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3.III VERSO PIAZZA DELLA SS. ANNUNZIATA
Il terzo tratto è una diramazione dell’itinerario base,
ha la forma di una ‘O’ con i
tre giri di 90° in senso orario e da via Cesare Battisti
conduce di nuovo in piazza
San Marco.
Via Cesare Battisti, una
strada lunga poco più di
150 metri, deve essere
percorsa in direzione Est.
Si arriva così sul lato
Volendo adesso percorrere la facoltativa diramazione che ci consente di visitare
piazza della SS. Annunziata, ci inoltreremo
in via Cesare
Battisti, ove ha
sede l’ultra centenario Istituto
Geografico Militare (notissimo
per la sua biblioteca geografica e cartografica nonché
Si attraversa con qualche
difficoltà via Ricasoli soprattutto per la presenza
di numerose biciclette che
ostruiscono il passaggio.
La rampetta di accesso al
marciapiede di via Cesare
Battisti è asfaltata: presenta buche e una fastidiosa pendenza laterale.
Via Cesare Battisti con
l’Istituto Geografico Militare.
min
50
m
1400
Ovest di piazza della SS.
Annunziata.
Istituto Geografico Militare,
la biblioteca.
40
perché qui è nata la moderna fotogrammetria), ed in breve ci troviamo in piazza
SS. Annunziata.
Anche il marciapiede di
via Cesare Battisti è
asfaltato. La marcia è generalmente agevole se si
esclude qualche difficoltà causata dalla pendenza laterale del marciapiede in corrispondenza di
una rampetta longitudinale che serve un attraversamento pedonale.
Volendo dirigersi verso la
Chiesa della SS. Annunziata, occorre effettuare l’attraversamento suddetto.
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Piazza della SS. Annunziata è uno spazio rettangolare ampio poco meno
di 5000 metri quadrati, di
rara bellezza.
Al lato Nord della piazza
dà forma il loggiato antistante il Santuario della
SS. Annunziata; all’estremità Est di questo lato
confluisce sulla piazza via
Gino Capponi.
Davanti al loggiato scorre
una carreggiata stradale
che collega via Battisti
con via della Colonna.
Una delimitazione realiz-
La rettangolare piazza, definita “la più
armoniosa e perfetta del mondo”, si sviluppò ad iniziare dal 1252, a seguito del-
Piazza della SS. Annunziata.
Giunti con qualche difficoltà sul marciapiede opposto della strada (per la
presenza sulla rampetta
di raccordo di un piccolo
risalto), si trova un marciapiede con una pavimentazione lapidea sconnessa. Inoltre, in corrispondenza di un passo
carraio è presente una
forte pendenza laterale
che rende problematica la
marcia. Per finire, la rampetta metallica di accesso
al sagrato della chiesa è
molto ripida e stretta.
zata mediante paletti in
ferro alti poco più di un
metro collegati da catene
blande, separa la carreggiata dallo spazio pedonale. Di fronte al centro
del loggiato, in corrispondenza dell’ingresso alla
basilica, è presente un
attraversamento pedonale che consente il passaggio dalla basilica alla
piazza.
Il lato Sud della piazza,
distante circa 100 metri
dal loggiato della Basilica, è caratterizzato dalla
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la costruzione della chiesa dedicata all’Annunciazione, sorta dove prima c’era
l’antichissimo oratorio di Santa Maria in
Cafaggio. Il particolare che denota que-
Proseguendo, invece, sul
marciapiede lato Sud di
via Cesare Battisti per dirigersi verso piazza della
SS. Annunziata (in zona
pedonale) si deve fronteggiare un marciapiede
piuttosto stretto con una
forte pendenza laterale
che rende consigliabile la
presenza di un accompagnatore.
L’elegante loggiato
del Santuario
della SS. Annunziata.
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confluenza di due strade:
via dei Fibbiai all’estremità Est e via dei Servi al
centro, in mezzo a due
edifici; l’edificio che si erge sul segmento Ovest è
il celebre palazzo Grifoni.
Il lato Est della piazza è
costituito dallo Spedale
degli Innocenti con il loggiato del Brunelleschi rialzato di nove gradini; all’estremità Nord di questo lato, confluisce sulla
piazza via della Colonna
la quale, forma un angolo
retto con via Capponi.
sto spazio, è l’estensione degli
eleganti loggiati, disposti su
tre lati; anche
l’arredo urbano,
come vedremo,
presenta caratteri di rilevante
interesse.
Scorcio del loggiato dello Spedale degli Innocenti.
La fruizione della piazza
richiede molto impegno anche se accompagnati a causa della pavimentazione che presenta sconnessioni ed ondulazioni.
Il Loggiato dello Spedale
degli Innocenti non è accessibile. Per garantire
l’accessibilità al cortile interno dello Spedale è stata realizzata una rampa
posta all’incrocio fra via
dei Fibbiai e Piazza SS.
Annunziata.
Il lato Ovest della piazza è
distante circa 70 metri dal
lato Est e si presenta con
un loggiato costruito ad
imitazione di quello del
Brunelleschi. All’estremità Nord di questo lato
confluisce nella piazza via
Cesare Battisti.
Al centro della piazza si
ha una sensazione di eco
diffusa.
A causa della pendenza e
dello sviluppo in lunghezza troppo elevati, la rampa è usufruibile solo con
accompagnatore.
La sistemazione estiva di Piazza della SS.
Annunziata vista dal loggiato degli Innocenti.
Sullo sfondo, palazzo Grifoni. A destra,
uno scorcio del giardino interno del palazzo.
44
45
Di fronte a via dei Servi,
ad una ventina di metri
dalla strada, si trova la
statua equestre di Ferdinando I, rivolta verso il
centro della città.
La statua poggia su un basamento rettangolare di
marmo bianco: i lati più
lunghi sono paralleli ai lati Est ed Ovest della piazza, mentre i lati minori rivolti a Nord e Sud sono rivestiti con un cartiglio in
bronzo. Anche il basamento è rialzato dal suolo
di tre gradini, il primo dei
Quasi al centro (ma verso il
fondo della piazza nella diretta visuale con via dei Servi),
si erge la statua equestre del
granduca mediceo Ferdinando
I, opera fusa dal Giambologna
con il bronzo proveniente dai
cannoni delle galee turche,
vinte dai Cavalieri dell’Ordine
Militare di Santo Stefano, sorto per combattere i pirati che
infestavano il Mediterraneo
ed affidato al capo di casa Medici. A tale memoria, nella cinghia sottopancia del cavallo venne inciso: “De’ me-
Statua equestre di
Ferdinando I,
opera del Giambologna.
quali più in alto della pavimentazione della piazza di
appena mezzo centimetro. Il monumento è protetto tutto intorno da una
balaustra in ferro alta poco più di un metro e le barre che la sostengono sono
fissate sul secondo dei tre
gradini posti intorno al basamento. Al centro del
cartiglio in bronzo rivolto a
Nord è disposto in cinque
cerchi concentrici uno
sciame di api con al centro
l’ape regina.
Per poter toccare almeno
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talli rapiti al fero Trace”. Altro particolare
curioso di questo monumento, è dato
dall’originale impresa araldica di Ferdinando I, formata da uno sciame d’api, e
disposta sul lato del basamento che
guarda la Chiesa della SS. Annunziata. Al
centro di una gran targa di bronzo, dove
campeggia il motto “MAIESTATE TANTUM”, si scorge l’ape regina contornata,
a cerchi concentrici sfalsati, dalle altre
api dell’alveare, per cui rimane difficile
contarne il numero senza confondersi.
Ma quanti sono questi insetti? Chi dice 91
oppure 99, 100, o 101; per i curiosi non
resta che provare a contarli, ma senza ri-
Il monumento equestre
di Ferdinando I de’ Medici.
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una parte dello sciame si
consiglia di salire con prudenza sul secondo gradino e di tenersi in equilibrio afferrando con una
mano la barra della balaustra.
correre al trucco di contrassegnarli! Un
detto popolare assicura buona fortuna
solo a coloro che, senza toccarle, riusciranno a contare tutte le api. La simbologia dell’impresa è allusivamente molto
chiara: il granduca al centro (l’ape regina) che non incute nessun timore, attorniato dal pacifico popolo fiorentino rappresentato dalle api operose.
Una sosta in piazza della
SS. Annunziata, sulla panca
di pietra del Palazzo Grifoni,
all’angolo di via dei Servi.
La targa con lo sciame
delle api posta alla
base del monumento.
In piazza della SS. Annunziata si può sentire
abbastanza distintamente il suono dello zampillo
delle due fontane monumentali che la ornano.
Le fontane sono poste di
fronte alle gradinate dei
loggiati, esattamente a
metà di ciascun lato; sono circondate da una inferriata alta poco più di un
metro che a Nord e a Sud
presenta due aperture.
Per entrare occorre superare un piccolo giardino.
Ciascuna fontana è posta
48
Nella piazza si possono
osservare, con simmetrico
effetto scenografico, anche
le due singolari fontane in
bronzo e marmo, uguali fra
loro e dal gusto alquanto
marinaresco, che raffigurano con arte grottesca mostri marini che schizzano
acqua nelle sottostanti vasche a forma di conchiglie.
Pietro Tacca, nel 1629 ne fu
l’artefice, con l’aiuto degli allievi Bartolomeo Salvini e Francesco Maria Bandini.
Le originali fontane, ordinate dal grandu-
Una delle due fontane
del Tacca.
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sopra un basamento costituito da tre gradini.
Si consiglia di chiedere
aiuto per esplorare le
fontane poiché i gradini
in alcuni punti sono bagnati e molto scivolosi.
Sul lato Ovest della piazza,
posta tra la fontana e la
gradinata del loggiato, a
pochi centimetri dall’inferriata, si trova una fonte
con acqua potabile.
ca Ferdinando I, avrebbero dovuto figurare nel porto di Livorno insieme
al noto monumento detto dei
Quattro Mori ma i fiorentini, riscontrandone la singolare bellezza e la notevole originalità,
le vollero trattenere nella loro
città. In effetti, di queste due
fonti colpì da subito l’evidente
novità naturalistica (sottolineata da conchiglie, p e s c i ,
immaginari mostri, ghirlande, mascheroni) che usciva dai canoni della tradizionale simbologia marittima e fluviale allora invalsa.
Un getto d’acqua
che fuoriesce dalla
bocca del mostro marino.
L’ingresso al Santuario
della SS. Annunziata si
trova, come detto, al
centro del loggiato situato sul lato Nord della
piazza.
Questo ingresso immette
in un chiostro di forma
rettangolare, ampio circa
700 metri quadrati. A circa tre metri dal muro
scorrono, lungo le pareti,
dieci colonne in pietra
che sostengono le sette
arcate di un loggiato che
gira intorno al chiostro e
l’arco che, al centro del
50
Ed ora, è d’obbligo raccontare un po’ la
storia della Chiesa della SS. Annunziata, un
vero scrigno di capolavori. Verso il 1233 la
Madonna apparve a sette nobili fiorentini i
quali, lasciate le loro famiglie
e le loro ricchezze, si ritirarono in penitenza e preghiera in
una antica, piccola cappella
che sorgeva sul sito dell’attuale santuario. La cappellina
era allora in aperta campagna, nel luogo chiamato Cafaggio: i sette penitenti, che
indossavano una tonaca nera, fondarono
l’Ordine conosciuto col nome di Servi di Ma-
All’ingresso della Chiesa
della SS. Annunziata vi è
una rampetta di raccordo
in legno fra il pavimento in
marmo policromo posto
Chiesa della
SS. Annunziata: il loggiato.
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lato Nord, è posto sopra il
portone di ingresso alla
chiesa. Il centro del Chiostro è coperto da un lucernario coperto da vetri
bianchi opachi decorati
con il disegno del giglio di
Firenze su vetro trasparente. Tutte le pareti sono ornate con affreschi e
alle due colonne antistanti l’ingresso alla chiesa, a circa un metro e
mezzo di altezza, sono
applicate due pregevoli
acquasantiere in bronzo.
ria. Per essere ancor più isolati dal mondo e
per meglio meditare e pregare, si trasferirono sull’impervio Monte Senario (o Asinaio,
come prima veniva chiamato) vivendo in
grotte e scendendo solo raramente a valle.
Quando però ritornavano a Firenze, essi sostavano nella loro cappellina di Cafaggio. Nel
1250, su questo terreno donato loro da papa Innocenzo IV, i Servi di Maria demolirono
la vetusta cappella e costruirono una chiesa.
Due anni dopo, i sette religiosi commissionarono al pittore Bartolomeo da Firenze un
affresco raffigurante la scena dell’Annunciazione ma, secondo la tradizione, l’artista,
pur avendo quasi ultimato l’opera, non riu-
sotto il portico ed il pavimento in pietra (piuttosto sconnesso) del Chiostro dei Voti, antistante
l’entrata della chiesa. All’ingresso della chiesa vi è
un gradino di modesta altezza.
Per accedere alla Chiesa è
consigliato un accompagnatore. L’interno della
Chiesa è fruibile in autonomia, limitatamente alla
navata centrale.
sciva a dare al volto della Vergine un’espressione com’egli avrebbe voluto; colto
da un profondo sonno, il pittore al suo risveglio, trovò l’immagine ultimata in modo così
ben riuscito e perfetto, che l’attribuì all’intervento prodigioso degli angeli. Alla notizia
del soprannaturale avvenimento, la folla,
subito accorsa sulla piazza che andava formandosi davanti alla chiesa, gridò al miracolo e ben presto, per devozione dei fedeli
verso la sacra immagine, la chiesa iniziò a ricevere preziosi ex voto e donazioni. Nel tempo il santuario mariano fu oggetto di ristrutturazioni ed ampliamenti avvenuti, specialmente a partire dalla metà del Quattrocen52
Il Chiostro della Madonna
o dei Voti. A sinistra,
particolare del grande
portale della chiesa.
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Acquasantiera in marmo
all’ingresso del Chiostro
dei Voti.
to per opera di Michelozzo e dei suoi aiuti,
senza tuttavia che venisse spostato o alterato l’affresco al quale i fedeli continuavano
ad esternare la loro venerazione. L’armoniosa chiesa, la cui cupola fu progettata da Leon
Battista Alberti, è preceduta da un portico a
sette arcate di evidente ispirazione brunelleschiana, opera di Giovanni Caccini eseguita fra il 1599 e il 1604. Sotto il loggiato, a
fianco della porta centrale, se ne aprono altre due: la porta di sinistra immette nel Chiostro Grande o ‘dei Morti’, quella di destra nella cappella Pucci o di San Sebastiano. Sul
portale d’ingresso si può ammirare il mosaico L’Annunciazione di Davide Ghirlandaio
Il Chiostro dei Morti.
Il tempietto dell’Annunziata.
54
(1509), fratello del più famoso Domenico.
Ancora oggi la Chiesa della SS. Annunziata è molto frequentata dai fedeli che, quasi
in un continuo pellegrinaggio, s’indirizzano
alla cappella con la sacra immagine della
Madonna sempre illuminata dalle tante preziose lampade votive. A questo proposito
piace segnalare la tradizionale usanza di donare l’olio da ardere per queste lampade,
che doveva servire tutto l’anno. La singolare offerta, ora purtroppo perduta, si effettuava alla mattina della domenica in Albis da
parte di una compagnia laico religiosa, con il
parroco della parrocchia d’appartenenza
che si muoveva dalla propria sede per rag-
Annunciazione: particolare.
55
La fontana del Tacca
con sullo sfondo
lo Spedale degli Innocenti.
giungere in processione l’altare
della SS. Annunziata. La pittoresca cerimonia vedeva alla testa del
corteo un somarello che portava a
“bastina” sulla groppa, coperta da
una bella gualdrappa, due mezzi
barili d’olio ed un bambino di tre o
quattro anni vestito da angioletto.
La gente era attratta dalla semplice ma particolare cerimonia, definita “dell’Angiolino”.
Nella stessa piazza si erge su una scalinata anche l’elegantissimo Spedale di Santa Maria degli Innocenti. Nel periodo di maggior fulgore delle Arti fiorentine queste, oltre agli
Chiostro dello
Spedale degli Innocenti.
Chiostro delle Donne.
56
scopi professionali per i quali erano sorte,
ebbero via via sempre più ingerenza nella
cosa pubblica, per poi prendere un carattere veramente politico quando il governo assunse, nel 1282, la connotazione popolare.
Per tali ragioni dette corporazioni d’artigiani
e commercianti non poterono andare disgiunte dall’esercizio della carità e della beneficenza. Esse si fecero quindi promotrici di
benefiche istituzioni come gli ospedali, a sollievo della popolazione. L’ar-te Maggiore
della Seta o di Por Santa Maria, fu una di queste: a lei dobbiamo, infatti, la costruzione di
questo capolavoro quattrocentesco, che a
quell’epoca costò ben 30.000 fiorini d’oro.
Porta Rossa:
simbolo dell’Arte Maggiore
della Seta.
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Sopra:
una vasca
da bagno in pietra.
A destra:
particolare del cartiglio con
il busto di Cosimo.
L’opera, destinata ad accogliere i fanciulli
abbandonati o rimasti orfani, andava incontro a coloro che erano i più indifesi: i neonati ai quali, con l’abbandono, veniva tradita e
negata quantomeno la serenità dell’infanzia. La costruzione di tale importante opera
altamente sociale, considerata di straordinaria innovazione, fu affidata al maggior architetto dell’epoca, Filippo Brunelleschi, il
quale, aiutato dall’allievo Francesco della
Luna, la edificò nelle forme quasi di un convento, con chiesa e due chiostri. La prima
pietra della grandiosa struttura fu posta l’8
aprile 1419, ma soltanto venticinque anni
dopo, precisamente il 24 gennaio 1445, av-
venne in forma solenne la sua
inaugurazione. Finalmente lo
Spedale di Santa Maria degli Innocenti diveniva operativo e, con il
passare del tempo, anche monumento cittadino. Ancor oggi
l’edificio dalla distinta facciata
con loggiato a nove archi a tutto sesto, sorretti da agili colonne sorgenti dalla scalinata, è ingentilito ed impreziosito nei
pennacchi dai famosi “puttini in
fasce” nei medaglioni in terracotta invetriata su fondo azzurro, di Andrea della Robbia,
che sottolineano l’iniziale destinazione d’u58
Terracotta invetriata
di Andrea della Robbia.
59
so dell’edificio. Sul lato sinistro, guardando
il porticato, sotto la loggia, una bassa finestrella doppiamente ferrata detta “Presepe”
ove su un cilindro ruotante con l’imboccatura rivolta alla piccola finestra, venivano posti da mani ignote i “nocentini” o “gettatelli”.
Al lato della ruota, la cordicella di una campanina veniva tirata non appena deposto il
povero “innocente”, affinché il suono avvertisse lo spegalingo della presenza del nuovo
venuto. Il primo nocentino accolto dall’ospedale venne lasciato il 5 febbraio 1445, festività di Sant’Agata. In realtà si trattò di una
nocentina alla quale fu dato il nome di Agata Smeralda perché, come detto, in quel
A sinistra: il lato del
porticato con il “Presepe”
ove venivano posti
i “nocentini”.
Sopra: particolare
del cartiglio.
Lasciando la piazza della
SS. Annunziata il percorso continua in direzione
Sud per via de’ Servi: si
consiglia di percorrere
questa strada con traffico
limitato sul lato Est, dove
palazzo Grifoni mostra la
facciata Ovest, anch’essa, come quella osservata da piazza S.S. Annunziata, percorsa alla base
da una panca in pietra.
Scorcio dell’edificio
antistante lo Spedale degli
Innocenti: particolare dei
balconi fioriti.
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giorno ricorreva la festività della
santa.
Di fronte allo Spedale degli Innocenti, ad imitazione di quello del
Brunelleschi, si eleva un altro portico, opera di Antonio da Sangallo
il Vecchio e Baccio d’Agnolo (151625), al termine del quale si trova
un antico oratorio oggi della Confraternita di San Girolamo e San
Francesco Poverino. Questa compagnia laico-religiosa è nota in
città soprattutto per la celebrazione domenicale della messa in latino con canto gregoriano.
L’ingresso all’oratorio di
San Girolamo e
San Francesco Poverino.
61
Via de’ Servi presenta
marciapiedi abbastanza
stretti spesso affollati di
persone e ingombri di biciclette: si consiglia di procedere con cautela.
Si imbocca ora via dei Servi (nome antichissimo derivato dall’Ordine dei Servi di
Maria, fondato, come già detto, dai sette
nobili e pii fiorentini che edificarono la
Chiesa della SS. Annunziata), dove all’angolo c’è il Palazzo Grifoni (oggi Palazzo
Budini-Gattai), dalla famiglia che lo costruì e lo abitò per secoli. L’edificio, sorto
sulle vecchie case dei Ricci, costituisce un
raro esempio cittadino per la sua rossa
muratura in mattoni a faccia-vista decorata in pietra, con “panca di via” al basamento e portale a grandi bugne.
Palazzo Grifoni
(oggi Budini Gattai)
all’angolo di via dei Servi.
Dopo un breve tratto di
strada, via de’ Servi incrocia via degli Alfani; qui si
gira verso Ovest e si percorre quest’ultima via:
dopo meno di cento metri,
al numero civico 78, si trova l’Opificio delle Pietre
Dure e, dopo un’altra cinquantina di metri si raggiunge il lato Est di Piazza
delle Belle Arti, un piccolo
spazio rettangolare ampio
poco più di 300 metri quadrati.
Sul lato Est della piazzetta, oltre alla confluenza di
62
Il percorso procede in via
dei Servi, in zona a traffico limitato.
La rampetta di raccordo
al marciapiede presenta
una forte contropendenza ed un fastidioso risalto. La finitura rigata delle
lastre di pavimentazione
del marciapiede produce
delle vibrazioni moleste.
Terminato il primo tratto di via dei Servi, si incrocia via degli Alfani dove, girando a destra in tale strada, si ra g g i u n ge
Palazzo Grifoni:
in alto, particolare del
sottotetto e della facciata;
a sinistra, finestra
inginocchiata.
63
via degli Alfani, che prosegue verso Ovest delimitandone il lato Sud, si trova il Conservatorio Statale di Musica “Luigi Cherubini”.
Lungo il lato Ovest scorre
via Ricasoli, dimodoché il
lato Nord risulta costituito
dalla confluenza di questa
strada e dalla facciata di
un edificio.
l’Opificio delle Pietre Dure fondato nel 1588
dal granduca Ferdinando I per decorare
con i migliori mosaici la Cappella dei Princi-
All’angolo con via degli Alfani è presente una rampetta che genera una modesta pendenza laterale.
In via degli Alfani si procede su una pavimentazione simile alla precedente; la marcia, tuttavia, è resa più impegnativa a causa della presenza
di molte biciclette posteggiate sul marciapiede.
Ingresso dell’Opificio
delle Pietre Dure.
Arrivando sul lato Sud di
piazza delle Belle Arti,
sul ciglio del marciapiede di
via degli Alfani in corrispondenza dell’angolo,
troviamo un telefono pubblico a scheda con schermatura a cuffia.
Continuando a camminare verso Nord per via Ricasoli, si percorre un tratto di strada pedonale che
ci porta di nuovo sul lato
Cosimo II in preghiera, opera
Sud di piazzainSan
Marco.
pietre
dure,
diamante ed oro
dell’Opificio.
64
pi in San Lorenzo.
Trasferito nel 1796
dai Lorena in questa
prestigiosa sede, oltre ad ospitare il singolare museo dove
si possono ammirare
le più delicate creazioni di mosaici in
pietre dure, negli ultimi decenni del secolo appena terminato,
l’Opificio è passato a curare l’attività di restauro di tutte le tipologie d’opere d’arte
guadagnandosi un prestigio indiscusso a
livello internazionale.
Procedendo si incontrano
alcuni passi carrai che
danno origine a delle rilevanti pendenze laterali
che rendono impossibile
proseguire in autonomia.
L’accesso all’Opificio delle
Pietre Dure è faticoso per
la difficoltà di compiere in
pendenza la necessaria
rotazione di 90°.
All’interno dell’androne il
superamento dei gradini
delle soglie è realizzato
mediante elevatori a pantografo a scomparsa che
65
Si prosegue quindi e, percorsi pochi
metri, si giunge in piazza delle Belle Arti, dove ha sede
il Conservatorio
Statale di Musica
“Luigi Cherubini”
che ci riallaccia
al percorso base.
coniugano felicemente accessibilità e rispetto per le
caratteristiche architettoniche dell’edificio.
Giunti in piazza delle Belle Arti si ritorna in zona
pedonale. La pavimentazione della piazza, in lastre di pietra serena con
finitura ‘a buccia d’arancia’ rende la marcia molto confortevole.
Il Conservatorio
“Luigi Cherubini”.
min
75
m
2100