libro dei riassunti - Università degli Studi della Basilicata

Fondazione E. Mach
LIBRO DEI RIASSUNTI
Gruppo di lavoro
Viticoltura
COMITATO ORGANIZZATORE:
Duilio Porro, Marco Stefanini, Maria Stella Grando, Umberto Malossini, Luca Zulini,
Annamaria Ciccotti, Roberto Zorer, Stefano Pedò, Floriana Marin, Giuseppe Fazio, Erica
Candioli, Mirko Ceccato.
COMITATO SCIENTIFICO:
Maria Gabriella Barbagallo, Laura de Palma, Rosario Di Lorenzo, Maria Stella Grando,
Cesare Intrieri, Claudio Giulivo, Giovanni Mattii, Vittorino Novello, Vitale Nuzzo, Alberto
Palliotti, Eugenio Pomarici, Stefano Poni, Duilio Porro, Vito Savino, Giancarlo Scalabrelli,
Oriana Silvestroni, Marco Stefanini, Paolo Storchi.
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA:
Floriana Marin, Mirko Ceccato, Monica Dallaserra, Elisa De Carli, Cinzia Dorigatti, Giuseppe
Fazio
118. Analisi quali-quantitativa di antociani in uve 'Aglianico'
sottoposte a due diversi regimi irrigui
Sofo A.1, Nuzzo V.1, Scopa A.1, Tataranni G.1, Novellino E.2, De Nisco M.3, Manfra M.4
1 Dipartimento di Scienze dei Sistemi Colturali, Forestali e dell Ambiente, Università degli Studi della Basilicata, Viale
dell Ateneo Lucano 10 85100, Potenza, Italia
2 Dipartimento di Chimica Farmaceutica e Tossicologica, Università degli Studi Federico II , Via D.Montesano 80100,
Napoli, Italia
3 Dipartimento di Chimica Organica e Biochimica Università degli Studi Federico II , Via Cinzia 4 80126-Napoli, Italia
4 Dipartimento di Chimica, Università degli Studi della Basilicata, Via Nazario Sauro 90 85100, Potenza, Italia
Il colore delle bacche di uva varia in funzione della varietà dal giallo-verde al blu scuro. Il
colore rosso delle uve è determinato dall accumulo di antociani nelle bucce degli acini, ad
eccezione di pochi casi in cui essi si trovano anche nella polpa. Questi composti si
trasferiscono nel vino nel corso della macerazione, conferendo così loro il caratteristico
colore rosso o rosato. Il profilo degli antociani è anche utilizzato come criterio per la
caratterizzazione varietale delle uve rosse e dei vini.
La dimensione degli acini è ampiamente riconosciuta come uno dei fattori che concorrono
alla qualità dell uva da vino. Il deficit idrico nella vite è generalmente causa di una maggiore
presenza di bacche più piccole e di altri cambiamenti nella composizione dell uva e del
vino. Si pone quindi la questione se cambiamenti nella composizione dell acino e del
corrispondente vino che si sviluppano in risposta al deficit irriguo nascano semplicemente
da cambiamenti che dipendono dalle dimensioni delle bacche.
Nel corso degli ultimi decenni, si è assistito ad una maggiore diffusione di varietà
internazionali a scapito di varietà locali tradizionalmente coltivate. Da più parti, però, si
riconosce alle varietà locali la possibilità di contribuire ad un ulteriore sviluppo e
tipicizzazione delle produzioni viti-vinicole italiane. La caratterizzazione del profilo degli
antociani potrebbe essere utilizzato per delineare fingerprint metabolici, direttamente
correlabile alla varietà di interesse.
Il presente studio è stato condotto per valutare il ruolo delle dimensioni delle bacche e del
deficit irriguo sulla composizione in antociani di uve Aglianico , al fine di fornire utili mezzi
per la caratterizzazione varietale, i processi di vinificazione e la qualità del prodotto finale.
Nel 2008, nel comune di Montegiordano Marina (CS), area della IGT Calabria , è stata
condotta una prova sperimentale utilizzando un vitigno Aglianico (clone AV09/ 1103
Paulsen) allevato a cordone speronato monolaterale, per valutare l effetto dell irrigazione
su alcune caratteristiche morfologiche dell acino, sulla produttività delle piante e sulla
composizione dell uva. Il vigneto è ubicato su un terreno povero in sostanza organica,
esposto ad est e con filari orientati nord-sud, caratterizzato da una pendenza del 4-5% e da
una scarsa piovosità nel periodo primaverile estivo associata ad elevati regimi termici e
radiativi. Su una parte del vigneto, dell estensione di circa 3.000 m 2 , una parcella non
irrigata (NI) è stata confrontata con un trattamento irrigato con volumi irrigui pari al 100%
dell ETc (I100). L irrigazione del trattamento I100 è iniziata quando il potenziale idrico
dello stelo ha raggiunto valori inferiori a di 0,6 MPa ed è terminata in prossimità
dell invaiatura.
Per ciascuna delle due tesi, sono state selezionate tre piante vicine, verosimilmente
sottoposte allo stesso regime microclimatico e cresciute su suoli con caratteristiche
chimico-fisiche simili. Per ciascuna pianta sono stati selezionati tre grappoli e, per ciascun
grappolo, sono state considerate due diverse classi dimensionali di acini in base al loro
diametro massimo (0.61-0.90 cm e 0.91-1.25 cm). Gli acini sono stati congelati
immediatamente a 20°C. Successivamente, è stata prelevata un aliquota di 1 g di esocarpo.
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Gli antociani totali sono stati estratti dalle bucce mediante estrazione con una soluzione di
0.75% di HCl in metanolo al buio. Tale metodica è stata frutto di diverse prove preliminari
con diversi solventi e tempi di estrazione. L estratto è stato prelevato nell arco temporale
tra 30 min e 24 h, filtrato mediante filtri Whatman con porosità di 0.20 µm, e congelato a
20°C al buio. Il profilo quali-quantitativo degli antociani è stato evidenziato attraverso
separazione e identificazione con LC-MS. Il materiale vegetale è inoltre stato analizzato
mediante microscopia ottica a luce trasmessa a diversi ingrandimenti al fine di osservare le
caratteristiche morfo-anatomiche dell esocarpo. Dai risultati preliminari, si può affermare
che il diverso regime irriguo non ha provocato grandi variazioni quali-quantitative degli
antociani estratti dalle bucce. Questo ci permette di ipotizzare che un utilizzo dell acqua
volto al risparmio irriguo, oltre agli evidenti benefici agronomici ed economici, non
influenza la qualità dell uva e, conseguentemente, anche del vino. La ricerca proseguirà a
breve con l analisi dei profili dei tannini estratti sia dalle bucce che dai semi delle stesse
piante utilizzate per questa prova, approfondendo le possibili relazioni tra contenuto di
polifenoli e tannini e qualità del prodotto.
119. Valutazione in situ mediante un sensore di fluorescenza
del contenuto di antociani nelle varietà Nero d Avola,
Syrah e Teroldego presso il Gruppo Mezzacorona
Fierini E.1,2, Varner M.3, Pangrazzi P.3, Agati G.1
1 Istituto di Fisica Applicata N. Carrara CNR, v. Madonna del Piano 10, 50019 Sesto Fiorentino (FI), Italia
2 Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università di Firenze, via Ugo Schiff 6, I-50019, Sesto Fiorentino, (FI), Italia
3 Gruppo Mezzacorona, via del Teroldego 1, 38016 Mezzocorona (TN), Italia
L obiettivo del presente lavoro è stato quello di valutare le potenzialità di un nuovo sensore
portatile a fluorescenza per il monitoraggio non-distruttivo della maturità fenolica dell uva
direttamente in campo. Il dispositivo fornisce un indice del contenuto di antociani (Ant)
misurato in situ, sulla pianta, su un area del grappolo di circa 8 cm di diametro, alla
distanza di 15 cm. Le misure sono state effettuate durante l estate 2009 presso l azienda
Villa Albius (Acate, RG) del Gruppo Mezzacorona sulle varietà Nero d Avola e Syrah. Inoltre,
è stata effettuata una campagna di misura su Teroldego in varie zone della Piana Rotaliana
in data 8 settembre 2009, in prossimità della vendemmia.
Per le cv. Nero d Avola e Syrah, 100 grappoli distribuiti su 2 filari sono stati misurati
settimanalmente dopo l invaiatura (24 luglio) fino alla vendemmia (18 settembre).
Per Teroldego, le misure sono state eseguite su 18 parcelle di diverse zone che differivano
per la qualità dell uva. Per ogni parcella sono stati misurati 60 grappoli distribuiti
equamente (30+30) su i lati fronteggianti di 2 filari.
La variazione temporale dell indice di Ant medio per Nero d Avola e Syrah era in accordo
con l accumulo degli Ant fino alla vendemmia. Una buona correlazione (r = 0.853) è stata
trovata tra l indice di Ant misurato con il metodo fluorimetrico ed il contenuto di Ant,
espresso per unità di superficie (mg/ cm 2 ), misurato su gli stessi campioni con tecniche
standard di estrazione ed analisi spettrofotometrica. Per il Nero d Avola, l indice di Ant
non-distruttivo è stato utilizzato per valutare l entità della maturità fenolica in funzione di
4 diversi regimi irrigui. Per il Teroldego, coltivato a pergola, si è osservata un alta
variabilità dell indice di Ant in base alla posizione dei grappoli sulla pianta: esterna,
mediana ed interna del filare. Considerando i valori calcolati sui grappoli più interni si
possono distinguere 3 classi dell indice Ant corrispondenti a 3 livelli di qualità delle
parcelle: scarso, discreto, buono.
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