La FAMIGLIA nell`Europa della prima età moderna

La FAMIGLIA
nell’Europa della prima età moderna
La famiglia come CORPO sociale elementare:
Condizioni economiche, insediative, culturali →
→ migliore adattabilità del gruppo coeso →
→ famiglia come CORPO →
→
a. forza della STRUTTURA: ordine, legami, funzioni
b. esistenza di una ampia potestas regolativa, amministrativa e giudiziaria;
c. propensione alla gerarchia
d. propensione alla patrilinearità [struttura agnatica]
→ subordinazione delle ragioni dell’individuo a quelle del corpo familiare →
→ elementi di sofferenza del sistema famigliare
a. subordinazione, eterodirezione, limitazione della donna;
b. subordinazione e eterodirezione dei figli
c. diseguaglianza di trattamento dei fratelli
d. compressione della sfera affettiva?
La famiglia come MODELLO di corpo
La FAMIGLIA
nell’Europa della prima età moderna
- oggetto
- forma
- modelli interpretativi
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Oggetto:
casa / household / Haus
casato / stirps / lignaggio
parentela
fuoco
La famiglia come soggetto riproduttivo / produttivo /
patrimoniale / politico / fiscale
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Forma:
nucleare (o “neolocale”) Padre + Madre + Figli
estesa (o “patrilocale”) P + M + FF + Nonno/a/i + Zio/a/ii
multipla
(P + M + FF) + (Fratello + Cognata + Nipoti)
senza struttura
a(U/D) + b(U/D) + c(U/D)
individuale
U o D
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Ο
∆
Џ
Ι
П
E
N
femmina
maschio
coniugio
filiazione
consanguineità
I
M
SS
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Modelli interpretativi
1. Classico (F. Le Play)
prevalenza famiglia estesa
(“patriarcale”)
2. Cambridge (P. Laslett)
prevalenza famiglia nucleare
3. Pluralista/processuale
(Barbagli; Goody)
varietà di forme nel tempo,
nello spazio, nei ceti
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Modello pluralista/processuale
L’aggregato domestico è «un processo,
derivante dalla combinazione dei cicli di
vita dei suoi membri, l’insieme delle fasi di
un ciclo di sviluppo della famiglia» (Berkner)
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Fattori che influiscono sul modello
famigliare prevalente (Barbagli):
- il sistema successorio;
- i contratti agrari;
- le forme insediative;
- il grado di urbanizzazione;
- la distribuzione della proprietà;
- il ceto sociale di appartenenza;
- l’iter evolutivo della famiglia.
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Variazioni nello spazio:
Famiglia nucleare-neolocale
Inghilterra, Francia settentrionale, Paesi Bassi,
Italia meridionale
Famiglia complessa-patrilocale
Francia meridionale, Spagna, alcune aree
tedesche e austriache, Europa orientale, Italia
centro-settentrionale
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Letture:
Elena Cassandra Tarabotti (Venezia 1604-1652), L’inferno monacale
Francesco Guicciardini (Firenze 1483-1540), Ricordanze
Michel de Montaigne (Bordeaux 1533-1592), Saggi
Fonte:
G. Dall’Olio, Storia moderna. I temi e le fonti, Roma, Carocci, 2004, pp. 64-68
Michel de Montaigne (Bordeaux 1533-1592), Saggi, libro III, cap. VII
“L’amore detesta che ci si tenga uniti per altro che per lui, e prende fiacca parte
alle relazioni che sono fondate e mantenute sotto altro titolo, come il
matrimonio: la parentela, i beni vi pesano per forza di ragione, altrettanto o
più delle grazie e della bellezza. Non ci si sposa per se stessi, checché se
ne dica; ci si sposa altrettanto o più per la propria posterità, per la propria
famiglia. L’utilità e l’interesse del matrimonio riguardano la nostra progenie
ben lungi al di là di noi. Perciò mi piace questo sistema, di combinarlo
piuttosto attraverso terzi che di persona, e piuttosto col senno altrui che col
proprio. Come tutto questo è all’opposto delle convenzioni amorose! Così è
una specie d’incesto andare ad applicare a quest’unione venerabile e sacra
gli impulsi e le stravaganze della licenza amorosa […]. Bisogna, dice
Aristotele, toccar la propria moglie con saggezza e castigatezza, per paura
che, solleticandola troppo lascivamente, il piacere la faccia uscire fuor dei
cardini della ragione. Quello che egli dice per la coscienza, i medici lo
dicono per la salute: che un piacere eccessivamente caldo, voluttuoso e
assiduo altera il seme e impedisce il concepimento; dicono d’altra parte che
in un rapporto languente, come quello è per sua natura, per riempirlo d’un
calore giusto e fertile bisogna accostarvisi di rado e a intervalli notevoli […].
Coloro che pensano di fare onore al matrimonio unendovi l’amore, fanno, mi
sembra, come coloro che per favorire la virtù ritengono che la nobiltà non
sia altra cosa che la virtù. Sono cose che hanno qualche parentela; ma c’è
molta differenza”.
[tratto da G. Dall’Olio, Storia moderna. I temi e le fonti, Roma, Carocci, 2004, p. 67-68]
La FAMIGLIA
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Profili diacronici
Il sentimento della famiglia
Philippe Ariès, L’enfant et la vie familiale sous l’ancien régime, Paris 1960
Ricerca condotta su fonti iconografiche e letterarie
Assunto 1: famiglia da un lato, lignaggio, parentela, clientela e comunità dall’altro sono concorrenti
Assunto 2: nell’Europa della prima età moderna prevale largamente il modello nucleare in tutti gli strati
sociali; ha perso di rilevanza il lignaggio
Secondo Ariès il sentimento della famiglia:
- è assente nel Medioevo
- nasce fra Quattro e Cinquecento
- matura nel Settecento
- è un segno di modernità
- è connesso alla rivalutazione dello stato laicale
- è subordinato alla crescita dell’intimità del nucleo famigliare
- è segnalato dal grado di attenzione all’infanzia
- è accompagnato dalla perdita di capacità giuridica dalla donna e dal
rafforzamento dell’autorità paterna
La FAMIGLIA
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Famiglia e socievolezza
Nella prima età moderna
- la forza centripeta che addensa il nucleo famigliare e lo
separa dal mondo esterno
- la forza centrifuga che proietta la famiglia verso l’esterno
sono in equilibrio.
Ariés
→ ci sono elementi nuovi, ma c’è continuità con il medioevo.
La FAMIGLIA
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«DI fatto, fino alla fine del Seicento, NESSUNO ERA MAI
SOLO. La densità delle relazioni impediva l’isolamento e
si celebravano come esempi segnalati i casi di gente che
era riuscita a chiudersi in una stanza riscaldata o in uno
studio per un certo tempo: rapporti tra pari, tra persone
della stessa condizione, ma dipendenti le une dalle altre,
fra padroni e servi, rapporti di tutti i giorni e di tutte le ore
non lasciavano mai solo un uomo. Questa
SOCIEVOLEZZA, per mancanza d’intimità, aveva
ostacolato a lungo la formazione del sentimento della
famiglia; essa ha resistito allo sviluppo, nel Cinque e
Seicento, di una relazione affettiva nuova, o per lo meno
diversamente cosciente, fra genitori e figli».
(Ph. Ariès, Padri e Figli, Laterza, 1991, p. 469)