RICONOSCIMENTO, VALUTAZIONE E CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE – PROF.SSA GIULIANA SANDRONE
Richard Sennett
L’UOMO ARTIGIANO
Universale Economica Feltrinelli, 2012
La bottega
La mano e gli attrezzi
L’artigiano competente
PRESENTAZIONE DOTT.SSA DANIELA SANTORO
Il bravo maestro
impartisce spiegazioni
soddisfacenti; il grande
maestro turba, trasmette
inquietudine, invita a
obiezioni.
R. Sennett, L’uomo artigiano (prologo)
L’autore
Tra i suoi
saggi
Sociologo presso London School of Economics e New York University, allievo di Hannah Arendt
Insieme. Rituali, piaceri, politiche della collaborazione, Feltrinelli 2012
L’uomo flessibile. Le conseguenze del nuovo capitalismo sulla vita personale, Feltrinelli 2000
Autorità. Subordinazione e insubordinazione: l’ambiguo vincolo tra il forte e il debole, Mondadori 2006
Se spiamo dalla finestra
nella bottega di un
falegname, vediamo un
uomo di una certa età
circondato dai suoi
apprendisti e dai suoi arnesi.
L’ordine regna sovrano: parti
di sedia impilate secondo il
tipo, l’odore fresco di trucioli
riempie il locale, il
falegname è chino sul
bancone, intento a incidere
con precisione le forme per
un intarsio.
In un laboratorio
scientifico una giovane
tecnica osserva accigliata
sei cavie morte, riverse sul
bancone, con la pancia
aperta da un’incisione. È
preoccupata perché
l’iniezione che ha praticato
alle cavie non ha dato i
risultati previsti;
si sta chiedendo se ha
sbagliato lei nell’eseguire
l’operazione o se è
sbagliato il procedimento.
IL FALEGNAME
IL TECNICO DI
LABORATORIO
TRE ARTIGIANI
A LORO STA A CUORE IL LAVORO BEN FATTO
PER SE STESSO
L’orchestra nel Conservatorio
cittadino sta facendo le prove di
un concerto con un direttore
venuto da fuori; il direttore
lavora ossessivamente sulla
sezione degli archi, fa ripetere
innumerevoli volte alcune
battute per ottenere la perfetta
sincronizzazione del movimento
degli archetti. I musicisti sono
stanchi, ma anche euforici,
perché sentono che il suono
prodotto è sempre più compatto.
L’amministratore è preoccupato;
se il direttore va avanti in questo
modo, finisce che
l’amministrazione dovrà pagare
gli straordinari agli orchestrali,
un problema che non sfiora
minimamente il direttore.
IL DIRETTORE
D’ORCHESTRA
CHE COSA SIGNIFICA UN LAVORO «BEN FATTO»,
«FATTO A REGOLA D’ARTE»?
• Se il falegname lavorasse più in fretta,
potrebbe vendere più mobili
• Il tecnico di laboratorio potrebbe cavarsela
demandando il problema al suo capo
LAVORO SENZA DEDIZIONE
IMPEGNO STRUMENTALE
• Se il direttore d’orchestra tenesse d’occhio
l’orologio, sarebbe invitato più spesso dalle
orchestre stabili
• Figura rappresentativa di una
CHI È
L’ARTIGIANO CHE SPECIFICA CONDIZIONE
UMANA: quella del mettere
ASPIRA ALLA
un IMPEGNO PERSONALE
QUALITÀ?
nelle cose che si fanno.
IN TUTTI I CAMPI LA MAESTRIA
TECNICA SI FONDA SU
ABILITÀ SVILUPPATE AL MASSIMO
GRADO
NELLA BOTTEGA ARTIGIANA DEL MEDIOEVO
APPRENDISTATO E COSTRUZIONE DI ABILITA’ E COMPETENZE
Periodo di
apprendistato
Durava 7 anni
• Rispetto
reciproco
• Apprendimen
to tecniche
elementari di
lavorazione
Realizzazione di un
«capo d’opera»
Abilità attese
Verifica
acquisizione
delle abilità
elementari
(imitazione, si
imparava per
mimesis)
Giudizio
insindacabile
del maestro
Periodo di
lavoro salariato
Durava dai 4
anni ai 10 anni
Realizzazione di
«un’opera maestra»
Competenze
attese
Periodo di
lavoro
salariato
Verifica
acquisizione di
abilità tecniche
ampie e originali
Lavoro
dipendente
Competenze
organizzative
Affidabilità
MEDIOEVO
Nella bottega medievale le ABILITA’ TECNICHE conferiscono al maestro il diritto di esercitare
un comando, l’apprendimento di quelle competenze assicurano dignità all’obbedienza
dell’apprendista o del lavoratore.
Il laboratorio
spazio produttivo in cui i problemi attinenti l’autorità sono
gestiti dai partecipanti in una relazionalità diretta. Al centro
sono non solo le figure di chi comanda e chi obbedisce ma
anche le abilità tecniche come fonte di legittimazione.
Contratti appositi regolavano la durata dell’apprendistato e il
suo costo era corrisposto dai genitori del giovane.
Il maestro artigiano
agiva in loco parentis ed era legato dal giuramento
religiosamente sancito di migliorare le abilità dei giovani a lui
affidati. Questo contratto proteggeva gli apprendisti
dall’opportunismo dei loro maestri, che altrimenti avrebbero
potuto sfruttarli come manodopera a buon mercato, senza che
essi ne ricavassero alcun beneficio personale.
L’apprendista
era tenuto da un giuramento religiosamente sancito a non
divulgare i segreti dell’arte del suo maestro
NEL MEDIOEVO
CODICE
ETICO
SAPERI
CORPORAZIO
NI DI
MESTIERI
La bottega artigiana era una famiglia
tenuta insieme più dal rispetto che
dall’amore. Il capofamiglia-maestro
fondava la sua autorità sul
TRASFERIMENTO DI ABILITA’ TECNICHE
IMPEGNO MORALE
Contratto
implicito
di fiducia
con la
famiglia
AUCTORITAS
Abilità
Abilità
tecniche
Moralità
personale
DEL
MAESTRO
Credibilità
sociale
FIGURE DI CONDIZIONE INEGUALE STABILIVANO UNO STRETTO VINCOLO
Più che la semplice obbedienza filiale, il giuramento religioso delle corporazioni di
mestieri sanciva il rispetto reciproco tra padre affidatario (maestro) e figlio (apprendista)
RINASCIMENTO
La separazione tra arte e artigianato modificò quella relazione maestro-apprendista e i
significati stessi di lavoro tecnico. L’arte collocava l’artista in una posizione più autonoma di
quella dell’artigiano nella società, poiché l’artista rivendicava l’originalità delle sue opere.
ARTE: UNICITA’ di un lavoro che si distingue
ARTIGIANATO: pratica più ANONIMA, COLLETTIVA, TRASMISSIBILE
LE ABILITA’ ESERCITATE NELLA BOTTEGA RINASCIMENTALE ACQUISIRONO UN
CARATTERE SEMPRE PIU’ INDIVIDUALE E IRRIPETIBILE
L’atelier
La bottega diventa atelier, affollato di assistenti e apprendisti
Il maestro investiva nell’ originalità delle opere che venivano prodotte
nella bottega.
elemento innovativo rispetto al Medioevo.
L’originalità nei riti delle corporazioni medievali
non era un valore celebrato.
I mecenati
I mecenati degli artisti rinascimentali e il mercato delle loro opere subirono
una trasformazione nella misura in cui la società di corte si affermò come
principale committente delle opere rispetto alle entità comunali. I mecenati
avevano un rapporto personale con i maestri delle botteghe d’arte; molto
spesso non comprendevano però ciò che gli artisti cercavano di realizzare, ma
si arrogavano l’autorità di giudicare il valore delle loro opere
L’artista
Nell’esecuzione del proprio lavoro l’artista era originale, mancava però
di una protezione collettiva contro quei giudizi, derivante dall’essere
membro di una comunità. La sola difesa contro le interferenze dei
mecenati era la protesta. L’orafo più illustre del rinascimento,
Benvenuto Cellini, affronta questi temi nella sua autobiografia.
La questione rinvia ad un interrogativo estremamente attuale: chi è
idoneo a giudicare l’originalità di un prodotto? L’autore o il
consumatore?
Un ulteriore elemento di novità rispetto alla società medievale era il
rilievo attribuito all’artista: le corporazioni medievali tendevano a non
sottolineare le differenze individuali tra le botteghe e il loro sforzo era
diretto ad evidenziare in senso protezionistico il luogo dove era stato
fabbricato il vaso o il tessuto, più che l’artigiano che lo aveva prodotto.
Per la cultura rinascimentale diventò di prioritaria importanza per la
vendita dei prodotti indicare il nome del fabbricante.
L’autorità del maestro all’interno della bottega non subisce invece
mutamenti culturali di rilievo rispetto al medioevo: il maestro stabilisce
le condizioni di lavoro che altri eseguono sotto la sua direzione.
L’artista rinascimentale può essere considerato il primo uomo moderno:
attivo, tormentato, sollecitato a guardarsi dentro, in cerca di un rifugio nella sua
autonomia creativa
QUESTA VISIONE SI RADICO’ POTENTEMENTE NELLA FILOSOFIA RINASCIMENTALE
Pico della Mirandola
De hominis dignitate, 1486
Idea di homo faber come «artefice di se stesso». Con l’affievolirsi della trasmissione di
usi e tradizioni emerge negli scritti di Pico la necessità che le persone facciano
esperienza autonomamente.
Giorgio Vasari
Vite dei più eccellenti pittori, scultori et architetti, 1568
Uno dei primi testi che tratteggia in modo accurato la vita professionale degli artisti. Le
vite descritte dal Vasari riguardano artisti che evolvono interiormente, che produssero
le loro opere a dispetto di tutti gli ostacoli, artisti la cui urgenza creativa è autonoma. Le
opere d’arte sono la prova di una vita interiore nutrita a anche a fronte di
incomprensioni.
Gli artisti rinascimentali scoprirono come l’originalità non fornisce una
base sociale all’autonomia
L’originalità porta in superficie le relazioni di potere che nel Rinascimento si
stabilivano tra ARTISTA e MECENATE
Le società di corte, come ricorda il sociologo Elisa, si strutturavano su un’asimmetria nel
vincolo degli obblighi reciproci. Il duca o il cardinale pagavano il conto ai fornitori in
tempi non negoziati, spesso gli artisti rimanevano creditori di re e potenti per ingenti
somme economiche.
La storia del laboratorio ci propone in sintesi alcune riflessioni su che cosa contribuisca a
creare forti vincoli tra coloro che ci lavorano. Gli ingredienti principali nel Medioevo sono
stati la religione e il rito. Un’epoca successiva e più secolarizzata ha sostituito quegli
ingredienti con l’originalità, uno stato che in concreto non coincide con l’autonomia. Un
tratto peculiare delle sensibilità moderna era il conflitto che suscitava negli artisti l’idea
di sottomettersi all’autorità.
L’umanista Étienne de La Boétie (Discorso sulla servitù volontaria) fu uno dei primi a
mettere in discussione la sottomissione all’autorità sia con l’ammirazione sia con
l’imitazione. A suo avviso le persone hanno un diritto naturale alla libertà.
ILLUMINISMO E RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
L’introduzione delle macchine nella storia economica e sociale del lavoro manuale
specializzato rappresentò il più grande dilemma per l’uomo artigiano degli inizi dell’età
moderna.
Tessitori, fornai e artigiani dei metalli accolsero nuovi strumenti di lavoro ma l’avvento
delle macchine nel diciottesimo secolo non fece che acuire il disagio dell’abbondanza,
che generò nuove riflessioni e preoccupazioni intorno al pericolo della seduzione
materiale.
QUALI INFLUSSI DELLA FUNZIONE PRODUTTIVA MECCANIZZATA
SULL’ESPERIENZA DEL FARE?
Alcune riflessioni individuavano nelle posizioni della moderazione e della semplicità il
vero contributo umano alla cultura e queste erano virtù che non potevano essere
riferite alle macchine  dunque si registrava parallelamente anche un rinnovato
interesse per le attività artigianali, che sembravano capaci di mediare tra l’abbondanza
prodotta dalle macchine e l’umile laboriosità dell’uomo. Sarà poi nel diciannovesimo
secolo, con il maturare del macchinismo, che l’artigiano apparirà sempre meno un
mediatore e sempre più un nemico della macchina (valorizzazione delle irregolarità e
difetti del prodotto fatto a mano rispetto alla perfezione artificiale della macchina,
artigiano emblema dell’umana individualità).
LA RELAZIONE TRA L’ILLUMINISMO E LA CULTURA MATERIALE E’ DA RINTRACCIARE NEI
CONCETTI DI PROGRESSO E MIGLIORAMENTO: L’UOMO AVEVA IL
POTERE DI ACCRESCERE IL CONTROLLO SULLE PROPRIE CONDIZIONI MATERIALI
L’artigiano illuminista
L’Encyclopédie di Diderot
L’opera, una vera e propria bibbia sul lavoro tecnico, in
trentacinque volumi pubblicati dal 1751 al 1772, celebrava le
persone dedite a svolgere bene un lavoro come fine in sé e
l’artigiano fu assunto come emblema dell’Illuminismo.
In che senso l’Encyclopédie proclamava che il lavoro
dell’artigiano costituiva un’icona dell’Illuminismo? L’opera
poneva sullo stesso piano di dignità le arti liberali e le arti
meccaniche
Importante risvolto politico: gli autori
disprezzavano i membri ereditari dell’élite al potere, che non
lavoravano e dunque non davano alcun contributo alla
società. Riportarono il lavoratore manuale alla stessa dignità
dell’artigiano della Grecia arcaica. L’opera riflette intorno ai
concetti di utilità e inutilità. Per Diderot la noia era il più
corrosivo dei sentimenti umani e celebrava la vitalità, più
che le sofferenze del lavoratore manuale, perché ne
emergesse una condizione meritevole di ammirazione più
che di compassione.
IL LAVORO BEN FATTO, NELLE RIFLESSIONI DEI FILOSOFI ILLUMINISTI,
SI COLLOCAVA NELL’INTERSEZIONE TRA PRATICA E TALENTO.
IL PERSEGUIMENTO DELLA QUALITA’, MOTIVAZIONE PRINCIPALE DELL’ARTIGIANO,
E’ A SUA VOLTA UNA QUESTIONE DI AZIONE E DI LIMITI ALL’AZIONE.
Alla luce di una dotazione più abbondante di oggetti materiali, l’Illuminismo
idealizzò l’uomo nel suo potenziamento personale.
La macchina si sarebbe rivelata un nuovo potere al quale sottomettersi?
Diderot risponde riconoscendo il più fondamentale dei limiti umani: la mancanza di
un linguaggio atto ad abbracciare il corpo umano, in particolare il corpo dell’artigiano
intento al lavoro  né il lavoratore né l’analista del lavoro possono realmente
descrivere e spiegare ciò che avviene. Il limite risiede proprio nel talento
Diderot, impegnandosi in prima persona in attività di artigianato, scoprì che non era
in grado di capire intellettualmente ciò che non era capace di fare bene nella pratica
L’ARTIGIANO ROMANTICO
Nella metà del diciannovesimo secolo, con il consolidarsi del sistema economico
moderno, la speranza illuministica che l’artigiano potesse trovare un posto di rispetto
nell’ordine industriale andò svanendo.
L’innovazione tecnologica mise l’uomo artigiano, con la sua alta competenza tecnica,
davanti a due prospettive: la dequalificazione o la disoccupazione
 Intorno al 1900 almeno la metà degli operai specializzati dell’industria siderurgica
aveva accettato tale destino; l’altra metà cercò altri sbocchi lavorativi.
Gli artigiani romantici hanno combattuto il mutamento tecnologico su 3 fronti:
• I datori di lavoro
• La manodopera non qualificata
• Le macchine
LE ABILITÀ SPEZZETTATE
Il divorzio tra la mano e la testa
L’ATTUALE SOCIETA’ POST-MODERNA E’ CARATTERIZZATA DA UN’ECONOMIA
BASATA SULLE ABILITA’ TECNICHE, MA COSA DEFINISCE IL COSTRUTTO DI ABILITA’?
ABILITA’
capacità pratica ottenuta con l’esercizio
nel senso comune è spesso contrapposta all’ispirazione,
all’illuminazione improvvisa
IL FASCINO CHE L’ISPIRAZIONE ESERCITA SULL’IMMAGINARIO COLLETTIVO
DERIVA DALLA CONVINZIONE CHE IL TALENTO NATURALE POSSA PRENDERE IL
POSTO DELL’ESERCIZIO
L’ABILITÀ TECNICA, QUANTO PIÙ PROGREDISCE, TANTO PIÙ VIENE
RIVOLTA AGLI ASPETTI PROBLEMATICI DELL’ATTIVITÀ
DIMENSIONE METACOGNITIVA rispetto alla pratica
professionale
LA MANO INTELLIGENTE E GLI ATTREZZI
L’atto dell’afferrare qualcosa sottintende, sul piano fisico,
il protendersi verso di essa. La mano prima di toccare la
superficie dell’oggetto assumerà una forma concava,
adatta a contenerlo
PRENSIONE: MOVIMENTI CHE IL CORPO COMPIE
IN ANTICIPO SUI DATI SENSORIALI
PRATICA
PROFESSIONALE
LA FUNZIONE DELLA PRENSIONE CONFERISCE
STRUTTURA NON SOLO ALL’AZIONE FISICA, MA
ANCHE ALLA COMPRENSIONE MENTALE
FASE ANTICIPATORIA DELLA
PRENSIONE
CONTROLLO
COINVOLGIMENTO
ASSUNZIONE DEL RISCHIO
CRITERI IN CONFLITTO
Qualità o efficacia pratica?
Criterio assoluto
di qualità
Il falegname limerà un
giunto finché i due
pezzi si tengono
perfettamente senza
bisogno di viti.
Obiettivo
Portare a termine un
lavoro ben fatto
Criterio di
efficacia pratica
Il falegname
funzionale reprimerà
l’impulso di
preoccuparsi per
ciascun dettaglio,
sapendo che i piccoli
difetti possono essere
corretti con qualche
vite nascosta.
Obiettivo
Finire il pezzo perché
possa essere usato
DUE DIFFERENTI LENTI INTERPRETATIVE
DI LAVORO
Per l’artigiano
assolutista ciascuna
imperfezione è un
fallimento
_______________
Per l’artigiano
pratico l’ossessione
per la perfezione
produce un sicuro
fallimento
E’ FUORVIANTE UTILIZZARE IL COSTRUTTO DI TALENTO INNATO, NON EDUCATO
APPRENDIMENTO RIPETITIVO
PRATICA
ESERCIZIO
ADDESTRATIVO
?
NOIOSO
CONTROPRODUCENTE
INUTILE
Un approccio che minimizza l’esercizio ben dosato priva i discenti dell’esperienza
di scoprire il tipo di pratica a loro più consona e di modularla a partire da sé.
LO SVILUPPO DELLE ABILITÀ TECNICHE DIPENDE DA COME È
STRUTTURATA LA RIPETIZIONE
L’ESERCITAZIONE VA CALIBRATA, I TEMPI DEVONO ESSERE DOSATI CON CRITERIO
Con il consolidarsi dell’abilità, la capacità di reggere
alle ripetizioni esercitative aumenta.
«PRATICA» E «PRATICO»
UN’ASSONANZA FUORVIANTE
SOSTANTIVO
«PRATICA»
AGGETTIVO
ASSUNTO DISTORTO
?
Nello sviluppare un’abilità quanto
più una persona si esercita e fa
pratica tanto più acquisirà una
mentalità pratica, cioè si
concentrerà sul possibile e sul
contingente
«PRATICO»
RIFORMULANDO
UNA QUESTIONE DI MISURABILITA’
DELLA PRODUTTIVITA’
obiettivi qualitativi versus strumenti
quantitativi
La pratica prolungata di un’abilità
tecnica può condurre in una
direzione opposta: più la tecnica
migliora, più i parametri diventano
elevati e si attivano processi riflessivi
nel corso dell’azione.
Analisi di caso
NHS, National Health Service della Gran Bretagna
SISTEMA CHIUSO
SE LA PRATICA E’ ORGANIZZATA
COME UN SEMPLICE MEZZO PER
RAGGIUNGERE UN FINE
PREFISSATO, LA PERSONA CHE SI
ESERCITA RAGGIUNGERA’ IL FINE
PREFISSATO, MA NON
PROGREDIRA’ OLTRE!
COSA SVILUPPA LE ABILITA’?
E’ LA RELAZIONE APERTA TRA
INDIVIDUAZIONE DEI PROBLEMI E
SOLUZIONE, CHE COSTRUISCE ED
ESPANDE LE ABILITA’
CONSENTENDO DI TRANSITARE DA
ABILITA’ A COMPETENZE
L’ABILITA’ SI ESPANDE SOLTANTO PERCHE’ IL RITMO DI
APERTURA DEI PROBLEMI-SOLUZIONE SI RIPRESENTA PIU’ E PIU’ VOLTE
Nell’attuale società post-moderna questi precetti sulla costruzione delle abilità
attraverso l’esercizio incontrano un grande ostacolo: errato uso dei dispositivi tecnologici
LA PROGETTAZIONE CHE ESCLUDE LA MANO DISABILITA ANCHE UN CERTO TIPO DI
INTELLIGENZA RELAZIONALE
Analisi di caso
Il sistema CAD negli studi di architettura