Copia di 6e228950c1f1108dca69cfaeccee831a Pianeta scienza SCIENZA MARTEDÌ 29 NOVEMBRE 2016 IL PICCOLO ESPERTO PROTOCOLLO STUDIO «Oggi vaccini efficaci e sicuri» Cultura geologica nelle scuole Maschi in ritardo sulla longevità ■■ «Oggi abbiamo vaccini più sicuri ed efficaci» che in passato quando «alcuni vaccini hanno avuto effetti collaterali: è importante usare le tecnologie per produrre vaccini sempre più sicuri». Lo ha affermato David Stuart, docente a Oxford fra i maggiori ricercatori sui vaccini. ■■ «È stato firmato un protocollo d'intesa tra il Consiglio Nazionale dei Geologi e il Miur per la promozione della cultura geologica e ambientale nelle scuole di ogni ordine e grado». Lo rende noto il presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Francesco Peduto. ■■ Nonostante la longevità sia aumentata costantemente nell’ultimo secolo, ovunque nel mondo e in più specie, nella corsa i maschi sono in ritardo rispetto alle femmine. Lo conferma lo studio pubblicato sulla rivista dell'Accademia Nazionale delle scienze Usa. 33 Caccia ai segreti delle particelle Pubblicato sulla rivista “Nature Physics” lo studio triestino del team di Pasquale Calabrese di Simona Regina I quark sono le particelle che costituiscono protoni e neutroni che a loro volta, insieme agli elettroni, formano un atomo. Sono costretti a stare vicini vicini per via dell’interazione forte: una delle quattro forze fondamentali della fisica, la più intensa, quella che tiene insieme il nucleo degli atomi. «È come se i quark fossero uniti con delle molle che più le tiri e più cercano di riavvicinarsi. Questo fenomeno è noto in fisica come confinamento delle particelle ed è un fenomeno molto importante che non riguarda solo le particelle elementari» spiega Pasquale Calabrese, fisico teorico della Sissa di Trieste, che ha studiato se sono soggette a confinamento le particelle di un sistema con caratteristiche ferromagnetiche: in altre parole di una calamita. Per essere più rigorosi, dovremmo dire che il sistema studiato da Calabrese è una “catena di spin” in uno stato ferromagnetico. Lo spin (rotazione, in inglese) è un concetto quantistico difficile da visualizzare, ma può essere utile ricordare che quasi tutte le particelle ruotano su se stesse: in altre parole lo spin è una proprietà intrinseca delle particelle. Immaginiamo di rappresentarlo con una freccia. «Ebbene, quando in un materiale le frec- I quark sono le particelle che costituiscono protoni e neutroni ce puntano tutte nella stessa direzione, cioè gli spin sono allineati, vuol dire che il materiale è in uno stato ferromagnetico, è cioè una calamita». «Noi abbiamo voluto esaminare – precisa il ricercatore – cosa succede quando in un sistema del genere si rompe l’equilibrio, applicando per esempio un campo magnetico». «Quando l’equilibrio viene perturbato – continua – alcune delle frecce, che prima puntavano tutte nello stesso verso, si ribaltano. Noi diciamo che si creano delle particelle. In un sistema normale, cioè dove non c’è confinamento, queste zone con le frecce ribaltate tendono a espandersi in maniera indefinita, un po’ come delle macchie di vino rosso su un tovagliolo di carta». E in questo caso, il grafico che descrive questa espansione nel corso del tempo è un cono. Cosa succede invece se le particelle nel sistema sono confinate? «Le cose vanno diversamente» afferma Calabrese e ci invita a focalizzare l’attenzione sulle pareti del sistema descritto sopra: quelle che delimitano le zone con le frecce ribaltate. Più queste si allontanano, più si attraggono. «Questo vuol dire che la macchia non tenderà a espandersi indefinitamente, ma dopo un certo tempo comincerà a contrarsi». E il grafico in questo caso assomiglia al profilo di un fiasco, che prima si allarga e poi torna a restringersi. In altre parole, il team di Calabrese ha scoperto come capire se in un sistema con caratteristiche ferromagnetiche le “particelle” che si formano sono soggette a confinamento. Come spiegano sulla rivista “Nature Physics”, «se nel sistema il grafico che rappresenta le frecce con lo stesso orientamento, che noi chiamiamo correlazioni, assume la forma a fiasco, allora sappiamo che le particelle sono sottoposte a confinamento. Comprendere il confinamento è uno dei problemi più importanti della fisica teorica moderna. E se avete sentito parlare del bosone di Higgs quale particella fondamentale nel conferire la massa alle altre particelle, sappiate che è il confinamento a dare la massa ai protoni. Nel protone ci sono 3 quark ai quali il confinamento impedisce di essere liberi. E proprio questa energia di legame è la massa del protone. E in fondo anche dei miei 80 chili, più di 79 sono dati dall’energia di confinamento delle particelle». ©RIPRODUZIONE RISERVATA Zagatti, matematica da solfeggiare «La musica è ritmo ma per suonare bene devi saper contare» ‘‘ Un amore per Trieste di Mary B. Tolusso C'è un celebre matematico triestino, Salvatore Pincherle, infine direttore dell'Istituto Matematico dell'Università di Bologna, che si innamorò dell' Appennino emiliano, dove acquistò anche una prestigiosa villa. Il matematico Sandro Zagatti ha fatto il percorso opposto, bolognese di nascita ma al contrario del celebre studioso, è stato sedotto dalla città giuliana. Laureato in Fisica con una tesi in meccanica quantistica, ha poi svolto il dottorato in matematica alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste, dove da anni insegna Analisi funzionale: «Mi occupo di problemi non semicontinui del Calcolo delle variazioni e di equazioni differenziali pienamente Mi piace la Sissa perché è un paradiso per gli scienziati. E la città per la sua contradditorietà storica e sociale che si riflette anche nell’architettura non lineari». Argomenti astratti, impossibili da digerire per chi non è del mestiere: «D'altra parte - osserva Zagatti - l'aspetto più affascinante della matematica risiede proprio nella sua natura meramente speculativa, creare qualcosa di nuovo utilizzando solo carta e matita». Galileo. Koch. Jenner. Pasteur. Marconi. Fleming... Precursori dell’odierna schiera di ricercatori che con impegno strenuo e generoso (e spesso oscuro) profondono ogni giorno scienza, intelletto e fatica imprimendo svolte decisive al vivere civile. Incoraggiare la ricerca signiica optare in concreto per il progresso del benessere sociale. La Fondazione lo crede da sempre. Al di fuori del mondo ideato da concetti e numeri, ci sono interessi che potrebbero sembrare molto distanti, ma pare che non sia così. Lo studio del pianoforte, che il prof della Sissa pratica fin dall'adolescenza, non è in fondo molto dissimile: «La musica non è così diversa dalla ma- tematica, la musica è ritmo e solfeggiare significa contare». Un'altra sua passione, il Diritto, prevede delle similitudini con la disciplina di Talete: «Tra le scienze umane il Diritto è il più vicino ai miei studi, perché impone l'uso della logica». Le riflessioni sulla politica e sulla legge, Sandro Zagatti le esprime nel suo blog: sentieriepensieri.wordpress.com, mentre Trieste non viene affatto edulcorata per questioni di bellezza naturale, pur avendola eletta a sua dimora: «Di Trieste mi piace la Sissa perché è un paradiso per gli scienziati. E poi la sua contraddittorietà storica e sociale, che si riflette anche nell'architettura del paesaggio». ©RIPRODUZIONE RISERVATA al microscopio RICERCA Fallita la sperimentazione del farmaco anti-Alzheimer di MAURO GIACCA rutte notizie dalla ricerca clinica: è fallita l'ultima sperimentazione, quella che precede l'immissione in commercio, del solanezumab, il farmaco più avanzato per la terapia del morbo di Alzheimer. Il risultato si aggiunge a una lista di ormai più di 100 sperimentazioni per questa malattia che hanno dato esiti negativi nonostante le promesse iniziali. Il cervello dei pazienti con il morbo di Alzheimer mostra delle caratteristiche peculiari, tra cui la presenza di accumuli amorfi di una proteina malformata chiamata amiloide. Il solanezumab è un anticorpo che aveva come obiettivo proprio quello di bloccare la formazione di queste placche di amiloide. La sperimentazione è stata condotta su 2100 individui con demenza moderata, reclutati in diversi paesi. Per 18 mesi, a metà dei pazienti è stato infuso mensilmente il farmaco attivo, mentre all' altra metà un placebo. Alla fine della sperimentazione, l'analisi della progressione della malattia, eseguita con una serie di test cognitivi, non ha rivelato nessuna differenza significativa tra coloro che avevano ricevuto il principio attivo e quelli cui invece era stato somministrato il placebo. Quando il 23 novembre scorso i risultati sono stati annunciati, il titolo della Eli Lilly, produttrice del farmaco, è crollato di botto del 15% (a una conferenza stampa, un rappresentante dell'azienda ha indicato come questa abbia investito circa 3 miliardi di dollari nella ricerca sull'Alzheimer negli ultimi 27 anni). La notizia del fallimento lascia tutti un po' frastornati: c'è chi comincia a pensare che le placche di amiloide che accompagnano la malattia non siano la sua reale causa ma un evento collaterale, chi si illude ancora che altri anticorpi contro le placche, attualmente in sperimentazione, possano essere più fortunati, e chi ancora spera nei risultati di altre ricerche con obiettivi terapeutici diversi. Ma chi rimangono frastornatati più di tutti sono i pazienti e i loro familiari, che continuano a ritrovarsi senza alcun tipo di terapia per una malattia che ormai, a causa dell'allungamento dell'aspettativa di vita, ha assunto proporzioni epidemiche, colpendo ormai quasi il 30% delle persone oltre gli 80 anni di età. B QUESTA PAGINA È REALIZZATA IN COLLABORAZIONE CON