INCONTRI 5 25 agosto Pierluigi Bersani, ex ministro diessino, saluta il popolo del Meeting Lo psicoterapeuta Risè: “L’origine del Sessantotto non fu un discorso ma un grido rozzamente e disperatamente umano” Nel nome del Padre Camisasca presenta il suo secondo libro sulla storia di Cl con il ds Bersani. “Soltanto la presenza paterna di don Giussani ha permesso al movimento di sopravvivere agli anni dell’ideologia” Un periodo strano e tormentato, per chi l’ha vissuto, quello a cavallo fra gli anni sessanta e settanta dello scorso secolo. È la storia di un movimento, Comunione e Liberazione, che in quegli anni è sembrato dissolversi per poi riemergere con forme diverse ma immutato significato. A parlarne tre persone con storia culturale ed umana molto diverse: Pierluigi Bersani, responsabile economico dei DS e per molti anni ministro, Claudio Risè, psicoterapeuta e docente universitario e don Massimo Camisasca, autore del libro “Comunione e Liberazione. La Ripresa (1969-76)” che racconta la storia di CL in quegli anni, stimo- lati dalle domande di Roberto Fontolan. “Ho scritto questo libro soprattutto per coloro che non erano ancora nati. Per raccontare quale era il clima di insicurezza e cosa ha rappresentato don Giussani per quelle persone” ha detto don Massimo ricordando che in molti in quegli anni prevalse la rassegnazione. “Ho voluto documentare come la presenza paterna di don Giussani ci abbia reso consapevoli che è possibile costruire in qualsiasi situazione della storia”. Risè ha aggiunto che l’origine del cambiamento avvenuto nella società oltre trent’anni fa ha coinciso con l’eclissi della figura del padre. “In primo luogo di Dio Padre- ha detto- e la morte di Dio è stata cantata, ma anche della figura paterna spesso inesistente o emarginata”. Ha poi precisato che quello all’origine del sessantotto non è stato un “discorso” ma un “grido rozzamente e disperatamente umano”. Un grido che aveva come due facce: una evidente, l’odio verso il padre e una inconscia: la nostalgia del padre. Un grido al quale i movimenti della sinistra non hanno saputo trovare una risposta che non fosse esclusivamente politica, mentre gli adulti con l’approvazione della legge che introduceva il divorzio e quella successiva, che legalizzava l’aborto, si liberavano degli ultimi brandelli di responsabilità. Anche Bersani , sia pure con un’analisi diversa in quanto politico-sociologica sulle origini di quel movimento, ha ravvisato nell’incapacità di staccarsi dal politico l’origine del degrado. Eppure per qualche tempo i due Bersani e l’interesse per Cl: anche per me la politica non è tutto “Meglio studiare il medioevo che i sociologi della sinistra” La copertina del libro presentato ieri Diessino, due volte ministro sotto l’ombra dell’Ulivo (dell’Industria nel biennio 1996-98 e dei Trasporti tra il ‘98 e il 2000), prima ancora presidente dell’Emilia Romagna. E tutta una vita passata tra bandiere rosse e lambrusco, don camilli e pepponi, essendo cresciuto in quella sanguigna Emilia, da sempre roccaforte della sinistra ex partigiana. Un politico con un curriculum plimenti dal direttore di 24ore Tv per questa boutade, Bersani ieri ha guadagnato altri punti confessando che, nonostante il suo impegno sessantottino, a quell’epoca aveva “preferito studiare Storia del medioevo più che i sociologi della gauche”. Bersani si è addirittura laureato con una tesi sulla storia del cristianesimo. Sarà per questa sua posizione un po’ borderline che il diessino del genere ti aspetteresti di vederlo a un festa dell’Unità, più che a discutere del ‘68 e della storia di Cl. Anche se Pierluigi Bersani da sempre è nelle “top ten” di gradimento tra i politici del Meeting. Subito dietro a Formigoni e Andreotti come numero di presenze alla kermesse riminese, considerato uno dei beniamini di Giorgio Vittadini, Bersani si è riservato un posto tra gli amici di Cl. Non stupisce quindi, che Roberto Fontolan abbia voluto aprire il dibattito riprendendo proprio una battuta rilasciata dall’ex-ministro ieri a Repubblica. Al giornalista che gli chiedeva i motivi del suo successo in un movimento “antipatizzante per la sinistra”, lui ha candidamente risposto: “Anche per me la politica non è tutto”. Dopo aver ricevuto i com- • Nel padiglione A5 • Meeting al mare (P.le Fellini) NOVITÀ: nel villaggio dei ragazzi (Pad. ) LIBRI PER BAMBINI Via Colonna,17 RIMINI TEL. 0541.380737 movimenti parvero dialogare fra loro, chiede Fontolan. “Il dialogo è stato molto breve- ha precisato don Camisasca- il ’68 è nato da un disagio: l’incapacità dell’educazione borghese e quando il potere è diventato lo scopo allora tutto si ridusse a sistemare le cose, senza spazio per un dialogo”. Ma quale è stata la risposta che ha diversificato Comunione e Liberazione dall’altro movimento? Ancora don Massimo: “Don Giussani ha sempre lottato perché le ragioni della vita non venissero soppiantate dalle ragioni del potere” Risè ha fatto notare come la vita stessa di Comunione e Liberazione sia sempre stata legata alla paternità di don Giussani, aggiungendo che “occorre essere grati a don Giussani perché ha saputo essere un padre generatore di forme che si sono moltiplicate e continuarono a moltiplicarsi in un momento in cui nessuno generava più”. In conclusione don Massimo ha ricordato come in tutti questi anni l’attenzione di don Giussani nei confronti del Movimento non sia mai venuta meno nell’incoraggiare e nel correggere, perché “Dio corregge chi ama. E’ la storia di un Dio che non lascia mai quieti e non per lasciarci nell’inquietudine ma perché è sempre attento” In chiusura, don Massimo ha letto una lettera inviata recentemente a don Giussani che ha commosso buona parte dei presenti. Gigi Brioschi si è concesso una critica ai compagni di quel tempo: “La sinistra pretendeva di dare una risposta esclusivamente sociale ai bisogni storici di felicità e libertà”. E ha spiegato che Cl fu tacciata di integralismo proprio perché non accettava risposte solo politiche al grido che emergeva dai cortei di quegli anni. Bersani non ha annunciato improvvise conversioni, né ha ricordato particolari episodi personali. Ma ha accettato il confronto sulla storia di Cl concludendo che “Cl, piaccia o no, è da decenni un movimento che sta nella società civile cercando di non farsi inghiottire dalla politica”. Restano le divergenze, ma con Bersani almeno si può discutere. Chiara Rizzo