LO SCRIGNO DI PROMETEO COLLANA DI DIDATTICA, DIVULGAZIONE E STORIA DELLA FISICA Direttore Ettore G Università degli Studi di Milano Piero Caldirola International Centre for the Promotion of Science Comitato scientifico Sigfrido B Università degli Studi di Pavia Giovanni F Università degli Studi di Ferrara Marco Alessandro Luigi G Università degli Studi di Milano LO SCRIGNO DI PROMETEO COLLANA DI DIDATTICA, DIVULGAZIONE E STORIA DELLA FISICA La conoscenza completa delle leggi fisiche è la meta più alta a cui possa aspirare un fisico, sia che essa abbia uno scopo puramente utilitario. . . sia che egli vi cerchi la soddisfazione di un profondo bisogno di sapere e la solida base per la sua intuizione della natura. Max P La Fisica ha come scopo capire il rapporto tra l’uomo e la natura, non solo da un punto di vista scientifico, ma anche filosofico, e ha cambiato in modo irreversibile la nostra vita tramite le sue ricadute tecnologiche. La spiegazione e la divulgazione dei concetti che stanno alla sua base, dati quasi per scontati, ma lungi dall’essere noti o compresi da molti, e l’evoluzione delle tecniche sperimentali, che hanno permesso di scoprire le leggi che regolano i fenomeni naturali e delle teorie via via elaborate, sono perciò argomenti di studio e riflessione di rilevanza primaria. Questa collana si rivolge a chi abbia desiderio di approfondire o discutere questi temi ed è aperta a chi voglia collaborarvi con contributi originali. Dario Antonino Russo La luce e la geometria Einstein e la teoria della relatività Prefazione di Silvio Bergia Copyright © MMXIV ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] via Raffaele Garofalo, /A–B Roma () ---- I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: settembre Dedico questo libro a mia madre Indice Prefazione Introduzione Parte I La vita e il pensiero di Albert Einstein Capitolo I Vita e opere di Einstein I... Infanzia e prima giovinezza (–), – I... Dal matrimonio con Mileva Marič all’ingresso e all’affermazione nella comunità scientifica (–), – I... Praga, nuovamente Zurigo e infine Berlino (–), – I... Gli Stati Uniti e l’ultima fase della vita di Einstein (–), . Capitolo II La concezione einsteiniana della fisica I... Scienza e filosofia, – I... Introduzione agli indirizzi e ai problemi filosofici che hanno influenzato la ricerca di Einstein, – I... Il pensiero e la realtà fisica, – I... La teoria fisica e i suoi rapporti con l’esperienza, . Parte II La relatività ristretta Capitolo I Meccanica e geometria II... La meccanica, – II... La geometria e l’evoluzione del concetto di spazio, . Indice Capitolo II Elettromagnetismo, luce ed etere II... L’elettromagnetismo, – II... La luce e l’etere, . Capitolo III La relatività ristretta () II... Elettromagnetismo, critica della meccanica e relatività: Einstein fino al , – II... Asimmetrie dell’elettrodinamica, quiete assoluta e principio di relatività, – II... Il problema del tempo, – II... Trasformazioni di Lorentz e composizione delle velocità, – II... Massa ed energia, – II... Le prime reazioni alla relatività e le innovazioni di Hermann Minkowski, . Capitolo IV Verifiche e conseguenze della relatività ristretta II... Verifiche della relatività ristretta, – II... Atomismo, meccanica quantistica e relatività, – II... La meccanica quantistica relativistica, – II... L’equivalenza di massa ed energia (E = mc ) e l’esplorazione del nucleo, – II... La conferma della dilatazione del tempo: i muoni, – II... Gli acceleratori di particelle, . Parte III La relatività generale Capitolo I Cosmologia e gravitazione prima di Einstein III... L’Antichità e il Medioevo, – III... La rivoluzione copernicana e la nascita dell’astronomia moderna, – III... Newton e la gravitazione universale, – III... Pianeti, anomalie, paradossi e teorie cosmologiche tra XVIII e XIX secolo, . Capitolo II La teoria della relatività generale ( – ) III... Sistemi di riferimento non inerziali ed equivalenza tra massa inerziale e massa gravitazionale, – III... Il cammino di Einstein verso la teoria della gravitazione, – III... L’articolo I fondamenti della relatività generale, parte A: considerazioni fondamentali sul postulato di relatività, – III... L’articolo I fondamenti della relatività generale, parte B: i metodi matematici della nuova teoria, – III... L’articolo Indice I fondamenti della relatività generale, parte C: la teoria gravitazionale di einstein, – III... L’articolo I fondamenti della relatività generale, parti D ed E: fenomeni “materiali” e applicazioni della teoria, . Capitolo III Elementi di cosmologia relativistica III... I fondamenti della cosmologia einsteniana, – III... Alcune fondamentali applicazioni astrofisiche della relatività generale, – III... Modelli cosmologici relativistici, – III... Altri aspetti della cosmologia contemporanea tra relatività generale e teoria quantistica. Teorie gravitazionali alternative, . Bibliografia Prefazione Vorrei tanto che, anziché una prefazione, quanto segue fosse un messaggio promozionale diretto a potenziali lettori: perché la prima cosa che mi vien fatto di dire su questo libro è che ne raccomando caldamente la lettura. A chi? Ai fisici, per cominciare. Sì, perché, anche se non ha il taglio di un trattato su un capitolo specifico della disciplina e non intende presentare un quadro organico della matematica che lo sottende, fornisce una visione dettagliata e articolata dei contenuti essenziali, delle modalità di sviluppo e delle corroborazioni osservative e sperimentali di due dei contributi basilari dati da Einstein alla fisica del ventesimo secolo: la relatività ristretta e la relatività generale. E io credo che buona parte dei docenti e/o ricercatori di fisica maturino col tempo un interesse per il retroterra storico e genericamente culturale della loro disciplina. Come pure credo che il libro possa, per buoni motivi, tornar utile sia a studenti di fisica sia ai professori di liceo che la insegnano e ai loro alunni. Ma anche ad altri, credo: a chi abbia scelto di dedicare una quota consistente del suo tempo libero ad un approfondimento culturale. Un momento: una cinquantina d’anni fa Charles Snow metteva nero su bianco la difficoltà a parlarsi — intendersi e apprezzarsi reciprocamente — tra scienziati e umanisti nel suo celebre saggio Le due culture. E credo che ancora oggi la maggioranza dei secondi riservi il termine alla propria e, in ogni caso, mantenga un interesse limitato per l’altra. Ma credo anche che una quota consistente di essi gradirebbe potersi appropriare del contenuto di capitoli cruciali delle varie discipline scientifiche. Cosa che, per la carenza di un’organica preparazione di base, non potrebbe essere conseguita tramite la lettura di scritti di carattere puramente tecnico. E che questo libro può provvedere. Anche perché è costruito in modo da far comprendere contenuti essenziali e modalità di sviluppo senza far ricorso a formalismi esoterici. Prefazione A questo aggiungo qualcosa di assolutamente specifico: il primo capitolo del libro, Vita e opere di Einstein, dedica ad esse quasi una cinquantina di pagine. E se è vero che ricorda via via i suoi studi, i suoi scritti e le tappe della sua carriera scientifica, lo fa perché caratterizzano di fatto periodi e momenti della sua vita, ma non ne esplicita i contenuti, cosa che sarà affrontata nei capitoli successivi. Il capitolo consiste, di fatto, in una biografia personale di Einstein, la più ampia e dettagliata di tutte quelle di cui sono venuto a conoscenza nella mia vita; e la sua lunghezza ci dice di per sé che sarà estremamente ricca. Ma non lo è solo di dettagli: essa avvince perché corredata da annotazioni rilevanti concernenti una dovizie di rilievi, che vanno da un approfondimento inconsueto dell’evoluzione del carattere di Einstein e delle sue vicende familiari ad annotazioni sugli ambienti culturali e sociali in cui si trovò ad operare e alle sue prese di posizione riguardo a schieramenti politici ed eventi bellici. E il taglio è tale che finisce per avvincere come un romanzo. Dopo queste premesse di carattere generale passo alla sintetica discussione della struttura complessiva del libro delineata nell’Introduzione. Il libro è suddiviso in nove capitoli, ma l’autore, opportunamente, lo dice suddiviso in tre parti: la prima, accanto al capitolo che ho appena tratteggiato, ne contiene un secondo, dedicato a quella che egli chiama la visione che Einstein aveva della conoscenza scientifica, capitolo che, prima di presentarla, deve naturalmente provvedere un’adeguata discussione delle connotazioni che hanno caratterizzato varie visioni epistemologiche. Per poi delineare i tratti essenziali di quella einsteiniana. Che, come scrive l’autore, non criticava, nell’empirismo e nel positivismo, l’appello all’esperienza, ma la carenza di un carattere creativo che non poteva essere confinato ai fatti conosciuti. La seconda parte è dedicata alla relatività ristretta, ed è suddivisa, ci dice ancora l’autore, in quattro capitoli: i primi due dedicati a delineare il retroterra remoto e recente col quale si doveva confrontare Einstein. Nel primo troviamo una ricostruzione degli sviluppi della geometria e della meccanica dall’antichità classica ai tempi moderni; in una cinquantina di pagine in cui, per la prima volta nel libro, compaiono formule (una quindicina; e di facile lettura). E la trentina di pagine del secondo non si limita — come, per modestia, accenna l’autore — a esporre alcuni concetti dell’elettromagnetismo, ma ne Prefazione ricostruisce in dettaglio lo sviluppo complessivo col quale si sarebbe confrontato Einstein. L’esposizione è qualitativa, con lodevoli eccezioni, come quella che riguarda le trasformazioni di Lorentz, ma ritengo possa risultare estremamente utile come sfondo per un’efficace didattica (a vari livelli), sia per chi sia chiamato a informare e formare sia per chi sia chiamato a recepire il messaggio. Il primo della seconda coppia di capitoli, dopo una lunga premessa che inquadra con efficacia il percorso creativo einsteiniano, dedica un’attenzione particolare a quanto di estremamente originale e concettualmente rilevante Einstein dedicò alla nozione, o concetto, di tempo e, in specifico, alla sincronizzazione dgli orologi, per poi fornire una precisa informazione sulle conseguenze cinematiche della teoria, corredata dal formulario necessario presentato in termini accessibili alle classi di lettori che ho provato inizialmente a individuare. Non nascondo la soddisfazione che ho provato constatando che viene dato spazio — cosa non frequentissima — anche al secondo articolo sulla relatività ristretta pubblicato da Einstein nello stesso anno ; articolo che compiva il passo fondamentale verso le formula più famosa della fisica, la E = mc . Come scrive l’autore in apertura del secondo capitolo della coppia, “la relatività ristretta ha avuto un successo sperimentale enorme ed è oggi sostenuta da una grandissima quantità di risultati empirici che ne hanno fatto, insieme alla meccanica quantistica (la teoria che ha permesso di comprendere il mondo microscopico, atomico, nucleare e subnucleare) uno dei contesti teorici più produttivi della scienza contemporanea quanto a efficacia nella descrizione e predizione dei fenomeni naturali.” E il capitolo affonta questa tematica con una non comune ampiezza di vedute: non si limita infatti a nominare e resocontare gli esperimenti standard usualmente riportati per fornire una lista delle più dirette corroborazioni della cinematica e della dinamica relativistiche, ma ricorda, con ampiezza di vedute, quanto fu via via elaborato a partire dalla presa d’atto che anche la meccanica quantistica doveva necessariamente fare i conti con la cinematica e la dinamica relativistiche, cosa che portò Oskar Klein e Walter Gordon e successivamente Paul A. M. Dirac a introdurre le equazioni d’onda che portano il loro nome. E non manca di ricordare, riguardo ai fenomeni retti dalla formula famosa che chiude il capoverso precedente, i primi essenziali passi verso la fissione Prefazione nucleare. C’è di più: l’autore non trascura, come spesso accade in resoconti su questo soggetto, che gli acceleratori di particelle, in quanto le portano a velocità confrontabili con quelle della luce, sono necessariamente, per così dire, macchine relativistiche. E passo alla terza parte, e ai tre capitoli in cui è suddivisa. Che è dedicata alla relatività generale, ma che inizia con un capitolo che contiene una storia della cosmologia scientifica e delle teorie gravitazionali che hanno preceduto Einstein. Quale la ragione? L’autore ci ricorda subito, al proposito, che la relatività generale reca questo nome in quanto contempla l’estensione del principio di relatività ai sistemi di riferimento non inerziali, ma che il suo contenuto fisico diretto sta nel fatto che ha dato luogo alla formulazione di una nuova teoria della gravitazione, che, come giustamente egli sottolinea, ha reso possibile un decisivo rinnovamento degli studi cosmologici. Il capitolo, peraltro, come del resto dicevo a proposito della geometria e della meccanica, ci fornisce di per sè un quadro circostanziato degli sviluppi in questione dall’epoca della Grecia classica alla rivoluzione copernicana e alla teoria gravitazionale di Newton, per poi passare a una rassegna dei progressi ottenuti da astronomia e cosmologia nel corso dell’Ottocento. Il capitolo che affronta esplicitamente la teoria della relatività generale, dopo una breve premessa che sottolinea il ruolo del cosiddetto principio d’equivalenza, dedica un lungo paragrafo al tortuoso e arduo cammino di Einstein verso la costruzione della teoria e il paragrafo successivo all’analisi del suo fondamentale saggio del , che l’autore chiama efficacemente riepilogativo. Egli ha ritenuto necessario, a questo punto, entrare in qualche dettaglio circa le nozioni matematiche impiegate da Einstein, specificamente riguardo alle geometrie non euclidee e alla geometria differenziale in generale. Con un taglio particolare, in quanto ne fornirà un congruo resoconto storico dopo l’analisi formale. A parte questo aspetto, mi sembra il caso di sottolineare che il capitolo, nella sua parte centrale, viene meno all’atteggiamento seguito generalmente nel libro, mirante a far comprendere lo sfondo matematico di quanto discusso senza ricorrere a nozioni che richiedono al lettore una formazione specifica. Nell’ultimo dei tre capitoli l’autore conduce un’ampia analisi degli sviluppi teorico–matematici e osservativi della cosmologia dopo l’avvento della relatività generale. Congruo punto di partenza è la Prefazione formulazione da parte di Einstein, nel , di un primo modello cosmologico relativistico–generale; congruo in quanto vi si colgono i prodromi per sviluppi rilevanti Assunta una distribuzione casuale dei corpi celesti, descritta in termini di un fluido omogeneo, egli proponeva un universo statico, finito e senza frontiera, l’ultima condizione essendo soddisfatta concependone lo spazio come la superficie di un’ipersfera. Che in assenza di una pressione interna — chiamiamola così — collasserebbe. Da qui la necessità, da parte di Einstein, di introdurre un termine, una costante Λ, un “termine cosmologico”, nelle equazioni del campo gravitazionale. I dati osservativi accumulati negli anni venti, culminati con la formulazione della legge di Hubble (), stabilirono, in via definitiva, che l’universo è in espansione. Di qui l’abbandono, da parte di Einstein, dell’idea della staticità e (per il momento, come vedremo) della costante cosmologica. Il capitolo prosegue con una parentesi riguardante due soggetti importanti: i buchi neri e le onde gravitazionali. Circa i primi, tracciando una sintesi storica degli studi del collasso gravitazionale, prodotto ultimo dell’evoluzione delle stelle, che, al variare della loro massa, le conduce alla condizione di nana bianca, stella di neutroni o, per l’appunto, buco nero. Con un cenno doveroso agli studi di Stephen Hawking che lo portarono a mostrare che un buco nero irradia secondo la legge di Planck, cioè come un corpo nero. Circa le onde gravitazionali, previste dalla teoria relativistico–generale della gravitazione, l’autore ricorda, opportunamente, che ne sarebbe stata scoperta l’emissione da parte di una pulsar facente parte di un sistema binario. Chiusa questa importante parentesi, l’autore ritorna allo sviluppo della cosmologia teorica che fece seguito alla scoperta dell’espansione dell’universo. Già nel il matematico russo Aleksandr Friedmann, risolvendo le equazioni di Einstein senza costante cosmologica, ne aveva trovato due soluzioni, descriventi l’una un universo in espansione, l’altra in contrazione. Indipendentemente da lui, il cosmologo belga Georges Lemaître, nel , era arrivato alla concezione di un universo in espansione, cui associava una sua visione evolutiva a partire dalla disintegrazione di un “atomo primordiale” che ne riuniva in sé tutta l’energia-materia. Il cammino della teoria stava quindi convergendo con quello delle osservazioni. E avrebbe fatto grandi passi in avanti, dall’ipotesi del Big Bang caldo — che Prefazione dava corpo all’ipotesi di Lemaître — nel cui contesto fu formulata la predizione della radiazione cosmica di fondo, che sarebbe stata riscontrata nel e ratificata nel dalla sonda COBE (Cosmic Background Explorer), a quella di un’espansione accelerata dell’Universo, che comportò la ripresa in considerazione della costante cosmologica Λ. Che sarebbe stata poi richiesta anche dalla cosiddetta ipotesi inflazionaria, formulata nel dallo statunitense Alan H. Guth, la cui denominazione deriva dalla presa in considerazione di una fase iniziale di espansione esponenziale. L’autore conclude il capitolo proponendo una breve rassegna di tematiche che da tempo sono oggetto di molteplici riflessioni e studi: l’esistenza, e il ruolo, di materia ed energia oscure, nonché la gravità quantistica e la teoria delle stringhe. Finisco il discorso sul capitolo sottolineando che, nel corso della trattazione degli sviluppi della relatività generale, l’autore ha puntualizzato momenti chiave riguardanti quelle che nel linguaggio comune possono chiamarsi le fortune della teoria. Egli menzionava, già nel capitolo biografico, i primi due grandi successi einsteiniani: la verifica che le modifiche alla teoria newtoniana da essa prodotte comportavano l’esatta valutazione dell’ammontare della precessione anomala del perielio di Mercurio, riscontrata da lungo tempo; e, cosa che poté avvenire solo alla fine del primo conflitto mondiale, quella, riscontrata nell’occasione di una eclisse totale del Sole, della deviazione provocata dalla massa solare dei raggi luminosi provenienti da una stella. Evento che non solo costituì l’atto di nascita del mito einsteiniano, ma, posto che la previsione dell’evento si doveva a uno scienziato “tedesco” e il riscontro a uno inglese (Arthur Edington), una parte notevole dell’opinione pubblica mondiale vide nella cosa il segno che la scienza poteva riaffratellare gli uomini. L’episodio contribuì in modo rilevante alla nascita del mito di Einstein. Nell’ultimo capitolo l’autore ricorda, giustamente, che «ancora negli anni quaranta [. . . ] la relatività generale appariva una teoria che, pur ammirata per la sua perfezione formale e coltivata da un numero di grandi scienziati da essa affascinati, suscitava comunque scarso interesse in una comunità scientifica che era in gran parte impegnata nello sviluppo della fisica nucleare e delle particelle elementari». Ma, egli sottolinea, dalla fine degli anni Cinquanta fino alla metà degli anni Settanta, la teoria, come risulta dall’analisi condotta nell’ultimo Prefazione capitolo, «fu al centro dell’interesse di numerosi fisici teorici e matematici che spinsero molto in avanti, anche grazie al supporto di evidenze sperimentali sempre più consistenti che nel frattempo si erano finalmente accumulate, la conoscenza dei sistemi astrofisici e della cosmologia». Per finire, passo a connotazioni specifiche sugli aspetti — e pregi — generali del libro. Che fornisce un robusto inquadramento complessivo e un approfondimento minuzioso di tutti gli argomenti affrontati, sia per quanto riguarda la ricostruzione storica, basata su una più che ampia bibliografia, che per l’impostazione in termini tecnici e l’efficacia didattica. Ed esprimo all’autore la mia ammirazione per l’approfondimento delle varie tematiche storiche e la ricchezza della documentazione. Silvio B