ELENCO ABSTRACT DELLE COMUNICAZIONI XVII Convegno della Facoltà di Teologia Sproll, Heinz La Pax Augusta nella prospettiva del Vangelo di Luca Cognome, Nome Titolo della comunicazione 09/03/2016 15:00 Giovanni Paolo II Giorno e ora Aula In questo testo si esamina la sineddoche della Pax Augusta come simbolo di riferimento culturale nella narrativa universalistica degli Augustei e nel contesto della loro teologia storica interrogandosi su come quest’idea normativa delle diverse trasformazioni mimetiche divenne un teologumeno formativo canonizzato a livello ecclesiastico nel contesto della praeparatio evangelica e su come ivi assunse una stabile posizione nel luogo di memoria. In modo più preciso si deve indagare come la sineddoche referenziale precristiana e storicosalvifica della Pax Augusta caratterizzò la concezione paleocristiana dell’imperatore Augusto e come, nel contesto del teologumeno cristiano della providentia Dei del Vangelo di Luca, il riferimento alla Pax Augusta quale rappresentazione della Pax Christi fu definito in modo tale da raggiungere l’egemonia interpretativa nei discorsi paleocristiani sull’Imperium Romanum e da caratterizzare il luogo di memoria della Pax Augusta ben oltre il Medioevo. De Angelis, Ciro Arte della persuasione ed efficacia comunicativa nel discorso di San Paolo all'Areopago 09/03/2016 15:15 Giovanni Paolo II Titolo della comunicazione Giorno e ora Aula Cognome, Nome La capacità di persuadere è uno dei requisiti fondamentali della comunicazione efficace. Il discorso pronunciato da San Paolo all'Areopago di Atene, riportato nel capitolo 17 di Atti degli apostoli, è un meraviglioso esempio in tal senso. Paolo in quell'occasione, e di fronte ad una platea pagana, composta anche da filosofi stoici ed epicurei, anzichè attaccare tali idee avversate dal cristianesimo, ha cercato di trovare una base comune su cui costruire il proprio discorso. Ha utilizzato quelli che nel tempo, ed ancora oggi, rappresentano i pilastri della comunicazione. Paolo ha dimostrato quanto siano importanti l'arte di ragionare, l'empatia e il tatto per rendere efficace il proprio insegnamento e raccogliere frutti positivi. Il suo metodo, il suo stile e la sua straordinaria forza persuasiva hanno fatto scuola in campo didattico ed hanno costituito un ottimo esempio per docenti, maestri ed oratori di ogni epoca. Forlani, Filippo Il metodo dell’esegesi tipologica in alcuni autori dell’area culturale asiatica 09/03/2016 15:30 Giovanni Paolo II Titolo della comunicazione Giorno e ora Aula Cognome, Nome Nel II e III secolo il cristianesimo conobbe nell’Asia romana un’importante fioritura culturale e letteraria che caratterizzò il pensiero e la teologia di diversi autori; tale fenomeno si diffuse in altre aree geografiche, tanto che si possono considerare di cultura asiatica Teofilo vescovo di Antiochia, Tertulliano a Cartagine, Giustino a Roma o Ireneo vescovo di Lione. Una delle caratteristiche di questi autori si ritrova nel metodo di interpretazione delle Sacre Scritture, improntato per lo più sull’esegesi tipologica e adoperato per rispondere alle critiche mosse da ebrei ed eretici in merito all’unità tra antico e il nuovo Testamento, tra la vecchia e la nuova Alleanza, tra Cristo e la Chiesa, tra la Sacra Scrittura e il tempo della Chiesa. Nella presente comunicazione presenterò l’utilizzo di questo metodo esegetico in Giustino, Ireneo e Tertulliano, soffermandomi in particolare sulla lettura dell’Arca di Noè figura della salvezza ed Eva figura di Maria. Da questi esempi si noterà la dipendenza di Giustino da una tradizione esegetica precedente, ma anche la sua capacità di innovare il repertorio tipologico con nuove figure e la tecnica esegetica utilizzata. Ireneo e Tertulliano seguiranno Giustino, ma anche loro amplieranno le tipologie proposte arricchendole con interessanti novità. Questi due esempi di continuità e innovazione con gli autori precedenti mostreranno come si sia formato all’interno della Chiesa un patrimonio esegetico comune e stabile nel tempo. Leal, Jerónimo El método de un maestro: La venganza de Gen. 4,24 en Tertuliano, De oratione 7,3 09/03/2016 15:45 Giovanni Paolo II Titolo della comunicazione Giorno e ora Aula Cognome, Nome Tertuliano, en su tratado sobre la oración 7,3, afirma que la respuesta a Pedro del Maestro sobre el número de veces que se ha de perdonar está en íntima relación con la reforma de la antigua ley que ordenaba la venganza sobre quien osase castigar a Lamec por sus pecados. Hacemos, en esta comunicación, una reseña de algunas interpretaciones patrísticas del pasaje, con la intención de analizar el pasaje tertulianeo confrontándolo con las corrientes de pensamiento expresadas por los demás escritores. Se partirá del texto bíblico y se pasará después al análisis de los comentarios patrísticos, primero de lengua griega, después en ámbito latino. Stampato il: 07 marzo 2016 Pagina 1 di 8 ELENCO ABSTRACT DELLE COMUNICAZIONI XVII Convegno della Facoltà di Teologia Maspero, Giulio Cattolicità e insegnamento: la exothen paideusis nella teologia cappadoce 09/03/2016 16:00 Giovanni Paolo II Titolo della comunicazione Giorno e ora Aula Cognome, Nome La teologia cappadoce si forgia in un momento storico caratterizzato anche da una restaurazione pagana promossa dall'imperatore Giuliano. Ciò implica una oscillazione tra l'apertura radicale alla cultura pagana ereditata dalla scuola di Alessandria, particolarente nell'impostazione di Origene, e la necessità di difendere i giovani educati nella fede. La exothen paudeusis è nello stesso tempo elemento di contrasto e punto di appoggio dell'insegnamento della teologia, chiamata contemporaneamente a fuggire dalle fantasie pagane e ad aprirsi con un atto di coraggiosa immaginazione all'irrompere della novità rivelata nel pensiero e nella cultura dell'uomo. Vigorelli, Ilaria La somiglianza con Dio alla scuola di Alessandria e in Gregorio di Nissa: quale il ruolo della filosofia? 09/03/2016 16:15 Giovanni Paolo II Titolo della comunicazione Giorno e ora Aula Cognome, Nome Negli Stromateis di Clemente Alessandrino si coglie un mutamento nella concezione della somiglianza con Dio legato all’incarnazione del Logos e dunque ad una novità che cambia la condizione della sapienza e del sapiente nel mondo, come pure quella della pedagogia e della formazione. Tenendo in considerazione alcune opere recenti sulla divinizzazione nel tardo antico (Russell 2004), (Christensen e Wittung 2008), si analizzeranno le pagine di Clemente in Stromateis (I, II, III, IV e VII) sullo sfondo della ὁμοίωσις θεῷ del Teeteto di Platone e si confronteranno con alcune pagine del De Virginitate (II e XII) di Gregorio di Nissa. Sarà possibile evidenziare, così, i caratteri della svolta Logos-centrica e poi Cristo-centrica nella acquisizione della sapienza, in continuità e discontinuità con la concezione metafisica ereditata da Platone. Mira Iborra, Manuel Il battesimo nelle mistagogie di Giovanni Crisostomo e Teodoro di Mopsuestia. Verso la determinazione di una teologia sacramentaria antiochena 09/03/2016 16:30 Giovanni Paolo II Titolo della comunicazione Giorno e ora Aula Cognome, Nome Sono stati studiati la cristologia, la esegesi, l’antropologia come aspetti nei quali la così detta scuola di Antiochia possiede una impostazione propria. Si può aggiungere a questi aspetti anche la mistagogia come un aspetto nuovo? Possediamo scritti mistagogici di Teodoro di Mopsuestia e di Giovanni Crisostomo. Si è potuto vedere che ci sono alcuni collegamenti tra di loro, ma sembra che soltanto si riferiscono alla forma del rito che si descrive, perché riguardo alla esegesi Crisostomo è più aperto alla tipologia, a differenza di Teodoro che la evita senza eccezioni, e riguardo alla cristologia Crisostomo parla con più chiarezza sulla identità divina di Cristo, senza le restrizioni che vediamo in Teodoro. È vera questa contrapposizione tra Teodoro e Crisostomo? Si possono trovare elementi di teologia sacramentale, di mistagogia, in altri autori antiocheni? C’è una coerenza tra i diversi elementi delle diverse scuole. Si può parlare di coerenza tra il modo di fare la mistagogia degli autori antiocheni e le altre caratteristiche del pensiero teologico antiocheno? Narvaja, José Luis El arte de la memoria en el programa propedéutico de Hugo de San Victor 09/03/2016 17:00 Giovanni Paolo II Titolo della comunicazione Giorno e ora Aula Cognome, Nome Por el pecado, el hombre ha perdido la "imagen y semejanza" de la sabiduría divina, según la cual ha sido creado. Inversamente, en el proceso de “reformación” del hombre para recuperar esa ¨forma¨ perdida, el conocimiento de la sabiduría tiene capital importancia. Y esta sabiduría no sólo se encuentra en la ciencia sagrada, sino también en las letras humanas. Pero no alcanza tener conocimiento de la sabiduría. Más bien es necesario grabarla en la memoria para que sea útil en cualquier momento en que se la deba utilizar. En este esquema de honda raíz agustiniana desarrolla Hugo de San Víctor un aspecto de la retórica que no tiene lugar en la doctrina de los Padres de la Iglesia, esto es el arte de la memoria. Stampato il: 07 marzo 2016 Pagina 2 di 8 ELENCO ABSTRACT DELLE COMUNICAZIONI XVII Convegno della Facoltà di Teologia Torri, Luigi Un caso di teologia euclidea nel XII secolo: l’Ars fidei catholicae di Nicola d’Amiens 09/03/2016 17:15 Giovanni Paolo II Cognome, Nome Titolo della comunicazione Giorno e ora Aula Nell’ambito dell’incontro tra cristianesimo e cultura che ha caratterizzato l’esperienza delle scuole cattedrali e poi delle prime università, ci sono alcune figure di maestri che dal confronto con la cultura greca attingono elementi per una strutturazione innovativa della teologia. Nel clima culturale del XII secolo e, in particolare, della scuola di Chartres, emerge l’originalità della figura di Nicola d’Amiens e della sua opera intitolata Ars fidei catholicae, che tenta la via del metodo euclideo applicato alla teologia. Si svilupperanno brevemente i seguenti punti: - Un cenno alle circostanze storiche dell’opera e agli iniziali problemi di attribuzione; - L’evidente richiamo alla tradizione delle arti liberali, con particolare predilezione per le arti del quadrivium; - L’ispirazione al metodo assiomatico secondo il modello proposto da Boezio nel De Hebdomadibus, opera che si propone di affrontare una questione filosofico-teologica “ut in mathematica fieri solet”, suscitando l’enorme interesse dei maestri del XII secolo (Gilberto di Poitiers); - La duplice influenza degli Elementi di Euclide, sull’opera stessa di Boezio, che probabilmente li ha conosciuti almeno in parte, e sull’opera di Nicola d’Amiens, che ne ha a disposizione le prime traduzioni (Adelardo di Bath, Gerardo da Cremona); - La struttura, il metodo e le fonti filosofiche e teologiche dell’Ars fidei catholicae. Cento, Alfredo L’amicizia e la stima tra S. Tommaso e S. Bonaventura. Codici inediti 339A-339B-339C della Biblioteca Comunale di Assisi e ms 273 Congreg. dei Santi relativi alla Canonizzazion... 09/03/2016 17:30 Giovanni Paolo II Titolo della comunicazione Giorno e ora Aula Cognome, Nome S. Tommaso d’Aquino (1225 –7 marzo 1274) e S. Bonaventura (1217 – 15 luglio 1274), studenti e docenti a Parigi, non solo furono coetanei e grandi Scolastici del loro secolo, ma anche amici. Dagli atti ancora inediti, risulta che la testimonianza di S. Tommaso fu determinante per il processo di canonizzazione (1474-1478) di S. Bonaventura. In realtà l’Aquinate non fu ascoltato nel processo, perché morto duecento anni prima, ma la tradizione orale in ambito domenicano e francescano dei rapporti di amicizia e di stima reciproca, che intercorrevano fra i due futuri santi e Dottori della Chiesa, risultò determinante per la fama di santità e di dottrina del Serafico. Molte di queste notizie furono raccolte per il processo canonico voluto da Sisto IV, francescano e grande estimatore del santo di Bagnoregio, ed emergono oggi dai Codici inediti 339A - 339B 339C della Biblioteca Comunale di Assisi e del ms 273 della Sacra Congregazione dei Santi relativi alla sua Canonizzazione . Oggi questi testi, che sono in fase di trascrizione,saranno pubblicati nel 2017, in occasione del VIII centenario della nascita di S. Bonaventura. Ascheri, Valeria L'unità del sapere: dall'universitas studiorum nell'epoca medievale alla pluriversitas studiorum nell'età moderna fino alle proposte transdisciplinari del dibattito attuale 09/03/2016 17:45 Giovanni Paolo II Titolo della comunicazione Giorno e ora Aula Cognome, Nome Una delle caratteristiche del pensiero medievale, sviluppato nelle scuole e negli studia, è la profonda visione di unità del sapere coltivata e trasmessa attraverso l’insegnamento delle arti liberali (trivio: grammatica, retorica e dialettica - quadrivio: aritmetica, geometria, astronomia e musica). Dopo tali studi, si poteva accedere alle facoltà di diritto e medicina e poi a teologia. Emblematiche sono l'Eruditio Didascalica di San Vittore e il De reductione artium ad theologiam di san Bonaventura. Seppur si può intravedere una prima divisione tra area umanistica (trivium) e area scientifica (quadrivium), il legame sapienziale che legava la scienza aristotelica, la filosofia e la teologia, illustrato nelle opere di Alberto Magno e nelle Summae di Tommaso d'Aquino, era indiscutibile. Nel pensiero moderno, l'unità del sapere è andata frammentandosi, mentre nel contempo nascevano le singole discipline specialistiche, suddivise in scienze umane, sociali e empiriche. La separazione fra le cosiddette due culture, umanistica e scientifica, ha dominato gli ultimi secoli. Nell'epoca attuale è invece emerso un rinnovato interesse per il dialogo interdisciplinare e le relazioni tra diverse aree disciplinari nell'affrontare le tematiche più complesse e alcuni studiosi hanno formulato proposte transdisciplinari di unità del sapere. Nella comunicazione sarà presentato questo panorama e saranno menzionati degli esempi di unità del sapere del XX secolo. Stampato il: 07 marzo 2016 Pagina 3 di 8 ELENCO ABSTRACT DELLE COMUNICAZIONI XVII Convegno della Facoltà di Teologia Vrankic, Petar Studium generale dei domenicani di Zara (1396-1807): il primo centro filosofico-teologico universitario nell’Europa sudorientale 09/03/2016 18:00 Giovanni Paolo II Titolo della comunicazione Giorno e ora Aula Cognome, Nome Attraverso lo studio dei libri storici odierni si evince che l’Università nazionale capodistriana di Atene, fondata nel 1837, è la più antica università dell'Europa sudorientale e Mediterraneo orientale. La fondazione del primo centro universitario nell’Europa sudorientale, lo Studium generale nel Convento Domenicano di Zara, nell’odierna Croazia avvenuta il 14 giugno 1396, invece è rimasta ignorata fino alla fine del Novecento. Con la pubblicazione dell’articolo: Lo studio filosofico - teologico dell’ Ordine Domenicano a Zara (1396-1806) sulla Rivista Zaretina del 1987, il professore Stefano Krasić, della Pontificia Università Angelicum a Roma, fece una scoperta storica molto importante. Il peso di tale scoperta è enorme non soltanto per la città di Zara, l’Ordine domenicano, la Dalmazia, la Croazia, l’Ungheria e Venezia ma anche per tutta l’Europa sudorientale. L’autore ha intenzione di mettere brevemente in risalto il contenuto di questa scoperta storica nonché il suo significato nel contesto universitario del tardo medioevo e del primo rinascimento. Saiz Pardo Hurtado, Ramón L’insegnamento della musica liturgica sul modello della Scuola Superiore di musica sacra di Roma 09/03/2016 18:15 Giovanni Paolo II Titolo della comunicazione Giorno e ora Aula Cognome, Nome Il 5 gennaio 1911 nacque a Roma la Scuola Superiore di musica sacra, erede della storica Congregazione di Santa Cecilia (1). Nel 1870, questa cambiò il proprio ruolo focalizzando la sua attenzione sul mondo concertistico e lasciando accantonato l’interesse per i musicisti di chiesa e per il repertorio liturgico. L’intervento del papato si concretizzò nella fondazione della Scuola di musica, l’attuale Pontificio Istituto di musica sacra. Questa comunicazione prospetta a) un’analisi storica e b) una proposta per il futuro dell’insegnamento della musica sacra, a partire dalla considerazione degli attuali piani di studi musicali. a) Analisi storica. All’origine, l’insegnamento musicale da parte della Scuola tenne una logica considerazione per la liturgia, poiché la musica era ormai considerata parte integrante di essa. Primo professore di liturgia della Scuola di musica romana è stato il Beato I. Schuster; le sue lezioni si proponevano in modo di agevolare l’assistenza agli studenti degli altri atenei romani. In seguito, diverse circostanze hanno condotto alla situazione attuale in cui la liturgia è praticamente al margine dei piani degli studi e non riesce a formare una mentalità liturgica dello studente di musica sacra. b) Proposta. Dato che la qualità è condizione sine qua la musica non può essere liturgica (cf Compendio del CCC n. 239), nella misura del possibile deve essere scritta ed eseguita da musicisti. Allo stesso tempo, è necessario che questi abbiano una consistente formazione liturgica. Di conseguenza, si propone una concreta dinamica d’insegnamento – due nuove titolazioni superiori – al cui centro si trovano la teologia della musica sacra, la liturgia e soprattutto la teologia liturgico-musicale. ----(1) Questa conclusione diventa esplicita nelle bozze personali di De Santi in tutte le diverse fasi del progetto sulla Scuola, cf R. SAIZ-PARDO, Angelo De Santi e la fondazione della Scuola Superiore di Musica Sacra di Roma, Olschki, Firenze (in stampa). Clavell, Lluís Ruolo della teologia e della filosofia nelle università contemporanee Cognome, Nome Titolo della comunicazione 10/03/2016 15:00 Giovanni Paolo II Giorno e ora Aula Le debolezze del multiculturalismo richiedono una capacità di dialogo e confronto argomentativo interpersonale; l’apparente eccesso informativo di riflessione critica ha bisogno di riflessione critica; i molteplici metodi epistemologici e i frammenti scientifici sparsi necessitano di sguardi di sintesi. L’interdisciplinarietà stenta a superare i diversi muri di separazione all’interno delle università. La ricerca, con il suo necessario finanziamento, mostra una tendenza spesso unilaterale verso le sue applicazioni immediate. Uno sguardo integrale alla realtà diventa utopico. Quale è il ruolo specifico delle scienze sapienzali nell’attuale crisi culturale? In quale modo il teologo e il filosofo possono collaborare responsabilmente a configurare istituzioni universitarie con una identità di servizio? Filosofia e teologia in collaborazione tra di loro e con le scienze particolari possono dare un contributo difficile da trovare altrove. Questo implica un atteggiamento nelle persone e una epistemologia nei saperi stessi che siano adeguati ai problemi attuali. Stampato il: 07 marzo 2016 Pagina 4 di 8 ELENCO ABSTRACT DELLE COMUNICAZIONI XVII Convegno della Facoltà di Teologia Zanibelli, Giacomo La Ratio Studiorum dei gesuiti nel Collegio Tolomei di Siena in età moderna 10/03/2016 15:15 Giovanni Paolo II Titolo della comunicazione Giorno e ora Aula Cognome, Nome La ricerca mira a ricostruire l’evoluzione del Collegio Tolomei di Siena fondato nel 1676 e affidato alla gestione dei Padri Gesuiti. Nel corso del XVIII secolo l’istituzione divenne uno dei punti di riferimento formativi per i rampolli della nobiltà europea. In quest’ottica preme evidenziare la forte presenza di piemontesi all’interno del Collegio. Questo sarà il prodromo di futuri rapporti istituzionali che legheranno Siena e il Piemonte negli anni dello Stato Liberale. Recenti studi hanno evidenziato quanto il sistema educativo abbia influito nell’alimentare legami politico-istituzionali tra le due realtà. In questo studio ci si soffermerà sul ruolo che il Collegio e gli insegnamenti di matrice religiosa ebbero per la formazione della classe dirigente, locale e non, e sulle metodologie didattiche dell’insegnamento del latino. Si cercherà di vedere come i principi della Ratio Studiorum furono applicati dai docenti del Tolomei. Questa comunicazione deve essere vista come parte di un progetto di ricerca più ampio volto ad analizzare l’evoluzione dell’insegnamento del latino prima nei collegi di età moderna e poi nel liceo classico ideato da Gabrio Casati per individuare analogie e divergenze nel metodo di insegnamento di questa disciplina fino all’alba del Novecento. Luise, Gennaro Il "conflitto" fra la facoltà teologica e filosofica secondo Immanuel Kant 10/03/2016 15:30 Giovanni Paolo II Titolo della comunicazione Giorno e ora Aula Cognome, Nome Nel «Conflitto delle Facoltà» (1798), Kant propone la sua idea di Università e il rapporto fra le Facoltà Superiori (teologica, giuridica e medica) e la Facoltà Inferiore (filosofica), in relazione al raggiungimento del fine generale dello stato e del bene che ogni facoltà ha ad oggetto di insegnamento e ricerca. Le tre facoltà superiori si fondano su uno scritto, gli statuti, che costituisce manifestazione diretta di una norma eterna della ragione. Il testo fondamentale è quindi un Codice, accompagnato da un organon di libri esemplificativi o applicativi. La prima parte del testo presenta il conflitto fra le Facoltà Teologica e Filosofica intorno all'interpretazione della Bibbia. Questo antagonismo ha come effetto una concordia discors, vale a dire l’unione dialettica di due diverse parti verso uno stesso fine. Il conflitto si concretizza nell’accusa da parte del teologo biblico, contro il filosofo, di non accettare i dogmi; il filosofo accusa il teologo di non badare al fatto che la religione deve essere morale e deve “riposare sulla ragione” . Il conflitto ha come frutto immediato quello di innescare la ricerca di principi esegetici filosofici della Scrittura, necessari per un’interpretazione che non sarà però esclusivamente filosofica. La riflessione generale e la discussione dell'esempio proposto da Kant permettono di valutare il ruolo della libera ricerca filosofica e teologica in un sistema universitario come quello della Prussia riformata della fine del XVIII secolo. Bonvegna, Giuseppe Il ruolo dell’insegnamento superiore nella rinascita del cattolicesimo inglese dell’Ottocento 10/03/2016 15:45 Giovanni Paolo II Titolo della comunicazione Giorno e ora Aula Cognome, Nome La rinascita del cattolicesimo nell’Inghilterra del secolo XIX, resa possibile grazie non solo alla Emancipation politica (1829), ma anche ad altre “concessioni” economiche governative alle scuole non statali (1839) e alla legge sulla parità scolastica delle scuole primarie (1870), ebbe uno dei suoi momenti culturalmente più elevati nel tentativo, intrapreso da John Henry Newman attraverso l’Università Cattolica di Dublino, di “inaugurare” la prima stagione universitaria cattolica inglese all’indomani della Riforma. Tale tentativo si inseriva nel più ampio contesto della diffusione degli ordini religiosi cattolici in Inghilterra, che conobbe una sua prima fase nel ritorno sul suolo inglese, ai primi del secolo, del clero perseguitato dalla Rivoluzione francese, e una seconda fase nell’insediamento missionario monastico di benedettini, domenicani, gesuiti, Fratelli di La Salle e del rosminiano Istituto della Carità: quest’ultimo ebbe sede prima a Prior Park e poi ad Oscott, località nella quale, nel 1847, subentrarono gli Oratoriani di San Filippo Neri guidati da Newman, la cui conversione dall’anglicanesimo (1845) dovette molto ai contatti con l’ambiente rosminiano. Newman, nel 1858, si dimise dal rettorato dell’Università di Dublino, la quale sopravvisse solo fino al 1882 quando venne incorporata nella Royal University of Ireland. L’eredità newmaniana nel campo dell’educazione secondaria e superiore sopravvisse nella public school (ancora oggi esistente), che egli volle nel 1859 presso l’Oratorio di Birmingham e che venne frequentata, tra gli altri, anche da Hilaire Belloc e da John Ronald Reuel Tolkien, e nel circolo culturale degli Inklings, sviluppatosi presso l’Università di Oxford tra la metà degli anni Trenta e il 1949 tra lo stesso Tolkien, Charles Williams e Clive Staples Lewis. Stampato il: 07 marzo 2016 Pagina 5 di 8 ELENCO ABSTRACT DELLE COMUNICAZIONI XVII Convegno della Facoltà di Teologia Pioppi, Carlo Propaganda Fide, il delegato apostolico Celso Costantini e la fondazione dell'Università Cattolica di Pechino (1925) 10/03/2016 16:00 Giovanni Paolo II Titolo della comunicazione Giorno e ora Aula Cognome, Nome Nella comunicazione sarà presentato il frutto di una ricerca documentaria effettuata nell'Archivio della Congregatio de Propaganda Fide. Dall'analisi della corrispondenza tra il delegato Celso Costantini e il prefetto Willem van Rossum si possono seguire gli ultimi passi del processo che condusse alla fondazione di tale ateneo ad opera dei benedettini statunitensi. Il progetto s'inseriva all'interno del più vasto piano, condotto da van Rossum e Costantini (con l'appoggio di Pio XI), di rendere la Chiesa in Cina più autoctona, meno dipendente dall'appoggio francese, e più competitiva rispetto all'attività missionaria protestante, potenziando i centri di formazione culturale superiore. Mendiz, Alfredo Edith Stein come docente universitaria Cognome, Nome Titolo della comunicazione 10/03/2016 16:15 Giovanni Paolo II Giorno e ora Aula Tra il 1932 e il 1933 Edith Stein insegnò all’Istituto Tedesco di Pedagogia Scientifica di Münster. Esperienza breve, troncata dall’introduzione delle leggi razziali del regime nazista. Eppure, nella vita della filosofa di Breslavia, quell’anno rappresentò un’occasione privilegiata di maturazione e sviluppo del suo pensiero e un momento forte di presa di coscienza di un certo ruolo da svolgere nella società tedesca e nella Chiesa. Sánchez Garrido, Pablo Ángel Herrera Oria y la enseñanza superior. Hacia un nuevo humanismo social cristiano 10/03/2016 16:30 Giovanni Paolo II Titolo della comunicazione Giorno e ora Aula Cognome, Nome El Cardenal Herrera Oria (1886-1968) concibió su propia vida como una misión para regenerar, en perspectiva cristiana, la vida social y cultural de la sociedad civil y eclesial española. Dentro de este carisma cívico-cultural, la dimensión educativa (superior) siempre fue objeto de su especial interés y un capítulo importante de su biografía. En la propia obra de Herrera, como miembro de la Generación del 14, encontramos un modelo cultural para dicha regeneración, pero esta investigación se centra más bien en sus iniciativas prácticas y en su concepción teórica al respecto, como, por ejemplo, su interés en crear una Universidad de la Iglesia en España, materializado en la creación del CEU y del Instituto Social León XIII –reconocido como Facultad de Ciencias Sociales de la Universidad Pontificia de Salamanca en Madrid–; los Cursos de Verano de Santander (1933) y su contribución a crear la prestigiosa Universidad Internacional Menéndez Pelayo (UIMP); el Colegio Mayor de San Pablo; o la primera Escuela de Periodismo de España –como anticipo de lo que décadas más tarde serían las primeras Facultades de Periodismo–. Una clave de su visión teórica respecto a toda esta regeneración de la educación superior (cristiana) en España estribó en la necesidad de conciliar las Humanidades, las Ciencias Sociales y la Doctrina Social de la Iglesia. Tapia-Velasco, Sergio Come conversare: un'arte che la Chiesa insegnò per cinque secoli Cognome, Nome Titolo della comunicazione 10/03/2016 17:00 Giovanni Paolo II Giorno e ora Aula Lungo i secoli (almeno dal XIII al XVIII) la Chiesa si preoccupò di formare non soltanto buoni cristiani, ma anche buoni cittadini, che sapevano convivere pacificamente e che erano aperti a discutere in modo onesto e senza passioni tutte le vicende comuni. Oggi ci lamentiamo spesso della cattiva politica che pervade il mondo intero, però forse non si presta sufficiente attenzione alla formazione di cittadini che sappiano conversare e dibattere tra loro. Stampato il: 07 marzo 2016 Pagina 6 di 8 ELENCO ABSTRACT DELLE COMUNICAZIONI XVII Convegno della Facoltà di Teologia Requena, Federico Fr. Bill Porras, sacerdote del Opus Dei y capellán en la Universidad de Harvard (1954-1960): catolicismo americano y secularización en la vigilia del Concilio Vaticano II 10/03/2016 17:15 Giovanni Paolo II Titolo della comunicazione Giorno e ora Aula Cognome, Nome El 19 de octubre de 1954, el arzobispo de Boston, Richard Cushing, nombraba a Fr. Guillermo Porras Muñoz capellán del Harvard Catholic Club. Guillermo Porras Muñoz, de 37 años, había nacido en el Paso (Texas) y era el primer sacerdote del Opus Dei que se establecía en Boston. En este estudio me propongo indagar, en primer lugar, en los motivos que llevaron al arzobispo Cushing a tomar esa decisión. Durante esos años, por primera vez en la historia de Harvard, se comenzó a celebrar la Misa católica con regularidad en el campus; también, por primera vez, el obispo de la Boston y el presidente de Harvard tomaban parte, anualmente, en un acto social de la Universidad; igualmente, fue en este momento cuando se estableció la Charles Chauncey Stillman Chair of Ctaholic Studies, ocupada durante sus primeros años (1958-1962) por el historiador inglés Christopher Dawson. A lo largo de las siguientes páginas, me propongo también determinar el papel que Fr. Porras pudo jugar en esos eventos. Por ultimo, me propongo también profundizar en la visión que el capellán Porras tenía sobre el modo en que los católicos debían vivir y hacer presente su catolicismo, en una institución de educación superior no confesional como Harvard, en la segunda mitad de los años 50, en la vigilia del Concilio Vaticano II. La documentación utilizada en este trabajo proviene, principalmente, de los archivos de estas tres instituciones, que en adelante citaré por sus abreviaturas: Harvard University Archives (HUA), Archives of the Archdiocese of Boston (AAB) y Archivo General de la Prelatura del Opus Dei (AGP). Blanco Sarto, Pablo Un Dio esplicito. Álvaro del Portillo e il suo legato all'Università di Navarra 10/03/2016 17:30 Giovanni Paolo II Titolo della comunicazione Giorno e ora Aula Cognome, Nome Dopo aver analizzato il curriculum vitae universitariae del beato Álvaro del Portillo, ci si sofferma sull’idea di università che sviluppò e promosse. In questa proposta il ruolo della fede e della ragione, della filosofia e della teologia, è centrale ed essenziale. Insomma si tratta di dare un contributo alla evangelizzazione con l'annuncio –razionabile e credibile− di un “Dio esplicito” nel mondo intellettuale e scientifico universitario. Conde Mora, Francisco Glicerio El seminario conciliar de San Bartolomé de Cádiz. De su incorporación a la Universidad Hispalense a nuestros días. “Fides et Ratio” en la diócesis gaditana 10/03/2016 17:45 Giovanni Paolo II Titolo della comunicazione Giorno e ora Aula Cognome, Nome Con el presente trabajo pretendemos poner de relieve la importancia del Seminario de San Bartolomé en la Educación Superior Católico en el ámbito de la diócesis gaditana. El Seminario Diocesano que ocupa nuestro trabajo fue fundado en 1589 por el Cardenal Antonio Zapata y Cisneros, Obispo de Cádiz (1587-1596) siguiendo las disposiciones del Concilio de Trento (1545-1563). En el presente estudio pretendemos poner de relieve la evolución de esta institución educadora de futuros sacerdotes desde el siglo XVIII en que estuvo agregado a la Universidad de Sevilla hasta nuestros días. García Mercado, Miguel Ángel La adaptación del alumnado a las enseñanzas filosófico-teológicas en los seminarios diocesanos: retos y esperanzas 10/03/2016 18:00 Giovanni Paolo II Titolo della comunicazione Giorno e ora Aula Cognome, Nome En la actualidad llegan a los Seminarios alumnos de procedencias académicas e intelectuales muy diferentes. Esto, además, sobre todo en los seminarios de diócesis pequeñas, implica la presencia en las aulas de pocos alumnos pero con itinerarios previos muy diferentes. Esto implica que el proceso de enseñanza-aprendizaje de las materias filosóficas y teológicas, exigen simultanear -en la misma clase- propuestas diferentes para lograr que cada alumno pueda cumplir con los objetivos previstos desde las diferentes posiciones de las que parten. En esta comunicación intentamos sintetizar cuáles son esas posibles procedencias y qué caracteres tienen estos grupos de alumnos para poder ayudarles convenientemente. Además, se plantea el diferente modo como estos grupos de alumnos afrontan las tres grandes realidades de la vida en el seminario: la formación humana-ascética y espiritual (llevada a cabo por los formadores); la formación académica (realizada por los profesores) y la formación pastoral (realizada habitualmente fuera del Seminario en parroquias). Su coordinación es distinta en los diferentes grupos mencionados. Stampato il: 07 marzo 2016 Pagina 7 di 8 ELENCO ABSTRACT DELLE COMUNICAZIONI XVII Convegno della Facoltà di Teologia Krupa, Danuta La missione della teologia contemporanea secondo Joseph Ratzinger - Benedetto XVI 10/03/2016 18:15 Giovanni Paolo II Titolo della comunicazione Giorno e ora Aula Cognome, Nome La domanda fondamentale su cosa sia la teologia, quali i suoi obiettivi e quale la sua missione, ha sempre impegnato il pensiero di Ratzinger - il grande teologo del nostro tempo. Ratzinger per la teologia indica una base spirituale e una posizione ecclesiale. Questa comunicazione vuole illustrare, almeno a grandi linee, i punti principali della missione della teologia moderna, ovvero il suo essere al servizio della conoscenza della verità rivelata e quindi dell'unità della Chiesa. Joseph Ratzinger - Benedetto XVI mette in luce gli elementi specifici che dovrebbero caratterizzare una teologia impegnata in questa missione. Stampato il: 07 marzo 2016 Pagina 8 di 8