Solo pochi anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale, Simone

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Solo pochi anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale, Simone
de Beauvoir, anche grazie alla sua frequentazione della letteratura antropologica, affermava “donna non si nasce, lo si diventa”. Questo lavoro
sposta l’attenzione sulla complessa relazione tra corpo e generi che vengono analizzati, nelle loro implicazioni dialettiche e conflittuali, come costruzioni socioculturali. L’antropologia ha da tempo ribadito che corpi e
generi non sono essenze riconoscendo altresì l’impossibilità di una postura
neutrale che prescinda dal confronto con meccanismi di dominazione rispetto ai quali non basta dirsi donna. Gli itinerari etnografici qui tracciati –
muovendo dall’esemplarità negativa dello stupro genocidario rwandese
che decostruisce il corpo sessuato, raccontando le soggettività dei pagne
“autenticamente africani”, denunciando l’ipocrisia della chirurgia estetica
intima femminile, evidenziando i bisogni di risignificazione dei corpi tatuati
per approdare al “tempo incerto” della menopausa nella migrazione –
conducono a reinterrogare la disciplina antropologica e le sue pratiche anche nel rapporto, tutt’altro che lineare, con i femminismi.
Michela Fusaschi insegna Antropologia Culturale e Sociale all’Università Roma Tre, dipartimento di Scienze Politiche. È stata visiting professor
all’ENS di Lione e all’Unatek di Kibungo in Rwanda. Da anni impegnata sul
campo in Africa sub-sahariana e in Italia sui temi dell’antropologia politica
e delle identità, anche rispetto alla costruzione sociale del corpo e del genere. Autrice di numerose pubblicazioni, in Italia e all’estero, tra le quali ricordiamo: Corporalmente corretto. Note di antropologia (Roma, 2008,
Premio della giuria Feudo di Maida), Rwanda: etnografie del post-genocidio (a cura di, Roma, 2009), Hutu-Tutsi. Alle radici del genocidio rwandese
(Torino, 2000, Premio Iglesias), I segni sul corpo. Per un’antropologia delle
modificazioni dei genitali femminili (Torino, 2003, Premio Amelia Rosselli),
Quando il corpo è delle Altre. Retoriche della pietà e umanitarismo spettacolo (Torino, 2011, segnalazione della giuria Premio Costantino Nigra).
Fotografia di copertina:
Giovanni Marrozzini
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