Istituto tecnico di istruzione superiore “Paolini-Cassiano” Anno scolastico 2010/2011 Jessica Motta Classe 5Ap Sommario ....................................................................................................... 3 ................................................................................................................................ 3 ............................................................... 3 .............................................................................................................. 4 ............................................................................................................................... 5 ..................................................................................................................... 6 ......................................................................................................................... 7 .................................................................................................................................... 9 ..................................................................................................... 10 .......................................................................................................................... 11 ...................................................................................................... 13 ................................................................................................................................... 13 ........................................ 14 ...................................................................................................................................................... 16 ........................................................................................................................................... 20 ................................................................................................................................. 21 .................................................................................. 23 Bibliografia .............................................................................................................................. 27 Siti Web ................................................................................................................................... 27 1 Ogni delitto contiene la firma del colpevole, nascosta in infinite possibilità di tracce. Possiamo trovare impronte digitali, orme di scarpe, sostanze di qualunque tipo, fibre tessili, proiettili, ecc… Compito dello scienziato forense è quello di individuare queste tracce su tutte le scene del crimine collegate al delitto in sé, e tradurre il messaggio contenuto in esse: raccogliere tracce e formulare tesi. Ogni giorno ci troviamo di fronte a reati sempre più complicati, a criminali sempre più abili e tendenti all’invisibilità; parallelamente però assistiamo allo sviluppo della tecnologia che permette di rinvenire tracce fino a una decina di anni fa impensabili. Si pensi ad esempio al progresso della chimica nell’analisi del DNA, alla crescita dei database contenenti informazioni sempre più aggiornate su semplici ladri o criminali seriali, oppure allo sviluppo di software informatici che permettono di archiviare, confrontare e studiare dati multimediali. La mia tesina riguarda appunto le diverse tracce che è possibile rilevare sulla scena del crimine e i vari strumenti che si possono utilizzare. La tesina è divisa in quattro parti principali: nella prima è contenuta una breve descrizione della scienza forense e degli ambiti di cui si occupa. La seconda parte ha come oggetto principale un breve riassunto dei diversi ambiti in cui la scienza forense opera. Una terza parte riguarda l’analisi di una comune scena del crimine, con l’individuazione delle diverse tracce che è possibile rinvenirvi. Infine, nella quarta parte sono descritti gli strumenti principali utilizzati per un’analisi forense nell’ambito pratico. La tesina da me realizzata è stata possibile grazie alle informazioni raccolte presso la sede del R.I.S. di Parma datemi dal Comandante Colonnello Giampietro Lago e dal Capitano della sezione di dattiloscopia; al corso di “Digital Forensics and Cybercrime Investigation” tenuto a Roma da esperti in informatica forense al quale ho assistito, a informazioni raccolte con l’aiuto di Internet e vari libri. Questo grazie ad una profonda che affonda le radici in una passione che nutro fin da quando ero piccola. 2 1 Tutta l’analisi investigativa parte dal principio di Locard: ogni contatto lascia una traccia. Ognuno di noi è come un personaggio dei fumetti, spostandosi porta con sé una nuvoletta del proprio ambiente, delle cose che ha toccato, dei posti in cui è andato, di ciò a cui ha lavorato. Ognuno ha una nuvoletta diversa: un insegnante porterà con sé tracce di gesso e un saldatore pezzetti di metallo. Un tempo si utilizzava la tortura per ottenere le confessioni, oggi invece è possibile ottenere “confessioni” anche da un cadavere, da un computer, da un cellulare. Oltre agli strumenti, si sono evoluti anche gli organi che si occupano di questa materia; a partire dagli investigatori privati, i R.I.S., la polizia scientifica, ognuno specializzato nei diversi ambiti della scienza forense. La scienza forense è la disciplina madre dell’investigazione; fa parte dell’apparato giudiziario e costituisce una sorta di laboratorio mobile che, arrivato sul luogo del reato, cerca di analizzare la scena del crimine: gli scienziati forensi cercano di ricostruire la strada seguita dal ladro, i suoi spostamenti, i gesti che avrà dovuto fare, gli oggetti che può aver toccato. Arrivando a prove più concrete: impronte digitali, orme, macchie, fibre. La scienza forense opera in due ambiti diversi: l’analisi investigativa e la presentazione in Tribunale dei risultati ottenuti. La prima parte riguarda tutto ciò che ha a che fare con repertamenti, sopralluoghi, analisi; la seconda parte conclude il lavoro precedente con l’esposizione, in veste di consulenti tecnici o ufficiali di polizia giudiziaria, delle prove rilevate e della decisione finale, davanti ad un giudice. Nel processo penale conclusivo avremmo quindi due parti contraddistinte: l’imputato e il Pubblico ministero. 2 Il processo penale consiste in un giudizio volto ad accertare se una persona ha commesso un reato e, nel caso questa risulti colpevole, nell’applicare la relativa pena. Con reato si intendono tutti quei comportamenti che recano danno alla società nel suo insieme, non soltanto ai singoli individui contro i quali si rivolgono. I soggetti del processo penale sono il giudice e le due parti: il Pubblico ministero e l’imputato (assistito da un difensore). Può inoltre essere presente nel processo la persona offesa che assume la veste della parte civile. 1 http://www.golemindispensabile.it/index.php?_idnodo=6748&_idfrm=61 2 R. Marra, “Stato, Costituzione, Cittadini”, Zanichelli, Parte seconda, Cap. 3, pag. 28 3 Il giudice del processo penale è una figura completamente indipendente dall’accusa e dalla difesa. Rappresenta infatti un soggetto terzo. Il Pubblico ministero è un magistrato di tipo particolare, organizzato in uffici dette procure che svolge esclusivamente funzioni di pubblica accusa. Infine, l’imputato è la persona contro cui viene esercitata l’azione penale. Prima che il Pubblico ministero abbia emanato la sentenza definitiva, il soggetto viene indicato come persona sottoposta alle indagini; sia nel corso delle indagini preliminari, sia nelle fasi successive del processo esso è obbligatoriamente assistito da un difensore e gode del diritto di difesa. Il compito del Pubblico ministero è lo svolgimento dell’azione penale in presenza di una notizia di reato non infondata. Per accertare la fondatezza della notizia di reato, svolge un’attività di investigazione, con l’aiuto della polizia giudiziaria: le cosiddette indagini preliminari in cui i soggetti su cui si appuntano i maggiori sospetti vengono iscritti nel registro degli indagati e vengono formalmente informati che si sta indagando su di loro che potrebbero essere imputati di aver commesso o partecipato al reato in oggetto. Le indagini preliminari costituiscono la prima fase del processo penale, a cui seguono l’udienza preliminare, il dibattimento e la decisione. L’udienza preliminare è una sorta di pre-processo che si tiene davanti al Giudice per l’udienza preliminare (Gup) e si svolge in camera di consiglio con la partecipazione del Pubblico Ministero e del difensore dell’imputato. Il Pm espone sinteticamente i risultati delle indagini e gli elementi di prova che giustificano la richiesta di rinvio a giudizio per l’esecuzione del processo. In questa fase il Giudice può indicare al Pm ulteriori indagini da compiere, decidere il proscioglimento dell’imputato (con la sentenza di non luogo a procedere) o emettere un decreto che dispone il rinvio a giudizio dell’imputato. Il dibattimento ha inizio nel momento in cui il Presidente del Tribunale ha ricevuto il decreto che dispone il rinvio a giudizio. Davanti al magistrato giudicante si procede al confronto tra le due parti in cui ognuna di essa presenta le proprio prove e ciascuna può contro esaminare la veridicità delle prove. La decisione infine, viene assunta dal giudice con sentenza al termine del dibattimento e viene data lettura in aula. La sentenza può essere di proscioglimento o di condanna e può essere impugnata dalla parte che non si ritenga soddisfatta. Come un albero, la scienza forense è costituita da numerosi rami che rappresentano i diversi ambiti in cui è specializzata, tra gli altri il ramo che si occupa delle perizie calligrafiche (grafologia), il ramo che si occupa dell’analisi antropometrica, dell’analisi dattiloscopica, balistica, tossicologica, chimica e digitale. Analizziamo ora nel dettaglio questi rami principali. 4 La funzione principale di questa branca è quella di analizzare tutto ciò che ha a che fare con le scritture. Bisogna distinguere, nella perizia dei documenti scritti, il problema dell’identificazione delle scritture dalla determinazione dei falsi per imitazione. L’identificazione delle calligrafie permette di riconoscere ciò che possiamo chiamare “falsi integrali”, cioè per imitazione o per contraffazione. Il problema dell’identificazione delle scritture è uno dei più difficili che possano essere posti all’esperto. Generalmente identificare vuol dire confrontare, per esempio, una lettera anonima o un testamento ritenuto falso, detti documenti incriminati e gli altri, detti documenti di comparazione. Esistono numerosi metodi per poter compiere un’analisi grafologica, ma l’indirizzo italiano è quello di Giacomo Moretti che definisce la sua grafologia “Scienza sperimentale che dal solo gesto grafico di uno scritto umano rileva le tendenze sortite da natura”. 3 I principi del metodo Morettiano sono la valutazione di: o La pressione, intesa come capacità di produrre energia finalizzata alla profondità di tracciato e alla variabilità del tratto relativamente all’ampiezza e alla velocità del movimento. o Il ritmo, da intendere come successione regolare ininterrotta di impulsi grafo motori. o L’esecuzione e lo sviluppo del gesto grafico, aspetto che deriva dal modo di gestire ed esprimere lo stile personale innato e naturale osservabile nella forma di personalizzazione della scrittura. o La movenza di fondo, riconducibile ad un movimento di scrittura che indica lo stato di tensione e rigidità grafomotoria del soggetto. o Rapporti spaziali tra le parti grafiche, collocazione delle lettere, parole, righe rispetto allo spazio disponibile. o Il gesto fuggitivo, movimento improvviso atipico, automatico e superfluo che sfugge al controllo volontario dello scrivente. o Variabili grafiche, presenza di diverse forme letterali all’interno dei tracciati in comparazione. Si possono distinguere due tecniche per l’identificazione delle scritture manoscritte: lo studio dei caratteri generali e degli idiotismi. 3 http://www.psicoscrittura.it/index.htm 5 Il primo metodo che viene messo in opera dall’esperto calligrafo in materia tecnica e da competente, è di comparare le scritture tra loro, osservare la forma delle diverse lettere, ravvicinarle e vedere se esse si somigliano. Cosi facendo, si segue precisamente la via in cui il falsario ha voluto forviare la vittima e l’esperto, poiché è nella forma delle lettere e più specialmente delle maiuscole che egli avrà concentrato la sua capacità di imitazione e contraffazione. Vengono quindi studiati quei caratteri che sono indipendenti dalla volontà dello scrivente e che sono detti comunemente caratteri generali della scrittura e degli idiotismi, cioè le particolarità di ogni individuo. Per idiotismo si intendono le forme strutturali di costruzione tracciate dall’operatore indipendentemente dalla propria volontà. Alcuni metodi d’identificazione delle scritture possono essere disposizione dei testi, margini, fine delle righe, spazi irregolari alla fine delle righe, parole scritte larghe/strette, parole incurvate verso il basso o l’alto, parole che oltrepassano la pagina se scritte all’interno di un foglio doppio, parole che si dividono frequentemente in fine riga, direzione delle righe, direzione delle parole, sottolineamento delle parole, distanze delle righe, distanze delle parole, distanza delle lettere, alzate di penna e interruzioni, tratti d’unione e tratti finali, lettere eccedenti, occhielli delle lettere, spessore dei tratti, involuzione dei cerchi, versi (il senso in cui la penna gira), continuazioni, ritocchi, tremori, utilizzazioni di sigle, abbreviazioni, punteggiature, accentature, trattini delle lettere, punteggiature e tanti altri particolari riservate agli esperti addetti ai “lavori”. L’antropometria studia principalmente l’essere umano, con i suoi caratteri morfologici, metrici e biochimici. Queste sono le caratteristiche principali per poter analizzare un corpo umano: il carattere morfologico prende in considerazione sostanzialmente la forma del cranio; il carattere metrico osserva la statura con attenzione soprattutto alla lunghezza delle ossa o al peso; e infine il carattere biochimico è quello che si occupa ad esempio del gruppo sanguigno, del DNA. Grazie all’antropometria è possibile inoltre classificare il sesso e l’età di un individuo studiando, ad esempio, la sua arcata dentale o la conformazione delle ossa. 4 L’antropometria fu la prima arma utilizzata dagli scienziati forensi a partire dal 1888 per poter distinguere in modo univoco gli individui. Il primo a pensare a questo metodo fondato su dati oggettivi fu Alphonse Bertillon che inventa così l’antropometria segnaletica basata 4 C. Lucarelli, M. Picozzi, Tracce Criminali, storie di omicidi imperfetti, Milano, Mondadori, pag. 20 6 sul cosiddetto portrait parlè: il ritratto parlato del delinquente, fatto di scatti fotografici (di fronte, di profilo sinistro a tre quarti) accompagnati da un cartellino contenente le tipologie e le misure particolari di varie parti del corpo. Bertillon cerca i tratti che distinguono il volto di una persona dall’altra e osserva che la lunghezza delle ossa non si modifica più dall’età di vent’anni, ma varia sempre da individuo a individuo. Sulla base di questa legge scientifica, definita appunto bertillonage, Bertillon stabilisce il codice dell’identità fissando le undici parti da misurare. È proprio questa scienza, inoltre, che si occupa di identificare un individuo e di tracciarne l’identikit avendo a disposizione solo uno scheletro, ad esempio. Questo identikit si effettua considerando alcuni indici antropometrici rilevati per poterne rappresentare a livello multimediale un’immagine tridimensionale per un eventuale riconoscimento. Esistono poi appositi software che permettono di tracciare un’immagine di un individuo relativa ad anni successivi sempre considerando apposite costanti ed indici. La “Dattiloscopia” è la scienza delle “impronte digitali”, cioè la traccia lasciata dal dito e palmo della mano e piede messi a contatto con una superficie qualunque; è formata da un disegno rappresentante le “creste papillari”. L’era dell’impronta digitale inizia a partire dal 1905 con il superamento dell’antropometria di Bertillon considerata ormai superata anche perché viene scoperto che non è uno strumento del tutto univoco, ma può presentare dati uguali tra due individui. Inizialmente le impronte digitali venivano utilizzate in calce ai documenti, ma non con lo scopo di identificare le parti in causa come invece accade oggi. 5 In realtà, la fingerprints nasce nel 1856 in India con William Herschel, un funzionario inglese che prende l’abitudine di chiedere che i residenti aggiungano in calce ai documenti l’impronta digitale della propria mano destra. Questa nuova pratica non viene però pubblicata a livello scientifico, rimanendo così un valore simbolico. A questo punto compare sulla scena Henry Faulds, un medico che racconta di 5 C. Lucarelli, M. Picozzi, op. cit., pag. 21 7 un curioso fatto criminale in cui un ladro lascia le sue nitide impronte su un muro immacolato. Inizialmente questo particolare non viene nemmeno preso in considerazione, fino a quando un altro, del tutto trascurato dalle indagini, presenta la stessa impronta lasciata sul muro. In questo modo Faulds afferma l’importanza delle fingerprints nell’identificazione dei criminali. Il medico scozzese tenta quindi di convincere Scotland Yard ad accettare le sue idee rivoluzionarie, ma senza arrivare a nessun risultato. Dopo di lui ecco il momento di Francis Galton, un scrittore che nel 1892 pubblica un libro: Finger Prints in cui descrive l’anatomia delle impronte, i metodi più opportuni per raccoglierle e le caratteristiche che fanno un’impronta digitale così importante nella scienza forense: un’impronta non si modifica negli anni (immutabile), non sparisce mai (indelebile) ed è impossibile che due individui abbiano la stessa impronta (personale). Con queste sue teorie, Galton riesce ad essere più convincente di Faulds e il governo britannico accetta la proposta di utilizzare le impronte come metodo di identificazione. Abbiamo detto che l’impronta digitale non è altro che un disegno contenente terminazioni, biforcazioni e curvature che definiscono i cosiddetti punti di riscontro o minuzie. Queste minuzie iniziano a formarsi intorno alla dodicesima settimana di vita intrauterina e si completano nel corso del sesto mese. Il feto muovendosi all’interno del sacco amniotico, crea dei piccoli “canali” sui suoi polpastrelli. Sono proprio questi “canaletti” le cosiddette minuzie che permettono l’identificazione del soggetto attraverso la sua impronta digitale. 6 Le impronte digitali si dividono in quattro grandi categorie: adelta, monodelta, bidelta e composta, ma sono le minuzie che costituiscono la vera e propria impronta digitale personale. È possibile ad esempio che due persone abbiamo un’impronta riconducibile alla stessa categoria, ma di certo le minuzie saranno differenti. L’impronta digitale rappresenta oggi la traccia più importante fra quelle di cui si avvalgono tutte le Polizie. Un’impronta digitale su una superficie si forma attraverso lo sbocco, nei pori, di un canale che porta a una ghiandola del sudore. Attraverso queste aperture avviene la traspirazione e quando tocchiamo un oggetto, i prodotti della traspirazione si trasferiscono sulla sua superficie, insieme alle sostanze grasse che possiamo aver raccolto sulle dita quando ci siamo passati le mani tra i capelli ad esempio. Sono impronte invisibili e per questo vengono definite impronte latenti. 6 http://www.diritto.it/art.php?file=/archivio/23745.html 8 Le tecniche per evidenziare queste impronte sono numerose e la probabilità di un buon risultato, dipende dalla superficie su cui sono impresse, dal tempo che passa tra il contatto e la scoperta, lo stato di conservazione (temperatura e umidità) e la qualità dell’impronta stessa. L’identificazione, la colorazione, l’evidenziazione delle impronte è possibile con appositi reagenti diversi a seconda della superficie in cui si trovano: sulla carta, sul legno, sul vetro, sul metallo, sulla porcellana, sul cuoio, sulla plastica, sui tessuti. Il compito del dattiloscopista forense, una volta raccolte le impronte, è quello di scannerizzarle a computer e attraverso un apposito software, identificare le possibili terminazioni, biforcazioni e curvature (le minuzie) per poter procedere a un confronto con una 7banca dati contenente i cartellini segnaletici, comprensivi di dati fotografici e biometrici di circa 4 milioni di persone sottoposte a fotosegnalamento, per un complessivo totale di circa 40 milioni di impronte immagazzinate (AFIS). 8 Tra i molteplici campi d’azione in cui opera l’indagine tecnica di polizia scientifica rivestono particolare interesse e fascino quelli connessi con l’impiego delle armi da fuoco per compiere delitti. La balistica forense rappresenta un termine di unione tra due campi molto estesi: la balistica intesa come scienza che studia il moto di un proiettile, quindi esatta e sperimentale, e la scienza giuridica strettamente umanistica. Per balistica forense si intende tutto ciò che ha a che fare in modo diretto o indiretto con l’utilizzo di un’arma da fuoco. I campi in cui la balistica pone particolare attenzione sono rappresentati dalla balistica interna e dalla balistica esterna. La balistica interna rappresenta lo studio principalmente dell’arma da fuoco e del proiettile. Con questo si intende la comparazione di bossoli per determinarne l’uguaglianza o la diversità, il tipo di arma da fuoco utilizzata, i segni lasciati sul proiettile per identificare la possibile arma utilizzata, ecc. La balistica interna si occupa invece, come abbiamo accennato precedentemente, del movimento del proiettile a contatto con l’aria o con gli oggetti circostanti, in sostanza la traiettoria del proiettile: fondamentale per scoprire il punto da cui è avvenuto lo sparo. L’analisi dei proiettili viene effettuata utilizzando due microscopi, detti comparatori, collegati l’uno all’altro che 7 http://it.wikipedia.org/wiki/AFIS_%28informatica%29 8 http://www.tsnlecce.it/doc/balistica_forense.pdf 9 permettono di sovrapporre i due proiettili. Nel caso in cui la comparazione tra due proiettili trovati sulla scena del delitto non avesse prodotto nessun riscontro, è possibile effettuare un’ulteriore analisi a livello informatico utilizzando un database, detto IBIS (Integrated Ballistics Identificatio System), contenente un elevatissimo numero di proiettili possibili. Questo sistema consente inoltre di archiviare, confrontare e ricercare le immagini di impronte balistiche su bossoli e proiettili. 9 Questo ramo della scienza forense è quello che ha subito maggiori evoluzioni negli ultimi anni e che ancora adesso è in corso di sviluppo. La chimica forense si occupa di analizzare qualsiasi sostanza, traccia o fibra presente su una scena del crimine; particolare attenzione però deve essere posta all’analisi del DNA. Le innovazioni tecnologiche dell’ultimo decennio hanno consentito agli accertamenti tecnici biologici mediante analisi del DNA di assumere, nell’attività investigativa, un ruolo spesso determinante. Nei reati quali omicidi, violenze sessuali, aggressioni, si può infatti confrontare l’impronta genetica del sospettato con l’impronta genetica ottenuta da tracce di materiale biologico (saliva, capelli, sperma, pelle, ecc.) rinvenuto nel luogo dov’è avvenuto il reato. Test del DNA e biochimici effettuati su materiale proveniente dalla scena del reato possono essere utilizzati come fonte di prova per incriminare o scagionare persone sospette. Il profilo genetico è derivato dal DNA estratto dalle tracce biologiche può essere utilizzato per l'identificazione di un individuo. Se il profilo del DNA ottenuto dalle tracce biologiche identificate nella scena di un crimine è identico al profilo di una persona sospettata, questo può fornire una prova inconfutabile per l’incriminazione dell’indiziato. La comparazione tra due tipi di DNA sia ottiene utilizzando i cosiddetti marcatori, che rappresentano piccoli tratti di DNA. È importante inoltre sottolineare che tra due DNA può esserci anche una compatibilità diversa da quella assoluta, questi possono essere compatibili al 50%: in questo caso si parla di legame di paternità. 9 http://www.laboratoriogenoma.it/prestazioni_sottocategoria.asp?IdCat=30&IdSubCat=716 10 Un secondo settore di analisi legato all’analisi chimica è rappresentato dalla tossicologia forense che si occupa principalmente di analizzare sostanze (come particolari polverine) in cui sono presenti residui tossici. Tracce destinate ad un’analisi chimica e tossicologica, possono essere rilevate sotto migliaia di forme: a partire dai capelli, ad arrivare alla saliva, allo pelle, alle unghie, alle ossa, ecc. 10 La Computer Forensics, o informatica forense, è la disciplina che si occupa dell’identificazione, della conservazione, dell’analisi e della documentazione dei reperti informatici al fine di presentare prove digitali valide in procedure civili e penali. Si tratta di una disciplina che ha origine negli ambienti giuridici degli Stati Uniti e della Gran Bretagna in seguito alla crescente diffusione degli strumenti digitali e che integra le competenze informatiche e tecniche con quelle giuridiche. La Computer Forensics è la scienza che studia l'individuazione, la conservazione, la protezione, l'estrazione, la documentazione e ogni altra forma di trattamento del dato informatico per essere valutato in un processo giuridico e studia, ai fini probatori, le tecniche e gli strumenti per l'esame metodologico dei sistemi informatici. Analizziamo nel dettaglio questi termini: Individuazione: il primo e più importante passo che un digital forenser deve compiere prima di iniziare la sua investigazione, è quello di identificare la prova informatica e la sua possibile posizione. Una prova digitale può essere infatti contenuta in diverse tipologie di supporti, come hard disks, media rimuovibili oppure un log file su un server. Trovare il dato informatico è una condizione necessaria per il digital forenser. Conservazione: il digital forenser deve garantire il massimo impegno per conservare l'integrità della prova informatica. Il dato originale non deve essere modificato e danneggiato e quindi si procede realizzandone una copia (bit-a-bit), su cui il digital forenser compie l'analisi. Dopo aver effettuato la copia è necessario verificarne la consistenza rispetto al dato originale: per questo motivo si firmano digitalmente il dato originale e la copia, che devono coincidere. 10 Digital forensics and Cybercrime investigation, Training course (11 e 12 Dicembre 2010) a cura di Massimino Boccardi presidente dell’Accademia Internazionale di Scienze Forense, Roma, Polo Didattico piazza Oderico da Pordenone 3 11 Protezione: il dato originale deve essere protetto nella maniera più idonea a seconda del supporto su cui si trova. Le cause di alterazione di un supporto magnetico e di un supporto ottico, ad esempio, sono ben differenti. Si deve inoltre garantire una catena di custodia, ovvero un documento che dica quello che è stato fatto e quali persone fisiche hanno avuto accesso al dato originale e alle copie effettuate. Estrazione: è il processo attraverso il quale il digital forenser, servendosi di diverse tecniche e della sua esperienza, trova la posizione del dato informatico ricercato e lo estrae. Documentazione: l'intero lavoro del digital forenser deve essere costantemente documentato, a partire dall'inizio dell'investigazione fino al termine del processo. La documentazione prodotta comprende, oltre alla catena di custodia, un'analisi dei dati rinvenuti e del processo seguito. Un'accurata documentazione è di fondamentale importanza per minimizzare le obiezioni e spiegare come ripetere l'estrazione con un analogo processo sulla copia. Abbiamo parlato di catena di custodia, questo documento lo possiamo descrivere come colui che contiene le informazioni di ciò che è stato fatto con la prova originale e con le copie forensi realizzate, a partire dall'acquisizione fino ad arrivare al giorno del processo; rappresenta la vita della prova una volta prelevata dalla scena del crimine. Utilizzo di particolari kit per il repertamento e il trasporto INDIVIDUAZIONE REPERTAMENTO/TRASPORTO Computer forensics Mobile forensics Network forensics CUSTODIA ANALISI Catena di custodia dell’evidenza HARDWARE e SOFTWARE procedure standard REPORT Conclusioni Motivazioni Descrizione attività effettuate Garanzia evidenza Errori, problemi e suggerimenti 12 Nel paragrafo precedente sono state definite le condizioni necessarie per poter parlare di digital forenser; in particolare è stata citata l’individuazione. Compito del digital forenser è infatti quello di trovare tracce digitali su vari supporti. Non tutte queste tracce però, sono così visibili immediatamente: esiste infatti la tecnica della steganografia. La steganografia è l’arte di nascondere le informazioni digitali ad esempio all’interno di altri file. Ecco un semplice procedimento per nascondere un file di testo all’interno di un’immagine: 1. Creiamo sul Desktop una cartella che chiameremo “Hide” 2. All’interno di questa cartella inseriamo un file “FileNascosto.doc” e un’immagine “Immagine.jpg” 3. Apriamo il prompt dei comandi digitando l’istruzione cmd in “Start/esegui” 4. Ci spostiamo fino alla nostra cartella digitando il comando cd (change directory) 5. Per poter nascondere il nostro file di testo all’interno dell’immagine, utilizziamo il seguente comando. copy /b Immagine.jpg + FileNascosto.doc NuovaImmagine.jpg Con il parametro /b eseguiamo la copia in modalità binaria in modo da copiare i due file in uno singolo, in modalità sequenziale In questo modo, attraverso un doppio click su “NuovaImmagine.jpg” vediamo la nostra immagine precedente identica. L’unica differenza è che il nuovo file avrà una dimensione maggiore in quanto contiene al suo interno anche il file nascosto. Tutti i file presenti su di un qualsiasi supporto di memorizzazione, anche quando vengono eliminati utilizzando i comandi tradizionali messi a disposizione dal sistema operativo, continuano a lasciare delle tracce su disco. In pratica, i file eliminati vengono semplicemente "etichettati" come file cancellati ma, in realtà, essi sono ancora presenti sul disco fisso. 13 Compito dell’investigatore forense è quello di adottare la tecnica del data recovery, cioè il procedimento di recupero delle tracce digitali nascoste o corrotte. 11 È quindi indispensabile che questo non solo abbia una buona conoscenza di come funzionano i file system12, ma anche di come andare a recuperare informazioni cancellate da diversi tipi di dispositivi (ipod, chiavette usb, navigatori satellitari…). In commercio è possibile trovare programmi per il recupero di file, che possono essere suddivisi in due grandi categorie, i programmi file system dependant e quelli a ricerca sequenziale. I primi sono programmi scritti per esaminare un numero preciso di file system; estraggono i dati basandosi sia sulla struttura del file system stesso, sia sui metadati presenti. Con il termine metadati si intendono le informazioni specifiche del file stesso, esempio data di creazione, data di modifica, chi può accedere al file… I secondi trattano qualunque cosa come se fosse un nastro. Hanno un database di firme che permette loro di identificare svariati tipi di file. Questi programmi cominciano a leggere sequenzialmente il dispositivo sino a che non trovano l’header di un file noto. A questo punto proseguono fino a che non trovano il suo footer. Salvano quindi il file trovato e passano al successivo. Ovviamente questo tipo di approccio ha l’enorme vantaggio di essere indipendente dal file system, e il difetto di non tenere assolutamente conto del fatto che un file potrebbe essere frammentato. 13 Fino ad ora abbiamo parlato di scena del crimine. Ma che cos’è realmente una scena del crimine? Possiamo avere tanti tipi di scene del crimine: un luogo può rappresentare una scena del crimine, ma anche un computer. Una scena del crimine non è costituita soltanto da un cadavere e da prove: è il mezzo di comunicazione tra il colpevole e l’investigatore. La ricostruzione di una scena avviene attraverso un sopralluogo che ha come oggetto foto, repertamenti, calchi, misure ecc. Lo scopo del sopralluogo è quello di ricercare elementi utili al fine di risalire al “profilo psicologico comportamentale” dell’autore di reato utilizzando tutte le metodologie e le potenzialità offerte dalla moderna scienza criminalistica. 11 G. Faggioli, A. Ghirardini, Computer Forensics, APOGEO srl, 2007, pag. 201 12 Il file system è un meccanismo , gestito dal sistema operativo, con il quale i file sono immagazzinati e organizzati su un dispositivo di archiviazione (NTFS, FAT32, EXT3…) 13 http://www.psicodetective.it/esc.htm 14 Secondo un ordine di importanza si deve stabilire se ci sono persone in pericolo di vita o bisognose di soccorso; diramare le ricerche con eventuali descrizioni del soggetto e del mezzo di fuga; fermare i responsabili del crimine. Di fondamentale importanza è la protezione della scena del crimine: l’area di interesse deve essere immediatamente delimitata e nessuno deve accedervi a meno che non ricorra una comprovata necessità. Tracce importanti possono essere rilevate indosso a soggetti sospetti quali autori del reato, quindi andranno attuate delle misure per evitare che vengano disperse, naturalmente le stesse precauzioni devono essere adottate nel caso in cui la persona confessi di essere l’autore del reato. Il criterio con cui si stabilisce l’estensione dell’area da delimitare può coincidere con dei mezzi che racchiudono lo spazio (come per esempi muri, siepi, recinzioni etc..), con l’ubicazione del cadavere, con la presenza di tracce e/o l’arma del delitto o con la dichiarazione dei testimoni. Nel caso di ambienti chiusi risulta più facile delimitare la scena del crimine e proteggerla, in modo da evitare l’accesso alle persone non autorizzate. Si è potuto notare che solitamente i fattori che possono modificare e/o alterare lo stato dei luoghi sono i familiari e i conoscenti della vittima che a volte tendono a risistemare l’ambiente o i curiosi che possono sottrarre, spostare, toccare degli oggetti. Per questo motivo l’area va sgomberata da curiosi e delimitata con nastri o transenne. Le condizioni meteorologiche possono essere un’ulteriore causa di alterazioni o dispersioni di tracce, quindi per evitare che ciò possa accadere è necessario coprire la scena con teli o altro materiale pulito. La polizia scientifica reperta ogni elemento appartenente la scena del crimine e per farlo adotta un metodo ben preciso da seguire. Le linee guida di tale metodo prevedono un percorso dall’esterno all’interno, dal generale al particolare, da destra verso sinistra, dal basso verso l’alto. Va indicata di ogni cosa la sede, la posizione, la direzione, la forma, la materia, il colore, l’odore ed ogni altra qualità che si ritiene utile. Gli ambienti e le cose vanno descritte nello stato in cui si trovano e solo dopo averli descritti e documentati con la ripresa fotografica, si procede con la ricerca di ulteriori elementi utili. Le fasi successive del sopralluogo sono indirizzate alla ricerca di altri elementi utili per l’identificazione degli autori del reato, come tracce biologiche, reperti balistici o reperti di altra natura. 15 Naturalmente per il repertamento vanno adottati degli accorgimenti in modo da evitare l’alterazione o l’inquinamento delle prove. Successivamente, queste vengono portate in laboratorio dove verranno analizzate. L’analisi della scena del crimine è, quindi una tappa fondamentale delle indagini e, nella maggior parte dei casi diventa determinante per la risoluzione del caso stesso. Un legame tra la vittima e il criminale esiste sempre, ed è proprio da questa constatazione che inizia il lavoro di un investigatore. 14 Investigatori e scienziati cercano di dare una risposta a tutti quegli interrogativi che una scena del crimine propone: "five W and one H" dicono gli americani, e vogliono dire "when", "where", "what", "who", "why" and "how". o Where and what, dove e cosa è successo, e una risposta è possibile arrivando sul luogo del delitto, documentando ogni cosa con apparecchi da ripresa sempre più sofisticati, raccogliendo tutte le informazioni e le tracce lasciate dall'omicida. o Who, chi. E prima di ogni altra cosa occorre conoscere l'identità della vittima, perché da qui scattano le indagini che porteranno poi a scoprire "chi" è il criminale che ha colpito. o When, quando. Se non ci sono testimoni diretti, allora sarà il cadavere ad essere interrogato. E racconterà, attraverso le sue trasformazioni, a quando risale il momento della morte. o How, come. Il modo in cui la vittima è morta, i mezzi che l'assassino ha impiegato. Armi bianche o da sparo, esplosivi o incendi, veleni o droghe. o Why, perché. Si uccide per passione, per denaro, per vendetta. Qualche volta per un banale litigio. Ma un motivo c'è sempre, e quando il perché lascia una normalità anche drammatica e si insinua nelle pieghe della perversione, ecco che tocca agli psichiatri forensi, gli investigatori della follia omicida. Il lavoro di scienziati e investigatori incomincia non appena si ha la segnalazione di delitto alla centrale operativa delle forze di polizia, ad esempio, attraverso una telefonata. Da qui la notizia viene trasmessa all’auto di pattuglia più vicina che raggiunge il luogo dove quel delitto è stato segnalato, e contemporaneamente scatta l’allarme per gli uomini della omicidi e per il magistrato competente il quale ha il compito di coordinare le indagini. 14 C. Lucarelli, M. Picozzi, op. cit., pag. 7 16 15 Il sopralluogo giudiziario, infatti, oltre a rappresentare inevitabilmente il punto di partenza di fondamentale importanza in un'inchiesta di polizia, è al contempo un momento di imprescindibile collaborazione tra magistratura, polizia giudiziaria, polizia scientifica e medicina legale, senza scordare gli operatori che prima ancora entrano in contatto con la scena del reato. Tutti questi soggetti convergono sulla scena del crimine, all’interno della quale si dovranno identificare, analizzare e interpretare i segni lasciati dalla vittima e dal suo aggressore. Qualsiasi elemento, come pure l’assenza di elementi, può costituire una prova, infatti è importante essere in grado di riconoscere cosa dovrebbe essere presente sulla scena del crimine ma non lo è, come ad esempio l’auto della vittima o il suo portafoglio, e oggetti che sembrano essere fuori posto e che potrebbero essere stati lasciati dall’assalitore. Il passaggio iniziale è nelle mani dell’ufficiale di polizia che arriva per primo sulla scena, il quale deve seguire una particolare procedura in modo scrupoloso, perché un errore in questa fase può determinare l’insuccesso dell’indagine. Innanzitutto questo protocollo prevede che egli si prenda cura della vittima nel caso in questa sia ancora in vita, e se occorre spostare i feriti sarebbe bene contrassegnarne la primitiva posizione. L’ufficiale di polizia deve poi ricercare e fermare il responsabile del crimine nel caso non si sia allontanato dalla scena del delitto facendo perdere le proprie tracce. Se invece il responsabile viene catturato occorrerà subito cercare su di lui armi, sangue, qualsiasi tipo di traccia o prova che possa ricollegarlo al reato appena commesso. Inoltre, è indispensabile capire subito quali possano essere i testimoni utili che possano fornire informazioni per ricostruire la dinamica dei fatti e, in tal caso, isolarli da altre persone presenti in modo da conservare la sua obiettività riguardo agli accadimenti cui ha assistito. 15 http://www.criminologia-balistica.it/esame.html http://www.comune.brindisi.it/poliziamunicipale/files/LA%20SCENA%20DEL%20CRIMINE%20Raffaele%20Chainca.pdf 17 Un’ulteriore attività, determinante, è quella di chiarire ed identificare al più presto tutte le persone che, inevitabilmente, hanno avuto accesso ai luoghi prima dell’intervento delle forze dell’ordine: soccorritori, vigili del fuoco, testimoni, parenti, vicini, curiosi, operatori vari, ecc.. Per tutte queste persone potrà rivelarsi indispensabile procedere ad un prelievo delle impronte digitali, del profilo genetico, delle suole delle scarpe e così via per eventuali confronti, poiché le possibili contaminazioni sono reali e frequenti (per esempio attraverso le impercettibili tracce di DNA), da cui la necessità di discriminazione dei riscontri ottenuti. Oltre ad identificare tutti i testimoni utili da indicare al magistrato, particolare importanza va data all’identificazione della persona che per prima ha dato notizia del fatto avvenuto. Nella fase di sopralluogo, dovranno essere oggetto di particolare attenzione: 1. Il cadavere 2. Le impronte 3. Le tracce di sangue 16 Il cadavere rappresenta il soggetto su cui possono essere effettuati più rilevamenti, analizzando: la sede: dovrà essere rilevata e descritta l’ubicazione del cadavere rispetto all’ambiente stabilendo l’esatta localizzazione del corpo e delle distanze che intercorrono tra questo e punti fissi (porte, pareti, finestre…); occorrerà prestare attenzione al fatto che il cadavere possa essere stato trasportato sul posto, essendo la morte avvenuta in un luogo diverso, (ad esempio, persone annegate trasportate dalle correnti). 16 www.viviilsegreto.it/ANALISI%20SCENA%20CRIMINE.docx 18 la posizione: si dirà se il cadavere si trova supino o bocconi, se sul fianco desto o sinistro, se sia eretto, seduto, o sospeso. Va ricordato che posizioni apparentemente assurde che il cadavere assume trovano giustificazione nella rapida insorgenza della rigidità. l’atteggiamento: occorre rilevare se il cadavere si presenti rilasciato o rigido e l’atteggiamento complessivo del corpo (ad esempio quello “da lottatore” nelle morti per azioni da fiamma o per annegamento; quello della difesa del capo con arti superiori piegati, in alcune violenze contusive; quello accoccolato o raggomitolato, in caso di occultamento in spazi ristretti prima del trasporto sul luogo del rinvenimento) e delle singole parti (testa, tronco, arti, dita), se flesse o estese, se ruotate verso destra o verso sinistra. l’integrità e la conservazione: bisogna osservare se il cadavere presenta sfregi; le eventuali mutilazioni, a prescindere da quelle criminali, potranno essere chiarite dalla sede di ritrovamento dei resti. Inoltre sarà utile tenere conto dello stato di conservazione del cadavere e della temperatura del corpo per poter restringere l’orario del delitto. l’abbigliamento: dall’esame degli indumenti indossati dal cadavere si possono trarre importanti elementi che in nessuna altra sede si potranno poi rilevare a causa dei successivi spostamenti della salma che potranno alterare, tra l’altro, la disposizione dei vestiti e la compatibilità delle loro lacerazioni con le eventuali ferite presenti, o cancellare tracce quali fili d’erba, pezzi di carta, ciocche di capelli, polveri. Dai vestiti sarà possibile rilevare ad esempio macchie, liquidi, affumicature di cui dovranno essere descritte la natura, la sede e i caratteri. Particolare attenzione sarà rivolta, oltre che allo stato e alla disposizione degli indumenti, alle scarpe, ricercando, in particolare, reperti sulla suola, ai guanti, agli oggetti di ornamento e a quanto contenuto nelle tasche degli indumenti stessi. la presenza di armi o altri strumenti contusivi: sulle armi repertate andranno prelevati materiale ematico, resti di polvere da sparo, impronte digitali ed altre tracce presenti in sede di impugnazione dell’arma stessa. I bossoli delle armi automatiche e i proiettili recuperati andranno anch’essi fotografati e repertati per le successive prove identificatici. vanno inoltre osservati i cosiddetti strumenti di contenzione usati per immobilizzare la vittima quali fazzoletti, panni, corde, sciarpe, nastro adesivo, ecc… alla ricerca di eventuali macchie di sangue, alimenti rigurgitati o altre sostanze, ma non solo: nel caso ad esempio di nastro adesivo sarà possibile identificare la forma dello strappo per poterlo confrontare ad un rotolo repertato in luogo che costituirà nella maggior parte dei casi un luogo frequentato dall’assassino. le imbrattature del cadavere e le lesioni: quanto alle prime, sul cadavere possono ritrovarsi terriccio, macchie di sangue, di sperma, di orine, tracce di feci e di liquidi organici, polveri, di esse verranno specificate la sede, la diffusione e le caratteristiche. Particolare attenzione sarà rivolta al rilevamento di eventuale materiale sotto le unghie della vittima: terriccio e sabbia potrebbero 19 essere indicatori della zona in cui è avvenuto l’omicidio, mentre, in caso di colluttazione, è possibile rinvenire capelli spezzati o strappati, materiale ematico, lembi cutanei che possono farci risalire, ad esempio grazie al test del DNA, all’aggressore. Delle lesioni invece si indicherà la natura (escoriazioni, ecchimosi, ematomi…), la sede, il numero, la direzione, le dimensioni, la forma; delle ferite si descriveranno i caratteri, l’aspetto dei margini, eventualmente del fondo, e lo stato dei tessuti circostanti. Precedentemente abbiamo detto che per impronta si intende una traccia lasciata da mani, piedi, denti o qualsiasi altra parte del corpo che permette di identificare la vittima oppure il colpevole. 17 Le impronte possono essere suddivise in: a) impronte per asportazione, dovute all’allontanamento della sostanza deposta sulla superficie di un oggetto con cui si viene a contatto (es. se si toccano oggetti polverosi o verniciati di fresco); b) impronte per sovrapposizione o imbrattamento, che si lasciano appoggiando la parte del corpo insudiciata di qualche sostanza quale sudore, polvere, grasso, sangue…sulla superficie di un oggetto; c) impronte per compressione o spostamento, che si producono quando la parte poggia su un substrato cedevole (fango, sabbia, neve..) Una volta individuati gli oggetti su cui potrebbero esserci impronte (quelle invisibili si evidenziano agevolmente alla luce artificiale), questi devono essere maneggiati con cautela (ad es. prendere la bottiglia sollevandola con l’indice posto sul collo e l’altra mano sotto il fondo), mentre le impronte rinvenute su oggetti difficilmente trasportabili saranno rinvenute sulla scena del crimine, gli oggetti trasportabili saranno inviati, con adeguato imballaggio, negli appositi laboratori. Relativamente alle impronte dei piedi, occorre distinguere quelle lasciate da piedi nudi da quelle di piedi calzati: le prime sono 17 www.viviilsegreto.it/ANALISI%20SCENA%20CRIMINE.docx 20 importanti soprattutto per rilevare anomalie quali piede piatto, equino, eventuali amputazioni. Le seconde sono più frequenti, vanno isolate e riprese fotograficamente per eseguire poi le comparazioni del caso o eventuali solchi se si parla di impronte su fango, sabbia, ecc… Le impronte dei denti sono più rare a riscontrarsi, possono essere rilevate sulla cute o su alimenti di consistenza pastosa come burro, frutti, creme. Le impronte di comparazione saranno prese facendo mordere al soggetto sospettato paste di cera da cui si otterrà il calco in gesso; importanti per la comparazione sono il numero dei denti, la loro forma, la dimensione, la sede, la direzione e la disposizione. Altre impronte che è possibile rinvenire su una scena del crimine soprattutto nel caso in cui questa sia all’aperto e non in luogo chiuso, sono le impronte lasciate dagli pneumatici. In questo caso la tecnica più utilizzata è quella del solco utilizzando degli stampi in cui viene gettato del cemento: i solchi o le foto dei pneumatici saranno utili ad un’analisi in laboratorio per restringere le vetture che possono essere coinvolte nel crimine. 18 Le scene del crimine che presentano tracce di sangue spesso contengono un’abbondanza di informazioni che devono essere accuratamente repertate, fotografate e descritte. Disposizione, dimensione, forma e localizzazione di queste macchie possono essere molto utili nella ricostruzione degli eventi occorsi; si potrà infatti stabilire, con sufficiente approssimazione, la quantità di sangue versato, i movimenti compiuti dalla vittima, la posizione tra questa e l’assalitore, strisciato) l’eventuale lotta tra i due (sangue sparso, sangue l’altezza della ferita dalla quale il sangue è sgorgato, l’epoca a cui risale la macchia. Si potrà inoltre risalire all’identificazione del soggetto cui il sangue appartiene attraverso l’esame del gruppo sanguigno, ma soprattutto l’esame del DNA. Le macchie di sangue sulla vittima o sulla scena del crimine permetteranno, infine, di stabilire la loro compatibilità con le dichiarazioni dei testimoni o del sospettato. 18 www.viviilsegreto.it/ANALISI%20SCENA%20CRIMINE.docx 21 È importante soprattutto il colore delle tracce, che si presenterà rosso vivo quando il ferimento risale a poco tempo dopo l’accesso sul luogo, mentre tenderà ad assumere un colore rosso-brunastro, e quindi bruno-caffè, con il progressivo passare del tempo. Maggiore attenzione dovrà essere rivolta alla conformazione della macchia; il sangue defluito dalla ferita può presentarsi raccolto in pozze o sotto forma di spruzzi, sgocciolature o come macchie formatesi indirettamente (impronte) a causa del contatto di oggetti o parti del corpo, sporchi di sangue, con superfici varie. 19 La conformazione del contorno delle sgocciolature varia a seconda dell’altezza da cui provengono e dalla natura del substrato su cui sono cadute: se l’altezza è scarsa la macchia ha un contorno circolare, che diventa poligonale se l’altezza è maggiore (70 cm circa); agli angoli del poligono si trovano dei prolungamenti verso l’esterno che aumentano con l’aumentare dell’altezza. Se poi il sangue gocciola da due o tre metri di altezza, attorno alla macchia, ed a varia distanza da essa , si notano degli spruzzi secondari. Abbiamo poi le cosiddette macchie proiettate che si creano quando un punto da cui origina il sangue viene esposto e soggetto all’azione di una forza maggiore di quella di gravità, prodotta internamente o esternamente. Dimensione, forma e numero delle macchie risultanti dipenderà soprattutto dalla quantità di forza utilizzata per colpire il punto di origine del sangue. E infine le macchie trasferite quando si ha il trasferimento di una macchia di sangue da una superficie umida e insanguinata a una superficie secondaria. Un’immagine riconoscibile di tutta o di una parte della superficie originaria può essere osservata nella forma della macchia, come nel caso dell’impronta insanguinata di una mano o di una scarpa. 19 www.viviilsegreto.it/ANALISI%20SCENA%20CRIMINE.docx 22 Fino ad ora abbiamo parlato di repertamenti, di fotografie sulla scena del crimine, di relavazione di impronte, di fibre, di sostanze, ecc… Ma come è possibile utilizzare tutte queste tracce repertate? Oggi esistono numerosi strumenti in grado di confrontare tra loro proiettili o impronte, o ancora DNA. Gli scienziati forensi hanno anche a disposizione mezzi per poter rilevare quelle tracce che sono invisibili ad occhio nudo, è per questo che esistono particolari reagenti. Facciamo un elenco dei principali strumenti utilizzati da un investigatore forense nel suo laboratorio o sul luogo del reato. : 20Automatic Fingerprint Identification System. Dagli inizi degli anni settanta, con i primi elaboratori di calcolo, i sistemi di classificazione delle impronte digitali sono diventati sempre più facili e veloci da consultare: la vera rivoluzione è avvenuta nel 1977 con l’introduzione negli Stati Uniti dell’AFIS. Oggi l’AFIS si basa sull’impiego di scanner che acquisiscono l’immagine di un’impronta, identificano le caratteristiche delle minuzie, il loro orientamento e la posizione relativa, e permettono al computer di immagazzinare l’informazione sotto forma di uno schema geometrica registrato in digitale. Il numero minimo di punti necessari per poter affermare la compatibilità di due impronte, è 17. Non è necessario trovare impronte intere poiché un frammento contenente 17 punti di riscontro è sufficiente per l’identificazione, meno di 17 non costituiscono un’accusa attribuibile all’individuo. : 21Bloodstain Pattern Analysis. Nasce dall’analisi delle proprietà del sangue umano sotto l’aspetto biologico e fisico. Studia la viscosità e la fluidità del sangue e altri liquidi per poter stabilire il comportamento di una goccia che cade e le sue regole. Interpreta il disegno prodotto dalle macchie e dagli schizzi di sangue. Permette di ricostruire che cosa ha causato lo spargimento di sangue (tipo di arma), la posizione della vittima e dell’aggressore, la quantità di forza usata e il numero di colpi. Consente inoltre di stabilire se l’aggressore è mancino o destrimano, e se può essere stato schizzato del sangue durante il delitto. 20 http://www.profilecrime.it/IMPRONTE1.htm 21 www.istituto-meme.it/pdf/tesi/guerzoni-2008.pdf 23 : 22 Combined DNA Index System. Come per il sangue e le impronte digitali, non è sufficiente nemmeno per il DNA conoscerne le caratteristiche, raccoglierlo correttamente o avere la competenza nelle procedure di laboratorio per esaminarlo, se non si possiede una banca dati per il confronto. A questo scopo gli Stati Uniti hanno studiato un database criminali stico del DNA il cosiddetto CODIS. L’Italia non ha ancora adottato questo sistema, ma le nazioni che lo utilizzano, oltre alle impronte, prelevano al sospettato anche un campione di saliva con uno spazzolino per estrarre il profilo genetico. L’utilizzo del CODIS prevede l’inserimento di un profilo di DNA da parte di due operatori distinti in tempi diversi, il check dei dati automatico da parte del software e la trasmissione dell’informazione nel database da parte di un terzo operatore che verifica di nuovo i dati. Questo strumento prevede soltanto di ricavare il sesso come informazione genetica senza il rischio della privacy. : 23 Ѐ una speciale lampada d'onda variabile, regolabile dall'ultravioletto all'infrarosso, utilizzata per rivelare o migliorare la visualizzazione e la ricerca di particolari tracce (fluidi biologici, impronte, fibre, residui di sparo ecc). A seconda della tipologia di prove cercate, è necessario impostare un lunghezza d’onda specifica e indossare occhiali “neutri”, gialli, arancioni o rossi. Il crime scope inoltre è utilizzato soprattutto per la ricerca di impronte digitali su superfici porose e non porose, liquidi corporei, 22 http://www.ejpd.admin.ch/ejpd/it/home/themen/sicherheit/ref_personenidentifikation/ref_dnaprofile/ref_die_datenbank.html 23 L. Garofano, Delitti Imperfetti Atto I e Atto II, Marco Tropea Editore, pag. 348 24 danni sulla cute (morsi, tatuaggi, timbri), impronte di scarpe, residui di polvere da sparo, frammenti di ossa umane, droghe, fibre, capelli e vernici. : 24 si tratta di un test per la diagnosi generica di sangue. Si basa sull’uso di piccoli tamponcini impregnati di una sostanza, sotto forma di pratiche striscette utilizzate normalmente in diagnostica, per la ricerca di sangue occulto nelle urine. La presenza di sangue è indicata dal passaggio da un giallo a un blu-verde intenso. : 25Integrated Ballistic Imaging System. Si tratta di un sistema totalmente automatizzato in grado di archiviare, ricercare e confrontare tutte le informazioni tecniche e investigative sui bossoli e I proiettili raccolta sulla scena del crimine, oppure ottenuti sperimentalmente con armi sequestrate. Luminol: è un composto chimico utilizzato dalla Polizia Scientifica per rilevare il sangue e dai biologi per la ricerca di tracce si sangue anche se in minima quantità. Si tratta di un test per la diagnosi generica di sangue, particolarmente idoneo per tracce datate e/o lavate. La presenza di sangue è rivelata da una caratteristica luminescenza blu elettrico, molto fugace e apprezzabile soltanto in condizioni di completa oscurità. : 26è utilizzato per determinare e rilevare tracce di sangue, anche lavate o rimosse e ormai datate. Usando la proprietà naturale della luminescenza, diventa luminescente reagendo con una particolare sostanza, il perossido di idrogeno. Il colore del luminol che reagisce è blu e dura circa 30 secondi e necessita, per essere rilevato, della quasi totale oscurità. 24 25 26 Garofano, op. cit., pag. 348 http://www.tsnlecce.it/doc/balistica_forense.pdf Garofano, op. cit., pag. 350 25 : speciale tampone dotato di una particolare sostanza adesiva che, premuto sulla pelle o sui tessuti, asporta tutte le particelle presenti. Viene utilizzato nella ricerca di residui di sparo. 26 Bibliografia Faggioli, A., Ghirardini, A. (2007) Computer Forensics, APOGEO srl, Milano Fletcher, C. (2010) Sulla scena del crimine, Einaudi, Torino Garofano, L. (2006) Delitti imperfetti atto I e atto II, Marco Tropea editore, Milano Lucarelli, C., Picozzi, M. (2009) Scena del crimine, storie di delitti efferati e di investigazioni scientifiche, Mondadori, Milano Lucarelli, C., Picozzi, M. (2009) Tracce criminali, storie di omicidi imperfetti, Mondadori, Milano Marra, R. (2007) Stato, Costituzione, Cittadini, Zanichelli, Bologna Siti Web http://www.periziescientifiche.com/chisono.htm http://it-it.abctribe.com/attualit%C3%A0/balistica_forense_la_storia/_art_2727 http://www.perizieforense.com/ http://www.sulpm.it/sulpm/aggiornamenti_professionali/dattiloscopia.htm http://www.studiogalileosas.com/index_file/Dattiloscopia.htm http://www.diritto.it/art.php?file=/archivio/23745.html http://www.wikipedia.it 27