Non prendete decisioni affrettate sulle buste paga

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Gli imprenditori Per Camera di commercio e Associazione industriali è prioritario mantenere l’occupazione
“Non prendete
decisioni affrettate
sulle buste paga”
C
L’invito
“Non si deve
approfittare
di questa situazione
per sostituire la
manodopera locale”
alma e gesso. Da motto dei
giocatori di biliardo prima di
affrontare un tiro difficile
(prendersi un attimo di tempo mettendo un po’ di gesso sulla stecca), a
strategia aziendale. Di fronte agli
scossoni del “franco forte”, Marco
Passalia, vice direttore e responsabile del servizio export della Camera di
commercio, invita gli imprenditori
alla prudenza. “Ci rendiamo conto
che la situazione è difficile, ma non
bisogna assolutamente prendere
decisioni affrettate – dice -. Occorre
mantenere il sangue freddo e capire
quale sarà l’evoluzione dell’euro, dei
mercati”. Senza negare le preoccupazioni dei settori più colpiti, indu-
stria delle esportazioni e turismo,
Passalia ritiene un errore fare scelte
precipitose ad appena due settimane
dall’abbandono della soglia minima
di cambio a 1,20 da parte della Banca
nazionale svizzera (Bns). Ma sono ormai parecchie le imprese che vorrebbero ridurre gli stipendi per compensare il cambio franco euro alla pari.
“In questa nuova situazione sono
particolarmente toccate le aziende
esportatrici, quelle che offrono servizi in diretta concorrenza con la zona
euro, come qielle che si occupano di
spedizioni che si trovano a competere con il mercato europeo - aggiunge
Passalia -. A loro noi chiediamo di
non fare mosse avventate così come
invitiamo lo Stato ad evitare nuovi
tributi, oneri fiscali e tasse”.
Per la Camera di commercio
l’obiettivo prioritario di tutte le parti
coinvolte, industrie, sindacati, personale, deve essere quello di mantenere l’occupazione in Ticino. A questo,
Stefano Modenini, direttore dell’Associazione delle industrie ticinesi
(Aiti), aggiunge un doppio invito,
uno alle aziende: “Non approfittate
di questa situazione sostituendo la
manodopera locale”; e uno allo Stato:
“Ogni nuova tassa è in questa situazione anacronistica e ingiustificata.
Anzi questa potrebbe essere l’occasione per ridurre l’imposta di bollo”.
Modenini conferma che alcune
aziende, soprattutto quelle del settore elettronico, stanno valutando la
possibilità di delocalizzare parte di
produzione all’estero e che potrebbero esserci dei licenziamenti. “Difficile anticipare scenari futuri: noi abbiamo mandato dei segnali chiari alle
aziende affinché si muovano con
prudenza. Nel senso che occorre prima verificare l’impatto del cambio
franco-euro sui costi dell’impresa
che non siano quelli dei salari, poi
adottare misure concordate dando
informazioni chiare ai propri dipendenti”.
Sulle recenti iniziative di alcune
aziende come quella della Plastar di
Muzzano, gruppo Fabbri, che produce film plastici, di ridurre gli stipendi
in modo diversificato, -15% per i
frontalieri, -5% per i residenti, osserva: “Questo tipo di misure deve essere l’ultima ratio una volta accertato
che non ci sono altre possibilità per
mantenere l’occupazione. Ma le
eventuali riduzioni temporanee di
salario devono comunque essere
concordate con la controparte sindacale. Si tratta di provvedimenti che
si possono prendere come ultima soluzione e
senza approfittarsi per sostituire manodopera locale”. Analogamente Passalia
ribadisce
che
non si devono
imporre decisioni
unilaterali:
“Tutte le misure
aziendali vanno
discusse assieme al personale, perché laddove non esiste un contratto
collettivo c’è il codice delle obbligazione ed esistono i singoli contratti di
lavoro”.
c.m.
SALARI IN EURO
Contro il franco forte
molte aziende
vorrebbero pagare
in euro gl stipendi
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