TEATRO STABILE DELL’ UMBRIA
075 575421
http://www.teatrostabile.umbria.it
Via del Verzaro, 20 _ 06123. Perugia
UFFICIO STAMPA
roberta rem 06 3203724 _ 338 3809022 _ [email protected]
francesca torcolini _ SEDE _ 075 57542209 _ [email protected]
S T AG I O N E T E AT R AL E 20 15- 2 0 16
ufficio stampa roberta rem 338 3809022 | 06 3203724 | [email protected]
comunicato stampa con preghiera di cortese pubblicazione e diffusione
EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE TEATRO STABILE DELL’UMBRIA TEATRO STABILE DEL VENETO
PRESENTANO
7 MINUTI
DI STEFANO MASSINI
UNO SPETTACOLO DI ALESSANDRO GASSMANN CON OTTAVIA PICCOLO
IN TOURNÉE DALL’11 FEBBRAIO AL 5 APRILE 2016
11
ATTRICI per gli undici personaggi di 7 MINUTI di Stefano Massini. Undici personaggi che compongono il
Consiglio di Fabbrica, al centro della vicenda: Ottavia Piccolo BIANCA, operaia specializzata portavoce delle
altre. Accanto a lei, in ordine di apparizione, Eleonora Bolla SABINA, operaia al reparto tinte - “se potessi
morderei il mondo”, Paola Di Meglio OLIVIA, operaia da 30 anni al reparto cardatura - sigarette e pensieri,
Silvia Piovan ARIANNA, operaia al reparto cardatura - “il mio lavoro è tutto”, Balkissa Maiga FATOU, operaia
specializzata - la paura vera, Cecilia Di Giuli RACHELE, operaia ai telai - forti braccia tatuate, Olga Rossi
ANETA 34 anni, impiegata - “io non scappo”, Stefania Ugomari Di Blas MIRELLA, operaia ai telai - tante paure,
Arianna Ancarani LORENA, operaia al reparto tinte - la partecipazione, Giulia Zeetti SEVGI, operaia al reparto
filati - “non chiedermi nulla”, Vittoria Corallo SOFIA, impiegata - la concretezza dei numeri.
L
O
S
P
E
T
T
A
C
O
L
O
È
U
N
A
T
T
O
U
N
I
C
O
D
I
U
N
’
O
R
A
E
M
E
Z
Z
A
L
a vicenda, quanto mai attuale, che è il nucleo di 7 MINUTI , è ispirata ad una storia vera e sembra aver
esercitato un eguale potere sia su Stefano Massini, sia su Alessandro Gassmann, a giudicare dalle prime
righe delle loro note.
“
Ecco come esordisce l’Autore:
Ci sono storie che ti vengono a cercare. Sembra che facciano davvero di tutto per essere raccontate, per
essere scritte.”.
E così il Regista:
“
7 MINUTI di Stefano Massini, basato su un episodio realmente accaduto in una fabbrica francese è, in questo
passaggio storico, il testo che andavo cercando.”.
Per il suo spettacolo, Gassmann ha chiesto a Gianluca Amodio, lo scenografo, e a Lauretta Salvagnin,
la costumista, un’ambientazione e un’immagine realistiche: l’azione si svolge nello spogliatoio della fabbrica,
un tavolo, sedie scompagnate, lungo le pareti gli armadietti delle dipendenti, che sopra agli abiti di tutti i giorni
portano i grembiuli da lavoro. Marco Palmieri ha disegnato luci che descrivono il passare del tempo. Il tema
musicale originale e gli ambienti sono di Pivio & Aldo De Scalzi. Le videografie di Marco Schiavoni evocano
gli esterni della fabbrica e, a tratti, danno forma ai pensieri e alle emozioni taciute dei personaggi. Emanuele
Maria Basso è il collaboratore alla regia.
Nelle mani di Ottavia Piccolo e in quelle delle sue comprimarie la responsabilità di dare vita a queste donne,
nostre contemporanee, che formano il Consiglio di Fabbrica al centro dell’azione in questo testo. Undici donne
in balia della paura di perdere il lavoro, costrette ad uno sforzo eroico di raziocinio, determinate a non cedere
alla legge della necessità che la Dirigenza della loro fabbrica tenta di usare come strumento di un tacito ricatto,
per offuscare la loro dignità e indebolire i diritti acquisiti.
1
TEATRO STABILE DELL’ UMBRIA
075 575421
http://www.teatrostabile.umbria.it
Via del Verzaro, 20 _ 06123. Perugia
UFFICIO STAMPA
roberta rem 06 3203724 _ 338 3809022 _ [email protected]
francesca torcolini _ SEDE _ 075 57542209 _ [email protected]
S T AG I O N E T E AT R AL E 20 15- 2 0 16
La questione del lavoro nella sua radicalità domina il nostro presente e ha spinto Massini a scrivere questo
documento lucido e essenziale, che Gassmann ha voluto mettere in scena, creando uno spettacolo di forte
tensione morale e di sentita partecipazione.
Ottavia Piccolo, ancora una volta al centro di un lavoro di Massini, con il quale collabora da più di dieci anni,
ha affrontato come sempre con appassionata adesione il suo personaggio, trovando in Gassmann, che
incontra per la prima volta, la condivisione di un’intesa artistica ed etica.
7
MINUTI, pubblicato da Einaudi a gennaio 2015, è l’ultimo testo teatrale scritto da Stefano Massini, che nel
2013 ha ricevuto il Premio Ubu Speciale 2013, “Per il complesso della sua drammaturgia.”.
Questa, diretta da Gassmann, è la prima messinscena del dramma e ha debuttato in prima assoluta nella
scorsa Stagione teatrale, il 20 novembre 2014, all’Arena del Sole di Bologna, per poi girare fino a tutto marzo
2015, bene accolta da critica e pubblico. L’impronta sincera e coinvolgente del testo, la dinamicità dei dialoghi
e la vivezza dei personaggi hanno colpito anche Michele Placido che ha pensato ad un adattamento
cinematografico e ne ha scritto la sceneggiatura insieme a Massini. Nel film, diretto da Placido, la vicenda si
svolge in una storica fabbrica di Latina e Ottavia Piccolo mantiene il suo personaggio della versione teatrale.
Le riprese sono terminate alla fine del Dicembre scorso.
LA TOURNÉE 2016:
Cesena, Teatro Bonci, dall’11 al 14 febbraio
Roma, Teatro Argentina, dal 16 al 21 febbraio
Milano, Teatro Strehler, dal 23 al 28 febbraio
Thiene, Teatro Comunale, dall’1 al 3 marzo
Treviso, Teatro Comunale, dal 4 al 6 marzo
Lugano, Sala Teatro LAC, 8 e 9 marzo
Castiglione delle Stiviere, Teatro Sociale, 10 marzo
Mestre, Teatro Toniolo, dall’11 al 13 marzo
Rovigo, Teatro Sociale, 15 marzo
Copparo, Teatro De Micheli, 16 marzo
Bolzano, Teatro Comunale, dal 17 al 20 marzo
Pergine Valsugana, Teatro Comunale, 21 marzo
Faenza, Teatro Masini, dal 22 al 24 marzo
Piombino, Teatro Metropolitan, 29 marzo
Santa Croce sull’Arno, Teatro Verdi, 30 marzo
Colle Val d’Elsa, Teatro del Popolo, 31 marzo
Città di Castello, Teatro degli Illuminati, 1 aprile
Gubbio, Teatro Comunale, 18 febbraio
Macerata, Teatro Lauro Rossi, 3 e 4 aprile
Maiolati Spontini, Teatro Gaspare Spontini, 5 aprile
NOTE DI REGIA
“7 minuti” di Stefano Massini, basato su un episodio realmente accaduto in una fabbrica francese è, in
questo passaggio storico, il testo che andavo cercando. Parliamo di lavoro, di donne, di diritti, lo faremo
dando voce ed anima a undici protagoniste operaie che ci permetteranno di raccontare con le loro diverse
personalità̀ , le paure per il nostro futuro e per quello dei nostri figli, le rabbie inconsulte che situazioni di
precarietà̀ lavorative possono scatenare, le angosce che il mondo del lavoro dipendente vive in questo
momento. Il linguaggio di Massini è vero, asciutto, credibile, coinvolgente, molto attento e preciso nel
descrivere i rapporti ed i percorsi di vita di undici donne, madri, figlie, tutte appunto diverse tra loro, ma
capaci di raccontarci una umanità̀ che tenta disperatamente di reagire all’incertezza del futuro. Ottavia
Piccolo, Bianca, rappresenterà̀ , tra questi undici caratteri, la possibilità̀ di resistenza, il tentativo di far
prevalere nel caos la logica, la giustizia, una sorta di “madre coraggiosa” che tenta di indicare una via
alternativa. Il disegno registico, come mia abitudine, si concentrerà̀ sul tentativo di dare verità̀ a queste
anime, descrivendone, in una scenografia iperrealista, tutte le diversità̀ , emozioni, incomprensioni, tentando,
come sempre, di amplificare le emozioni già̀ presenti nel testo. Il teatro può davvero essere luogo di
denuncia senza mai rinunciare alla produzione di emozioni, questo ho fatto finora e continuerò̀ a fare con “7
minuti”.
“Ad Angelo M.”
Alessandro Gassmann
2
TEATRO STABILE DELL’ UMBRIA
075 575421
http://www.teatrostabile.umbria.it
Via del Verzaro, 20 _ 06123. Perugia
UFFICIO STAMPA
roberta rem 06 3203724 _ 338 3809022 _ [email protected]
francesca torcolini _ SEDE _ 075 57542209 _ [email protected]
S T AG I O N E T E AT R AL E 20 15- 2 0 16
NOTE DELL’AUTORE
7 MI N U T I
(Consiglio di Fabbrica)
“QUESTO TESTO TEATRALE È ISPIRATO A UNA STORIA VERA”
Nel 1954, negli Stati Uniti, Reginald Rose metteva il proverbiale dito nella piaga della società americana
scrivendo per Studio One “Twelve angry men”. A distanza di 60 anni, credo che qui, in Europa, in piena crisi
economica, il dito nella piaga possa e debba riguardare il mondo del lavoro. Di più: l’etica stessa del
lavoro.L’arrabbiatura di Rose oggi infiamma ben altri scenari. Forse un consiglio di fabbrica.
Forse undici operaie intorno a un contratto da rinnovare.
Ci sono storie che ti vengono a cercare. Sembra che facciano davvero di tutto per essere raccontate, per
essere scritte. Una di queste ha raggiunto e conquistato me, ed ha a che fare con le operaie tessili di
Yssingeaux, nell’Alta Loira. Il fatto di cronaca risale al gennaio 2012, e ha riempito i giornali d’Oltralpe: d’altra
parte poteva passare inosservato quel braccio di ferro così spietato fra le dipendenti – tutte donne – di uno
dei massimi colossi industriali francesi e i nuovi dirigenti subentrati al controllo? La storia delle operaie di
Yssingeaux mi ha dato la caccia per vari mesi. Non potevo aprire un quotidiano o cliccare su una web-page
senza trovarmi di nuovo davanti quei visi femminili, assortiti di ogni età̀ , impegnate in una difesa epica –
antica eppure modernissima – della propria dignità̀ di lavoratrici. Ma in quale modo raccontare in teatro tutto
questo? Il pretesto me l’ha fornito, come sempre, non il filone principale bensì̀ uno dei tanti aneddoti di cui è
costellata la drammatica trattativa di quei giorni: la lunga riunione del consiglio di fabbrica che doveva
decidere se accettare o meno una rinuncia ai propri diritti acquisiti. Su quella riunione ho costruito tutto. E
con grande passione, perché́ mi sembrava straordinario ritrarre in scena il mosaico estremo di quel conclave
tutto di donne, chiamate a votare “sì o no” non solo alla propria sorte, ma anche a quella di chissà̀ quante
altre fabbriche nell’Europa della grande crisi. Come in tante occasioni - di cui la Storia è piena - si ha
davvero la sensazione che nel piccolo di quella riunione a Yssingeaux si sia realizzato il modello in miniatura
del più tremendo dramma del nostro tempo: il dibattito fra quelle undici donne, diversissime, è in fondo il
sismografo di un inizio secolo iper-contraddittorio in cui la bussola del lavoro sbanda impazzita, tirando nel
vortice la stessa identità̀ del cittadino europeo moderno. Ecco perché́ ho ceduto alla pressante preghiera di
quelle donne, che dalle foto dei giornali mi chiedevano di essere raccontate: la loro storia è una radiografia
del presente, in ognuna di loro – nelle storie di ognuna di loro – c’è il paradigma di qualcosa che ci riguarda,
ci tocca, e merita di comporre il mosaico di una narrazione contemporanea. E se nell’immediato dopoguerra,
Reginald Rose utilizzò l’espediente geniale di una composita giuria per scandagliare i fondali limacciosi della
società̀ americana, io sono convinto che un consiglio di fabbrica possa quanto mai servire, oggi, per
indagare i movimenti tellurici dell’Europa dilaniata dagli spread.
Stefano Massini
3