CA R PE DI E M Stile n Panama Borsalino Montecristi è prodotto in paglia naturale proveniente dall’Ecuador. È un copricapo di pregio in cui ogni foglia viene scelta e intrecciata a mano seguendo un antico metodo. La lavorazione necessita per il Panama Extrafine nove mesi di lavoro. Prezzo 1.000 euro circa. Info: www. borsalino.com Investire nella Qualità della vita nn Medicina Testato su tre pazienti il fattore di crescita Ngf per il trattamento delle forme più gravi Nuova luce sul glaucoma Sottoforma di collirio ha migliorato la vista, il contrasto e il campo visivo di Cristina Cimato U Orologi n Cvstos ha creato Challenge Evosquare, cronografo con cassa quadrata e movimento a carica automatica dotato di un rotore che unisce la densità del palladio all’elasticità del titanio grado 5. Grazie al quadrante trasparente, si può ammirare il movimento dotato di una vivace decorazione. Prezzo: 14.500 euro. Info: 041.2412021 Regali l n I costumi Rip Curl della linea Artist of search sono realizzati in tessuto riciclato. Da anni, infatti, l’azienda riduce il suo impatto ambientale facendosi promotrice di diversi progetti ecofriendly in collaborazione con Wwf, l’ente mondiale per la salvaguardia del pianeta. Prezzo: 65 euro. Info: www.ripcurl.com m f p er s on a l@cl a s s . it n miglioramento del campo visivo, del contrasto e della vista in senso ampio. Il fattore di crescita nervoso scoperto negli anni 50 da Rita Levi Montalcini (Ngf-nerve growth factor) può rappresentare una nuova via di cura in campo oculare. Uno studio pubblicato su Pnas, rivista dell’Accademia Americana delle Scienze svolto da un’équipe di oculisti dell’Università Campus Biomedico di Roma in collaborazione con il Cnr e altri centri di ricerca, ha infatti mostrato gli effetti di questa molecola sottoforma di collirio per il trattamento del glaucoma Già in passato sono stati dimostrati i benefici di questo fattore neuroprotettore in alcune patologie dell’occhio, ora si sta testando l’efficacia su una delle malattie neurodegenerative più gravi, per la quale non ci sono attualmente grado di recuperare il danno cure in gra garantire un miglioramento e quindi ga paziente che ne è colpito. Il glaual pazient che ha un’incidenza del 2-3% della popolazione, è una delle coma, ch cause più diffuse di cecità ed è causata dalla morte delle cellule che conducono dalla retina al nervo ottico. Il danneggiamento del nervo conducon avviene a causa dell’ipertensione oculare e se questo processo non fermato tende a degenerare. «Dapprima sono stati effettuati studi viene ferma su modelli animali di glaucoma per verificare la sopravvivenza delle cellule, poi lo stesso approccio è stato applicato su tre pazienti in stato di malattia che, seppur trattati con la terapia standard per avanzato d l’abbassamento della pressione oculare, continuavano a peggiorare», l’abbassam commentato Alessandro Lambiase, ricercatore della clinica oculiha commen dell’Università Campus Biomedico, «in tutti e tre i pazienti sono stica dell’U riscontrati miglioramento del campo visivo, del contrasto e degli stati riscon esami elettrofunzionali sulla vista». Il collirio è stato somministrato per circa tre mesi e poi è stato eseguito un follow up a tre mesi e, su due dei tre pazienti, un altro a 18 mesi. I pazienti hanno mantenuto il miglioramento, anche se lievemente inferiore rispetto al termine della terapia. «L’Ngf si ottiene dalle ghiandole animali, quindi per un utilizzo in ambito clinico è necessario che venga sviluppato un ricombinante umano, ossia un farmaco sintetico. Per questo è necessario attendere alcuni anni, ma la ricerca può continuare per uso compassionevole, ossia sui pazienti che stanno diventando ciechi», ha aggiunto Lambiase. Il fattore di crescita inibisce l’apoptosi delle cellule ganghionali retiniche, ossia quelle che muoiono nel glaucoma. Nell’animale si è visto che per fare ciò l’Ngf aumenta marker specifici e ne inibisce altri. Dal punto di vista della funzionalità nel 70-75% dei casi con una terapia attuata in fase precoce è possibile ottenere una stabilizzazione, ma ci sono casi in cui la patologia tende a peggiorare anche con un trattamento volto ad abbassare la pressione dell’occhio. «Nel 20% dei casi il danno progredisce, anche perché esistono glaucomi a pressione normale, che quindi non sono causati da ipertensione e sui quali i farmaci in uso hanno scarsi effetti», ha concluso il ricercatore. Tra le linee di ricerca più promettenti c’è inoltre quella sull’uso di staminali per la ripopolazione delle cellule ganghionali. Finora sono stati effettuati test sui modelli animali in cui sono state isolate e impiantate le cellule che si sono trasformate ma non si sono ancora collegate con i fasci nervosi. Un altro approccio, destinato anch’esso ai pazienti più gravi, è quello dell’impianto di retina artificiale, ossia una sorta di chip con telecamera che viene interfacciato a livello centrale e registra cambiamenti di luce e movimenti e li trasmette poi alle zone corticali. I risultati finora ottenuti da équipe statunitensi e britanniche, però, sono di modesta entità a causa della bassa risoluzione delle immagini. (riproduzione riservata) n n Salute Impiantato a Milano il primo dispositivo biodegradabile per riaprire un’arteria occlusa Lo stent in polimero? Si riassorbe in 12 mesi di Giulia Silvestri U no stent di nuova generazione per il trattamento dell’occlusione arteriosa in grado di riassorbirsi in un anno. È stato appena impiantato a Milano, presso l’Istituto Clinico Sant’Ambrogio, un dispositivo a elica in polimero plastico biodegradabile in grado di rimanere in sede solo il tempo necessario alla guarigione del paziente. Le patologie vascolari periferiche colpiscono in Italia circa 150 mila persone ogni anno e sono causate in larga parte dalla formazione di placche ateroscle- rotiche sulle pareti delle arterie che portano poi all’ostruzione del vaso. «Attraverso l’angioplastica percutanea, ossia il posizionamento di stent metallici, è possibile mantenere dilatato il tratto occluso», ha spiegato Francesco Bedogni, direttore dell’Unità operativa di cardiologia interventistica e radiologia cardiovascolare dell’Istituto Clinico Sant’Ambrogio, primo centro in Italia a effettuare un trattamento clinico (test sperimentali di sicurezza sono in corso in altri centri), «è però alta l’incidenza di effetti secondari derivati dalla permanenza in loco degli stent. Si riscontrano infatti rigidità articolare e ristenosi, frattura del dispositivo e rischi di trombosi». Queste spirali di fattura giapponese, denominate Igaki-Tamai stent, si riassorbono completamente in 9-12 mesi. «Gli studi iniziali sui modelli animali hanno mostrato anche con questi dispositivi casi di ristenosi, ma questo dipende esclusivamente da un’eventuale progressione della malattia e la percentuale è risultata molto inferiore rispetto agli stent tradizionali», ha aggiunto Bedogni. «Tutta la ricerca sta volgendo verso questo tipo di soluzioni, e presto saranno disponibili anche stent riassorbibili per le arterie coronariche, più piccole di quelle periferiche». Attualmente inoltre questi dispositivi possono essere utilizzati in casi in cui le occlusioni non superino i 4 cm, lunghezza massima degli stent finora disponibile. (riproduzione riservata) Lampi nel buio Dio ha voluto che lo sguardo dell’uomo fosse la sola cosa che non può nascondere Dumas padre