ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI ROMA

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RUMORE E VIBRAZIONI IN AMBIENTI DI LAVORO
VIBRAZIONI DEGLI EDIFICI E DELLE
STRUTTURE CIVILI
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IN COLLABORAZIONE CON
SONORA SRL
28 MAGGIO 2008
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RUMORE NEGLI
AMBIENTI DI LAVORO
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Cosa è il rumore?
Una sensazione uditiva prodotta da una
rapida variazione della pressione
atmosferica
Cosa origina rumore?
Vibrazioni meccaniche che mettono in
movimento le particelle di fluido attorno
alla loro posizione di equilibrio
Cosa è l’acustica
Lo studio dei problemi fisici, fisiologici e
psicologici legati a emissione,
propagazione e ricezione del rumore
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CARATTERISTICHE DEL RUMORE
L’evento sonoro si caratterizza per il suo
contenuto energetico (potenza o intensità
sonora) e per la frequenza
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CARATTERISTICHE DEL RUMORE
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CARATTERIZZAZIONE DELL’EVENTO
SONORO
*
RICETTORE
MEZZO DI TRASMISSIONE E
AMBIENTE RICEVENTE
SORGENTE
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CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE
RICEVENTE
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CAMERA ANECOICA
CAMERA RIVERBERANTE
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RICETTORE
L’orecchio umano trasforma gli eventi
sonori in sensazioni uditive
Sensibilità da 0 a 130 dB
Frequenze udibili da 20
a 20000 Hz
Campo uditivo
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RICETTORE
Curve isofoniche
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RICETTORE
Curve di ponderazione
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DEFINIZIONI
Livello di pressione sonora
Lp = 10* log
⎛p⎞
10⎜⎜ ⎟⎟
⎝ p0 ⎠
2
Unità di misura Decibel dB - Scala logaritmica
Livello continuo equivalente di
pressione sonora
⎧⎪ 1 Te⎛ pa(t)⎞2 ⎫⎪
⎟⎟ dt⎬
Leq(T) = 10* log10⎨ ∫ ⎜⎜
⎪⎩Te 0 ⎝ p0 ⎠ ⎪⎭
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NORMATIVA
DECRETO
LEGISLATIVO
TESTO
UNICO
D.Lgs. 9277/1991
aprile 2008 N. 81
Attuazione della direttiva 2003/10/CE relativa
all'esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli
agenti fisici (rumore)
Disciplina sul rumore quale sezione del Testo Unico
sulla sicurezza - Titolo VIII – capo II
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DEFINIZIONI
L Aeq(Te)
⎧1 N
0.1 (L Aeq(Te) )n ⎫
= 10 * log 10 ⎨ ∑ (Tm )n 10
⎬
⎭
⎩ Te n =1
n = l’indice dei periodi acusticamente omogenei
N = numero totale dei periodi acusticamente
omogenei per lavoratore
(TM)n = durata del dei periodo omogeneo
livello di esposizione giornaliera al rumore
⎛ Te ⎞
L EX ,8h = L Aeq(Te) + 10 * log⎜⎜ ⎟⎟
⎝ T0 ⎠
Valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione al
rumore per una giornata lavorativa nominale di otto ore
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VALORI DI ESPOSIZIONE
valore
azione
valore
di azione
inferiore
di
superiore
limite di esposizione
Livello di esposizione
giornaliera al rumore
(Lex/8h) in db(A)
pressione acustica
di picco
80
112 Pa pari a 135 db(C)
85
140 Pa pari a 137 db(C)
87
200 Pa pari a 140 db(C
Limite invalicabile
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NUOVI LIMITI DI AZIONE
Valori inferiori di azione
LEX, d (LEX, w) > 80 dB (A) Lppeak > 135 dB (C)
Informazioni e formazione dei lavoratori
Sorveglianza sanitaria (su richiesta del lavoratore e conferma del
medico)
Messa a disposizione dei DPI
Programmazione di misure tecniche ed organizzative
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NUOVI LIMITI DI AZIONE
Valori Superiori di azione
LEX, d (LEP, w) > 85 dB (A) Lppeak > 137 dB (C)
Sorveglianza sanitaria (una volta all’anno o diversamente indicato dal medico
competente con adeguata motivazione)
Il datore di lavoro esige l’utilizzo dei DPI
Segnaletica e regolamentazione per l’accesso a luoghi in cui si
possono determinare LeqA > 85 dB (A)
Programmazione di misure tecniche ed organizzative
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NUOVI LIMITI DI AZIONE
Limiti di esposizione
LEX, d (LEX, w) > 87 dB (A) Lppeak) > 140 dB (C)
azioni immediate
individuazione cause
misure preventive e protettive
deroghe
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Livelli di esposizione settimanali
Se il livello di esposizione giornaliera LEX,8h dello stesso lavoratore mostra una
variabilità significativa all’interno della settimana, è possibile:
¾assumere come livello di esposizione del lavoratore il valore massimo del livello di
esposizione giornaliera;
¾assumere come livello di esposizione del lavoratore quello calcolato su base
settimanale
Nel caso di variabilità del livello di esposizione settimanale va considerato il livello
settimanale massimo ricorrente
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VALUTAZIONE DEL RISCHIO
obbligo del datore di lavoro annesso alla valutazione
del rischio generale
Misurazione obbligatoria se si può ritenere che LEX > 80 dB (A)
Valutazione ripetuta quando ci sono modifiche acusticamente significative
Risultati della misurazione riportati nel documento di valutazione dei rischi
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INFORMAZIONE E FORMAZIONE
AI LAVORATORI
il datore di lavoro provvede affinché i lavoratori vengano informati e formati in
relazione ai rischi provenienti dall'esposizione al rumore, con particolare riferimento:
a) alla natura di detti rischi;
b) alle misure adottate per ridurre al minimo il rischio rumore;
c) ai valori limite di esposizione e ai valori di azione;
d) ai risultati delle valutazioni e misurazioni del rumore effettuate insieme a
una spiegazione del loro significato e dei rischi potenziali;
e) all'uso corretto dei dispositivi di protezione individuale dell'udito;
f) all'utilità e ai mezzi impiegati per individuare e segnalare sintomi di danni
all'udito;
g) alle circostanze nelle quali i lavoratori hanno diritto ad una sorveglianza
sanitaria e all'obiettivo della stessa;
h) alle procedure di lavoro sicure per ridurre al minimo l'esposizione al
rumore.
E’ obbligatorio l’addestramento all’uso dei DPI per l’udito.
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METODOLOGIA DI MISURA
Misura dei livelli di esposizione
Si fa riferimento alle norme tecniche
(UNI 9432:2002 e UNI 9432:2008 di prossima pubblicazione)
Metodi e strumentazioni adeguate con riferimento a:
9 caratteristiche del rumore da misurare
9 durata dell’esposizione
9 fattori ambientali
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METODOLOGIA DI MISURA
Strumentazione di misura
Microfono
Preamplificatore e
Fonometro
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METODOLOGIA DI MISURA
Strumentazione di misura
La catena di misurazione deve essere idonea:
– a rilevare il livello sonoro continuo equivalente ponderato A
– il livello sonoro di picco ponderato C
Nel caso risulti necessario calcolare l’attenuazione introdotta dal dispositivo di
protezione auricolare, essa deve essere idonea alla rilevazione di almeno una delle
seguenti grandezze: LCeq,T o Leqf,T in funzione del metodo di calcolo scelto
nell’ambito della UNI EN 458.
Il fonometro deve essere di classe 1 e conforme alla CEI EN 60804
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METODOLOGIA DI MISURA
Strumentazione di misura
Deve essere eseguita la Taratura periodica, preso Centri
riconosciuti SIT, con periodo non maggiore di 2 anni. Tale verifica
deve comunque avvenire dopo un evento traumatico per gli
strumenti o dopo una riparazione degli stessi.
Deve essere effettuata la Calibrazione acustica dell’intera catena di misura
prima e dopo ogni serie di misurazioni
Se lo strumento mostra uno scostamento dal valore di taratura del calibratore di
oltre 0,5 dB, i risultati ottenuti dopo la precedente calibrazione non possono
essere considerati validi.
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METODOLOGIA DI MISURA
Numero e durata delle misure
Rumore costante
Rumore che fornisce una indicazione di LPAS con variabilità massima di 3 dBA
è sufficiente l’esecuzione di una sola misurazione la durata della
misurazione può essere limitata al tempo necessario ad ottenere la
stabilizzazione entro ±0,3 dB(A) della lettura del livello LAeq,Tm, e
comunque non deve essere minore di 60 s
l’incertezza da campionamento è posta pari a zero.
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METODOLOGIA DI MISURA
Numero e durata delle misure
Rumore ciclico
Rumore che si ripete avente sempre le stesse caratteristiche di emissione ad
intervalli di tempo uguali
E’ sufficiente l’esecuzione di una sola misurazione. La durata della
misurazione deve essere pari ad un numero intero di cicli e comunque non
minore di 60 s
L’incertezza da campionamento è posta pari a zero.
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METODOLOGIA DI MISURA
Numero e durata delle misure
Rumore fluttuante
Rumore avente durata maggiore di 1 s con variabilità di LPAS maggiore di 3 dBA
a) esecuzione di una singola misurazione di durata pari all’intero periodo di
esposizione; in questo caso si ottiene una misurazione diretta di LAeq,Te e
l’incertezza da campionamento è posta pari a zero
b) mediante l’esecuzione di una singola misurazione relativa alla condizione
operativa più rumorosa.
L’incertezza da campionamento è posta pari a zero
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METODOLOGIA DI MISURA
Numero e durata delle misure
c) mediante un opportuno campionamento:
– si eseguono N≥ 3 misure, ciascuna di durata tale da garantire la
stabilizzazione del livello sonoro equivalente entro ±0,3 dB(A) e comunque non
minore di 5 min. Le misurazioni devono essere effettuate su
intervalli di tempo non consecutivi
– se la differenza fra il massimo e il minimo dei valori misurati è minore di 5
dB(A), si pone LAeq,Te uguale al valore medio
– se la differenza fra il massimo e il minimo dei valori misurati è maggiore di 5
dB(A), si deve utilizzare uno degli altri due metodi precedentemente indicati
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Articolo 191
D.Lgs. 9 aprile 2008 N. 81
Valutazione di attività a livello di esposizione molto variabile
1. Fatto salvo il divieto al superamento dei valori limite di esposizione, per
attività che comportano un'elevata fluttuazione dei livelli di esposizione
personale dei lavoratori, il datore di lavoro può attribuire a detti lavoratori
un'esposizione al rumore al di sopra dei valori superiori di azione,
garantendo loro le misure di prevenzione e protezione conseguenti e in
particolare:
a) la disponibilità dei dispositivi di protezione individuale dell’udito;
b) l’informazione e la formazione;
b) il controllo sanitario.
In questo caso la misurazione associata alla valutazione si limita a
determinare il livello di rumore prodotto dalle attrezzature nei posti
operatore ai fini dell’identificazione delle misure di prevenzione e protezione
e per formulare il programma delle misure tecniche e organizzative.
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METODOLOGIA DI MISURA
Posizioni di misura
Microfono posizionato nella posizione della testa dell’operatore
a circa 10 cm dall’orecchio dell’operatore
Microfono orientato nella direzione dello sguardo
Laddove la posizione della testa non è ben definita, l’altezza del microfono
dovrà essere:
per persone in piedi 1,55 m ± 0,075 m dal piano
per persone sedute 0,80 m ± 0,05 m dal centro del sedile
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MISURE TECNICHE ORGANIZZATIVE
obbligatorio un programma in caso di superamento del
valore inferiore di azione (80 dBA)
Eliminazione dei rischi alla fonte o loro riduzione al minimo, ed in ogni caso a livelli non
superiori ai limiti di esposizione attraverso:
• scelta di adeguate attrezzature;
• progettazione dei luoghi di lavoro;
• informazione e formazione sull’uso delle attrezzature di lavoro;
• adozione di misure tecniche;
• programmi di manutenzione;
• organizzazione del lavoro;
• segnalazione, perimetrazione e regolamentazione accesso aree in cui LEX > 85 dB (A);
• adeguatezza acustica dei locali di riposo
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Dispositivi di protezione individuale
Nel caso in cui siano insufficienti le misure per minimizzare il rischio si debbono
adottare i DPI.
Vengono messi a disposizione quando LEX > 80 dB (A) o Lppeak >135 dB (A).
Debbono essere impiegati quando LEX > 85 dB (A) o Lppeak >137 dB (A).
Si debbono considerare gli effetti sulla comprensione dei segnali di avvertimento
o altri rumori.
Vengono scelti per eliminare o ridurre al minimo il rischio per l’udito.
Occorre verificarne l’efficacia.
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Dispositivi di protezione individuale
L’attenuazione acustica è valutata in laboratorio (norma ISO 4869-1) attraverso
una prova soggettiva
Valore di protezione (ISO 4869-2):
DPVf x = mf - k . sf
dove:
mf è l’attenuazione media misurata alla frequenza f
sf è la deviazione standard
K è il coefficiente moltiplicativo associato ad una data percentuale di persone
protette
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Dispositivi di protezione individuale
Metodi per valutare il livello sonoro di un lavoratore che indossa i DPI:
OBM in base ai livelli per banda di ottava
HLM in base alle attenuazioni in bassa, media e alta frequenza e ai livelli di
pressione sonora ponderati A e C
SNR in base ad una attenuazione media sulle varie frequenze (SNRX) e al
livello sonoro ponderato C
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Dispositivi di protezione individuale
Attenuazione reale offerta dai dispositivi di protezione auricolare
I valori di attenuazione ottenuti con i metodi precedenti devono essere
moltiplicati per un fattore β
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Dispositivi di protezione individuale
valutazione dell’attenuazione sonora di un
protettore auricolare
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Dispositivi di protezione individuale
Minore efficacia dovuta a:
• mancanza di adeguata formazione
• taglia dei DPI non adeguata alle caratteristiche dei lavoratori
• movimenti dei lavoratori, soprattutto mandibo – vestibolari
• spostamento del DPI (ad esempio perché fastidioso)
• perdita di prestazioni nel tempo
• insufficienti manutenzioni o ricambi
• presenza di occhiali, capelli lunghi, barba,, ecc ecc…
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Adattamento corretto degli inserti auricolari
1) Prima di maneggiare gli inserti di
protezione acustica lavarsi accuratamente
le mani.
Questa misura d’igiene è indispensabile nel
caso di utilizzo di inserti adattabili che
richiedono una manipolazione prima di
essere inseriti nel condotto uditivo
2) L’introduzione dell’inserto nel condotto
uditivo deve avvenire preferibilmente
tirando verso l’alto l’estremità superiore
del padiglione auricolare. In tale modo si
raddrizza il condotto uditivo.
3) Spingere delicatamente l’inserto nel
condotto uditivo lasciando sporgere solo
la parte terminale.
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CALCOLO DELL’INCERTEZZA
Incertezza sul livello di esposizione
91. incertezza da campionamento, ua (calcolata)
92. incertezza da posizionamento dello strumento, uP (1 dB)
93. incertezza sui tempi di esposizione, uT (non considerata)
94. incertezza strumentale, uS (0,5 dB o calcolata in base ai dati dell’ultima taratura)
95. incertezza legata alla (eventuale) presenza di dispositivi di protezione
auricolare, uD (già considerata nel metodo di valutazione dell’attenuazione)
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CALCOLO DELL’INCERTEZZA
Incertezza sul livello di esposizione giornaliera
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CALCOLO DELL’INCERTEZZA
Incertezza sul livello di esposizione settimanale
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CALCOLO DELL’INCERTEZZA
Incertezza strumentale
Valore da ricavare dal certificato
di taratura o pari a 0.5 dBA
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