Storia Regioni 070_121 2e 20-12-2009 17:32 Pagina 107 Molise TRACCE STORICHE La Preistoria Gli insediamenti di epoca paleolitica Fino a pochi anni fa si riteneva che il Paleolitico avesse lasciato poche tracce in Molise ma nel 1979, durante uno sbancamento per la costruzione della superstrada Napoli-Vasto, venne rinvenuta a Isernia, in località La Pineta, quella che, a oggi, è considerata una delle più importanti stazioni paleolitiche d’Europa. Essa è databile a 736 000 anni fa e consiste in un deposito straordinariamente ricco di residui animali lasciato da un accampamento di Homo erectus, forma umana anteriore al neanderthalensis. Sono state individuate due aree distinte: in una, gli antichi abitanti di Isernia accumulavano le ossa degli animali uccisi (bisonti, rinoceronti, elefanti, ippopotami, cinghiali, orsi, daini e altri ungulati oggi estinti, oltre a roditori di piccola taglia) probabilmente per uso edilizio, cioè per costituire una pavimentazione solida che evitasse di afondare nel fango dell’ansa del fume; essa rappresentava probabilmente una protezione molto apprezzata per la sicurezza dell’insediamento. Nell’altra area si sono rinvenute invece centinaia di pietre lavorate in forma di raschiatoio. Il ritrovamento di alcuni sassi colorati con ocra (sostanza che non esiste nella regione e che doveva quindi essere importata da un’area lontana) sembra suggerire, inoltre, la possibilità, ignota fno a oggi, che già l’Homo erectus avvertisse esigenze di ordine estetico e che avesse, quindi, una capacità di pensiero astratto più sviluppata di quanto fnora non si credesse. Resti di un focolare costituiscono infne una delle più antiche tracce del controllo del fuoco da parte umana mai rinvenute nel mondo. L’età antica I Sanniti La peculiare natura del territorio centroitaliano, percorso da valli che suddividono la regione in piccole aree indipendenti, favorì la frammentazione delle esperienze culturali e la nascita di particolarismi: così, mentre nel medio Appennino si andavano delineando le caratteristiche di quei popoli che sarebbero poi stati chiamati Italici, nella regione molisana i Sanniti, ormai ben defniti nella loro fsionomia etnico-culturale, si dividevano nelle tribù dei Pentri, nel territorio tra i fumi Biferno e Trigno, e dei Caraceni, nell’area che oggi corrisponde alla provincia di Isernia. I Sanniti iniziarono molto presto a praticare quel particolare genere di pastorizia che prevede lo spostamento periodico del bestiame, utilizzato da sempre dagli allevatori semi-nomadi soprattutto nelle zone montuose dove più pressanti sono le esigenze climatiche. Essi furono probabilmente i primi, infatti, ad afancare alla monticazione (sorta di pendolarismo tra aree di montagna, in estate, e aree di pianura o collina, in inverno), che spingeva le greggi su di un percorso alterno tra la costa e l’interno, un diverso spostamento, da nord a sud e viceversa, che sarebbe poi diventato il fenomeno imponente della transumanza. 왗 Il più imponente complesso monumentale sannitico è quello emerso dagli scavi effettuati a Pietrabbondante; databile al II secolo a.C., esso è costituito da tre edifici principali: due templi e un teatro a cavea semicircolare. Il Neolitico e l’età del ferro Altro ritrova- mento preistorico molisano è la stazione di epoca neolitica rinvenuta nella zona di Sepino (Campobasso). Notizie più articolate e più abbondanti sono riferibili all’età del ferro, con le necropoli di Capracotta (Isernia) e di Pietrabbondante (entrambe nei pressi di Isernia), dove troviamo costruzioni di mura megalitiche che costituiscono le prime attestazioni di una civiltà sabellica in Molise. megalitiche il termine “megalitico” letteralmente significa “di grandi pietre” e allude a costruzioni (in genere, per l’Europa, tra il V e il III millennio a.C.) realizzate con l’impiego di blocchi di pietra approssimativamente squadrati e del peso, spesso, di molte tonnellate. 107 Storia Regioni 070_121 2e 20-12-2009 17:32 Pagina 108 Molise Pirro sovrano dell’Epiro, regione della Grecia nordoccidentale, dopo sfortunati tentativi di espansione territoriale nei Balcani, sbarcò in Italia nel 280 a.C., approfittando della richiesta di aiuto inviatagli da Taranto, minacciata dall’espansionismo romano, e riportò due vittorie che gli valsero l’alleanza dei Sanniti e dei Lucani. Tali vittorie tuttavia gli costarono gravi perdite, tanto che ancora oggi si usa l’espressione “vittoria di Pirro” per indicare un risultato ottenuto a caro prezzo. Dopo una spedizione non decisiva in Sicilia, dove fermò tuttavia l’espansione dei Cartaginesi, si scontrò nuovamente con i Romani a Maleventum nel 275 a.C., subendo una netta sconfitta che lo costrinse a reimbarcarsi per la Grecia: in ricordo della giornata favorevole, i Romani cambiarono nome alla località, chiamandola Beneventum (l’attuale Benevento). 왘 Bronzetto di produzione sannita, risalente al III-II secolo a.C., con la raffigurazione di Ercole. L’espansione dei Sanniti nel territorio campano Amanti, come tutti i popoli semi-nomadi, delle guerre e della razzia, nel V secolo a.C. i Sanniti scesero dai monti del Matese e percorsero la valle del Volturno, espandendosi nell’attuale Campania, la ricca zona di confne tra le infuenze etrusca e greca: alla metà del secolo, approfttando della debolezza etrusca e delle discordie interne ai Greci, essi riuscirono a impossessarsi prima di Capua e poi di Cuma. Una volta insediati sulla civilissima costa campana, i Sanniti mutarono i loro costumi arrivando a disconoscere le proprie radici: essi arrivarono a respingere dalla loro nuova sede le successive ondate di conterranei, ancora dediti alla pastorizia e alla razzia, che provenivano dalle montagne dell’interno. I primi contatti con Roma e le guerre sannitiche I primi contatti dei Sanniti con l’anco- ra embrionale potenza romana furono, se non amichevoli, quantomeno costruttivi: nel 354 a.C. Sanniti e Romani si allearono per combattere la minaccia celtica che veniva da nord. Si trattava però di un’amicizia dettata dalla sola opportunità militare: Roma aveva interesse a inserirsi nelle lotte che indebolivano la Magna Grecia e, una volta allentatasi la pressione a nord, decise di intervenire contro i bellicosi pa- stori della montagna che minacciavano la città di Capua. Ciò segnò l’inizio della prima di quelle guerre sannitiche (342 a.C.) che avrebbero mutato il volto politico dell’Italia centrale. Non vi furono, da principio, né vincitori né vinti; già l’anno successivo veniva frmata una pace di compromesso. Tuttavia i Sanniti continuarono a premere sulla Campania, mentre cresceva contro di loro anche il risentimento degli Apuli, stanziati nella Puglia settentrionale, che subivano l’annuale occupazione di terre da parte dei pastori sannitici impegnati nella transumanza. Sorretti dall’appoggio delle popolazioni locali, i Romani avanzarono in Campania, occupando Capua e fondando colonie in prossimità del territorio nemico, in vista di un attacco risolutivo. La seconda guerra sannitica scoppiò nel 327 a.C. e i Romani mantennero a lungo il controllo della situazione, stabilendo un contatto con gli Apuli in modo da accerchiare il territorio dei Sanniti. Il tentativo romano di porre termine al confitto penetrando nel cuore della resistenza nemica si concluse tuttavia con il disastro delle Forche Caudine, in occasione del quale una parte dell’esercito romano fu catturata, dopo essere stata bloccata in una stretta gola montana. L’aiuto delle tribù abruzzesi, schieratesi con loro dopo questa vittoria, non impedì tuttavia ai Sanniti di essere lentamente ricacciati nella parte più interna del loro stato e non poté evitare che la capitale della lega anti-romana, Bovianum, fosse presa dal nemico. La pace del 304 a.C. consegnava la Campania a Roma e costringeva i Sanniti ad abbandonare ogni mira espansionistica. La sottomissione a Roma Nel 298 a.C., di fronte al crescente potere romano, si formò però una lega composta da Galli, Etruschi, Umbri, Sabini, Sanniti e Lucani che, dopo qualche incoraggiante successo, fu travolta in battaglia a Sentino. Non per questo Roma poté occupare stabilmente il Sannio che, soltanto dopo la sconftta del suo ultimo alleato, Pirro, re dell’Epiro, a Benevento, sembrò rinunciare ai propri progetti di conquista. Dopo la gravissima crisi della seconda guerra punica, durante la quale una parte dei Sanniti aiutò Annibale, si giunse alla resa dei conti defnitiva nel corso della guerra sociale, che scoppiò nel 91 a.C. e vide l’alleanza contro Roma di tutti i popoli montani abruzzesi e molisani, danneggiati dalle assegnazioni di terre ai veterani del- 108 Storia Regioni 070_121 2e 20-12-2009 17:32 Pagina 109 Molise l’esercito romano compiute nei decenni precedenti. Il nuovo pericolo stimolò nei dominatori la tendenza alle concessioni, tanto che fu promessa la cittadinanza romana a chi l’avesse richiesta: la strategia romana diede i suoi frutti, producendo divisioni e discordie nelle fle nemiche. Gli ultimi a deporre le armi furono naturalmente i Sanniti che resistettero nella parte più montagnosa del loro territorio, asserragliati intorno alla loro capitale, Aesernia (oggi Isernia). Nella ripartizione augustea il Molise fu compreso nella Regio IV Sabina et Samnium, benché soltanto due strade attraversassero il suo territorio: una lungo il mare Adriatico e un’altra, parallela a essa, che scorreva nell’interno toccando Aesernia, Bovianum Undecimanorum (Bojano) e Saepinum (Sepino). È signifcativo che la parte più interna del Sannio sia rimasta priva di viabilità romana, a conferma del suo carattere chiuso e interamente votato alla pastorizia. In compenso, approfttando della pace secolare che la dominazione romana portò con sé, furono sviluppati i tratturi, cioè i percorsi attrezzati che consentivano la transumanza stagionale delle pecore. Il Medioevo Dalle invasioni barbariche ai Carolingi La re- gione fu particolarmente sensibile alla penetrazione del Cristianesimo e conobbe naturalmente il fenomeno del monachesimo; la situazione era tuttavia resa precaria dalle violenze delle invasioni barbariche. Risparmiato, grazie alla sua collocazione appartata, dalle scorrerie più rapide ed efmere, il territorio molisano subì invece la conquista da parte dei Goti e gli orrori della guerra tra costoro e gli eserciti bizantini. I Longobardi, in seguito, organizzarono la regione nel ducato di Benevento, ma i Carolingi, dopo l’abbattimento del regno longobardo, la separarono dai territori tirrenici, per istituirvi un grande feudo, la contea di Marsia, che avesse compiti difensivi contro Bizantini e Saraceni. dale e la conseguente creazione di potentati locali. In questo periodo il Molise perse temporaneamente la propria identità culturale, trovando però le condizioni politiche e sociali migliori per la ripresa e l’ulteriore sviluppo della sua antica attività, la transumanza degli ovini. Tale attività fu incoraggiata dalle autorità centrali con esenzioni e tutele, tanto da ridiventare, come già in epoca romana, la voce trainante dell’economia della regione e da fornire allo stato un’importante materia prima per l’esportazione: la lana, molto richiesta dalla sempre più difusa industria tessile toscana, prima, ed europea, poi. 왔 Statua di Venere proveniente da Venafro e databile al II secolo d.C. In età augustea, con la trasformazione degli antichi centri italici in colonie e municipi, il territorio molisano venne completamente assorbito nell’area culturale romana. PERCORSO ARCHEOLOGICO E ARTISTICO Le tracce della civiltà sannita È possibile ri- trovare tracce della civiltà sannita visitando i numerosi santuari e fortifcazioni lasciati da quel popolo sulla sua terra. Resti di fortifcazioni più o meno imponenti si trovano sul monte Vairano che domina Baranello (Campobasso); sul monte Saraceno, sopra Cercemaggiore (Campobasso); sul colle della Civita, a ridosso di Bojano (Campobasso); sul monte Caraceno, nei pressi di Pietrabbondante (Isernia); sui fanchi del monte Mutria (località Terravecchia), a Sepino (Campobasso); sulle alture di Tre Torrette, non lontano da Campochiaro (Campobasso); sulle falde del monte Ferrante, a Carovilli (Isernia) e a Pescolanciano (Isernia). 왗 I capitelli della cripta di San Casto a Trivento costituiscono una delle rare testimonianze artistiche ascrivibili al lungo periodo della dominazione longobarda in Molise. La conquista normanna e l’annessione al Regno di Napoli Dopo il Mille i Normanni, provenendo da sud, avanzarono nella regione, sebbene a fatica, e crearono il Comitatus Molisii che confuì poi, nel 1143, in quel Regno di Napoli che, passato in seguito agli Svevi, agli Angioini e agli Aragonesi, conobbe il fenomeno feu- 109 Storia Regioni 070_121 2e 20-12-2009 17:32 Pagina 110 Molise Centri religiosi sanniti ancora visibili sono, sempre a Campochiaro, in località Civitella; in località Calcatello, a Pietrabbondante; a San Giovanni in Galdo (Campobasso), in località Colle Rimontato; a Vastogirardi (Isernia) e a Carovilli. Una necropoli italica è visitabile a Capracotta (Isernia), in località Guastre. I monumenti di epoca romana Il centro ro- mano meglio conservato è quello di Sepino, l’antica Saepinum, dove sono stati riportati alla luce l’intero recinto di mura, una buona porzione di rete viaria, il foro, numerosi edifci pubblici e privati, un magazzino, una fontana, i resti di una basilica, il teatro e un mausoleo. A Larino (Campobasso), già centro dei Frentani e poi municipium romano, rimangono, nella piana di San Leonardo, le terme e l’anfteatro. Isernia conserva due ponti e tratti di mura romane. Pietrabbondante possiede un tempio romano della metà del II secolo a.C. e un teatro più tardo. A Venafro (Isernia) sono visibili il teatro, l’anfteatro e l’acquedotto, mentre a Santa Maria di Canneto (Campobasso) vi è una villa romana del IV secolo, di cui è giunto fno a noi un notevole pavimento a mosaico. 왔 Un particolare degli affreschi che decorano la cripta di San Lorenzo nell’abbazia di San Vincenzo al Volturno; si tratta di uno dei maggiori esempi di pittura altomedievale italiana (VIII-IX secolo). 110 Gli edifici medievali A Bojano, sulle alture di Civita, si trovano i resti di un castello longobardo. Un capolavoro dell’architettura protoromanica e romanica, purtroppo mutilato dai terremoti dell’882 e del 1349, è l’abbazia benedettina di San Vincenzo al Volturno (Isernia), di cui si conservano, dopo lunghi e pazienti restauri, il monastero (iniziato nell’VIII secolo) e la chiesa del Duecento: l’elemento più interessante è tuttavia la cripta di San Lorenzo, costruzione del IX secolo interamente afrescata dai benedettini stessi e in eccellente stato di conservazione. Il pieno romanico molisano trova la sua migliore espressione nel duomo di Termoli (Campobasso), ricostruito nel XII secolo in stile pisano-pugliese su un primo nucleo attribuibile al VI secolo, a sua volta sovrapposto a un probabile tempio romano: la parte più interessante è costituita dai tratti di mosaici orientaleggianti della cripta, che risalgono al Mille. Sempre a Termoli, è interessante il castello, del 1247, parte residua delle fortifcazioni volute da Federico II. Romaniche sono anche la chiesa della Madonna delle Grotte, a breve distanza dall’abbazia di San Vincenzo al Volturno, dagli interessanti afreschi; la parrocchiale di San Giorgio, a Petrella Tifernina (Campobasso); la chiesa di Santa Maria di Canneto (Campobasso), del Duecento, dall’interno ricco di opere coeve e successive; la cripta di San Casto, a Trivento (Campobasso), del Mille, singolare assemblaggio di antichi elementi architettonici di recupero. La cattedrale di Larino, del XIV secolo, è invece in stile romanico-gotico, con portale principale gotico, sormontato da una lunetta di tradizione pugliese, e un portale laterale romanico. 왔 L’interno di chiara impronta gotica della cattedrale di Larino, edificata in età angioina e terminata nel 1319. Storia Regioni 070_121 2e 20-12-2009 17:32 Pagina 111 Molise Con Google Earth® - Molise.kmz MUSEI DI EPOCA PREISTORICA Campobasso Nuovo Museo Provinciale Sannitico (Palazzo Mazzarotta) Reperti rinvenuti negli scavi condotti nella provincia. http://www.molise.beniculturali.it/index.php?it/ 172/museo-provinciale-sannitico Isernia Museo Paleolitico Raccoglie parte dei reperti della stazione paleolitica di Isernia - La Pineta, ricchissima quantitativamente, oltre che qualitativamente. I singoli reperti, dopo essere stati trattati per la conservazione, sono stati risistemati su un calco molto accurato del paleosuolo originario, in modo da rispettare con massima esattezza la collocazione che avevano al momento della scoperta. http://www.archeomedia.net/component/ content/article/15-Musei%20Archeologici/32626.html MUSEI DI EPOCA ROMANA Baranello (CB) Museo Civico http://www.comunitamontanamolisecentrale.it/museo_baranello.htm Bojano (CB) Museo Civico, sezione archeologica (Palazzo Colagrosso) http://turismo.provincia.campobasso.it/flex/ cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/492 Isernia Museo Civico Santa Maria delle Monache Raccolta di lapidi e cippi sannitici e romani, provenienti da varie necropoli del territorio provinciale: particolare rilievo è dato a quella di Quadrella per l’importanza rivestita durante l’Impero. Grande spazio è anche dedicato ai reperti provenienti dalla stazione paleolitica di Isernia - La Pineta. http://www.musei.it/molise/isernia/ museo-archeologico-santa-maria-delle-monache.asp Larino (CB) Museo Civico (Palazzo Comunale) Conserva mosaici romani rinvenuti negli scavi di località San Leonardo: particolarmente pregevole è quello che rappresenta il cosiddetto Lupercale, cioè l’allattamento di Romolo e Remo da parte della lupa, episodio che sta alla base del racconto mitico della fondazione di Roma. http://turismo.provincia.campobasso.it/flex/cm/ pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/493 Venafro (IS) Museo Archeologico (ex monastero di Santa Chiara) Espone una collezione lapidaria romana, sculture, parti di un frantoio e la ricostruzione di una ruota idraulica romana. http://www.archeologia.beniculturali.it/pages/atlante/S200.html AREE ARCHEOLOGICHE APERTE AL PUBBLICO Campochiaro (CB) Località Civitella: area archeologica. http://www.molise.beniculturali.it/index.php?it/32/ luoghi-della-cultura-in-regione/14/area-archeologica-di-campochiaro Località Vicenne: necropoli alto-medievale. http://www.molise.beniculturali.it/index.php?it/32/ luoghi-della-cultura-in-regione/14/area-archeologica-di-campochiaro Capracotta (IS) Località Guastre: necropoli italica. http://www.sapere.it/tca/minisite/scuola/ insegnanti/storialocale/storia/mol_etaantica.html Isernia Località Quadrella: necropoli romana. Resti di un ponte romano e scavi di edifici. http://www.molise.beniculturali.it/index.php?it/32/luoghidella-cultura-in-regione/26/area-archeologica-di-isernia Larino (CB) Via Dante, 1: anfiteatro romano. http://www.provincia.campobasso.it/cultura/itinerari/archeologia/2b2.htm Pietrabbondante (IS) Località Calcatello: santuario italico. http://www.iserniaturismo.it/modules/smartsection/item.php?itemid=353 San Vincenzo al Volturno (IS) Area archeologica. http://www.sanvincenzoalvolturno.it/pg/sez2_0.htm Sepino (CB) Località Altilia: area archeologica di Sepino. http://www.archeologia.beniculturali.it/pages/atlante/S147.html Venafro (IS) Via Carmine, 2 e 10: scavi archeologici di isolati romani. http://www.culturaitalia.it/pico/modules/percorso/it/percorso11/ percorso_0001.html?sezione=percorso&regione=molise Via Licinio: scavi archeologici di isolati romani. http://www.culturaitalia.it/pico/modules/percorso/it/percorso11/ percorso_0001.html?sezione=percorso&regione=molise Sepino (CB) Museo Archeologico della città di Sepino Espone reperti rinvenuti nello scavo della città romana. http://www.comune.sepino.cb.it/cgi-bin/pag.cgi?cli=1027&cod=1003 Località Seminario: teatro romano. http://www.culturaitalia.it/pico/modules/percorso/it/percorso11/ percorso_0001.html?sezione=percorso&regione=molise 111