Fedra. Diritto all`amore»: dal mito greco emerge una

VELIATEATRO 2014
PARCO ARCHEOLOGICO DI ELEA-VELIA (SA) – 4-16 AGOSTO
«FEDRA. DIRITTO ALL’AMORE»: DAL MITO GRECO EMERGE UNA DONNA MODERNA
DAL TESTO DI EVA CANTARELLA UNA MESSINSCENA SULLE RIVENDICAZIONI FEMMINILI CON GALATEA RANZI PROTAGONISTA
PRIMA DELLA RAPPRESENTAZIONE L’INCONTRO CON LA STUDIOSA E SCRITTRICE DAL TITOLO «PERCHÉ FEDRA?»
VENERDÌ 8 AGOSTO IL QUARTO SPETTACOLO
Il mito di Fedra come non si era mai visto. Rivisitato e attualizzato da una delle maggiori studiose
dell’antichità classica, Eva Cantarella, che arriva sul palco di VeliaTeatro con un testo potente e
significativo in cui l’eroina della mitologia greca rivive nell’identità di una donna dei nostri tempi.
Da quest’opera nasce «Fedra. Diritto all’amore», lo spettacolo in scena, nella sua unica data in
Campania, venerdì 8 agosto (ore 21), per la quarta serata dell’edizione 2014 della rassegna sul
teatro antico nello scenario dell’acropoli del Parco Archeologico di Elea-Velia. Che proprio Eva
Cantarella, scrittrice e grecista da sempre attenta al femminile, illustrerà con un breve intervento
dal titolo «Perché Fedra?» che precede e introduce la rappresentazione.
Protagonista della pièce è un’interprete di eccezione: Galatea Ranzi, attrice del film Premio Oscar
«La Grande Bellezza», che qui ha il ruolo di Fedra, «la luminosa», come è nel significato del nome,
eroina ribelle, tormentata e trasgressiva. Una messa in scena moderna e multimediale, curata dalla
regia di Consuelo Barilari, in cui il personaggio al centro dell’opera si erge a icona delle
rivendicazioni femminili in testa alle quali c’è la libertà di amare e di scegliere. Una figura che lega
la ricchezza del mondo ellenico alla complessità della modernità, a testimoniare come l’Antica
Grecia sia la culla oltre che di democrazia, arte e teatro, anche della cosiddetta «differenza di
genere».
Parte della saga mitologica dell’isola di Creta, Fedra è figlia di Minosse e Pasifae, sposa in seconde
nozze di Teseo, re di Atene, che concepisce una passione inconfessabile per il figliastro Ippolito.
Arrivando al suicidio dopo la rivelazione del proprio segreto e portando alla rovina anche il giovane
amato, la cui fine è provocata dalla maledizione lanciata dallo stesso Teseo. La moderna Fedra scritta
da Eva Cantarella si avvale di diverse interpretazioni mutuate da Seneca, Racine e D’Annunzio oltre
che dalle due tragedie di Euripide, «Ippolito Incoronato» e «Ippolito Velato», prendendo spunto
piuttosto da quest’ultima, a noi giunta solo in piccola parte, per la caratterizzazione forte e
combattiva del personaggio.
La nuova Fedra interpretata da Galatea Ranzi è così pronta a sfidare, nella ricerca della libertà, la
condanna morale della famiglia e della società, capace di rompere gli schemi e l’ordine della cultura
patriarcale antica. In lei non c’è predestinazione divina, né maledizione genetica, la passione e
l’intelligenza la spingono a trasgredire, il cambiamento è l’esigenza a cui risponde con il proprio
istinto. Muore suicidandosi col veleno e così rivendica la libertà di amare e diventa paladina dei
diritti e della libertà delle donne.
Il tutto in una messinscena teatrale dal sapore cinematografico: la protagonista rivive un flashback
della sua vicenda in una sorta di confessione dinanzi al terzo occhio di una telecamera. Si fa
riferimento all’atmosfera noir di Alfred Hitchcock e più in particolare agli scenari del film «Phedra»,
girato nel 1961 da Jules Dassin. E lo spettatore è coinvolto emotivamente con l’uso di proiezioni
video, motion graphics e filmiche inducenti i meccanismi della suspense.
Mercoledì 13 agosto, la quinta serata di VeliaTeatro 2014, con «Ipazia», rappresentazione dal «Libro di
Ipazia» di Mario Luzi, con la regia di Roberto Zorzut, a cura di «Festival della Commedia Antica di
Marzabotto», «Politecnico Teatro di Roma», «Rosae Open Art». Precederà lo spettacolo, il breve incontro
con Giovanni Romeo, autore con Michele Mancino del libro «Clero criminale», intervistato sul tema
dall’avvocato Marcello Giani. Ultima serata sabato 16 agosto con «Ora X: Inferno di Dante», spettacolo di e
con Matteo Belli, tratto dai versi di Dante Alighieri, con dialoghi di Matteo Belli, presentato da «Associazione
Ca’ Rossa» e «Centro Teatrale per l’Oralità».
La manifestazione, organizzata dalla Associazione Culturale Compagnia Cilento Arte, si svolge con la
compartecipazione di: Soprintendenza Archeologica di Salerno, Comune di Ascea, Parco Nazionale del
Cilento, Vallo di Diano e Alburni; con il sostegno di: Regione Campania, Banca del Cilento e Lucania Sud di
Vallo della Lucania, Ente Provinciale per il Turismo di Salerno e con il patrocinio morale di: Università degli
Studi di Salerno, Provincia di Salerno, Istituto di Istruzione Superiore Parmenide di Vallo della Lucania.
Botteghino 15 euro. Navette gratuite dal parcheggio all’ingresso del Parco Archeologico di Elea-Velia per
l’acropoli dalle 19.30. INFO: www.veliateatro.it – tel. 334 3266442 – Artem (biglietteria del Parco
Archeologico di Elea-Velia) tel. 0974 271016
UFFICIO STAMPA: BARTOLOMEO RUGGIERO - TEL. 329 3267300 - EMAIL [email protected][email protected]