IL CAFFÈ 19 ottobre 2014 10 I NUMERI LORETTA NAPOLEONI Economia Piazze affari tramortite da una crisi d’astinenza ANDREA ARTONI No plane, no gain. Letteralmente: niente aeroplano, niente guadagno. È lo slogan della Business Aviation Association, l’associazione dell’aviazione d’affari, nata negli Usa nel 1947 (www.nbaa.org) e diffusa in tutto il mondo, che oggi conta oltre 9.000 aderenti riuniti in associazioni regionali e nazionali. In Europa sono quasi mille gli operatori, rappresentati dall’Ebaa (www.ebaa.org), e 70 di essi operano in Svizzera. Si va dal singolo privato (solo il 3% del totale) ai grandi gruppi industriali e finanziari, alle società di aerotaxi o di servizi aeroportuali e di supporto tecnico e amministrativo, fino ai costruttori e manutentori di aeroplani, motori ed equipaggiamenti. Il settore partecipa con un valore pari a quasi 20 miliardi di franchi all’economia del continente europeo e dà lavoro a oltre 165.000 persone. I circa 4.000 aeroplani che compongono la flotta dell’aviazione d’affari europea, con 800.000 voli si sommano ai quasi 11 milioni, che ogni anno attraversano lo spazio aereo del continente. Due terzi di questi voli, però, collegano il 96% delle città non servite dall’aviazione di linea. La presenza nei maggiori aeroporti è comunque cospicua, valutata in circa 220.000 atterraggi all’anno. Secondo un recente studio dell’Università di Oxford, l’attività dell’aviazione d’affari presenta un incremento annuo pari al doppio della crescita del prodotto interno lordo di una nazione o regione del mondo. Si stima che due terzi delle decisioni economiche di maggiore impatto derivino da incontri faccia a faccia fra operatori economici, e che almeno un quarto del fatturato dei maggiori gruppi i cui dirigenti viaggiano in aereo derivi da viaggi con destinazioni multiple. In questo quadro, negli ultimi vent’anni ha avuto un progressivo sviluppo l’attività dell’unica industria elvetica produttrice d’aeroplani, la Pilatus di Stans (Nw). Nata alla fine degli anni Trenta, con lo scopo di costruire aeroplani d’addestramento per la Forza aerea, è oggi una azienda di dimensioni mondiali. Parallelamente, negli anni Novanta è stata sviluppata la produzione civile, cominciando con il monomotore a turboelica da 10 posti PC-12, del quale sono stati venduti quasi 1.300 esemplari, occupando una nicchia quasi esclusiva grazie alle sue particolari prestazioni. In particolare, i quasi mille operatori apprezzano la possibilità di volare in ogni condizione di tempo ad alta quota, decollando e atterrando in piccoli aeroporti e persino su piste d’erba o sterrate. Considerando le esigenze di questa base di operatori fidelizzati, negli anni recenti è stato portato a termine il progetto del PC-24, un bireattore da 810 posti, che già nella sua sigla propone il raddoppio delle prestazioni del popolare turboelica, potendo volare a 800 km/h a 12.000 metri su distanze di 3.500 km, pur mantenendo la capacità di operare su piste cor- E ora l’aereo privato fa volare i guadagni Con la“Business aviation”elvetica si scalda il motore dell’economia te e “austere”.Denominato Svj (Super Versatile Aircraft, aeroplano super-versatile), è stato presentato come “ospite d’onore” nella grande festa del Primo agosto sul piazzale dell’ex base aerea di Buochs, di fronte alla fabbrica di Stans, a cui hanno partecipato almeno 30000 persone. Il prezzo annunciato è di circa 9 milioni di dollari, in linea con la media della sua catego- ria, nella quale introduce però novità operative inarrivabili per i concorrenti diretti. A cominciare con le prestazioni di pista per concludere con il grande portellone di carico posteriore per bagagli e merci trasportati nella cabina pressurizzata e accessibili a bordo. Sono già 85 gli acquirenti che hanno versato i 250.000 dollari di prenotazione. Almeno un altro centinaio è pronto a fa- Lo sviluppo La forte espansione dell’ aeronautica e dell’ aerospaziale re altrettanto quando la Pilatus riaprirà il libro delle ordinazioni. Il Ceo Oscar Schwenk non ha fretta: ha già assicurato tre anni di produzione e non intende disturbare il delicato periodo delle prove di volo, alle quali saranno dedicati tre prototipi, che porterà alla certificazione internazionale e alle prime consegne programmate per il 2017. Le cifre 1 IL SETTORE Con circa 35.000 impiegati in Svizzera, il settore aeronautico ed aerospaziale rappresenta un mercato dal peso di circa 10 miliardi di franchi l’anno, ossia l’1,8% del Pil nazionale. 2 3 LA FLOTTA L’aviazione privata occupa a livello europeo oltre 165.000 persone e conta su una flotta di circa 4000 aeroplani usati per i collegamenti legati agli affari. I VOLI Lo spazio aereo europeo è solcato ogni anno da quasi 11 milioni di voli; 800.000 dei quali sono quelli del traffico privato verso città spesso non servite da voli di linea. Un settore che decolla a 10 mililardi Ti-Press Improvvisamente i mercati sembrano reagire alle pessime notizie che arrivano sul futuro dell’economia mondiale: rallentamento dei tassi di crescita dei Paesi emergenti, deflazione in Europa, ripresa sempre più anemica dell’economia internazionale, prezzi del petrolio e delle materie prime in discesa e così via. Ma chi pensa che i fondamentali dell’ economia siano tornati ad influenzare l’andamento della finanza sbaglia. Il nervosismo di Piazza affari ed i recenti scivoloni degli indici di borsa - da settembre quello mondiale (World Share Index) ha perso il nove per cento - sono legati alla politica monetaria della Riserva federale americana e della Banca centrale europea. Dal 2007, dalla bancarotta della Lehman Brothers, le banche centrali sono diventate la forza principale che tiene in piedi l’intero sistema finanziario. Sono i più grandi acquirenti e i massimi venditori, sono loro che muovono il mercato, perché controllano quantità massicce di denaro. Dal crollo della Lehman la Riserva federale ha immesso sul mercato quasi 5000 miliardi di dollari, una valanga di soldi che dura da quasi dieci anni. Ecco perchè i mercati si sono convinti che le banche centrali sono loro amiche, che hanno il compito di proteggerli. E in un certo senso è vero: dal marzo del 2009, quando gli indici di borsa hanno toccato il fondo a causa della crisi, quello della Standard & Poor 500 è salito del 170 per cento, quello Ftse è salito del 130 per cento. La liquidità del sistema non ha fatto ripartire l’economia mondiale, ma è stata risucchiata dalle piazze affari del villaggio globale. Tutto ciò ha cambiato la psicologia della finanza, invece di essere sensibili agli indici economici e di reagire ad eventi politici, come la crisi in Ucraina, quella di Hong Kong o all’avanzata dello Stato islamico, gli occhi degli operatoti di mercato sono costantemente fissi sulla politica monetaria delle banche centrali che, ad ogni preavviso di rallentamento dell’economia, iniettavano nel sistema liquidità dando fondo alle presse. Adesso che la Riserva federale ha deciso di porre fine a questa politica, i mercati sono andati in crisi d’astinenza, come dei veri tossici. Questa settimana tutti gli occhi sono stati puntati sulla Banca centrale europea, nella speranza che sia questa a mettersi a stampare carta moneta per contrastare la deflazione europea. Qualunque cosa succeda la finanza non è più la stessa, ma una forza concorrenziale con l’economia reale. Il settore aeronautico ed aerospaziale in Svizzera è un attore piuttosto interessante per l’economia nazionale. Oltre a offrire ai giovani una serie di professioni piuttosto interessanti, impiega un totale di circa 35mila persone, per una cifra d’affari complessiva che supera i 10 miliardi di franchi, ossia circa l’1,8% del prodotto interno lordo nazionale, secondo i dati di AeroSuisse, la federazione che raccoglie gli attori del comparto. Un’ industria è in continua evoluzione anche sul piano delle collaborazioni internazionali. Come testimonia, ad esempio, il recente accordo pluriennale tra un’azienda di punta come la Ruag e il colosso europeo dell’aeronautica Airbus per la fornitura di parti importanti del rinnovato A320, uno degli aeromobili più utilizzati in assoluto, e, in prospettiva, anche per tutto il resto della flotta. Accanto al settore aeronautico, anche l’industria aerospaziale elvetica si sta ritagliando un ruolo importante a livello economico. La Svizzera è uno dei Paesi fondatori dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) a cui contribuisce con 155 milioni di franchi l’anno (che corrispondono all’ottavo posto tra i membri). Sul fronte interno, invece, l’aerospaziale impiega circa 800 persone, di cui quasi la metà con diploma universitario, per una cifra d’affari media attorno ai 230 milioni di franchi. Il peso economico del comparto è confermato dai dati relativi all’aviazione generale in Svizzera. Basta pensare che, nel 2013, i sei principali aeroporti elvetici hanno visto transitare 45,6 milioni di passeggeri verso una delle 180 destinazioni sparse in 55 Paesi. m.s. LE AZIENDE Il settore aeronauticoaerospaziale in Svizzera coinvolge oggi oltre 140 aziende 4 5 I PASSEGGERI Nel 2013, i sei principali aeroporti svizzeri hanno visto transitare 45,6 milioni di passeggeri, una cifra in crescita rispetto all’anno precedente del 2,3%. LE DESTINAZIONI I voli di linea e i charter in partenza dai sei principali aeroporti della Confederazione raggiungono direttamente ben 180 destinazioni sparse in 55 Paesi del mondo.