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Principi di Economia - Macroeconomia
Esercitazione 5
Modello AD-AS, Controllo dell’inflazione ed
economia aperta
Soluzioni
Daria Vigani
Giugno 2015
1. Considerate un sistema economico in cui la produzione sia al suo livello
naturale. Utilizzate il modello AD-AS per spiegare :
(a) gli effetti di un’espansione monetaria;
Dal momento che la curva AD rappresenta l’equilibrio su mercato dei
beni (IS) e mercati finanziari (LM), variazioni nello stock di moneta
si riflettono sulla curva di domanda aggregata: un aumento dell’offerta di moneta infatti sposta la LM verso il basso, il tasso di interesse
si riduce, aumentano investimenti e produzione. Quindi, per un dato
livello dei prezzi, l’aumento dell’offerta di moneta fa aumentare la
produzione, e quindi sposta la curva AD verso destra. (vedi gragico).
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In
A0 il livello della produzione è superiore a quello naturale (o potenziale), quindi l’inflazione è superiore a quella attesa, che deve aggiustarsi al rialzo, spostando la curva AS verso l’alto.Il processo di
aggiustamento si arresta solo quando la produzione torna al suo livello naturale: nel lungo periodo infatti la produzione tende al suo
livello naturale.
Possiamo quindi riassumere il meccanismo cosı̀:
• nel breve periodo(da A ad A0 ): un’espansione monetaria provoca
un aumento della produzione, una riduzione del tasso di interesse
ed un aumento del livello dei prezzi;
• nel lungo periodo(da A ad A00 ): l’aumento dello stock di moneta
si riflette interamente in un aumento proporzionale del livello dei
prezzi e non ha alcun effetto sulla produzione. L’assenza di effetti
di medio periodo della moneta sulla produzione è comunemente
chiamata neutralità della moneta. Il concetto di neutralità della
moneta implica che la politica monetaria possa essere usata per
aiutare l’economia ad uscire da una recessione e a tornare al livello di produzione naturale, ma che non può sostenere un livello
di produzione più elevato per sempre.
(b) gli effetti di uno shock reale negativo dal lato dell’offerta (ad esempio
lo shock petrolifero degli anni ’70) nel caso in cui la BC non intervenga. Che tipo di politica potrebbe adottare la BC per contrastare
le tendenze inflazionistiche?
Gli effetti dell’aumento del prezzo del petrolio registrati nel corso degli anni Settanta negli Stati Uniti sono stati associati ad una brusca
recessione e da un forte aumento dell’inflazione – una combinazione
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che i macroeconomisti chiamano stagflazione (compresenza di stagnazione e inflazione).
Lo shock petrolifero degli anni ’70 è stato di tale portata da risultare
in uno shock reale, ovvero ha modificato il livello di produzione potenziale, riducendolo. Con un brusco e inatteso aumento dei prezzi
al di sopra delle aspettative, la produzione potenziale si riduce, generando un gap di tipo espansivo. Come sappiamo un output gap
espansivo alimenta l’inflazione, attraverso la revisione al rialzo delle
aspettative di inflazione. La curva AS si sposta verso sinistra (a seguito della revisione dei prezzi attesi), generando un nuovo punto di
equilibrio, con maggior inflazione e minore produzione.
Se la BC intervenisse con una manovra monetaria restrittiva (drenaggio di moneta dal sistema) potrebbe in parte contrastare le tendenze
inflazionistiche: una riduzione dello stock di moneta, innalzando il
tasso di interesse, potrebbe contrarre la domanda e spostare cosı̀ la
curva AD verso il basso; se l’annincio della banca centrale è credibile,
le aspettative di inflazione a questo punto si ridurranno, spostando
in basso la curva AS e portando l’economia ad un nuovo equilibrio
con inflazione minore.
2. Partendo da una posizione di equilibrio di lungo periodo, ipotizzate che
l’economia riceva uno shock nominale positivo dell’offerta e le aspettative
sul tasso di inflazione vengano riviste al ribasso. Spiegate:
(a) come l’output si autocorreggerà nel caso in cui la BC decida di non
intervenire;
SRAS A π 1 SRAS’ B π 2 AD 1 C AD’ Output, Y Partendo da una condizione di equilibrio di lungo periodo, in corrispondenza del punto A, lo shock positivo dal lato dell’offerta abbassa le aspettative di inflazione e sposta la curva SRAS verso destra
(SRAS → SRAS 0 ). Una riduzione dei prezzi attesi porterà con sè un
calo dell’inflazione: chi fissa i salari si aspetterà prezzi più bassi, chie-
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dendo salari nominali più bassi; salar nominali più bassi riducono i
costi per le imprese che a loro volta ridurranno i prezzi. L’economia si
sposterà lungo la curva AD dal punto A al punto B. Tuttavia, poiché
la produzione è ora superiore alla produzione potenziale Y ∗ , l’economia registrerà un gap espansivo, che in ultima analisi comporterà
una revisione al rialzo delle aspettative sull’inflazione, riportando la
curva SRAS verso sinistra e ristabilendo la condizione di equilibrio
di lungo periodo, in corrispondenza del punto A.
(b) come la BC potrebbe sfruttare questo tipo di shock per assicurare
una riduzione permanente del tasso di inflazione.
Se la banca centrale mettesse in atto una politica monetaria restrittiva, aumentando i tassi di interesse, la curva della domanda aggregata
si sposterà a sinistra verso AD’ (ricordiamoci che ↑ i ↓ I, ↓ C, ↓ D ⇒↓
Y ) generando un nuovo equilibrio di lungo periodo in corrispondenza
del punto C, con un tasso di inflazione di equilibrio più basso pari a
π2 .
3. Dite se le seguenti affermazioni sono vere o false. Argomentate.
(a) Nel breve periodo, l’aumento dei tassi di interesse esteri provoca in presenza di perfetta mobilità dei capitali - un apprezzamento del
tasso di cambio della moneta domestica.
FALSO. La moneta domestica si deprezza, poichè un aumento del
rendimento delle attività denominate in valuta estera rende più conveniente, a parità di altri fattori, investire in attività finanziarie denominate in valuta estera e quindi l’offerta di valuta nazionale contro
valuta estera aumenta.
(b) L’aumento dell’inflazione domestica favorisce il deprezzamento della
moneta domestica.
VERO. Infatti un’inflazione elevata (cosı̀ come elevate aspettative
di inflazione) provocano l’aumento del potere di acquisto della valuta
estera rispetto al potere di acquisto della valuta domestica, generando
quindi un continuo deprezzamento della valuta domestica.
(c) Una politica fiscale espansiva in regime di cambi flessibili produce
un deprezzamento della moneta domestica e un conseguente miglioramento della bilancia commerciale.
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FALSO. Una politica fiscale espansiva (↑ G ) provoca un’aumento
nella domanda aggregata con conseguente aumento del tasso di interesse nazionale (da A a B); aumenta quindi la domanda di moneta
nazionale contro valuta estera, facendo aumentare il valore relativo
della valuta: l’economia domestica assiste ad un afflusso di capitali e
il tasso di cambio nominale si apprezza. Un apprezzamento del tasso
di cambio rende i prodotti domestici meno competitivi sui mercati,
producendo un peggioramente nel saldo della bilancia commerciale (↓ X, ↑ IM ⇒ N X < 0). Al contempo il risparmio nazionale
(S = Y − C − G) si è ridotto, e l’investimento va finanziato con l’afflusso di capitali esteri.
Nell’equilibrio finale (punto B) si verifica che la politica fiscale è stata
scarsamente efficace sul mercato dei beni, in quanto ha indotto un
effetto negativo tramite il peggioramento di NX.
(d) Una politica fiscale espansiva in regime di cambi fissi è più efficace,
rispetto ad un regime di cambi flessibili, nello stimolare il mercato
dei beni .
VERO. Un regime di cambi fissi è una situazione in cui la banca cen5
trale si obbliga a ”difendere” una data parità tra valuta nazionale e
valute estere, in particolare la differenza tra quantità domandata e
offerta (l’eccesso di domanda) deve essere coperta dalla banca centrale. Un’espansione fiscale sposta la curva IS verso l’alto, generando
un tasso di interesse più elevato che ”nel resto del mondo”(da A a
B); ciò provoca un afflusso di capitale dall’estero, che a sua volta
implica un aumento nella domanda di valuta nazionale. Poichè in
regime di cambi fissi la moneta nazionale non può deprezzarsi, la BC
sarà costretta a coprire l’eccesso di domanda di valuta nazionale aumentando le proprie riserve di valuta estera (vendendo euro contro
moneta estera) e quindi aumentando l’offerta di moneta nazionale.
Ovviamente un aumento della massa monetaria si riflette in uno spostamento della curva LM. Questo processo si arresta quando i tassi
di interesse sono di nuovo ”allineati” (punto C). Ciò costituisce un
esempio dell’efficacia della politica fiscale con cambi fissi.
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