabile dal livello sensitive fino al livello 10.
5.1.1. I programmi
Il QRS ha tre programmi con regolazione separata dell'intensità a dipendenza della
indicazione terapeutica seguita.
1. Programma BASE: E' il programma di mantenimento generale di salute.
Il campo magnetico è composto dai seguenti cicli di frequenza: 3 Hz, 22 Hz, 250 Hz,
500 Hz, 750 Hz e 1000 Hz;
Effetto principale: Affluenza degli ioni, dissociazione degli eritrociti.
Indicazioni: Prevenzione, attivazione del metabolismo, terapia del dolore
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Questo programma è stato sviluppato come “Dispositivo per il trasporto ioni, in
particolare protoni” coperto da brevetto internazionale.
2. Programma VITAL: Cicli di frequenza: 0.1 Hz, 10 Hz, 22 Hz, 250 Hz, 500Hz,
750 Hz e 1000 Hz.
Effetto principale: Proliferazione del monossido di azoto con relativa vasodilatazione e
quindi
miglioramento
dell'irrorazione
sanguigna,
aumento
della
vitalità
e
concentrazione, effetto antidepressivo, diminuzione della meteoropatia.
Indicazioni Malattie con disturbi circolatori centrali o periferici, psoriasi, depressione,
osteoporosi
3. Programma RELAX: Cicli di frequenza: 0.3 Hz, 1.5 Hz e 3 Hz che influiscono in
modo particolare sul sistema cardiocircolatorio sono attivate, mentre le frequenze che
corrispondono a 250 Hz, 500 Hz, 750 Hz e 1000 Hz sono state eliminate.
Effetto principale: Attivazione del sistema parasimpatico e quindi regolazione
vegetativa con diminuzione dello stress, rilassamento muscolare e diminuzione dei
crampi, miglioramento del sonno.
La durata dell'applicazione (da 1 a 30 minuti) deve essere regolata in maniera del tutto
individuale e differenziata con programmi specifici. Dal momento che l'apparecchio
opera con una intensità di campo di 30 µT, non sussiste alcun rischio di sovradosaggio.
Generalmente l'applicazione è di 8 minuti 2 volte al giorno. Nei soggetti sani, gli effetti
di ciascuna applicazione durano da 1 a 8 ore. Poiché il trattamento è molto lento, il
miglioramento del metabolismo e la rigenerazione generale delle cellule può instaurarsi
dopo pochi giorni oppure dopo diverse settimane, a seconda della costituzione.
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Durante le prime applicazioni circa il 40% delle persone non avverte assolutamente
nulla; in questi casi l'applicazione può essere ripetuta più volte di seguito utilizzando
intensità maggiori. Bisogna tener tuttavia presente che le applicazioni a livelli elevati
(su alcuni programmi) dopo le ore 18 possono creare disturbi del sonno.
Altre persone invece non sopportano fin dall'inizio neppure il livello 1, questo può
dipendere dalle condizioni generali del soggetto, dalla labilità del suo sistema
cardiocircolatorio e dal grado di iperacidità del sangue. In questi casi occorre
cominciare con il livello 1 e se anche questo è troppo elevato bisogna limitare le proprie
applicazioni a soli 2 minuti e prolungare gradualmente il tempo di applicazione fino ad
arrivare a 8 minuti. Solo a questo punto è indicato passare al livello 2.
Ciascun soggetto richiede quindi una regolazione individuale e personale.
Un soggetto relativamente calmo, sereno che vive senza grossi stress e vuole ottenere un
aumento della vitalità può utilizzare i livelli da 3 a 6.
La situazione è completamente capovolta in presenza di stress, instabilità pressorie o
attività sportiva intensa. Quando si vuole ottimizzare il trasporto ionico nell'organismo e
le funzioni del metabolismo cellulare, rivitalizzando le cellule, in genere sono meglio
tollerati i livelli da 1 a 4.
In caso di più applicazioni di QRS quotidiano occorre assumere integratori di magnesio
e bere molta acqua (almeno 1
litro al giorno). Questo accorgimento favorisce il
trasporto degli ioni di idrogeno, elimina l rischio di crampi e migliora l'eliminazione
delle tossine.
E' stato dimostrato che a seguito dell'applicazione con QRS, può essere modificata nel
tempo l'assunzione di farmaci. Ciò significa che il paziente, sotto controllo medico,
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può eventualmente ridurre gradualmente il dosaggio dei farmaci ed, in alcuni casi, a
sospenderli completamente (Prof. G: Fischer, Graz-agosto 1999).
Controindicazioni
Gravidanza: Non sono note esperienze negative, ma come prescrive la normativa in
materia di farmaci e di dispositivi medici, in caso di gravidanza devono essere evitati il
più possibile tutti gli influssi esogeni (fumo, alcool, farmaci,campi magnetici)
Epilessia: In questo campo vi sono state alcune esperienze positive. Tuttavia, per motivi
di sicurezza, si raccomanda l'applicazione solo sotto controllo medico.
Pace Maker (solo impianti elettronici certificati EN50061)
Disfunzioni della tiroide
Non ci sono controindicazioni per i portatori di protesi o sintesi metalliche.
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6. Casi Clinici
Caso 1 S.A Paziente maschio di 69 anni. Esiti di poliomielite all'età di 4 anni con
residua paresi dell'arto inferiore sinistro.
Da circa 9 mesi presenza di ulcera perimalleolare sinistra su arteriopatia periferica
cronico-ostruttiva di grado IV. con ostruzioni a livello femoro crurale bilaterale.
Piede e zona bimalleolare a sinistra atrofiche, secche e desquamanti. Polso tibiale e
pedideo non palpabile bilateralmente. Edemi declivi ai piedi. Non segni di infezione.
Stato di debridment eseguito 6 giorni prima in ospedale. Polineuropatia periferica
distale bilaterale - Diabete mellito-Ipertensione arteriosa.
Viene impostato trattamento con QRS®: tre applicazioni giornaliere con uso del
cuscino applicato localmente in prossimità dell'ulcera. Programma Vital intensità 1 per
8 minuti, rivisto regolarmente in base alla risposta del paziente fino ad arrivare a Vital
intensità 2 per 24 minuti.
Illustrazione 10: Situazione all'entrata 13.7.06
Illustrazione 11 Dopo 1 settimana dall'inizio
del trattamento 20.7.06
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Illustrazione 12: Dopo circa 3 settimane di trattamento 7.8.06
Il paziente è trasferito in Ospedale per esami clinici. Il trattamento QRS è sospeso per
15 giorni.
Prosegue le applicazioni al rientro da noi ma purtroppo, per problemi personali, il
paziente è costretto a rientrare al proprio domicilio dopo qualche giorno.
Illustrazione 13: Situazione al rientro.22.8.06
(Un mese dall'inizio del trattamento QRS)
Illustrazione 14: Situazione al momento della
dimissione 25.8.06
Caso 2 P.G. Paziente femmina 69 anni. Ipertensione, depressione e iper-reattività
bronchiale.
Nel 1987 intervento di discectomia L5-S1 per sciatalgia. A distanza di 15 anni ripresa
dei dolori nella stessa sede che peggiorano nel tempo fino a portare la signora dal
neurochirurgo. L'esame RMN evidenzia un conflitto della radice di L5 a livello del
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forame di coniugazione L5-S1. L'interpretazione dei dolori va nel senso di un dolore
neuropatico e/o compressione della radice. Le viene consigliato un intervento chirurgico
di esplorazione con possibile impianto di stimolatore cordonale posteriore.
A questo punto si procede ad impostare un programma con QRS (sistemico e locale) e
dopo 6 settimane si può constatare un avvenuto miglioramento della sintomatologia
algica.
Caso 3 B.A. Paziente maschio.83 anni. Ipertensione, diagnosi di amiotrofia dolorosa
diagnosticata 20 anni fa e guarita spontaneamente. Attualmente accusa dolori e
ipoestesia al V° dito della mano destra con astenia del dito e del braccio a cui si associa
dolore, seppur non marcato, a livello cervicale bilateralmente. Con la RMN viene
riscontrata ernia paramediana destra a livello di C6-C7 con restringimento del canale
spinale e osteocondrosi. Clinicamente si evidenzia paresi abduzione del V° dito,
ipoestesia (L'EMG conferma lesione periferica del nervo ulnare). Il paziente rifiuta con
molta paura la prospettiva di un intervento chirurgico.
Viene impostato programma con QRS (sistemico e locale) ottenendo in 3 mesi la ripresa
della sensibilità e il completo ripristino della motricità della mano e del braccio.
Caso 4 R.S: paziente femmina di 42 anni. Morbo di Bürger (tromboangitiis obliterans)
con marcato linfedema agli arti inferiori stato di amputazioni multiple alle dita dei piedi
bilateralmente (Piede destro: amputazione I°-III°-III°dito, Piede sinistro: amputazione
I°-II°-III°dito nel periodo aprile 2002 fino al settembre 2004). Tabagismo cronico (60
PY ca.) Visto il lento ma progressivo decorso della malattia le è stato proposto da parte
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dei medici l'amputazione sottogenicolare che la signora ha tassativamente rifiutato.
Attualmente presenza di estese ulcerazioni cutanee dorsali ad entrambe i piedi (più
evidente al piede sinistro. Presenza abbondante di fibrina nelle ferite (la signora non
consente che venga pulita). Dall'esame Rx del piede destro si evidenzia un quadro di
molteplici zone osteolitiche soprattutto a livello della testa e base I° MT, testa II° e III°
MT e a livello del tarso. Impossibilità all'appoggio (pochi passi sui talloni) e quindi alla
deambulazione anche con ausilio. La signora si mobilizza unicamente in carrozzina.
Dolori notturni ai piedi di origine ischemica.
Per la medicazione delle ulcere viene utilizzato Lavasept e Ialugen garza.
Programma di trattamento: Linfodrenaggio quotidiano arti inferiori associato a QRS.
Due applicazioni giornaliere (mattina e tarda serata) con stuoia e cuscino applicato
localmente e singolarmente ad ciascun piede con 2 applicazione consecutive.
Per la stuoia è stato utilizzato il programma BASIS intensità 3 (mattina) e RELAX int. 2
(sera) per una durata da 8 fino a 24 minuti complessivi. Con il cuscino è stato
inizialmente applicato il programma BASIS con intensità 3 per 8 minuti.
Solo dopo circa 2 mesi di trattamento si è passati al programma VITAL partendo da una
intensità 1 per 8 minuti fino a raggiungere i 24 minuti con una intensità massima di 2 (la
paziente non sopportava una intensità maggiore riferendo una sensazione fastidiosa ai
piedi).
La scelta di utilizzare il programma RELAX per l'applicazione serale con la stuoia è
stata fatta per favorire il riposo notturno della paziente che da mesi era molto disturbato
nonostante l'assunzione di farmaci. Anche per quest'ultimo problema la risposta è stata
positiva con un miglioramento progressivo della qualità del sonno, a pari passo con la
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sintomatologia dolorosa, rendendo possibile l'abolizione completa della terapia
farmacologica inizialmente instaurata.
Il 31.08 2004 viene ricoverata in Ospedale per l'amputazione del II° dito del piede (la
posizione deformata rendeva doloroso ogni tentativo di appoggio del piede).
Illustrazione 15: Situazione all'entrata piede destro
20.8.04
Illustrazione 16: Situazione all'entrata piede sinistro
20.8.04
Dopo l'intervento rientra in clinica per il proseguo del trattamento.
Illustrazione 17: Piede destro 21.09.04
Illustrazione 18: Piede sinistro 21.09.04
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Illustrazione 19: Piede destro 29.10.04
Illustrazione 20: piede sinistro 29.10.04
In data 21.9.04 la signora acquista un'apparecchiatura QRS e rientra al proprio
domicilio continuando il programma giornaliero impostato.
Continua il trattamento con sedute di linfodrenaggio e supervisione ulcere a livello
ambulatoriale presso di noi 2 volte alla settimana.
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Illustrazione 21: Piede destro 27.03.05
Illustrazione 22: Piede sinistro 27.03.05
La situazione dopo circa 1 anno di trattamento ha permesso alla paziente di tornare ad
una vita pressoché normale. Scomparsa completa dei dolori e deambulazione possibile
con calzature ”comode” senza bisogno di alcuna modifica di tipo ortopedico.
Illustrazione 23: Piede destro 15.11.05
Illustrazione 24: Piede sinistro 15.11.05
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7. Conclusioni
L'utilità dei campi elettromagnetici nelle applicazioni biomediche in ambito ortopedico,
reumatologico e vascolare sta assumendo un'importanza sempre più scientificamente
rilevante. Negli ultimi anni del secolo scorso sono aumentati gli studi e le applicazioni
della magnetoterapia con campi pulsati a bassa intensità e frequenza che, sfruttando il
principio della Biorisonanza quantistica, sono in grado di ripristinare l'equilibrio
metabolico cellulare e di affrontare un vasto repertorio di patologie.
I casi qui riportati appaiono interessanti oltre che per i benefici ottenuti, anche per il
fatto di averli conseguiti migliorando ed integrando le metodiche precedentemente
utilizzate nel campo riabilitativo.
La possibilità di cura offerta dall'utilizzo del QRS è davvero interessante e vale la pena
integrarlo nel lavoro quotidiano del fisioterapista al quale è chiesta la pazienza, la
precisione nella raccolta dei dati e una stretta collaborazione con la figura medica.
Le scoperte scientifiche e di pari passo la medicina avanzano rapidamente e per chi
lavora applicando tecniche riabilitative, lo scambio e la condivisione di informazioni e
risultati sono alla base di ogni “successo” terapeutico.
Ringrazio di cuore la Dott.sa Lucia Foletti di Lugano per avermi introdotta alla
conoscenza del sistema QRS. Sono grata inoltre alla direzione della Clinica G:VariniOrselina (Svizzera) dove attualmente lavoro, per la concessione all'utilizzo del sistema e
al Dott. Michele Pagnamenta per il sostegno e la condivisione di alcuni casi clinici.
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8. Bibliografia
1- Anatomia Funzionale e fisiologia
L.Langley – Edizioni Piccin
2- Therapy by Means of Pulsating QRS-Magnetic Field
Prof. Dr.Ing. Habil. M.Krauß Chemnitz / Germany
3- Modern Bioelectricity - Marino, A.A. - Marcel Dekker New York and Basel 1988
4.“Effetti biologici dei campi magnetici pulsati: basi teoriche, strumentazione,
applicazioni terapeutiche e nello sport”.Seminario per gli studenti di BioingegneriaGennaio 2003, dott. Fabio Petrossi- Università degli studi di Trieste.
5- Nuovi orizzonti in medicina
F.A. Popp- Edizioni IPSA (PA)
6. Le radiazioni ionizzanti -pubblicazione internetClaudio Furetta- Dipartimento di Fisica dell'Università degli studi di Roma.
7. La risonanza di Schumann –pubblicazione internetAndrea Gheddi- Istituto di Radioastronomia CNR Bologna
8. Whole Body Magnetic Field Therapy for selected Diseases of Elderly Person in a
General Practice.
Dr. W. Gaube, Dr. W. Kobinger, Dr. G. Fischer /Australian Journal for Physical
Medicine and Rehabilitation, August 1999
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