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UN’ANALISI CRITICA DEI COSTI DI UNA VALUTA
COMUNE (sintesi da De Grauwe)
È proprio vero che la rinuncia ad alcuni strumenti di politica
economica a causa dell’adesione a un’UNIONE MONETARIA
rappresenta un costo elevato per i paesi?
quanto sono rilevanti le differenze tra i paesi?
quanto è efficace la manovra del tasso di cambio (a cui si rinuncia
aderendo a un’unione m.)?
i policy makers potrebbero utilizzare in modo distorto la politica
monetaria nazionale e il tasso di cambio
G.Croce -sintesi DeGrauwe cap.2
1
quanto sono rilevanti le differenze tra i paesi? / 1
SHOCK ASIMMETRICI
La probabilità di shock asimmetrici tra paesi è maggiore o minore se quei
paesi formano un’UNIONE MONETARIA?
A. “Visione della Commissione Europea”
la formazione di un’unione monetaria facilita la diffusione delle attività
industriali e rende più omogenee le strutture settoriali dei diversi paesi;
cresce lo scambio intra-settoriale in presenza di differenziazione del
prodotto; la produzione si localizza più vicino ai mercati finali
minore rischio di shock asimmetrici
B. “Visione di Krugman”
l’integrazione economica facilita la concentrazione regionale delle
attività industriali (economie di scala) e aumenta la specializzazione
produttiva dei paesi
shock settoriali colpiscono i paesi in modo differenziato
G.Croce -sintesi DeGrauwe cap.2
2
Distribuzione della produzione automobilistica
(prima della formazione dell’unione monetaria)
USA
Comunità economica europea
Centro-ovest
66,3
Germania
38,5
Sud
25,4
Francia
31,1
Ovest
5,1
Italia
17,6
Nord-est
3,2
Regno Unito
12,9
TOTALE
100
TOTALE
100
G.Croce -sintesi DeGrauwe cap.2
3
simmetria
simmetria
integrazione commerciale
integrazione commerciale
visione della Comm. Europea:
il tasso di cambio è uno strumento superfluo
visione di Krugman:
il tasso di cambio serve a fronteggiare shock asimmetrici
In realtà
l’integrazione favorisce la specializzazione regionale, ma si formano regioni economiche
estese a più paesi!
è preponderante il peso dei servizi (che sono omogeneamente diffusi tra paesi e pesano
circa il 70% del PIL delle economie dei paesi europei)
La divergenza tra paesi si riduce
G.Croce -sintesi DeGrauwe cap.2
4
quanto sono rilevanti le differenze tra i paesi? / 2
POLITICHE FISCALI NAZIONALI
I paesi che formano un’unione monetaria mantengono la propria sovranità
in campo fiscale: possono usare imposte e spesa pubblica per reagire
a shock asimmetrici, ma…
… diverse politiche fiscali nazionali potrebbero essere causa di shock
asimmetrici di notevole entità
ad es. se i paesi reagiscono con diverse politiche fiscali a un dato shock
simmetrico
Secondo questo punto di vista per un buon funzionamento dell’UM è
necessario unificare anche le politiche fiscali, ma questo richiede
un’unificazione politica più stretta
G.Croce -sintesi DeGrauwe cap.2
5
quanto sono rilevanti le differenze tra i paesi? / 5
Divergenze nei tassi di crescita
È proprio vero che i paesi a crescita più veloce vanno incontro a
deficit di BP?
La crescita economica si accompagna alla (si basa sulla) innovazione di
prodotto, quindi a maggiore crescita del reddito corrisponde una crescita delle
esportazioni (elasticità dell’export al reddito > elasticità dell’import al reddito)
Non si creano deficit di BP e non c’è bisogno di deprezzamento
La crescita economica si accompagna a maggiore produttività del capitale alta redditività dei titoli
afflusso di capitali dall’estero (più forte tra paesi aderenti all’unione
monetaria): il miglioramento del saldo MK compensa l’eventuale peggioramento
di PC
Non si creano deficit di BP e non c’è bisogno di deprezzamento
G.Croce -sintesi DeGrauwe cap.2
6
quanto sono rilevanti le differenze tra i paesi? / 6
Contrattazione dei salari in un’unione monetaria
I salari nominali dei paesi che formano un’UM non possono crescere con la stessa
velocità nei vari paesi se la produttività del lavoro cresce a ritmi differenti
p& A + e& = p& B
condizione di parità del potere di acquisto
in un' unione monetaria : e& = 0 ⇒ p& B = p& A
altrimenti , con p& B < p& A il paese A perde competitiv ità
p& A = w& A − q& A , p& B = w& B − q& B ( q& t. di var. produttivi tà media del lavoro)
⇒ w& A − q& A = w& B − q& B
⇒ w& A − w& B = q& A − q& B
se q& A < q& B
⇒ w& A < w& B
In un’UM non vi può essere una centralizzazione della
contrattazione dei salari a livello dell’Unione: nel paese con produttività
più lenta anche il salario deve crescere più lentamente!
G.Croce -sintesi DeGrauwe cap.2
7
Un esempio: paesi A e B con diversi tassi di variazione della produttività
p& A = w& A − q& A , p& B = w& B − q& B
nota bene : q& corrispond e a π& ; si assume (1 +& g ) = 0
w& A = 6 % q& A = 1 %
⇒
p& A = 5 %
w& B = 6 %
q& B = 3,5 %
⇒
p& B = 2 ,5 %
fuori di un' unione monetaria A può svalutare :
p& A + e& = p& B ⇒ e& = p& B − p& A = 2 ,5 % − 5 % = − 2 ,5 %
se A e B formano un' UNIONE MONETARIA
⇒ w& A − w& B = q& A − q& B
⇒
⇒
e& = 0 ⇒
p& A = p& B
w& A = w& B − q& B + q& A = 6 % − 3,5 % + 1 % = 3,5 %
Fuori dell’Unione Mon il paese A può svalutare la propria moneta per “compensare” la
maggiore inflazione; se invece A e B formano un’UM A non può più svalutare il suo tasso di
inflazione deve uguagliare quello di B la variazione dei salari in A deve adeguarsi di
conseguenza
G.Croce -sintesi DeGrauwe cap.2
8
È efficace la manovra del cambio per stabilizzare l’economia? / 1
Deprezzamento in caso di shock asimmetrico permanente
p
p
Francia: flex salariale
S
Francia: deprezzamento
B’’’
B’’
A
A’
S
B
B’
A’’
D
D
Y
Y
Se cade la domanda in Francia (da A a A’):
☻In un’unione monetaria la Francia deve accettare flessibilità salariale (si abbassa la S e
l’equilibrio si sposta in A’’)
☻Fuori di un’unione mon. la Francia può deprezzare il franco rispetto al marco:
- la D torna in alto verso la posizione di partenza (punto B)
- aumenta il prezzo degli input importati: la S si sposta verso l’alto (punto B’’)
- i sindacati chiedono più alti salari nominali: la S si sposta ancora più in alto (punto B’’’)
G.Croce -sintesi DeGrauwe cap.2
9
se dopo il deprezzamento, la S si sposta verso l’alto, il
deprezzamento diventa anche inefficace: gli effetti favorevoli
iniziali tendono a scomparire
inoltre, in entrambi i casi si riduce il salario reale!
quindi questo non è un costo aggiuntivo imposto dall’unione monetaria:
Con flessibilità salariale: si deve ridurre il salario reale
(minore salario nominale a parità di prezzi)
Con deprezzamento: l’aumento della domanda aggregata fa salire i
prezzi (da B’ a B): il deprezzamento è efficace ma l’aumento dei prezzi
(a parità di salario nominale) riduce il salario reale;
tuttavia, se i lavoratori sono affetti da “illusione monetaria” la
riduzione dei salari nominali (con unione mon) può incontrare
resistenze maggiori e risultare più difficile
G.Croce -sintesi DeGrauwe cap.2
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È efficace la manovra del cambio per stabilizzare l’economia? / 2
Shock di domanda asimmetrico temporaneo
A fronte di shock asimmetrici e temporanei come reagisce un’unione monetaria?
Flessibilità salariale e mobilità del lavoro non sono adeguati
La politica monetaria dell’unione è paralizzata: i paesi subiscono shock di segno
contrario nessun intervento della BCE riesce a stabilizzare tutte le economie
Al di fuori dell’unione mon. ciascun paese può attuare una politica monetaria
“nazionale” adeguata alle proprie specifiche condizioni…
Ma in realtà… :
quanto è efficace una politica monetaria nazionale?
la politica monetaria nazionale può soffrire di “incoerenza temporale” e
quindi causare inflazione… (v. sotto)
G.Croce -sintesi DeGrauwe cap.2
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È efficace la manovra del cambio per stabilizzare l’economia? / 3
È veramente efficace il deprezzamento per un paese
fuori di un’unione monetaria?
Un paese può assecondare le sue preferenze di politica economica e mantenere un
tasso di inflazione più alto degli altri solo se può deprezzare, ma questo non è
possibile in un’unione mon. che impone uguali tassi di inflazione
nel breve p. la curva di Phillips è inclinata negativamente quindi l’adesione a
un’unione mon. implica un costo: la riduzione dell’inflazione causa maggiore
disoccupazione
tuttavia nel lungo p. la curva di Phillips è verticale quindi – anche al di fuori di
un’unione - non sono efficaci politiche discrezionali : ogni economia è vincolata
nel lungo p. al suo tasso naturale di disoccupazione
Quindi:
il controllo dell’inflazione è necessario anche se il paese non partecipa a
un’UM; il problema è se tale controllo è più efficace / meno costoso
partecipando o non partecipando a un’UM
G.Croce -sintesi DeGrauwe cap.2
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i policy makers utilizzano in modo ottimale la politica monetaria nazionale e il
tasso di cambio ?
Incoerenza temporale della politica monetaria
(il modello di Barro-Gordon)
(
)
u = u N + α p& e − p& curva di Phillips con le aspettative
o, in termini equivalenti, p& = p& e +
p&
1
α
(u N − u ) , dove p& e = aspettative di inflazione
CP’’
CP’
CP
uN
u
La CP è la curva di Phillips di
breve periodo mentre la retta
verticale è la curva di Phillips
di lungo periodo in
corrispondenza del tasso
naturale di disoccupazione uN.
Nel breve periodo ad
aspettative di inflazione più alte
corrispondono curve CP più in
alto nel piano (CP’, CP’’, ecc.)
G.Croce -sintesi DeGrauwe cap.2
13
Preferenze sociali: curve di indifferenza delle autorità
monetarie
p&
Concave verso l’origine
Curve più “basse”
rappresentano livelli di
benessere maggiori (l’origine
degli assi è associato al
massimo benessere)
u
G.Croce -sintesi DeGrauwe cap.2
14
Preferenze sociali: curve di indifferenza delle autorità
monetarie
p&
Preferenze
accomodanti
Preferenze
intransigenti
Autorità “accomodanti” (wet):
sono disposte a scambiare una
riduzione di u con un “grande”
aumento di inflazione
Autorità “intransigenti” (hard
nosed): sono disposte a
scambiare una riduzione di u
solo con un “piccolo” aumento
di inflazione
u
G.Croce -sintesi DeGrauwe cap.2
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Equilibrio statico
Data la CP e le preferenze, l’autorità sceglie come obiettivo il punto A
(è il metodo degli ob. flessibili con sms variabile)
Se la CP inclinata negativamente fosse stabile, l’equilibrio sarebbe A
p&
Curva di
trasformazione
CP
A
p& 1
u1
Curva di
indifferenza
sociale
u
G.Croce -sintesi DeGrauwe cap.2
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Equilibrio dinamico
A è un obiettivo temporalmente
incoerente;
L’equilibrio finale è in E: tasso di dis
naturale e inflazione elevata
p&
p& E
CP’’’
CP’
CP’’
E
CP
p& 3
p& 2
C
B
p& 1
A
uN
u
Dato uN, l’autorità annuncia che il
suo obiettivo è inflazione zero
(punto A);
Tuttavia, rimanendo lungo la CP,
l’autorità può raggiungere il
punto B su una c.d.i. più bassa di
A, quindi attua una politica
espansiva per lasciare A e
raggiungere B;
Ma in B l’inflazione è più alta (p1)
e quindi la CP si sposta verso
l’alto fino alla CP’;
lungo la CP’ l’autorità preferisce il
punto C anziché la combinazione
(uN, p1), ma in C l’inflazione
cresce ancora fino a p2…
Solo nel punto E l’autorità non ha
un incentivo ad aumentare
ancora l’inflazione.
G.Croce -sintesi DeGrauwe cap.2
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Politici miopi
Il risultato delle scelte discrezionali
dei policy makers (punto E) è subottimale: rispetto ad A l’inflazione
è più alta e la disoccupazione è
uguale.
p&
p& E
Nel lungo periodo (con interazioni
ripetute tra policy maker e privati)
l’annuncio dell’obiettivo
inflazione zero non è mai creduto
(aspettative razionali) e si
raggiunge subito l’equilibrio E.
Solo se le autorità acquisiscono
una reputazione possono
realizzare A.
E
CP
B
p& 1
A
uN
u
Ma i politici prendono le decisioni
in un orizzonte di breve periodo
(scadenze elettorali)…(miopia)
G.Croce -sintesi DeGrauwe cap.2
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Tasso naturale di disoccupazione
Un tasso naturale di disoccupazione più alto comporta
un’inflazione di equilibrio più alta
p&
p&
E
p& E
CP
CP
E
p& E
p& 1
B
p& 1
uN
u
B
uN
u
tasso nat di disoccupazione alto
tasso nat di disoccupazione basso
G.Croce -sintesi DeGrauwe cap.2
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Preferenze accomodanti o intransigenti
Preferenze sociali accomodanti comportano un tasso di
inflazione di equilibrio più alto: p& E > p& F
p&
p&
E
p& E
CP
CP
B
F
p& F
H
uN
u
uN
u
Paese con preferenze accomodanti
Paese con preferenze intransigenti
G.Croce -sintesi DeGrauwe cap.2
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In economia aperta
In economia aperta il paese col tasso di inflazione permanentemente più alto degli
altri paesi perderebbe continuamente competitività, dovrebbe deprezzare la
propria valuta ripetutamente… a lungo andare l’inflazione più alta non sarebbe
sostenibile
p& E − p& F = differenzialedi inflazionetra i duepaesi
p&
p&
E
p& E
CP
CP
F
B
p& F
H
uN
u
uN
u
Paese con preferenze accomodanti
Paese con preferenze intransigenti
G.Croce -sintesi DeGrauwe cap.2
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Conclusione
Per un paese con una tendenza verso l’inflazione, la politica monetaria nazionale
potrebbe portare a risultati sub-ottimali, mentre l’adesione all’UM può
rappresentare il modo per evitare un’inflazione alta, grazie a una politica
monetaria temporalmente coerente
Per riepilogare.
Quali opzioni a disposizione di un paese ad alta inflazione ?
1. In cambi flex e fuori dell’UM Deprezzamento: il paese con inflazione più
alta può deprezzare la propria moneta (se non forma un’unione monetaria
con l’altro paese)
ma servirebbe un continuo deprezzamento in presenza di inflazione permanentemente
più alta pericolo di una spirale inflazione-svalutazione-inflazione
2. Cambi fissi: Il paese inflazionistico potrebbe “legare” la propria moneta a
quella del paese con inflazione bassa
ma è anche questa una politica “temporalmente incoerente “ perché le autorità
subiscono la tentazione di svalutare: il cambio fisso non è un vincolo abbastanza forte
G.Croce -sintesi DeGrauwe cap.2
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3. Il paese con inflazione alta “riforma” la sua banca centrale per renderla
indipendente e intransigente, con l’obiettivo prioritario di controllo dell’inflazione
ma in alcuni paesi questa riforma potrebbe trovare ostacoli ed essere difficile da
realizzare; inoltre alcuni comportamenti economici e alcune politiche
potrebbero continuare a causare un’inflazione eccessiva
4. Unione monetaria: il paese a inflazione alta rinuncia alla propria valuta e a una
politica monetaria nazionale e aderisce a un’unione con il paese a inflazione
bassa
Efficace: il paese a inflazione alta affida la politica monetaria alla BC del paese a bassa
inflazione oppure a una BC dell’unione ma con le stesse preferenze e la stessa reputazione
del paese virtuoso (altrimenti questo non accetterebbe di partecipare all’unione)
politica temporalmente coerente
La perdita del tasso di cambio e della politica monetaria nazionale non
rappresenta un vero costo per il paese, anzi l’adesione all’UM comporta una più
bassa inflazione anche nei paesi nei quali questo obiettivo sarebbe più difficile
(vedi mod. di Barro-Gordon)
NOTA BENE: l’adozione di una politica monetaria “intransigente” richiede che altre politiche
siano dirette a ridurre i costi della disoccupazione nel breve periodo (welfare state: sussidi di
disoccupazione, politiche sociali) e a ridurre il tasso di disoccupazione naturale (politiche
regionali, industriali, di sviluppo).
G.Croce -sintesi DeGrauwe cap.2
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Lettura consigliata sull’unione monetaria europea:
L. Bini Smaghi, L’euro, il Mulino.
Per approfondimenti:
R. Baldwin, C. Wyplosz, L’economia dell’unione europea. Storia,
istituzioni, mercati e politiche, Hoepli.
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