Realismo Terminale
Il Realismo Terminale è una nuova corrente artistica nata nel 2010 in Italia.
Inizialmente promossa, nel campo letterario, dal suo inventore poeta Guido Oldani;
ha, oggi, la maturità e il supporto per prendere vita in altre forme artistiche.
Gigi Montico e Gilberto Colla si riconoscono nella filosofia del Realismo Terminale e
propongono per la prima volta i concetti di questa filosofia, rispettivamente nel
campo della pittura/scultura e nel campo del teatro.
Realismo Terminale: introduzione
Millennio secondo
Homo sapiens sapiens e natura sono i soggetti
Homo Sapiens Sapiens vive e si sente a suo agio nella natura
I pochi oggetti sono funzionali, artefatti per necessità umane, semplici complementi oggetti nelle frasi.
Millennio terzo
Gli oggetti sono i soggetti
Homo Urbis e natura sono complementi oggetti
Homo Urbis vive e si sente a suo agio nella città, circondato da oggetti.
I pochi contatti con la natura sono assistiti da esperti, controllati e mediati da oggetti, la natura è temuta e
vista come innaturale, estraneo e sconosciuto.
L’Homo Urbis ama riempirsi le tasche e circondarsi di picccoli, belli e complessi oggetti dalle mille
funzionalità pseudo-utili; egli si assoggetta alla presa di potere di questi oggetti che quindi diventano i
soggetti della nostra realtà moderna.
Il Realismo Terminale
Il Realismo Terminale critica la presa di soggetto degli oggetti, la denaturizazione assoggettamento della
natura.
“Guido Oldani is the originator of Terminal Realism, which is emerging in the third millennium due to the fact
that most people have moved to cities in a series of migratory pandemics. An anthropological mutation has
occurred, altering our ways of perceiving the world.
In this new era, what little nature survives faithfully imitates objects, which have now become dominant in
terms of both quantity and quality; the distance separating mankind and objects has been eliminated, and is
thus irreversibly terminal, inducing us to invert our terms of comparison. No longer do products resemble
nature, but the other way round. Terminal Realism is a mental accident in the history of man.
The object has become the subject of sentences in which the predicate is mankind and the poems have become
as short as the instructions for the use of a drug. Even human beings are partly made up of products:
prostheses replacing body parts of improving one’s looks. All of this has a humorous side, but then humor is
perhaps the only remaining revolutionary force in the world today.
Terminal Realism aims to give expression to a poetics which is also a reading of the world: a stage in
mankind’s evolution which admits contrasting of opposing outcomes: either an existence cocooned by objects –
i.e. a butterfly – or one confined in a sarcophagus of products – a mummy. It would be interesting to be alive in
a hundred years’ time in a world characterized by post-object realism, the result of a settlement of scores with
things, which mankind will necessary have reached in the meantime.” From the book “Il Realismo Terminale”
of Guido Oldani, translated by John Anthony Robbins.
Realismo Terminale: manifesto di tendenza
Realismo Terminale: i firmatari
Il poeta
Il pittore
L’attore
Guido Oldani
Gigi Montico
Gilberto Colla
www.montico.it
Montico
Biografia
Pier Luigi Monticone, in arte Gigi Montico, è nato a Malnate nel 1943, ora vive a
Dovera (Cremona). A Milano ha seguito i corsi della Scuola Superiore d'Arte al
castello Sforzesco e i Corsi di Nudo all'Accademia di Brera. È stato uno dei fondatori
del "Gruppo P4 ", dell' "Accademia del Sole" e successivamente dell' "Accademia del
Sale". La sua prima esposizione risale al 1968 a Milano e molte sue opere sono state
esposte in numerose collettive in Francia (1970), Germania (1971), Irlanda (1973) e
Portogallo e Svizzera (1975) oltre che in tante altre città italiane tra cui Milano,
Bologna, Verona, Cortina d'Ampezzo, Rapallo, Padova, Moneglia, Diamante, Torino,
Padova, Treviso. Tra le principali mostre personali più importanti ricordiamo quelle
a Treviso presso la Galleria El Fogher nel 1970, al museo Civico di Lodi nel 1972, al
Palazzo Gotico a Piacenza e alla Galleria Merlo di Vigevano nel 1971, alle Gallerie
Fondazione Europa, il Vertice e il Bottegone di Milano nel 1973, al Centro Culturale
Puecher di Casalpusterlengo nel 1973 alla Galleria d'Arte Crema nel 1978, al castello
Mediceo di Melegnano nel 1986, al Barbarossa di Crema nel 1986, alla Galerie David
di Lione nel 1991, al Centre Culturel Dante Alighieri sempre di Lione nel 1992, alla
bibblioteca di Casalpusterlengo nel 1992, al Centro Culturale don Milani di Vaiano
nel 1998, alla banca Morval Vonwiller di Milano nel 2000, tra il 2001 e il 2006, con il
patrocinio del Consozio Cremasco, ha avviato varie mostre itineranti sul tema
ambientale attraverso numerosi comuni lombardi, riscuotendo un grosso successo
di pubblico e visite di molte scolaresche, al castello Visconteo di Pandino nel 2010,
alla casa di riposo di Pandino nel 2011, istituto Cesaris di Casalpusterlengo nel
2011, agli archivi del novecento di Milano nel 2011, a Il Telegrafo di Melegnano nel
2012, al Move di Lodi nel 2012.
Montico ed il realismo terminale
Montico, attivo dalla fine degli anni 60, è artista che ha esplorato tutte le direzioni
della pittura e della scultura contemporanea. Dalla pop-art, all’arte povera, fino allo
spazialismo ed al naturalismo rielaborato, un paesaggio che sappia fare i conti con
gli aggiornamenti della pittura “di natura” incalzati dall’inizio del primo ‘900 in poi.
Dal realismo terminale e le poesie di Guido Oldani, “Il cielo di lardo” edizione
Mursia, nasce il saggio di poetica pittorica di Montico e l’opera breve per voce e
suoni recitate da Gilberto colla dal titolo “Millennio terzo nostra meraviglia”.
Montico intende rinchiudere l’attuale auto-coscenza dell’ ”Homo Urbis”, come
potrebbe essere un milanese del terzo millennio, il quale conduce la propria esistenza
in mezzo alla sovrapposizione delle culture dei popoli snaturate dalla dittatura
democratica degli oggetti.
L’ultima ricerca artistica di Montico è tesa alla mutazione o trasformazione di tutti i
materiali che caratterizzano la società dei consumi, una visione metafisica, liberata
dagli oggetti, trasformandoli, inaspettatamente, agli occhi dei fruitori, in concetti
liberati dal loro contesto originale che appaiono auto-deridenti e privi di simbolismi
di caste.
...è sempre il sedentario che uccide il nomade ed il conservatore che imprigiona i nuovi
concetti.
Montico: figurativo onirico (anni 60 e 70)
Montico: spazialismo (anni 80)
Montico: surrealismo metafisico (anni 90)
Montico: arte povera (2000 - 2010)
Montico: realismo terminale (2011 – pres. )