Strength. Performance. Passion. Dimension Il giornale per la clientela di Holcim Central Europe West Costruire con il calcestruzzo – materiale versatile e personalizzabile 8 Un ponte di grande eleganza sulla Gola della Tamina 19 Casa unifamiliare in calcestruzzo isolante 26 Edizione 31, Luglio 2015 Nuova costruzione “trasparente” a Milano Editoriale Indice Referenti chiari e vicinanza alla clientela LafargeHolcim è una realtà. Circa un mese fa abbiamo aperto un nuovo importante capitolo nella storia dell’industria del cemento. Ora l’obiettivo delle due ex aziende concorrenti è quello di plasmare insieme il futuro, continuando a sviluppare gli aspetti già consolidati di entrambe. A seguito della fusione è sorto un nuovo e globale gruppo produttore di materiali da costruzione, attivo in 90 Paesi, dalle enormi competenze e possibilità. Nel nostro Paese, per il momento, viene mantenuto il marchio Holcim, e i vostri referenti in ambito commerciale restano gli stessi. Ma un cambiamento c’è e mi riguarda personal­mente: posso infatti presentarmi a tutti voi come nuovo CEO cluster per Holcim Central Europe West. Mi auguro che ci saranno le occasioni per conoscervi tutti personal­mente. Una delle conseguenze della fusione, per la nostra regione, è inoltre che Holcim Haut-Rhin – all’incirca la regione dell’Alsazia – rientra nel cluster di Central Europe West. Fanno parte di Holcim Haut-Rhin il cementificio di Altkirch, 10 stabilimenti di aggregati e 18 centrali di betonaggio, che insieme danno lavoro a circa 220 collaboratori. L’integrazione di Holcim Haut-Rhin rafforza la già stretta collaborazione nell’area al confine tra Francia, Germania e Svizzera, consentendo di migliorare il sistema di forniture ai nostri clienti. Il cluster Central Europe West comprende quindi, oltre a Svizzera, Germania del Sud, Italia e Austria (Vorarlberg), anche un piccola parte di Francia. Nonostante la fusione, la nostra attività è e rimane locale, di questo siamo ben consapevoli. Il nostro successo si basa esclusivamente sui servizi che forniamo a voi, i nostri clienti. È per questo che, nel contatto quotidiano con la clientela, puntiamo su costanza, competenza, innovazione e flessibilità. Prodotti con una specifica destinazione d’uso e servizi orientati alle necessità e agli oggetti sono per noi caratteristiche imprescindibili, così come referenti competenti e affidabili. All’interno di “Dimension” diamo uno sguardo a questo tipo di attività e naturalmente descriviamo alcuni oggetti particolarmente interessanti. In questo numero trovate un resoconto sulla costruzione del più lungo ponte ad arco della Svizzera, che mostra in modo assai evidente quanto un materiale pesante come il calcestruzzo possa dare l’impressione di leggerezza. Sono protagonisti di un record anche i nostri colleghi della Germania del Sud, alla prese con la costruzione della più alta torre di collaudo degli ascensori a Rottweil, realizzata in brevissimo tempo. Ma il calcestruzzo non serve solamente per i record: è anche in grado di creare atmosfere e far nascere perle architettoniche. A Milano, ad esempio, è stato utilizzato dagli architetti Herzog e De Meuron per conferire elevata trasparenza alla nuova sede di Feltrinelli, mentre a Basilea Campagna funge da solido monolite per la costruzione di una nuova casa unifamiliare. Infine, anche le sue caratteristiche rivelano che il calcestruzzo non è “solo” calcestruzzo: la sua molteplicità si esprime anche nella vasta gamma della sua composizione. A Berna ne è stata utilizzata una variante estremamente duttile e resistente all’usura. Leggete voi stessi, vi auguro una piacevole lettura! Attualità Realizzazione 4Attualità Opere già in cantiere 8 16 19 24 26 Un ponte di inimitabile eleganza Un materiale per sollecitazioni estreme Un monolite progettato con cura Una torre da record a Rottweil Una bellezza fatta per durare 6Opinioni 14Dialogo 30 Opere già in cantiere Strength. Performance. Passion. Gerd Aufdenblatten CEO Central Europe West Colophon Editore: Susanne Sugimoto, Holcim (Svizzera) SA, Redattrice capo: Ingeborg Spillmann, Editore: Martin Grether, Layout: Source AG, Zurigo, Stampa: Multicolor Print AG, Baar Prima pagina: Ponte sulla Tamina – un arco lungo 260 m unisce Valens e Pfäfers. (© Arno Balzarini, Igis) Dimension edizione 31/2015 Pagina 3 Attualità Isolamento e statica migliorati Il fatto che le esigenze in materia di isolamento si trovino in conflitto con le norme della statica a livello di raccordi fra pareti esterne e lastre dei pavimenti è oramai una storia vecchia. Dal febbraio 2015 ebea commercializza un giunto assolutamente innovativo che, oltre alle normali sollecitazioni, sopporta bene anche le spinte e le forze trasversali. L’elemento in questione, però, deve occupare il minore spazio possibile per non vanificare la separazione termica. Ecco il segreto del nuovo prodotto: le molle di compressione in UHPC fibrorinforzato, le stesse usate da ebea nei raccordi per solette a sbalzo (vedi Dimension 29, 2014). Vantaggi delle molle di calcestruzzo: sicurezza nella redistribuzione di carichi elevati e possibilità, date le dimensioni contenute, di ridurre del dieci percento la trasmissione del calore rispetto a quella di una parete in muratura. Interessanti possibilità architettoniche: ora i muri divisori non devono più essere ridotti al minimo per paura di creare ponti termici. Le forti sollecitazioni, finora sopportate da pochi muri divisori, possono essere facilmente ripartite, cosa che rappresenta un vantaggio doppio in termini di guadagno termico. Per maggiori informazioni consultare il sito www.ebea.ch Dimension edizione 31/2015 La tecnica dei conci a sbalzo: tecnici in visita al cantiere Giornata informativa – Registratevi subito I membri del gruppo di lavoro “Calcestruzzo preconfezionato” dell’associazione di categoria “Steine und Erden” (“Pietre e terre”) del Baden-Württemberg/D si sono stupiti non poco durante la visita alla torre di collaudo per ascensori della Thyssen Krupp in costruzione a Rottweil. Un cantiere da record: Calcestruzzo gettato: 16 000 metri cubi Acciaio messo in opera: 2400 tonnellate La 13a giornata informativa di Holcim (Svizzera) SA dal titolo “Calcestruzzo – il materiale da costruzione in Circular Economy” si terrà mercoledì, 30 settembre 2015 presso il Rolex Learning Center del Politecnico di Losanna (EPFL). Inizio: ore 8.30, fine: ore 12.00 circa. Seguirà un pranzobuffet in piedi. A questo convegno incentrato sull’argomento calcestruzzo interverranno anche questo anno relatori d’eccezione che informeranno sulle molteplici possibilità di impiego di questo materiale e su interessanti progetti. Un cantiere perfettamente organizzato Non sono impressionanti solamente i pesi e le dimensioni, ma anche la logistica e l’organizzazione. Il responsabile del progetto della Züblin AG di Stoccarda spiega il punto più importante: “Quando si costruisce con la tecnica dei conci a sbalzo, tutto deve “incastrarsi” alla perfezione, soprattutto la collaborazione di tutte le persone coinvolte, che qui funziona benissimo. Sono necessarie forniture assolutamente regolari e caratteristiche di indurimento del calcestruzzo costanti. Proprio per questo, già molti mesi prima dell’inizio dei lavori, abbiamo svolto un gran numero di test”, spiega Horst Erler, Responsabile Prodotto Holcim, portando un esempio: solo per i test sono stati impiegati in cantiere oltre 50 metri cubi di calcestruzzo. “Il materiale deve essere ancora ben lavorabile quando si sale con le casseforme”. Durante la visita c’è stato, ovviamente, un nutrito scambio di esperienze. La ditta Transport-Beton-Union (tbu) effettua l’approvvigionamento del cantiere dalla vicina centrale di Horgen. L’amministratore della tbu conclude così: “È stato veramente un bene aver scelto Holcim per la fornitura del cemento”. → Maggiori particolari a pag. 24 Registratevi subito con il codice J15EPFL sul sito: www.holcim-events.ch Esposizione per Peter Märkli Vernissage e firma dell’autore: mercoledì 2 dicembre 2015, ETH, Zurigo, Rämistr. 101, edificio principale Mostra: 3 – 12 dicembre 2015 ETH, Zurigo, Rämistr. 101, edificio principale Orario di apertura: lun – ven: ore 8 – 22, sabato\domenica: ore 8 – 17 Come arrivarci: tram 6, 9, 10, fermata ETH/Universitätsspital Aggiornamento sulla pagina web: www.ausstellungen.gta.arch.ethz.ch/ veranstaltungen Il vuoto e i confini sono fra i temi centrali dell’opera dell’architetto Peter Märkli. Lo spazio esterno degli edifici è importante tanto quanto la facciata, espressione del confine fra l’esterno e l’interno. Così Märkli progetta strutture che riflettono la sua concezione di vita. Dal 2002 Peter Märkli è professore di Architettura e Costruzioni al Politecnico di Zurigo. Nel 2015 si ritirerà, e il Dipartimento di Architettura lo ringrazierà organizzando una mostra accompagnata da una pubblicazione. La mostra, pensata e realizzata da Peter Märkli e Chantal Imoberdorf, si terrà nell’edificio principale del Politecnico; saranno esposte rappresentazioni di architettura locale. La pubblicazione conterrà una selezione di progetti degli studenti, elaborati sotto la sua supervisione, nonché documenti pedagogici e un’intervista a Laurent Stalder, professore di Teoria dell’Architettura. La regione Alsazia, new entry di Holcim Central Europe West Holcim Partner.net – Tutto su cemento, aggregati e calcestruzzo La regione Holcim Central Europe West, che comprende Svizzera, Italia e Germania Meridionale, è in fase di espansione. In seguito alla fusione di Holcim e Lafarge è stata inglobata la regione Holcim HautRhin, geograficamente collocata in Alsazia. Essa vanta una posizione felice rispetto alle maggiori città francesi, e nelle sue vicinanze si trova un aeroporto europeo. Nella regione dell’Alto Reno sono ubicati il cementificio di Altkirch, 10 cave e 18 centrali di betonaggio, che danno lavoro complessivamente a 220 persone. Know-how pratico e conoscenze specifiche “h 24”. Seguiamo i nostri clienti nella regione Central e ora anche nella regione West – quale partner online – mettendo a loro disposizione le conoscenze in materia di lavorazione del calcestruzzo e fornendo consigli pratici in formato digitale. Con l’integrazione della regione Holcim Haut-Rhin si è rafforzato il triangolo dei tre Paesi – Francia, Germania e Svizzera – e si sono riunite realtà che già da tempo collaborano strettamente. Da molti anni il cementificio di Altkirch rifornisce la macroarea di Basilea. Entrambe le chiatte “Kiesueli” e “Schwägalp” approdano nel porto francese di Ottmarsheim per caricare gli aggregati provenienti da Bartenheim e destinati alla centrale di Birsfelden. Il cluster Central Europe non solo verrà ampliato geograficamente, ma cambierà anche nome. Sarà ribattezzato Holcim Central Europe West. Oltre alla rubrica di consulenza tecnica, “Holcim Partner.net” assiste i clienti in cantiere con delle utility che consentono di calcolare con la massima facilità il rapporto acqua-cemento, di evitare danni e di valutare correttamente i tempi di essiccazione del calcestruzzo. “Chiedere. Imparare. Approfittare.” – con questo motto la “Holcim Partner.net” invita ora i vari gruppi di stakeholder e di esperti del settore a dialogare e a scambiarsi le proprie esperienze. Ponete le vostre domande, trovate risposte a problemi complessi e approfittate delle conoscenze e dell’esperienza della community – ecco ciò che potete fare grazie a Holcim Partner.net. Registratevi sul sito www.holcimpartner.net e diventate membri della nostra community online. Altre info su: www.holcim.it Pagina 5 Opinioni anche una decisione già presa e ampiamente supportata costringa tutte le parti coinvolte a infilarsi, a volte, in un processo politico di intollerabile lentezza. Kaspar E. A. Wenger, Presidente del Consiglio di amministrazione di Holcim (Svizzera) SA Quando il consenso porta al collasso Sul fronte della costruzione di nuove strade nazionali, nel Canton Zurigo tutto è fermo. Nel piano di viabilità attuale non c’è grande progetto che non sia rimasto semplice lettera morta. Prendiamo la realizzazione dell’autostrada dell’Oberland, decisa dal Governo zurighese nel 2008 e, a tutto il 2014, non ancora inserita nel piano strutturale canto­nale, oppure la circonvallazione nord di Zurigo, per cui era partita la procedura di approvazione del progetto già nel 2009, ma per il deposito pubblico si dovrà attendere il 2017. Al di fuori del cantone, non va meglio. Lo scorso novembre l’Esecutivo di Lucerna ha “cancellato” la Talstrasse Seetal ancora prima che venisse presentato un progetto preli­minare. E dire che nel 2015 la Confederazione sarebbe pronta a investire due miliardi di franchi per la costruzione, l’ampliamento e la manutenzione delle strade nazionali. Se e quando le suddette strade saranno costruite, è una questione totalmente aperta; i vari progetti sono letteralmente “congelati”. Le cause del blocco sono svariate e in parte ricon­ducibili al sistema della democrazia diretta, che mira sì ad equilibrare gli interessi in gioco, ma che può produrre l’effetto che Dimension edizione 31/2015 Ad aggravare la situazione si aggiunge il fatto che in Svizzera è in atto un processo di “condensamento urbano”. I conflitti di interesse sono in crescita, e per trovare soluzioni largamente condivise serve soprattutto tempo. I progetti da realizzare nelle vicinanze di insediamenti abitativi hanno chance quasi nulle. Chi oggi volesse costruire una strada che, a costi relativamente bassi, passi attraverso un prato, si attirerebbe le ire della popolazione. I grandi progetti che, grazie a opere artificiali come i tunnel, mettono d’accordo uomo e ambiente, sono incredibilmente costosi e si arenano nelle liti fra le parti. Gli ambientalisti e i residenti sono strenui oppositori. Nel caso della Talstrasse Seetal di Lucerna, il gruppo d’interesse querfeldNein si è vantato sul proprio sito web di essere in grado di affossare il progetto nel giro di un anno. Chi vuole ricevere 100 000 franchi per un progetto può andare anche fino al Tribunale federale, ma deve fare i conti con cinque anni di fermo lavori che, in alcuni casi, significano la condanna a morte del progetto stesso. La democrazia non deve diventare la dittatura della maggioranza, ha scritto di recente l’ex consigliere federale Moritz Leuenberger sul quotidiano NZZ. Qui, invece, la situazione è ribaltata: una minoranza tiene in ostaggio una maggioranza. Perseguire il benessere individuale appanna la vista quando si tratta di prendere decisioni necessarie a non “far perdere il treno” alla comunità. Ci aspettiamo che l’amministrazione federale e la politica tengano un “comportamento responsabile alle votazioni”, a netto sostegno di una Svizzera ben disposta nei confronti dell’economia. Generare un’infrastruttura comune È ormai fatto consolidato che le infrastrutture ricoprono un ruolo decisivo nella competitività di un Paese moderno che voglia mantenere salda la barra dello sviluppo ed il benessere dei suoi cittadini. Il contributo alla crescita delle infrastrutture, alla riallocazione delle risorse, alla espansione delle attività produttive è l’evidenza stessa della loro utilità sociale, oltre che economica. Il potenziamento e la cura delle reti infrastrutturali in tutte le loro declinazioni, infatti, crea condizioni operative migliori per le imprese e per i cittadini, aumentando a livello generale il grado di competitività del sistema economico. La dotazione di infrastrutture di trasporto e logistiche in grado di rispondere alle esigenze del territorio e degli imprenditori determina il successo economico e competitivo di un Paese e delle organizzazioni produttive che in esso operano. Individuare opportune politiche di investimenti nel settore infrastrutture, aumentare l’efficienza complessiva dell’offerta di servizi di trasporto, scegliere strategie innovative per promuovere l’innovazione tecnologica nel settore e favorirne la modernizzazione, aprirebbe una stagione virtuosa che farebbe sicuramente compiere uno straordinario salto di qualità all’intero sistema Paese. Come CEO di Mapei prima e nella veste di Presidente di Confindustria dopo, ho sempre creduto e sostenuto l’importanza che le infrastrutture hanno avuto, hanno e avranno Giorgio Squinzi, Chairman of Confindustria and CEO of MAPEI per lo sviluppo e il rilancio della nostra economia. Ritengo inoltre importante non trascurare il ruolo delle infrastrutture immateriali: l’Italia che progettiamo e vogliamo non può prescindere dalla banda larga! Con particolare riferimento alla Regione Lombardia, le ultime realizzazioni, dalla Brebemi, alla Pedemontana, alla Teem, rispondono alle esigenze di un territorio e di un tessuto produttivo che movimenta quotidianamente una quantità impressionante di merci e centinaia di migliaia di persone. Sono opere che costituiscono anche la nostra risposta a quanto espressamente richiesto dalla UE nei progetti infrastrutturali comuni che sono base e struttura del mercato unico europeo. L’Italia e l’Europa, l’Italia in Europa… come quando con la realizzazione dei grandi trafori abbiamo smesso di considerare le Alpi una barriera invalicabile, eleggendola a porta di accesso verso un mondo senza confini. Per noi è importante una comunicazione trasparente. Se avete suggerimenti o volete saperne di più su Holcim, scriveteci! [email protected] Pagina 7 Realizzazione Un ponte di inimitabile eleganza Il ponte della Tamina Una spettacolare Leggero ed elegante: ecco il nuovo ponte della Tamina. (Visualizzazione, © Cantone di San Gallo, Ufficio tecnico) Dimension edizione 31/2015 struttura cantilever, che attraversa una profonda gola, e un gigantesco lavoro di betonaggio da 1200 metri cubi; fondazioni, dove il calcestruzzo deve assolutamente legare lentamente, e un arco da misurare costantemente con estrema precisione, fatto di un calcestruzzo che, invece, deve solidificare con grande rapidità – questo è il ponte della Tamina, non solo un’opera di eccezionale fattura, ma anche estremamente laboriosa. Richieste maestranze con una gran voglia di impegnarsi, ma anche con doti da quasi alpinista. Pagina 9 Realizzazione Autore: Martin Grether Anche un po’ sopra il punto più stretto della gola della Tamina, definita dal geologo Albert Heim “la più spettacolare di tutte le gole svizzere”, la pendenza topografica è notevole e la natura è selvaggia. Un ponte ad arco di 260 metri attraverserà la Tamina a 200 metri di altezza, e sarà il più lungo del suo genere in tutta la Svizzera; la sua sovrastruttura di 475 metri metterà in collegamento i due fianchi della vallata. Un’architettura estrema e in piena armonia con un paesaggio imponente. Con i suoi montanti rettangolari, disposti sull’arco Abbiamo lasciato delle aperture nelle controcasse per poter compattare meglio il calcestruzzo, ma la larghezza delle gettate – fino a 9 metri – ci ha reso la vita difficile. a grande distanza tra loro, il ponte comunica un tale senso di leggerezza e armonia da sembrare quasi essere sempre stato là. Ma non è stato certamente costruito per ragioni esclusivamente estetiche. Il suo è uno scopo ben preciso: la strada che porta a Valens e alla sua famosa clinica sul fianco sinistro della valle attraversa un territorio altamente franoso. La caduta di massi e le buche sulla carreggiata rappresentano un pericolo costante, con elevati costi di manutenzione; ecco perché il Cantone di San Gallo ha deciso di garantire a Valens un collegamento stabile con il resto del Paese. In futuro, la zona a rischio sarà completamente bypassata, poiché si salirà in alto sul fianco destro per poi passare sull’altro fianco attraversando il ponte. Appena il ponte e la relativa bretella di collegamento saranno aperti al traffico nel 2017, le località di Valens e Pfäfers saranno molto più vicine tra loro, con chiari benefici per tutta la comunità. Mantenere bassa la temperatura del calcestruzzo La costruzione vera e propria è iniziata nel 2013 con le grandi fondazioni delle spalle del ponte. “Queste fondazioni sono certamente meno impressionanti dell’arco, ma ci hanno posto di fronte a grandi sfide”, racconta il direttore dei lavori Daniel Ziegler. La fondazione più grossa, quella sul lato di Pfäfers, è stata realizzata in tre fasi. Per le due gettate inferiori è stato usato un C30/37, mentre per quella superiore un C45/55. “Per una costruzione così massiccia, il calore di idratazione e la resistenza del calcestruzzo hanno rappresentato un problema”, continua Ziegler, “sussisteva, in particolare, il rischio di formazione di anidride”. Le specifiche imponevano, pertanto, un limite massimo della temperatura del calcestruzzo di 60 gradi Celsius. A tale scopo andava bene un cemento di altoforno, il Modero 3B, ma il cemento da solo non sarebbe stato sufficiente. Sono stati fatti vari esperimenti con ricette diverse, Dimension edizione 31/2015 e i risultati sono stati confrontati con i dati relativi a opere di grandezza paragonabile, così da poter ricavare previsioni attendibili per il betonaggio di 1200 metri cubi. “Proprio i risultati di questi esperimenti ci hanno portato a chiedere che il calcestruzzo potesse raggiungere la propria resistenza finale in 56 giorni anziché in 28. In questo modo abbiamo ottenuto una curva di idratazione più piatta e siamo stati in grado, con 60,4 gradi, di rispettare effettivamente le specifiche”, dice Ziegler. La fase di posa in opera è stata una sfida non solo per la tecnologia, ma anche per la logistica, a causa delle strade di accesso strette, con forte pendenza e, in certi casi, anche con limiti di carico. Per rifornire il cantiere nell’arco della giornata e mezza di durata del betonaggio sono state impiegate dodici betoniere. Avanti cinque metri per volta Le caratteristiche che doveva avere il calcestruzzo dell’arco erano totalmente diverse. Qui si è dovuto procedere avanzando a tappe di cinque metri per volta; quindi, per consentire l’avanzamento del cantilever e la posa dei tiranti, il calcestruzzo doveva raggiungere velocemente la resistenza finale. Per il C45/55 dell’arco è stato impiegato il Robusto 4R-S, che soddisfaceva i requisiti di resistenza e garantiva un’alta resistenza agli agenti atmosferici. Le difficoltà di realizzazione dell’arco derivavano dalla sua geometria, dall’elevata densità dell’armatura e dal metodo costruttivo. A causa della forte pendenza iniziale della costruzione, l’enorme cassaforma di gettata ha richiesto l’impiego di controcasseri. “Abbiamo lasciato delle aperture nei controcasseri per poter compattare meglio il calcestruzzo, ma la larghezza delle gettate – fino a 9 metri – ci ha reso la vita difficile”, ricorda Ziegler. Inoltre, l’arco si assottiglia in larghezza e altezza mano a mano che si va verso il centro, e questo ha reso necessario l’adattamento della cassaforma ad ogni successiva gettata. I grandi sforzi che deve sopporta- Il ponte della Tamina Con la sua campata di 265 metri, il ponte della Tamina è uno dei più grandi ponti ad arco in Europa. La sua costruzione permetterà di dirottare in futuro tutto il traffico diretto a valle esclusivamente sulla Pfäferserstrasse, alleggerendo la circolazione nel centro del comune di Bad Ragaz. Gara d’appalto “Ponte sulla Tamina”: 2007/08 Progetto vincitore: Ponte “Arco sulla Tamina” di Leonhardt, Andrä und Partner Durata del cantiere: marzo 2013–2017 Completamento dell’arco: 28 marzo 2015 Apertura: estate del 2017 Costo complessivo: 56 milioni di franchi, erogati dal Fondo cantonale per la circolazione 1 2 1 La densità dell’armatura è molto elevata. (© Cantone di San Gallo, Ufficio tecnico) 2 Un’occhiata all’interno della colonna dell’arco con cassaforma e armatura rinfor­­zata. (© Cantone di San Gallo, Ufficio tecnico) re l’arco si intuiscono guardando la densità dell’armatura – 450 kg per metro cubo al centro della campata – che ci ha reso faticosa e complicata la compattazione. Inoltre, ad ogni step di avanzamento dovevano essere rilevate le coordinate delle fughe anteriori e trasmesse ai progettisti a Stoccarda che, a loro volta, inviavano in cantiere i dati per l’esecuzione della successiva gettata. “Ma l’aumento della temperatura durante il giorno o l’insolazione su un solo lato del manufatto portavano a grandi deviazioni di pilone e arco e quindi a discrepanze rispetto alle coordinate rilevate. Abbiamo superato questo problema usando un secondo sistema di coordinate locali, basato sulla parte già costruita dell’arco”, spiega Ziegler. Il tocco finale Lo scarto finale effettivo si è rivelato essere di tre centimetri, praticamente niente, considerata la lunghezza totale di 260 metri. La “chiusura” dell’arco è avvenuta il 28 marzo 2015, come previsto dal timing dei lavori. Quindi, si è provveduto allo smantellamento dei due piloni ausiliari utilizzati per l’avanzamento e alla realizzazione della centinatura sull’arco. Il betonaggio della sovrastruttura partirà all’inizio dell’estate e sarà eseguito in senso inverso rispetto a quello dell’avanzamento dell’arco. Il cantiere, rifornito da una teleferica, “migrerà” verso le rampe di accesso, già terminate, consentendo il completamento al grezzo del ponte della Tamina. Vedendo il ponte finito, quasi sospeso, si faticherà ad immaginare quanto sia stato arduo costruirlo. E che grande gioia sarà l’aver partecipato alla realizzazione di uno dei ponti più belli, grandi e spettacolari di tutta la Svizzera! Partecipanti ai lavori Committente: Cantone di San Gallo, Ufficio tecnico Progettista: Leonhardt, Andrä und Partner, Stoccarda Sottoprogetto, direzione dei lavori e consulenza: dsp Ingenieure & Planer AG, Greifensee Consorzio: Strabag AG, Schlieren (responsabile); J. Erni AG, Flims; Meisterbau AG, Balzers Calcestruzzo: Baustoffe Schollberg AG, Trübbach Cemento: Holcim (Svizzera) SA www.taminabruecke.ch Pagina 11 Realizzazione 2 1 3 1 Solo chi non soffre di vertigini può lavorare su un arco sospeso nel vuoto. (© Arno Balzarini, Igis) 2 Vista dall’alto sulla gola della Tamina in inverno con i due semiarchi in avvicinamento. (© Arno Balzarini, Igis) 3 Poco prima della “chiusura” dell’arco. (© Arno Balzarini, Igis) Dimension edizione 31/2015 Pagina 13 Dialogo LafargeHolcim Abbiamo chiesto ad alcuni clienti e partner cosa si aspettano da LafargeHolcim. Leggete le loro opinioni. “Non mi preoccupo dei rapporti fra Holcim Eclépens e CRIDEC. Collaboriamo da molto tempo, e non esiste un altro cementificio nelle vicinanze di Eclépens. Piuttosto, temo che vengano rimandati gli investimenti pianificati, in quanto non più in linea con le nuove strategie del futuro Comitato direttivo.” Yvan Buehner, Direttore di CRIDEC “La Fondazione Natura & Economia spera semplicemente che con la fusione LafargeHolcim non cambi nulla. Holcim, con le sue cave e le sue centrali, è per noi e per la natura un partner eccellente, che dispone di direttive proprie per la gestione della biodiversità nelle zone di estrazione.” Urs Meyer, biologo, auditor esterno della Fondazione Natura & Economia “LafargeHolcim permette di creare un’ottima partnership, com’è avvenuto per la realizzazione del parco degli elefanti.” Andreas Hohl, Responsabile Sviluppo e Logistica, Vicedirettore dello Zoo di Zurigo Dimension edizione 31/2015 “Sono contento che l’azienda leader mondiale nella produzione di cemento, aggregati e calcestruzzi abbia sede in Svizzera.” Martin Weder, Direttore dell’ASIC – Associazione svizzera dell’Industria degli Inerti e del Calcestruzzo “Per il comune di Untervaz è importante avere sempre un interlocutore competente in loco, che conosca le nostre esigenze. Il cementificio recluta i propri collaboratori nella regione. Così Holcim rafforza il proprio radicamento nel territorio.” “Holcim, e più precisamente LafargeHolcim, dovrà muoversi più velocemente sul mercato, in modo da captare le tendenze. Ci aspettiamo di poter realizzare qualcosa con i dirigenti locali anche in futuro, senza dover aspettare le decisioni delle alte sfere.” Martin Eberhard, CEO, Eberhard Unternehmungen “Per me, cittadino, libero pensatore, concorrente e cliente, i mega-affari contengono sempre anche un pericolo: il nostro mondo sarà governato solamente da grandi gruppi? Non è ciò che desideriamo. Per questo chiediamo a LafargeHolcim di essere sempre vicina al cliente e, di conseguenza, competitiva.” Ulrich Widmer, COO della KIBAG Holding AG “Mi aspetto che questo nuovo, grande attore prenda coscienza dei suoi punti di forza, il cemento e le materie prime. Holcim e Lafarge erano grandi già da sole; quali altri grossi cambiamenti potrebbero esserci? Forse un po’ di più di ‘laisser-faire’ invece di mettere sotto pressione il settore delle costruzioni?” Marino Crescionini, Responsabile materiali da costruzione, AGIR AG Hans Krättli, Sindaco di Untervaz Pagina 15 Realizzazione Un materiale per sollecitazioni estreme 1 La centrale di Matte I detriti e l’acqua sollecitano forte- mente le soglie della centrale idroelettrica di Matte a Berna. Il nuovo strato di calcestruzzo fibrorinforzato ad altissime prestazioni rappresenta una soluzione duratura. Applicato senza fughe, questo materiale resiste bene all’usura ed è molto duttile. 2 Autore: Martin Grether Dopo il ripristino della centrale idroelettrica di Matte a Berna, fortemente danneggiata dall’alluvione dell’agosto 2005, nel 2015 la “Energie Wasser Bern” ha dovuto procedere anche al rifacimento di quattro barriere o dighe, attraverso le quali, quando il livello idrometrico è alto, una parte dell’acqua in uscita dal canale va direttamente nell’Aare. L’acqua in eccesso dovuta al disgelo e alle piogge trascina con sé molti detriti, per cui la centrale ha elevati costi di manutenzione. Richiesta una forte resistenza all’usura Quando le barriere idrauliche sono fortemente sollecitate, la loro soletta, di norma, viene rivestita con un materiale molto resistente all’usura, ad esempio piastre di basalto fuso. Del resto, nell’ambito del gruppo dei materiali a maggior resistenza elencati nella norma SIA 252, il basalto fuso presenta eccellenti caratteristiche. Ma le barriere continuano comunque Dimension edizione 31/2015 a subire danni. “L’esperto della TFB in reazioni delle centrali idroelettriche alle abrasioni, Frank Jacobs, già nel 2003 aveva constatato che la soletta era sottoposta a un attacco combi- I colpi e i carichi dei detriti possono danneggiare le superfici di basalto in corrispondenza delle fughe. nato”, spiega l’ingegnere Kerstin Wassmann. “Si opera una distinzione fra sollecitazioni varie e processi di usura, indicati genericamente con il termine di idroabrasione.” I carichi prodotti dall’impatto dei detriti possono causare piccoli danni alle superfici rivestite col basalto proprio nelle zone delle fughe, dalle quali poi i problemi si propagano al resto della struttura. 3_ “Proprio sulle barriere della centrale di Matt abbiamo potuto osservare questo fenomeno”, racconta Kerstin Wassmann. Nei progetti di ricerca sono state analizzate le reazioni all’idro­ abrasione sia dei rivestimenti di basalto fuso, sia di diversi rivestimenti realizzati con calcestruzzo fibrorinforzato. È emerso che la resistenza alla flessione e alla rottura è più importante della resistenza alla pressione. “Proprio questo è stato il motivo per cui è stato richiesto l’impiego del nostro calcestruzzo fibrorinforzato ad altissime prestazioni (UHPC), particolarmente adatto al caso”, così Kerstin Wassmann. Com’è consuetudine per l’UHPC, si discutono preventivamente le caratteristiche e i parametri del materiale in modo da pianificare la costruzione e utilizzare il prodotto in modo ottimale. Date le caratteristiche del cantiere, si è optato per l’UHPC Holcim 710, dal momento che questo consente anche di realizzare pendenze dal due fino al sei percento. Decisiva la combinazione dei vantaggi Sebbene i lavori si potessero eseguire solo con il livello delle acque basso, ovvero nei mesi di febbraio e marzo – particolarmente sfavorevoli per costruire con il calcestruzzo –, siamo riusciti a consegnare l’opera in tempi brevissimi e con il massimo della qualità. Le barriere sono state coperte per mantenere una temperatura di 15 °C durante la gettata e la presa, nonostante i rigori invernali. Prima dell’applicazione dello strato di UHPC, la base è stata resa sufficientemente rugosa e impregnata d’acqua, mentre l’acqua stagnante è stata rimossa. La gettata di UHPC su entrambe le barriere Un rivestimento di UHCP Holcim 710, che offre una combinazione di diversi vantaggi, presenta ottimi presupposti per l’impiego in costruzioni idrauliche dalle caratteristiche estreme. è stata seguita da Peter Haller, responsabile del Laboratorio di sviluppo di Holcim. “Generalmente si tratta di un compito di routine”, spiega Kerstin Wassmann, “ma date le esigenze particolari del cantiere di Berna, abbiamo scelto di procedere in modo diverso.” Si è deciso di riempire anche le zone verticali di raccordo con le pareti con l’Holcim 710, che però qui doveva 1 Vista del quartiere di Matte con il canale e le barriere. 2 Nella zona attraversata dalla corrente, le lastre di basalto fuso del vecchio rivestimento si erano parzialmente staccate. Pagina 17 Realizzazione Partecipanti ai lavori Committente: Energie Wasser Berna Direzione dei lavori: B+S AG, Berna Ditta appaltatrice: Marti AG, Berna Consulenza: TFB AG, Wildegg Calcestruzzo: Holcim (Svizzera) SA Gettata del nuovo rivestimento, senza fughe, realizzato in fibrocalcestruzzo rinforzato ad altissime prestazioni. avere sufficiente fluidità. La seconda soglia, con pendenza del sei percento, ha richiesto un aumento della rigidità dell’UHPC fresco. L’assistenza tecnica in cantiere ha anche aiutato la squadra di Kerstin Wassmann ad eseguire i collaudi sui prismi per il controllo interno a garanzia della qualità. I risultati relativi alle caratteristiche meccaniche dell’Holcim 710 sono stati assolutamente conformi alle aspettative, confermando che l’UHCP, oltre a resistere a pressioni fino a 190 N/mm2, resiste anche a sollecitazioni di flessione superiori a 45 N/mm2, cosa che lo rende idoneo ad impieghi in opere soggette a idroabrasione. Poiché l’impiego dell’UHCP come materiale da La centrale idroelettrica di Berna A Berna sono in funzione tre centrali idroelettriche, che nel 2014 hanno prodotto insieme 60 851 MWh lordi di energia certificata “ecologica”. La centrale di Matte • Entrata in funzione: 1891 • Rifornisce di corrente 1750 utenze rivestimento nelle costruzioni idrauliche rappresentava per Holcim un campo ancora inesplorato, si è deciso di effettuare anche la classica prova di resistenza all’usura con il metodo di Böhme. Il risultato – 4,6 cm3/ 50cm2 – consente di classificare questo calcestruzzo come A6 nel gruppo dei materiali a maggior resistenza elencati nella SIA 252. I valori non raggiungono esattamente quelli del basalto fuso, ma sono comunque migliori rispetto a qualsiasi altro calcestruzzo normale a resistenza meccanica rinforzata che si ritrovano generalmente negli stress group II o III. Un rivestimento fatto con l’UHCP Holcim 710 offre diversi vantaggi, quali l’elevata duttilità, la posa in opera senza fughe e l’altissima resistenza all’usura, che sono ottimi presupposti per l’impiego di questo materiale nelle costruzioni idrauliche da realizzare in condizioni estreme. Sebbene da un certo punto di vista sia da considerare inferiore al basalto, l’UHCP potrebbe rivelarsi una soluzione duratura e conveniente per la manutenzione. Lo stato del rivestimento delle barriere della centrale di Matte a Berna viene costantemente monitorato. L’idoneità del materiale impiegato potrà essere definitivamente confermata solo tra qualche anno. Kerstin Wassmann, comunque, è certa di aver trovato la risposta giusta al problema delle sollecitazioni combinate. Un monolite progettato con cura Casa Trovatello A Seltisberg, nel Canton Basilea Campagna, è sorta una nuova costruzione, impressionante per la cura delle forme e per i materiali scelti. L’edificio, che sembra scavato nella roccia, è, di fatto, un vero monolite. La centrale di Felsenau • Entrata in funzione: 1909 • Rifornisce di corrente 15 555 utenze La centrale di Engehalde • Entrata in funzione: 1998 • Rifornisce di corrente 600 utenze Dimension edizione 31/2015 Pagina 19 Realizzazione Autore: Martin Grether 1 Il manufatto realizzato sopra Liestal, a Seltisberg, dove si estendono a perdita d’occhio prati punteggiati di alberi di ciliegio e dominano le alture incolte del Giura, attira inevitabilmente gli sguardi. È forse la spezzettatura del tetto dell’edificio? O forse sono le pareti, senza alcuna tubatura visibile e con gli intradossi dai contorni netti, che ricordano le case dei Grigioni? Sono entrambe le cose, anzi, è tutto l’insieme, e in Sostenere, contenere, dare forma agli spazi e isolare: tutto con un unico materiale. particolare le pareti, che con il loro coronamento divengono parte del tetto, che, a sua volta, sembra quasi scorrere all’interno di esse. E come le singole parti siano in perfetta armonia tra loro e quanto a ciò contribuisca anche la scelta dei materiali, lo si capisce solamente alla seconda o alla terza occhiata e, in particolare, dopo la visita agli interni. 2 3 1 Lato strada con muro di recinzione in calcestruzzo graffiato. Il coronamento delle pareti esterne diventa parte del tetto. Gli scarichi dell’acqua piovana sono interni alle pareti (© KREN Architektur AG). 2 Stanza da bagno al piano superiore. La luce entra dal lucernario (© KREN Architektur AG). 3 Camera da letto sotto il tetto “sfaccettato” (© KREN Architektur AG). Partecipanti ai lavori Committente: privato Architetto: KREN Architektur AG, Basilea Ingegnere: Schnetzer Puskas Ingenieure AG, Basilea Costruttore: Implenia Schweiz AG, Basilea Calcestruzzo: Holcim Inerti e Calce­struzzi SA, Centrale di Birsfelden Dimension edizione 31/2015 Idee, conflitti e soluzioni Ma come si è giunti a questa singolare costruzione e alla sua forma? Tutto è partito dal committente e dalla sua concezione degli spazi, che collideva con la norma edilizia che regolamenta la pendenza minima dei tetti. L’architetto ha risolto il conflitto “scomponendo” il tetto in diverse parti, ciascuna delle quali, pur nel rispetto dei vincoli imposti, consente di utilizzare il piano superiore fino all’ultimo angolo, in quanto gli spioventi di piccole dimensioni possono essere collocati a una discreta distanza dal pavimento. “L’architetto aveva in serbo però altro ancora”, racconta il committente. “Voleva realizzare la nostra casa impiegando un materiale resistente, avvolgente, in grado di dare forma agli spazi e anche dotato di caratteristiche isolanti.” Conosceva già il calcestruzzo isolante da precedenti esperienze nel settore dell’edilizia, ma all’inizio non riusciva a capacitarsi di poter vivere in una simile casa. “Quando l’architetto ci mostrò le visualizzazioni, fu amore a prima vista”, ricorda. Le forme nitide delle pareti di calcestruzzo lasciate a grezzo e il gioco formato con il legno dei telai delle finestre, insieme alle aperture e alle luci disposte con accortezza, incantarono all’istante lui e la moglie. Una costruzione complessa Per la muratura esterna spessa 60 centimetri è stato impiegato un calcestruzzo più leggero dell’acqua. Per mantenere basso il calore di idratazione e ridurre così al minimo le crepe dovute alle oscillazioni termiche e alle differenze di temperatura fra l’interno e la superficie della gettata è stato utilizzato un cemento di altoforno, il Modero 3B. Ma grande è stato l’orrore provato dal committente nel momento in cui ha visto le prime pareti disarmate di fresco: invece dell’atteso colore grigio, tipico del calcestruzzo, si è trovato davanti delle superfici bluastre, se non addirittura blu. Fortunatamente l’effetto, dovuto alla presenza di solfiti, svanisce presto al contatto del calcestruzzo con l’ossigeno, e già da tempo le pareti hanno assunto il colore grigio. Le fessurazioni, invece, non scompaiono da sole, e se si usa calcestruzzo isolante, ciò va tenuto particolarmente presente. Poiché la densità del calcestruzzo impiegato presentava forti variazioni, per ottenere un aspetto uniforme della superficie esterna è stato necessario sottoporre il manufatto a sabbiatura, avendo cura di coprire gli intradossi di porte e finestre. Il cemento non asportato vicino alla cassaforma fa risaltare i riquadri delle finestre, che vengono così ad articolarsi nella facciata. Infine, per proteggere l’edificio dalle infiltrazioni, l’intera facciata è stata resa idrorepellente. Il tetto e i soffitti sono stati ottenuti con un calcestruzzo da costruzioni tradizionale, anche se il tetto aveva comunque sollevato qualche perplessità negli addetti alla preparazione delle casseforme. “Sono abituati ad armare per cento metri quadri al giorno, e qui, a volte, non se ne gettano più di due”, racconta il committente, “la complessità della geometria è stata per loro una grande sfida.” Ma l’intradosso del tetto vale ogni ora spesa per realizzarlo: il tetto “spezzettato” conferisce agli spazi del piano superiore un aspetto incantato, quasi sacrale. E attraverso i lucernari, piazzati con maestria, la luce del giorno invade corridoi e bagni. Questa cura della forma è presente in tutta la casa; la si può notare anche, ad esempio, nei punti luce disposti in modo preciso e discreto o nelle superfici oblique degli intradossi, che deviano lo sguardo o che lo lasciano vagare liberamente in giro. Scelta coerente di colori e materiali Anche la scelta dei colori e dei materiali è stata fatta con coerenza. Al grigio del calcestruzzo sono stati affiancati l’ocra del rovere di porte e finestre e il grigio antracite degli elementi metallici, del rivestimento dei pavimenti e dell’ardesia naturale del tetto, e infine il giallognolo del calcestruzzo di calce con cemento bianco, utilizzato per la pavimentazione dello spiazzo antistante il garage, le grandi lastre del sentiero che attraversa il giardino e il muro di recinzione in graffiato a forma di L, in perfetta armonia con la facciata. Se, allontanandosi, si guarda la casa, essa appare come un monolite che lascia intravedere la solidità dei suoi muri massicci; insieme alla facciata senza tubatura alcuna, ai profondi intradossi e al tetto spezzettato evocano l’immagine di un grande blocco di roccia, che ha trovato qui la sua collocazione definitiva. Del resto, come si dice, omen nomen: la casa si chiama proprio “Trovatello”. Pagina 21 Realizzazione Design e posa in opera del calcestruzzo Un esempio: la casa “Trovatello” 2 Creazione di varie ricette Differenti per • quantità di cemento • curve granulometriche • quantità di bolle d’aria • dosaggio del fluidificante 1 Costruttore, architetto e Responsabile Vendite discutono con il laboratorio le caratteristiche del calcestruzzo isolante Test del funzionamento dell’elevatore della miscela isolante contenente Liapor, situato dentro il silo: • funziona bene se leggermente umidificato Viene stabilito l’additivo per il calcestruzzo leggero: • Liapor 3 4/8 e Liaver 1/4 (sferette di vetro soffiato, che sostituiscono gli aggregati) Si testa un metro cubo di materiale per ogni ricetta, al fine di trovare quella che si mescola meglio in cantiere. • Il Modero 3B dà i risultati migliori 6 Impiego in cantiere • Si verifica che non rimangano residui di calcestruzzo e acqua all’interno della betoniera. • Ciascun lotto di fornitura viene controllato visivamente. • Il calcestruzzo, sia fresco che indurito, viene collaudato ad ogni tappa di avanzamento. Con il miscelatore da laboratorio vengono prodotti 30 litri di calcestruzzo per ogni ricetta, testando le seguenti proprietà: • massa volumetrica apparente • fluidità • plasticità 4 Test preventivi nella centrale Vengono stabiliti i tipi di cemento da utilizzare: • Normo 4 • Optimo • Cemento bianco • Modero 3B 7 Controllo della qualità del calcestruzzo 3 Test di laboratorio • Nella cantina vengono gettate diverse pareti-campione. • Il piano terra e i piani superiori vengono quindi realizzati “a tappe”, gettando da 5 a 23 metri cubi di calcestruzzo per volta. 5 Regolazione fine dell’im­ pianto di miscelazione Si controlla che la ricetta fornisca la quantità giusta di calcestruzzo anche nella centrale di betonaggio: • Verifica della resa con il cubo, ovvero un contenitore di acciaio da 1 metro cubo. Deve essere mantenuta la densità di 1.0. • La velocità del nastro trasportatore e il dosatore dell’impianto di miscelazione vengono regolati di conseguenza. Il costruttore e l’architetto effettuano il controllo della parete di prova realizzata. Dimension edizione 31/2015 Pagina 23 Realizzazione Una torre da record a Rottweil Partecipanti ai lavori Committente: Krupp Hoesch Stahl GmbH, Essen Rappresentante del committente: ThyssenKrupp Real Estate GmbH, Essen Utente: ThyssenKrupp Elevator (CENE) GmbH, Stoccarda Ditta appaltatrice: Ed. Züblin AG, Stoccarda Architetti: Jahn Architekten, Berlino Autore: Martin Grether A Rottweil, in Germania, la ThyssenKrupp ha commissionato la costruzione dell’impianto più alto del mondo per testare ascensori. La torre, alta 246 metri, è stata eretta in breve tempo con l’uso di casseri scivolanti, che consentono l’operatività del cantiere 24 ore su 24. L’urbanizzazione cresce oramai a livello mondiale, e sempre più persone premono verso le grandi città. È ovvio che bisogna costruire verso l’alto, perché solo così è possibile ottenere più superficie abitativa allo stesso prezzo. I grattacieli spuntano dal terreno in tutte le grandi città, ma sono costosi da realizzare e accessibili solo dal basso. Più sono alti gli edifici e più si allungano i percorsi. Se si vuole mantenere la capacità di trasporto, servono sempre più ascensori e quindi sempre più pozzi, cosa che riduce la superficie utile degli appartamenti. Chi riesce ad offrire una soluzione smart può guadagnare molto. La torre di Rottweil, alta 246 metri, è nata proprio per questo. Tempi rapidi La ThyssenKrupp sta sviluppando il nuovo sistema Multi che consentirà la circolazione contemporanea di più ascensori nello stesso tunnel, aumentando la capacità di trasporto. Ma anche i sistemi attuali hanno un potenziale di miglioramento, comunque da verificare e certificare. ThyssenKrupp ha fatto costruire una torre di collaudo con 12 pozzi per testare le sue innovazioni in condizioni reali e poterle quindi commercializzare. Innovativa è stata pure la procedura di assegnazione dell’appalto. “Dovevamo presentare un’offerta per l’opera “chiavi Dimension edizione 31/2015 in mano”, comprensiva di progettazione e statica”, racconta il capomastro Athanasios Coucouvis della Züblin, “laddove il committente voleva che la torre rispecchiasse la sua filosofia di innovazione e trasparenza e la sua leadership tecnologica.” Anche il timing dei lavori è ambizioso, e il termine di consegna inderogabile. Per rispettare la tempistica, la torre deve “crescere” di 3,6 metri al giorno. I tempi stretti hanno anche condizionato la scelta della metodologia costruttiva. “L’impiego delle tecniche tradizionali era da escludere a priori, perché avrebbe richiesto il quadruplo del tempo a disposizione. Dovevamo usare i casseri rampanti”, prosegue Coucouvis. I casseri scivolanti consentono di salire in alto a ciclo continuo, lentamente ma ininterrottamente. La velocità del sollevamento, comunque, dipende da diversi fattori, soprattutto dalla velocità di posa La rendering mostra la torre di Rottweil rivestita con la membrana di PTFE (© ThyssenKrupp). in opera del calcestruzzo, dall’inizio della presa e dal suo andamento. Il materiale deve ancora poter essere lisciato quan- La torre disporrà della piattaforma di osservazione aperta al pubblico più alta della Germania. Per salire sarà in funzione un ascensore panoramico. do si sale con le casseforme, ma deve comunque essere già sufficientemente solido da non ritirarsi. Ricetta complicata La tecnica a casseri rampanti presuppone grande esperienza e l’impiego di attrezzature particolari per garantire la necessaria velocità di sollevamento. Per la realizzazione dell’opera è stata coinvolta la ditta austriaca Bitschnau, specializzata in questo tipo di costruzioni. La torre ha un diametro di 21 metri, e fino ad un’altezza di 115 metri le sue pareti – sia quelle esterne che, parzialmente, quelle interne – sono spesse 40 cm. Da lì in su lo spessore si riduce a 25 centimetri. Il tempo di salita previsto determina un fabbisogno di calcestruzzo dell’ordine di 13 metri cubi l’ora. Prima di procedere alla posa in opera del materiale è stato comunque necessario effettuare diverse prove, dal momento che il calcestruzzo Statica: Werner Sobek, Stoccarda Ditta subappaltatrice: Bitschnau Gleit- & Schalungstechnik, A-Nenzing Calcestruzzo: tbu TransportbetonUnion GmbH & Co. KG, stabilimenti di Horgen e Neufra Cemento: Holcim (Süddeutschland) GmbH deve soddisfare parecchi requisiti. “Nel dicembre 2014 abbiamo testato le prime ricette”, racconta Ralf Kalde, responsabile della qualità del calcestruzzo. “ All’inizio il prodotto era troppo “umido”; allora abbiamo cambiato cemento, aggiunto ceneri volanti – che poi abbiamo eliminato –, ridotto il dosaggio del fluidificante e così via. Un lavoro di enorme pazienza.” Ma, dal punto di vista del calcestruzzo da impiegare, i 110 metri inferiori della torre, compreso il sotterraneo, sono stati i più difficili da realizzare. Qui era richiesto un C50/60 con un aumento costante della resistenza a partire dalla fase del calcestruzzo verde. “Man mano che si sale la resistenza richiesta diminuisce e si passa a un C40/50, e dai 130 metri circa in su a un C30/37, cosa, per noi, ben più semplice”, dice Kalde. Voglia o non voglia, comunque, la centrale di betonaggio ha dovuto adattarsi alle esigenze “h 24” del cantiere, inviando sul posto anche di notte una betoniera carica di calcestruzzo del tipo esatto richiesto ogni 45 minuti. Una pausa veniva effettuata ogni 40 metri di elevazione della torre al fine di poter allungare la gru in verticale. Presto saranno pronti gli elementi verticali grezzi. Un panorama grandioso Poiché i casseri rampanti non consentono di costruire in orizzontale, i controsoffitti verranno realizzati solamente a pareti esterne ed interne ultimate. Ogni 10 metri è previsto un solaio, la cui presenza si può intuire già da ora guardando le aperture sulle pareti esterne pensate per far filtrare la luce all’interno dei corridoi della torre, ma che non saranno più visibili a lavori ultimati, in quanto l’intera costruzione verrà completamente rivestita con una membrana di PTFE a forma di spirale, che conferirà alla torre un aspetto inconfondibile. La membrana non avrà solamente una funzione estetica, ma servirà anche a proteggere la struttura dal caldo e dal freddo. Infine, la torre avrà anche la più alta terrazza panoramica aperta al pubblico di tutta la Germania. A 232 metri di altezza si potrà godere un panorama a 360 gradi, in tutte le direzioni. La terrazza sarà raggiungibile con un ascensore panoramico che però, così come l’ascensore antincendio, non rientra nel programma dei test. www.aufzugsturm-rottweil.de Pagina 25 Realizzazione Una bellezza fatta per durare Casa editrice e Fondazione Feltrinelli A Milano si costruisce un nuovo edificio completamente trasparente progettato dallo studio Herzog & de Meuron per la casa editrice Feltrinelli e la Fondazione Feltrinelli. Il calcestruzzo faccia-vista delle colonne e dei soffitti deve soddisfare parametri molto restrittivi circa la permeabilità e il ritiro igrometrico. Dimension edizione 31/2015 La facciata si prolunga fino al timpano che viene così percepito come una fuga di vetrate fra le colonne (Porta Volta Fondazione Feltrinelli, Milano, Italia, Herzog & de Meuron, © Herzog & de Meuron). Pagina 27 Realizzazione li” se ne elevano altri quattro, che si rastremano fino al tetto. Questi piani, inoltre, non formano un classico tetto spiovente, ma “prolungano” coerentemente la facciata, costituita da pilastri di calcestruzzo e finestre alte quanto un intero piano, fino al timpano, che viene così percepito come una fuga di vetrate fra le colonne. Lo scheletro dell’edificio risulta, in questo modo, leggero ed estremamente trasparente, consentendo, da qualsiasi angolo lo si osservi, una vista quasi completa attraverso il fabbricato. A creare questo effetto contribuiscono in modo determinante le colonne della facciata con le loro dimensioni molto contenute, ma soprattutto con la loro sezione triangolare. È ovvio che queste colonne non siano rivestite, ma realizzate in calcestruzzo faccia-vista. Lo stesso vale per i soffitti dei solai dei piani che garantiscono così ai locali un’elevata omogeneità di materiali. I nuovi edifici producono un effetto-porta sull’ex Porta Volta (Porta Volta Fondazione Feltrinelli, Milano, Italia, Herzog & de Meuron, © Herzog & de Meuron). Autore: Martin Grether In Italia, Milano non è solamente il centro della moda, del design e dell’architettura, ma anche la capitale indiscussa dell’editoria. La Giangiacomo Feltrinelli Editore, nota anche per la sua catena di librerie, gestisce, insieme alla omonima Fondazione, uno dei maggiori centri europei di documentazione e ricerca nel campo delle scienze storiche, politiche, economiche e sociali, dove si può trovare un’infinità di libri, periodici, cartine e foto. Nel 2016 la Fondazione, che ha sede vicino al Teatro alla Scala, traslocherà presumibilmente insieme alla casa editrice a Porta Volta, a nord del centro. Riferimenti locali e storici In passato, quando Milano era ancora circondata da bastioni, Porta Volta era una delle porte d’accesso alla città. Dopo l’abbattimento dei bastioni nel XIX secolo e, soprattutto, dopo i bombardamenti della Seconda Guerra mondiale, l’area era rimasta per la maggior parte abbandonata o sottoutilizzata. Negli ultimi anni il sito, ubicato poco Dimension edizione 31/2015 distante dal centro, è stato fortemente rivalutato e oggetto di lavori di urbanizzazione che hanno coinvolto anche la vicina Porta Nuova (vedi Dimension 29, 2014). La zona esercita oggi una così forte attrattiva che la casa editrice e la Posa in opera di una delle colonne triangolari della facciata. rattere della vecchia porta cittadina. La forma delle costruzioni, inoltre, richiama sia l’architettura degli edifici urbani di Milano, sia il profilo delle cascine della campagna lombarda, in una fusione di impressionante trasparenza. La casa editrice e la Fondazione Feltrinelli tra­ slocheranno nel 2016 a nord della città. Milano vanta ora una nuova costruzione, che farà di Porta Volta una meta interessante per gli appassionati di architettura. Fondazione Feltrinelli hanno deciso di trasferirvi la propria sede, facendo erigere, allo scopo, una nuova costruzione. Il prestigioso studio di architettura Herzog & de Meuron di Basilea ha progettato gli edifici che per tipologia e posizione rispetto alla città si ispirano alla situazione originale. Si è arrivati così alla realizzazione di due opere architettoniche, che, correndo parallelamente alle vecchie mura spagnole, rievocano il ca- Il tetto: un tutt’uno con la facciata Si tratta, in concreto, di due edifici separati da un passaggio stretto che si sviluppano in lunghezza; uno di essi ospiterà sia la Fondazione sia la Casa editrice. La struttura più corta sorgerà in un secondo tempo sull’altro lato di Porta Volta. Visti in sezione, i nuovi complessi presentano, ad un primo sguardo, una struttura molto semplice: sopra quattro piani “convenziona- Evitare il ritiro igrometrico “I requisiti che il nostro calcestruzzo doveva rispettare erano, ovviamente, molto severi”, dice Attilio Berrino, Responsabile dei Grandi Lavori di Holcim Italia. “Come sempre, abbiamo dovuto dare garanzia della costanza qualitativa delle nostre forniture per tutta la durata dei lavori, cosa resa più semplice dalla nostra offerta integrata di calcestruzzo, cemento e aggregati. Abbiamo ottenuto la commessa grazie anche alla competenza tecnologica e all’affidabilità dimostrata nei lavori effettuati in passato con CMB”, dice, soddisfatto, Berrino. “Fin dall’inizio e anche in corso d’opera ci siamo coordinati con il project manager di CMB, Fabrizio Ceriani, e abbiamo dovuto effettuare molte altre prove per ottimizzare i prodotti in funzione delle esigenze di cantiere, delle condizioni climatiche e dei requisiti di capitolato.” Le richieste erano stringenti sia sulla durabilità dei materiali sia sull’estetica dei manufatti. Poiché una concausa degli inestetismi è la presenza di fessurazioni, il calcestruzzo utilizzato per le colonne non doveva presentare crepe di larghezza superiore a 300 micrometri per metro, mentre quello impiegato per l’intradosso dei solai non poteva avere crepe più larghe di 250 micrometri per metro. “Questo significa che il ritiro del materiale doveva essere ridotto al minimo”, spiega Lorenzo Casini, Assistenza Tecnologica Holcim Aggregati Calcestruzzi. “Ma c’erano ulteriori parametri da rispettare; inoltre, la composizione del calcestruzzo era in parte predefinita, cosa che ci metteva davanti a un compito arduo”, continua Casini. Proprio in relazione al ritiro del calcestruzzo hanno grande importanza le dimensioni dei manufatti e il rapporto fra la loro lunghezza e la loro larghezza oltre ai vincoli cui sono sottoposti. Le difficoltà maggiori in questo senso le abbiamo incontrate con i ballatoi che strutturano orizzontalmente la facciata. La loro forma molto lunga e molto stretta avrebbe favorito la formazione di crepe trasversali. alla perfezione, e in caso di possibile pioggia, venivano ricoperte per evitare la formazione di ruggine. L’impegno richiesto dalle opere in calcestruzzo faccia-vista è grande e coinvolge tutta la filiera di cantiere (calcestruzzo, carpenteria, modalità di getto e di curing), ma lo si mette in campo una volta sola. Milano avrà presto una nuova costruzione, imponente, e che, per gli amanti dell’architettura, varrà bene una visita a Porta Volta. Partecipanti ai lavori Committente: Finaval S.p.A. (società del gruppo Feltrinelli che gestisce il patrimonio immobiliare) Architetto: Herzog & de Meuron, Basilea Ingegneri: SD Partners S.r.l., Milano Costruttore: CMB Cooperativa Muratori e Braccianti (MO) Calcestruzzo: Holcim Italia Massima cura I soffitti non solo non dovevano presentare alcuna crepa, ma nemmeno impronte o tracce di ruggine. Per questo le casseforme andavano ripulite Pagina 29 Opere già in cantiere Roger Dällenbach Responsabile Vendite della Regione Svizzera centrale, Holcim (Svizzera) SA Chi cerca il glamour nell’edilizia, perde il proprio tempo. Nei cantieri si incontrano infatti persone in tuta e scarponi, che si muovono con la medesima fatica a più 30 gradi o a meno 10 sotto zero. Ciò che accomuna l’impiantista e l’ingegnere in ufficio è il sapere che si sta contribuendo a realizzare un’opera destinata a durare per moltissimi anni. Il settore principale delle costruzioni è una colonna portante anche per l’economia svizzera: l’anno scorso ha realizzato un fatturato record da 20 miliardi di franchi. Parlate a Roger Dällenbach del cantiere del Ceneri, e vedrete un lampo nei suoi occhi. Il Responsabile Vendite della Holcim per i cantoni della Svizzera tedesca non scopre volentieri le proprie carte e ha fama di essere un abile mediatore. Ma quando si tratta di progetti veramente grandi come la galleria di base del Ceneri o della centrale di accumulo di Linth-Limmern, per i quali sono stati forniti rispettivamente 1 milione di metri cubi di calcestruzzo e 150 000 tonnellate di cemento, ad avere il sopravvento sul Dällenbach freddo calcolatore è il Dällenbach appassionato ingegnere. “Costruire un tunnel che attraversa le Alpi è un’esperienza che si fa una sola volta nella vita”, dice. “Prima di redigere un’offerta, facciamo un grande lavoro interno di investimento e coordinamento, in modo da poterci presentare sicuri al cliente”. Tutto il pacchetto deve essere a posto: competenza tecnica, controlling, concorrenza leale, sicurezza sul lavoro, tutela della salute e, naturalmente, il prezzo. Fornire semplicemente il “cemento giusto” da tempo non basta più per potersi affermare sul mercato come premium brand. “E non si possono dimenticare le social skills, che consentono di trovare il tono giusto, dal direttore fino all’impiantista che rifornisce il cantiere”, prosegue Dällenbach. Dall’inizio della crisi economica in Europa, il settore delle costruzioni in Svizzera si trova a dover contrastare la forte pressione esercitata dalla concorrenza estera. Il numero dei fornitori si è moltiplicato in seguito alla comparsa sul mercato dei competitors europei. I committenti fanno gli ordini sempre più in ritardo, premendo così in modo crescente su tutti i fornitori. L’onda di consolidamento del settore edile viene vista dai clienti – per la maggior parte posizionati localmente – con un certo scetticismo. “Ogni giorno dobbiamo dimostrare di saper fare qualcosa di nuovo, facendo attenzione a che le riorganizzazioni interne non si ripercuotano automaticamente all’esterno in modo negativo”, precisa Roger Dällenbach. “Per questo bisogna avere un forte legame con il cliente, e anche godere della sua fiducia”. Holcim, dopo la fusione con Lafarge, potrà anche diventare più grande “ma noi con i nostri clienti continueremo a trattare da pari a pari”. CHI È Roger Dällenbach Roger Dällenbach è arrivato in Holcim Svizzera nel 2008. Dalla metà del 2010 è il responsabile Vendite per la Regione Svizzera centrale. Con 49 collaboratori segue le imprese edili e le centrali di produzione di calcestruzzo preconfezionato nella Svizzera tedesca. Dati personali signora signore Azienda Settore di attività Nome Cognome Determinati sul lavoro, “easy” nei rapporti umani: Marino Crescionini, gruppo Agir, e Roger Dällenbach (da sn.a ds.) Dimension edizione 31/2015 Indirizzo Per quanto riguarda la nostra rivista Dimension, oltre a descrivere bene i progetti attuali di Holcim, spazia su tutta la Regione Holcim Central Europe West, composta da Svizzera, Germania meridionale, Italia settentrionale e Alsazia. CAP / Comune Telefono E-mail Pagina 31 Holcim (Svizzera) SA Communications Hagenholzstrasse 83 8050 Zurigo Svizzera La sua opinione ci interessa. Partecipi al nostro sondaggio. In palio una visita personalizzata con guida a uno dei nostri siti e un viaggio su un dumper o su una betoniera. Scelga lei! Quali temi/rubriche di Dimension le interessano di più? Realizzazione Attualità Commenti su temi di attualità Dialogo Profili dei collaboratori Holcim Quali temi/rubriche di Dimension le interessano di meno? Realizzazione Attualità Commenti su temi di attualità Dialogo Profili dei collaboratori Holcim Desideri più ... Articoli che parlano di attualità Articoli brevi Interviste Notizie interne di Holcim Le piace il nostro giornale? (1 molto poco, 6 molto) 123456 Grafica Qualità degli articoli Formato del magazine Foto Cosa ti piace della rivista? Hai desideri, suggerimenti, critiche o idee per migliorare la rivista? Vinci uno dei cinque premi in palio. Scelga tra: Una visita guidata a un cementificio con un giro in dumper Una visita guidata in una cava con un giro in dumper Una visita guidata a una centrale di betonaggio con un giro in cantiere su una betoniera Sempre per due persone. Verranno forniti i necessari dispositivi di protezione individuale. Holcim (Süddeutschland) GmbH Dormettinger Strasse 23 72359 Dotternhausen Germania Telefono +49 7427 79 0 Fax +49 7427 79 201 [email protected] www.holcim-sued.de Holcim (Svizzera) SA Hagenholzstrasse 83 8050 Zurigo Svizzera Telefono +41 58 850 68 68 Fax +41 58 850 68 69 [email protected] www.holcim.ch Holcim (Italia) S.p.A. Via Volta, 1 22046 Merone (CO) Italia Telefono +39 031616111 Fax +39 031616250 [email protected] www.holcim.it