Per Angela. A proposito di Angela Putino. Simone
Weil. Un'intima estranietà
Autore: AA.VV.
Editore: Università degli Studi di Salerno. Dipartimento di Sociologia e Scienza della Politica, Fisciano (Sa)
Tipo: Saggio
Anno: 2008
Data inserimento: 01/12/2008
Gruppo: Aggiornamenti 2008
E la teoria è così [...] «alzare il cielo». La via teorica somiglia: è come essere forniti di una scala ed
avere la possibilità di allargarsi sui tetti, mano a mano, incontrando un po' a caso altri spazi. Non li produciamo, li
incontriamo: sono il terrazzino teorico della vicina, dell'ingegnere a fianco, di quella strana poeta. Non li inventiamo:
abbiamo inventato solo la prima scala poi ci cominciamo ad allargare, salendo e scendendo. Angela Putino.
(dalla quarta di copertina)
Ci manca, mi manca tanto, Angela: con il passare dei giorni, questa mancanza si sente sempre di più. Tuttavia
credo che di fronte alla scomparsa di un corpo e una sensibilità come quella di Angela, si debba ricorrere non tanto
al conforto quanto alla fiducia nel pensiero attraverso il ricordo, attraverso la memoria. Si ricostruisce così una
presenza, bisogna in altri termini riferirsi a quel pensiero a cui io ricorro spesso e anche Angela aveva sempre
presente, quello di un pensatore del '600 ma che è tuttora molto vicino a noi: Spinoza. In una celebre lettera diceva
che l'essenza umana è sostanzialmente concepibile in tre verbi: piangere, ridere e capire; credo non dobbiamo
privarci del grande conforto, della grande possibilità che è il piangere, ma insieme dobbiamo avere la capacità,
come appunto Angela credo abbia insegnato a tutti, di essere allo stesso tempo capaci di soffrire e di resistere alla
sofferenza e di combattere contro tutti gli ostacoli. Da guerriera, avrebbe detto lei.
Ho ancora ben presente l'immagine che mi ha colpito, quando sono arrivato, un mese fa, nella sua straordinaria
casa della collina napoletana, su quelle stradine a scale descritte da Anna Maria Ortese ne Il cardillo addolorato.
Debbo confessare una mia debolezza, solitamente evito di vedere le persone care morte, cosa che pure ormai,
data l'età, mi capita di frequente. Ho visto Angela e mi ha colpito subito un'immagine, questo corpo così
graziosamente piccolo - una miniatura - e però chiuso in una espressione di forte resistenza, una resistenza
appunto combattiva: un pugno stretto e un'aria 'schiattosa'. Come era proprio tipico della sua sensibilità: tenerezza
e 'schiattosità' insieme.
Credo che il miglior modo di ricordare Angela sia parlare di lei e insieme di quello che lei ha prodotto che è molto
sul piano dell’elaborazione teorica, sul piano dell’insegnamento, sul piano della vita che ha vissuto in questa
università […] Anche in questa prospettiva. Più che una presentazione di un libro io credo possa essere questa una
prima occasione di dibattito e di riflessione: un libro che racchiude già dal titolo anche una sintesi di quello che è il
pensiero di Angela Putino e che questo libro rappresenta pienamente, "Simone Weil. Un'intima estraneità".
Naturalmente chi conosceva Angela mai avrebbe potuto immaginare che sarebbe venuta fuori una classica
monografia su Simone Weil; tutt'altro, non è nè nel suo intento né nei suoi esiti. Affatto naturale, invece,
l'accoppiamento con questa autrice, affianco ai già ricordati Spinoza e Michel Foucault. Questa categoria quasi
ossimorica: "intima estraneità" è tratta esplicitamente da Lacan e introduce diciamo l'essenza stessa, essenza
sintetizzata nella quarta di copertina, che è ben più di una quarta di copertina ed è anche più di una recensione
cioè credo che descriva bene il senso la riflessione contenuta nel libro, l'autore è Roberto Esposito. Questi tre
concetti, queste tre categorie di limite, disgiunzione, incarnazione costituiscono certo un filo essenziale del discorso
del libro di Angela, personalmente credo anche però che ci sia da riflettere su alcune categorie forse meno
esplicitamente tematizzate, quasi date per scontate come appunto il concetto che avvicina Angela a Spinoza, il
concetto di desiderio attraverso la lettura freudiano-lacaniana e ricordo uno dei primi seminari di Lacan quello sulla
"psicanalisi paranoica" dedicato proprio a una rilettura del desiderio in Spinoza; e l'altro tema è quello del rapporto
tra individualità e molteplicità.
http://www.bnnonline.it/index.php?it/136/teca-tematica/show/9/45
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(da: Introduzione di Vittorio Dini pp.9-11)
Cos'era allora questa libertà femminile che si presenta come evento? Con chiarezza derivava strettamente
dall'idea della giustizia che questa politica metteva in gioco: un punto di partenza che riguarda le soggettività, ma
senza chiedersi se è dimostrabile o meno, se rientra o meno nelle regole politiche che formano gli stati, se
risponde o meno alle esigenze ed agli interessi personali.
L'assunto iniziale di questa politica, della politica, non è che uno: è la giustizia. E questa giustizia viene declinata in
maniera particolare tra le donne dell'inizio Novecento: la giustizia non è giustizia sociale, giustizia rispetto allo
sfruttamento, giustizia che richiama la sorveglianza dei diritti umani. Ciò che accade è una giustizia limpida, chiara:
è che ogni donna pensa. Si, ogni donna è capace di pensiero, e, nel pronunciare ciò, direttamente si coglie che,
dalla politica, si è iniziato. Da questo pensiero della politica sono derivate le questioni della sorellanza, e poi della
disparità, poi gli studi di donne, poi i motivi teorici che sostengono una differenza di pensabilità tra i due generi.
Insomma, vari fili hanno cominciato a snodarsi e sono stati svolti da un lavoro di donne militanti. È il caso di
slacciare questa pratica dagli insediamenti di partito. Per pensare in modo politico, come già voleva Simone Weil, i
partiti sono solo d'impaccio, e la politica delle donne ne è stata un risplendente esempio. (da: Grande seminario di
Diotima, Impersonale della politica di Angela Putino, p. 59).
Dall’indice
Presentazione;
Introduzione di Vittorio Dini;
La timida guerriera di Rosa D'Amelio;
Ricordo di Angela Putino di Bianca Maria D'Ippolito;
La passione infinita di Raffaele Rauty;
Angela e il suo libro su Simone Weil di Laura Boella;
Per Angela di Wanda Tommasi;
Dall'altra parte di Roberto Esposito;
In appendice:
La bellezza di Lucia, “Il manifesto”, 9 gennaio 2007;
Luisa Muraro, “Il manifesto”, 17 gennaio 2007;
Chiara Zamboni. Angela Putino, una passione per l’infinito, “L’Unita”, 17 gennaio 2007;
Federica Giardini, Un’intima estranietà, “Liberazione”, 17 gennaio 2007;
Giovanna Borrello, La scomparsa della filosofa Putino, il rigore e la passione della differenza, “Il
Mattino”, 18 gennaio 2007,
Rossana Rossanda, Attraversare, “Il manifesto”, 23 marzo 2007;
adateoriafemminista, Per Angela da Ada, “Corriere del mezzogiorno”, 18 gennaio 2007;
Angela Putino, Impersonale della politica, Grande seminario di Diotima.
Alcuni scritti di Angela Putino
Trompe-l'oeil. Il mito di Narciso in Hermann Hesse, ESI, Napoli, 1977.
Apparenze e labirinti, in "Tempo Nuovo", n. 33, 1986.
Donna guerriera, in "DWF", n. 7, 1988.
Il concetto di forza nel pensiero politico di Simone Weil, in AA.VV., Il pensiero di Simone Weil nella politica
del rapporti tra donne, Centro-Donna-Comune di Venezia, Venezia, 1989.
La terra di mezzo. Vie di comunicazione, misura e moneta, in "DWF", n. 12, 1990.
Simone Weil. Un pensiero sperimentante, in "Madrigale", n. 7, 1991.
Libertà femminile e desiderio, in Paola Bono (a cura), Questioni di teoria femminista. Un dibattito
internazionale, Glasgow, luglio 1991, La Tartaruga, Milano, 1993.
La signora della notte stellata, in "Diotima", Il cielo stellato dentro di noi, La Tartaruga, Milano, 1992.
Lo spirito dell'assemblea, in "DWF", n. 4, 1993.
http://www.bnnonline.it/index.php?it/136/teca-tematica/show/9/45
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Jumping, in S. Kemp-P. Bono edit., The Lonely Mirror. Italian perspectives on feminist theory, Routledge,
London, 1993.
L'attenzione creatrice e il vuoto in Simone Weil. Un'analisi dei Quaderni di Marsiglia, in "Filosofia e
Teologia", n. 2, 1993.
Uguali-disuguali, in "DWF", n. 2-3, 1994.
Corpi desideranti, corpi afflitti, corpi disciplinati, in "DWF", n. 4, 1994.
La funzione guerriera e la sua forma originaria femminile, in Forcina-Prontera-Vergine, Filosofia, Donne,
Filosofie
Deus absconditus. Apuntes políticos, in C. Revilla edit., Simone Weil. Descrifrar el silencio del mundo, ed.
Trotta, Madrid, 1995.
Putino-Sorrentino (a cura) Obbedire al tempo. L'attesa nel pensiero filosofico politico e religioso di Simone
Weil,
La posta in gioco, in "DWF', n. 26-27, 1995.
Discorso, verità e governo, in "DWF", n. 30-31, 1996.
La cura di sé, in "Diotima", La saggezza di partire da sé, Liguori, Napoli, 1996.
La “normalità” e i corpi, in "Democrazia e diritto", n. 1, 1996.
Simone Weil e la Passione di Dio. Il ritmo divino nell'uomo, ed. Dehoniane, Bologna, 1997.
La figura dell'innocente in Simone Weil e René Girard, in G. Zarone (a cura) Labirinti del male, ESI, Napoli,
1997.
Ciò che è invincibile in battaglia. Antigone, in "Sofia", n. 2, 1997.
Cittadinanza, biopolitica e differenza tra i sessi, in "Filosofia e Teologia", n. 2, 1998.
Amiche mie isteriche, Cronopio, Napoli, 1998.
Ingeborg Bachmann. Entrare nel deserto, in "DWF", n. 45-46, 2000.
Una nota sulla biopolitica, in "L'espressione", Guerre, n. 0, anno 1, 2003, pp. 113-128.
Un appunto sulle macchine. Quaderno di lavoro su Simone Weil, in "L'espressione", L'anti-Edipo 30 anni
dopo, n. 1, anno 2, 2004, pp. 161-173.
Incarnazioni, in "L'espressione", Ateismo, n. 2-3, anno 3, 2005, pp. 65-82.
Fattore godimento. L 'infame e l'anormale secondo Michel Foucault, in R Conforti, La psicoanalisi tra
scienze umane e neuroscienze, Rubettino, Soveria Mannelli, 2006.
Simone Weil. Un'intima estraneità, Città Aperta, Troina, 2006.
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