Apollo Dio dallʼesistenza molto intensa e con la

Apollo
Dio dallʼesistenza molto intensa e con la capacità di apprendere dai suoi sbagli.
Capacità che, personalmente, non ho ritrovato in altre divinità.
Fu figlio di Zeus e Latona, settimino.
Dopo appena quattro giorni dalla nascita che cosa fa? La cacca nel pannolino? Vomita sul
peplo della mamma? No, niente di tutto questo, ma si fa dare le armi da Efesto e va ad
uccidere Pitone, serpente nemico della mamma.
Beh, se solo dopo poche ore dalla nascita riesce in unʼimpresa del genere... Lo vedo quasi
più guerrigliero do Ares.
Il nome di Apollo è spesso associato allʼoracolo di Delfi perchè, dopo che il dio carpì i
segreti della divinazione da Pan, dio dalle gambe caprine, si impadronì appunto di
suddetto oracolo e piegò la sacerdotessa a servirlo.
A ciò si aggiunge lo sberleffo: Apollo aveva ucciso Pitone proprio nelle vicinanze
dellʼoracolo e la sacerdotessa veniva chiamata infatti pitonessa.
Che caro ragazzo! Ma il dio è giovane e deve ancora imparare molto.
Per difendere la madre dalla violenza del gigante Tizio egli, con la sorella Artemide, lo
uccisero con le loro frecce e Zeus perdonò questo atto, nonostante fosse egli stesso il
padre del gigante (ma vah!? E che credevate?).
Altra vittima della sua furia fu Marsia, ma procediamo con ordine.
Atena, che inventò il flauto, dopo averlo suonato per la prima volta ad un oplimpico
banchetto, se ne liberò subito lanciando una maledizione sullo strumento specifico del
quale si era liberata.
Il motivo, strano a dirsi per Atena, era stato che, vedendosi riflessa nellʼacqua mentre
suonava sivide rossa in faccia e con le gote gonfie e il suo orgoglio di donna non sopportò
tale visione e fece quanto sopra descritto.
Marsia è il disgraziato di turno che trova il flauto.
Lo strumento sembra suonare da solo e lʼerrore fondamentale che questʼuomo compie è
quello di non sottolineare la superiorità di Apollo nella musica, al momento che ricadono
su di lui complimenti che lo mettono alla pari con il dio.
Apollo parte in quarta e sfida Marsia ad una gara che vede le Muse come giudici, il primo
concorre con la lira, il secondo con il flauto.
La gara termina in parità e lʼorgoglio di Apollo, ferito, propone a Marsia unʼaltra sfida:
suonare lo strumento allʼincontro e cantare in contemporanea.
Come logico che sia con un flauto questo non è possibile e Apollo si proclama vincitore e
uccide in maniera molto cruenta Marsia.
Avventura amorosa che tutti associano ad Apollo è quella relata a Dafne, ninfa e
sacerdotessa della Madre Terra.
Apollo la inseguì per molto tempo e la ninfa chiese aiuto alla Madre la quale non la
trasformò in una pianta di lauro, ma la trasportò a Creta con il nome di Pasifae.
La famosa pianta di lauro, da allora sacra ad Apollo, nacque nel punto dove la ninfa si
trovava.
Apollo è stato anche il primo dio ad innamorarsi di un uomo, Giacinto, principe spartano la
cui bellezza rapì anche il Vento dellʼOvest che era gelosissimo di Apollo, al punto tale da
uccidere lʼamato stesso un giorno in cui Apollo cercava di insegnargli a lanciare il disco.
Lo uccise con il disco stesso che il Vento guidò contro il cranio dellʼuomo.
Dal sangue del principe nacque il fiore dallʼomonimo nome.
Forgiato dalla vita e dallʼesperienza Apollo impara a diventare saggio acquistando forse
unʼaria più pudica e composta, tale da portarlo ad insegnare alle Muse delle danze più
caste e garbate.
Antonio Canova: Apollo che si incorona