MAXXI e Fondazione Romaeuropa JAN FABRE A ROMA una grande retrospettiva JAN FABRE. STIGMATA. Actions & Performances 1976-2013 a cura di Germano Celant 800 tra documenti, opere e elementi delle performance dal 1976 a oggi MAXXI, 16 ottobre 2013 – 16 febbraio 2014 due spettacoli a Romaeuropa THE POWER OF THEATRICAL MADNESS prima italiana - riallestimento dell’originale del 1984 Teatro Eliseo, 16 e 17 ottobre 2013 THIS IS THE THEATRE LIKE IT WAS TO BE EXPECTED AND FORESEEN prima italiana - riallestimento dell’originale del 1982 Teatro Eliseo, 20 ottobre 2013 www.romaeuropa.net | www.fondazionemaxxi.it Roma 15 ottobre 2013. Continua la collaborazione tra MAXXI e Fondazione Romaeuropa. Dopo l’omaggio a William Kentridge dello scorso anno, ancora un genio della scena artistica contemporanea sarà protagonista del progetto condiviso dalle due istituzioni. A partire dal 16 ottobre infatti una mostra e due spettacoli teatrali porteranno a Roma la fantasia, le ossessioni e le visioni di Jan Fabre. Il MAXXI ospiterà una grande retrospettiva che racconta il suo lavoro di artista e performer dal 1976 a oggi, a cura di Germano Celant, mentre al Teatro Eliseo, nell’ambito di Romaeuropa Festival 2013, Fabre riporterà sulla scena due titoli storici del suo repertorio a trent’anni dalla loro creazione. MAXXI. JAN FABRE. STIGMATA. Actions & Performance 1976-2013 Come un fiume, come una valanga, 92 tavoli trasparenti invadono gli spazi del MAXXI: sopra di essi oltre 800 tra documenti, opere ed elementi residuali delle performance realizzate dall’artista dal 1976 a oggi. E’ JAN FABRE. STIGMATA. Actions & Performances 1976-2013, a cura di Germano Celant, la grande retrospettiva che il MAXXI dedica all’artista fiammingo (16 ottobre 2013 - 16 febbraio 2014). Jan Fabre e Germano Celant incontrano il pubblico del MAXXI oggi stesso, martedì 15 ottobre, alle ore 18:00, in un talk all’Auditorium del museo (ingresso libero fino esaurimento posti). Jan Fabre, tra i più interessanti artisti contemporanei, pensa alla performance come una esplorazione dei limiti, delle azioni e delle reazioni del corpo, sia interne sia esterne. “Per-for-mance significa una persona che per-fo-ra se stessa e il suo ambiente (è nello stesso tempo un’analisi, una distruzione, un concedersi)” (New York, 20 febbraio 1982). Durante la sua ricerca, ha disegnato con il suo sangue, ha percorso da Nord a Sud la linea tranviaria di Anversa con il naso sulle rotaie, ha bruciato i soldi degli spettatori, ha invitato critici d'arte a sparargli, ha preso in ostaggio il filosofo Lars Aagaard-Mogensen ed è stato arrestato, si è messo alla gogna nel Museo di Arte Contemporanea di Tokyo, esponendosi al lancio di centinaia di pomodori. Dalle prime azioni come Money Performance del 1979 e Ilad of the Bic-Art, the Bic-Art Room del 1981, passando per Sanguis/Mantis presentato al Festival Polysonnieres di Lione nel 2001, fino alle ultime prove come Virgin/Warrior performance realizzata con Marina Abramović al Palais de Tokyo di Parigi nel 2004; dai video, i disegni e le tele segnate ossessivamente con una penna a sfera blu ai disegni della serie My body, my blood, my landscape realizzati con il suo sangue nel 1978, JAN FABRE. STIGMATA. Actions & Performances 1976-2013 presenta un corpus ricchissimo di lavori simile a un flusso di pensieri, un viaggio nella memoria dell’artista che avvolge gli spettatori proprio come gli spazi fluidi dell’architettura disegnata da Zaha Hadid. Su ognuno dei 92 tavoli, che richiamano i piani di lavoro in vetro su cui lavora l’artista nel suo studio ad Anversa, sono disposti, in modo da formare piccoli racconti, disegni, thinking models, collages, film, foto, documenti e oggetti iconici come costumi e sculture dalle decine di performance e azioni, sia private che pubbliche, realizzate da Jan Fabre in circa 40 anni. I tavoli coprono l’intera superficie del percorso espositivo, nella Galleria 4 del MAXXI, seguendo, proprio come un fiume, il dislivello del pavimento. Lo spettatore sarà come “trasportato” da un flusso, immerso in un canyon dove i lavori invadono anche le pareti fino al soffitto e i tavoli, seguendo questa ideale corrente, entrano nelle pareti stesse. Senza distinzione tra gli oggetti, con un semplice andamento cronologico, JAN FABRE. STIGMATA. Actions & Performances 1976-2013 non si limita a una presentazione di opere, ma vuole restituire la “modalità di pensiero” che ha portato Fabre a realizzare i suoi lavori, sottolineando quella febbre narrativa che spesso accompagna gli artisti che realizzano performance, opere che “fisicamente” non esistono se non nella loro documentazione. In occasione della mostra, saranno disponibili in anteprima al bookshop del MAXXI 30 copie del volume Giornale Notturno di Jan Fabre (Cronopio Edizioni, uscita 30 ottobre 2013), selezione dei suoi diari tra il 1978 e il 1984, materia viva e corollario dei temi della mostra. Da questi diari infatti sono tratte le citazioni inserite nell’allestimento di mostra. Il catalogo della mostra JAN FABRE. STIGMATA. Actions & Performances 1976-2013 edito da Skyra verrà presentato al MAXXI a novembre 2013. Il documentario Extra Art – JAN FABRE. STIGMATA. Actions & performances 1976 - 2013 sarà trasmesso in esclusiva prossimamente su Sky Arte HD (canali 130, 400 ed eccezionalmente 110). ROMAEUROPA (TEATRO ELISEO) THE POWER OF THEATRICAL MADNESS 16 e 17 ottobre, ore 20 THIS IS THEATRE LIKE IT WAS TO BE EXPECTED AND FORESEEN 20 ottobre, ore 16 Titoli del 1984 e del 1982, The Power Of Theatrical Madness e This Is Theatre Like It Was To Be Expected And Foreseen, rappresentano la passione sanguinaria di Fabre per il teatro. A trent’anni da questi due debutti fiammeggianti che costarono all’artista aspre critiche e proteste imponendolo come punta della sperimentazione teatrale e artistica contemporanea, Romaeuropa Festival ospita due nuovi riallestimenti curati dallo stesso autore con una generazione di giovani interpreti. Un cast eccezionale per tradurre la lunga esperienza di Fabre e gli anni dedicati alla performance in strada e nelle gallerie. Il 16 ottobre dalle ore 18 Enrico Pitozzi introdurrà il pubblico nel mondo di Jan Fabre per il secondo appuntamento del ciclo Choreographers Today. Oltre 4 ore di spettacolo, The Power Of Theatrical Madness affronta temi come la contrapposizione dialettica di vero/falso, azione scenica/recitazione teatrale, inossidabili dicotomie delle dinamiche di potere. Una miscela esplosiva ambientata in una scenografia/installazione in cui sono proiettati dipinti di pittura classica e manierista da Michelangelo e Raffaello a Fragonard, rende esplicito il corto circuito tra arti visive e teatro. La decantata immagine del corpo consegnata dalla pittura si confronta con il movimento e la fisicità degli interpreti di Troubleyn, la compagnia fondata da Jan Fabre, che spremono gesti quotidiani fino a farne uscire il succo. Il teatro diviene strategia e può trasformarsi addirittura in un quiz crudele finalizzato a disegnare un Pantheon degli autori teatrali dove tra Brecht, Čhechov, Bejart e Brook, un posto privilegiato spetta a Wagner e alla sua idea d’opera d’arte totale. 8 ore che sconvolsero il pubblico all'epoca del suo debutto This Is Theatre Like It Was Be Expected And Foreseen costringe gli interpreti a una estrema prova fisica. Sulla scena i performer di Fabre sudano e si fanno male, solidificano stereotipi alla maniera di Duchamp, gioiscono e vivono quello che a tutti gli effetti supera la finzione della “messa in scena” e diventa una “performance”. Un modo di fare teatro che al sua apparire rivoluzionò molte delle idee sulla drammaturgia e in cui, ancora una volta, è centrale il ruolo della scenografia-installazione, immaginifica e ispirata alle arti contemporanee. This is theatre… oggi rivela la deliberata incisività, la narrazione destrutturata e molteplice, l’intreccio infido di simboli visivi e testuali, la calcolata sequenza delle immagini, le pericolose oscillazioni tra Eros e Thanatos, che saranno la cifra delle future opere di Fabre e di tanto teatro contemporaneo. INFO MOSTRA - MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo info: + 39 06.320.19.54; [email protected] | www.fondazionemaxxi.it orario di apertura: 11.00 – 19.00 (martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, domenica) |11.00 – 22.00 (sabato) giorni di chiusura: chiuso il lunedì, il 1° maggio e il 25 dicembre | biglietto: €11,00 intero, € 8,00 ridotto. Ufficio stampa MAXXI +39 06 3225178, [email protected] INFO SPETTACOLI ROMAEUROPA info: + 39 06.45553050; [email protected] | www.romaeuropa.net Ufficio stampa +39 06 45553060/14, [email protected] orari spettacolo: tutti i giorni 21, sabato 19, domenica 17 | biglietto: da €35,00 intero a € 14,00 ridotto La cartella stampa e le immagini della mostra sono scaricabili nell’Area Riservata del sito della Fondazione MAXXI all’indirizzo http://www.fondazionemaxxi.it/?page_id=5176 inserendo la password areariservatamaxxi JAN FABRE. STIGMATA. Actions & Performances 1976-2013 MAXXI, 16 ottobre 2013 – 16 febbraio 2014 ROMAEUROPA FESTIVAL 2013 SOSTENUTO DA CON IL CONTRIBUTO DI IN COREALIZZAZIONE CON IN COLLABORAZIONE CON IN NETWORK CON CON IL CONTRIBUTO DI Programme Afrique et Caraïbes en créations Ambasciata di Israele in Italia Ufficio Culturale IN FORMAZIONE MEDIA COVERAGE MEDIA PARTNER PARTNER TECNICI PARTNER TECNOLOGICO PARTNER OSPITALITÀ SERVIZI DI BIGLIETTERIA Jan Fabre. Stigmata. Actions & Performances 1976-2013 Giovanna Melandri Presidente Fondazione MAXXI Jan Fabre. Stigmata. Actions & Performances 1976-2013, a cura di Germano Celant, è un'immersione nell'universo visionario dell'artista, un'ambiziosa esposizione che per la prima volta riunisce le azioni e le performance realizzate da Fabre dagli anni Settanta ad oggi. Disegni, fotografie, sculture, schizzi, immagini, film e documenti si snodano attraverso la Galleria 4 del MAXXI in un grandioso progetto espositivo, un percorso fluido che abbraccia linguaggi diversi. Concepita come un'ideale visualizzazione della creatività di Fabre, la mostra permette ai visitatori di rivivere le azioni radicali dell'artista, le sue performance totalizzanti, intese come "per-for-azioni", che analizzano, sfidano e usurano il corpo. Tracciando un excursus delle ricerche sviluppate dall'artista in questi anni, l'esposizione riunisce materiali provenienti dal suo studio a bozzetti di sculture, fotografie e video che documentano la sua multiforme attività performativa. Ne deriva uno stimolante dialogo che annulla qualsiasi confine tra le arti, un flusso magmatico che permette al pubblico di confrontarsi con la ricchezza esplosiva dell'universo artistico di Fabre. In questo senso Stigmata riflette e amplifica i diversi indirizzi di ricerca del MAXXI, riassumendo in un'unica esposizione la nostra poliedricità. La mostra di Jan Fabre rientra dunque in un preciso percorso volto a valorizzare l'interdisciplinarità dei linguaggi: dalla performance inaugurale di Sasha Waltz, in cui i ballerini erano invitati a danzare all'interno dello spazio vuoto del MAXXI, fino ad arrivare alle videoinstallazioni di Fiona Tan e ai film di Clemens von Wedemeyer; in questi anni il museo ha dato vita ad esperienze culturali, estetiche e sensoriali sempre diverse. Da questo intreccio di sperimentazioni scaturisce un fecondo dialogo con l'architettura del museo che accoglie le opere in mostra facendole interagire con le geometrie fluide e in divenire disegnate da Zaha Hadid. Realizzata in collaborazione con il Festival Romaeuropa, l'esposizione conferma l'esigenza di realizzare ancora di più in futuro quella rete di relazioni esterne con diverse realtà istituzionali. In un contesto culturale sempre più aperto e in divenire, la promozione dell'arte contemporanea non può che esplicarsi nella definizione di una strategia comune, nel dialogo e nella condivisione delle esperienze. JAN FABRE A ROMAEUROPA Di Monique Veaute Presidente Fondazione Romaeuropa Una lunga storia lega Jan Fabre alla Fondazione Romaeuropa. Fin dagli anni di Villa Medici dove portammo nel 1987 Das glas im kopf wird von glas che è stato per molti un vero choc estetico e per noi divenne una sorta di manifesto del Festival Romaeuropa: Fabre era già considerato l’artista capace di sconvolgere le regole del teatro. Avevo visto le sue prime creazioni per il palcoscenico, This is theatre like it was expected and foreseen di otto ore, creato nel 1982 e The power of theatrical madness di quattro ore, del 1984. Trent’anni dopo queste maratone riallestite con una nuova generazione di attori diventano ancora più radicali. Oggi, afferma Jan Fabre, la nostra concezione del corpo e la coscienza del tempo oltre il dominio della velocità li rendono due spettacoli fondamentali. È vero e ci ha convinto che è il momento giusto di programmarli. Perché in queste prime creazioni Fabre demoliva con mano esperta quelle che sembravano essere le regole e le definizioni del teatro e, pur confermando il genere e la sua tradizione, introduceva una ritualità che apriva alla performance, modo in cui lui si esprimeva dall’inizio della sua carriera d’artista, aprendo il palcoscenico alla realtà quotidiana, contemporanea. “This is theatre like…”, con le sue otto ore di durata, si presenta infatti come una giornata di lavoro. Nel 2001 Jan Fabre è tornato a Romaeuropa con As long as the world needs a warriors soul, nel 2009 con Orgy of tolerance, poi con Preparatio mortis nel 2010, Prometheus, landscape II nel 2011. Per presentare le sue opere avevamo bisogno di grandi palcoscenici e della complicità produttiva di direttori attenti. E’ stato possibile insieme al Teatro Argentina e al Teatro Olimpico, e oggi con il Teatro Eliseo. Una fedeltà reciproca ci lega ormai all’artista. Mai il suo teatro e le sue coreografie si sono concessi alla semplificazione e affrontano sempre e senza sconti il mondo e le sue violenze, attraverso immagini crudeli di sesso ed escatologia, senza mai scivolare nella volgarità. L’uso che ha fatto in scena della nutella e del ketchup denota anche il suo modo di svelare la macchina teatrale con humour. Le sue opere sono apparse scioccanti, paradossalmente in questi ultimi anni, provocando sempre, tra urla di protesta e applausi, la passione del pubblico. Jan Fabre è un UFO, regista di teatro e di cinema, coreografo, attore, artista visivo e performer. La sua energia inesauribile, le sue lunghe notti senza sonno, hanno spesso messo a dura prova i suoi produttori, galleristi o organizzatori, ma le sue straordinarie capacità creative e l’empatia che riesce a creare trasforma tutti in guerrieri al servizio della sua idea di bellezza. Questa mostra è curata da Germano Celant, che segue da anni il lavoro dell’artista belga, portando avanti la proficua collaborazione tra il Maxxi e Romaeuropa iniziata con Dialoge di Sasha Waltz nel 2009 e proseguita con gli Early Works di Trisha Brown nel 2011 e Refuse the hour di William Kentridge lo scorso anno. Viene presentato per la prima volta a Roma il percorso di Fabre come performer, rivelando una ricerca che non conosce pace da quando l’artista belga aveva diciotto anni. La messa in gioco del corpo fino all’estremo, l’utilizzo del suo sangue come materiale artistico, rappresentano un modo di sfidare la morte, di raggiungere i limiti e di oltrepassarli, di offrirsi per non so quale redenzione, o semplicemente per svelare il teatro all’opera in un altro grande rituale come quello della messa cristiana? Fabre recita con il suo vero sangue e mortifica la sua carne per darli in pasto allo spettatore, non con simulacri in forma di vino e ostie come sarebbero il sangue e la carne di Cristo: sarebbe questo il teatro che cerca di sconvolgere con rispetto? È mia convinzione che, con le sue creazioni e suo il modo di realizzarle, Fabre interpreti oggi il nostro corpo e la sua storia attraverso il legame profondo che lo lega alla storia della civiltà occidentale nelle sue molteplici rappresentazioni, anche cristiane. Jan Fabre. Stigmata. Actions & Performances 1976-2013 Anna Mattirolo, Direttore MAXXI Arte La mostra Jan Fabre. Stigmata. Actions & Performances 1976-2013 si presenta come impressionante valanga di documenti, opere, modelli di studio, film, fotografie che restituiscono al pubblico del museo un meraviglioso, affascinante e completo ritratto dell’attività performativa di Jan Fabre. Le radici fiamminghe della sua arte si rivelano al MAXXI nella sua matura e profonda riflessione sul valore della morte, sulla decadenza della materia corporale e sui meccanismi regolatori delle forme naturali. Come un’invisibile presenza l’artista accoglie chi entra in Galleria 4, completamente trasformata dalla centinaia di oggetti e di opere che affollano le sue pareti, con i costumi immaginifici realizzati per le sue performance, elementi residuali di esperienze e azioni che lo hanno consacrato nell’ambito di questa arte che ha così profondamente modificato le ricerche degli ultimi decenni. La possibilità di esplorare i confini, e i frequenti sconfinamenti, della sua arte rende questa mostra, curata da Germano Celant, un’occasione unica per entrare a fondo nelle svariate declinazioni in cui si è espresso Jan Fabre. La sua incredibile portata creativa lo ha portato, spesso, ad accostare tecniche, media, linguaggi diversi in una versatilità che richiama la figura dell’artista rinascimentale nella sua continua e fertile attitudine sperimentale. Il museo prosegue, quindi, nell’accettare la sfida impegnativa, ma fondamentale, della retrospettiva rinnovando il suo impegno ad offrire al suo pubblico la possibilità di penetrare a fondo nella figura dei maestri degli ultimi decenni. Ancora una volta gli spazi del museo hanno reagito e dialogato con l’allestimento, un flusso di decine di tavoli che, come portatori di memoria, si espandono nella galleria impostando una scacchiera attraverso la quale abbiamo il privilegio di poter seguire la ricerca e la biografia di Jan Fabre, circondati dai suoni e dalle parole delle sue performance. Jan Fabre. Stigmata. Actions & Performances 1976-2013 Introduzione La mostra Jan Fabre. Stigmata. Actions & Performances 1976-2013 è un viaggio nella memoria dell’artista fiammingo attraverso disegni, fotografie, modelli di studio - chiamati da Fabre “thinking models” (modelli pensanti) - e film che documentano le sue performance dalla seconda metà degli anni ‘70 ad oggi. Un labirinto di tavoli accoglie il visitatore e lo introduce nei pensieri dell’artista, per fare esperienza delle sue idee, dei suoi ricordi, della sua arte, profondamente ispirata alla tradizione pittorica fiamminga e incentrata sullo studio e l’uso del corpo. Questo opuscolo approfondisce cinque delle performance in mostra. I tavoli ad esse relativi sono contrassegnati da un’apposita icona. Money Performance (1978); The Rea(dy)make of the Money Performance (1980); Money (Art) in Culture (1980) Queste tre performance, tra i primi lavori di Fabre, sono una riflessione critica sul valore del denaro e sull’opera d’arte intesa come merce. L’artista compone sul pavimento giochi di parole come “money” (soldi) “honey” (miele) usando banconote che poi straccia, mangia e infine brucia. Alla fine delle performance sono proprio i cumuli di cenere a formare la parola “money”. Fabre seleziona banconote correnti per le loro caratteristiche materiali, in quanto pezzi di carta, negandone con forza il valore economico attraverso la bruciatura. Questa azione, però, nello stesso tempo lo afferma e lo conferma poiché assume come punto di partenza il valore condiviso del denaro. Nelle prime opere di Fabre l’influenza di Marcel Duchamp è molto evidente già dai titoli. Ad esempio The Rea(dy)make of the Money Performance è un richiamo al concetto e alla pratica del ready-made e Sea-salt of the Fields (1980), performance in cui Fabre tenta di materializzare lo spirito dell’artista francese con il sale, è la traduzione letterale della pronuncia del nome Marcel Duchamp: sale (sel) marino (mer) del campo (du champ). Ilad of the Bic-Art (1980); Ilad of the Bic-Art, The Bic-Art Room (1981) In queste due performance Fabre presenta la “ball-pen art” (arte della penna biro) come alternativa all’arte dei grandi maestri. In Ilad of the Bic-Art, Ilad è l’anagramma del cognome di Salvador Dalì. L’artista fiammingo appende alle pareti riproduzioni di dipinti di maestri del passato, le scarabocchia con la penna Bic blu e le strappa: lo stesso uso irriverente che fa delle banconote nelle Money performance. L’arte è così privata della sua aura. Ma come accade nelle Money performance, in cui il valore del denaro deve essere confermato perché abbiano significato, così in Ilad of the Bic-Art l’arte tradizionale mantiene il suo potere. In Ilad of the Bic-Art, The Bic-Art Room l’artista si chiude per 72 ore in una galleria d’arte olandese e disegna incessantemente con la penna biro fino a colorare i muri, il pavimento, il letto e il proprio corpo. Gli oggetti ricoperti da inchiostro blu si trasformano in allucinazioni, scompaiono e riappaiono in altre vesti. L’inchiostro blu della penna Bic simboleggia la metamorfosi, tema molto significativo nell’opera di Fabre, e fa riferimento a “The Hour Blue” (l’Ora Blu), concetto teorizzato dall’entomologo francese Jean-Henri Fabre: quel momento tra il finire della notte e il sorgere del sole in cui tutto cambia e tutto può accadere. The Man Measuring the Clouds (1997-2000) La scultura che dà il titolo all’opera, dedicata al fratello scomparso, è probabilmente il più eloquente e malinconico autoritratto di Fabre, ma anche un omaggio alla morte e al ruolo dell’artista. L’uomo rappresentato è in equilibrio precario in cima a una scala da biblioteca, sporto nel vuoto, mentre tiene un righello tra le mani, in attesa di misurare una nuvola al suo passaggio. “È pericoloso essere un artista sia letteralmente che in senso figurato” sostiene Fabre. L’opera esprime la predisposizione a “pianificare l’impossibile, che è proprio ciò che fa l’artista. [Essa] simboleggia il mio mestiere”. The Man Measuring the Clouds sintetizza la tenace determinazione a schedare ciò che invece non si può classificare. L’immagine romantica del tentativo di imporre e costringere in dati empirici la natura sempre mutevole, inoltre, è in sintonia con la pratica artistica di Fabre. Il titolo dell’opera allude a Robert Stroud, criminale americano soprannominato “the Birdman of Alcatraz” (l’Uomo degli uccelli di Alcatraz) per lo studio dei canarini a cui si è appassionato durante la detenzione. In un film del 1962 a lui ispirato, Stroud uscendo di prigione dice: “Me ne vado a misurare le nuvole”, con la piena consapevolezza che si tratta di un’impresa destinata al fallimento. Sanguis/Mantis (2001) Il titolo dell’opera fa riferimento al sangue (Sanguis) dell’artista e alla mantide religiosa (Mantis), insetto che divora il maschio della specie durante l’accoppiamento. Alla testa della mantide è ispirato l’elmo quasi cieco, con due antenne e due aperture laterali, parte dell’armatura in acciaio satinato indossata da Fabre. Nella sala, tavoli con pennelli e fogli di carta creano un labirinto. Un’infermiera prepara una serie di provette e inizia a prelevare a Fabre il sangue con cui scriverà manifesti sull’arte e la condizione dell’artista. Sanguis/Mantis è il culmine del lavoro che sin dal 1978 l’artista fiammingo realizza con il proprio sangue e della ricerca incessante sul proprio corpo e il superamento dei suoi limiti: “il mio corpo […] è una sorta di laboratorio” dice infatti. Tutta l’opera di Fabre, in particolare le performance, trae ispirazione dall’epoca medievale e dai maestri fiamminghi come Jan Van Eyck, Hieronymus Bosch e Pieter Bruegel il Vecchio. Scheletri e teschi, animali impagliati e armature sono infatti elementi ricorrenti. Come un moderno cavaliere, definisce sé e gli attori/danzatori che mettono in scena le sue pièce teatrali “guerrieri della bellezza” alla riconquista di un linguaggio artistico più autentico e coinvolgente. Art kept me out of jail (Homage to Jacques Mesrine) (2008) “Art kept me out of jail (l’arte mi ha tenuto fuori dalla prigione)” urlava Fabre nel 1981 durante una performance dedicata a Jacques Mesrine, uno dei più famosi criminali francesi degli anni ‘60 e ‘70, molto abile nel travestimento e nella fuga. “E [fuori] dai musei […]. Fuggirò dalla più bella prigione di Francia! Il Louvre! La gabbia dorata di Parigi! Della Francia!” ha aggiunto nel 2008 nella performance realizzata proprio al Louvre. L’artista fiammingo impersona Mesrine e assume tutte le sue identità mettendone in scena, ai piedi della Nike di Samotracia (II sec. a. C.), anche l’uccisione. Fabre diventa Mesrine, parla con gli spettatori di libertà, urla, cerca di nascondersi, cerca di scappare, corre come un evaso. Secondo Fabre, da sempre affascinato dalla figura del gangster, l’artista e il criminale sono accomunati dall’essere outsider, dall’essere fuori e oltre il sistema di regole e leggi generalmente condiviso. Mesrine è dunque il riflesso dell’incapacità, e forse della non volontà, della società di accettare tutto ciò che è non conforme. Come le carceri imprigionano chi viola la legge, così i musei imprigionano l’arte e limitano gli artisti. Questa performance, realizzata nel più noto museo del mondo, è pertanto un tentativo di liberazione dell’arte la principale battaglia di un “guerriero della bellezza”. Jan Fabre (Anversa, 1958), artista visivo e di performance, autore e sceneggiatore teatrale, è considerato uno dei più innovativi e versatili artisti contemporanei. Studia presso l’Accademia Reale di Belle Arti di Anversa, nel 1978 inizia la ricerca sul corpo, soprattutto attraverso performance, e ad usare il proprio sangue per creare opere. Nel 1980 inventa la Bic-Art, l’arte della penna biro, come alternativa all’arte dei grandi maestri del passato. Nel 1986 istituisce la compagnia teatrale Troubleyn. Affascinato dall’entomologia, negli anni si serve spesso di insetti per realizzare sculture e installazioni. Nel 2002 ricopre il soffitto del Royal Palace di Bruxelles di quasi due milioni di gusci di scarabei. Nel 2008 il Louvre gli dedica un’importante retrospettiva. È riconosciuto a livello internazionale per la sua capacità di utilizzare media diversi rinnovandoli ogni volta. ROMAEUROPA FESTIVAL 2013 25 settembre | 24 novembre - romaeuropa.net prima italiana Jan FABRE | TROUBLEYN This is theatre like it was to be expected and foreseen riallestimento dall’originale del 1982 Teatro Eliseo - Roma 20 ottobre ore 16 durata 8 ore Fece un gran baccano This is theatre like it was to be expected and foreseen quando nel 1982 apparve sulle scene: dal vocio delle proteste emerse l’allora ventiquattrenne Jan Fabre, imponendosi come figura di punta di un nuovo modo di fare teatro che si stava delineando. A trent’anni da quel debutto fiammeggiante il riallestimento di questo pezzo storico, curato dal suo stesso autore e sospinto da un nuovo cast di eccezionale potenza, propone con tutta la sua energia l’idea di tradurre la lunga esperienza di Fabre, artista visivo con alle spalle anni di performance in strada e nelle gallerie, in una azione scenica per il teatro. Per una durata di otto ore –ma il pubblico può entrare e uscire a piacimento– gli interpreti sudano, si fanno male, solidificano stereotipi alla maniera di Duchamp, gioiscono e vivono quello che a tutti gli effetti supera la finzione della “messa in scena” e diventa una “performance”. Un modo di fare teatro che al suo apparire rivoluzionò molte delle idee sulla drammaturgia, e in cui è centrale il ruolo della scenografia-installazione, immaginifica e ispirata alle arti contemporanee, in particolare all’arte povera di Kounellis e Schnabel, ma soprattutto ai lavori del giovane Fabre, che in una proiezione appare mentre si punta un revolver alla tempia. Accolto nel 1982 come una provocazione, This is theatre like it was to be expected and foreseen oggi rivela la deliberata incisività, la narrazione destrutturata e molteplice, l’intreccio infido di simboli visivi e testuali, la calcolata sequenza delle immagini, le pericolose oscillazioni fra Eros e Thanatos, che saranno la cifra di Fabre e di tanto teatro contemporaneo. This is theatre like it was to be expected and foreseen created an uproar when it was first performed in 1982: the protest that emerged pushed the twenty-four years old Jan Fabre along the road to becoming a protagonist in the innovative approach to making theatre which was then on- going. Thirty years after this dramatic debut, a new edition of this historical work -curated by the same author and now interpreted by a cast of exceptional calibre- is a forceful proposal which translates Fabre’s longstanding experience as a visual artist with years of street and gallery performance into a single stage performance. Lasting eight hours with the audience free to enter and leave, the interpreters sweat it out, they get hurt, they consolidate stereotypes in the style of Duchamp, they rejoice and live an experience which goes beyond a make believe “mise en scene” to becomes a true “performance”. A novel approach to dramaturgy which revolutionised theatre entirely; the scenography-installation plays a central role and are often highly imaginative and inspired by contemporary art. Indeed, we see works inspired by Kounellis and Schnabel's “arte povera” but above all, the a representation of a young Fabre who, in a video projection points a revolver at his own temple. Considered as a provocation in 1982, This is theatre like it was to be expected and foreseen today reveals its incisiveness, its destructured and multifaceted narration, its treacherous mélange of visual and textual symbols, a studied sequence of images with perilous oscillations between Eros and Thanatos which were to distinguish Fabre’s later works and those of many other contemporary dramatists. Info e biglietteria +39 06 45553050 - [email protected] Ufficio stampa +39 06 45553014 - [email protected] ROMAEUROPA FESTIVAL 2013 25 settembre | 24 novembre - romaeuropa.net This is theatre like it was to be expected and foreseen Concept, set e luci Jan Fabre Janannodando Fabre, Marc Vanrunxt Un universo in cui tutto sembra possibile, ma Coreografia dove Wagner, e intrecciando per otto ore e senza Musiche Guy Drieghe ognuno ripete le stesse cose: viene il sospetto che cedimenti i suoi nuclei tematici così come il compositore designconPol Engels questa ambiziosa “mise en scène” della vita rovesci Costumi tedesco faceva i “Leit-Motiven” (motivi conduttori) il tavolo per diventare una rappresentazione della in musica. Un lavorio che trasforma la rappresentazione Performers Maria Dafneros, Piet Defrancq, Carlijn Koppelmans, Lisa May, Giulia Perelli, Gilles Polet, società dello spettacolo, che avviluppaMelissa tutti gli Guèrin, aspetti Pietro in processo, la fruizione in esperienza e che forse è Quadrino, Kasper Vandenberghe del vivere. Lo sguardo di Fabre alla ricerca della cruda possibile apprezzare più ora che trent’anni fa. E bellezza della vita, è certo velatoDrammaturgia di melanconia ma, invita aalla riflettere ciò che definiamo una narrazione e assistenti regia su Miet Martens, Renee Copraij e bisogna essergliene grati, privo di nostalgia per unaCostumi destrutturata –oggi Mielczarek sempre più per libere e talvolta Katarzyna immaginaria età dell’oro. un tecnica po’ vacueThomas associazioni–, e che invece può essere Direzione Vermaercke Direttore di produzione Helmut Van den Meersschaut L’artista belga si dimostra poi maestro di quella un’azione sottile, incessante, indefessa, virtuosistica. “transizione continua” tipica del teatro totale di Richard Styling Savagan Brussels Luca Del Fra Produzione Troubleyn/Jan Fabre Vzw Co-produzione Desingel, Antwerp (prima belga), Romaeuropa Festival, Rome Internships Giulio Boato (drammaturgia) Yorrith Debakker (attore), Zafeiria Dimitropoulou (attrice) Prima mondiale 2012 Impulstanz International Dance Festival Vienna * Durante lo spettacolo sarà possibile uscire e rientrare in sala. Foto © Wonge Bergmann janfabre.be Concept, Set e Luci Jan Fabre Coreografia Jan Fabre, Marc Vanrunxt Musiche Guy Drieghe Costumi Design Pol Engels/Jan Fabre Performers Maria Dafneros, Piet Defrancq, Carlijn Koppelmans, Lisa May, Giulia Perelli, Gilles Polet, Melissa Guerin, Pietro Quadrino, Kasper Vandenberghe Drammaturgia e Assistenti alla regia Miet Martens, Renee Copraij Costumi Katarzyna Mielczarek Direzione tecnica Thomas Vermaercke Direttore di produzione Helmut Van den Meersschaut Styling Savagan Brussels Produzione Troubleyn/Jan Fabre Vzw Co-Produzione desingel, Antwerp (Prima belga) Romaeuropa Festival, Rome Internships Giulio Boato (Drammaturgia) Yorrith Debakker (Attore), Zafeiria Dimitropoulou (Attrice) Prima mondiale 2012 Impulstanz International Dance Festival Vienna 1 novembre ore 21 su Sky Arte HD Jan Fabre al Romaeuropa Festival M IL 1 NOVEMBRE SU SKY ARTE HD alle ore 21 segui la pillola esclusiva su Jan Fabre al REF13 Media coverage Creative partner In collaborazione con Sostenuto da ROMA TRE UNIVERSITÀ DEGLI STUDI ROMAEUROPA.NET - #REF13 Info e biglietteria +39 06 45553050 - [email protected] 06 45553050 Ufficio stampa +39 06 45553014 - [email protected] ARCUS: UNO STRUMENTO DI INTERVENTO A SOSTEGNO DEI BENI CULTURALI. Nel mese di febbraio 2004, con atto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, è stata costituita Arcus, Società per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo S.p.A., ai sensi della legge 16 ottobre 2003, n. 291. Il capitale sociale è interamente sottoscritto dal Ministero dell’Economia, mentre l’operatività aziendale deriva dai programmi di indirizzo che sono oggetto dei decreti annuali adottati dal Ministro per i Beni le Attività Culturali – che esercita altresì i diritti dell’azionista – di concerto con il Ministro delle Infrastrutture. Arcus può anche sviluppare iniziative autonome. Il compito dichiarato di Arcus è di sostenere in modo innovativo progetti importanti e ambiziosi concernenti il mondo dei beni e delle attività culturali, anche nelle sue possibili interrelazioni con le infrastrutture strategiche del Paese. Nella missione di Arcus sostenere progetti significa individuare iniziative importanti, aiutarne il completamento progettuale, intervenire negli aspetti organizzativi e tecnici, partecipare - ove opportuno o necessario - al finanziamento del progetto, monitorarne l’evoluzione, contribuire ad una conclusione felice dell’iniziativa. E’ importante che venga ben compresa la specificità operativa di Arcus, così come emerge da quanto precede: la Società interviene a sostegno organizzativo e finanziario su progetti di rilievo, mentre in nessun modo è assimilabile un’agenzia di erogazione di fondi, né può essere annoverata fra i “distributori a pioggia” di fondi pubblici o privati. Arcus, quindi, si propone come uno strumento originale per il sostegno e il lancio di iniziative e progetti importanti e innovativi nel panorama della cultura italiana. Il supporto economico, se interviene, deve essere visto come del tutto strumentale nell’ambito di un progetto culturale che sia concettualmente valido e operativamente condiviso. Scendendo in qualche particolare, Arcus fornisce assistenza ad iniziative finalizzate, fra l’altro, a: * predisporre progetti per il restauro, il recupero e la migliore fruizione dei beni culturali; * tutelare il paesaggio e i beni culturali attraverso azioni e interventi volti anche a mitigare l’impatto delle infrastrutture esistenti o in via di realizzazione; * sostenere la programmazione, il monitoraggio e la valutazione degli interventi nel settore dei beni culturali; * promuovere interventi progettuali nel settore dei beni e delle attività culturali e nel settore dello spettacolo; * individuare e sostenere progetti di valorizzazione e protezione dei beni culturali attraverso interventi a forte contenuto tecnologico; * sostenere progetti inerenti il turismo culturale nell’accezione più ampia del termine; * promuovere la nascita e la costituzione di bacini culturali, cioè di aree geografiche sulle quali insistono beni culturali emblematici, in una visione integrata e sistemica capace di collegare ai beni culturali locali le infrastrutture, il turismo, le attività dell’indotto, i trasporti; * intervenire nell’ampio settore delle iniziative tese a rendere pienamente fruibili i beni culturali da parte dei diversamente abili. Per la realizzazione delle proprie attività Arcus si avvale delle risorse di cui all’articolo 60 della legge 27 dicembre 2002, n. 289 (Legge Finanziaria 2003). La norma dispone che annualmente il 3% degli stanziamenti previsti per le infrastrutture sia destinato alla spesa per la tutela e gli interventi a favore dei beni e delle attività culturali. Arcus è individuata come la struttura destinataria di tali fondi. Ai sensi, poi, dell’articolo 3 della legge 31 marzo 2005, n. 43, la percentuale sopra indicata viene incrementata annualmente di un ulteriore 2%. La Società, inoltre, può ricevere finanziamenti stanziati dall’Unione Europea, dallo Stato e da altri soggetti pubblici e privati. Arcus si muove anche nell’ottica di aggregare attorno ai progetti i possibili stakeholders potenzialmente interessati. Di volta in volta, pertanto, vengono contattate fondazioni di origine bancaria e non, enti locali, esponenti delle autonomie e della società civile, università e anche soggetti privati, al fine di coagulare attorno alle iniziative risorse crescenti e finanziamenti coordinati. Il progetto ambizioso di Arcus è così di diventare il “collante” che consente di rendere operativa la capacità sistemica di promozione e sostegno progettuale per la realizzazione di iniziative mirate a migliorare il quadro dei beni e delle attività culturali, in un’ottica di sempre migliore conservazione, fruizione e valorizzazione. Arcus, muovendosi opportunamente, favorisce la necessaria convergenza di tutti i soggetti, contribuendo quindi al successo dei progetti culturali di volta in volta identificati. Arcus S.p.A. Via Barberini, 86 - 00187 Roma Tel. 06 42089 Fax 06 42089227 E-mail: [email protected] TELECOM ITALIA SOSTIENE LA CULTURA NEL SEGNO DELL’INNOVAZIONE DELL’INNOVAZIONE Contribuire allo sviluppo e alla crescita del Paese anche attraverso il sostegno ad attività e progetti per la diffusione della cultura, facendo leva su un suo core business: è con questo obiettivo che Telecom Italia ha scelto di sfruttare la Rete quale veicolo culturale in grado di avvicinare e diffondere i saperi contemporanei, garantendo allo stesso tempo un accesso libero da vincoli di spazio e tempo. Nel 2013 l’Azienda rinnova il suo rapporto con una delle principali realtà culturali di Roma, la Fondazione MAXXI, MAXXI con la quale proporrà la seconda edizione di MAXXIinWeb, il ciclo di incontri con esperti delle arti e dell’architettura trasmesso in streaming live e on demand dall’Auditorium del Museo, e realizzerà un’App mobile appositamente dedicata alla fruizione della cultura digitale. Nasce dalla partnership con la Fondazione Accademia Nazionale di Santa Cecilia il progetto PappanoinWeb che si propone di avvicinare alla musica sinfonica e da camera pubblico più vasto e che durante i suoi tre anni di attività ha registrato oltre 1 milione di visitatori al sito di progetto grazie anche alle guide all’ascolto dei concerti, ad interviste esclusive e alla possibilità di commentare le dirette sui canali social network interagendo live con un esperto musicologo dell’Accademia. Premiate dal successo delle passate edizioni, anche quest’anno Telecom Italia con la Fondazione Musica per Roma ha riproposto MIT – Meet In Town, il festival di musica elettronica, e Luglio suona Web, la rassegna dedicata ai grandi concerti della stagione estiva che ha permesso agli appassionati della Rete di seguire in diretta le esibizioni di Mario Biondi, Ludovico Einaudi e Baustelle. Sempre in ambito musicale, la collaborazione con la Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari ha aperto al pubblico del web le porte del Teatro Petruzzelli di Bari trasmettendo la Prima del Rigoletto e la Prima de La Sonnambula all’interno del nuovo progetto 2013 OperainWeb. Nel settore delle arti figurative e dell’architettura ha affiancato realtà di massimo riscontro internazionale come la Fondazione Biennale di Venezia mettendo a disposizione del pubblico della Rete tutti i contributi dell’ultima edizione della Mostra Internazionale di Architettura in un percorso virtuale scandito dalle testimonianze dei protagonisti. Si inserisce in questa ottica anche la nuova collaborazione 2013 con Galleria Borghese che ha sviluppato il progetto Candida Höfer per la Galleria Borghese: un’esposizione dedicata ad una personale reinterpretazione dell’artista tedesca degli spazi museali della Galleria e un’esclusiva conversazione con Candida Höfer che è diventata occasione di scoperta e confronto per il pubblico connesso in Rete. Nell’ambito del teatro e della danza contemporanea Telecom Italia affianca da diverse stagioni la Fondazione Romaeuropa sostenendo la rassegna internazionale Romaeuropa Festival, della quale propone una selezione di appuntamenti denominata Metamondi di Telecom Italia trasmessi in live streaming che portano in Rete le avanguardie artistiche con spettacoli proiettati verso un futuro pieno di suggestioni dal sapore tecnologico. All’interno della stessa partnership Telecom Italia presenta anche Digital Life, un percorso espositivo policentrico che indaga le potenzialità del rapporto tra arte e nuove tecnologie. Sostiene inoltre il Festivaletteratura Festivaletteratura di Mantova con l’obiettivo di sensibilizzare i lettori alle nuove forme digitali di fruizione della letteratura, e nell’edizione appena conclusa ha presentato scrittori in web, un ciclo di incontri con alcuni dei più importanti autori internazionali diffusi in live streaming direttamente da Mantova, e Tracce, 23 incontri liberamente aperti al pubblico del Festival che hanno spaziato dalla cultura classica alle tematiche più attuali e disponibili anche on demand sul sito di Telecom Italia. Promuove infine con i propri partner il ciclo Italiax10: incontri dove 10 “talenti” nel mondo dell’innovazione, delle arti e della letteratura accuratamente selezionati dai partner vengono portati alla ribalta del web in un’arena virtuale dove possono presentare le loro idee e esperienze interagendo in tempo reale con il pubblico connesso in Rete. *** Telecom Italia sviluppa infrastrutture e piattaforme tecnologiche su cui voce e dati si trasformano in servizi di telecomunicazioni avanzati e soluzioni ICT e media all'avanguardia: strumenti di sviluppo per il Gruppo stesso e per l'intero Paese. Telecom Italia, TIM, MTV Italia e Olivetti sono i principali marchi del Gruppo, icone familiari ai consumatori e garanzia di affidabilità e competenza. Vicinanza al cliente e innovazione tecnologica sono le parole chiave del Gruppo con un'organizzazione snella e centrata sulla qualità del servizio, offerte semplici, attenzione ai momenti di contatto con la clientela e costante attività di ricerca nei laboratori TILab. La leadership domestica di Telecom Italia è accompagnata da una significativa presenza internazionale centrata sul grande mercato sudamericano, con Tim Brasil e Telecom Argentina, che rappresentano oggi il 34% dei ricavi del Gruppo. Telecom Italia Ufficio Stampa +39 06 3688 2610 http://www.telecomitalia.com/media SKY ARTE HD -­ CANALI 110, 130 e 400 di SKY – PITTURA, SCULTURA, MUSICA, LETTERATURA, TEATRO E DESIGN, FORME ESPRESSIVE ANTICHE E CONTEMPORANEE: L’ARTE E IL SAPERE AL CENTRO DELLA PIATTAFORMA SKY ARTE HD, il primo canale televisivo italiano dedicato all’Arte in tutte le sue declinazioni, è visibile a tutti gli abbonati Sky (che dispongono dell’HD nel proprio abbonamento) alle posizioni 110, 130 e 400 della piattaforma. Pittura, scultura, architettura, musica, letteratura, teatro, design e tutte le forme di espressione artistica trovano spazio in un unico palinsesto dedicato sia agli appassionati, che hanno l’opportunità di approfondire i loro interessi, sia ai semplici curiosi che possono avvicinarsi all’arte in un modo nuovo attraverso le grandi produzioni internazionali (Sky Arts, BBC, Channel 4, Arte, PBS, Sundance Channel) e quelle originali del canale. Con un linguaggio contemporaneo e mai didascalico, che trova nella contaminazione dei generi la sua chiave narrativa, Sky Arte HD racconta le infinite risorse del patrimonio artistico mondiale, con un occhio di riguardo alla straordinaria tradizione italiana e al talento dei nostri artisti. Dalla Cappella Sistina, presentata su Sky Arte HD in tutta la sua potenza espressiva nella produzione originale Michelangelo – Il cuore e la pietra, che su Sky 3D è stata accompagnata, proprio il 1° novembre, da un esclusivo documentario sulla Cappella Sistina, alle provocazioni di Marina Abramovic, dal fascino di maestri del calibro di Daniel Baremboim alle leggende del rock come Jim Morrison, dai talenti eclettici alla Tom Ford alla regina della fotografia Annie Leibovitz, il canale ospiterà i mille linguaggi dell’arte. Tra le produzioni originali ci sono programmi appositamente creati per i più piccoli, come L’arte non è marte, che porta con allegria i bambini e i genitori alla scoperta dell’Arte come un elemento che può far parte della vita di tutti, e viaggi nel mondo dell’arte contemporanea, come Potevo farlo anch’io, condotto da Alessandro Cattelan e Francesco Bonami, che ci guidano con un approccio ironico tra le meraviglie e i paradossi dei maggiori capolavori della contemporaneità. Uno spazio importante è dedicato agli eventi sul territorio: rassegne, mostre e retrospettive saranno raccontate nel reportage Grandi Mostre, in cui il complesso meccanismo della realizzazione di una mostra viene raccontato passo dopo passo, dal trasporto delle opere al vernissage. Ed ancora Sky Arte HD in occasione del Salone e Fuorisalone 2013 ha realizzato la produzione originale De.sign che ha portato gli spettatori nel cuore della design week milanese con le pillole quotidiane dedicate al Fuorisalone, con un reportage finale su tutta l’edizione 2013, e con un’importante serie di documentari dedicati alla storia del design. Un’altra produzione originale di Sky Arte è Bookshow, interamente dedicato ai libri e che li racconta attraverso una semplice ma esaustiva struttura tripartita: un libro, un luogo, un ospite. Ed ancora Destini Incrociati Hotel, un cartoon spensierato e colorato che racconta, ambientandoli in un Hotel dove le porte delle camere si aprono e si chiudono sui destini dei protagonisti, incontri che hanno cambiato la storia. Nel mese di giugno Sky Arte Hd ha presentato Contact un’altra produzione originale che in 10 episodi compie un viaggio straordinario e affascinante nella città proibita dei provini, a contatto dei celebri fotografi della Magnum Photos, la leggendaria agenzia fondata nel 1947. Nel mese di ottobre Sky Arte presenta Capolavori Svelati: Greta Scacchi mostrerà come un grande artista, oltre che uno straordinario interprete artistico, sia anche un vero e proprio narratore del suo tempo. Nel mese di novembre tornerà su Sky Arte una nuova serie di Contact e di Street Art una produzione originale interamente dedicata al mondo dell’arte di strada. Sky Arte HD si avvale del contributo di Enel, main sponsor del canale e dei suoi programmi di punta, come è accaduto per Michelangelo – Il cuore e la pietra, e che partecipa attivamente alla realizzazione di produzioni ad hoc come Corti di luce e gli speciali dedicati a Enel Contemporanea, il progetto di arte contemporanea promosso dall’azienda e giunto alla sesta edizione. Sky Arte HD ha inoltre stretto delle importanti partnership con l’Istituto Luce-­‐Cinecittà e con festival, mostre e fiere per raccontare i principali eventi culturali italiani, quali il Festivaletteratura di Mantova, Roma Europa Festival e Artissima. Ancora, Sky Arte HD sarà media partner del MAXXI, dal mese di ottobre delle produzioni originali racconteranno le principali mostre della stagione del Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo. In linea con il linguaggio moderno della programmazione, il canale ha una forte presenza sul web e sui social network (Facebook, Twitter e Instagram), grazie al sito www.skyarte.it e a Sky Go, il servizio di streaming dei programmi che permette di vedere Sky su pc e smartphones. I contenuti principali di Sky Arte HD sono disponibili anche sul servizio Sky on Demand. «Quello che ci prendiamo è un grande impegno -­‐ spiega Roberto Pisoni, direttore di Sky Arte HD -­‐ perché raccontare l’Arte in televisione, in tutte le sue sfaccettature e in maniera nuova e originale, è una grande scommessa. Ma l’Arte, nelle sue molteplici espressioni, sia antiche che contemporanee, sia colte che popolari, è un’esperienza che migliora della vita e offre un serbatoio infinito di storie appassionanti che siamo fieri di offrire al pubblico di Sky.» Ufficio stampa Sky Arte HD MN – Cristiana Zoni – [email protected] Marilena D’Asdia – MN [email protected] Tel 06.853763 Ufficio Stampa Sky – Elena Basso [email protected] Tel 02.308015837