in collaborazione con Romania 7 gennaio 2014 Overview Andamento dell’economia Superficie: 238.391 kmq Popolazione: 21.790.479 milioni (stima luglio 2013) Tasso di crescita della popolazione: -0,27% (stima 2013) Età media della popolazione: 39,4 anni Tasso di urbanizzazione: 52,8% Speranza di vita alla nascita: 74,45 anni Tasso di alfabetizzazione: 97,7% Composizione religiosa della popolazione: cristiani ortodossi (86,8%), cristiani protestanti (7,4%), cristiani cattolici (4,7%), altri (1,1%) Lingue: Rumeno, ungherese Ordinamento politico: repubblica semipresidenziale Sistema legale: basato sul “civil law” Cariche dello Stato: Presidente Traian Basescu, Primo Ministro Victor-Viorel Ponta Prossime elezioni: novembre-dicembre 2014 (presidenziali) Dati economici Gli ultimi dati confermano il buon momento dell’economia della Romania nel corso del 2013. Dopo che la crescita nel secondo trimestre è stata rivista al rialzo da +1,3% a +1,5% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, nel terzo trimestre la stima preliminare indica che il PIL è cresciuto ad un tasso annuo del 4,1% (+1,6% rispetto al trimestre precedente). Anche se buona parte della performance riflette il forte recupero della produzione agricola dopo il collasso del 2012 (+24,6% rispetto al terzo trimestre di quell’anno), l’espansione rimane guidata dalla domanda estera e dal settore industriale: dopo il forte incremento del secondo trimestre le esportazioni hanno registrato un ulteriore miglioramento (+19,1% su base annua), così come l’industria (+6,9%). La domanda domestica rimane invece ancora debole, in particolare sul lato degli investimenti fissi (in contrazione del 4% rispetto allo stesso trimestre del 2012) e con l’austerità fiscale che continua a pesare sui consumi pubblici (-3,2% annuo); la stessa indicazione giunge dal modesto tasso di incremento delle importazioni (+4,4% annuo). I consumi privati (+1,6% annuo) hanno invece risentito positivamente di un aumento della domanda nelle aree rurali in conseguenza ai raccolti abbondanti. PIL 2012: 169,4 miliardi US$ PIL/capite 2012: 7.934 US$ Tasso di crescita medio PIL 2002-2012: 3,6% Tasso di inflazione medio 2002-2012: 8,9% Deficit pubblico 2012 rispetto al PIL: -2,5% Debito pubblico 2012: 37% Debito estero 2012 rispetto al PIL: 78% Disavanzo delle partite correnti 2012: -3,8% Grado di apertura dell’economia: 74% internazionale Riserve in valuta estera: 46,67 miliardi US$ Rating debito pubblico: Moody’s S&P Baa3 BB+ Fonte: Bloomberg 7 gennaio 2014 Romania Anche se i dati relativi al quarto trimestre sono disponibili solo limitatamente al mese di ottobre, le indicazioni che se ne traggono indicano la prosecuzione del trend positivo nell’ultima parte dell’anno, cosicché negli ultimi mesi le stime di crescita del PIL per il 2013 sono state generalmente innalzate sopra il 2% (dal 2% del Fondo Monetario Internazionale al 2,5% del consenso delle banche d’investimento) e con rischi al rialzo. L’aggancio dell’economia rumena alla ripresa economica dell’area Euro, con le sue ripercussioni positive per le esportazioni e l’industria, e la debolezza della domanda domestica legata ad austerità fiscale e stretta creditizia rimangono i temi principali, con un ulteriore contributo positivo straordinario del settore agricolo. Per il 2014 la crescita dovrebbe rimanere sostanzialmente ai livelli del 2013 tra il 2% ed il 2,5% annuo, posto che l’economia europea non registri brusche e inattese frenate: il venir meno del contributo dell’agricoltura dovrebbe essere parzialmente compensato dalla attenuazione dell’austerità fiscale (dopo tutto il 2014 è un anno elettorale) e dai progressi nell’utilizzo dei fondi europei. Una più decisa accelerazione sopra il potenziale di crescita della Romania (che dopo la crisi del 2008 è sceso dal 5% a circa il 2%) sarà probabilmente possibile nel 2015, con il progressivo allentarsi del deleveraging del settore bancario e l’emergere degli effetti positivi delle riforme strutturali degli ultimi anni. Fonte: Bloomberg Grazie alla forza delle esportazioni ed alla debolezza della domanda domestica, la correzione del disavanzo delle partite correnti è proseguita nel corso del 2013 ed il deficit è sceso dal 4,45% del PIL alla fine del 2012 all’attuale 1,2% del PIL, con 6 mesi sui primi 9 dell’anno chiusi in surplus. Nonostante dopo la crisi l’afflusso di investimenti diretti esteri sia crollato così come i prestiti esteri alle banche e società rumene, il disavanzo è tranquillamente finanziato dai fondi strutturali europei e altri prestiti di entità sovranazionali come la BEI; inoltre nel corso dell’anno sono tornati in forze gli investitori internazionali, attratti dalla storia di risanamento strutturale del Paese, dai rendimenti relativamente elevati sui bond in valute forte e valuta locale e dall’inclusione del debito in valuta locale nei benchmark internazionali di JPMorgan e Barclays. Gli investitori esteri detengono ora oltre il 20% dello stock di debito in valuta locale alla fine del terzo trimestre 2013 dal 5% di ottobre 2012. Infine, il Governo ha collocato con successo un eurobond da 2 miliardi € in settembre e raccolto altri 518 milioni US$ con l’IPO della società statale di produzione del gas naturale Romgaz sulle Borse di Bucharest e Londra, sottoscritta quasi 5 volte l’offerta con una massiccia partecipazione estera. A cura di Banca Intermobiliare – Direzione Advisory 2 7 gennaio 2014 Romania Fonte: Bloomberg Dopo aver superato il 4% nel primo semestre dell’anno, il venir meno dell’effetto dell’aumento dei prezzi agricoli legato al debole raccolto del 2012 ha permesso alle pressioni disinflazioniche di riemergere e l’inflazione è diminuita rapidamente fino all’1,3% di novembre, ampiamente inferiore al target della Banca Centrale per il 2013 (2,5% +/- 1%). Anche a livello “core” (depurata dalle componenti più volatili dei prezzi petroliferi ed alimentari), le pressioni inflazionistiche rimangono assenti (2% annuo in novembre). L’inflazione dovrebbe rimanere estremamente bassa ancora per il primo semestre 2014 per poi tornare a salire nel secondo semestre e all’inizio del 2015 per effetto dei nuovi aumenti tariffari e con la normalizzazione dei raccolti agricoli dopo il boom di quest’anno. Proprio l’assenza di pressioni inflazionistiche legate all’ampio eccesso di capacità produttiva inutilizzata ed alla scarsa creazione di credito bancario hanno permesso alla Banca Centrale di ridurre ulteriormente il tasso d’interesse di riferimento al 4%; il ciclo di ribasso dei tassi prevede probabilmente ancora un intervento o due all’inizio del 2014, ma dovrebbe fermarsi con il ritorno dell’inflazione verso il target nel secondo semestre e per esercitare pressione sul Governo affinché non allenti il controllo sulla spesa pubblica in vista delle elezioni. In ogni caso, a meno di shock imprevisti, la linea di politica monetaria rimane espansiva. Fonte: Bloomberg A cura di Banca Intermobiliare – Direzione Advisory 3 7 gennaio 2014 Romania Politiche economiche La politica economica della Romania è strettamente ancorata al percorso di risanamento strutturale dettato dalla “troika” di Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale e Commissione Europea e, nonostante qualche dissidio nella coalizione di maggioranza, sia il Presidente Basescu che il Primo Ministro Ponta supportano inequivocabilmente il programma. Il terzo round di accordi è stato firmato in settembre per una linea di credito del Fondo Monetario Internazionale di 2 miliardi € più altri 2 miliardi € dalla Commissione Europea e nella revisione di fine ottobre la Romania è stata valutata complessivamente in linea con i target del programma. Dal punto di vista della politica fiscale, il deficit pubblico nel 2013 dovrebbe agevolmente risultare inferiore al 3% del PIL in linea con gli obiettivi del Patto di Stabilità e Crescita europeo: il target per il 2013 è stato aumentato al 2,5% del PIL ed il deficit dovrebbe diminuire sotto il 2% nel 2015. L’aggiustamento fiscale è continuato con successo e le entrate inferiori alle attese sono state compensate da ulteriori tagli alla spesa. L’impatto negativo dell’austerità fiscale dovrebbe lentamente diminuire dal momento che il nuovo programma lascia un certo spazio di manovra a misure per sostenere la domanda domestica e punta ad aumentare l’utilizzo dei fondi europei per gli investimenti pubblici, riducendo la quota nei progetti co-finanziata dalla Romania dal 15% al 5%. Le riforme strutturali dell’economia rimangono al centro dell’attenzione, a partire dalle privatizzazioni: nonostante il fallimento della privatizzazione della compagnia ferroviaria CFR Mafra, quella della Romgaz e, poco prima, della Nuclearelectrica sono state un successo e nel primo semestre 2014 dovrebbero arrivare sul mercato quote di Oltenia (centrali termoelettriche) e Hidroelectrica (centrali idroelettriche) e potenzialmente di Romtelecom entro la fine dell’anno. La riforma del settore sanitario è in linea con le previsioni così come l’agenda di liberalizzazione dei prezzi energetici ed il maggior utilizzo dei fondi strutturali europei. Grazie al rafforzamento dei fondamentali macroeconomici ed alla credibilità della politica economica garantita dall’ancoraggio al programma della “troika”, il rating sovrano della Romania potrebbe essere innalzato nel corso del 2014 da una delle agenzie di rating, in particolare dopo che Standard&Poor’s ha recentemente migliorato l’outlook da stabile a positivo indicando una probabilità su tre che il suo rating (attualmente BB+) possa essere aumentato entro i prossimi 12 mesi. La Romania terrà le elezioni presidenziali alla fine del 2014, che porteranno un importante cambio di leadership dal momento che l’attuale Presidente Basescu per legge non può più candidarsi per un terzo mandato. Attualmente la coalizione di maggioranza in parlamento USL (Unione Social Liberale) è formata dal Partito Social Democratico del Primo Ministro Ponta e dal Partito Nazionale Liberale di Antonescu, che i sondaggi indicano in testa a pari merito alle elezioni presidenziali. Qualora la coalizione rimanesse intatta quindi potrebbe raccogliere un’elevata maggioranza, ma la cooperazione tra i partiti sembra indebolirsi con l’avvicinarsi delle elezioni, il che pone il rischio sul fatto che un’eventuale nuova coalizione non goda della solida maggioranza di quella attuale. Nonostante sia in aumento, il rischio politico può considerarsi contenuto e l’ancoraggio al programma della “troika” dovrebbe essere assicurato, dal momento che la cooperazione con le autorità finanziarie internazionali è stata finora produttiva e premiata dai mercati finanziari. A cura di Banca Intermobiliare – Direzione Advisory 4 7 gennaio 2014 Romania Importanti informazioni Il presente documento non costituisce ricerca indipendente in materia di investimenti ai sensi degli artt. 27-28 del Regolamento della Banca d’Italia e della Consob (cd Regolamento Congiunto) né mira a fornire raccomandazioni di cui agli artt. 69 e seguenti del Regolamento 11971/99 e successive modifiche. 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