Cari amici e autorità presenti,nel ringraziarvi per essere qui oggi con noi ad inaugurare la nostra sede Cattolichina , vogliamo rinnovare il nostro impegno in questa giornata di festa. Una sede sindacale, è un luogo d’incontro aperto a tutti coloro che abbisognano di tutela, di difesa e protezione dei propri diritti, collettivi ed individuali, ma anche un posto aperto al continuo e solidale ascolto delle persone e dei loro problemi. È un luogo formazione personale, di promozione sociale e civile. Con questa nuova sede, rendiamo migliore e maggiormente qualificata la nostra presenza nella zona, rispondendo ad una esigenza che da tempo ci veniva segnalata da parte dei nostri iscritti. Tutto ciò è motivo di orgoglio e di rinnovato impegno per la nostra organizzazione verso i lavoratori ed i pensionati che rappresentiamo ma anche verso tanti giovani, uomini e donne che il lavoro lo cercano. Il lavoro che rimane qui e ovunque nel mondo strumento di affermazione e di dignità delle persone. Il lavoro quale mezzo per sentirsi cittadini a pieno titolo della nostra società. Una domanda di lavoro regolare e sicuro che troppo spesso è negato nel nostro paese dove il lavoro nero ha raggiunti livelli insostenibili. Un lavoro nero che è fonte di ricatto e insicurezza ed illegalità. Troppi sono le morti sui posti di lavoro: oltre 1.400 nel 2004, 4 morti per ogni giorno dell’anno, mentre i controlli non si fanno per scarsità di risorse umane ed economiche; risorse economiche invece sempre disponibili per fare la guerra. Oggi la festa del lavoro ha come slogan “Sviluppo e legalità”. Cgil, Cisl e Uil svolgono la manifestazione principale a Napoli. Celebriamo questa festa del Primo maggio in una situazione difficile, sia sul versante nazionale che su quello internazionale. Sono tante, infatti, le preoccupazioni che si accumulano nelle menti e nei cuori di milioni di donne e di uomini, di lavoratrici e lavoratori, delle famiglie di tutte le latitudini del pianeta. 1 Attendiamo tutti la fine del conflitto in Iraq, la ripresa economica, la fine del terrorismo, la riduzione dell’inflazione e ci chiediamo: come si può essere ottimisti in questa realtà, come si può far credere che le cose vadano bene, come si può motivare i giovani, le coppie a fare più figli, gli imprenditori a sviluppare un’impresa, a fare un investimento? E ci chiediamo allora: come si fa a fare festa? Perché il Primo maggio è, innanzitutto, una festa. Allora è necessario che la giornata del Primo maggio 2005 sia, soprattutto, la festa di chi vuole lottare per dare una speranza alla nostra società; che sia una giornata di mobilitazione e partecipazione per rinnovare l’impegno nella difesa del lavoro, dei diritti, della democrazia e della pace. E’ una Festa del lavoro, quella di quest’anno, che ripropone le ragioni di una lotta del sindacalismo confederale contro le fallimentari politiche neoliberiste del Governo. Ci avevano promesso meno tasse, meno vincoli, più sviluppo e competitività e, invece, a distanza di quattro anni, ci troviamo davanti l’amaro conto di un Paese che non cresce, dove calano gli investimenti e la produzione industriale, diminuisce il potere d’acquisto di salari e pensioni, aumenta l’inflazione e il caro vita rende difficile a molte famiglie arrivare a fine mese. A maggior ragione, bisogna dare risposta a quei milioni di lavoratori che attendono il rinnovo del contratto nazionale. In questo giorno di festa, si rinnova il nostro impegno contro le diseguaglianze, perché la diversa ed iniqua distribuzione dei beni materiali influenza l’esercizio della libertà effettiva. La flessibilità del mercato del lavoro, in assenza d’adeguati incentivi al reinserimento, senza la formazione permanente e continua, senza un sistema d’ammortizzatori sociali e di tutele, allarga, ancora di più, i solchi dell’insicurezza tra i lavoratori e le forme di disuguaglianza sociale. E’ un Primo maggio che chiede al sindacato un impegno per la globalizzazione della rete mondiale dei diritti e della democrazia, per abolire le condizioni di sfruttamento presenti nel mondo, a partire dal lavoro minorile. Ciò significa affrontare in un’ottica nuova il tema della globalizzazione del lavoro e, quindi, dell’azione sindacale nella difesa dei diritti attraverso un impegno più forte per esigere “ codici di condotta” a tutte le multinazionali, l’applicazione della “clausola sociale” per tutti gli accordi commerciali, il rispetto delle direttive internazionali in materia di lavoro, sanità, di diritti previdenziali e sicurezza. 2 Ecco, allora, che la Festa del lavoro si colloca come un ponte che congiunge l’impegno per un futuro possibile e di pace, per un diverso modello di sviluppo che sconfigga ingiustizie e povertà. La pace rappresenta per il sindacato un bene supremo, è l’orizzonte della storia, l’approdo del nostro viaggio: per questo, chiediamo un impegno serio per la risoluzione del conflitto israeliano-palestinese e di quello iracheno. Chiediamo che in tutto il mondo vengano rispettati i diritti sindacali, e i diritti delle persone, cessi lo sfruttamento dei minori e delle donne e si affermino quei valori con forza propugnati dal Santo Padre Giovanni Paolo II. Il nostro impegno è rivolto anche all’Africa, un continente abbandonato dove si ripetono massacri nel silenzio del mondo civile ed emancipato; dove carestie, epidemie, il flagello dell’aids continuano a martoriare la popolazione africana. Chiediamo pace e giustizia ed immediati interventi da parte dell’Italia, dell’Europa, dell’Onu perché non si lasci andare alla deriva un intero continente e milioni di donne, uomini e bambini. Il Primo maggio è la festa del sindacato: Più di un istituto di ricerca dice che gli italiani hanno più fiducia nei sindacati (32,1%) che nelle associazioni imprenditoriali (31%), o nei partiti (13,6%). Significa che c’è una questione sociale irrisolta che chiede rappresentanza; significa che, nonostante questo Governo delegittimi la concertazione sociale, il dialogo, i corpi intermedi, la società civile, gli italiani hanno capito che il movimento sindacale è un punto di riferimento importante per i problemi quotidiani, che l’Italia sarebbe più povera e più ingiusta se non ci fosse il sindacato confederale. Buon Primo maggio a tutti. 3