LAVORO- Farmaceutica: chi difende gli informatori? http://www.impresamia.com/dalla-home-page/16737-sanita.html Di recente l’industria farmaceutica ha lanciato un allarme occupazione preannunciando la possibilità di ulteriori licenziamenti per oltre 7mila dipendenti che “porterebbero ad oltre 15mila i licenziamenti di informatori scientifici del farmaco (Isf). Il caso è stato sollevato dal deputato di Iniziativa responsabile Domenico Scilipoti in un’interrogazione rivolta ai ministri della Salute Ferruccio Fazio e del Lavoro Maurizio Sacconi, sottolineando che alcune aziende farmaceutiche multinazionali tra cui Astrazeneca, hanno tagliato drasticamente le spese facendo cedendo il ramo d'azienda e degli ammortizzatori sociali e starebbero di fatto favorendo le dimissioni di altri informatori scientifici del farmaco anche se non c’è stata alcuna flessione di fatturato, “anzi hanno prodotto enormi utili che – ha affermato Scilipoti - hanno stravolto le condizioni alle quali è stato contrattato il prezzo dei farmaci con il ministro della Salute: molte di queste aziende, che hanno patteggiato la pena nel giudizio tenutosi presso il tribunale di Bari e riguardante la clamorosa truffa effettuata a danno del Sistema sanitario nazionale, partecipano – ha detto ancora il deputato regolarmente alle gare per le forniture di farmaci alle aziende sanitarie e alle aziende ospedaliere”. “ Il Ministero della Salute e il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali hanno fino ad oggi – ha continuato Scilipoti - accettato questi dannosi comportamenti che hanno prodotto un enorme aumento della spesa farmaceutica, favorito il licenziamento dei lavoratori senza reali motivi produttivi e permesso che aziende che realizzano utili consistenti e non sono toccate in alcun modo dalla crisi scarichino di fatto oneri propri sugli ammortizzatori sociali riservati ai lavoratori di aziende realmente in crisi. Inoltre, le industrie farmaceutiche, pur ricorrendo a dismissioni di personale in nessun modo giustificabili, godono di vantaggi – ha poi continuato - inaccettabili a differenza delle aziende che producono o commercializzano farmaci generici e che invece assumono nuovi lavoratori”. Quindi, poiché gli informatori scientifici del farmaco non sembrano tutelati adeguatamente, Scilipoti ha chiesto di sapere “se il Ministero della Salute intenda assumere iniziative volte a rivedere i prezzi dei farmaci delle aziende che hanno notevolmente ridotto il personale e abbattuto i costi di produzione; se si intendano assumere iniziative volte a impedire che le aziende farmaceutiche coinvolte in truffe ai danni del Servizio sanitario nazionale partecipino alle gare per la fornitura dei farmaci alle aziende sanitarie locali e alle aziende ospedaliere; se si intendano assumere iniziative per quanto di competenza, a tutela degli informatori scientifici del farmaco”. Nella risposta all’interrogazione, il ministro della Salute Ferruccio Fazio ha affermato che “pur condividendo la rilevanza e la delicatezza dell'argomento, ritiene opportuno evidenziare che le operazioni societarie effettuate dalle aziende farmaceutiche, consistenti nella riduzione del personale impiegato nell'informazione medico-scientifica, non si sostanziano in effetti riconducibili alle competenze istituzionali attribuite a questo Ministero, ma sono ispirate invece da ragioni di natura imprenditoriale. Né potrebbe sostenersi – ha poi aggiunto il ministro --che alla riduzione del personale possano correlarsi direttamente variazioni (in diminuzione) del prezzo delle specialità medicinali: il prezzo di un farmaco rimborsabile dal servizio sanitario nazionale (Ssn), in ambito di contrattazione negoziale, non comprende infatti il costo che consegue dall'impiego del numero di dipendenti con qualifica di informatore farmaceutico. In particolare, facendo riferimento ai quesiti posti nell'interrogazione parlamentare, occorre chiarire – ha sottolineato Fazio - che il prezzo di un farmaco non è determinato dal solo costo di produzione del medesimo, bensì dal risultato della contrattazione tra parte pubblica e parte privata, in applicazione dei seguenti parametri: 1) rapporto costo/efficacia, qualora il medicinale si dimostri utile per la prevenzione o il trattamento di patologie o di sintomi rilevanti nei confronti dei quali non esista alcuna terapia efficace; 2) rapporto rischio/beneficio rispetto a medicinali già disponibili per la medesima indicazione; 3) costo terapia/die in confronto con prodotti con uguale efficacia; 4) valutazione dell'impatto economico sul sistema sanitario nazionale; 5) quote di mercato/pazienti stimate per il nuovo farmaco; 6) pezzi e consumi nei paesi europei. Per accedere alla contrattazione, l'azienda interessata deve presentare apposita istanza all'agenzia italiana del farmaco (Aifa), corredata da un dossier nel quale sono indicati gli elementi riassuntivi della specialità medicinale, numerose informazioni tecnico-scientifiche, nonché il prezzo che l'azienda propone al Ssn, ma da nessuno dei dati forniti emerge il costo di produzione del farmaco”. “In merito alle iniziative volte a impedire che le aziende farmaceutiche coinvolte in truffe ai danni del Ssn partecipino alle gare per la fornitura dei farmaci alle aziende sanitarie locali e alle aziende ospedaliere – ha ricordato il ministro - si segnala che, pur condividendo la rilevanza del delicato argomento sollevato nell'interrogazione, le competenze del Ministero della Salute esulano da ogni auspicata iniziativa in tal senso. Peraltro, eventuali iniziative potrebbero essere introdotte solo nei confronti di imprese che siano state condannate con sentenza passata in giudicato. Per quanto attiene alle iniziative da assumere a tutela degli informatori scientifici del farmaco, licenziati o a rischio licenziamento, nel ribadire l'estraneità del Ministero della Salute – ha affermato il ministro - rispetto a tali problematiche, occorre ricordare che, in attuazione della legge finanziaria 2006 (articolo 1, commi 313-316 della legge 23 dicembre 2005, n. 266), recante la previsione di interventi finalizzati a favorire nel territorio nazionale investimenti in produzione ricerca e sviluppo, l'Aifa, in qualità di ente regolatorio nazionale operativo nel settore farmaceutico, ha stipulato per il triennio 2007/2009 accordi di programma con numerose industrie farmaceutiche, secondo quanto previsto dal programma decennale di rinnovamento e di stimolo dell'ambiente economico e sociale dell'Unione europea, definito dal Consiglio europeo di Lisbona, utilizzando il valore di stimolo che può essere esercitato dal finanziamento pubblico sulle attività di ricerca e innovazione. In particolare – ha concluso Fazio - i progetti relativi ai citati accordi sono finalizzati alla realizzazione di investimenti che garantiscano incrementi occupazionali, a tempo indeterminato, relativamente al personale addetto alla produzione e ad attività di ricerca e sviluppo. L'erogazione degli incentivi è soggetta al controllo e alla verifica da parte dell'Aifa che si è riservata, altresì, la facoltà di revocare il finanziamento nelle ipotesi di gravi inadempienze nella realizzazione dei progetti approvati".