IN COLLABORAZIONE CON:
COOP. CIRCOLO
“LA SPERANZA”
EMISFERO DESTRO TEATRO
rassegna teatrale 2009
rassegna teatrale 2009
Piccolo teatro della Martesana
IL “NOSTRO” TEATRO
a cura di
www.emisferodestroteatro.it - [email protected]
Massimo Greco
Comune di Cassina de’ Pecchi
INFORMAZIONI
IL “NOSTRO” TEATRO
“Il Nostro Teatro” vuole essere un
ringraziamento e un riconoscimento a tutti
coloro i quali, con la loro creatività, con le loro
idee, con i loro consigli e le loro critiche, sono
stati vicino ad Emisfero Destro Teatro durante
questo ventennio di lavoro, di impegno civile e
sociale svolto attraverso l’attività teatrale sul
territorio Martesana.
Le sinergie tra politica, associazioni,
cooperative e le magiche alchimie tra attori,
registi, musicisti, scenografi, tecnici hanno di
fatto portato alla realizzazione di quello spazio
teatrale che oggi porta il nome di Piccolo
Teatro della Martesana, luogo che noi
sentiamo “nostro” come le piazze, i parchi, le
fontane e gli alberi che fanno di Cassina de’
Pecchi un paese dove è ancora bello vivere.
Ora tutta la comunità è chiamata a contribuire
per alimentare la vita di questo posto:
spettatori, associazioni culturali, cooperative,
istituzioni. Noi che il teatro lo viviamo
quotidianamente, cerchiamo di contribuire
offrendo una stagione di alto profilo, con
artisti riconosciuti non solo a livello nazionale,
cercando come sempre di unire la scelta degli
spettacoli ad un coerente percorso che sia
attento ai contenuti e non solo al mero
intrattenimento.
INFORMAZIONI
Per informazioni e acquisto abbonamenti si
prega di chiamare lo 02 95039592 dal lunedì
al venerdì dalle ore 10.00 alle 12.00
12.00
BIGLIETTI
E’ possibile acquistare o prenotare i biglietti per
i singoli spettacoli presso Piccolo Teatro della
Martesana, 2 ore prima dell’inizio degli
spettacoli.
PREZZO BIGLIETTI E ABBONAMENTI
a
Biglietto intero..……………………...……………….€
12,00
intero
Biglietto ridotto……………………….…...…………….€
8,00
ridotto
Abbonamento
Abbonamento a 6 spettacoli…….………..….€
spettacoli
50,00
INDIRIZZO
Piccolo Teatro della Martesana
Via Trieste 3G/2
20060 - Cassina de’ Pecchi (MI)
Greco
o
Massimo Grec
www.emisferodestroteatro.it
[email protected]
TERRA DI NESSUNO
di Harold Pinter
traduzione di Alessandra Serra
regia di Lorenzo Loris
con Gigio Alberti, Massimo Greco,
Mario Sala, Alessandro Tedeschi
scene Daniela Giardinazzi
costumi Nicoletta Cecolini
progetto visivo Dimitris Statiris
musiche Ariel Bertoldo, Andrea Mormina
luci Luca Siola
fonica Fabio Cinicola
produzione Teatro Out Off
Teatro Out Off
Terra di
Nessuno
Nel 2005 Harold Pinter riceve il Premio Nobel per
la letteratura con la seguente motivazione:”Nelle
sue commedie egli scopre il baratro che sta sotto le
chiacchiere di tutti i giorni e spinge ad entrare nelle
stanze chiuse dell’oppressione”.
La piéce
Scritto nel 1974, a quasi vent’anni di distanza dai
più conosciuti The Birthday Party e The Dumb
Waiter (Il Calapranzi) e messo in scena per la prima
volta l’anno successivo, Terra di Nessuno sonda
quel limbo, quella zona indefinita, quella terra di
nessuno, appunto, che sta tra la vita e la morte. La
vicenda ha luogo a Londra, in un appartamento
nel sobborgo londinese di Hampstead (molto
conosciuto per la sua verve artistica), nel quale un
ricco e affermato scrittore e critico letterario, Hirst,
ha invitato il poeta vagabondo Spooner,
conosciuto in un pub dopo essersi ubriacato. La
notte è ancora lunga, i due continuano a bere, la
gradazione alcolica è altissima, e il tono dei loro
dialoghi raffinati diventa sempre più esilarante e
ricco di divertenti osservazioni. Forse i due si
conoscevano da tempo e il destino ha riservato
loro vite diversissime. Uno è famoso e molto
abbiente, mentre l’altro è costretto a lavorare nei
pub come cameriere per riuscire a sopravvivere. In
casa di Hirst vivono anche Briggs e Foster, due
ambigui aiutanti tuttofare che tollerano a fatica
l’arrivo di quell’intruso.
Spooner viene chiuso a chiave nel salotto di casa e
gli viene impedito di andarsene. Arriva il mattino,
Hirst e tutti gli altri riprendono a bere come se la
notte non fosse mai passata.
No man’s land è un testo in cui Pinter scandaglia il
proprio rapporto fra arte e vita e indaga il senso di
una esistenza prossima alla fine, dove anche i
ricordi perdono consistenza e svaniscono
nell’indeterminatezza. In scena ci sono 4
personaggi, ma forse uno solo è reale, e gli altri 3
non sono che la proiezione di se stesso, dei suoi
fantasmi. Harold Pinter scrive questo testo per fare
un bilancio della sua vita e per raccontarci la parte
più oscura della sua anima.
18 marzo 2009
Lorenzo Loris,
Loris regista storico della Compagnia Out
Off, in vent’anni di carriera ha realizzato un
originale percorso attraverso la drammaturgia
contemporanea e del Novecento.
Negli ultimi anni Loris ha sviluppato questo
interesse allargandolo ad un confronto sempre più
serrato con i massimi esponenti del Novecento
(Jean Genet, Samuel Beckett, Arthur Miller, Harold
Pinter).
Questa direzione di lavoro lo ha portato ad
affrontare parallelamente anche i grandi autori del
passato (Morris Maeterlinck, Marivaux, Carlo
Goldoni, Henrik Ibsen) con l’obbiettivo di mettere
in sintonia le parole dell’autore con la nostra
contemporaneità.
Così la critica:
Da non perdere assolutamente il Pinter dell’Out
Off, che cresce di sera in sera insieme alle grandi
prestazioni di Gigio Alberti con trucco da beone e
da uno stupefacente Mario Sala, alle prese con un
testo attraente e misterioso, da scoprire battuta per
battuta.
Franco Quadri,
Quadri La Repubblica
Un febbrile concentrato interiore per due attori
dall’estro stralunato, Gigio Alberti, un Hirst
spettrale […] e lo strepitoso Mario Sala, uno
Spooner di sbilenca esuberanza.
Renato Palazzi,
Palazzi delteatro.it
Un testo bellissimo e difficile, sostenuto da una
regia che dosa immagini, musica e parole con
misura.
Miriam D’ambrosio,
D’ambrosio Il Giornale
Questa terra di nessuno si avvicina ad essere terra
di tutti gli spettatori, che infatti premiamo il lavoro
con applausi calorosi.
Gianfranco Capitta,
Capitta Il Manifesto
Se Pinter potesse vederlo, ne siamo certi,
approverebbe.
Mario Cervo Gualersi,
Gualersi Clubbing
ore 21.00
Emisfero Destro Teatro
Metronomo
dalla via suono alcuno di risveglio
Liberamente ispirato all’opera di
Samuel Beckett
con un epilogo di Jean Tardieu
METRONOMO
regia Amedeo Romeo
con Davide Lo Schiavo, Grazia Ravasi, Sara Rugarli,
Francesco Sferrazza Papa, Francesca Tripaldi
luci Andrea Meroni
produzione Emisfero Destro Teatro
28 marzo 2009
ore 21.00
Lo Spettacolo
E’ un omaggio a Samuel Beckett, un atto di stupore di fronte alla
lucidità del suo sguardo. Il sipario si apre e ci offre uno squarcio
sulla desolazione dell’uomo, vanità delle vanità. Il tempo
immutabile è scandito dal suono di un metronomo che batte
metallico al ritmo del cuore, un suono freddo, imposto dall’esterno.
Hamm: Stanotte mi sono visto dentro.
Clov: Ti sei visto il cuore.
Hamm: No. Era una cosa viva.
Nascere fu la sua morte, così esordisce il protagonista di Un pezzo
di monologo, ma una volta nato all’uomo non è dato di rimanere
dignitosamente in silenzio a finire di morire, deve parlare, muoversi,
fingere di provare emozioni, rancore, desideri, illusioni. E inizia a la
commedia. Le parole si inseguono nel vano tentativo di trovare il
silenzio che precede il linguaggio.
Un’analisi dell’opera drammatica di Beckett nel suo insieme mostra
come a partire da Finale di partita e Giorni Felici sia cominciato un
processo di riduzione; lo sviluppo di tale processo non poteva che
essere la compressione dell’evento teatrale.
Dalla metà degli anni sessanta Beckett iniziò a scrivere una serie di
atti unici definiti dramaticule, dall’epigrafe al primo di questi lavori
(Va e vieni). Questi sono testi normalmente non rappresentabili a
causa della loro durata (alcuni non superano i due minuti), ma di
uno straordinario impatto, rafforzato dalla potenza dell’aspetto
visivo: come nel caso dell’interramento di Winnie, nei dramaticule i
personaggi sono interrati, infilati in giare di terracotta, costretti su
una sedia, racchiusi nell’oscurità, trasformati in pura voce.
Come detto, è molto difficile vedere sulla scena tali testi: per come
si fruisce il teatro, ancora oggi è inconcepibile che uno spettatore si
rechi al botteghino, paghi il biglietto e assista a uno spettacolo
della durata di cinque minuti.
Noi vorremmo mostrare questi personaggi, ma senza tentare di
accostarli in un racconto, cosa che negherebbe il senso del teatro
di Beckett. Chiediamo allo spettatore di sforzarsi di non trovare un
filo narrativo, di comportarsi come a una mostra antologica di
quadri, dove certo si riconosce il percorso artistico del pittore, ma
non si pretende di trovare altro che un nesso stilistico tra un’opera
e la successiva.
29 marzo 2009
Amedeo Romeo,
Romeo dopo essersi
diplomato in recitazione nel 1992
presso l'Accademia dei Filodrammatici
di Milano, lavora come attore in diversi
teatri, tra cui il Franco Parenti, il
Filodrammatici, il Teatro della Tosse.
Dal 1995 affianca all'attività di attore
quella di regista e drammaturgo con la
compagnia La Colonia Penale, per la
quale realizza numerosi spettacoli, tra
cui Mal di Casa (presentato al Teatro
Verdi, al Teatro Filodrammatici e in
tournée in Italia e in Germania), Barilo
(finalista al premio Scenario nel 1997),
e molti altri. Dal 1999 al 2007 è
assistente di Tonino Conte al Teatro
della Tosse di Genova e lavora come
regista per lo stesso Teatro della Tosse,
per il Teatro Filodrammatici e per Teatri
Possibili dirigendo (o co-dirigendo)
testi come Radio Teatro, tratto da varie
opere del teatro dell'assurdo, Prometeo
o dei giorni felici, da Eschilo e Beckett,
la Tempesta e Romeo e Giulietta di
Shakespeare, Il pollo e la sua mamma,
ispirato alle vignette di Copi, I cattivi a
teatro (lo spettacolo estivo del Teatro
della Tosse per la stagione 2008). Dal
2003 il suo lavoro si concentra anche
sul teatro per bambini, per Teatri
Possibili e il Teatro della Tosse mette in
scena La fiaba di Re Lear, La piscina di
Ariel e il Manoscritto nel pollaio,
riscritture delle tragedie di Shakespeare
e Il burattino Pinocchio, tratto dal
romanzo di Collodi.
All'attività teatrale affianca un intenso
lavoro di traduttore dall'inglese (sia di
narrativa che di saggistica) per case
editrici come la Rizzoli, la Piemme, la
Feltrinelli e la Harlequin Mondadori.
ore 16.00
Il testo
Antonio Zanoletti
Van Gogh,
il sole negli occhi
L'amicizia, la confidenza e la
corrispondenza fra i due fratelli ha inizio
nell'estate del 1872, quando si
incontrano all'Aja. Da allora, per 18 anni,
le lettere si infittiscono, tranne nei due
anni in cui vivono insieme a Parigi: esse
diventano un documento di eccezionale
valore, che non ha riscontro nella storia
della cultura di tutti i tempi. Le lettere a
Theo sono 668. L'epistolario è una
continua, metodica confessione di se
stesso; sentimenti, idee, riflessioni sul
proprio lavoro, sulla tecnica pittorica,
sugli artisti che vede nei musei o che
conosce di persona, sui suoi viaggi e
sulle sue condizioni di salute. Di fronte
alle 668 lettere di Vincent, ne abbiamo
soltanto una quarantina in risposta di
Theo: ciò può confermare quanto sia
stato esclusivo e necessario da parte di
Vincent questo punto di riferimento,
questo sentirsi ascoltato, seguito e
compreso.
Lo spettacolo
VAN GOGH, IL SOLE NEGLI OCCHI
Lettere di Vincent Van Gogh al fratello Theo
di e con Antonio Zanoletti
scene e costumi di Cristina Bulgheroni, Sara Dalla Pozza
montaggio immagini in movimento Licia Marino
disegno luci Marco Barbati
musiche
musiche di Arvo Pärt, Paolo Conte e Dino Saluzzi
18 aprile 2009
ore 21.00
Mentre sul grande schermo, parte
integrante della scenografia, scorrono le
immagini–sequenze del suo autoritratto,
con dettagli di pennellate e particolari,
cogliamo Van Gogh, valigia alla mano.
Viene da Parigi, dove ha conosciuto
l’Impressionismo che gli ha schiarito i
colori, ma del quale non si è fatto
ammaliare. Dalla valigia oltre che fogli
sparsi, emergerà una pistola che
ossessivamente gli si presenterà, quasi
seduzione, continuamente spostata
come per rimandare un appuntamento
con essa.
Sulla scena una sedia, la sua, passata alla
storia della pittura, unico elemento
insieme a un portacatino con specchio
che servirà a Vincent per
un’ autoanalisi e del suo volto e della sua
anima.
Valigia con pistola, sedia e specchio su di
un piano fortemente inclinato, come il
pavimento dell’interno della sua stanza
dipinta.
Specie di zattera alla deriva che via via
diventerà passeggiata, riva del mare,
interno del manicomio o campo di
grano, a secondo delle immagini-video in
movimentocheloschermorimanderà.
Luogo mentale, il suo, dove tutto si
svolge, dove tutto viene esaminato e
tutto vissuto intensamente: il suo
rapporto con la pittura, l’atto creativo
dell’artista, gli scontri e litigi furiosi con
l’amato fratello, la necessità continua e
disperata di denaro per sistemare, come
dirà lui stesso “la mia salute e la mia
scatola di colori”; le passeggiate immerso
nella natura sulla spiaggia notturna, la
scelta di ritirarsi in casa di cura per
l’insorgere sempre più frequente delle
sue crisi di nervi, il suo disperato e così
umano bisogno di amore.
Antonio Zanoletti, debutta con Giorgio
Strehler nel Nost Milan di C. Bertolazzi e
per alcune stagioni recita al Piccolo
Teatro di Milano.
Recita con attori tra i più prestigiosi della
scena italiana.
Con Luca Ronconi lavora in Venezia
salva di S. Weil; Re Lear di Shakespeare;
Il pasticciaccio brutto di via Merulana di
C. E. Gadda; Davila Roa di A. Baricco;
Medea di Euripide, in Lolita di V.
Nabokov, Peccato che fosse puttana di J.
Ford e le Baccanti di Euripide.
Le sue scelte rigorosamente teatrali lo
hanno portato a recitare testi di
Machiavelli, Alfieri, Manzoni, Goldoni,
Pirandello, Garcia Lorca, T.S. Eliot,
Molière, De Ghelderode e Ruzante.
Ha lavorato nei Teatri Stabili di Torino,
Roma, Firenze, Trieste e in teatri privati
come il Manzoni di Milano, il Teatro
Carcano, il Teatro Franco Parenti, Teatro
delle Arti di Roma e in alcune loro
produzioni.
Enzo Iacchetti
Questa sera
cose turche
QUESTA SERA COSE TURCHE
testi di Giorgio Centamore
regia Enzo Iacchetti
con Rossana Carretto, Pia Engleberth, Alessandra Sarno
musiche di Tony Soranno
09 maggio 2009
ore 21.00
Lo spettacolo si apre nella sala
“diwan” (relax) di un bagno
turco, con la presenza di una
donna immobile come una
mummia che sta facendo
raffreddare gli orecchini
(Alessandra Sarno): è una
profumiera responsabile del
reparto rughe, che lei stessa
definirà “l’unico reparto dove, per
anzianità, invece che dirigente
diventi cavia”…
La seconda ad entrare in scena
(Rossana Carretto) è una donna
“bruttarella” e un po’ spaesata
dalla vita, ma vive con serenità e
leggerezza anche le situazioni più
avverse. Sarà merito delle
pastiglie che prende? No di
sicuro, visto che confonde gli
ansiolitici con quelle della
lavastoviglie.
La terza ad entrare è Norina (Pia
Engleberth): è sposata e spossata
da una vita non proprio felice. È
una figura che, più che ricordare
una donna, ricorda di esserlo
stata. Accetta come un fatto
oggettivo la realtà della sua
scarna esistenza con quella
antica saggezza contadina che
non si ribella al fato. Mentre
queste entrano in confidenza tra
loro, la terza signora se ne va, e si
presenta la quarta (interpretata
sempre da Pia Engleberth) che
tira le fila di tutti i discorsi tra
donne con l’energia e il piglio di
10 maggio 2009
una leader (sessista) da mercato
rionale. Sentenzia fuor di
metafora trovando morali astruse
ma plausibili.
Nasce così tra loro un’amicizia
profonda, di quelle che frugano
nell’intimo della propria
esistenza, ma che si esaurisce con
la magia del momento, quando
abbandonano quel posto…
Si dice che nel mondo della
comicità non ci siano donne: in
realtà c’è solo molta dispersione.
Per dimostrare invece che c’è
molto da vedere, molto da dire e
soprattutto molto da ridere,
quattro personaggi femminili si
sono ritrovati a raccontarsela in
grande libertà in un modo che
diverte tantissimo anche gli
uomini.
I discorsi “tra femmine” sono
sempre appartenuti alle
leggende e alla fantasia del
mondo maschile, ma finalmente li
vedremo rappresentati dalle
migliori interpreti del teatro
comico.
Com’è da abitudine le donne
quando si trovano in un
ambiente a loro esclusivo uso,
come in questo bagno turco,
sciolgono remore e freni inibitori
esprimendo punti di vista,
raccontando episodi ed
esperienze a dir poco esilaranti.
Vi faranno ridere raccontando un
mondo dalla forma ovarica…
ore 16.00
Fabricas
“Per salvare il proprio lavoro milioni di uomini e donne trasformano i vuoti capannoni
di un mondo in estinzione in nuove realtà.
Attorno ai macchinari creano nuovi modi di lavorare e di vivere.
Attraverso quelle fabbriche recuperano la propria dignità.
Sono le fabbriche recuperate argentine”
Alma Rosè
Fabricas è l’ ultimo progetto della Compagnia Alma
Rosé che va a completare la trilogia iniziata con lo
spettacolo Gente come uno e continuata con
Mapu Terra.
Fabricas è la storia di uomini e donne che
FABRICAS
di Manuel Ferreira e Elena Lolli
direzione musicale e musiche originali Mauro Buttafava
con Manuel Ferreira
chitarra e percussioni Mauro Buttafava
violoncello Sokol Koka
tromba Marco Fior
strumenti costruiti da Walter Canedoli
fisarmonica Oleg Vereshchagin
video Daniele Cereda
allestimento Andrea Violato
23 maggio 2009
ore 21.00
rifondano un mondo nuovo, attraverso
l’esperienza della fabbrica recuperata.
Le imprese recuperate, che sono attualmente circa
200 in Argentina, sono imprese occupate e fatte
funzionare dai lavoratori, dopo l’abbandono dei
loro proprietari, per potere sopravvivere.
Per rimetterle in attività, i lavoratori hanno rischiato
personalmente, hanno imparato a fare funzionare i
macchinari, a rimettere in moto la produzione, ma
anche a creare nuovi presupposti di convivenza
civile.
Ripercorrendo le storie di quattro fabbriche
recuperate argentine (Tipografia Chilavert, Grafica
Patricios, Cooperativa La Juanita, Grissinopolis)
vogliamo dare voce a chi oggi sta sperimentando
non solo una riorganizzazione diversa del lavoro,
ma anche della propria vita e del rapporto con una
comunità. A chi oggi cerca in tutti i modi di
difendere la propria dignità.
24 maggio 2009
Alma Rosè è una Compagnia che produce
spettacoli, esistente dal 97, anno in cui ha vinto il
Premio Eti Scenario con lo spettacolo “Alma Rosé”,
da cui ha voluto prendere nome. L’idea della
Compagnia è quella di lavorare in piena
autonomia, di pensiero e di ricerca, seguendo i
desideri del momento e le necessità, cosa che ha
portato a spaziare dalla fiaba a tematiche di tipo
politico e civile, trovando di volta in volta spunti e
temi di riflessione diversi. Oltre che nei teatri opera
anche in situazioni non teatrali e in tutti quei
luoghi di aggregazione, della cultura, del sociale,
del lavoro, che sono interessati a promuovere
dialogo, riflessione ed emozione.
a
“Sogniamo un teatro che ritorni a essere rito civile,
che sia il più vicino possibile alle persone, che si
confronti direttamente con il territorio in cui è nato
e perciò lavoriamo in questa direzione. E’ nostro
desiderio cercare sempre nuovi stimoli nell’incontro
con nuovi collaboratori, artisti e professionisti vari e
fare sposare il teatro anche con altre arti.”
a
La Compagnia è formata da Annabella Di
Costanzo, Manuel Ferreira e Elena Lolli.
ore 16.00
Emisfero Destro Teatro
Amleto
AMLETO
di William Shakespeare
regia Massimo Greco
con gli attori di Emisfero Destro Teatro
produzione Emisfero Destro Teatro
assistente alla regia Chiara Pozzebon
drammaturgia del movimento Roberto Lun
20 giugno 2009
ore 21.00
Lo spettacolo
Su nessun danese in carne ed ossa sono mai stati versati
fiumi di inchiostro come su questo principe
shakespeariano, che è uno dei pochi personaggi letterari
che vivono anche al di fuori del teatro. Il suo nome dice
qualcosa anche a coloro che non hanno mai letto ne’
visto niente di Shakespeare. Da questo punto di vista
l’Amleto rassomiglia a La Gioconda di Leonardo. Prima
ancora di averla veduta, sappiamo già che sorride. E’ un
po’ come se questo famoso sorriso si fosse staccato dal
quadro e non contenesse più soltanto quello che
Leonardo ha voluto esprimervi, ma anche quel che vi è
stato scritto sopra. Troppe ragazze e donne, troppi poeti
e pittori hanno tentato di decifrarne il mistero. A questo
punto non è solo Monna Lisa a sorriderci, ma anche tutti
quelli che hanno voluto sorprendere quel sorriso. E tutti
quelli che l’hanno imitato.
La stessa cosa avviene per l’Amleto, e ancor di più per
l’Amleto dato in teatro perché tra noi e il testo non si
frappone più soltanto la vita autonoma dell’Amleto nella
cultura, ma anche la dimensione stessa del testo.
Una rappresentazione integrale dell’Amleto durerebbe
circa 6 ore e qualsiasi riduzione sarà sempre un Amleto
più povero di quello shakespeariano, ma può anche
essere un Amleto arricchito della nostra
contemporaneità. Può esserlo; preferirei dire: deve
esserlo.
Perché l’Amleto non lo si può rappresentare
semplicemente. Forse è per questo che costituisce una
tentazione così grossa per l’attore e per il regista. Molte
generazioni vi hanno ritrovato i propri tratti come in uno
specchio. E forse la genialità dell’Amleto consiste proprio
nel fatto che ci si può vedere riflessi dentro come in uno
specchio. Un Amleto perfetto dovrebbe essere il più
shakespeariano e al tempo stesso il più contemporaneo
possibile.
E’ possibile una cosa del genere? Non lo so. Ma è
soltanto con questo metro che possiamo giudicare le
varie messe in scena shakespeariane. Chiederci cioè
quanto c’è in esse di Shakespeare, e quanto c’è di noi
stessi.
Note di regia
Credo sia improprio definire queste mie
riflessioni sul testo vere e proprie “note di regia”,
anche perché sarebbero quanto meno
anacronistiche visto che, nel momento in cui le
scrivo, non ho la più vaga idea di ciò che
nascerà dall’approccio tra la mia creatività e il
testo di Shakespeare più famoso e temuto.
E’ sorprendente come le parole di Jan Kott
trovino riscontro nella mia esperienza di bimbo;
mi rivedo sul terrazzo della casa al mare che,
alzando verso il cielo la mia mano destra che
stringe la testa di una vecchia bambola di mia
sorella minore, pronuncio enfatico quel “ ESSERE
O NON ESSERE QUESTO E’…”, parole arrivate
chissà da dove nel mio piccolo mondo povero di
esperienze e di vocaboli. Eppure attraverso me,
minuscolo medium inconsapevole, il famoso
principe di Danimarca si ritagliava uno scorcio di
vita.
Ora ,dopo tanti anni, sono io che cerco Amleto
e me stesso attraverso le sue parole, i suoi
pensieri e le sue azioni, o forse è ancora Il
principe Amleto che cerca nell’uomo di oggi,
quel che rimane di quel bimbo che amava
giocare a travestirsi e a fare “le facce” e che ha
fatto di quei giochi la propria professione.
Chissà se saremo capaci di ascoltarlo e di farlo
vivere nuovamente. Molte sono le domande e i
dubbi che ci assalgono e per ora poche e
sbiadite le risposte. Quello che so di certo è che
il nostro Amleto non sarà interpretato da un
attore vissuto che, come spesso si vede in scena,
ha superato gli “...anta” ma da un giovane
attore dell’età corrispondente al personaggio
che, più che appoggiarsi alla sua esperienza,
possa portare con sé tutte le contraddizioni
della sua generazione, in modo da rivelare
attraverso le sue emozioni tutto quello che di
“Contemporaneo” questo meraviglioso testo
rivela.
Jan Kott
“Shakespeare
“Shakespeare nostro contemporaneo”
Massimo Greco
21 giugno 2009
ore 16.00
Vent’anni di pedagogia teatrale...
EMISFERO DESTRO
TEATRO
Emisfero Destro Teatro nasce nel 1989, prendendo forma
dall'intenzione e dal desiderio di creare un luogo in cui la ricerca
creativa passi attraverso una coscienza e conoscenza profonda dei
propri strumenti espressivi.
L'obiettivo è fornire agli allievi gli strumenti necessari per affrontare un
processo creativo e attorale, stimolando la struttura fisico-emotiva e
guidandoli verso la scoperta del proprio strumento (corpo - voce)
lavorando sulla rimozione di tutto ciò che ostacola le manifestazioni
spontanee della loro natura creativa.
primo anno
(aperto anche a chi non ha avuto precedenti esperienze)
La finalità del corso è cercare, attraverso lo sviluppo dell'osservazione e
dell'immaginazione, di lavorare sul corpo e sui sensi stimolando la
tensione e il rilassamento, il ritmo e l'azione, il respiro e la voce.
Nel corso di questi primi 8 mesi sono previsti degli incontri
incontri aperti al
pubblico.
secondo anno
(rivolto a chi ha già avuto esperienze)
In una prima fase si sviluppa un lavoro pratico sul testo con
l'applicazione degli elementi della struttura drammatica. Seguirà
coordinazione del testo in relazione alla linea d'azione fisica ed al
coinvolgimento emotivo.
Nella seconda fase il lavoro si focalizza su un progetto specifico che si
avvarrà della presenza di collaboratori esterni (musicisti, scenografi,
costumisti, coreografi) e degli attori del gruppo Emisfero Destro Teatro.
terzo anno
Specializzazione sui testi shakespeariani e sulla tragedia greca con
relativa messa in scena.
scena
Per coloro che vogliono intraprendere un percorso di studio
professionale, Emisfero Destro Teatro propone l’Accademia, che si
sviluppa a partire da 20 ore settimanali, con un percorso didattico che
approfondisce le materie di dizione, canto, recitazione, contact
improvvisation, voce, danza, analisi del testo e approfondimenti
monografici. L’ingresso all’Accademia avviene tramite selezione.
www.emisferodestroteatro.it
Inoltre laboratori specifici dedicati agli adolescenti e ai bambini.
Vent’anni di pedagogia teatrale...
Frequenta i quattro anni (di cui uno di specializzazione su testi
shakespeariani e della tragedia greca) dello Studio Laboratorio
Laboratorio
dell’Attore (Milano). Successivamente si specializza presso la Civica
Scuola d’Animazione Pedagogica e Sociale del Comune di Milano
all’interno della quale dal 1992 ricopre il ruolo di docente e esponsabile
del settore teatro nel Progetto MusicaMusica-TeatroTeatro-Racconto. Studia
recitazione e regia con Dominique De Fazio,
Fazio Socio Onorario
dell’Actors’
Actors’ Studio di New York;
York voce e training psico-fisico-sensoriale
con Danio Manfredini, Ambra D’Amico, Maurizio Schmidt (Civica
Civica
Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano); danza con
Caroline Leander;
Leander quattro anni di canto con Luisa Tescari;
Tescari commedia
dell’arte con Eugenio Allegri;
Allegri narrazione con Marco Baliani, Giorgio
Albertazzi e partecipa inoltre a vari seminari e laboratori con Carlos
Alsina, Hector Malamud, Coco Leonardi.
Leonardi. Nel 1999 partecipa al Corso
“Elementi di Project Management Culturale e Organizzazione Teatrale”
a cura della
Regione Lombardia e dell’Accademia D’Arte Drammatica “Paolo
Grassi”.
Partecipa come attore protagonista a circa 30 spettacoli teatrali dei
quali i più significativi:
“ Spettri”
Spettri di Henrik Ibsen. Regia di Lorenzo Loris ( Milano Teatro out X
off 2007-08) nel ruolo di Engstrand
“ Terra di nessuno”
nessuno di Harold Pinter. Regia di Lorenzo Loris ( Mi Teatro
out X off 2008 – tournee Italiana ) nel ruolo di Briggs
“Una
Una Giornata Particolare” ( Sassuolo 2005) monologo teatrale di cui è
anche regista “Arlecchino
Arlecchino militare”
militare regia di M. Schmidt (Venezia 2005)
nel ruolo di Spezzaferro tournée di tre anni.
“Decameron
Decameron”
Decameron regia di M. Schmidt (2003-2004-2007 Agosto Corcianese)
“La
La dodicesima notte”
notte di W. Shakespeare regia di M. Schmidt (2002
Agosto Corcianese) nel ruolo di Feste
“La
La lunga notte di Medea”
Medea di Corrado Alvaro regia di M. Schmidt
(2003) nel ruolo di Creonte e dello scrittore Alvaro
“Saulo
Saulo di Tarso”
Tarso di L. Milosz regia di M. Schmidt (2001 Festival di San
Miniato) nel ruolo di Bruto
“La
La nuova leggenda di Ognuno”
Ognuno tratto da Jederman di Hugo von
Hofmansthal regia di M. Schmidt (2000
Produzione Consorzio Aubade) nel ruolo dell’Arcangelo Michele
“Sogno
Sogno di una
una notte di mezza estate”
estate di W. Shakespeare regia di M.
Schmidt (1997 Produzione C.T.B. Brescia) nel ruolo di Oberon
“Terra
Terra dove
dove non annotta” (1996 Produzione APT del Trentino) (regia
Marco Baliani nel ruolo di Tonino)
“Memorandum
Memorandum”
Memorandum di Vaclav Havel regia di M. Schmidt (1993 Teatro
Ghione Roma) nel ruolo di Maschat
“El
El Duende”
Duende testi di Garcia Lorca, regia di Giorgio Albertazzi (1993
Monastero Santa Croce Bari)
“Il
Il Ciclope”
Ciclope di Euripide regia di Antonio Rosti (1992 Teatro di Porta
Romana Milano e Teatro Fregoli Torino)
“Serate
Serate Ecologiche in favore della specie teatro”
teatro (1990 Teatro dell’Elfo
MASSIMO GRECO
[email protected]