anno 2 numero 8 dicembre 2004 approfondimenti I sistemi Röfix per il ripristino delle fessure 20 06 2003 anno 2 numero 8 dicembre 2004 ■ risanamento ■ restauro ■ Degradi, criteri di progetto, tecniche di manutenzione Alinea Editrice, Firenze 2002 porto è sufficientemente solido ed è possibile effettuare il ciclo di ripristino. Nel caso in cui si dovesse staccare anche l’intonaco vecchio o la sola pittura, si deve procedere con la rimozione del supporto perché non idoneo, in quanto troppo debole. A indurimento avvenuto, dopo minimo 7 giorni, si strappa con forza la rete. Se con la rete si stacca solo il 2° strato di rasante significa che il sup- Paolo Gasparoli Le superfici esterne degli edifici Per la ristrutturazione degli edifici interessati da fenomeni di fessurazione di media entità, Röfix ha concepito un sistema per il ripristino delle pareti e delle facciate, utilizzando Röfix Renostar e Röfix Renoplus, abbinati alla rete Röfix P50, a Röfix Striscia Adesiva e al rivestimento Röfix SiSi. Tale ciclo, se applicato a regola d’arte, nel rispetto delle indicazioni di Röfix S.p.A e con gli opportuni collaudi da parte del personale tecnico dell’azienda, si avvale di una polizza assicurativa sulla sua qualità. Prima dell’inizio dei lavori è necessario verificare la tipologia e la causa delle fessure, perché le problematiche dinamico-strutturali richiedono interventi più complessi, di ordine costruttivo. Per collaudare la resistenza adesiva del sottofondo è necessario, in linea di principio, predisporre una superficie per la prova di strappo. A tal fine si applica su una superficie di circa 1 m2, Röfix Renostar o Röfix Renoplus con rete d’armatura annegata fra due rasate di prodotto. Un testo fondamentale per approfondire le tematiche relative alle facciate Objekt Report anno 2 - numero 8 - dicembre 2004 4 Autorizzazione DCO/DC Bolzano/PDI/692/2003 Un’altra prova che deve essere effettuata su supporti ben ancorati ma tinteggiati o ricoperti da vecchi rivestimenti organici, è la resistenza alla saponificazione. Tale prova permette di verificare che il prodotto (pittura o rivestimento) su cui si va a intervenire, resista all’alcalinità del rasante e non si decomponga, impedendo l’adesione. La verifica consiste nel prelevare dal muro un primo campione significativo del vecchio sottofondo e nell’immergerlo in acqua. Un secondo campione viene invece immerso in una soluzione di Röfix Renostar o Röfix in Italia sedi i tecnici di zona Röfix SpA via Venosta 70 - 39020 Parcines - BZ tel. +39 0473 966100 - fax +39 0473 966150 [email protected] VAL D’AOSTA/PIEMONTE /LIGURIA Ermanno Bellucci cell. 335 7445789 c/o sede Röfix di Comabbio - VA tel. 0332 961430 Röfix SpA Z.I. Le Forcate, 3 33074 Fontanafredda - PN tel. +39 0434 599100 - fax +39 0434 599150 [email protected] Röfix SpA via Campi Grandi 4 - 25080 Prevalle - BS tel. +39 030 6801644 - fax +39 030 6801052 [email protected] Röfix SpA via Molini 55 - 25017 Lonato - BS tel. +39 030 9133044 - fax +39 030 9135648 [email protected] Röfix SpA via Bongiasca 1364 - 21020 Comabbio - VA tel. +39 0332 961430 - fax +39 0332 961056 [email protected] LOMBARDIA Roberto Fellegara cell. 335 6324400 Alessandro Zolli cell. 393 3321664 c/o sede Röfix di Comabbio - VA tel. 0332 961430 Il libro dell’arch. Paolo Gasparoli, Le superfici esterne degli edifici, può essere definito il testo di riferimento per tutte le problematiche relative alle facciate. Questo lavoro, frutto di una decennale attività didattica nella quale sono confluite le esperienze maturate nell’attività professionale e di ricerca dell’autore, raccoglie un quadro esaustivo delle attività analitiche, delle impostazioni progettuali e delle tecniche operative oggi disponibili per operare sulle superfici esterne con interventi di manutenzione, riqualificazione e restauro. Le superfici esterne sono le parti dell’edificio più soggette alle azio- ni del degrado e, proprio per questo, costituiscono frequentemente situazioni non irrilevanti di rischio per crollo di parti, componenti, rivestimenti. Dal punto di vista formale e semantico, inoltre, esse registrano i mutamenti fisici in funzione del passaggio del tempo, delle mode, dei gusti e degli usi e comunicano, nel loro complesso, il volto e l’immagine dell’ambiente urbano. Il testo di Gasparoli affronta il tema della manutenzione dell’edificato esistente e delle modalità con le quali si possono leggere e analizzare i degradi delle superfici esterne degli edifici, storiche o recenti, al fine di pro- Testi tratti dall’introduzione e dalla presentazione del volume Röfix Renoplus nella misura di 100 g in 1 litro d’acqua. Dopo 48 ore si confrontano le due campionature e se il campione immerso nella soluzione si presenta molto tenero o addirittura si è sciolto, significa che non è resistente alla saponificazione, perché aggredito dall’alcalinità della soluzione di prova. È quindi necessario rimuovere o adeguatamente isolare la vecchia pittura o il rivestimento prima di applicare il rasante prescelto. Effettuate le necessarie prove di verifica del supporto, si può procedere al ripristino delle facciate, applicando Röfix Renostar o Röfix Renoplus, in due mani, con la rete d’armatura annegata fra esse. Se le problematiche da affrontare fossero di natura anche fessurativa, si può completare il ciclo utilizzando, dove necessario, Röfix Striscia Adesiva. La striscia adesiva viene utilizzata per chiudere fessure medio-grandi, in particolare in presenza di problematiche dovute alla diversità di comportamento termico dei materiali che hanno innescato la fessura. In virtù del suo grande potere adesivo essa è in grado di creare un giunto estremamente tenace sulla parete. L’elasticità del nastro adesivo si adatta perfettamente a quella del rasante che, essendo a lento indurimento, rimane elastico nel tempo permettendo di chiudere le fessure in modo duraturo. Il ciclo completo di ripristino comprende anche il rivestimento Röfix SiSi, a base di silicato di potassio e resine silossaniche, disponibile in diverse tinte e granulometrie. Röfix Striscia Adesiva Nastro adesivo per il ripristino di fessure, altamente flessibile, a base di caucciù, autoincollante e resistente agli agenti chimici. È utilizzabile per fughe di dilatazione, in caso di dilatazioni termiche. Inadatto per muri umidi. Rotoli da 45 m Larghezza 10 cm Spessore ca. 1,5 mm Confezioni da tre rotoli. Röfix Rivestimento SiSi Rivestimento in pasta, per la protezione di facciate di vecchie e nuove costruzioni. Unisce le migliori caratteristiche di permeabilità al vapore e di idrorepellenza tipiche del silicato di potassio e delle resine silossaniche. Possiede un’ottima adesione al supporto ed offre un’alta resistenza agli agenti atmosferici. È disponibile in diverse granulometrie e in tutte le tinte della mazzetta colori Röfix. È inserito nel ciclo Röfix di ripristino delle fessure. Secchi da 25 Kg Assorbimento d’acqua < 0,15 Kg/m2 h0,5 Permeabilità al vapore µ: ca. 60. www.roefix.com VENETO/FRIULI VENEZIA G IULIA Enrico Pezzuto cell. 335 8266955 c/o sede Röfix di Fontanafredda - PN tel. 0434 599100 E MILIA ROMAGNA Roberto Fellegara cell. 335 6324400 c/o sede Röfix di Prevalle - BS tel. 030 680164 gettare ed attuare congruenti e durevoli interventi di manutenzione. Tutto ciò a partire dalla convinzione che, in particolare sugli edifici storici, sia ammissibile un intervento che richieda la minore sottrazione possibile di materia. Una materia portatrice di segni e significati, perdendo la quale si perdono le qualità intrinseche di un oggetto e ignorando la quale ci si preclude la possibilità di acquisire informazioni essenziali per la comprensione dei fenomeni umani. direttore responsabile Marco Grossi progetto grafico Mariangela Tentori proprietà Röfix SpA via Venosta 70 39020 Parcines - BZ stampa LITO2000 srl via Sabatelli, 31 23868 Valmadrera - LC editore DEMETRA via Previati, 3/A 23900 Lecco tel. 0341 271900 fax 0341 373891 iscrizione al Tribunale di Lecco n° 1/03 del 9/01/03 un lavoro “senza tempo” D icembre... tempo di bilanci. Anche quest’anno posso permettermi di non prestare molta attenzione ai freddi e crudi numeri. L’obiettivo è stato raggiunto, non senza fatica, ma quando il gruppo c’è, i risultati arrivano. Devo rilevare però che mai come quest’anno è così evidente che il gruppo è affaticato, logoro. Evito quindi noiosi bilanci economici e voglio approfondire i motivi di questa spossatezza fisica e mentale. Abbiamo lavorato troppo? Abbiamo lavorato come ci eravamo programmati? Siamo incapaci di rispettare un programma? La verità è da ricercare nella frenesia che colpisce il nostro settore come pochi altri. Chi frequenta i cantieri sa di cosa parlo. Dopo la parola quanto (costa), la più usata è quando. La mole di lavoro generata in questi ultimi anni, sommata all’avidità, ha portato alla consuetudine di ridurre i tempi d’esecuzione al minimo, in modo da poter cominciare al più presto il lavoro successivo affrontandolo nello stesso modo. Questo atteggiamento però si ripercuote sulla qualità del lavoro stesso ed innesca quel meccanismo, ormai quotidiano, di contestare l’esecuzione dei lavori con una facilità impressionante, che genera verifiche e analisi, che aggiunge lavoro al lavoro e costi ai costi, sprecando tempo che non c’è. Nelle pagine che seguono affronteremo l’argomento principale delle contestazioni, per chi come noi si occupa di intonaci, figlio di quella fretta che ogni giorno ci accompagna in cantiere. Cordiali auguri di buone feste, fra meno di un mese è Natale, potremo riposare e riflettere... speriamo arrivi in fretta. Marco Grossi Direttore Responsabile [email protected] speciale Degrado e ripristino degli intonaci ■ Negli ambienti della Bioedilizia si definisce “pelle dell’edificio”, di fatto in cantiere si chiama ancora intonaco. Non me ne vogliano amici e colleghi impegnati nel promuovere quella che spesso definisco la “nobile disciplina“ del costruire, con cui mi confronto quotidianamente, per questa semplificazione, ma prima di imparare a correre ci si deve, quantomeno, reggere in piedi. Ritengo inoltre che ciò che verrà trattato li coinvolga direttamente in quanto i cantieri del restauro e della bioedilizia, oggi molto più numerosi che in passato, sono fra i più generosi nel fornire occasioni di crescita professionale sull’argomento. ■ Oggi all’intonaco si presta più attenzione perché sono richieste prestazioni che in passato non potevano essere offerte. Le nuove metodologie di costruzione richiedono intonaci che offrano caratteristiche termiche, acustiche e di resistenza al fuoco. Il recupero di vecchie costruzioni necessita spesso di intonaci deumidificanti e da risanamento. La ricerca di antichi equilibri, rifuggendo prodotti sintetici o additivati, cosiddetti moderni, passa attraverso l’utilizzo di prodotti che hanno origine migliaia di anni or sono, ma di cui si sono perse le tecniche applicative. ■ Il comune denominatore di tutti i possibili interventi è la realizzazione pratica, ovvero la possibilità di portare a termine il cantiere nel minor tempo possibile, contenendo così i costi. Gli appalti e i sub-appalti devono permettere comunque a tutti di guadagnare, così la necessità di una rapida continua a pag. 2 2 3 anno 2 numero 8 dicembre 2004 Intonaci Röfix Renoplus materiali nella protezione della muratura dagli agenti atmosferici, costituendo nel contempo la base per l’applicazione della finitura, sia essa una pittura o un rivestimento a spessore, che conferisca un miglior effetto estetico, ma soprattutto un’ulteriore protezione. Senza scomodare Vitruvio che prevedeva, per lo “stucco romano”, sette strati o Leon Battista Alberti che riteneva dovessero essere almeno tre, è noto che l’intonaco deve essere eseguito in più strati al fine di evitare che i ritiri idraulici, in fase di asciugatura, provochino fessurazioni o cavillature1. segue da pag. 1 Il degrado esecuzione non permette una qualità sufficiente. La qualità insufficiente nella posa di un intonaco si trasforma in rapido degrado, obbligando gli edifici a sopportare aggressioni ambientali che accorciano i tempi di manutenzione, rendendo il tutto antieconomico (quantomeno per chi acquista e vive l’edificio). ■ Il degrado degli intonaci raramente è riconducibile a un solo fattore, ma più spesso è dovuto a una serie di cause che, interagendo, creano presupposti per il verificarsi di aggressioni biologiche, inestetismi, fessurazioni, infiltrazioni, fenomeni di distacco ecc. Va inoltre ricordato che gli edifici sono oggetti meno durevoli di quanto si pensi. I tempi ed i modi di degrado degli edifici si sono indubbiamente accentuati nell’ultimo secolo sia per l’acuirsi dei fenomeni di degrado atmosferico (inquinamento), sia per la spesso incontrollata evoluzione dei processi produttivi e costruttivi2. A fronte di ciò è auspicabile programmare i tempi di una corretta manutenzione che non va considerata un’ulteriore spesa, ma un saggio investimento. ■ Ma antieconomico può esserlo anche per chi esegue l’intonaco o chi costruisce l’edificio. Un difetto costruttivo o applicativo provoca in alcuni casi fessure e crepe a cui si deve porre rimedio aggravando i costi e prolungando i tempi del cantiere, e questo significa un ulteriore aumento dei costi. L’intonaco ■ Sebbene le prestazioni e le caratteristiche richieste agli intonaci siano numerose, l’utilizzo più comune si banalizza Cause e conseguenze del degrado Carotaggio per la verifica dell’innesto della fessura causato dal supporto Utilizzo del fessurimetro per la misurazione delle fessure ■ Le diverse cause del degrado e le successive conseguenze devono essere affrontate e discusse in spazi più adeguati e più ampi di queste pagine, ragion per cui ci limiteremo ad analizzare e descrivere le più evidenti e temute, nonchè causa di frequenti contestazioni. Quanto segue quindi non è certo esaustivo, ma vuole attirare l’attenzione su alcune problematiche e far riflettere sull’attuale operato in cantiere. Esempi di supporti problematici “ La qualità insufficiente nella posa di un intonaco si trasforma in rapido degrado, obbligando gli edifici a sopportare aggressioni ambientali che accorciano i tempi di manutenzione Le fessure ” ■ La formazione di cavillature o fessure che sovente compaiono negli intonaci è dovuta a diversi motivi: esecuzione sommaria della posa, mancata preparazione del supporto, errata scelta dei materiali, assestamenti o cedimenti delle strutture, vibrazioni. Per essere obiettivi, in questo elenco non può mancare anche la scarsa qualità dei materiali, e la con1 Gasparoli Paolo, Le superfici esterne degli edifici. Degradi, criteri di progetto, tecniche di manutenzione. Alinea Editrice, Firenze 2002, pag. 240. 2 Ibidem, pag. 53 Röfix Renostar speciale ■ Intonaco di conguaglio fibrato per restauro Röfix Renoplus è un intonaco minerale, di colore chiaro e di impiego universale, rinforzato con fibre, idoneo per restauro e livellamento di sottofondi. A base di calce aerea e additivi idraulici, con sabbia calcarea pregiata di colore bianco naturale (0-1,4 mm), contiene piccole quantità di additivi che ne migliorano l’aderenza. Adatto per restauri storici e per costruzioni vecchie e nuove, è un intonaco di conguaglio ideale per il rinnovo di vecchie superfici intonacate, interne ed esterne. Lavorabile a macchina o a mano e facilmente frattazzabile, si applica in spessori da 3 a 15 mm. Dotato di ottima aderenza e ridotte tensioni, è poco idrorepellente e quindi può essere rivestito anche con prodotti a base di calce. Per quanto riguarda il trattamento del supporto, occorre ripulire accuratamente la superficie della facciata da sporcizia, polvere e parti staccate. In caso di vecchi supporti organici, per la pulizia non bisogna impiegare acqua ad alta pressione ma un semplice lavaggio con getto d’acqua. In caso di supporti problematici (ad es. pitture) si deve predisporre un’apposita superficie di prova su cui va applicata una rete di armatura Röfix P50 e dopo circa 7 giorni di attesa bisogna effettuare una prova di strappo. Röfix Renoplus può essere applicato a spruzzo con una macchina intonacatrice comunemente reperibile in commercio, oppure steso con una spatola in acciaio o dentata in strati di spessore da 3 a 15 mm. L’inserimento della rete di armatura Röfix P50 migliora la resistenza alla fessurazione e permette di riparare fessure rigide, non mobili. Dopo un adeguato indurimento (min. 10 giorni) può essere applicato al di sopra di Röfix Renoplus qualsiasi rivestimento, della granulometria e del colore voluto. Se impiegato come intonaco di finitura, Röfix Renoplus può essere frattazzato oppure rivestito con qualsiasi tipo di pittura, previo un tempo di attesa di 10 giorni. L’applicazione di pitture a base di calce è possibile con tecnica “a fresco”. ■ Consumo: ca. 14,3 Kg/m2/cm Resistenza alla compressione: ca. 3 N/mm2 Resistenza alla flessione: > 1,0 N/mm2 Modulo elastico: ca. 3500 N/mm2 Permeabilità al vapore: µ ca. 15 Rasante minerale fibrorinforzato per ristrutturazione e restauro Röfix Renostar è un rasante minerale a base calce idrata, cemento bianco con fibre flessibili e sabbia di marmo per esterni ed interni (granulometria ca. 0,5 mm). Si tratta di una rasatura minerale per restauro e risanamento a impiego universale: è infatti adatta come rasatura per interventi di risanamento di vecchi rivestimenti, in combinazione con la rete da armatura Röfix P50; come rasatura per eguagliare spessori differenti di intonaci sani; come intonaco universale (spessore da 2-10 mm) e come ponte d’aderenza a basso spessore su calcestruzzo. È caratterizzato da ottima adesione e da un basso modulo elastico. Per ottenere un risultato ottimale, prima della lavorazione è necessario controllare con cura se il fondo è pulito e senza polvere. Bisogna altresì eliminare gli strati di intonaco vecchio poco aderenti, nonché qualsiasi agente che possa formare una pellicola divisoria (cere, oli disarmanti, ecc.). Röfix Renostar va mescolato accuratamente per ca. 3 minuti, con apposito miscelatore o con frustino verticale, nella proporzione di un sacco di prodotto in ca. 7,5 litri d’acqua. Quindi va applicato nello spessore desiderato con cazzuola in acciaio o con cazzuola dentata. Per la rasatura si possono stendere fino a 4 mm di spessore per mano. Non lavorare con temperature inferiore ai +5°C. Evitare gelo ed essiccazione troppo rapida. Non mescolare con altri prodotti. Lavorare la malta fresca entro due ore. I dati relativi alla resa hanno valore puramente indicativo, in quanto dipendono dalla rugosità e dal fattore d’assorbimento del sottofondo nonché dalla tecnica d’applicazione. Fessure a sacco Fessure di giunzione siderazione che i fenomeni fessurativi possono essere accentuati, se non addirittura provocati, in presenza di errori progettuali o costruttivi. Tutto ciò può ulteriormente essere aggravato da umidità (meteorica o di risalita) e dai cicli di gelo/disgelo. provoca fessure di giunzione che si evidenziano in corrispondenza dei giunti della muratura, sia orizzontali sia verticali. Il mancato rispetto del tempo di asciugatura fra rinzaffo e corpo dell’intonaco, che può trasmettere la fessura verso l’esterno, è da considerarsi in questa categoria. ■ Esecuzione ■ Mancata preparazione sommaria della posa L’errore più comune è l’elevato spessore del singolo strato di intonaco che causa fessure a sacco, prevalentemente orizzontali, lunghe 10-20 cm e larghe fino anche a 3 mm. Anche l’errore opposto, cioè lo spessore totale dell’intonaco eccessivamente ridotto, del supporto Troppo spesso viene trascurata e non è raro verificare l’applicazione dell’intonaco direttamente su supporti friabili e incoerenti, senza il preventivo utilizzo del rinzaffo. Questo errore genera normalmente fessure da contrazione dovute a una non perfetta adesio- Fessure da contrazione ne al supporto. Tali fessure si manifestano prevalentemente dopo 1-2 mesi dalla conclusione dei lavori di intonacatura e in corrispondenza dei loro bordi è possibile un distacco dell’intonaco verificabile battendo su di esso e riscontrando il tipico rumore sordo che caratterizza la mancata adesione. In caso di mancata bagnatura del supporto quando questo si presenta molto assorbente, si creano fessure da ritiro che si formano circa 1-2 ore dopo la stesura dell’intonaco. Al contrario, bagnando troppo la superficie da intonacare, si provocano fessure a sacco che causano perdita di aderenza. Resistenza alla compressione: ca. 3,5 N/mm2 Resistenza alla flessione: ca. 1,8 N/mm2 Modulo elastico: ca. 2700 N/mm2 Permeabilità al vapore: µ ca. 25 Fessure strutturali ■ Errata scelta dei materiali L’utilizzo di materiali con caratteristiche di elasticità eccessivamente diverse dal sottofondo, come una finitura cementizia su intonaco a calce, crea incompatibilità fra i diversi strati, generando fessure da contrazione. Si dovrebbe quindi prestare attenzione ai moduli elastici e alle resistenze meccaniche dei materiali, applicandoli in modo che il prodotto più elastico risulti essere il più esterno. ■ Assestamenti, cedimenti o vibrazioni provocano fessure strutturali anche passanti, e in genere si manifestano lesionando archi, volte e le pareti in prossimità di aperture, dove si concentrano i carichi. Per poter intervenire e riparare questo genere di fessure è necessario chiarire se le deformazioni sono concluse oppure se si ripropongono con costanza. ■ Scarsa qualità del materiale Quando si confezionano prodotti con eccesso di legante si ottengono malte da intonaco troppo grasse, che causano accentuati fenomeni di ritiro provocati dalle tensioni che si creano fra i diversi strati. Un altro errore che determina lo stesso fenomeno di ritiro è la preparazione di intonaci con curva granulometrica non corretta. anno 2 numero 8 dicembre 2004 approfondimenti I sistemi Röfix per il ripristino delle fessure 20 06 2003 anno 2 numero 8 dicembre 2004 ■ risanamento ■ restauro ■ Degradi, criteri di progetto, tecniche di manutenzione Alinea Editrice, Firenze 2002 porto è sufficientemente solido ed è possibile effettuare il ciclo di ripristino. Nel caso in cui si dovesse staccare anche l’intonaco vecchio o la sola pittura, si deve procedere con la rimozione del supporto perché non idoneo, in quanto troppo debole. A indurimento avvenuto, dopo minimo 7 giorni, si strappa con forza la rete. Se con la rete si stacca solo il 2° strato di rasante significa che il sup- Paolo Gasparoli Le superfici esterne degli edifici Per la ristrutturazione degli edifici interessati da fenomeni di fessurazione di media entità, Röfix ha concepito un sistema per il ripristino delle pareti e delle facciate, utilizzando Röfix Renostar e Röfix Renoplus, abbinati alla rete Röfix P50, a Röfix Striscia Adesiva e al rivestimento Röfix SiSi. Tale ciclo, se applicato a regola d’arte, nel rispetto delle indicazioni di Röfix S.p.A e con gli opportuni collaudi da parte del personale tecnico dell’azienda, si avvale di una polizza assicurativa sulla sua qualità. Prima dell’inizio dei lavori è necessario verificare la tipologia e la causa delle fessure, perché le problematiche dinamico-strutturali richiedono interventi più complessi, di ordine costruttivo. Per collaudare la resistenza adesiva del sottofondo è necessario, in linea di principio, predisporre una superficie per la prova di strappo. A tal fine si applica su una superficie di circa 1 m2, Röfix Renostar o Röfix Renoplus con rete d’armatura annegata fra due rasate di prodotto. Un testo fondamentale per approfondire le tematiche relative alle facciate Objekt Report anno 2 - numero 8 - dicembre 2004 4 Autorizzazione DCO/DC Bolzano/PDI/692/2003 Un’altra prova che deve essere effettuata su supporti ben ancorati ma tinteggiati o ricoperti da vecchi rivestimenti organici, è la resistenza alla saponificazione. Tale prova permette di verificare che il prodotto (pittura o rivestimento) su cui si va a intervenire, resista all’alcalinità del rasante e non si decomponga, impedendo l’adesione. La verifica consiste nel prelevare dal muro un primo campione significativo del vecchio sottofondo e nell’immergerlo in acqua. Un secondo campione viene invece immerso in una soluzione di Röfix Renostar o Röfix in Italia sedi i tecnici di zona Röfix SpA via Venosta 70 - 39020 Parcines - BZ tel. +39 0473 966100 - fax +39 0473 966150 [email protected] VAL D’AOSTA/PIEMONTE /LIGURIA Ermanno Bellucci cell. 335 7445789 c/o sede Röfix di Comabbio - VA tel. 0332 961430 Röfix SpA Z.I. Le Forcate, 3 33074 Fontanafredda - PN tel. +39 0434 599100 - fax +39 0434 599150 [email protected] Röfix SpA via Campi Grandi 4 - 25080 Prevalle - BS tel. +39 030 6801644 - fax +39 030 6801052 [email protected] Röfix SpA via Molini 55 - 25017 Lonato - BS tel. +39 030 9133044 - fax +39 030 9135648 [email protected] Röfix SpA via Bongiasca 1364 - 21020 Comabbio - VA tel. +39 0332 961430 - fax +39 0332 961056 [email protected] LOMBARDIA Roberto Fellegara cell. 335 6324400 Alessandro Zolli cell. 393 3321664 c/o sede Röfix di Comabbio - VA tel. 0332 961430 Il libro dell’arch. Paolo Gasparoli, Le superfici esterne degli edifici, può essere definito il testo di riferimento per tutte le problematiche relative alle facciate. Questo lavoro, frutto di una decennale attività didattica nella quale sono confluite le esperienze maturate nell’attività professionale e di ricerca dell’autore, raccoglie un quadro esaustivo delle attività analitiche, delle impostazioni progettuali e delle tecniche operative oggi disponibili per operare sulle superfici esterne con interventi di manutenzione, riqualificazione e restauro. Le superfici esterne sono le parti dell’edificio più soggette alle azio- ni del degrado e, proprio per questo, costituiscono frequentemente situazioni non irrilevanti di rischio per crollo di parti, componenti, rivestimenti. Dal punto di vista formale e semantico, inoltre, esse registrano i mutamenti fisici in funzione del passaggio del tempo, delle mode, dei gusti e degli usi e comunicano, nel loro complesso, il volto e l’immagine dell’ambiente urbano. Il testo di Gasparoli affronta il tema della manutenzione dell’edificato esistente e delle modalità con le quali si possono leggere e analizzare i degradi delle superfici esterne degli edifici, storiche o recenti, al fine di pro- Testi tratti dall’introduzione e dalla presentazione del volume Röfix Renoplus nella misura di 100 g in 1 litro d’acqua. Dopo 48 ore si confrontano le due campionature e se il campione immerso nella soluzione si presenta molto tenero o addirittura si è sciolto, significa che non è resistente alla saponificazione, perché aggredito dall’alcalinità della soluzione di prova. È quindi necessario rimuovere o adeguatamente isolare la vecchia pittura o il rivestimento prima di applicare il rasante prescelto. Effettuate le necessarie prove di verifica del supporto, si può procedere al ripristino delle facciate, applicando Röfix Renostar o Röfix Renoplus, in due mani, con la rete d’armatura annegata fra esse. Se le problematiche da affrontare fossero di natura anche fessurativa, si può completare il ciclo utilizzando, dove necessario, Röfix Striscia Adesiva. La striscia adesiva viene utilizzata per chiudere fessure medio-grandi, in particolare in presenza di problematiche dovute alla diversità di comportamento termico dei materiali che hanno innescato la fessura. In virtù del suo grande potere adesivo essa è in grado di creare un giunto estremamente tenace sulla parete. L’elasticità del nastro adesivo si adatta perfettamente a quella del rasante che, essendo a lento indurimento, rimane elastico nel tempo permettendo di chiudere le fessure in modo duraturo. Il ciclo completo di ripristino comprende anche il rivestimento Röfix SiSi, a base di silicato di potassio e resine silossaniche, disponibile in diverse tinte e granulometrie. Röfix Striscia Adesiva Nastro adesivo per il ripristino di fessure, altamente flessibile, a base di caucciù, autoincollante e resistente agli agenti chimici. È utilizzabile per fughe di dilatazione, in caso di dilatazioni termiche. Inadatto per muri umidi. Rotoli da 45 m Larghezza 10 cm Spessore ca. 1,5 mm Confezioni da tre rotoli. Röfix Rivestimento SiSi Rivestimento in pasta, per la protezione di facciate di vecchie e nuove costruzioni. Unisce le migliori caratteristiche di permeabilità al vapore e di idrorepellenza tipiche del silicato di potassio e delle resine silossaniche. Possiede un’ottima adesione al supporto ed offre un’alta resistenza agli agenti atmosferici. È disponibile in diverse granulometrie e in tutte le tinte della mazzetta colori Röfix. È inserito nel ciclo Röfix di ripristino delle fessure. Secchi da 25 Kg Assorbimento d’acqua < 0,15 Kg/m2 h0,5 Permeabilità al vapore µ: ca. 60. www.roefix.com VENETO/FRIULI VENEZIA G IULIA Enrico Pezzuto cell. 335 8266955 c/o sede Röfix di Fontanafredda - PN tel. 0434 599100 E MILIA ROMAGNA Roberto Fellegara cell. 335 6324400 c/o sede Röfix di Prevalle - BS tel. 030 680164 gettare ed attuare congruenti e durevoli interventi di manutenzione. Tutto ciò a partire dalla convinzione che, in particolare sugli edifici storici, sia ammissibile un intervento che richieda la minore sottrazione possibile di materia. Una materia portatrice di segni e significati, perdendo la quale si perdono le qualità intrinseche di un oggetto e ignorando la quale ci si preclude la possibilità di acquisire informazioni essenziali per la comprensione dei fenomeni umani. direttore responsabile Marco Grossi progetto grafico Mariangela Tentori proprietà Röfix SpA via Venosta 70 39020 Parcines - BZ stampa LITO2000 srl via Sabatelli, 31 23868 Valmadrera - LC editore DEMETRA via Previati, 3/A 23900 Lecco tel. 0341 271900 fax 0341 373891 iscrizione al Tribunale di Lecco n° 1/03 del 9/01/03 un lavoro “senza tempo” D icembre... tempo di bilanci. Anche quest’anno posso permettermi di non prestare molta attenzione ai freddi e crudi numeri. L’obiettivo è stato raggiunto, non senza fatica, ma quando il gruppo c’è, i risultati arrivano. Devo rilevare però che mai come quest’anno è così evidente che il gruppo è affaticato, logoro. Evito quindi noiosi bilanci economici e voglio approfondire i motivi di questa spossatezza fisica e mentale. Abbiamo lavorato troppo? Abbiamo lavorato come ci eravamo programmati? Siamo incapaci di rispettare un programma? La verità è da ricercare nella frenesia che colpisce il nostro settore come pochi altri. Chi frequenta i cantieri sa di cosa parlo. Dopo la parola quanto (costa), la più usata è quando. La mole di lavoro generata in questi ultimi anni, sommata all’avidità, ha portato alla consuetudine di ridurre i tempi d’esecuzione al minimo, in modo da poter cominciare al più presto il lavoro successivo affrontandolo nello stesso modo. Questo atteggiamento però si ripercuote sulla qualità del lavoro stesso ed innesca quel meccanismo, ormai quotidiano, di contestare l’esecuzione dei lavori con una facilità impressionante, che genera verifiche e analisi, che aggiunge lavoro al lavoro e costi ai costi, sprecando tempo che non c’è. Nelle pagine che seguono affronteremo l’argomento principale delle contestazioni, per chi come noi si occupa di intonaci, figlio di quella fretta che ogni giorno ci accompagna in cantiere. Cordiali auguri di buone feste, fra meno di un mese è Natale, potremo riposare e riflettere... speriamo arrivi in fretta. Marco Grossi Direttore Responsabile [email protected] speciale Degrado e ripristino degli intonaci ■ Negli ambienti della Bioedilizia si definisce “pelle dell’edificio”, di fatto in cantiere si chiama ancora intonaco. Non me ne vogliano amici e colleghi impegnati nel promuovere quella che spesso definisco la “nobile disciplina“ del costruire, con cui mi confronto quotidianamente, per questa semplificazione, ma prima di imparare a correre ci si deve, quantomeno, reggere in piedi. Ritengo inoltre che ciò che verrà trattato li coinvolga direttamente in quanto i cantieri del restauro e della bioedilizia, oggi molto più numerosi che in passato, sono fra i più generosi nel fornire occasioni di crescita professionale sull’argomento. ■ Oggi all’intonaco si presta più attenzione perché sono richieste prestazioni che in passato non potevano essere offerte. Le nuove metodologie di costruzione richiedono intonaci che offrano caratteristiche termiche, acustiche e di resistenza al fuoco. Il recupero di vecchie costruzioni necessita spesso di intonaci deumidificanti e da risanamento. La ricerca di antichi equilibri, rifuggendo prodotti sintetici o additivati, cosiddetti moderni, passa attraverso l’utilizzo di prodotti che hanno origine migliaia di anni or sono, ma di cui si sono perse le tecniche applicative. ■ Il comune denominatore di tutti i possibili interventi è la realizzazione pratica, ovvero la possibilità di portare a termine il cantiere nel minor tempo possibile, contenendo così i costi. Gli appalti e i sub-appalti devono permettere comunque a tutti di guadagnare, così la necessità di una rapida continua a pag. 2