LAVORO- Farmaceutica chi difende gli isf

LAVORO- Farmaceutica: chi difende gli informatori?
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Di recente l’industria farmaceutica ha lanciato un allarme
occupazione preannunciando la possibilità di ulteriori
licenziamenti per oltre 7mila dipendenti che “porterebbero ad
oltre 15mila i licenziamenti di informatori scientifici del farmaco
(Isf). Il caso è stato sollevato dal deputato di Iniziativa responsabile
Domenico Scilipoti in un’interrogazione rivolta ai ministri della
Salute Ferruccio Fazio e del Lavoro Maurizio Sacconi,
sottolineando che alcune aziende farmaceutiche multinazionali tra
cui Astrazeneca, hanno tagliato drasticamente le spese facendo
cedendo il ramo d'azienda e degli ammortizzatori sociali e starebbero di fatto favorendo le dimissioni di
altri informatori scientifici del farmaco anche se non c’è stata alcuna flessione di fatturato, “anzi hanno
prodotto enormi utili che – ha affermato Scilipoti - hanno stravolto le condizioni alle quali è stato
contrattato il prezzo dei farmaci con il ministro della Salute: molte di queste aziende, che hanno
patteggiato la pena nel giudizio tenutosi presso il tribunale di Bari e riguardante la clamorosa truffa
effettuata a danno del Sistema sanitario nazionale, partecipano – ha detto ancora il deputato regolarmente alle gare per le forniture di farmaci alle aziende sanitarie e alle aziende ospedaliere”.
“ Il Ministero della Salute e il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali hanno fino ad oggi – ha
continuato Scilipoti - accettato questi dannosi comportamenti che hanno prodotto un enorme aumento
della spesa farmaceutica, favorito il licenziamento dei lavoratori senza reali motivi produttivi e permesso
che aziende che realizzano utili consistenti e non sono toccate in alcun modo dalla crisi scarichino di fatto
oneri propri sugli ammortizzatori sociali riservati ai lavoratori di aziende realmente in crisi. Inoltre, le
industrie farmaceutiche, pur ricorrendo a dismissioni di personale in nessun modo giustificabili, godono di
vantaggi – ha poi continuato - inaccettabili a differenza delle aziende che producono o commercializzano
farmaci generici e che invece assumono nuovi lavoratori”. Quindi, poiché gli informatori scientifici del
farmaco non sembrano tutelati adeguatamente, Scilipoti ha chiesto di sapere “se il Ministero della Salute
intenda assumere iniziative volte a rivedere i prezzi dei farmaci delle aziende che hanno notevolmente
ridotto il personale e abbattuto i costi di produzione; se si intendano assumere iniziative volte a impedire
che le aziende farmaceutiche coinvolte in truffe ai danni del Servizio sanitario nazionale partecipino alle
gare per la fornitura dei farmaci alle aziende sanitarie locali e alle aziende ospedaliere; se si intendano
assumere iniziative per quanto di competenza, a tutela degli informatori scientifici del farmaco”.
Nella risposta all’interrogazione, il ministro della Salute Ferruccio Fazio ha affermato che “pur condividendo
la rilevanza e la delicatezza dell'argomento, ritiene opportuno evidenziare che le operazioni societarie
effettuate dalle aziende farmaceutiche, consistenti nella riduzione del personale impiegato
nell'informazione medico-scientifica, non si sostanziano in effetti riconducibili alle competenze istituzionali
attribuite a questo Ministero, ma sono ispirate invece da ragioni di natura imprenditoriale. Né potrebbe
sostenersi – ha poi aggiunto il ministro --che alla riduzione del personale possano correlarsi direttamente
variazioni (in diminuzione) del prezzo delle specialità medicinali: il prezzo di un farmaco rimborsabile dal
servizio sanitario nazionale (Ssn), in ambito di contrattazione negoziale, non comprende infatti il costo che
consegue dall'impiego del numero di dipendenti con qualifica di informatore farmaceutico. In particolare,
facendo riferimento ai quesiti posti nell'interrogazione parlamentare, occorre chiarire – ha sottolineato
Fazio - che il prezzo di un farmaco non è determinato dal solo costo di produzione del medesimo, bensì dal
risultato della contrattazione tra parte pubblica e parte privata, in applicazione dei seguenti parametri: 1)
rapporto costo/efficacia, qualora il medicinale si dimostri utile per la prevenzione o il trattamento di
patologie o di sintomi rilevanti nei confronti dei quali non esista alcuna terapia efficace; 2) rapporto
rischio/beneficio rispetto a medicinali già disponibili per la medesima indicazione; 3) costo terapia/die in
confronto con prodotti con uguale efficacia; 4) valutazione dell'impatto economico sul sistema sanitario
nazionale; 5) quote di mercato/pazienti stimate per il nuovo farmaco; 6) pezzi e consumi nei paesi europei.
Per accedere alla contrattazione, l'azienda interessata deve presentare apposita istanza all'agenzia italiana
del farmaco (Aifa), corredata da un dossier nel quale sono indicati gli elementi riassuntivi della specialità
medicinale, numerose informazioni tecnico-scientifiche, nonché il prezzo che l'azienda propone al Ssn, ma
da nessuno dei dati forniti emerge il costo di produzione del farmaco”.
“In merito alle iniziative volte a impedire che le aziende farmaceutiche coinvolte in truffe ai danni del Ssn
partecipino alle gare per la fornitura dei farmaci alle aziende sanitarie locali e alle aziende ospedaliere – ha
ricordato il ministro - si segnala che, pur condividendo la rilevanza del delicato argomento sollevato
nell'interrogazione, le competenze del Ministero della Salute esulano da ogni auspicata iniziativa in tal
senso. Peraltro, eventuali iniziative potrebbero essere introdotte solo nei confronti di imprese che siano
state condannate con sentenza passata in giudicato. Per quanto attiene alle iniziative da assumere a tutela
degli informatori scientifici del farmaco, licenziati o a rischio licenziamento, nel ribadire l'estraneità del
Ministero della Salute – ha affermato il ministro - rispetto a tali problematiche, occorre ricordare che, in
attuazione della legge finanziaria 2006 (articolo 1, commi 313-316 della legge 23 dicembre 2005, n. 266),
recante la previsione di interventi finalizzati a favorire nel territorio nazionale investimenti in produzione
ricerca e sviluppo, l'Aifa, in qualità di ente regolatorio nazionale operativo nel settore farmaceutico, ha
stipulato per il triennio 2007/2009 accordi di programma con numerose industrie farmaceutiche, secondo
quanto previsto dal programma decennale di rinnovamento e di stimolo dell'ambiente economico e sociale
dell'Unione europea, definito dal Consiglio europeo di Lisbona, utilizzando il valore di stimolo che può
essere esercitato dal finanziamento pubblico sulle attività di ricerca e innovazione. In particolare – ha
concluso Fazio - i progetti relativi ai citati accordi sono finalizzati alla realizzazione di investimenti che
garantiscano incrementi occupazionali, a tempo indeterminato, relativamente al personale addetto alla
produzione e ad attività di ricerca e sviluppo. L'erogazione degli incentivi è soggetta al controllo e alla
verifica da parte dell'Aifa che si è riservata, altresì, la facoltà di revocare il finanziamento nelle ipotesi di
gravi inadempienze nella realizzazione dei progetti approvati".