press 03/2015 - Stahlbau Pichler

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STAHLBAU PICHLER | ACCIAIO-CALCESTRUZZO
Sottostruttura metallica di Stahlbau Pichler per
fotovoltaico al nuovo IperPoli di Trento
Oggi
Sistemi > Strutture
Sono stati 360 giorni dalla demolizione all’inaugurazione del nuovo
ipermercato a nord di Trento, un esempio di investimento sul
territorio che vanta pannelli fotovoltaici e l’impianto integrato a Co2
più grande d’Italia. Nell’involucro, sempre affidato a Stahlbau Pichler,
si ritrovano facciate vetrate a montanti e traversi al piano terra nella
zona sud e nella zona est e nell’ingresso principale della zona ovest,
ove sono stati scelti serramenti a nastro.
Sono 360 giorni dai lavori di demolizione di un vecchio
capannone di Trento Nord all’inaugurazione del nuovo
ipermercato. Ha aperto le porte il nuovo store Poli, che da anni
opera nel settore della Grande distribuzione organizzata. Un
ipermercato che ha coinvolto 40 aziende, 21 progettisti, che
presenta l’impianto integrato a Co2 più grande d’Italia, 648
pannelli fotovoltaici a produrre 230mila kw, 803 apparecchi
a led, 2.500 mq di superficie, un’opera che ha coinvolto
architetti, ingegneri, tecnici, operai, aziende con 720mila
ore di lavoro, oggi può essere il simbolo di un investimento
volto a far crescere il territorio. Stahlbau Pichler ha fatto parte di questo gruppo che ha portato un capannone
desueto a proporsi oggi come realizzazione commerciale avanzata: 930mila kg di acciaio per le strutture di
questo impianto e un importante intervento anche per l’involucro e le strutture metalliche a sostegno
dell’ascensore. L’edificio, riprogettato dall’architetto Walter Pichler, consiste di un’autorimessa nel
seminterrato, un pianoterra destinato al supermercato ed un primo piano destinato a parcheggi e
negozi. Sopra i parcheggi del primo piano Stahlbau Pichler ha realizzato una sottostruttura metallica
appositamente studiata per l’impianto fotovoltaico. L’opera si sviluppa con struttura composta acciaiocalcestruzzo per il primo e il secondo impalcato e della struttura metallica in copertura.
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Formazione
English for the Building Industry Autore: G. Perin, M. Cohen
Certificazione energetica: come ottenerla Autore: L. Fantini
Acustica in edilizia Autore: A. Cervi
I sistemi di involucro - facciate continue Autore: M. Nastri
Sistemi costruttivi in legno Autore: A. Panichi
La vendita assistita negli show room di porte e
finestre Autore: C. Ravazzi
L'impiantistica negli edifici complessi Autore: S. Cappelletti
Elementi di domotica e automazione
dell'edificio Autore: A. Baggini
Installazione di impianti fotovoltaici Autore: M. Gamba
Il rischio elettrico Autore: F. Bua
Luce led: tecnologia dell'illuminazione allo
stato solido Autore: F. Sanguine
Scelta e dimensionamento degli impianti di
climatizzazione Autore: L. Stefanutti
Fare Marketing nei punti vendita di
elettroforniture Autore: C. Ravazzi
Sicurezza degli impianti domestici a gas Autore: C. Speroni
Tags
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Fare Marketing nei punti vendita di
idrotermosanitari edilizia
Stahlbau Pichler
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Stahlbau Picher tra le aziende che
hanno lavorato al nuovo IperPoli di
Trento
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04/03/2015 - 360 giorni: dai lavori di demolizione di un vecchio capannone di Trento Nord
all’inaugurazione del nuovo ipermercato. Ha aperto le porte il nuovo store Poli, che da anni opera nel
settore della Grande Distribuzione Organizzata.
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Un ipermercato che ha coinvolto 40 aziende, 21 progettisti,
che presenta l’impianto integrato a CO2 più grande d’Italia,
648 pannelli fotovoltaici a produrre 230.000 kw, 803
apparecchi a led, 2500 mq di superficie, un’opera che ha
coinvolto architetti, ingegneri, tecnici, operai, aziende con
720.000 ore di lavoro, oggi può essere il simbolo di un
investimento volto a far crescere il territorio.
Stahlbau Pichler ha fatto parte di questo gruppo che ha
portato un capannone desueto a proporsi oggi come
realizzazione commerciale avanzata: 930.000 kg di acciaio
per le strutture di questo impianto e un importante
intervento anche per l’involucro e le strutture metalliche a
Notizie correlate
sostegno dell’ascensore.
31/12/2014
L’edificio, riprogettato dall’architetto Walter Pichler,
6 petali in vetro,
acciaio e cemento
compongono la
Maison de la Paix
consiste di un’autorimessa nel seminterrato, un pianoterra
destinato al supermercato ed un primo piano destinato a
parcheggi e negozi. Sopra i parcheggi del primo piano
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Stahlbau Pichler ha realizzato una sottostruttura metallica
appositamente studiata per l’impianto fotovoltaico.
L’opera dunque si sviluppa con struttura composta acciaiocalcestruzzo per il primo ed il secondo impalcato e della
struttura metallica in copertura.
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Azione della neve ed azione del vento sono state studiate su
copertura, impianto fotovoltaico e solaio, ampi studi sono
stati effettuati sulla resistenza al sisma, così come apposite
analisi sono state eseguite sull’azione d’urto al passaggio delle
autovetture sulle rampe che portano al parcheggio.
Le travi composte del 1° impalcato sono travi del tipo Slim
Levi’s Store di
M il ano: st r ut t ur a
metallica e facciate
Stahlbau Pichler
Floor, modellate come travi continue con 6 campate. La trave
09/05/2013
dimensionati come travi a singola campata. Le lastre alveolari
Stahlbau Pichler
realizza le facciate
ed il rivestimento
del nuovo store
Nardelli
12/04/2013
Stahlbau Pichler
realizza le facciate
del progetto firmato
dallo studio Piuarch
sopra il portone, viene calcolata come trave con singola
campata. Le travi composte del 2° impalcato sono
si appoggiano sulla flangia superiore della trave in acciaio.
Le strutture di cui Stahlbau Pichler si è occupata sono: solaio
del supermercato, rampa carico-scarico, porticato
d’ingresso, zona rifiuti, porticato aperto comune,
supermercato, parcheggio, due negozi, rampa principale e
rampa di collegamento, copertura, strutture per impianti
tecnologici e fotovoltaici.
Nell'ampiezza delle luci sia del garage che del piano negozio sta la chiave di un ambiente molto luminoso e
funzionale grazie anche alla presenza di pochissime colonne, uno dei punti di forza della struttura. La
tecnologia è entrata a supporto delle abilità del team di ingegneri e tecnici che hanno operato su questo
progetto in azienda, per le verifiche infatti sono stati adoperati sistemi software mb AEC e SCIA Engineer.
Per quanto concerne l’involucro, sempre affidato a Stahlbau Pichler, si ritrovano facciate vetrate a
montanti e traversi al piano terra nella zona Sud e nella zona Est e nell’ingresso principale della zona Ovest,
ove sono stati scelti serramenti a nastro.
Facciate a montanti e traversi sono state montate anche nella palazzina dedicata ai negozi.
Laddove si trovano le strutture metalliche a supporto dell’impianto fotovoltaico nella zona di perimetro
Più lette
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sono state installate velette costruite con Aquapanel e laterali in Alucobond per dare al contempo stabilità
e flessibilità. Per terminare, il rivestimento è stato realizzato con pannello sandwich e pannello in pvc. Al
primo piano le facciate sono completate con lamiere Fils in alluminio preverniciate, allocate sopra i
pannelli sandwich.
La struttura metallica, realizzata da Stahlbau Pichler, posta a sostegno dell’ascensore è stata saldata senza
giunti e predisposta con vetri di coronamento per lasciare l’ascensore a vista. Strutture metalliche,
involucro, strutture a sostegno dell’impianto fotovoltaico e strutture a sostegno dell’ascensore, tutti
interventi affidati a Stahlbau Pichler in questo progetto IperPoli che è una struttura moderna che
racchiude un cuore ecologico, creata scommettendo sul futuro, ponendo attenzione all’inserimento nel
paesaggio e che ad oggi dà lavoro a 52 persone.
STAHLBAU PICHLER su Edilportale.com (riproduzione riservata)
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Infobuild energia > Notizie > Un ipermercato in classe energetica A e con tetto fotovoltaico
Un ipermercato in classe energetica A e con tetto fotovoltaico
05/03/2015
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648 pannelli fotovoltaici, illuminazione LED e soluzioni Stahlbau Pichler per la
struttura
Ha aperto a Trento, a poco più di un anno dalla demolizione di un vecchio
capannone, il nuovo Iperpoli, store che opera nel settore della Grande
Distribuzione Organizzata. Si tratta di un edificio di design, attento all’ambiente e certificato in classe
energetica A.
Un ipermercato su 2500 mq di superficie, che ha coinvolto 40 aziende, 21
progettisti. Tra gli investimenti sostenuti per ottenere la certificazione energetica,
sono stati installati 648 pannelli fotovoltaici che produrranno 230 mila kw,
coprendo così più della metà del fabbisogno energetico annuale. Inoltre 803
apparecchi a Led per l'illuminazione interna garantiscono un risparmio
energetico del 50%.
Caldo e freddo sono prodotti autonomamente grazie a un impianto integrato che
eroga refrigerazione, raffrescamento e riscaldamento dei locali.
Stahlbau Pichler ha collaborato alla realizzazione con 930.000 kg di acciaio per
le strutture, un intervento per l’involucro e le strutture metalliche a sostegno
dell’ascensore. L’edificio, riprogettato dall’architetto Walter Pichler, consiste di un’autorimessa
nel seminterrato, il supermercato al pianoterra e parcheggi e negozi al primo
piano. Sopra i parcheggi del primo piano Stahlbau Pichler ha realizzato una
sottostruttura metallica appositamente studiata per l’impianto fotovoltaico.
L’opera dunque si sviluppa con struttura composta acciaio-calcestruzzo per il
primo ed il secondo impalcato e della struttura metallica in copertura.
Azione della neve ed azione del vento sono state studiate su copertura, impianto
fotovoltaico e solaio, ampi studi sono stati effettuati sulla resistenza al sisma,
così come apposite analisi sono state eseguite sull’azione d’urto al passaggio
delle autovetture sulle rampe che portano al parcheggio.
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Costruire in acciaio a Made Expo
Il progetto Isola dell’acciaio, che riunisce le più importanti realtà del comparto delle
costruzioni in acciaio, dal 18 al 21 marzo proporrà la presentazione in anteprima di
progetti, planimetrie, realtà aumentata: occasione per conoscere i protagonisti
dell’architettura in acciaio e le opere realizzate per Expo 2015.
di Redazione | 7 marzo 2015 in Materiali, Produzione · 0 Commenti
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La presenza di Fondazione
Promozione Acciaio >> e di
ben 19 aziende del comparto
acciaio alla prossima edizione
di Made Expo, che si terrà
presso il polo fieristico di
Rho dal 18 al 21 marzo,
sarà l’occasione per il settore
dell’acciaio di mostrare al mondo la propria forza, aprendo proprio con questa
prima partecipazione alla manifestazione milanese l’anno dell’Expo 2015, di
cui questo materiale si è rivelato l’indiscusso protagonista.
L’acciaio, che ancora oggi in Italia viene troppo spesso associato
esclusivamente a grandi opere infrastrutturali e industriali, è stato scelto per
la realizzazione del costruito di ben il 75% dei progetti Expo e addirittura del
90% del costruito dei padiglioni dei Paesi stranieri che partecipano alla
manifestazione universale.
Quando si parla di innovazione, bellezza e sostenibilità, cuore del messaggio
di questa edizione di Made Expo, l’acciaio trova un perfetto inserimento per
quelle che sono le sue caratteristiche prestazionali: la sostenibilità appunto,
la rapidità costruttiva, la durabilità, la sicurezza antisismica, la flessibilità, la
leggerezza e l’economicità.
L’InfoPoint di Expo 2015 (ExpoGate) durante le fasi di cantiere
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Fondazione Promozione Acciaio | Made Expo 2015
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Progetto Isola dell’acciaio: i partecipanti. Il progetto Isola dell’acciaio
riunisce importanti realtà del settore delle costruzioni in acciaio:
Associazione Italiana Zincatura, associazione
Arcelormittal Commercial Italy srl, produttore
Assofermet, associazione
Blm Group – Adige Sys spa, tecnologie taglio laser
Commerciale Siderurgica Bresciana spa, distribuzione
Duferdofin Nucor srl, produttore
Gruppo Beltrame Afv Acciaierie Beltrame spa, produttore
Knauf di Lothar Knauf sas, produttore
Nord Zinc spa, tecnologie durabilità
Tenaris Dalmine, produttore
Ttm Laser spa, tecnologie taglio laser.
Inoltre, importanti costruttori metallici:
Cms srl – Costruzioni Metalliche Santonicola
Cogi srl
Giugliano Costruzioni Metalliche srl
Ilk srl
Lorenzon srl Engineering & Technology
Mbm spa
Stahlbau Pichler srl
e committenti che hanno deciso di sfruttare i vantaggi dell’acciaio per lo
sviluppo del parco immobiliare, come la Bnp Paribas Real Estate Property
Development spa.
Incontri e approfondimenti. Presso il pad. 1 stand G27/H28 si potranno
visionare i progetti in anteprima, con approfondimenti, planimetrie, in
particolare grazie all’uso della realtà aumentata, che permetterà di
immergersi nei progetti e nelle realizzazioni, con la disponibilità a fissare
incontri con i protagonisti di questi interventi, che potranno esporre e
analizzare nel dettaglio gli studi alla base di ogni intervento.
Fondazione Promozione Acciaio | Fpa è oggi in Italia il soggetto di
promozione e comunicazione più forte per l’acciaio nelle costruzioni. Istituita
nel 2005 per comunicare il valore aggiunto che l’architettura in acciaio sa
dare, forte della convinzione che l’acciaio sia strumento fondamentale al
servizio delle costruzioni, delle infrastrutture e del design. Fpa si propone una
forte azione di rinnovamento culturale nel settore edile, promuovendo e
valorizzando i prodotti e gli aspetti progettuali e tecnologico‐costruttivi delle
soluzioni in acciaio.
Le attività sono sostenute dai soci, tra i quali figurano acciaierie italiane e
internazionali, aziende di trasformazione e distribuzione, costruttori
metallici, associazioni di categoria e studi di progettazione.
Tag: acciaio, architettura, costruzioni, edilizia, fondazione promozione
acciaio, innovazione, isola dell’acciaio, made expo 2015, progetti, realtà
aumentata, sostenibilità
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Città storiche città contemporanee.
Strategie di intervento per la
rigenerazione della città in Europa
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Lunedì 09 Marzo 2015
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28/01/2015
Boi, #OICE: "Bene la
Regione Sardegna sui
consulenti esterni"
06/03/2015
Si chiama VIVAIO ITALIA ed è il concept guida del Padiglione Italia: uno spazio protetto che aiuta i progetti e i talenti a
“germogliare”, che operano nel Paese.
19/01/2015
Il Padiglione Italia dovrà essere concepito come uno spazio innovativo, inedito, sorprendente, unico. Uno spazio “trasparente”, che
deve poter dialogare con l’ambiente circostante. Che cambia aspetto nel corso della giornata. Che respira e che vive, quasi fosse esso
stesso un organismo vivente. Un punto di riferimento per imprenditori e ricercatori, capaci di rinnovare il concetto di “eccellenza
italiana” del “saper fare” e del Made in Italy. Un simbolo del nuovo patto tra il Paese e il suo territorio, non più inteso in senso
meramente paesaggistico, ma come leva di trasformazione e crescita.
Gli elementi cardine del progetto
1. TRASPARENZA - Vetro, cristalli, materiali fotosensibili. Materiali di valenza metaforica e concettuale (guardare al di là
del proprio ambiente, dialogare con il mondo, essere
trasparenti...).
2. ENERGIA - Energia come vita, strumento e mezzo, come motore di trasformazione, come faro nella notte. Nel segno del
rispetto ambientale e della compatibilità..
3. ACQUA - Un elemento fortemente legato all’identità di Milano e alle tematiche dell’Expo, simbolo dell’esistenza, della
nascita, della rigenerazione, delle risorse della Terra, e anche della capacità di “riflettere il cielo”.
4. NATURA - Elemento al centro del nostro futuro. Lo scenario da cui veniamo e verso il quale dobbiamo convergere.
5. TECNOLOGIA - Uno sguardo al divenire. Espressione dell’identità di questo Paese. Una sfida. Un’opportunità.
Palazzo Italia
Palazzo Italia 13.275 mq, 6 livelli fuori terra
Imprese di costruzione:
Mantovani Group, scavi e fondazioni
Italiana Costruzioni S.p.A., realizzazione dell’edificio
Italcementi SpA e Styl-Comp Group, realizzazione dell’involucro esterno
Stahlbau Pichler Srl, realizzazione vela di copertura
Palazzo Italia è stato progettato in un’ottica sostenibile e concepito come edificio a energia quasi zero grazie anche al
contributo del vetro fotovoltaico in copertura e alle proprietà fotocatalitiche del nuovo cemento per l’involucro esterno.
#EfficienzaEnergetica e
#sostenibilità: ecco la
nuova #app “Casa di
domani”
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09-03-2015
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L’intera superficie esterna di Palazzo Italia, 9.000 mq, sarà costituita da 900 pannelli di cemento “i.active BIODYNAMIC” con
principio attivo TX Active brevettato da Italcementi. A contatto con la luce del sole, il principio presente nel materiale
consente di “catturare” alcuni inquinanti presenti nell’aria trasformandoli in sali inerti e contribuendo così a liberare
l’atmosfera dallo smog. La malta prevede l’utilizzo per l’80% di aggregati riciclati, in parte provenienti dagli sfridi di
lavorazione del marmo di Carrara, che conferiscono una brillanza superiore ai cementi bianchi tradizionali. La “dinamicità”
è una caratteristica propria del nuovo materiale che presenta una fluidità tale da consentire la realizzazione di forme
complesse come quelle che caratterizzano i pannelli di Palazzo Italia. A copertura di Palazzo Italia Nemesi ha progettato una “vela” dal design innovativo che verrà realizzata da Stahlbau Pichler.
Una copertura che interpreta l’immagine della chioma di una foresta; caratterizzata da vetro fotovoltaico e da campiture
geometriche per lo più quadrangolari, sia piane che curve, assieme all’involucro ramificato dell’edificio è espressione
d’innovazione sia in termini di progettazione che di tecnologia. L’andamento della copertura trova il suo punto di maggior
espressione architettonica in corrispondenza del cuore della piazza interna; un grande lucernario vetrato di forma conica si
inserisce in “sospensione” sulla piazza e sulla scala centrale irradiandole di luce naturale.
Scheda Progetto
PROGETTO: Progetto vincitore del concorso internazionale di progettazione preliminare su 68 studi partecipanti
LUOGO: Milano, area Rho-Pero
COMMITTENTE: Expo 2015 SpA
PROGETTO ARCHITETTONICO: Nemesi & Partners Srl, Arch. Michele Molè e Arch. Susanna Tradati
TEAM DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA: Alessandro Miele (Coordinatore), Alessandro Belilli, Claudio Cortese, Daniele Durante,
Enrico Falchetti, Alessandro
Franceschini, Davide Giambelli, Alessandra Giannone, Paolo Greco, Mariarosaria Meloni, Fabio Rebolini, Giuseppe Zaccaria, Kai Felix
Dorl, Matteo Pavese, Paolo Maselli
MODEL MAKER: Officina06, Gianluca Brancaleone
AREA D’INTERVENTO: 13.500 mq
Palazzo Italia 13.275 mq, 6 livelli fuori terra
Cardo 13.776 mq, 3 livelli fuori terra
SPAZI E SUPERFICI:
Palazzo Italia (dimensioni 57,5 m x 57,5 m x 25m)
spazi espositivi 2.500mq (piano terra, mezzanino, livelli 1,2,3,4)
spazi di rappresentanza 2.560 mq (piano terra, mezzanino, livelli 1,2,3,4)
spazi per eventi 1.000 mq (piano terra)
spazi conferenza/meeting 1.920 mq ( di cui auditorium 250 posti-primo livello; sala
conferenza 150 posti-secondo livello, sala conferenza 50 posti-quarto livello)
spazi per la ristorazione 1.450 mq (caffetteria 150 mq-terzo livello, ristorante VIP 600 mq/100
posti-quarto livello, terrazza panoramica 700 mq)
sviluppo guscio 350 mq
area verde in copertura 200 mq
livello interrato destinato ai locali tecnici e di deposito 2.000 mq
Cardo
spazio Unione Europea 2.180 mq (piano terra, livello 1)
spazi espositivi 4.160 mq (piano terra, livello 1)
spazi per eventi 2.340 mq (livello 1)
spazi rappresentanza 1.060 mq (livello 1)
spazi per la ristorazione e terrazze eventi 1.900 mq (piano terra e copertura)
terrazze (copertura) 300 mq
N. piazzette 17
CLASSE ENERGETICA: Class A
PARTNERS DI PROGETTAZIONE:
Proger SpA, Engineering e Cost Management
Bms Progetti Srl, Strutture e Impianti
Prof. Ing. Livio de Santoli, Sostenibilità energetica
CONSULENTI: Ing. Dario Paini (Acustica), ABeC (Ingegnerizzazione facciate vetrate); Mario Nanni (Lighting design), Systematica Srl
(Flussi), Energo SpA Fluidodinamica), GTA Srl (Fattibilità ambientale), Arch. Zomraude Chantal Chalouhi (Antincendio), Ing. Samuele
Sassi- FSC Engineering srl/Ramboll Group (Fire engineering), Studio Montanari & Partners S.r.l. (Ristorazione)
GENERAL CONTRACTOR PADIGLIONE ITALIA: Italiana Costruzioni S.p.A
@edilio_it
PADIGLIONE ITALIA RENDER & CANTIERE
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Stahlbau Pichler ha fatto parte del gruppo che ha portato un capannone desueto a
proporsi oggi come realizzazione commerciale avanzata: 930.000 kg di acciaio per le
strutture di questo impianto e un importante intervento anche per l’involucro e le
strutture metalliche a sostegno dell’ascensore.
di Redazione | 12 marzo 2015 in Materiali&Sistemi, Strutture · 0 Commenti
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Dai lavori di demolizione di un vecchio capannone di Trento Nord
all’inaugurazione del nuovo ipermercato sono passati 360 giorni. Ha aperto le
porte il nuovo store Poli, che da anni opera nel settore della grande
distribuzione organizzata.
La costruzione di questo ipermercato ha coinvolto 40 aziende, 21 progettisti,
presenta l’impianto integrato a CO2 più grande d’Italia, 648 pannelli fotovoltaici
a produrre 230.000 kw, 803 apparecchi a led, 2500 mq di superficie, un’opera
che ha coinvolto architetti, ingegneri, tecnici, operai, aziende con 720.000 ore di
lavoro, oggi può essere il simbolo di un investimento volto a far crescere il
territorio.
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Stahlbau Pichler >> ha fatto parte di questo gruppo che ha portato un
capannone desueto a proporsi oggi come realizzazione commerciale avanzata:
930.000 kg di acciaio per le strutture di questo impianto e un importante
intervento anche per l’involucro e le strutture metalliche a sostegno
dell’ascensore.
L’edificio, riprogettato dall’architetto Walter Pichler, consiste di un’autorimessa
nel seminterrato, un pianoterra destinato al supermercato e un primo piano
destinato a parcheggi e negozi. Sopra i parcheggi del primo piano Stahlbau
Pichler ha realizzato una sottostruttura metallica appositamente studiata per
l’impianto fotovoltaico.
L’opera si sviluppa con struttura composta acciaio-calcestruzzo per il primo e
il secondo impalcato e della struttura metallica in copertura.
Azione della neve e azione del vento sono state studiate su copertura, impianto
fotovoltaico e solaio, ampi studi sono stati effettuati sulla resistenza al sisma,
così come apposite analisi sono state eseguite sull’azione d’urto al passaggio
delle autovetture sulle rampe che portano al parcheggio.
Le travi composte del 1° impalcato sono travi del tipo Slim Floor, modellate
come travi continue con 6 campate. La trave sopra il portone, viene calcolata
come trave con singola campata.
Le travi composte del 2° impalcato sono dimensionati come travi a singola
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campata. Le lastre alveolari si appoggiano sulla flangia superiore della trave in
acciaio.
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Il Nuovo Cantiere
Progetto Colore
Le strutture di cui Stahlbau Pichler si è occupata sono: solaio del
supermercato, rampa carico-scarico, porticato d’ingresso, zona rifiuti, porticato
aperto comune, supermercato, parcheggio, due negozi, rampa principale e
rampa di collegamento, copertura, strutture per impianti tecnologici e
fotovoltaici. Nell’ampiezza delle luci sia del garage che del piano negozio sta la
chiave di un ambiente molto luminoso e funzionale grazie anche alla presenza
di pochissime colonne, uno dei punti di forza della struttura.
La tecnologia è entrata a supporto delle abilità del team di ingegneri e tecnici
che hanno operato su questo progetto in azienda, per le verifiche infatti sono
stati adoperati sistemi software mb Aec e Scia Engineer.
Nell’involucro si ritrovano facciate vetrate a montanti e traversi al piano terra
nella zona sud e nella zona est e nell’ingresso principale della zona ovest, ove
sono stati scelti serramenti a nastro.
Facciate a montanti e traversi sono state montate anche nella palazzina
dedicata ai negozi.
Laddove si trovano le strutture metalliche a supporto dell’impianto fotovoltaico
nella zona di perimetro sono state installate velette costruite con Aquapanel e
laterali in Alucobond per dare al contempo stabilità e flessibilità. Per terminare,
il rivestimento è stato realizzato con pannello sandwich e pannello in pvc.
Al primo piano le facciate sono completate con lamiere Fils in alluminio
preverniciate, allocate sopra i pannelli sandwich.
La struttura metallica, realizzata da Stahlbau Pichler, posta a sostegno
dell’ascensore è stata saldata senza giunti e predisposta con vetri di
coronamento per lasciare l’ascensore a vista.
Strutture metalliche, involucro, strutture a sostegno dell’impianto fotovoltaico e
strutture a sostegno dell’ascensore, tutti interventi affidati a Stahlbau Pichler in
questo progetto IperPoli che è una struttura moderna che racchiude un cuore
ecologico, creata scommettendo sul futuro, ponendo attenzione all’inserimento
nel paesaggio e che a oggi dà lavoro a 52 persone.
IL CANTIERE
Committente: F.lli Poli spa
Progetto architettonico: Architekten Walter Pichler & Partner
Progetto strutturale: Stahlbau Pichler srl – Ing. Michael Hofer
Costruttore metallico, realizzazione involucri, facciate: Stahlbau Pichler
srl
Fotografie: Paolo Ronc
Tag: acciaio, cantiere, edilizia, Iperpoli, Stahlbau Pichler, strutture, Trento
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Expo, il Padiglione Italia parla
romano
Presentato al Maxxi l'edificio progettato dallo studio capitolino di
architetti Nemesi&Partners e finito al centro della bufera giudiziari
sugli appalti provocata dall'inchiesta Procura di Firenze
di SARA GRATTOGGI
17 marzo 2015
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Mentre la bufera giudiziaria sugli
appalti scatenata dalla Procura
di Firenze si abbatte anche su
"Palazzo Italia" di Expo 2015 - con l'ex responsabile unico del
Padiglione Italia, Antonio Acerbo,
l'ex facility manager Andrea
Castellotti e l'imprenditore ora
arrestato Stefano Perotti accusati,
fra gli altri, di aver turbato la gara
per i lavori "pilotandone
l'aggiudicazione in favore" della
società Italiana Costruzioni (alla
guida di un'Ati composta anche
dal Consorzio Veneto Cooperativo), per cui risultano indagati anche gli
imprenditori Attilio e Luca Navarra - al Maxxi si svelano i segreti del Padiglione
progettato dallo studio romano di architettura Nemesi&Partners. Si glissa sulla
cronaca nel museo realizzato fra l'altro dalla stessa Italiana Costruzioni: Alberto
Mina, direttore delle relazioni esterne del Padiglione, rimanda alle dichiarazioni
del commissario unico di Expo, Giuseppe Sala ("Abbiamo sentito Raffaele
Cantone e stiamo verificando gli atti, ma Perotti non risulta da nessuna parte
rispetto ad aziende che hanno vinto appalti").
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Mentre Michele Molè, fondatore e direttore di Nemesi&Partners, accenna solo
"alle notizie poco confortanti che purtroppo oggi abbiamo letto sugli appalti".
Concentrandosi invece sul progetto con cui lo studio - già vincitore con
l'archistar Thom Mayne del concorso per il centro direzionale Eni a San Donato
Milanese - ha vinto il concorso internazionale di progettazione per il Padiglione
Italia, aggiudicato da Expo nell'aprile 2013. Caratterizzandosi "per l'innovazione
tecnologica, la ricerca dei materiali e la sostenibilità", come ha sottolineato
Giovanna Melandri, presidente della Fondazione Maxxi. Il progetto - realizzato
con Proger e BMS Progetti per la parte ingegneristica e con Livio De Santoli per
la sostenibilità dell'edificio - si sviluppa lungo il Cardo, uno dei due assi
perpendicolari che struttura il master plan dell'Expo Milano 2015, concepito
come "un borgo lineare", con gli edifici che ospiteranno fra l'altro le
rappresentanze delle Regioni e il padiglione Unione Europea. Mentre Palazzo
Italia, unico edificio di Expo costruito per restare (che ospiterà spazi istituzionali
e di rappresentanza del governo, oltre a eccellenze del Made in Italy), è ispirato a
una "foresta urbana".
Con l'involucro esterno - una "seconda pelle" a trama ramificata - che evoca
l'intreccio casuale di rami, in una tessitura di linee che alterna luci e ombre, vuoti
e pieni, dando vita a un'architettura-scultura che rimanda a opere di Land Art.
Cuore del Palazzo e simbolo dell'idea di comunità è la piazza interna. Che
riunisce intorno a sé, come vere e proprie quinte urbane, i quattro blocchi che
ospiteranno la zona Espositiva, la zona Auditorium-Eventi (Blocco Sud), quella
dedicata gli uffici di rappresentanza e quella che ospiterà le sale conferenze.
Questi volumi architettonici, metafora di grandi alberi, con appoggi che simulano
radici che affondano nel terreno, si aprono verso l'alto come chiome, attraverso
la grande copertura vetrata. Una "vela" dal design innovativo che verrà realizzata
da Stahlbau Pichler. Palazzo Italia, ha sottolineato Molè, "è stato progettato in
un'ottica sostenibile". Oltre al vetro
fotovoltaico in copertura, l'uso di
pannelli di cemento "i. active
Biodynamic" con principio attivo
TX Active (brevettato da
Italcementi) permetterà alle
superfici della "seconda pelle" di
catturare alcuni inquinanti presenti
nell'aria trasformandoli in sali inerti
e contribuendo così a liberare
l'atmosfera dallo smog.
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26 marzo 2015
Presentato oggi a Milano il Mudec,
Museo delle Culture
Una struttura di recupero di archeologia industriale nell’ex fabbrica
dell’Ansaldo. E’ il nuovo Museo delle Culture di Milano il cui progetto è ora
stato misconosciuto dallo stesso Chipperfield Nato da un’operazione di recupero di archeologia industriale nell’area dell’ex
fabbrica Ansaldo, in zona Tortona a Milano, il Mudec reinterpreta gli spazi in
cui si inserisce con corpi dalle forme squadrate rivestiti di zinco e con una
struttura in vetro - illuminata 24 ore su 24 – che “irrompe” geometricamente
nell’edificio che lo accoglie. Il nuovo spazio si distingue per la sua hall
centrale di forma libera e organica, che genera una corte interna, una piazza
coperta, luogo d’incontro fra le culture e le comunità. Nasce così il nuovo Museo delle Culture - Mudec che finalmente apre i suoi
spazi per raccontare attraverso due grandi mostre, “Mondi a Milano” e “Africa.
La terra degli spiriti”, il legame antico di Milano con le esposizioni universali e
con le culture di tutto il mondo. Le due mostre, che occupano tutti gli spazi espositivi del Museo, sono state
ideate proprio in relazione all’eccezionale occasione di Expo Milano 2015,
promosse dal Comune di Milano – Cultura all’interno del palinsesto di ‘Expo
in città’.
“Mettiamo fine ad una attesa lunga 15 anni - ha detto l'assessore alla Cultura
Filippo Del Corno - e apriamo alla città uno spazio nuovo e straordinario per
mostre ed eventi dedicate a tutte le culture del mondo. Quella del Mudec è
una storia lunga e travagliata costellata da ritardi e polemiche. Oggi diciamo
basta perché Milano non vuole attendere oltre, alla vigilia di Expo. Le ultime
discussioni con i rappresentanti dell’architetto Chipperfield relative ai lavori di
finitura dell’edificio sono state molto faticose. Nonostante la volontà del
Comune di trovare soluzioni ci siamo scontrati con un muro di rigidità
incomprensibile. Ci sarà modo e tempo per verificare eventuali lacune
progettuali o eventuali difformità esecutive. I lavori di completamento saranno
comunque conclusi nel rispetto delle indicazioni tecniche a suo tempo fornite
dall’architetto Chipperfield, ma quello che è certo è che l’Amministrazione ha
messo fine a trattative estenuanti per recuperare a pieno titolo la priorità
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ingresso al Forum…e la porta in
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indiscutibile: quella di aprire il Museo per le mostre straordinarie del 2015”.
Come noto dopo quindici anni di lavoro, 30 milioni di euro, tre sindaci, quattro
assessori ai Lavori pubblici, sei assessori alla Cultura che si sono
avvicendati, l'architetto progettista (concorso vinto nel 2000), il londinese
David Chipperfield, disconosce l'esecuzione dei lavori soprattutto per quanto
riguarda la pavimentazione e diffida il Comune dall'usare la sua firma.
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La struttura è opera di Stahlbau Pichler.
All’interno dell’edificio si sviluppano diversi spazi che offrono al visitatore e
alla città una molteplicità di proposte culturali e di servizi, distribuiti su 17.000
mq: sale della collezione museale e delle esposizioni temporanee,
auditorium, bistrot, design store; caffetteria, concept store, ristorante,
biblioteca; aule didattiche, spazio junior, academy24 e parcheggio. Le foto
che accompagnano questa news sono di Oskar DaRitz.
Nel corso dell’affollata conferenza stampa oltre all’assessore hanno parlato
Marina Pugliese, direttore Polo Arte Moderna e Contemporanea, Natalina
Costa, Claudia Zevi, Antonello Negri e un membro dell’associazione
interculturale di Milano. Nell’occasione, la piazza incrocio tra le vie
Bergognone e Tortona, è diventata ufficialmente Largo delle Culture. (as)
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Estetica e performance
Michele Mole’, fondatore di Nemesi&Partners, racconta a Domus il progetto per Padiglione Italia,
esempio dell’importanza della collaborazione tra chi progetta e chi costruisce, del dialogo tra
invenzione estetica e invenzione performativa.
Interviste
Published
27 Marzo 2015
Sections
Interviste, Architettura
Location
Milano
Keywords
acciaio, cemento, Expo 2015, Expo Milano,
Expo Milano 2015, Italcementi, Michele Mole’,
Nemesi, Nemesi&Partners, padiglione,
padiglione Expo, Padiglione Italia, Palazzo Italia,
Stahlbau Pichler, Steelcom
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27-03-2015
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Abbiamo incontrato Michele Mole’, fondatore di
Nemesi&Partners, per farci raccontare il progetto del Padiglione
Italia, che si compone di Palazzo Italia e degli edifici temporanei
disposti lungo il cardo.
Ne è nata anche una riflessione sul tema della
collaborazione tra architetti e imprese, necessaria per “fare
cultura” nel mondo contemporaneo.
Nemesi&Partners, Palazzo Italia, costruzione della facciata ramificata © Nemesi&Partners
Data
27-03-2015
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Nemesi&Partners, Palazzo Italia, costruzione della facciata ramificata © Nemesi&Partners
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Domus: Qual è la differenza, dal punto di vista
dell’approccio progettuale, tra il costruire un’architettura
temporanea e un’architettura permanente?
Michele Mole’: C’è una differenza molto importante, non
soltanto in termini di scelte tecnologiche – fare un edificio che
deve durare nel tempo è cosa totalmente diversa dal farne uno
che avrà sei mesi di vita – ma anche in termini prestazionali:
abbiamo dovuto tenere conto di una serie di normative che
assicurano la sostenibilità dell’edificio permanente, mentre un
edificio temporaneo non deve essere assoggettato a questo tipo
di normative. Ma al di là dell’aspetto tecnico, cambia
radicalmente la concezione dell’opera: non dovevamo tenere in
considerazione solo l’aspetto quasi di intrattenimento di
un’esposizione internazionale – obiettivo primario dei padiglioni
espositivi nazionali – ma creare un’opera emblematica per
l’intero evento, permanente, che potesse essere un’icona per la
Milano del futuro.
Dovevamo occuparci di intrattenimento ma anche di
qualcosa di terribilmente serio che dovrà fare città, che dovrà
essere capace di riscattare un’intera zona della periferia di
Milano.
Data
27-03-2015
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Domus: Entrambi i progetti adottano soluzioni
tecnologiche innovative, soprattutto per quanto riguarda i
rivestimenti, che sono anche i protagonisti dell’aspetto iconico
dell’opera. Oltre a questo, quali altre funzioni svolgono?
Michele Mole’: Anzitutto vorrei sottolineare che mettere
al centro del sistema edilizio e di trasformazione del territorio il
progetto, con la sua capacità utopica e visionaria, seppur
concreta, significa mettere al centro qualcosa che è in grado di
generare un percorso virtuoso di innovazione e di
sperimentazione. In second’ordine è chiaro che la grande sfida
dell’architettura è quella di fare qualcosa che abbia una
componente fondamentale di comunicazione estetica e poetica:
non vogliamo sfuggire all’intrattenimento – soprattutto oggi, che
la velocità della comunicazione è tale per cui non si può che stare
dentro questa velocità – ma nello stesso tempo dovevamo
costruire un edificio vero, che fosse performante, ma che fosse
anche e soprattutto espressione dell’identità comunitaria
italiana. Da questo punto di vista, per esempio, il lavoro sulla
pelle esterna in fibrocemento, realizzata con il contributo di
Italcementi, ha non soltanto un obiettivo di innovazione
compositiva – quella della foresta urbana pietrificata – ma ha
anche una concezione innovativa di un organismo osmotico, un
organismo che dialoga con l’ambiente.
Non soltanto il cemento di cui è composta questa pelle,
attraverso una fotosintesi catalitica, trasforma lo smog in una
componente salina che mantiene bianca la superficie del
materiale, ma soprattutto quando è posto davanti alle superfici
opache in cemento armato diventa una parete ventilata che
permette d’estate di raffrescare le superfici in cemento armato
dell’edificio e d’inverno di proteggerle dal freddo. Quando si
sovrappone alle vetrate svolge la funzione fondamentale,
attraverso un attento calcolo della foratura di ogni singolo
pannello, di mediare l’irraggiamento solare diretto all’interno
dell’edificio in modo tale che la stratificazione della facciata,
fatta di un vetro a bassa emissività e di questa seconda pelle,
consenta un delta energetico nell’edificio sempre costante e
misurato. Ciò significa che nei prospetti maggiormente esposti al
sole e rivestiti da ampie superfici vetrate, la tessitura di questi
pannelli garantisce la schermatura dell’energia solare in
eccedenza. L’invenzione estetica è quindi anche, e soprattutto,
invenzione performativa.
Data
27-03-2015
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Nemesi&Partners, Palazzo Italia, costruzione della facciata ramificata e della piazza interna © Nemesi&Partners
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Domus: Quale sarà il destino del Padiglione Italia dopo
Expo? Sono già state fatte ipotesi riguardo all’utilizzo futuro
delle strutture?
Michele Mole’: Riguardo a questo posso parlare più di
speranze che di certezze: purtroppo il sistema Italia ha
dimostrato, anche in questo caso, di non essere lungimirante
quando si tratta di prendere decisioni strategiche per la gestione
del territorio. Tuttavia c’è la convinzione da parte di tutti che
Expo debba diventare un parco scientifico dedicato
all’innovazione e in particolar modo che Palazzo Italia dovrebbe
diventare un incubatore di idee per i giovani. C’è stata una
manifestazione di interesse, che seguiamo con particolare
attenzione, da parte dell’Università Statale di Milano per mettere
all’interno del parco la nuova città studi, trasferendo tutte le
facoltà in quest’area. La speranza è che dopo l’esposizione
universale queste aree possano rimanere un luogo di
innovazione e sperimentazione per Milano.
Domus: Il brief di Expo richiedeva il 50% di spazi aperti
per ogni padiglione e l’utilizzo del verde come elemento
progettuale. In che modo si sono risolti questi aspetti nel
progetto del Padiglione e di Palazzo Italia?
Michele Mole’: Questo era il brief per i padiglioni
nazionali del paesi partecipanti, ma non era valido per il
Padiglione Italia, per i quali era invece richiesta la costruzione
dell’intera superficie. Abbiamo cercato di far si che ci fosse la
maggior quantità superficie esterna possibile, introducendo i
tetti giardino a Palazzo Italia ma anche in tutti gli edifici del
cardo, le piazzette e rendendo lo spazio pubblico esterno un
elemento fondante, che diventasse luogo di incontro per le
persone. L’aspetto della sostenibilità, dell’uso del verde, che nel
caso in esame non era dato in termini di percentuale, è stato
risolto immaginando un edificio non più muto e oppressivo nei
confronti dell’ambiente, ma che dialoga con esso in maniera
osmotica, e che quindi non inquina (a emissioni zero) e che
interferisce con gli agenti atmosferici. La grande metafora della
foresta e dell’albero nasce da questa idea di base, che non è
soltanto poetica ma anche pratica: l’albero che con le radici
estrae l’energia dal suolo e la restituisce attraverso le fronde.
Questo succede veramente, nel senso che Palazzo Italia
estrae l’acqua dalla falda freatica sottostante, la porta alle pompe
di calore passando attraverso le serpentine per il
condizionamento e la utilizza, in inverno (quando è più calda
della temperatura esterna) per contribuire al riscaldamento e, in
estate – quando è più fredda – al raffrescamento. Il sistema del
Concrete Cooling è un’invenzione straordinaria: mentre nei
sistemi tradizionali l’aria viene prodotta in centrali termiche e
Data
27-03-2015
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Foglio
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Concrete Cooling è un’invenzione straordinaria: mentre nei
sistemi tradizionali l’aria viene prodotta in centrali termiche e
partecipa al riscaldamento e al raffreddamento ambientale
soltanto nel momento in cui esce dalla tubazione ed entra
nell’ambiente, nel Concrete Cooling l’aria, prima di uscire
nell’ambiente per partecipare al suo condizionamento climatico,
entra con delle serpentine all’interno delle strutture in cemento
armato e attiva (attivazione da massa) le pareti e i solai, che
diventano veri a propri termosifoni e condizionatori. Questo
porta, a parità di prestazioni e volumetrie, a un risparmio di circa
il 40% dell’energia necessaria per la climatizzazione. La
copertura fotovoltaica (la fronda) produce 140 Kw, circa il 70 %
dell’energia di cui l’edificio ha bisogno. Questo per dire che
quest’idea dell’edificio osmotico proietta l’architettura
contemporanea in una direzione di dialogo e interazione con
l’ambiente.
Nemesi&Partners, Palazzo Italia, costruzione della vela di copertura © Nemesi&Partners
Data
27-03-2015
Pagina
Domus: Come siete stati selezionati per questo progetto?
Michele Mole’: Abbiamo vinto un concorso
internazionale, l’unico di tutta Expo, per il quale sono stati
presentati 68 progetti provenienti da tutto il mondo. Milano ha
saputo di dover organizzare Expo nel 2007, il concorso è stato
indetto all’inizio del 2013 e noi abbiamo firmato il contratto per
la realizzazione a maggio del 2013. Tuttavia sono in cantiere
quasi tutte le settimane e credo che, anche in questo contesto
tragicomico, non prevarrà la mediocrità: la qualità architettonica
è molto alta, lo spazio ha un carattere urbano coerente, non è un
parco giochi.
Domus: Gli altri padiglioni si sono avvalsi di partner
locali che si sono incaricati di adattare il progetto alla normativa
italiana. Immagino che in questo caso il procedimento si sia
svolto diversamente e mi sembra che un tema molto forte che
emerge sia da Palazzo Italia che dal Padiglione sia la stretta
relazione tra progettisti e aziende
Michele Mole’: Si, ma questo è stato possibile soltanto
perché noi progettisti abbiamo contestato le regole del RUP
(Responsabile Unico del Procedimento) dell’epoca – che voleva
indire una gara al ribasso – sostenendo che in questo modo il
progetto non sarebbe mai stato realizzato. Siamo riusciti a
convincere il RUP assumendoci la piena responsabilità di
individuare i soggetti più capaci e pronti per realizzare le
componenti innovative del progetto. Abbiamo contattato – per la
copertura e la pelle esterna – aziende leader del mercato italiano
con cui collaborare sin dalla fase progettuale, selezionando poi
Italcementi, Steelcom e Stahlbau Pichler.
Non c’è quindi stato il solito percorso, spesso disastroso,
dell’idea dell’architetto trincerato in università che crea e
immagina per poi confrontarsi con quelli che sanno fare le cose,
portando a una divaricazione drammatica tra concezione e
realizzazione. Tutto Palazzo Italia, comprese le viti, è stato
progettato dallo studio Nemesi e modellato in 3d in condivisione
e collaborazione con le aziende costruttrici: è finito il tempo dei
creativi e dei costruttori che non dialogano tra loro.
In questo senso Palazzo Italia vuole rappresentare
l’eccellenza della cultura architettonica e costruttiva italiana,
orientata verso l’innovazione. Abbiamo uno straordinario
passato, di cui siamo orgogliosi, ma come non capire che se
vogliamo fare cultura oggi lo dobbiamo fare attraverso le
tecniche, i linguaggi, la partecipazione a un mondo che ha
radicalmente cambiato il senso estetico dell’insieme? Mantenere
in vita forme che non hanno più un senso rispetto al vivere oggi
in Italia è fare un’operazione formalista e improduttiva.
087728
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Data
27-03-2015
Pagina
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in Italia è fare un’operazione formalista e improduttiva.
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Nemesi&Partners, Palazzo Italia, costruzione della vela di copertura © Nemesi&Partners
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Interviste, Architettura
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acciaio, cemento, Expo 2015, Expo Milano,
Expo Milano 2015, Italcementi, Michele Mole’,
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Stahlbau Pichler, Steelcom
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Milano
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Luca Cozzani · ETSAM - Universidad Politécnica de Madrid
In foto e` ancora più brutto che dai render (ed era dura). Il dettaglio del modulo
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