Associazione Teatrale Pistoiese Teatro Manzoni Pistoia - stagione di prosa 2012/2013 SPETTACOLI IN ABBONAMENTO da venerdì 12 a domenica 14 ottobre Artisti Riuniti/ Teatro Eliseo JOHN GABRIEL BORKMAN di Henrik Ibsen nuova traduzione Claudio Magris con Massimo Popolizio, Lucrezia Lante Della Rovere, Manuela Mandracchia, Mauro Avogadro e con Alex Cendron, Ilaria Genatiempo, Camilla Diana regia Piero Maccarinelli ANTEPRIMA NAZIONALE ESCLUSIVA PER LA TOSCANA Un Borkman riletto, diretto e interpretato in maniera fortemente contemporanea. Un Borkman generazionale per comunicare inusuali punti di vista al testo di Ibsen. La nuova traduzione di Claudio Magris consente di leggere il significato dell‟esistenza di Ibsen attraverso una nostalgia non remota e non inappagabile. ___________________________________________________________________ Grandi ambizioni muovono il protagonista di questo testo di Ibsen. Come nelle sue ultime opere, il centro di interesse di Ibsen è la creazione di un percorso di vita: grandi uomini con grandi progetti che si scontrano con il senso ultimo del loro operare, rispetto a sé e rispetto alla vita. Borkman, nel suo percorso di creazione, ha avuto un lungo stop, poiché è stato condannato ad otto anni di prigione. Brillante banchiere incorso in un fallimento finanziario di grandi dimensioni, da genio della finanza si ritrova ad essere un fallito. Toccato dal disonore, dissolta la stima degli altri nei suoi confronti, non sembra però disposto a considerarsi un vinto e continua a non avere dubbi sul valore demiurgico di quella che lui considera la sua missione. Si sente un creatore finanziario, quasi un artista della finanza, per la potenza visionaria del suo intendere. Con lui, il suo solo amico, Foldal, un suo ex collaboratore, autore di un testo mai pubblicato, creatore quindi a sua volta di qualcosa che non vedrà mai completamente la luce. La depressione collegata alla creazione sembra affacciarsi fra le pagine del testo, che incrocia la vicenda del finanziere a quello delle due sorelle Rentheim – la moglie e la ex amante consumata dalla malattia. Due sorelle che hanno avuto lo stesso uomo, John Gabriel, senza tuttavia averlo mai completamente posseduto. Ecco un altro confronto a tutto campo: la vita. Il confronto è sulla vita, chi dà la vita e chi la rende appetibile, piena, degna di essere vissuta; e chi invece non ha potuto avere la gioia di dare la vita. E poi l‟altra generazione, i figli ventenni con molte meno speranze creative, consci della limitatezza del loro agire nel mondo. Si crea, ma non per l‟eternità. Si deve soprattutto bruciare la vita, aggredirla a morsi e viverla non nell‟attesa del compimento di un progetto, ma nella certezza della sua violenza e brevità. Gli ideali grandi di Borkman e delle sorelle Rentheim non valgono né per Frida Foldal, né per il giovane Borkman. Un‟analisi lucida, filosofica e poetica, ma anche concretamente feroce e tragicomica del destino che fa di ognuno un Prevaricatore, un umiliato e offeso, che fa di ogni affermazione vitale anche un gesto di violenza. Credo che tutto questo sia un materiale violentemente contemporaneo, con un plusvalore, se ad interpretare questo grande testo è una generazione di attori che ha potuto sfiorare le utopie da un lato e che ne ha visto la devastazione dall‟altro. Un Borkman della mia generazione dunque, dove l‟attrazione erotica, l‟eros ed il thanatos siano generazionalmente percorribili. Un Borkman per provare a comunicare ai nostri contemporanei le geniali parole di Ibsen, in un‟ambientazione volutamente essenziale e storicamente più vicina a noi. Piero Maccarinelli Associazione Teatrale Pistoiese Corso Gramsci 127 51100 Pistoia - Tel. 0573 99161 – fax 0573 991640 Biglietteria: 0573 991609/27112 – Ufficio Stampa 0573 991608 www.teatridipistoia.it 1 Associazione Teatrale Pistoiese Teatro Manzoni Pistoia - stagione di prosa 2012/2013 da venerdì 2 a domenica 4 novembre Associazione TeatralePistoiese/Artè Teatro Stabile d’Innovazione in collaborazione con La Versiliana Festival EVA CONTRO EVA di Mary Orr versione italiana di Maurizio Panici e Marzia G. Lea Pacella con Pamela Villoresi, Romina Mondello, Luigi Diberti e con Massimiliano Franciosa e Maurizio Panici, Silvia Budri Da Maren, Giulia Weber regia Maurizio Panici scene Giorgio Gori costumi Lucia Mariani musiche Stefano Saletti luci Emiliano Pona Torna in scena, in una nuova edizione, un titolo cult del „cinema sul teatro‟, un film celeberrimo con Bette Davis e Anne Baxter nei ruoli delle protagoniste femminili e George Sanders in quello maschile, che alla sua uscita nel 1950 ottenne 14 nomination agli Oscar, vincendone ben sei, tra cui quello a Mankiewicz per la miglior regia. Commedia di grande qualità e intelligenza, ma allo stesso tempo racconto raffinato e acuto sul mondo del teatro e sui rapporti interni tra i suoi personaggi. Lo spettacolo debutta il prossimo 7 agosto in prima nazionale alla XXXIII edizione de La Versiliana, quale ulteriore tappa del progetto produttivo in atto da alcuni anni tra Associazione Teatrale Pistoiese ed Artè Teatro Stabile d‟Innovazione, che ha dato vita a spettacoli di grande successo, tra i quali Marlene di Giuseppe Manfridi, Appuntamento a Londra del Nobel Mario Vargas Llosa e Medea di Euripide. Protagonista dello spettacolo, diretto da Maurizio Panici, l‟inedita, intrigante coppia composta da Pamela Villoresi, nel ruolo della „diva‟ Margot Channing e Romina Mondello, in quello di Eva Harrington (la giovane decisa a farsi strada ad ogni costo nel mondo dello spettacolo), assieme a Luigi Diberti (Addison DeWitt) e Massimiliano Franciosa (Bill Sampson). ___________________________________________________________________ Il mondo del teatro come rappresentazione del mondo. Una piccola e agguerrita comunità che è specchio della società, con le sue piccolezze, le sue ossessioni, il desiderio di arrivare a conquistare una posizione sociale riconosciuta e rispettata. Classi sociali diverse, che si riflettono, si evitano e si scontrano. Ma soprattutto esseri umani in lotta per una posizione dominante nella società. Quanto di più attuale, oggi, potrebbe essere oggetto di scrittura se non questo acido e caustico affresco di uomini e donne che si affannano disperatamente alla ricerca di in attimo di celebrità: così Eva vs Eva si offre come sintesi di un quadro così a noi vicino, dove l'apparire è massima aspirazione per sentirsi „vivi‟, per poter esistere. Alla fine di questa estenuante battaglia, Margo Channing capirà che la vita vale la pena di essere vissuta e cederà volentieri il passo alla nuova arrivata, già minacciata a sua volta dall'arrivo della prossima Eva. Così, in una realtà dove sempre più velocemente si consumano fragili miti, la decisione della protagonista Margo, si fa scelta consapevole e controcorrente rispetto alla vacuità con cui le nuove arrivate si affacciano sorridenti sulla scena del mondo. In un momento storico dove tutti si specchiano negli occhi di chi guarda, sottrarsi alla scena, scomparire, diviene atto consapevole e profondo, rispettoso del sé. Maurizio Panici Associazione Teatrale Pistoiese Corso Gramsci 127 51100 Pistoia - Tel. 0573 99161 – fax 0573 991640 Biglietteria: 0573 991609/27112 – Ufficio Stampa 0573 991608 www.teatridipistoia.it 2 Associazione Teatrale Pistoiese Teatro Manzoni Pistoia - stagione di prosa 2012/2013 da venerdì 16 a domenica 18 novembre Nuovo Teatro/Teatro Stabile dell’Umbria FURIOSO ORLANDO BALLATA IN ARIOSTESCHE RIME PER UN CAVALIER NARRANTE adattamento teatrale di Marco Baliani liberamente tratto dall‟Orlando Furioso di Ludovico Ariosto con Stefano Accorsi e con Nina Savary regia Marco Baliani scene Bruno Buonincontri costumi Alessandro Lai disegno luci Luca Barbati Dal rocambolesco proliferare di avventure e personaggi che anima la gran giostra dell‟Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, ho scelto di seguire una sola traccia, quella che permette all‟intero poema, fin dall‟inizio appunto, di dispiegarsi e vivere le orme che Angelica lascia sul terreno, quella è la traccia da seguire. È come se da subito ci fosse un suono che accompagna tutte le storie, un galoppare di cavalli in corsa, in lotta, in inseguimento, in volo. Tra i tanti spasimanti inseguitori, ce n‟è uno, Orlando, che va precipitando di canto in canto dentro una modernissima patologia, di cui Ariosto è ironicamente consapevole, la fantasmagoria dell‟amore non ricambiato. Il titolo stesso dello spettacolo rovescia l‟originale dell‟Ariosto e mette al primo posto la furia dell‟amore non corrisposto. Orlando crede che per il solo fatto che è lui ad amare Angelica, lei debba essere sua, da sempre e per sempre, e non sopporterà che possa essere di un altro, specie poi quando scoprirà che l‟altro non è nemmeno un prode cavaliere del suo rango ma un semplice soldato di fanteria. Allora scatta la furia e la pazzia, la stessa che riempie le nostre quotidiane cronache, con donne che finiscono la loro vita per mano di uomini che dicono di amarle perdutamente. Ma qui gli inseguimenti e la gelosia e poi ancora la pazzia e la furia vengono risolti con la leggerezza della rima, del gioco sonoro di citazioni e assonanze, con la soavità del volo, perché le storie servono sì a parlare del mondo ma anche a renderlo meno terribile. Ecco dunque che i duellanti del nostro spettacolo non saranno i tanti paladini e cavalieri sempre attratti da sfide e tenzoni e furti di cavalli e di armerie altrui, ma saranno loro due, Angelica e Orlando, oppure, a volte, con un‟altra declinazione dello stesso tema, Ruggiero e Bradamante, uomo e donna insomma, loro si sfidano a singolar tenzone per mostrare i conflitti, le gioie, i dolori, i patimenti che colpiscono come colpi di spada e di lancia, i cuori di chi ama, di chi crede di amare o di essere amato. Nella nostra giostra anche le ottave dell‟Ariosto sono state girovoltate, e altre ne sono nate, cercando di rendere più orale possibile l‟impianto letterario, senza perderne la costruzione. Monologando, narrando, melologando, digressionando, le rime ottave del grande poeta risuonano in sempre nuove sorprese, in voci all‟ascolto inaspettate, in suoni all‟orecchio stupiti… Stefano Accorsi è al contempo molti volti e cuori e multiformi voci e diversificati corpi, ed è il cambio di registro interpretativo o vocale o ritmico a restituire il gioco ariostesco, i cambi improvvisi di narrato, le sospensioni, gli appuntamenti posticipati a riprendere il filo e il fiato, i flash back, i corto circuiti. A contrastarlo nel dire e a contrastarlo nell‟essere uomo spasimante in perpetua corsa c‟è la presenza di Nina Savary, che lo interpella, gli pone questioni, ne commenta le parole, a volte musicando un tema, a volte cantando, o suonando le sonorità sparse che occupano la scena… Marco Baliani Associazione Teatrale Pistoiese Corso Gramsci 127 51100 Pistoia - Tel. 0573 99161 – fax 0573 991640 Biglietteria: 0573 991609/27112 – Ufficio Stampa 0573 991608 www.teatridipistoia.it 3 Associazione Teatrale Pistoiese Teatro Manzoni Pistoia - stagione di prosa 2012/2013 da venerdì 14 a domenica 16 dicembre L’isola trovata Francesco Bellomo presenta COSÌ È (SE VI PARE) di Luigi Pirandello con Giuliana Lojodice, Pino Micol, Luciano Virgilio e con Alessio Di Clemente, Manuela Muni, Erika D‟Ambrosio, Vittorio Ciorcalo, Marta Nuti, Franco Mirabella, Paola Sambo, Marco Trebian, Fabio Angeloni regia Michele Placido scene Carmelo Giammello costumi Sabrina Chiocchio musiche Davide Cavuti, Luca D‟Alberto L‟incontro Il mio primo incontro con Pirandello fu la novella La Carriola, grazie a Leonardo Sciascia. Infatti gli chiesi consiglio per il film Mary per sempre di cui avevo acquisito i diritti. Io parlavo, parlavo… Sciascia fumava, fumava… e mi guardava: non mi disse nulla sul film, però mi regalò alcune novelle di Pirandello, suggerendomi di leggere in particolare La Carriola. La novella narra la storia di un uomo molto stimato e preso dal suo lavoro che un giorno davanti al portone di casa vede se stesso, la sua vita, ma per non riconoscersi e per non riconoscere come sua la vita che aveva vissuto fino ad allora. Insomma anche lui incontra il suo fantasma. Ho recitato questa novella almeno 800900 volte. Quando il produttore Bellomo mi propose la regia del testo Così è (se vi pare) ho pensato a Sciascia, a quella mattina palermitana a casa sua in cui leggendo la sceneggiatura di Mary per sempre entravo nel mondo Pirandelliano. A proposito di cannoli e dialetti Una sera a Trento, festeggiando il successo di Così è (se vi pare), a cena Luciano Virgilio molto affettuosamente mi sottolineò la battuta con cui inizia lo spettacolo, il cameriere di casa Agazzi dice alla padrona che “i cannoli sono finiti”. Nel testo originale ovviamente la battuta non c‟è. Ed io sempre affettuosamente spiegai che come meridionale, ma soprattutto come lettore affezionato delle varie biografie su Pirandello, avevo bisogno di quel “cannolo” per introdurmi in una casa agrigentina anni „60, forse proprio come l‟avrebbe immaginata Pirandello. Una casa borghese in cui agiscono quei personaggi di cui egli stesso mise a nudo ipocrisie e perbenismi, con quell‟umorismo a lui assai caro, per far risaltare il grottesco di quei caratteri (…) Nello specchio Quando incontrai Carmelo Giammello, lo scenografo, gli suggerii: ”Caro Carmelo, rompi lo specchio del salotto di casa Agazzi e vediamo cosa succede!” Il risultato è che non solo Laudisi attraverso il suo monologo, ma tutti i personaggi della commedia, vedranno il loro doppio rivelarsi nei frammenti di quello specchio. Ecco che in questa scenografia i personaggi appaiono e scompaiono senza avere la necessità delle tradizionali entrate ed uscite. A proposito della Signora Ponza ATTO III “ma badate bene, signori miei che una donna qualunque lassù, non ci può essere, non c‟è. Io almeno dubito adesso che ci sia”. Conversando con Giuliana Lojodice e Pino Micol ci siamo chiesti: “chi è la donna particolare di cui parla Laudisi?”. Ho accennato l‟idea, anzi il tarlo, che sia la signora Frola quanto il signor Ponza nascondano nella loro follia, prima a se stessi e poi agli altri, il fantasma di una relazione padre-figlia. Pirandello insinua nell‟animo di tutti, spettatori compresi, una storia torbida tra il signor Ponza e la signora Frola. In definitiva qualunque siano i fatti e qualunque sia la verità, ho chiesto ai due attori di ricordare nella loro interpretazione questo sottotesto incestuoso che sarà presente qualche anno dopo nei Sei Personaggi. Michele Placido Associazione Teatrale Pistoiese Corso Gramsci 127 51100 Pistoia - Tel. 0573 99161 – fax 0573 991640 Biglietteria: 0573 991609/27112 – Ufficio Stampa 0573 991608 www.teatridipistoia.it 4 Associazione Teatrale Pistoiese Teatro Manzoni Pistoia - stagione di prosa 2012/2013 da venerdì 11 a domenica 13 gennaio Teatro Stabile dell’Umbria/Elledieffe La compagnia di Teatro di Luca De Filippo LA GRANDE MAGIA di Eduardo De Filippo con Luca De Filippo, Massimo De Matteo, Nicola Di Pinto, Carolina Rosi e con (in o.a.) Giovanni Allocca, Carmen Annibale, Gianni Cannavacciuolo, Alessandra D‟Ambrosio, Antonio D‟Avino, Paola Fulciniti, Lydia Giordano, Daniele Marino, Giulia Pica regia Luca De Filippo Continuando il lavoro di approfondimento sulla drammaturgia di Eduardo del primo dopoguerra, la Compagnia di Teatro di Luca De Filippo propone La Grande Magia, commedia tra le meno rappresentate del grande drammaturgo napoletano, messa in scena solo dalla stesso Eduardo con la sua compagnia e poi da Giorgio Strehler con il Piccolo Teatro di Milano dal 1985 in poi. A chi gli chiedeva cosa aveva voluto dire con La Grande Magia, Eduardo rispondeva che aveva voluto significare che “la vita è un gioco, e questo gioco ha bisogno di essere sorretto dall‟illusione, la quale a sua volta deve essere alimentata dalla fede…. Ogni destino è legato ad altri destini in un gran gioco eterno del quale non ci è dato scorgere se non particolari irrilevanti” (“Il Dramma”, marzo 1950). Il tema sostanziale de La Grande Magia è il rapporto tra realtà, vita e illusione: il Professor Otto Marvuglia fa „sparire‟ durante uno spettacolo di magia la moglie di Calogero Di Spelta per consentirle di fuggire con l‟amante, e fa poi credere al marito che potrà ritrovarla solo se aprirà con totale fiducia nella fedeltà di lei la scatola in cui sostiene sia rinchiusa. Alla fine la donna ritorna pentita, ma il marito si rifiuta di riconoscerla, preferendo restare ancorato all‟illusione di una moglie fedele custodita nella inseparabile scatola. Ove si consideri il periodo di scrittura e prima messa in scena del testo, tra il 1947 e il 1950, va rilevata la sua modalità coraggiosamente sperimentale, con numerosissimi riferimenti metateatrali: Eduardo parla in modo preciso del rapporto tra il mondo del teatro e quello degli spettatori, e dei confini, invisibili ma invalicabili, tra queste due realtà complementari. Ma parla forse anche della crisi di un autore che aveva creduto di trovare la propria funzione negli anni difficili ma pieni di speranza e di entusiasmo del primo dopoguerra e si accorge che il mondo – cieco e sordo – preferisce non guardare in faccia la realtà: in particolare il teatro è considerato un‟arte accessoria, non uno strumento di allerta ma solo un tranquillizzante gioco di illusione… ___________________________________________________________________ Le ragioni per le quali si sceglie una commedia sono sempre molteplici ed è difficile trovare a tutte una spiegazione. La Grande Magia nasce in un contesto storico affine a quello di Napoli milionaria!, Filumena Marturano e Le voci di dentro; tuttavia trovo che questa commedia, rispetto alle altre che ho messo in scena sino ad ora, abbia uno sviluppo differente e del tutto originale (…). Se negli altri tre testi che ho citato, Eduardo aveva riflettuto sulla società, con i limiti, le ipocrisie, i condizionamenti che imponeva all‟individuo, nella Magia lascia spazio all‟introspezione e all‟amara disillusione sulla possibilità di assistere, in Italia, ad un reale cambiamento. La speranza di un‟inversione di tendenza è venuta meno: all‟individuo non resta che cullarsi nell‟illusione che tutto vada bene. Una scelta valida, utile a sopravvivere, ma perdente, nel privato, come nel pubblico. È un Eduardo cinico e disincantato quello che scrive La Grande Magia. Ci consegna l‟immagine di un‟Italia immobile, prigioniera di circostanze immutabili, un Paese che si lascia scivolare in un insensato autoinganno… Luca De Filippo Associazione Teatrale Pistoiese Corso Gramsci 127 51100 Pistoia - Tel. 0573 99161 – fax 0573 991640 Biglietteria: 0573 991609/27112 – Ufficio Stampa 0573 991608 www.teatridipistoia.it 5 Associazione Teatrale Pistoiese Teatro Manzoni Pistoia - stagione di prosa 2012/2013 da venerdì 25 a domenica 27 gennaio Teatro Stabile del Veneto WORDSTAR(S) di Vitaliano Trevisan con Ugo Pagliai, Paola Di Meglio, Alessandro Albertin e con Paola Gassman regia Giuseppe Marini scene Antonio Panzuto costumi Gianluca Falaschi musiche Marco Podda luci Pasquale Mari Sebbene poco incoraggiata, quando non decisamente maltrattata, la nostra drammaturgia contemporanea mostra, malgrado tutto, importanti segnali di vitalità da cui si stagliano delle punte avanzate di cui vale la pena occuparsi. Wordstar(s) di Vitaliano Trevisan è, lo affermo subito e con imprudente faziosità, un testo importante, a suo modo, un classico. In primo luogo per la sua qualità meta-testuale e metadrammatrica, capace di fare del medium usato il proprio tema e la propria narrazione. Il linguaggio e la scrittura diventano, in modo autoriflessivo, materiale del racconto, la forma stessa diventa sostanza narrativa. Ulteriore motivo di originalità e fascinazione, è scritto senza punteggiatura e con gli „a capo‟ tipici delle strutture versali e funzionali alla proposta di una lingua artificiale, ricreata in provetta, che aspira a farsi distillato purissimo, partitura. A ribadire la centralità tematica della scrittura, insieme al titolo (WORD oltre al suo significato in inglese – parola– è anche, nel linguaggio del computer, un programma di scrittura) lavora un sottotitolo, altrettanto suggestivo: ritratto di scrittore come uomo vecchio Ma è la scelta dello scrittore a chiudere coerentemente il cerchio di questa profonda meditazione sulla scrittura. E quale altro scrittore se non Samuel Beckett, che ha dedicato (sacrificato) l‟intera esistenza alla sua irriducibile ossessione per il linguaggio e che ha spinto la letteratura e il teatro al limite delle loro (im)possibilità espressive, portandole al collasso per usura. Lo scrittore che, partendo dal presupposto che l‟immaginazione è morta e la vena creativa esaurita, corteggia l‟idea della fine della letteratura e della parola che si stempera nel silenzio da cui trae rigine e a cui vuol fare ritorno. Lo scrittore più fedele all‟idea dell‟arte come fallimento inevitabile (“essere artista è fallire – scriveva – così come nessun altro ha il coraggio di fallire” o ancora “nessuna capacità di esprimere… insieme all’obbligo di esprimere”). Tenendosi al riparo dalla cronistoria o dalla biografia teatralizzata, Wordstar(s) narra (con libertà immaginativa che ha consentito possibili e pertinenti pennellate bernhardiane nella composizione del ritratto) gli ultimi giorni – o forse ore – di vita del grande scrittore, colto nella sua quotidianità comicamente scandalosa. La vertigine del pensiero e il tormento creativo dell‟artista si coniugano con la tragicomica goffaggine dell‟uomo, letteralmente in mutande, e di un corpo, cervello compreso, che va in malora e che impedisce le più elementari attività quotidiane, come tagliarsi le unghie dei piedi. Al flusso monologante del protagonista fanno da contrappunto le due figure femminili di Suzanne e Billie – la moglie e l‟amante – che nel loro chiacchiericcio post mortem, logorroico e delirante, sembrano proprio (e così le ho trattate registicamente) due creature beckettiane nel loro teatrino purgatoriale… così da avere sullo stesso palcoscenico lo scrittore e il suo teatro in un alternante doppio registro con cui, a mio avviso, respira il testo-spettacolo. E grazie a Ugo Pagliai che ha immediatamente creduto nel progetto abbracciandolo col coraggio e la spericolatezza del grande artista della scena… anche se abbiamo immediatamente escluso di lavorare in maniera mimetica alla costruzione di questo ritratto, fare Beckett non era uno scherzo… guardatelo e ascoltatelo: una meraviglia. Giuseppe Marini Associazione Teatrale Pistoiese Corso Gramsci 127 51100 Pistoia - Tel. 0573 99161 – fax 0573 991640 Biglietteria: 0573 991609/27112 – Ufficio Stampa 0573 991608 www.teatridipistoia.it 6 Associazione Teatrale Pistoiese Teatro Manzoni Pistoia - stagione di prosa 2012/2013 da venerdì 1 a domenica 3 febbraio Compagnia della Rancia RAIN MAN adattamento per il teatro di Dan Gordon tratto dal film della MGM basato sulla sceneggiatura di Ronald Bass - Barry Morrow prodotto su licenza speciale di MGM on Stage, Darcie Denkert e Dean Stolber traduzione e adattamento Michele Renzullo - Saverio Marconi con Luca Lazzareschi, Luca Bastianello e con Valeria Monetti e GianPaolo Valentini, Irene Valota e con Beppe Chierici regia Saverio Marconi regia associata Gabriella Eleonori scene Gabriele Moreschi costumi Carla Accoramboni disegno luci Valerio Tiberi La Compagnia della Rancia, ai musical di successo, affianca la prosa, con l‟adattamento teatrale di Rain Man, celebre film del 1988 con Tom Cruise e Dustin Hoffman, che all‟epoca commosse il mondo intero. Vincitore di 4 premi Oscar (miglior attore protagonista, miglior regia, miglior scenografia e miglior fotografia) e diretto al cinema da Barry Levinson, Rain Man ha debuttato nella versione teatrale il 19 settembre 2008 all‟Apollo Theatre di Londra, con un adattamento curato da Dan Gordon; la versione italiana è diretta da Saverio Marconi, con la regia associata di Gabriela Eleonori. Questo progetto teatrale vuol essere, per la Compagnia della Rancia, anche uno strumento di sensibilizzazione e informazione sul tema dell‟autismo: “Conoscevo attraverso il film la storia toccante di Raymond, ma solo grazie alla preziosa collaborazione scientifica con l’Associazione Autismo Italia e al lavoro sul personaggio ho potuto scoprire questo universo. – dice il regista Saverio Marconi – Sono rimasto profondamente colpito dalle statistiche che indicano 2 soggetti colpiti da autismo su 1000 e mi auguro che lo spettacolo possa puntare l’attenzione sull’unicità e la complessità nelle relazioni con le persone autistiche, non solo durante l’infanzia e l’adolescenza ma soprattutto in età adulta.” Rain Man racconta la storia di Raymond, un uomo affetto da autismo che, dopo la morte del padre, eredita l‟immenso patrimonio familiare e di Charlie, fratello minore arrivista e cinico, che, per beneficiare dell‟eredità, vorrebbe diventarne il tutore. Durante il viaggio che li porta a Los Angeles – iniziato come un tentativo di rapimento – Charlie ha modo di scoprire Raymond (Rain Man non è altro che una storpiatura del nome di Raymond da parte di Charlie bambino) e di capire alla fine il valore della diversità: riporterà così il fratello in clinica, rinunciando al denaro e scoprendo il significato dell‟amore incondizionato. Il personaggio di Raymond è ispirato a Kim Peek (morto nel 2009 a 58 anni), colpito sin dalla nascita dalla cosiddetta «sindrome del saggio», una alterazione neurologica rarissima che si manifesta solo nel 10% delle persone affette da autismo. Lo sceneggiatore Barry Morrow, che lo incontra a un convegno nel 1984, rimane colpito dalle strabilianti capacità di Kim, tra cui quelle di memorizzare l‟opera omnia di Shakespeare o i prefissi telefonici di tutti gli Stati Uniti e decide di dedicargli il film. Gli ultimi anni di Kim Peek, attraverso conferenze e incontri, hanno avuto come unico obiettivo l‟appello a «imparare a riconoscere e rispettare le differenze negli altri, trattandoli come vorreste essere trattati voi». Associazione Teatrale Pistoiese Corso Gramsci 127 51100 Pistoia - Tel. 0573 99161 – fax 0573 991640 Biglietteria: 0573 991609/27112 – Ufficio Stampa 0573 991608 www.teatridipistoia.it 7 Associazione Teatrale Pistoiese Teatro Manzoni Pistoia - stagione di prosa 2012/2013 da venerdì 15 a domenica 17 febbraio Teatro de Gli Incamminati/Diablogues-Compagnia Vetrano Randisi FANTASMI L‟UOMO DAL FIORE IN BOCCA – SGOMBERO COLLOQUI COI PERSONAGGI di Luigi Pirandello e con TOTÒ E VICÈ di Franco Scaldati con Enzo Vetrano, Stefano Randisi e Margherita Smedile testo e regia Enzo Vetrano e Stefano Randisi luci Maurizio Viani scene Marc'Antonio Brandolini costumi Mela Dell'Erba Per Vetrano e Randisi la realizzazione de I Giganti della Montagna ha rappresentato l'approdo di un viaggio nel mondo pirandelliano cominciato nel 1999 con la messinscena de Il berretto a sonagli e proseguito con L'uomo, la bestia e la virtù e Pensaci, Giacomino!. Tra questi spettacoli uno studio sull'uomo Pirandello ha generato Per mosse d'anima, una lettura/spettacolo che evidenzia le affinità e analogie tra la biografia del drammaturgo e le vicende narrate in molti suoi testi – novelle o drammi – sovrapponendo le parole scelte da Pirandello per raccontare la sua vita a battute di personaggi da lui creati. Con la riscrittura di Sgombero e de L'uomo dal fiore in bocca gli attori e registi siciliani, affiancati sul palco da Margherita Smedile, raccolgono i fili di questo lungo percorso pirandelliano e li intrecciano – in un gioco di contaminazioni e di sovrapposizioni – a dialoghi surreali e citazioni fulminee attinte dal repertorio di Totò e Vicè, personaggi fantastico/poetici del teatro di Franco Scaldati, per comporre una riflessione umoristica e struggente sull'attesa, la negazione e l'accettazione della morte. Mettendo insieme questi due atti unici si ha la percezione del senso di grande vitalità e disprezzo del comune pensare che si respira in tutta la drammaturgia di Pirandello, della capacità di irridere e far ridere con amarezza dei vizi e dei paradossi della società. Il luogo delle azioni – una stazione ferroviaria in cui sembra si sia fermato il tempo, per un bombardamento o una calamità naturale – diventa la "stanza della tortura" che Giovanni Macchia individua come topos costante nei lavori pirandelliani. E il fiore in bocca diventa malattia di una intera società. Associazione Teatrale Pistoiese Corso Gramsci 127 51100 Pistoia - Tel. 0573 99161 – fax 0573 991640 Biglietteria: 0573 991609/27112 – Ufficio Stampa 0573 991608 www.teatridipistoia.it 8 Associazione Teatrale Pistoiese Teatro Manzoni Pistoia - stagione di prosa 2012/2013 da venerdì 1 a domenica 3 marzo Associazione Teatrale Pistoiese/Valzer srl L‟IMPRESARIO DELLE SMIRNE di Carlo Goldoni con Valentina Sperlì, Roberto Valerio, Antonino Iuorio, Nicola Rignanese e con Massimo Grigò e Federica Bern, Pierluigi Cicchetti, Roberta Mattei, Peter Weyel regia Roberto Valerio PRIMA NAZIONALE Composta nel 1759, l‟opera è una splendida e divertente commedia che presenta un impietoso ritratto dell‟ambiente degli artisti di teatro, ambiente che Goldoni conosce a fondo: può a ragione “parlarne per fondamento”, come egli stesso dichiara nella prefazione dell‟opera. La vicenda, ruota attorno ad un gruppo di attori, uomini e donne, tutti pettegoli, invadenti, boriosi e intriganti che, disperati e affamati, vivono per un breve attimo l‟illusione della ricchezza nella speranza di riuscire a partire per una favolosa tournée in Oriente con Alì, ricco mercante delle Smirne intenzionato a formare una compagnia d‟Opera, e tornare carichi d‟oro e di celebrità. Facili prede di mediatori intriganti, di impresari furbi e rapaci, i poveri artisti scoprono a loro spese che le regole del Teatro sono eterne e che la loro vicenda scritta 250 anni fa ha un sapore grottesco di attualità. Distratti dalle loro piccole beghe e rivalità, occupati a farsi la guerra per far carriera, invidiosi di una posizione nella gerarchia di palcoscenico, di un costume più o meno sfarzoso, di un privilegio in più e soprattutto di avere una paga l‟uno più alta dell‟altro, non si accorgono di essere delle piccole sciocche marionette i cui fili vengono manovrati da chi il potere veramente ce l‟ha, per la sua posizione o per il suo denaro. L’impresario delle Smirne è un grande affresco, una cantata corale affidata all‟insieme della compagnia che lo rappresenta: ogni personaggio, dal Turco al servitore, si rivela incisivo, necessario in un “divertissement d’ensemble” che restituisce il clima lezioso e libertino dell‟epoca; ma che allo stesso tempo offre l‟occasione per porsi alcune domande di sconcertante attualità: che importanza ha l‟Arte e in modo specifico l‟Arte teatrale nella società contemporanea? E che ruolo riveste all‟interno di suddetta Arte, l‟attore? In quale modo è possibile riuscire a realizzare spettacoli di grande valore artistico senza adeguate risorse finanziarie? Roberto Valerio Associazione Teatrale Pistoiese Corso Gramsci 127 51100 Pistoia - Tel. 0573 99161 – fax 0573 991640 Biglietteria: 0573 991609/27112 – Ufficio Stampa 0573 991608 www.teatridipistoia.it 9 Associazione Teatrale Pistoiese Teatro Manzoni Pistoia - stagione di prosa 2012/2013 da venerdì 22 a domenica 24 marzo Teatro Stabile del Veneto RIII-RICCARDO TERZO di William Shakespeare traduzione e adattamento Vitaliano Trevisan con (in ordine di apparizione) Alessandro Gassmann, Mauro Marino, Giacomo Rosselli, Manrico Gammarota, Emanuele Maria Basso, Sabrina Knaflitz, Marco Cavicchioli, Marta Richeldi, Sergio Meogrossi e con la partecipazione di Paila Pavese ideazione scenica e regia Alessandro Gassmann scene Gianluca Amodio costumi Mariano Tufano musiche originali Pivio& Aldo De Scalzi videografia Marco Schiavoni in esclusiva per l‟asse FIRENZE-PRATO-PISTOIA La decisione di affrontare, per la prima volta anche da regista, un capolavoro di William Shakespeare non è disgiunta dal felice incontro artistico con Vitaliano Trevisan. Ho sempre avuto nei riguardi del Bardo, forse per l‟incombenza di gigantesche ombre familiari, un certo distacco, un approccio timoroso; le messe in scena dei suoi capolavori, lo confesso, non sono mai riuscite a coinvolgermi del tutto, forse per la difficile sintonia con un linguaggio così complesso e articolato ma anche, in molte traduzioni, oscuro e arcaico. Un „ostacolo‟ che mi ha sempre impedito di immaginare una messa in scena in grado di restituire l'immensa componente poetica ed emozionale e allo stesso tempo di innervare di asprezza contemporanea il cuore pulsante ed immortale dell‟opera shakespeariana attraverso il registro comunicativo a me più congeniale, ovvero quello della modernità e dell'immediatezza. La lettura di un adattamento di un testo „minore‟ di Goldoni curato da Trevisan, sorprendentemente moderno e originale ma al tempo stesso accurato e rispettoso dell'autore, ha fatto scattare in me l'idea che quel tipo di approccio potesse essere non solo possibile ma altrettanto efficace nei riguardi dell‟opera di Shakespeare che da anni sognavo di rappresentare: Riccardo III. I primi incontri con Trevisan e i successivi scambi di opinione non hanno fatto altro che confermare questa prima impressione; ci siamo trovati concordi nell'idea di trasmettere i molteplici significati di questo capolavoro attraverso una struttura lessicale diretta e priva di filtri, che liberasse l‟opera da ragnatele linguistiche e ne restituisse tutta la complessità, la forza, la bellezza e la sua straordinaria attualità. Il „nostro‟ Riccardo, col suo violento furore, la sua feroce brama di potere, la sua follia omicida, la sua „diversità‟ dovrà colpire al cuore, emozionare e coinvolgere il pubblico di oggi, trasportandolo in un viaggio affascinante e tragico, attraverso le pieghe oscure dell'inconscio e nelle „deformità‟ congenite dell‟animo umano. Alessandro Gassmann Associazione Teatrale Pistoiese Corso Gramsci 127 51100 Pistoia - Tel. 0573 99161 – fax 0573 991640 Biglietteria: 0573 991609/27112 – Ufficio Stampa 0573 991608 www.teatridipistoia.it 10 Associazione Teatrale Pistoiese Teatro Manzoni Pistoia - stagione di prosa 2012/2013 FUORI ABBONAMENTO ALTRI PERCORSI venerdì 7 dicembre ore 21 Compagnia Incontroverso A PORTE CHIUSE liberamente ispirato all‟omonimo testo di Jean Paul Sartre con Sargis Galstyan, Marine Galstyan, Francesca Luzzi, Lorenzo Girolami regia Marine Galstyan Lo spettacolo ispirato a Huis clos – titolo originale del testo teatrale A porte chiuse, scritto da Jean Paul Sartre nel 1944 – è proposto dalla Compagnia Incontroverso, nuovo gruppo emergente nato da una fusione tra cultura teatrale italiana ed armena, composto da giovani e preparati performer. Una rappresentazione teatrale del tutto originale e di grande forza espressiva che si fonde con la disciplina della danza e, precisamente, con il Tango (la colonna sonora è su musiche di Astor Piazzolla, René Aubry, Gothan Project, Mariano Mores). Il tango restituisce all'opera dinamiche e ritmi accattivanti, rappresentando il canale espressivo più diretto per trasmettere l‟angoscia e la disperazione dei personaggi, soprattutto quando il dolore li rende muti. Nel momento in cui sono impediti nel parlare, il corpo si ribella e libera il suo linguaggio. Da questa esigenza ed esperimento, nasce una nuova ricerca teatrale che unisce diverse arti e le sintetizza in un unico stile espressivo. Al centro del testo di Sartre, tre personaggi: Inés, Estelle e Garcin, spediti all‟inferno. Una stanza con una sola porta, chiusa, e all‟interno tre sedie. Qui le persone si incontrano e scontrano per la prima volta. Hanno storie diverse ma anche qualcosa in comune: la ragione per cui sono lì a condividere quel vuoto. Nessuno strumento di tortura, diversamente da quanto si aspettavano, e per un attimo si credono salvi. Ma la sofferenza non si fa attendere e presto si accorgono di quanto sia feroce l‟espiazione: inizia una lenta e crudele presa di coscienza della propria colpa ed ecco che il dramma personale di ciascuno viene allo scoperto. “L‟inferno sono gli altri”, scrive Sartre: un dolore eterno che si consuma nella psiche di ognuno. Nella stanza chiusa, costantemente illuminata da una luce, le emozioni si amplificano e divengono mezzo di lettura della mente dei personaggi. Il loro presente consiste nel costruirsi un‟immagine soddisfacente del Sé e le loro emozioni provengono da questa voglia: questo è il loro modo di annullare il passato. La regia dello spettacolo è affidata a Marine Galstyan, diplomata alla prestigiosa Accademia Internazionale di Teatro e Cinema di Yerevan (Armenia), che annovera tra le sue esperienze molti importanti lavori in Europa come regista, coreografa e danzatrice. In Italia ha dimostrato il suo valore di artista mettendo in scena spettacoli come La casa di Bernarda Alba con la Fondacion Flamenca Andalusa e il cortometraggio Il caso di Amati Malik di Emanuele Turbanti. Da qualche anno si è specializzata nella disciplina di tango argentino, esibendosi in tutta Italia con successo, in coppia con il ballerino-coreografo Sargis Galstyan, primo ballerino del Complesso Statale di Armenia, professionista di tip tap e tango argentino, che cura le coreografie dello spettacolo. Associazione Teatrale Pistoiese Corso Gramsci 127 51100 Pistoia - Tel. 0573 99161 – fax 0573 991640 Biglietteria: 0573 991609/27112 – Ufficio Stampa 0573 991608 www.teatridipistoia.it 11 Associazione Teatrale Pistoiese Teatro Manzoni Pistoia - stagione di prosa 2012/2013 Venerdì 8 febbraio ore 21 Cantieri Teatrali Koreja/Teatro Stabile d’Innovazione del Salento PALADINI DI FRANCIA Spada avete voi, spada avete io! dedicato a Che cosa sono le nuvole? di Pier Paolo Pasolini di Francesco Niccolini con Carlo Durante, Antonella Iallorenzi, Fabrizio Pugliese, Silvia Ricciarelli regia Enzo Toma Giochi di bambini. Giochi di guerra. Marionette. Pupi. Roba vecchia e bellissima. Da spaccare in due a colpi di spada. Sotto: corpi, metallo, amore e guerra. Sopra: fili, voci tonanti e un destino tragico. Carlo Magno e i suoi paladini. Da ragazzo li odiavo quei personaggi, prototipi di conquistatori. Invece amavo con tenerezza e batticuore le loro raffigurazioni morte, quelle marionette fatte a pezzi, legate a un cielo di carta strappato. Vent'anni dopo, quando vedo uomini e/o marionette morire sui campi di battaglia, ho capito che tutti meritano compassione e i loro corpi vanno rispettati. La storia comica e tragica dei paladini di Carlo Magno – dall‟arrivo a corte della bella Angelica al massacro di Roncisvalle – racconta la bellezza e la crudeltà della vita. E se da più di cinquecento anni grandi poeti e oscuri teatranti continuano a provare un piacere immenso a raccontarla, un motivo ci deve essere. Mi pare di essere nel teatrino delle marionette dove Pasolini fa raccontare a Totò, Ninetto Davoli, Franco e Ciccio, la triste storia di Otello, Iago e Desdemona. Con quelle stesse marionette vorrei raccontare di Rinaldo, Astolfo, Angelica, Bradamante, Fiordiligi, Orlando e, da ultimo, il massacro di Roncisvalle, quella discarica assurda e insanguinata dove tutti quei corpi morirono e furono abbandonati, occhi al cielo, a domandarsi che cosa sono le nuvole. Francesco Niccolini spettacolo vincitore del Premio della Critica 2009 Associazione Nazionale Critici Teatrali Italiani con la seguente motivazione: Uno spettacolo colto e coinvolgente, tragicomico e metateatrale, ricco di citazioni e pure fluente: lo spettacolo Paladini di Francia di Francesco Niccolini, regia di Enzo Toma, avvince sapendo divertire, aprendo intanto spazi di commozione e delicata poesia nell'amata cornice di Cosa sono le nuvole? di Pasolini, fonte d'ispirazione anche per la definizione dei personaggi, attori/pupi che tornano a sostare a lato, mutando costumi a vista. Diversi dialetti quasi ad evocare le molte lingue di una guerra lontana, con la voce di Carlo Magno fuoricampo che è insieme imperatore e regista. Le armature e le spade cozzano così come fanno le marionette siciliane in scena, i movimenti ritmati, leggeri, quasi ci fossero davvero dei fili che guidano i passi, i combattimenti. Ma si coglie insieme il piacere di evocare il gioco dei bambini, il gusto di sperimentare la guerra per finzione, con elmi e corazze realizzate con elementi di recupero, oggetti da cucina, posate e colapasta, mentre appaiono anche profili di cavallo con cui galoppare in forma ludica: tutto possiede però una speciale eleganza, perfetta anche la cura del trucco, i caratteri popolari fusi con meditato senso estetico, così anche per le luci. Battute di Amleto e Riccardo III in dialoghi fitti, spesso con il piacere ironico della rima, che vanno caratterizzando i diversi paladini, i cavalieri e gli scudieri, ma c'è anche Angelica, colei che condurrà alla follia il prode Orlando. Bravi gli interpreti che moltiplicano i ruoli senza distinzione tra maschi e femmine, affrontando guerre ovunque all'invito di Tutti in scena. E Astolfo – che raggiungerà il mondo della luna, un passaggio colmo d'incanto – dà la sua parola di burattino. E si nomina anche il cavaliere della Mancia: perché ogni esperienza, anche letteraria, può infine semplicemente tradursi in piacere teatrale, complice il pubblico. Ricordando ancora il film di Pasolini: sotto il cielo di morte a Roncisvalle la voce di Modugno e il sospiro di stupore e perdita per la straziante e meravigliosa bellezza del creato. Associazione Teatrale Pistoiese Corso Gramsci 127 51100 Pistoia - Tel. 0573 99161 – fax 0573 991640 Biglietteria: 0573 991609/27112 – Ufficio Stampa 0573 991608 www.teatridipistoia.it 12