Economia Politica Appunti delle lezioni Raffaele Paci testo di riferimento: Mankiw, Principi di economia, 3°ed., 2004, Zanichelli Cap 16 e 17 I mercati non concorrenziali Inquadramento generale In questa unità prenderemo in esame il funzionamento dei mercati non concorrenziali, in particolare l’oligopolio e la concorrenza monopolistica. Vedremo che queste organizzazioni rappresentano la gran parte dei settori produttivi operanti nelle moderne economie di mercato. L’analisi di questi mercati, caratterizzati da una forte interdipendenza tra le imprese, è particolarmente complessa e in questo corso introduttivo saranno esaminate solo le principali caratteristiche. Obiettivi di apprendimento •esaminare il funzionamento del mercato di oligopolio •imparare i concetti fondamentali di teoria dei giochi •determinare l’equilibrio in oligopolio e le sue caratteristiche in termini di benessere •esaminare il funzionamento del mercato di concorrenza monopolistica •determinare l’equilibrio in concorrenza monopolistica e le sue caratteristiche di benessere nel breve e nel lungo periodo 1 Competizione imperfetta Per competizione imperfetta si intendono quelle situazioni che ricadono tra la concorrenza perfetta e il monopolio, nella quale le imprese hanno un qualche potere di mercato, anche se limitato. Nel mercato operano altri concorrenti, ma le situazioni sono tali per cui ciascuna impresa non si comporta da price taker. Prenderemo in esame due forme di mercato: L’oligopolio •poche grandi imprese •prodotti simili se non identici •esempio classico petrolio, computer, ecc. La concorrenza monopolistica •molte imprese •prodotti simili ma non identici •esempio: film, romanzi, magliette, vino, ecc. Oligopolio Dato che le imprese sono poche, c’è una forte interdipendenza tra loro: le azioni di una hanno effetti sul profitto delle altre. Per le imprese sarebbe preferibile cooperare creando un cartello e accordi di collusione per cercare di comportarsi nel mercato come un monopolista, tenendo volutamente bassa la quantità prodotta e ottenendo così un prezzo più alto e profitti più elevati. Ma allo stesso tempo ciascuna impresa oligopolistica ha la convenienza individuale a deviare dagli accordi per cercare di ottenere un vantaggio aggiuntivo per se stessa. E’ evidente dunque che determinare l’equilibrio in un mercato di oligopolio è molto più complesso rispetto a quanto visto in concorrenza perfetta e in monopolio dove non esisteva interdipendenza nelle strategie delle imprese. 2 Teoria dei giochi L’approccio moderno allo studio delle situazioni in presenza di interdipendenza si basa sulla Teoria dei giochi che viene applicata non solo ai problemi economici, ma anche a quelli politici, ambientali, delle relazioni internazionali, ecc. Teoria dei giochi: lo studio delle modalità secondo le quali gli individui agiscono in situazioni strategiche, ossia quando ciascun individuo, nel decidere quali azioni intraprendere, deve tenere in considerazione le reazioni degli altri individui alla sua decisione. Un esempio Vediamo adesso un esempio molto semplice di gioco, nel quale abbiamo due sole imprese (i due giocatori, Antonio e Maria). Duopolio: il caso più semplice di oligopolio con sole due imprese nel mercato. Per rendere molto semplice l’esempio, ipotizziamo che le nostre due imprese producano acqua senza nessun costo, quindi il RT = P. Le due imprese insieme fronteggiano una curva di domanda inclinata negativamente: 3 Se le due imprese potessero accordarsi e agire come un monopolista, produrrebbero ciascuna 30 litri, complessivamente l’offerta sarebbe uguale a 60 l. che, data la curva di domanda, garantirebbe il massimo del profitto complessivo: 3600 e quindi 1800 a testa. Tuttavia ciascuna impresa (ad esempio Antonio) ha convenienza ad aumentare la produzione a 40 l. partendo dall’ipotesi che l’altra continui a produrre 30 l. In tal caso la produzione totale sarebbe 70 l., il prezzo 50, il profitto complessivo scenderebbe a 3500, ma ciò garantirebbe ad Antonio un profitto maggiore di prima (40 l. x 50 = 2000) mentre Maria avrebbe un profitto minore (30 l. x 50 = 1500). Ovviamente lo stesso ragionamento lo farebbe Maria e questo porterebbe anche lei a produrre 40 l. Alla fine, se teniamo conto delle interdipendenze strategiche tra le decisioni delle imprese, l’equilibrio in questo mercato sarebbe di 80 l. con profitti pari a 1600 (40 l. x 40) per ciascuna impresa. Nella terminologia della teoria dei giochi, questo equilibrio è detto Equilibrio di Nash. Rappresentazione di un gioco Possiamo rappresentare il precedente ragionamento in una tabella che descrive tutti gli elementi del gioco. Il numero dei giocatori (nel nostro caso le due imprese), le strategie che ciascuno ha a sua disposizione (per esempio, la scelta tra due diverse quantità da produrre), i risultati che può raggiungere con ciascuna strategia (ad esempio, i livelli di profitto), tenendo sempre conto delle decisioni degli altri giocatori. 4 Rappresentazione di un gioco ed elementi costitutivi Equilibrio di Nash un risultato per Maria Giocatori MARIA Strategie di Maria 40 litri 30 litri ANTONIO 40 litri 30 litri 1600, 1600 2000, 1500 1500, 2000 1800, 1800 Situazione del gioco, Maria gioca 30, Antonio gioca 40 un risultato per Antonio Soluzione di un gioco Per trovare la soluzione del gioco (ossia l’equilibrio nel nostro mercato di oligopolio) dobbiamo individuare per ciascun giocatore la strategia ottimale. Strategia ottimale: la strategia che permette ad un giocatore di massimizzare il suo risultato data ciascuna possibile strategia dell’avversario. L’equilibrio (quando esiste) sarà dato dalla strategia ottimale comune ad entrambi i giocatori. 5 Equilibrio di Nash MARIA 40 litri 30 litri ANTONIO 40 litri 30 litri 1600, 1600 2000, 1500 1500, 2000 1800, 1800 Definiamo le scelte di Maria: se Antonio gioca 40, Maria mette a confronto i suoi risultati, ottimizza e quindi gioca 40 La strategia di risposta ottima di Maria in questo caso è (40 , 40) se Antonio gioca 30, per Maria la risposta ottima è 40, quindi (40 , 30) Definiamo adesso le scelte di Antonio: se Maria gioca 40, Antonio mette a confronto i suoi risultati, ottimizza e quindi gioca 40 La strategia di risposta ottima di Antonio in questo caso è (40 , 40) se Maria gioca 30, per Antonio la risposta ottima è 40, quindi (30 , 40) L’insieme delle strategie ottimali in questo gioco é Per Maria: (40, 40) (40, 30) Per Antonio: (40, 40) (30, 40) La strategia ottimale comune rappresenta l’equilibrio di Nash del gioco: (40, 40) Nota: la strategia 40, per entrambi i giocatori è una strategia dominante: è ottimale indipendentemente dalle scelte degli altri giocatori. Il problema della cooperazione Nell’esempio precedente abbiamo visto come viene determinato l’equilibrio tra le imprese attraverso la scelta delle strategie ottime, questo equilibrio non è quello migliore che le imprese avrebbero selezionato se avessero avuto la possibilità di mettersi d’accordo. In tutti i sistemi economici gli accordi di collusione tra le imprese sono vietati per impedire che si comportino come monopolisti. Ma è importante capire che l’equilibrio di Nash viene selezionato anche in presenza di un accordo iniziale tra i giocatori, perché ciascuno, spinto dall’obiettivo di massimizzare i propri vantaggi, devia dall’accordo nel caso in cui non fosse una strategia ottima. Quindi l’equilibrio di Nash è l’unico equilibrio possibile, anche se esistono altre situazioni del gioco dove i giocatori potrebbero stare meglio. Questo punto è ben rappresentato dal classico gioco conosciuto come dilemma del prigioniero. 6 Dilemma del prigioniero Dilemma del prigioniero: un particolare gioco tra due prigionieri che illustra la ragione per la quale è difficile mantenere la cooperazione anche quando questa sia mutuamente vantaggiosa. Illustriamo questa situazione di interazione strategica. Ci sono due criminali che vengono arrestati. La polizia ha abbastanza prove per condannarli a un anno di carcere per porto abusivo di armi. Ritiene però che abbiano commesso crimini molto più gravi e cerca di fare confessare separatamente ciascuno di loro promettendo l’immunità (0 anni) nel caso in cui venga accusato l’altro che ostinandosi a non confessare avrebbe l’intera pena (20 anni). In presenza della confessione di entrambi, ci sarebbero le attenuanti generiche e la pena sarebbe di 8 anni per entrambi. Si vede subito che la convenienza per entrambi sarebbe la cooperazione e quindi non confessare. Tuttavia, ciascuno cerca di massimizzare la propria utilità (sceglie le strategie ottime) e quindi finiscono entrambi per confessare e sono alla fine condannati a otto anni. Equilibrio di Nash B confessa A confessa non conf. 8 , 8 20 , 0 non conf. 0 1 , 20 , 1 Nota: in questa caso il risultato è espresso in termini di anni di carcere, quindi i giocatori scelgono il valore più basso Definiamo le scelte del prigioniero A: nel caso in cui B dovesse confessare, A mette a confronto i suoi risultati, ottimizza (8 è meglio di 20) e quindi decide di confessare La strategia di risposta ottima di A in questo caso è (conf , conf) nel caso in cui B dovesse non confessare, per A la risposta ottima è confessare (conf , non conf) Definiamo adesso le scelte di B: nel caso in cui A dovesse confessare, B mette a confronto i suoi risultati, ottimizza e quindi decide di confessare La strategia di risposta ottima di B in questo caso è (conf , conf) nel caso in cui A dovesse non confessare, per B la risposta ottima è confessare (non conf , conf) L’insieme delle strategie ottimali in questo gioco é Per A: (C, C) (C, NC) Per B: (C, C) (NC, C) La strategia ottimale comune rappresenta l’equilibrio di Nash del gioco: (confessa, confessa) La strategia confessa, per entrambi i giocatori è una strategia dominante, la situazione di cooperazione non viene selezionata anche se permetterebbe ad entrambi di stare meglio. 7 Quando è possibile cooperare Alle volte gli individui riescono a cooperare e ciò permette loro di raggiungere una soluzione di equilibrio migliore per entrambi. Ciò avviene in presenza di “gioco ripetuto”, ossia quando l’interazione strategica tra gli individui si ripete più volte. In questo caso ciascun individuo ha la convenienza a dimostrare “lealtà”, a crearsi una “reputazione” di giocatore che mantiene la parola all’accordo collusivo. Nel mondo delle imprese questo avviene spesso nei rapporti di fornitura tra imprese che si ripetono nel lungo periodo ed anche nei rapporti contrattuali di lavoro. Ogni individuo è consapevole che il “gioco” si ripeterà anche il giorno dopo e che quindi esiste la convenienza a cooperare per raggiungere insieme una soluzione di equilibrio più vantaggiosa. Politica economica e oligopolio. I cartelli di collusione tra le imprese sono vietati, proprio per impedire che le imprese si mettano d’accordo per tenere bassa la quantità e alti i prezzi (come avviene nel caso del monopolio). A tal fine in tutti i paesi sono state sviluppate le politiche antitrust. 8 La concorrenza monopolistica Questi mercati hanno alcune caratteristiche sia della concorrenza che del monopolio. Operano molte imprese di piccole dimensioni, esiste piena libertà di entrata ed uscita ma i prodotti sono leggermente differenziati tra loro e pertanto ciascuna impresa gode di un potere di mercato limitato. Gli esempi di prodotti e servizi che ricadono in questa tipologia di mercato sono numerosi e sempre più le imprese, attraverso la differenziazione dei propri prodotti (spesso determinata dalla pubblicità), cercano di convincere i consumatori che il proprio prodotto è differente dagli altri simili e quindi riescono a strappare un prezzo superiore. Esempi: film, romanzi, magliette, vino, ristoranti, negozi di alimentari, commercialisti, banane, parrucchieri, ecc., ecc. Il meccanismo della concorrenza monopolistica è quindi la differenziazione del prodotto (vera o fittizia). In tal modo l’impresa non si comporta come price taker, ma fronteggia una curva di domanda residuale inclinata negativamente. Equilibrio nella concorrenza monopolistica: breve periodo L’obiettivo dell’impresa è sempre quello di massimizzare i profitti P = RT – CT e ciò avviene quando il RMa = CMa L’impresa non fronteggia l’intera curva di domanda (altrimenti sarebbe un monopolista) ma solo quella parte di consumatori che, per diverse ragioni, sceglie di rivolgersi al prodotto leggermente differenziato della nostra impresa (perché è attratta dal “bollino blu” o dal “marchio del coccodrillo” o perché preferisce rivolgersi alla “bottega sotto casa”). 9 (a) Impresa con profitti P CM CMeT Prezzo CMeT Domanda residuale Profitto RM 0 Quantità che massimizza i profitti Q La presenza di profitti nel breve periodo induce nuove imprese ad entrare nel mercato e provoca: •un aumento del numero e varietà dei prodotti offerti, •una riduzione della domanda residuale per le imprese esistenti, •uno spostamento a sinistra della domanda, •una riduzione dei profitti. Copyright©2003 Southwestern/Thomson Learning (b) Imprese con perdite P CM CMeT Perdite CMeT Prezzo RM 0 Quantità che minimizza le perdite Domanda Q La presenza di perdite nel breve periodo induce alcune imprese ad uscire dal mercato e provoca: •Una diminuzione del numero e varietà dei prodotti offerti, •un aumento della domanda residuale per le imprese esistenti, •uno spostamento a destra della domanda, •una riduzione delle perdite. 10 Equilibrio nella concorrenza monopolistica: lungo periodo Nel lungo periodo si raggiunge un equilibrio caratterizzato da: P > CM , come nel monopolio, dato che la curva di domanda e quella del ricavo marginale sono inclinate negativamente. P = CMeT , come nel mercato di concorrenza, dato che il processo di entrata e uscita rende i profitti economici nulli. (a) Concorrenza monopolistica (b) Concorrenza perfetta P P CM CM CMeT CMeT Markup P P = CM P = RM domanda C Ma RM 0 Quantità prodotta Domanda Dimensione efficiente Q 0 Quantità prodotta = Dimensione efficiente Q Capacità in eccesso C’è capacità in eccesso: la quantità prodotta è inferiore a quella efficiente al minimo dei costi medi C’è un Incremento (Markup) sul costo marginale P > CMa, riuscire a vendere una unità di prodotto in più al prezzo corrente fa aumentare il profitto. Non c’è capacità in eccesso: tutte le imprese producono alla dimensione efficiente, ossia al minimo dei costi medi Non c’è markup sul costo marginale P = CMa 11 Concorrenza monopolistica e benessere della società Le proprietà dell’equilibrio di concorrenza monopolistica sono desiderabili dal punto di vista del benessere sociale ? La risposta a questa domanda non è semplice. Da una parte si deve considerare che P > CMa implica che il valore per i consumatori (= P) è superiore al costo di produrre le ultime unità di prodotto, quindi alcuni consumatori rimangono fuori dal mercato e si ha una perdita secca derivante dal mancato scambio. Ma allo stesso tempo i consumatori traggono beneficio dal fatto che la concorrenza monopolistica garantisce una maggiore varietà di prodotti differenziati. Inoltre, essendo il mercato di concorrenza monopolistica caratterizzato da numerose imprese, diventa molto difficile una sua regolamentazione da parte dell’autorità pubblica. Pubblicità Infine la differenziazione dei prodotti è legata alla pubblicità e quindi si devono valutare i vantaggi e gli svantaggi per consumatori e venditori derivanti dall’uso di questo strumento. i pro: •diffusione dell’informazione •stimolo alla concorrenza •segnale di qualità •valorizzazione dei marchi i contro: •manipolazione delle preferenze •differenziazione fittizia dei prodotti 12