APPARATO LIDAR FLUOROSENSORE COMPATTO A SCANSIONE PER APPLICAZIONE AI BENI CULTURALI Aristipini P., Colao F., Fantoni R., Fiorani L., Palucci A. ENEA FIS-LAS, Via E. Fermi 45, 00044 Frascati (Roma) At the ENEA Research Center of Frascati has been realized a compact lidar fluorosensor apparatus to be employed in the diagnosis of stone samples relevant to the preservation and valorization of Southern Italy cultural heritage (TECSIS project). 1. Introduzione L’applicazione di tecnologie fisiche avanzate alla preservazione del patrimonio culturale è un campo di ricerca e sviluppo in continua espansione [1]. Tra i numerosi strumenti poco distruttivi o non distruttivi affatto [2], i sistemi laser sono stati utilizzati con successo per la prospezione [3], la diagnosi [4] e la conservazione [5] delle opere d’arte. La fluorescenza indotta da laser è stata recentemente impiegata nel telerilevamento attivo di opere d’arte quali, ad esempio, ceramiche antiche [6] e monumenti lapidei [7], permettendo di rivelare aspetti invisibili a occhio nudo, anche senza rimuovere i campioni analizzati dalla loro collocazione originale. Lo sviluppo di un apparato lidar fluorosensore, compatto a scansione per impieghi esterni nei beni culturali, è uno degli scopi del progetto PON-TECSIS del MIUR, come è prevista in questo ambito la caratterizzazione di reperti in ambiente sottomarino. Per questo, presso il Centro Ricerche ENEA di Frascati, sono stati eseguiti alcuni test preliminari applicando la fluorescenza indotta da laser a campioni lapidei per: • riconoscerne la natura, • determinarne lo stato di conservazione, • rivelarne la presenza sott’acqua. Da questo lavoro sono emerse le specifiche per sviluppare un apparato compatto da portare in campo ed effettuare delle indagini nei siti di interesse per il progetto o partecipare ad azioni comuni. Nome Sigla sul campione Materiale Provenienza Carrara AT 13 Marmo bianco Carrara, Italia Naxos NKML 16 Marmo bianco Naxos, Grecia Paros sottile 20 Marmo bianco Paros, Grecia Paros spesso 17 Marmo bianco Paros, Grecia Proconneso AKS 1 Marmo bianco Proconneso, Turchia Tufo arancione Tufo arancione Roma, Italia Tufo giallo Tufo giallo Roma, Italia Tufo grigio Tufo grigio Roma, Italia Tabella 1 – Lista dei campioni lapidei esaminati. Per il momento, abbiamo analizzato soprattutto marmi bianchi classici perché sono tra le pietre più utilizzate per la realizzazione di monumenti e sculture nell’area mediterranea. In particolare, la fluorescenza indotta da laser è stata applicata sia alla zona integra (“pulita”) che a quella deteriorata (“sporca”) dei frammenti marmorei. Come materiale alternativo è stato scelto il tufo a causa della sua frequenza in costruzioni di epoca romana. I campioni lapidei sono elencati nella tabella 1. I marmi esaminati, sia puliti che sporchi, provengono direttamente dalle principali cave utilizzate nell’antichità che si trovano tutte in zone costiere poco soggette ad inquinamento industriale. Il deterioramento osservato sulle superfici va quindi imputato principalmente a fenomeni naturali (ossidazione, erosione e depositi di aerosol) correlabili con gli agenti atmosferici (pioggia, sole e vento). 2. Apparato sperimentale La fluorescenza è stata indotta sui campioni lapidei utilizzando la terza armonica di un laser Nd:YAG impulsato Thomson DIVA (lunghezza d’onda: 355 nm, energia dell’impulso: 5 mJ, durata dell’impulso: 7 ns, frequenza di ripetizione: 20 Hz, diametro del fascio: 3 mm). Il segnale ottico è stato raccolto mediante una lente di quarzo (diametro: 7.62 cm, focale = 30 cm) focalizzata su una fibra di quarzo (diametro: 1 mm). La fibra ottica è stata accoppiata a uno spettrometro OceanOptics S2000, in cui è montata una CCD lineare di 2048 elementi. Il range spettrale è fisso da 190 a 1100 nm con un tempo minimo di integrazione di 3 ms. I dati sono stati trasferiti a un PC mediante un’interfaccia RS-232. Questo primo allestimento è stato successivamente integrato con un sistema di specchi piani in alluminio di 15 cm di diametro, che sono stati utilizzati per l’invio del fascio laser e la ricezione dei segnali ottici di fluorescenza (Figura 1). UV Laser Spectrum Analyzer Figura 1 – Schema ottico del lidar fluorosensore compatto per i beni culturali Figura 2 – Foto del lidar fluorosensore compatto per i beni culturali In dettaglio, il fascio laser attraversa uno specchio piano, bucato al centro, e raggiunge lo specchio di scansione montato su un supporto di precisione con movimentazione su due assi. Coassialmente viene raccolto il segnale di fluorescenza che viene focalizzato dalla lente sulla fibra ottica ed inviato allo spettrometro. Tutto il sistema è stato assemblato su di una struttura in alluminio e protetto da una schermatura. In figura 2, viene mostrato il prototipo finale durante i test conclusivi in laboratorio, con il laser e le ottiche all’interno della scatola metallica, insieme al PC che controlla i motori e lo spettrometro per l’acquisizione dei segnali durante la scansione. 3. Risultati sperimentali I campioni di Tabella 1, sono stati analizzati con il lidar fluorosensore sia nelle loro superfici pulite che in quelle degradate. In figura 3, vengono confrontati gli spettri di fluorescenza dei marmi Paros e Naxos. Figura 3 – Spettri di due campioni di marmo Paros e Naxos pulito e sporco. Nell’analisi dei dati successiva, sono state identificate le bande di fluorescenza più significative per tutti i campioni (440, 570 e 680 nm) e si è effettuata una integrazione sul centro banda di 10 nm per valutarne la loro intensità. In figura 4 sono state confrontate le intensità a 440 nm con il rapporto tra le intensità a 440 e 570 nm. Il diagramma ottenuto ci permette di discriminare i campioni in base a questi parametri spettrali. Figura 4 – Rapporto tra le intensità a 440 e 570 nm in funzione dell’intensità a 440 nm per i vari campioni (la notazione “P” individua il campione Proconneso). Fatta eccezione per il campione Proconneso, si può osservare che: • i marmi puliti si trovano nella regione delimitata dalle condizioni I440>40000 e I440/I570>2.9, • i marmi sporchi si trovano nella regione delimitata dalle condizioni I440>40000 e I440/I570<2.4, • i tufi si trovano nella regione delimitata dalle condizioni I440<30000. Conseguentemente, la scelta dei parametri I440 e I440/I570 risulta abbastanza buona perché permette di discriminare marmi puliti, marmi sporchi e tufi in 11 casi su 13 (85%). Sono stati inoltre analizzati i decadimenti temporali e gli spostamenti in frequenza della varie bande spettrali e rivelata la presenza di licheni su alcune superfici. Successivamente sono stati ripetute queste misurazioni introducendo i campioni in acqua. 5. Conclusioni Le misure preliminari eseguite su campioni lapidei mediante fluorescenza indotta da laser lasciano intravedere ampi spazi applicativi per le tecnologie ottiche volte alla diagnosi di materiali di interesse artistico. La semplice osservazione del segnale di fluorescenza, ad esempio, permette di discriminare i campioni: considerandone l’intensità si distinguono i marmi dai tufi, esaminandone la forma si riconosce lo stato di degrado delle superfici. Analisi più raffinate, come le determinazioni dello spostamento spettrale e del tempo di decadimento, possono offrire ulteriori indicazioni. I primi test per la rivelazione dei marmi sott’acqua hanno dato esito positivo nel caso in cui l’ottica di rivelazione sia regolata opportunamente. I risultati ottenuti in laboratorio sono stati la base per costruire il nuovo apparato mobile che verrà utilizzato nell’ambito dell’Advanced On-Site Laboratory for European Antique Heritage Restoration organizzato dal progetto europeo CULTURE 2000 a Costanza (Romania) dal 20 al 26 Aprile. Bibliografia [1] Cosentino P., Deganello S., Resoconto sulla tavola rotonda: la fisica per i beni culturali, Il Nuovo Saggiatore 16(5-6), 32-41 (2000). [2] Giardini Guidoni A., Vendittelli M., Flamini C., Fantoni R., Sciuti S., Mele A., An experimental comparison of three non destructive testing diagnostics on pigments and ligands, in ALT ’99 International Conference on Advanced Laser Technologies, V. I. Pustovoy, V. I. Konov, eds., SPIE, Bellingham, Washington, 8-17 (2000). [3] Fiorani L., Bortone M., Mattei S., Ruocchio C., Salomé A., Vetrella S., GEOSCOPE and GEOLIDAR: integrated instruments for underground archaeological investigations, Subsurface Sensing Technologies and Applications 1, 305-318 (2000). [4] Fantoni R., Palucci A., Ribezzo S., Borgia I., Bacchi E., Caponero M., Bordone A., Businaro L., Ferri De Collibus M., Fornetti G., Poggi C., Laser diagnostics for conservation and restoration of cultural inheritance, in ALT ’99 International Conference on Advanced Laser Technologies, V. I. Pustovoy, V. I. Konov, eds., SPIE, Bellingham, Washington, 2-7 (2000). [5] Klein S., Fekrsanati F., Hildenhagen J., Dickmann K., Uphoff H., Marakis Y., Zafiropulos V., Discoloration of marble during laser cleaning by Nd:YAG laser wavelength, Applied Surface Science 171, 242-251 (2001). [6] Lazic V., Colao F., Fantoni R., Palucci A., Spizzichino V., Borgia I., Brunetti B. G., Sgamellotti A., Characterisation of lustre and pigment composition in ancient pottery by laser induced fluorescence and breakdown spectroscopy, Journal of Cultural Heritage 4, 303s-308s (2003). [7] Weibring P., Johansson T., Edner H., Svanberg S., Sundnér B., Raimondi V., Cecchi G., Pantani L., Fluorescence lidar imaging of historical monuments, Applied Optics 40, 6111-6120 (2001).