rischi di natura ergonomica

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RISCHI DI NATURA
ERGONOMICA
Autore:
Dott.ssa Monica Bianco
Edizione: 1
Data: 12.12.2007
VIA G.BOCCACCIO, 4 - 73100 LECCE
TEL. 0832-498023 FAX. 0832-575049
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L’APPROCCIO ERGONOMICO
NELL’IMPOSTAZIONE DEI POSTI DI LAVORO
E DELLE ATTREZZATURE
ERGONOMIA
L'Ergonomia è la scienza che studia l'attività lavorativa umana, in
relazione alle condizioni ambientali, strumentali ed organizzative in
cui si svolge.
Il fine dell'Ergonomia è l'adattamento di tali condizioni alle esigenze
dell'uomo, definito dalle sue caratteristiche e dalle sue attività.
Dal greco:
ergon = lavoro (attività per raggiungere un obiettivo)
nomos = regola
Di cosa si tratta?
L’ergonomia sul posto di lavoro non è soltanto un obbligo di legge,
ma anche una premessa fondamentale per il benessere dei lavoratori
e per la produttività in generale. Se un posto di lavoro è concepito
ergonomicamente, ossia in base alle capacità e alle esigenze del
lavoratore, il fisico ne beneficia, si affatica di meno e questo si
traduce anche in un maggiore rendimento.
Solitamente questo influisce positivamente anche sulla gestione
delle assenze. Possiamo quindi dire che l’ergonomia è un fattore
positivo in tutti i sensi.
I responsabili dell’organizzazione del lavoro, devono valutare
l’ergonomicità delle postazioni e delle attrezzature di lavoro allo
scopo di ridurre al minimo i disagi fisici per i lavoratori.
L’UOMO È LA MISURA DI TUTTE LE COSE
(Pitagora)
APPROCCIO ERGONOMICO NELL’IMPOSTAZIONE DEL
POSTO DI LAVORO E DELLE ATTREZZATURE
Valutazione e Studio del
Rapporto UOMO-MACCHINA-AMBIENTE
E' con il D. Lgs. n. 626/94 che l'ergonomia ha il primo
riconoscimento ufficiale e viene inserita con forza nella
legislazione italiana.
La rispondenza ai principi ergonomici diventa una condizione di
accettabilità di ambienti, macchine ed attrezzature.
Fra le misure generali per la protezione della salute e per la
sicurezza dei lavoratori viene riportato al punto f) dell'art. 3 del
D. Lgs. 626/94 il "rispetto dei principi ergonomici nella concezione
dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature, nella
definizione dei metodi di lavoro e produzione, anche per attenuare
il lavoro monotono e quello ripetitivo".
L'ergonomia compare anche nei contenuti della formazione
specifica a cui deve essere sottoposto il responsabile dei servizi
di prevenzione e protezione, ai sensi dell'art. 8 bis del D. Lgs. n.
626/94, essendo indicato, al comma 4, che:
"per lo svolgimento delle funzioni di responsabile del servizio di
prevenzione e protezione, oltre ai requisiti di cui al comma 2, è
necessario possedere un attestato di frequenza, con verifica
dell'apprendimento, a specifici corsi di formazione in materia
di prevenzione e protezione dai rischi anche di natura ergonomica
e psicosociale, di organizzazione e gestione delle attività tecnico
amministrative e di tecniche di comunicazione in azienda e di
relazioni sindacali".
Il ruolo dell'ergonomia nell'ufficio
Quando si parla di ergonomia nel contesto dell'ufficio, ci si riferisce in
genere al design dei mobili e delle apparecchiature.
Ma il compito delle valutazioni di natura ergonomica va ben oltre il
design delle attrezzature.
In Italia, il D. Lgs. 626/94 impone ai datori di lavoro non solo di fornire
attrezzature ergonomicamente adatte ma anche di garantire a tutto il
personale un'adeguata informazione e formazione (Art. 56).
Quanti manager pensano che per adempiere ai propri obblighi sia
sufficiente mettere a disposizione una sedia ergonomica? Quanti
impiegati sanno utilizzare le apparecchiature in modo ottimale?
E' qui che entra in scena l’RSPP, che si accorge immediatamente se un
operatore non sta utilizzando al meglio la propria attrezzatura, che sia
una sedia, un centralino telefonico, una tastiera o un mouse, e sa
suggerire modi alternativi di compiere le stesse azioni con minore sforzo.
Movimenti che noi consideriamo "normali" possono sottoporre i
muscoli ed i tendini a sforzi eccessivi, causando disturbi dolorosi.
Un'esauriente analisi del posto di lavoro assicura il benessere
dell'impiegato, particolarmente nel caso di operatori di videoterminale.
Ne consegue:
un miglioramento del morale del personale;
una diminuzione delle giornate perse per malattia;
un aumento della produttività.
Quando i dipendenti si sentono a loro agio in un ambiente di lavoro ben
allestito, i risultati dell'azienda nel suo insieme sono destinati a
migliorare.
ESTRATTI DAL D. LGS. 626/94
Art. 4 - Obblighi del datore di lavoro, del dirigente e del preposto
Il datore di lavoro, in relazione alla natura dell'attività
dell'azienda ovvero dell'unità produttiva, valuta, nella scelta
delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o dei preparati
chimici impiegati, nonchè nella sistemazione dei luoghi di
lavoro, i rischi per la sicurezza e per la salute dei lavoratori, ivi
compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi
particolari.
Art. 51 – Definizioni
1. Ai fini del presente titolo si intende per:
a) videoterminale: uno schermo alfanumerico o grafico a
prescindere dal tipo di procedimento di visualizzazione
utilizzato;
b) posto di lavoro: l'insieme che comprende le attrezzature
munite di videoterminale, eventualmente con tastiera ovvero
altro sistema di immissione dati, ovvero software per
l'interfaccia uomo-macchina, gli accessori opzionali, le
apparecchiature connesse, comprendenti l'unità a dischi, il
telefono, il modem, la stampante, il supporto per i documenti,
la sedia, il piano di lavoro, nonché l'ambiente di lavoro
immediatamente circostanze;
c) lavoratore: il lavoratore che utilizza un'attrezzatura munita di
videoterminali, in modo sistematico o abituale, per venti ore
settimanali, dedotte le interruzioni di cui all'articolo 54
Art. 52 - Obblighi del datore di lavoro
1. Il datore di lavoro, all'atto della valutazione del rischio di cui
all'art. 4, comma 1, analizza i posti di lavoro con particolare
riguardo: a) ai rischi per la vista e per gli occhi; b) ai problemi
legati alla postura ed all'affaticamento fisico o mentale; c) alle
condizioni ergonomiche e di igiene ambientale.
2. Il datore di lavoro adotta le misure appropriate per ovviare ai
rischi riscontrati in base alle valutazioni di cui al comma 1,
tenendo conto della somma ovvero della combinazione della
incidenza dei rischi riscontrati.
Art. 56 - Informazione e formazione
1. Il datore di lavoro fornisce ai lavoratori informazioni, in
particolare per quanto riguarda: a) le misure applicabili al posto
di lavoro, in base all'analisi dello stesso di cui all'art. 52; b) le
modalità di svolgimento dell'attività; c) la protezione degli occhi
e della vista.
2. Il datore di lavoro assicura ai lavoratori una formazione
adeguata in particolare in ordine a quanto indicato al comma 1.
3. Il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con
il Ministro della sanità, stabilisce con decreto una guida d'uso
dei videoterminali.
Art. 58 - Adeguamento alle norme
1. I posti di lavoro dei lavoratori di cui all'articolo 51, comma 1,
lettera c), devono essere conformi alle prescrizioni minime di cui
all'allegato VII.
Allegato VII - Prescrizioni minime
1. Attrezzature
a) Osservazione generale
L'utilizzazione in se dell'attrezzatura non deve essere fonte di
rischio per i lavoratori.
b) Schermo
I caratteri sullo schermo devono avere una buona definizione e una
forma chiara, una grandezza sufficiente e vi deve essere uno spazio
adeguato tra i caratteri e le linee. L'immagine sullo schermo deve
essere stabile; esente da sfarfallamento o da altre forme
d'instabilità. La brillanza e/o il contrasto tra i caratteri e lo sfondo
dello schermo devono essere facilmente regolabili da parte
dell'utilizzatore del videoterminale e facilmente adattabili alle
condizioni ambientali. Lo schermo deve essere orientabile ed
inclinabile liberamente e facilmente per adeguarsi alle esigenze
dell'utilizzatore. E' possibile utilizzare un sostegno separato per lo
schermo o un piano regolabile. Lo schermo non deve avere riflessi
e riverberi che possano causare molestia all'utilizzatore.
c) Tastiera
La tastiera dev'essere inclinabile e dissociata dallo schermo per consentire
al lavoratore di assumere una posizione confortevole e tale da non
provocare l'affaticamento delle braccia o delle mani. Lo spazio davanti alla
tastiera dev'essere sufficiente onde consentire un appoggio per le mani e
le braccia dell'utilizzatore. La tastiera deve avere una superficie opaca
onde evitare i riflessi. La disposizione della tastiera e le caratteristiche dei
tasti devono tendere ad agevolare l'uso della tastiera stessa. I simboli dei
tasti devono presentare sufficiente contrasto ed essere leggibili dalla
normale posizione di lavoro.
d) Piano di lavoro
Il piano di lavoro deve avere una superficie poco riflettente, essere di
dimensioni sufficienti e permettere una disposizione flessibile dello
schermo, della tastiera, dei documenti e del materiale accessorio. Il
supporto per i documenti deve essere stabile e regolabile e deve essere
collocato in modo tale da ridurre al massimo i movimenti fastidiosi della
testa e degli occhi. E' necessario uno spazio sufficiente che permetta ai
lavoratori una posizione comoda.
e) Sedile di lavoro
Il sedile di lavoro dev'essere stabile, permettere all'utilizzatore una
certa libertà di movimento ed una posizione comoda. I sedili
debbono avere altezza regolabile. Il loro schienale deve essere
regolabile in altezza e in inclinazione. Un poggiapiedi sarà messo a
disposizione di coloro che lo desiderino.
2. Ambiente
a) Spazio
Il posto di lavoro deve essere ben dimensionato e allestito in modo
che vi sia spazio sufficiente per permettere cambiamenti di
posizione e di movimenti operativi.
b) Illuminazione
L'illuminazione generale ovvero l'illuminazione specifica (lampade di
lavoro) devono garantire un'illuminazione sufficiente ed un contrasto
appropriato tra lo schermo e l'ambiente, tenuto conto delle
caratteristiche del lavoro e delle esigenze visive dell'utilizzatore.
Fastidiosi abbagliamenti e riflessi sullo schermo o su altre attrezzature
devono essere evitati strutturando l'arredamento del locale e del posto
di lavoro in funzione dell'ubicazione delle fonti di luce artificiale e
delle loro caratteristiche tecniche.
c) Riflessi e abbagliamenti
I posti di lavoro devono essere sistemati in modo che le fonti luminose
quali le finestre e le altre aperture, le pareti trasparenti o traslucide,
nonché le attrezzature e le pareti di colore chiaro non producano
riflessi sullo schermo. Le finestre devono essere munite di un
opportuno dispositivo di copertura regolabile per attenuare la luce
diurna che illumina il posto di lavoro.
d) Rumore
Il rumore emesso dalle attrezzature appartenenti al/ai posto/i di
lavoro deve essere preso in considerazione al momento della
sistemazione del posto di lavoro, in particolare al fine di non
perturbare l'attenzione e la comunicazione verbale.
e) Calore
Le attrezzature appartenenti al/ai posto/i di lavoro non devono
produrre un eccesso di calore che possa essere fonte di disturbo per
i lavoratori.
f) Radiazioni
Tutte le radiazioni, eccenzion fatta per la parte visibile dello spettro
elettromagnetico, devono essere ridotte a livelli trascurabili dal
punto di vista della tutela della sicurezza e della salute dei
lavoratori.
g) Umidità
Si deve fare in modo da ottenere e mantenere un'umidità
soddisfacente.
3. Interfaccia elaboratore/uomo
All'atto dell'elaborazione, della scelta, dell'acquisto del software, o
allorché questo viene modificato, come anche nel definire le mansioni
che implicano l'utilizzazione di unità videoterminali, il datore di lavoro
terrà conto dei seguenti fattori: a) il software deve essere adeguato alla
mansione da svolgere; b) il software deve essere di facile uso e, se del
caso, adattabile a livello di conoscenza e di esperienza dell'utilizzatore;
nessun dispositivo o controllo quantitativo o qualitativo può essere
utilizzato all'insaputa dei lavoratori; c) i sistemi debbono fornire ai
lavoratori delle indicazioni sul loro svolgimento; d) i sistemi devono
fornire l'informazione di un formato e ad un ritmo adeguato agli
operatori; e) i principi dell'ergonomia devono essere applicati in
particolare all'elaborazione dell'informazione da parte dell'uomo.
RISCHI PER LA SALUTE DEL PERSONALE D'UFFICIO
Repetitive Strain Injuries (Strain injuries = varietà, insieme di lesioni)
Mal di schiena
Sindrome visiva da videoterminale
Repetitive Strain Injuries (RSI)
Il termine inglese "Repetitive Strain Injuries" comprende una varietà di
disturbi derivanti dalla continua ripetizione dello stesso movimento. A
lungo andare, un nervo o un tendine può infiammarsi, costringendo il
lavoratore ad abbandonare la sua abituale attività fino alla completa
guarigione. I sintomi possono variare da dolori sordi o pulsanti a fitte
lancinanti, spesso accompagnate da perdita di sensazione, formicolio o
diminuzione della forza delle braccia e/o delle mani.
Negli Stati Uniti, le Repetitive Strain Injuries sono state classificate come
malattie del lavoro: le categorie di lavoratori più soggette sono
impiegati e musicisti (strumentisti).
FORME FREQUENTI DI RSI
Carpal Tunnel Syndrome: questo doloroso e progressivo disturbo deriva da
una pressione sul nervo mediano che passa attraverso il tunnel carpale nel
polso. Perdita di sensazione e formicolio sono spesso più marcati durante
la notte che nel corso dell'attività lavorativa. E' essenziale curare la
condizione nello stadio iniziale per evitare danni permanenti.
Nel 2001, fra i più importanti infortuni e malattie registrati nell'industria
privata statunitense, il record della durata media dell'assenza dal lavoro
spettava alla sindrome del tunnel carpale (25 giorni). (Fonte: Bureau of
Labor Statistics, U.S. Department of Labor.)
Tendinite del polso, o tenosinovite: consiste nell'infiammazione di un
tendine, o della guaina di un tendine, nel polso, più frequentemente alla
base del pollice. Può essere causata dal cliccare ripetutamente sul bottone
del mouse.
Neuropatia ulnare: disturbo conosciuto anche come la Sindrome del
Tunnel Cubitale. La compressione del nervo ulnare, nel gomito, produce
perdita di sensazione e dolore nel dito mignolo, con fitte che risalgono
l'avambraccio. Può derivare dal prolungato utilizzo del telefono tenendo
il braccio piegato.
Sindrome dell'Uscita Toracica: quando un operatore di videoterminale è
costretto a torcere il collo per guardare il monitor, i nervi ed i vasi
sanguigni che corrono dal torace alla testa possono subire una
compressione.
Mal di schiena
Mialgia cervicale: questo disturbo, consistente in dolori ricorrenti al
trapezio (il muscolo situato fra la spalla ed il collo), costituisce la forma più
frequente di mal di schiena riscontrato fra gli impiegati. Spesso è causato
dall'errato posizionamento della tastiera o del monitor, che costringe
l'operator ad alzare le spalle o a tenere la testa ad un angolo innaturale
durante il lavoro al computer. E' conosciuto anche come mialgia del
trapezio, sindrome di tensione del collo o affaticamento cervicale.
Lombalgia: i dolori nella parte bassa della schiena possono talvolta essere
dovuti a spondilolistesi (ossia lo spostamento orizzontale di una vertebra
rispetto a quella vicina), che può derivare da vizi posturali o dall'uso di una
sedia inadatta.
Sindrome visiva da videoterminale
Questa condizione è stata definita come "l'insieme dei disturbi dell'occhio e
della funzione visiva, connessi con il lavoro da vicino, che si presentano
durante o in connessione con l'uso del computer". I sintomi possono
prendere la forma di emicrania, visione doppia o distorsione dei colori. Fra
i fattori di rischio si possono citare: l'illuminazione insufficiente, l'errato
posizionamento delle attrezzature, le cattive abitudini di lavoro ed i difetti
della vista non individuati.
In tutti i settori del terziario è evidente una predominanza di posti di
lavoro attrezzati con VDT. Ma anche nell’industria essi hanno
raggiunto una grande diffusione, tanto che non si può più parlare di
una concentrazione di VDT in singole categorie professionali.
Il fatto stesso che non solo gli uffici di segreteria, ma anche quelli
delle officine, siano equipaggiati di VDT, ha incrementato
notevolmente l’interesse per l’ergonomia.
Purtroppo, questo aspetto viene spesso trascurato proprio negli uffici
delle officine e dei capi.
Le attività al VDT possono essere suddivise nel
seguente modo:
attività svolte prevalentemente davanti allo schermo
attività svolte prevalentemente con testi
attività miste
uso sporadico dello schermo
Al momento di concepire una postazione di lavoro al VDT bisogna
considerare che tutti gli elementi che la compongono devono far sì che
il lavoro possa svolgersi senza interruzioni, in modo corretto e
funzionale, mentre l’individuo non deve né annoiarsi né essere
sottoposto a carichi eccessivi.
Opportunità di una Analisi del Posto di Lavoro
Un'efficace analisi del posto di lavoro può suggerire come rendere
l'attività dell'operatore meno stressante.
In che cosa consiste l'analisi di un posto di lavoro?
Il primo compito dell’RSPP è quello di osservare l'operatore mentre svolge
le sue mansioni. Prende nota del modo in cui interagisce con l'ambiente
circostante, rendendosi conto immediatamente se l'utente sta impiegando
più forza del necessario per compiere azioni ripetute, se l'altezza della
sedia rispetto al piano di lavoro è giusta o meno, se la quantità e
l'angolazione della luce - naturale o artificiale - sono adeguate, ecc. Chiede
all'operatore come si sente nel compiere certi movimenti e se soffre di
dolori o disturbi che potrebbero essere dovuti ad una postura errata.
In genere, il lavoratore sottoposto all'analisi del posto di lavoro
reagisce in modo estremamente positivo: è piacevolmente sorpreso
dal fatto che l'azienda si preoccupi del suo benessere.
Dopo la fase iniziale di osservazione, l’RSPP chiederà all'operatore di
sperimentare qualche semplice aggiustamento alle attrezzature o al
modo in cui le utilizza. L'Allegato VII della legge 626/94, può essere
d’aiuto.
Facendo sì che il personale adotti buone abitudini di lavoro,
l'azienda può ridurre il numero di giornate di malattia, aumentando
la produttività.
Dopo aver effettuato l'analisi del posto di lavoro, l’RSPP stilerà un
rapporto per la direzione, con eventuali raccomandazioni per l'acquisto
di attrezzature più adatte.
La valutazione prenderà in esame la postura assunta dalle seguenti
parti del corpo: testa, tronco, spalle, braccia, gambe e piedi.
COME SOLLEVARE E TRASPORTARE CORRETTAMENTE I
CARICHI EVITANDO LESIONI E INFORTUNI?
Le parti del corpo maggiormente sollecitate durante la
movimentazione manuale di carichi sono la schiena e la colonna
vertebrale. Ma anche altre parti del corpo sono interessate, ad es. le
articolazioni, l’apparato cardiocircolatorio e muscolare, nonché il
bacino (soprattutto nelle donne).
Le regole più importanti da osservare in questo caso sono:
non sollevare carichi troppo pesanti;
sollevarli e trasportarli utilizzando la tecnica giusta.
Questi consigli si rivolgono soprattutto a persone di sana costituzione.
Se determinati soggetti accusano problemi alla schiena o alle
articolazioni degli arti inferiori o se le capacità di sforzo sono limitate
(tendenza all’affaticamento, problemi di circolazione, malattie,
gravidanza), è bene rivolgersi al medico prima di far intraprendere una
qualsivoglia attività di sollevamento.
L’importanza di una corretta tecnica di sollevamento e trasporto
Anche quando si sollevano pesi
leggeri bisogna necessariamente
piegare la schiena e questo equivale
ad un semplice esercizio di
ginnastica.
Tuttavia, se il peso supera i 5 kg,
bisogna
prestare
particolare
attenzione alla posizione del corpo,
ossia, bisogna sollevare il carico con
la schiena diritta e le ginocchia
piegate.
Una corretta tecnica di sollevamento
non soltanto giova ai dischi
intervertebrali
(carico
ripartito
uniformemente),
ma
all’intero
apparato motorio.
E non è tutto: se la tecnica è corretta, i
movimenti eseguiti possono essere
un buon allenamento per rafforzare
la muscolatura.
Se si solleva un carico inarcando la
schiena (tecnica scorretta) i dischi
intervertebrali vengono deformati e
compressi maggiormente sulla
parte anteriore che posteriore.
Quanto più forte è l'inclinazione
del tronco in avanti e pesante il
carico, tanto maggiore risulta il
carico
a
danno
dei
dischi
intervertebrali, con conseguenti
traumi o lesioni alla schiena.
AZIONI DA EVITARE ASSOLUTAMENTE
EVITARE DI:
a) Curvare la schiena (figura 3)
b) Inarcare la schiena (figura 9)
c) Movimenti a strattoni
d) Torsione del busto quando si
solleva e si depone il carico
(figura 10)
e) Sollevare e trasportare carichi
pesanti da un unico lato
f) Flettere le ginocchia fino a
raggiungere il punto di «arresto»
e molleggiare su e giù
g) Visuale ridotta (figura 12)
Quadro riepilogativo dei pericoli e delle possibili misure di sicurezza
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L’APPROCCIO ERGONOMICO
NELL’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Management
Ergonomia. Un fattore di successo per ogni impresa
L’ergonomia non è uno spreco di mezzi, ma può essere portatrice di
grandi benefici dal punto di vista umano e, soprattutto, economico.
VANTAGGI DELL’ERGONOMIA
1. Meno malattie e meno infortuni:
Una cattiva organizzazione del posto di lavoro può arrecare danni fisici al
lavoratore. Eventuali danni fisici si ripercuotono sul rendimento del
lavoratore, il quale può anche restare lontano dal lavoro. In casi estremi
un’organizzazione sbagliata della postazione e dell’attività lavorativa può
condurre all’inabilità e all’invalidità. Questo va a scapito non solo della
singola impresa, ma dell’economia del paese. L’ergonomia non mira
soltanto ad evitare danni fisici e sovraccarichi ai lavoratori. Un ambiente di
lavoro progettato ergonomicamente contribuisce a ridurre il rischio di
infortunio. Solo tenendo conto delle regole ergonomiche è possibile trovare
una soluzione globale ai problemi legati alla sicurezza
sul lavoro.
2. Maggior benessere = maggiore produttività
Un posto e processi di lavoro ergonomicamente corretti sono premesse
indispensabili per garantire il benessere dei lavoratori. Se l’organizzazione
del lavoro risponde alle capacità e alle esigenze dell’individuo, il
sovraccarico fisico diminuisce e il lavoratore non si stanca in breve tempo.
Inoltre, la sua motivazione aumenta. Tutti questi fattori influiscono
positivamente sulla qualità, sulle prestazioni e sulla produttività.
3. Integrare l’ergonomia già nella fase di progettazione!
Se i principi dell’ergonomia vengono applicati già al momento della
progettazione e dell’installazione dei posti di lavoro, è possibile
evitare eventuali costi aggiuntivi o per lo meno contenerli. Se invece
si è costretti ad intervenire a posteriori per migliorare l’ergonomia
del posto e delle attrezzature di lavoro, si dovrà mettere in conto
costi maggiori e interruzioni del lavoro.
Progettare e concepire in modo ergonomico attrezzature e posti di
lavoro non è, come spesso si crede, un atto volontario o un favore
nei confronti dei lavoratori, ma un obbligo.
RIEPILOGO
L’applicazione dell’ergonomia alla progettazione, organizzazione e
disposizione delle attrezzature e dei posti di lavoro non è soltanto un
obbligo di legge, ma anche una premessa indispensabile per ogni azienda
che persegue una logica imprenditoriale.
L’ergonomia non si limita unicamente a considerare i parametri
antropometrici dell’essere umano per costruire macchine, apparecchi e
arredi d’ufficio. Essa coinvolge anche altri aspetti come l’organizzazione
del lavoro, il contenuto delle mansioni e l’ambiente di lavoro.
Riflettere e agire in modo ergonomico implica una valutazione globale dei
rapporti tra uomo e lavoro sulla base dei seguenti fattori:
ƒ minimo rischio d’infortunio e per la salute
ƒ massima soddisfazione nel lavoro
ƒ massimo rendimento economico.
Alcuni esempi tratti dalla vita pratica ci dimostrano che, se applicate in
modo corretto, le conoscenze di ergonomia possono creare condizioni di
lavoro a misura d’uomo e nel contempo concepire processi produttivi
meno dispendiosi.
L’ergonomia non si trova quindi in contrapposizione alla redditività; al
contrario, posti di lavoro e lavori concepiti ergonomicamente migliorano
la motivazione dei lavoratori e permettono di ottenere un maggior
rendimento sul lavoro.
Anche la sicurezza sul lavoro e la tutela della salute ne traggono profitto.
Se un posto di lavoro è concepito ergonomicamente, si riducono i rischi
d’infortunio, così come il rischio di malattie con conseguente calo delle
assenze.
L’azienda, interessata a migliorare prestazioni ed habitat, deve vivere
l’organizzazione come ”sistema aperto” in interazione dinamica con
l’ambiente circostante, capace di creare meccanismi di responsabilità
delle persone, facendo perno sul contributo che esse possono dare
alla creazione di una organizzazione migliore e più funzionale,
rispettosa della salute di chi vi opera.
E’ un errore pensare che procedure rigide e gerarchiche producano
meccanicamente comportamenti desiderati; funzionano meglio
quelle organizzazioni che riescono ad avere un atteggiamento proattivo rispetto ai problemi di sicurezza e salute.
L’apprendimento organizzativo come metodo di evoluzione parte
proprio dal concetto partecipativo delle persone inserite
nell’interazione, facendo leva sull’empower dei lavoratori e sul senso
che essi danno alla loro attivita’.
Ecco perchè le aziende che hanno risultati soddisfacenti di
prevenzione dagli infortuni e dalle malattie, dimostrano di avere in
organico persone che amano il proprio lavoro, dotate di creatività e
fiduciose nelle proprie capacità, coscienti di poter contribuire
nell’evoluzione dell’organizzazione in cui giornalmente operano.
La creazione di una organizzazione ”affidabile” in termini di
sicurezza e salute dei lavoratori, passa inevitabilmente attraverso un
processo globale dell’intera struttura. Tale processo non può
trascendere dal coinvolgimento degli interessati attraverso
apprendimento e conoscenza critica del sistema adottato.
Le procedure e le metodologie di tipo ergonomico, favoriscono tale
dinamismo e garantiscono partecipazione e coinvolgimento
cognitivo al miglioramento dei processi e dei risultati produttivi .
CONIUGARE BENESSERE DEI LAVORATORI E RISULTATI
PRODUTTIVI E LA ”GRANDE SFIDA DELL’ERGONOMIA”.
Ciò diventa necessario e fondamentale nei sistemi produttivi evoluti in
quanto più di altri necessitano di innovazione e ricerca.
L’ ergonomia dei processi e dei prodotti diviene pertanto una necessità
ed una opportunità di sviluppo per una impresa moderna.
L’ORGANIZZAZIONE COME SISTEMA
Un modello di interpretazione e analisi
GLI OBIETTIVI
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