RIVOLIMUSICA Stagione concertistica 2009/2010 Sabato 24 Ottobre 2009 Venerdì 11 Giugno 2010 18 concerti ad ingresso libero 7 concerti a pagamento • Auditorium Istituto Musicale (via Capello 3) • Castello di Rivoli (piazza Mafalda di Savoia) • Casa del Conte Verde (via Fratelli Piol 8) • Chiesa di San Martino (via San Martino, 3) • Teatro di Rivoli (via Vernante 14) INFO Istituto Musicale Città di Rivoli Via Capello 3 Rivoli Tel/fax 011 9564408 e-mail: [email protected] www.istitutomusicalerivoli.it 1 Sono passati pochi mesi dall’insediamento della nuova Amministrazione comunale e, dopo il necessario periodo di “assestamento”, ecco che si entra nel vivo della programmazione delle attività. Nelle linee guida del mandato dell’Amministrazione comunale una delle proposte fondamentali di sviluppo turistico/culturale della Città passa proprio attraverso il progetto “Rivoli Città della Musica”. Un progetto forte che parte dalla valorizzazione delle risorse presenti sul territorio dove l’Istituto Musicale rappresenta sicuramente una delle punte di diamante dello sviluppo e della diffusione della cultura musicale. Corsi e attività didattiche da una parte, ma anche promozione e diffusione della musica attraverso concerti ed eventi di alto livello che sono ormai diventati una tradizione, un appuntamento atteso, nella stagione invernale rivolese. Il cartellone che prende il via si presenta ricco di proposte interessanti in grado di offrire ai rivolesi un panorama vasto e articolato di artisti e musicisti che, siamo certi, saranno apprezzati dai cittadini. Un grazie dunque all’Istituto Musicale e a quanti collaborano per la realizzazione di questa manifestazione che costituisce un importante tassello nel progetto “Rivoli Città della Musica”. Franco Rolfo Assessore alla Cultura Franco Dessì Sindaco di Rivoli Giunto alla sua decima edizione attraverso una progressiva crescita quantitativa e qualitativa degli appuntamenti musicali, la rassegna “Rivolimusica”, proposta dall’Istituto Musicale Città di Rivoli e resa possibile anche grazie al contributo della Compagnia di San Paolo, che l’ha selezionata all’interno dell’edizione 2009 del bando “Arti Sceniche in Compagnia”, e in collaborazione con Regione Piemonte e Piemonte in Musica, prosegue nella sua linea culturale intesa a infrangere le barriere fra i generi e gli stili musicali; nello stesso tempo accentua la sua vocazione didascalica, potenziando i momenti esplicativi che precedono ogni concerto, sia sui brani eseguiti, sia sui compositori e sugli esecutori, per far sì che il pubblico venga sempre più agevolato nella fruizione corretta dell’evento musicale. Una sessantina di artisti di primo piano si succederanno sul palcoscenico dell’Auditorium dell’Istituto e in altre prestigiose sedi cittadine: dal Castello di Rivoli alla Chiesa di San Martino, dalla Casa del Conte Verde al nuovo Teatro di Rivoli. Un panorama ampio di offerte, capace di corrispondere a tutti i gusti di un pubblico il più possibile variegato. Ci auguriamo che ancora una volta il pubblico rivolese e non solo rivolese, corrisponda alle attese, apprezzando lo sforzo organizzativo e finanziario messo in campo dalla Città di Rivoli e dagli Enti finanziatori. Il nostro obiettivo è di affermare sempre più Rivoli come città dell’arte e della musica di qualità, mettendo in rete risorse, competenze e passioni che accomunano quanti operano nel settore della diffusione di una cultura musicale di base di buon livello. Andrea Maggiora (direttore artistico) 2 Edoardo Zanone Poma (presidente) 3 Sabato 24 ottobre 2009 Teatro di Rivoli - ore 21 Ingresso 10 euro - ridotti 5 euro Enrico Pieranunzi piano solo Divagando intorno a Scarlatti Arte dell’’improvvisar-componendo o del comporre- improvvisando sonate di Domenico Scarlatti esposte e ri-composte con l’improvvisazione 4 Enrico Pieranunzi, nato a Roma nel 1949, è da molti anni tra i protagonisti più noti ed apprezzati della scena jazzistica europea. Pianista, compositore, arrangiatore, ha registrato più di sessanta CD a suo nome spaziando dal piano solo al trio, dal duo al quintetto. Ha collaborato, in concerto o in studio d’incisione, con Chet Baker, Lee Konitz, Marc Johnson, Joey Baron, Paul Motian, Charlie Haden esibendosi nei più importanti festival internazionali, da Montreal a Copenaghen, da Berlino a Madrid a Gerusalemme. Di lui il famoso scrittore e giornalista nordamericano Nat Hentoff ha scritto: “Pieranunzi è un pianista di intenso lirismo, capace di tirar fuori un’idea dietro l’altra e di disegnare linee caratterizzate da una grande chiarezza e logica interna; egli è in grado di swingare con energia e freschezza e, nello stesso tempo, di non perdere mai la sua capacità poetica. La sua musica canta” . Ray Spencer su “Jazz Journal” ha scritto dal canto suo che “Enrico Pieranunzi immette nuova linfa nel jazz contemporaneo”. Diverse sue composizioni sono diventate, in ambito internazionale, veri e propri “standards” e tre di queste - due nel 1991, una nel 2001 - sono state incluse nei prestigiosi “New Real Book” pubblicati negli Stati Uniti dalla “Sher Music”. Ha scritto per la casa editrice “Stampa Alternativa” una biografia-saggio su Bill Evans dal titolo “Bill Evans - Ritratto d’artista con pianoforte”. Nel recensirla sulla nota rivista inglese “The Wire” Andy Hamilton ha osservato che “anche nello scrivere Pieranunzi mostra di sapersi esprimere con la stessa eleganza e profondità con cui suona il pianoforte”. 5 Sabato 31 ottobre 2009 Auditorium Istituto Musicale - ore 21 Ingresso libero Ore 20,30 «un quarto d’ora prima»: brevi conversazioni con i musicisti Angelo Adamo Quartett Angelo Adamo Guido Di Leone Paolo Benedettini Alessandro Minetto armonica chitarra contrabbasso batteria My foolish harp My one and only love Bel Bottom Nardis My foolish heart Mizzy il gatto Apple juice Dolphin Dance La mela di Carmela How insensitive Blue ‘n green Sea journey My one and only love - 2nd 6 Angelo Adamo, laureato in Astronomia presso l’Università di Bologna con la tesi “Proprietà statistiche della distribuzione delle galassie” ha studiato pianoforte al Conservatorio di Cosenza e recitazione presso il Teatro S. Martino di Bologna. Musicista (strumenti: armonica cromatica e diatonica, piano, percussioni, melodica, chitarra ritmica) con lunga attività di concerti in locali, teatri, festival e come turnista in numerose registrazioni e trasmissioni televisive. In qualità di musicista-compositore ha pubblicato “Quanta”, un disco prodotto dall’agenzia modenese “Le muse group”, dedicato alla natura, colonna sonora del suo spettacolo intitolato “Il cielo è di tutti” consistente in proiezioni di immagini di cielo profondo, commento musicale e testuale dal vivo. Ha licenziato di recente il CD “Film Ciechi” pubblicato dalla Crotalo Records. Suona musica classica, pop e jazz svolgendo intensa attività solistica con diverse formazioni. Tra gli artisti con cui ha collaborato: G. Morandi, S. Bersani, T. Ferro, J. de Leo, C. Lolli. 7 Sabato 7 novembre 2009 Auditorium Istituto Musicale - ore 18 e 21 Ingresso 5 euro - ridotti 4 euro Bruno De Petris voce recitante Alberto Bosio percussioni riciclate Carmen Sampaolo pianoforte Le avventure di Verdolino fiaba in musica per bambini Testo di Barbara Abruzzesi Musica di Carla Rebora Bruno De Petris, si è diplomato in scenografia presso l’Aaccademia di Belle Arti di Torino. Ha seguito inoltre corsi di dizione e stages di approfondimento su mimo e commedia dell’arte presso il Teatro Nuovo di Torino. Ha ricevuto il premio come migliore attore caratterista per l’interpretazione di messer Nicia nella “Mandragola” di Machiavelli alla 15ª edizione dello Schia Festival Teatrale del Veneto. Interpreta testi di fiabe musicali per ragazzi. Alberto Bosio, ha collaborato in qualità di percussionista con le orchestre del Teatro Regio di Torino, Carlo Felice di Genova, Comunale di Bologna e le orchestre RAI. Diplomatosi al Conservatorio di Milano con Maurizio Ben Omar si é poi perfezionato in musica contemporanea a Copenaghen con Gert Mortesen, è titolare della cattedra di Strumenti a Percussione presso il Conservatorio di La Spezia. Collabora con i compositori italiani dell’area sperimentale alla ricerca di nuove sonorità e alla realizzazione di concerti con musiche in prima esecuzione assoluta. Carmen Sampaolo, pianista venezuelana, si è diplomata presso il Conservatorio di Caracas con Carmen Moleiro. Ha vinto tre borse di studio grazie alle quali ha potuto perfezionarsi presso l’Università Cattolica di Washington. Grazie alla sua vasta esperienza sia in campo didattico che concertistico, Rugginenti Editore le ha pubblicato il libro “La lettura a prima vista“. 8 9 Sabato 14 novembre 2009 Auditorium Istituto Musicale - ore 21 Ingresso libero Ore 20,30 «un quarto d’ora prima»: brevi conversazioni con i musicisti Maxence Larrieu Giuseppe Nova Marco Allocco flauto flauto traverso violoncello Dedicato a Franz Joseph Haydn F. Joseph Haydn I London Trios Trio di Londra n. 1 in Do magg. Hob. IV: 1 Trio di Londra n. 2 in Sol magg. Hob. IV: 2 Trio di Londra n. 3 in Sol magg. Hob. IV: 3 Trio di Londra n. 4 in Sol magg. Hob. IV: 4 J. C. Bach Trio in Do maggiore W. A. Mozart Tre Arie da “Il Flauto Magico” e “Don Giovanni” Trascrizione storica del 1791 K. Stamitz Trio in Sol maggiore Maxence Larrieu è stato insignito dal governo francese della Legion d’Onore e del Cavalierato delle Arti e delle Lettere. Nella sua carriera ha ottenuto traguardi raramente eguagliabili, come i 12 “Grand Prix du Disque” o la registrazione di gran parte della letteratura flautistica, con oltre 140 album. Titolare, per molti anni, delle cattedre presso i Conservatori Superiori di Lione e Ginevra, ha tenuto corsi di perfezionamento in tutto il mondo, dall’estremo oriente agli Stati Uniti, all’Europa intera, contribuendo in modo sostanziale alla diffusione della Scuola flautistica francese e della grande tradizione musicale europea. Enfant prodige, ha iniziato lo studio del flauto presso il Conservatorio della sua città, Marsiglia, sotto la guida di Joseph Rampal; nel 1954, dal 1° premio nei concorsi internazionali di Monaco e di Ginevra. Primo flauto solista dell’ORTF, dell’Opera Comique e dell’Opera di Parigi, si è in seguito dedicato ad una strabiliante carriera solistica, con le orchestre e direttori più prestigiosi; un commento del celebre “Le Figaro “, recita: ”il flauto incanterebbe, se non fosse incantato da Maxence Larrieu”. Giuseppe Nova dopo studi in Italia e Francia (Conservatorio Superiore di Lione) ha esordito nel 1982 come solista con l’Orchestra Sinfonica della RAI. Ha tenuto Master in tutto il mondo; insegna presso la Fondazione Musicale di Aosta, la Fondazione Arts Academy in Roma, Visiting Artist del St. Mary’s College of Maryland, USA. Diverse le sue registrazioni su CD (tra gli altri con Maxence Larrieu, Bruno Canino, Arnoldo Foà, Wolfgang Schulz), dal 2005 incide per Camerata Tokyo. È Direttore Artistico del festival Italy&USA, Alba Music Festival. Recentemente Giuseppe Nova è stato inserito, nel volume Il Flauto Traverso (Italia, edizioni EDT 2003), tra “... gli interpreti che si sono imposti alla fine del secolo... solisti con carriera internazionale...”. Marco Allocco, diplomato con il M° D. Destefano al Conservatorio di Cuneo, perfezionamento presso la Scuola di Musica di Fiesole. Violoncellista dell’ensemble “Quintettango”, gruppo che intende divulgare la musica di Astor Piazzolla, formazione con la quale ha al suo attivo la registrazione di tre cd. 10 11 Sabato 21 novembre 2009 Auditorium Istituto Musicale - ore 21 Ingresso libero Ore 20,30 «un quarto d’ora prima»: brevi conversazioni con i musicisti Massimo Macrì Giacomo Fuga violoncello pianoforte Omaggio a F. Mendelssohn F. MendelssohnBartholdy Variations concertantes in re magg. op.17 Sonata in re magg. op.58 Allegro assai vivace Allegretto scherzando Adagio - Molto allegro e vivace F. Chopin Sonata in sol min. op.65 Allegro moderato Scherzo, allegro con brio Largo Finale, allegro 12 Massimo Macrì si è diplomato al Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma. Ha seguito corsi e seminari con Andrè Navarra, perfezionandosi poi in Italia e in Germania con S. Palm. In qualità di primo violoncello ha suonato nell’Orchestra dell’Arena di Verona, il teatro dell’Opera di Roma, l’Orchestra della RAI di Milano e, dal 1985 fino al ’94, è stato il primo violoncello dell’Orchestra Sinfonica della RAI di Roma. Attualmente è primo violoncello solista dell’Orchestra Nazionale della RAI. Numerose le collaborazioni con direttori: Bichkov, Giulini, Sinopoli, Inbal, Maazet, Metha, Sawallisch. Giacomo Fuga diplomato al Conservatorio “G. Verdi” di Torino ha suonato per l’Accademia di S. Cecilia e l’Auditorium del Foro Italico di Roma, il Teatro Comunale di Bologna, il Festival Settembre Musica. Dal 1987 è componente del Trio di Torino, col quale svolge un’intensa attività concertistica (Settimane Musicali di Stresa, Festival dei Due Mondi di Spoleto, Festival Settembre Musica, Unione Musicale di Torino, Accademia Nazionale di S. Cecilia di Roma, Ravenna in Festival, ecc), vincendo inoltre il Primo Premio al Concorso Internazionale “G. B. Viotti” di Vercelli (1990) e il Secondo Premio al Concorso Internazionale di Musica da Camera di Osaka nell’aprile 1993. Giacomo Fuga è docente di pianoforte principale al Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria. 13 Sabato 28 novembre 2009 Auditorium Istituto Musicale - ore 21 Ingresso libero Ore 20,30 «un quarto d’ora prima»: brevi conversazioni con i musicisti Andrea Macchi pianoforte A. Skrjabin Sonata n. 3 op. 23 in fa diesis minore B. Bartòk Suite all’aria aperta J. Ligeti Musica ricercata C. Boccadoro Midnight Variations Andrea Macchi, diplomato presso il Conservatorio di Milano con il M° Annibale Rebaudengo. Perfezionamento e vari seminari didattici con i maestri Bruno Canino, Boris Petrushansky ed Emanuele Arciuli. Vince nel 2001 il “Concorso interregionale di Gorgonzola” e partecipa più volte alla rassegna “I concerti della Triennale”, organizzata dal Conservatorio di Milano e dalla Triennale, eseguendo in particolare musiche del ‘900. Si è esibito per il Festival di musica contemporanea “Milano cinque giornate” e in duo con il soprano Shin Eun-Hye presso l’Università Popolare di Milano e di Reggio Calabria. SEMINARIVOLI - Incontri internazionali di formazione musicale concerto dei partecipanti al seminario “pianisti e compositori a confronto” tenuto da Emanuele Arciuli nel 2009 14 15 Sabato 5 dicembre 2009 Castello di Rivoli - ore 21 Ingresso 5 euro - ridotti 4 euro Ezio Bosso and the Buxusconsort Giacomo Agazzini Roberta Bua Roberto Tarenzi Claudia Ravetto Pietro Ballestrero Ezio Bosso violini viola violoncello chitarra direttore, contrabbasso Between Screen and Stage Introduction à la Patagonie pour contrebasse solo Via di Mille e una cometa per quintetto Il cielo visto dalla luna per quintetto Colloqui con se stesso per contrabbasso e quartetto d’archi Rumba verso il buco* Danza della paura* Danza Per Volare* Mmdu per contrabbasso solo Danza dell’albero* Le Notti… per contrabbasso Il Buxusconsort è un gruppo a geometria variabile che oltre a suonare dal vivo e registrare tutte le composizioni di Ezio Bosso spazia in un repertorio scelto con un occhio di riguardo alla divulgazione dei nuovi linguaggi emotivi, dal periodo romantico sino ai giorni nostri, formato da 20 giovani musicisti italiani e guidati da professionisti della scena internazionale, il Buxus si muove in un’ottica innovativa comprendendo anche l’uso della tecnologia così come autoprodurre discografia e colonne sonore. Il concetto del gruppo è simile a quello di una Band, con prove fisse e registrazioni programmate per produrre, studiare e perfezionare il suono, lo stesso scambio tra musicisti e tecnici fa parte del modo di lavorare. Dan Bora e Hector Castillo sono gli ingegneri del suono del Looking Glass Studio di NYc, lo studio di Philip Glass e sono i producer supporter e collaboratori ufficiali del Gruppo oltre ad essere i sound designer dei Lavori di Ezio. Il Buxus si presenta dal vivo da 4 a 30 elementi misti. Ezio Bosso è considerato ormai uno dei più importanti esponenti del neo-minimalismo internazionale. Dopo una carriera da solista del contrabbasso (uno dei pochi per lo strumento) dagli anni 90 è attivo come compositore sia in ambito concertistico-operistico che con produzioni internazionali nel cinema, nella danza e nel teatro. Firmando la musica del film “Io non ho paura” di Gabriele Salvatores ha ottenuto grandi successi di critica e pubblico e una special nomination agli Oscar. Tra le tante produzioni e collaborazioni ricordiamo, Christopher Wheeldon, il San Francisco Ballet, I Ballet Boyz, Scottish Dance Theater, ROH, Il Saddler wells, Sidney Dance Company e Rafael Bonachela. Vive e lavora a Londra. Who cares about the bluebird tune** I make his crescent fill or lack** I Came to buy a smile** Il titolo è… per chitarra e contrabbasso Speed Limit*** Noises** * Dal film “Io Non Ho Paura” di Gabriele Salvatores ** Da Emily Reel 15th *** Da Road Signs Variations 16 17 Sabato 12 dicembre 2009 Teatro di Rivoli - ore 21 Ingresso 5 euro - ridotti 4 euro Ore 20,30 «un quarto d’ora prima»: brevi conversazioni con i musicisti Orchestra flessibile dell’Istituto Musicale città di Rivoli Allievi e docenti insieme per un progetto orchestrale Solisti Massimiliano Gilli Paola Secci Alessandra Masoero Diego Marangon Mario Gullo violino violoncello flauti chitarra D. Cimarosa Concerto per 2 flauti e orchestra H. Villa-Lobos Concerto puor Guitare e Petit Orchestre (1951) A. Corelli Concerto grosso n.6 18 L’Orchestra Flessibile Diversi aspetti rendono questo nuovo progetto significativo per l’Istituto Musicale Città di Rivoli: nasce da un’idea condivisa ed elaborata collegialmente insieme ai colleghi docenti ed è il risultato naturale di anni di lavoro, progetti, discussioni e confronti a volte accesi, ma soprattutto idee intorno alle attività didattiche per la musica d’assieme dedicate ai nostri allievi, priorità e oggetto di investimento da parte della scuola. L’esigenza era quella di avere un complesso orchestrale di buon livello, stabile e residente all’Istituto, che fosse un’attività di produzione musicale, ma anche didattica, flessibile a repertori diversi e non solo tradizionali; il coinvolgimento degli allievi a fianco di professionisti nella stessa formazione orchestrale è forse l’aspetto più innovativo e stimolante per una scuola di musica che vuole proporsi come scuola di base e proporre il coinvolgimento, e non la selezione, come missione operativa. Il coinvolgimento dei docenti/esecutori in qualità di solisti per questo programma risponde anche al bisogno di valorizzare le loro competenze artistiche, vere e proprie risorse presenti e attive ormai da tanti anni all’interno della nostra scuola. Per questi motivi ringraziamo chi crede e sostiene questo progetto, a cui auguriamo di crescere. (Andrea Maggiora - coordinatore Istituto Musicale Città di Rivoli) 19 Sabato 19 dicembre 2009 Centro Congressi Città di Rivoli - ore 21 Ingresso libero Trovesi & Coscia Gianluigi Trovesi Gianni Coscia clarinetti fisarmonica In cerca di cibo Brani del compositore milanese Fiorenzo Carpi, Luigi Comencini, Luis Bacalov e improvvisazioni su temi delle colonne sonore italiane A lungo considerato un musicista per musicisti, Gianluigi Trovesi da diversi anni è riuscito ad incontrare un pubblico più ampio sia in Italia che all’estero. Dopo un attento studio classico del clarinetto, Gianluigi Trovesi si è guadagnato da vivere negli anni ‘60 e primi ‘70 suonando ogni genere immaginabile di musica, dalla musica da ballo a quella orchestrale, al jazz tradizionale e moderno. La sua brillante qualità di solista emerse per la prima volta nel quintetto di Giorgio Gaslini. Da non sottovalutare anche il lungo sodalizio con l’orchestra “leggera” della RAI di Milano. Fra i suoi contemporanei tuttavia, Trovesi aveva un atteggiamento atipico, per la sua convinzione che un jazzista europeo aveva senso se inserito nella sua area geografica, e col suo trio, formato nel 1977, esplorò i confini fra la musica folkloristica italiana ed il jazz sperimentale. Collaborazioni con l’Italian Instabile Orchestra, a progetti di Paolo Fresu, Bruno Tommaso, Franco D’Andrea, Giancarlo Schiaffini, Pino Minafra, Paolo Damiani, Keith Tippett, “Carmen” di Enrico Rava. Gianni Coscia, dopo aver completato gli studi classici, ha svolto la professione di avvocato per molti anni, lavoro che ha relegato la musica nel “retrobottega”. Ciononostante, proprio in questo periodo, ha suonato con diversi musicisti americani in visita nel nostro paese come Joe Venuti, Bud Freeman e Sir Charles Thompson. Fortemente influenzato dalla musicalità e dall’autorevole carisma di Gorni Kramer, compositore, fisarmonicista e band leader molto popolare per le sue frequenti apparizioni televisive, può oggi esserne considerato il successore anche per l’eclettica capacità di spaziare attraverso generi diversi. Coscia ha interpretato magnificamente il repertorio di Kramer in un progetto dal titolo “A Kramer piaceva così”. Nell’85 ha pubblicato l’album di grande successo “L’altra fisarmonica” in cui lo strumento si combina con un quartetto d’archi esplorando variazioni su temi popolari italiani. “La Briscola”, del 1989, sigla la reunion con Trovesi, e da allora i due musicisti hanno lavorato insieme in molti progetti Un discorso a parte merita il suo ruolo di “accompagnatore“ di voci femminili, prima fra tutte la sua storica collaborazione con Milva seguita letteralmente in tutto il mondo, e parallelamente con altre cantanti come Gioconda Cilio, Mariapia De Vito, Lucia Minetti. Nel 1995 Trovesi e Coscia pubblicano il loro primo album “Radici” per l’Egea. Questo disco ha avuto, come è noto, esiti di critica e pubblico di gran lunga superiori ad ogni aspettativa ed è stato ristampato diverse volte. 20 21 Sabato 23 gennaio 2010 Auditorium Istituto Musicale - ore 21 Ingresso libero Ore 20,30 «un quarto d’ora prima»: brevi conversazioni con i musicisti Stefano Battaglia Christian Thoma Maurizio Rinaldi Fabrizio Saiu piano, piano preparato oboe, corno inglese, clarinetto basso chitarra elettrica, electronics percussioni Theatrum Antitesi del Punto Curva Dominante Linee in Movimento Dessau 1925 Entità Geometriche Funerale a Neuilly-Sur-Seine La Quiete del Cerchio La Dinamica del Trapezio Coni Magici Spiritualità del Triangolo Punto Linea Superficie Stefano Battaglia ha tenuto dal 1984 ad oggi più di 1000 concerti in Italia e all’estero collaborando con molti musicisti internazionali e pubblicando più di settanta dischi (di cui dieci per solo piano). È docente ai seminari “Siena Jazz” dal 1988 e al Corso di specializzazione e di Alta Qualificazione Professionale per esecutori di musica jazz di Siena, dove dirige dal 1996 il Laboratorio Permanente di Ricerca Musicale, spazio da cui è nato l’organico orchestrale Theatrum. Ha svolto un’intensa ricerca attorno al dialogo tra strumenti a percussione, evidenziata dalle collaborazioni con i percussionisti Pierre Favre (l’album Omen), Tony Oxley (il cd Explore è stato votato negli Stati Uniti tra i migliori dieci album europei del decennio 1990-2000) e Michele Rabbia (Stravagario I e II). Inizia nel 2004 la collaborazione con la prestigiosa casa discografica tedesca ECM, con cui pubblica un doppio album Re: Pasolini ispirate dall’opera di Pier Paolo Pasolini. Il programma tributo a Pasolini viene eseguito nelle più prestigiose sale da concerto, tra cui la Steinway Hall di New York, l’Alte Oper di Francoforte e il Teatro Vachron di Atene e viene premiato tra i dieci migliori album dell’anno. Christian Thoma, si è diplomato presso il Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria e in Jazz presso il Conservatorio “G. Verdi” di Torino. Si avvicina alla “musica di confine” che maggiormente lo rappresenta e con la quale può esprimersi sia come esecutore in generi poco praticati con il suo strumento, sia come compositore. Ha composto colonne sonore di cortometraggi e documentari, musiche per il cinema, musiche di scena per spettacoli teatrali. Insegna Formazione Musicale Generale e Improvvisazione presso l’Istituto Musicale della Valle d’Aosta. Maurizio Rinaldi, laurea in fisica e diploma in jazz presso il Conservatorio “L. Marenzio” di Brescia, ha frequentato i seminari estivi 2004 della Berklee School of Music a Peurgia. Attivo nella sonorizzazione di film muti ha collaborato con Oltre l’Immagine 2006, Arena Sonica 2007, Museo Nazionale del Cinema di Torino). Con il duo Phi 4 è vincitore del primo premio del concorso Giovani Musicisti Europei 2008 di Strade del Cinema Festival Internazionale del Cinema Muto Musicato dal Vivo. Fabrizio Saiu ha studiato percussioni con Miroslav Vitous, Buch Morris, Guillermo E. Brown, Giancarlo Schiaffini, Pietro Tonolo. Dal 2006 lavora stabilmente nei Laboratori di Ricerca Musicale, guidati da Stefano Battaglia. Nel 2008 viene premiato con il 1° posto (Strade del Cinema-Aosta) nell’ambito del VII Concorso Internazionale per la sonorizzazione del cinema muto. 22 23 Sabato 30 gennaio 2010 Auditorium Istituto Musicale - ore 21 Ingresso 5 euro - ridotti 4 euro Ore 20,30 «un quarto d’ora prima»: brevi conversazioni con i musicisti Umberto Clerici violoncello solo Suite x suite = suite al cubo J. S. Bach Suite al cubo Preludio Suite per violoncello solo n. 3 in do maggiore BWV 1009 Preludio Allemanda Corrente Sarabanda Bourrée I e II Giga J.S. Bach: Preludio della 6ª suite in re maggiore Allemanda P. Hindemith: Maessig Schnell, 2° movimento della sonata per cello solo op. 25 Corrente G. Ligeti: Capriccio dalla sonata per cello solo Sarabanda J. S. Bach: sarabanda dalla 2ª suite in re minore Gavotte I e II G. Sollima: “Alone” Giga G. Cassadò: Intermezzo e danza finale dalla Suite spagnola per violoncello solo dedicata a Pablo Casals 24 Umberto Clerici ha studiato presso la Scuola Suzuki di Torino con Antonio Mosca con il quale si è diplomato nel 2000 con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio “G. Verdi” di Torino. Nel 2002 ha vinto il concorso indetto dall’Associazione Nazionale I.C.O. a Roma che lo ha portato ad esibirsi da solista nelle stagioni concertistiche di 12 tra le principali orchestre italiane. Grazie anche a borse di studio dell’associazione per la musica “De Sono” e della Fondazione CRT di Torino, si è perfezionato per 3 anni con Mario Brunello e con Enrico Dindo. Ha suonato da solista con molte orchestre tra cui: Philarmonia Wien, Orchestra da Camera di Mantova, “Pomeriggi Musicali” di Milano, Filarmonica di Zagabria, dal 2004, inoltre, ricopre il ruolo di solista residente presso l’Orchestra Filarmonica di Torino. Si è esibito alla Carnegie Hall di New York, il Musik Verein di Vienna e l’auditorium Parco della Musica a Roma. Nel 2003 ha debuttato al Festival di Salisburgo. Ha inciso il concerto di Saint-Saëns per la RS (Real Sound) e nel maggio 2006 è uscito un cd allegato alla rivista Amadeus con l’integrale delle musiche di Tchaikovsky per violoncello e orchestra e il primo concerto di Shostakovich. Dal 2004 è Assistente di Julius Berger presso l’Accademia estiva dell’Università Mozarteum di Salisburgo e presso l’Hochschule fur Musik di Augsburg e Nurnberg. Suona un violoncello Giovan Battista Guadagnini (1769) appartenuto al grande violoncellista Antonio Janigro e gentilmente affidatogli dalla famiglia Janigro. 25 Sabato 6 febbraio 2010 Auditorium Istituto Musicale - ore 21 Ingresso libero Valeria Ventura Tanya Beltzer Ofer Shelley soprano violino pianoforte e arrangiamenti Il cabaret ebraico K. J. Weill Nanna’s Lied Complainte de la Seine Und was bekam des Soldaten Weib? Es regnet Je ne t’aime pas Das lied von den braunen Inseln Der Abschiedsbreif L. Bernstein La Bonne Cuisine: 4 recipes, for voice & piano Plum Pudding Ox-tails Tavouk Guenksis Rabbit at Tp Speed G. Gershwin Fascinating Rithm Swanee Somebody loves me A. Schönberg Brett lieder Mahnung Gigerlette Jedem das Seine 26 Ofer Shelley, nato in Israele, si è diplomato al Rubin Music Academy a Gerusalemme e laureato in musicologia alla Hebrew University. Direttore musicale della formazione “Atar Piano Trio” ha creato e adattato le musiche dal repertorio popolare e folkloristico per complessi da camera, rappresentati in Israele e in Europa. È docente di pianoforte, musica da camera e teoria al Conservatorio di Sadna e al Magnificat School of Music Valeria Fubini Ventura ha studiato canto all’Accademia di musica Rubin dell’Università di Gerusalemme. Ha tenuto concerti come solista con diverse orchestre in varie città di Israele ed è stata in tournée all’estero. Tra i concerti tenuti in Israele si ricordano quelli eseguiti con la Jerusalem Broadcasting Orchestra; con la Simphonietta Orchestra di Raanana; con la Yad Harif Orchestra; ha cantato la Fantasia Corale di Beethoven con l’Orchestra da Camera di Tel Aviv. Inoltre ha ricoperto ruoli operistici di rilievo nella New Israeli Opera orchestra. In qualità di solista ha eseguito il Requiem di Fauré, il Requiem di Bruckner, il Gloria di Vivaldi, il Te Deum di Charpentier, lo Stabat Mater di Pergolesi, la Grande Messa e la Messa dell’Incoronazione di Mozart. Attualmente lavora con il Centro di Musica della Radio Israeliana (Kol Israel). Tanya Beltzer, ha studiato presso la Samuel Rubin Music Academy e all’Università di Tel-Aviv e danza a Gerusalemme. Premiata al Concorso Internazionale Tchaikovsky per giovani musicisti di Mosca, è stata invitata da Young Israel Philharmonic Orchestra e nel 1999 ha collaborato con la West-Eastern-Divan Orchestra, progetto condotto da Daniel Barenboim, e con la Ostankino TV and Radio Orchestra in Mosca. Attualmente è primo violoncello alla Israel Kibbutz Chamber Orchestra e nel “Atar” Trio. 27 Domenica 14 febbraio 2010 Teatro di Rivoli - ore 21 Ingresso 5 euro - ridotti 4 euro Sara Musso Maria Grazia Perello pianoforte a quattro mani Alessandra Odarda marionette a vista Enrico Dusio voce recitante I Pirati e il tesoro nascosto Favola in musica per bambini Musiche di Carmelo La Ccertosa Testo di M. Cristina Cappello Enrico Dusio si diploma nel 1993 alla scuola del Teatro Stabile di Torino sotto la guida del regista Luca Ronconi e con insegnanti quali: Mauro Avogadro, Marisa Fabbri, Franca Nuti, Claudia Giannotti, Annabella Cerliani. Nel novembre del 1991 esordisce in televisione come interprete principale nella commedia “Thè e simpatia” di Robert Anderson. Nell’inverno del 1992 presta la sua voce per la prima registrazione italiana dell’opera “Histoire du soldat” di Igor Stravinskij, incisa in CD dalla DDT. Attivo in molte produzioni teatrali e operistiche tra cui: “PILADE” e “CALDERON” diretti da Luca Ronconi, Teatro Regio di Torino, con la compagnia di Pagliai-Gassman, di Giorgio Albertazzi. Nell’agosto 2000 interpreta un ruolo nel film “Ogni lasciato è perso” per la regia di Piero Chiambretti. Nell’ottobre 2000 entra a far parte dei personaggi della Melevisione alla Rai di Torino nel ruolo dello Gnomo Eco . Nel novembre 2000 interpreta il ruolo de “Il Capitano Ambrosi “ nel film “Il Libro Cuore” diretto dal regista. Alessandra Odarda, dopo essersi diplomata all’Accademia di Belle Arti come scenografa e costumista, ha operato dal 1986 nel settore del teatro di figura per ragazzi, prima con la Compagnia delle Marionette Lupi di Torino, e poi con la compagnia Alterteatro. Da più di dieci anni si è specializzata come raccontastorie animate, portando i propri interventi di spettacolo e laboratorio in scuole, librerie, biblioteche e molte altre manifestazioni del Nord Italia. Da settembre 2003 è animatrice del personaggio sghembo nella trasmissione l’albero azzurro in onda su Rai2. Sara Musso si è diplomata presso il Conservatorio “G. Verdi” di Torino col massimo dei voti, la lode e la menzione speciale con il Maestro Antoniotti. Perfezionamento a Milano con il Maestro Rattalino e presso l’Accademia Internazionale “Incontri col Maestro” di Imola con i Maestri: Magaloff, Achucarro, Demus, Lonquich, G. Wilson, T. Nikolajeva, B. Petrushansky e L. Berman. Ha suonato per Piemonte in Musica, Teatro Alfieri di Torino, Galleria d’Arte Moderna di Torino, Circolo degli Artisti di Torino. È stata selezionata dal Conservatorio per concerti in Inghilterra ed in Germania. Negli ultimi anni si è occupata di didattica pianistica con particolare attenzione all’età pre-scolare ed è titolare della cattedra di Pianoforte presso le scuole civiche di Rivoli, Moncalieri e Nichelino. Maria Grazia Perello, diplomata presso il Conservatorio “G. Verdi” di Torino con il Maestro R. Cirulli, ha perfezionando il repertorio per duo pianistico con il Maestro Marian Mika presso l’Accademia Internazionale di Musica I.C.O.N.S. di Novara. Svolge intensa attività concertistica a cui affianca l’insegnamento essendo titolare della cattedra di pianoforte presso la Civica di Moncalieri e l’Istituto Musicale “Città di Rivoli”. Attualmente è docente di Pianoforte presso le Scuole Medie ad indirizzo musicale. 28 29 Sabato 20 febbraio 2010 Auditorium Istituto Musicale - ore 21 Ingresso libero Special Jazz Duo Luigi Ferrara Moreno D’Onofrio harmonica/pianoforte chitarra American Songs In Love In Vain One A Clear Day Dream Dancing Indiana Summer I Can’t Get Started It Could Happen To You Sweet Lorraine I’ll Take Romance Close enough for love (J.Kern) (Lane-Learner) (C.Porter) (Dubin-Herbert) (Gershwin-Duke) (Burke-Van Heusen) (Burwell-Parisi) (Oakland-Hammerstein) (J. Mandel) Luigi Ferrara si è diplomato in pianoforte al Conservatorio di Perugia e in contrabbasso al Conservatorio di Pesaro. Inizia a studiare l’armonica cromatica nel 1986 con Toots Thielemans, con cui suonerà in concerto al Teatro “La Verdura” di Palermo e Forlì. Dalla fine degli anni ‘80 si esibisce su Rai Uno (Uno mattina - 1987) e Rai Radio Tre, nelle trasmissioni “La stanza della musica” e “Invenzioni a due voci”. Collabora regolarmente con l’Orchestra Filarmonica Marchigiana come solista e compositore e si esibisce in Italia e all’estero con solisti di valore internazionale. Moreno D’Onofrio, chitarrista autodidatta, scoprirà la passione per la musica jazz e classica che lo porterà a dedicarsi allo studio della chitarra classica, studio poi integrato ed approfondito con quello dell’improvvisazione jazzistica. Insegna chitarra jazz presso l’Istituto Musicale Città di Rivoli. Moreno D’Onofrio, chitarrista visto dalla critica jazzistica contemporanea come: “Uno strumentista impeccabile, dal timbro ovattato e suadente.” Luca Bandirali (Jazzitalia); “Pizzica la sei corde con un tocco maturo, frutto di un continuo evolversi dovuto a più di trent’anni di chitarra. Gli assolo sono invece il risultato di una certa ricerca dell’espressività e non risultano mai invadenti, mai inclini al semplice virtuosismo tecnico”. Giuseppe Andrea Liberti (Jazzitalia) 30 31 Sabato 27 febbraio 2010 Auditorium Istituto Musicale - ore 21 Ingresso libero Ore 20,30 «un quarto d’ora prima»: brevi conversazioni con i musicisti Orchestra da Tre Soldi Rossana Landi Gianni Gilli Matteo Castellan Massimiliano Gilli Paola Secci Paolo Drappeggia Pietro Ballestrero voce clarinetto, clarinetto basso fisarmonica violino violoncello contrabbasso chitarra Il Mondo Nuovo G. Gilli, M. Castellan, M. Gilli Vai Jerry! tradiz Tzigane Oupa Tsupa arrangiamento M. Gilli M. Castellan Yari K. Weill Speak low Nanna’s lied My ship The Saga of Jenny G. Gilli, M. Castellan, M. Gilli Place de Clichy Suite: Promenade/ les Tziganes Musette L’ours qui dance L’Orchestra da Tre Soldi, fondata nel 2001 da Matteo Castellan, Gianni Gilli e Massimiliano Gilli, nasce come espressione di un percorso comune attraverso le musiche che hanno dato volto al Novecento, il secolo delle contaminazioni, incarnate in modo esemplare nel genio di Kurt Weill, che tra i primi sintetizzò la consapevolezza e profondità storica della musica colta con la linfa vitale delle tradizioni popolari tzigana e kletzmer, coi nuovi suoni del Tango. Senza rinunciare alla godibilità dello spettacolo, vengono proposti generi e musiche inconsueti e spesso poco noti Alla musica è intrecciato un continuo dialogo col pubblico, che introduce e descrive i brani proposti aiutando a entrare più facilmente nell’universo artistico proposto. l’Orchestra da Tre Soldi si è esibita per prestigiose manifestazioni: RAI1 - Festival Internazionale della Pigna (Sanremo); Stagione Sinfonica dell’Orchestra Sinfonica di Sanremo, Olimpiadi Invernali 2006 a Torino, Unione Musicale e Circolo dei Lettori di Torino, Torino Capitale Mondiale del Libro, Teatro Alfieri (Torino). Tradiz. Yiddish Le reve de Pantagruel arrangiamento G. Gilli C. Jobim arrangiamento P. Secci/ M. Gilli Sabia I. Berlin Dancing cheek to cheek Xavier Montsalvage Canción de cuna para dormir a un negrito K. Weill I’ m a stranger here myself G. Gilli, M. Castellan, M. Gilli 16/ 8 in New York Dreamland Tradiz Yiddish Nigun 32 33 Sabato 6 marzo 2010 Auditorium Istituto Musicale - ore 21 Ingresso libero Ore 20,30 «un quarto d’ora prima»: brevi conversazioni con i musicisti Aldo D’Amico violoncello Annibale Rebaudengo pianoforte E. Granados Intermezzo dall’opera Goyescas (1916) Trova da Elisenda (1914) M. de Falla Melodia (1897) C. Debussy Sonate (1915) P. Hindemith Sonata op. 25 n. 3 per violoncello solo (1923) B. Britten Sonata in C (1961) Aldo D’Amico vinse a dieci anni una borsa di studio che gli permise di compiere i suoi studi musicali a Roma, presso il Collegio Internazionale di Musica del Conservatorio di Santa Cecilia. Diplomatosi in violoncello con Giuseppe Selmi, si perfezionò in musica da camera presso I’Accademia Chigiana di Siena, l’Accademia di Lucerna ed il Mozarteum di Salisburgo. Vincitore nel 1968 del 1° Premio al Concorso di Musica da Camera di Torino e della rassegna “Nuovi Concertisti” della RAI di Roma, iniziò la sua affermazione artistica sia come solista, sia in formazione cameristica (Trio A. Casella). È stato primo violoncello solista presso I’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, l’Orchestra Sinfonica della RAI, la Fenice di Venezia. Ha suonato in stagioni concertistiche presso la Carnegie Hall, il Concertgebow di Amsterdam, la Filarmonica di Berlino e quella di Vienna, il Gran Premio di Anversa, il Théàtre de la Ville de Paris, la Simphony Hall di Osaka; ha suonato nei festival di Helsinky, Salisburgo, Stresa, Lucerna, Cannes e Parigi. Docente presso i conservatori di musica di Trento, Pesaro, L’Aquila e Roma. Annibale Rebaudengo è vincitore del “Grand Prix du Disque” con un’incisione di Lieder di Schumann, insieme al contralto Clara Wirz. Dello stesso autore ha registrato musiche per duo pianistico con M. Cristina Carini, mentre con il vioncellista Aldo D’Amico ha inciso un disco con autori del ‘900. Collabora con la cantante di jazz Francesca Oliveri. L’attività concertistica l’ha portato a suonare in paesi europei ed extra-europei, a registrare per la RAI e radio estere. Studioso dei processi dell’apprendimento musicale insegna Pianoforte al Conservatorio “G. Verdi” di Milano e Metodologia dell’insegnamento strumentale in corsi di formazione e aggiornamento presso istituzioni pubbliche e private. È stato, dal 1996 al 2006, Presidente nazionale della Società Italiana per l’Educazione Musicale (SIEM). Ha pubblicato per le Edizioni Ricordi, Cappelli e P.C.C., ETS, LIM, EDT e Carisch. 34 35 Sabato 13 marzo 2010 Casa del Conte Verde - ore 21 Ingresso libero Flavio Sala chitarra M. Pretorius 4 Dance J. S. Bach Ciaccona F. M. Torroba Sonatina in La Antologia di Brani dal Venezuela V. E. Sojo A. Lauro A. Montes I. I. Figueredo R. Riera P. Gutiérrez Que no te quiera mas (Canción) Natalia (Vals Venezolano) Preludio de Adios Los Caujaritos (Vals Venezolano) Melancolia (Canción) Serenata Ingenua (Canción) Alma Llanera (Joropo) G. Nunez La Cartuja P. de Lucia Percusion Flamenca (Zapateado) 36 Flavio Sala, si diploma con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore presso il Conservatorio “Lorenzo Perosi” di Campobasso, perfezionamento all’Accademia Chigiana di Siena con il M° Oscar Ghiglia. Primo Premio Assoluto al XXVI Concorso Internazionale di Gargnano (2001), al XXXVI Concorso Internazionale “Michele Pittaluga” di Alessandria (2003), Primo Premio del Pubblico al “San Francisco Master Guitar Competition” (2004), Primer Premio al Concurso Internacional “Alirio Diaz” di Carora (Stato Lara - Venezuela, 2006), dove vince anche il Premio Especial “Fundación Vicente Emilio Sojo” a la Mejor Interpretación de Musica Venezolana. Concerti in tutto in mondo (Tchaikovsky Concert Hall e Gnessin’s Concert Hall di Mosca, Leopold Auer Hall di Bloomington, Teatro Bonci di Cesena, Teatro Alirio Diaz di Carora, Sala Regia di Palazzo Venezia a Roma, Teatro dell’Hermitage di San Pietroburgo, Sala del Conservatorio di Vienna, etc...), come solista e con orchestra (Orchestra Filarmonica di Torino, Orchestra Milano Classica, Orchestra Sinfonica del Friuli-Venezia-Giulia, State Hermitage Orchestra, New Russia Orchestra). È membro fondatore dell’“Associazione Musicale Joaquín Rodrigo” e Direttore Artistico dell’“Accademia Internazionale Mario Santoro”. 37 Sabato 29 marzo 2010 Auditorium Istituto Musicale - ore 21 Ingresso libero Ore 20,30 «un quarto d’ora prima»: brevi conversazioni con i musicisti RivoliJazz - Trio dell’Istituto Musicale Città Rivoli Stefano Maccagno Giuseppe Calvagna Andrea Penna pianoforte contrabbasso batteria Tributo a Bill Evans Il gruppo Rivolijazz-Trio si è formato all’interno dell’Istituto Musicale Città di Rivoli ed è composto da musicisti che svolgono anche attività didattica all’Istituto. Il profilo dei componenti vede un importante percorso professionale, che pone tutti come attivi concertisti in diversi generi musicali, dal jazz alla musica da film, all’etnico ed alle sperimentazioni e nell’attività didattica. Rivolijazz rappresenta un importante momento di creazione e sinergia tra professionalità del jazz dai linguaggi e stili differenti, che s’incontrano sulla scena dell’Istituto Musicale. Andrea Penna, nato a Torino intraprende l’attività professionale svolgendo tournée in Finlandia, Svezia Germania e Svizzera. Ha fatto parte di numerose formazioni piemontesi tra cui il trio P.M.P. (Penna – Mari – Petracca) con il quale ha registrato il cd dal titolo “3 Kinds of one” (Map - Linearecords) e svolto numerosi concerti, stages e seminari di perfezionamento in tutta Italia (Torino, Roma, Bologna, Venezia…). È insegnante presso l’Istituto Musicale “Città di Rivoli” e l’Istituto musicale “C. Soliva“ di Casale Monferrato. Periscope Funkarello Interplay Very Early Waltz for Debby Laurie Time Remembered Walkin’ Up Turn Out the Stars Giuseppe Calvagna, insegnante di contrabbasso, inizia la professione di musicista nel 1969 esibendosi in Europa e Giappone. Nel 1979 incide il disco “No Speed” con il Combo Jazz di Torino. Nel 1980 costituisce l’Aetna Jazz Quintet con il quale nel 1983 partecipa a “Musica incontri” registrato dalla RAI TV. Dal 1989 collabora con l’Istituto Musicale Città di Rivoli. Nel 2006 registra “Quadrati di fatica”, poesie di D. Lajolo, con A. Delaude (voce recitante), F. Reggio (tromba e flicorno) e G. Emmanuele (pianoforte). Stefano Maccagno ha studiato pianoforte e composizione al Conservatorio di Torino. È stato uno dei fondatori del “Gruppo Artisti Associati” Teatro San Filippo di Torino. È stato pianista accompagnatore del festival internazionale “Il cinema ritrovato” di Bologna. È pianista ufficiale del Museo del Cinema di Torino per il quale ha realizzato numerose composizioni e accompagnamenti di importanti pellicole. Ha collaborato come pianista anche con il “Goethe Institute” e con la cineteca Griffith di Genova realizzando le musiche per i più importanti film di Griffith. Dal 1998 collabora con Gianni Comencini direttore della “Cineteca nazionale di Milano” e per loro ha accompagnato diversi film muti ed ha scritto, nel giugno del 2000, la colonna sonora per il film “Due dollari al chilo” regia di Paolo Lipari. Accompagna per la cineteca nazionale di Milano il trio di comici Aldo Giovanni e Giacomo. Nel 2002 è stato invitato a suonare assieme al pianista Antonio Coppola a Tokyo in Giappone per il National Film Center accompagnando tutti i film della rassegna “Grande retrospettiva del cinema Italiano”. 38 39 Sabato 17 aprile 2010 Chiesa di San Martino - ore 21 Ingresso libero Coro Città di Rivoli Vocis Unda dell’Istituto Musicale Città Rivoli Marco Roncaglia direttore F. A. Vallotti Credo in la magg. Credo in unum Deo Et incarnatus est Crucifixus Et resurrexit M. Leontovich Ring, silver bells R. Schumann Gute Nacht J. Brahms In stiller Nacht Z. Kodaly Stabat Mater J. Brahms Da “Ein Deutsches requiem” op. 45: Wie lieblich sind Deine Wohnungen R. Wells Hodie 40 Marco Roncaglia, diplomato in Organo e Composizione Organistica, Pianoforte, Musica Corale e Direzione del Coro, ha iniziato l’attività concertistica nel 1983, in veste sia di solista che di direttore di coro. Come organista è stato ospite di importanti organizzazioni concertistiche quali la G.M.I., la Meraner Musikverein e l’Istituto Musicale Europeo, in sedi prestigiose come il Duomo di Bressanone, Santa Maria Maggiore in Trento, la Basilica di San Gaudenzio in Novara, il Duomo di Bolzano-Gries, Sant’Anna in Bergamo, l’Abbazia di Pomposa presso Ferrara. Nel 1982 gli è stata affidata la direzione della Corale “S. Gaudenzio” di Varallo Sesia che ha lasciato nel 1985 dopo avere, tra l’altro, eseguito con essa il commento musicale alla visita del Pontefice al S. Monte di Varallo Sesia nel 1984. Nel 1998, in qualità di organista ed in duo con il flautista Gianni Biocotino, ha inciso un CD di importanti autori barocchi ed un anno dopo, con il gruppo corale “Libera Musica-Città di Asti e Novara” un CD di musiche di F. Schubert, F. X. Gruber e della tradizione popolare austriaca. È stato docente del Conservatorio di Novara e dei Corsi Sperimentali ad Indirizzo Musicale alla Scuola Media “D. Ranzoni” di Verbania. Dal 1997 insegna presso il Civico Istituto Musicale “G. Verdi” di Asti. Dal gennaio 2000 è direttore del coro del Civico Istituto Musicale della Città di Rivoli. Dallo stesso anno tiene a Graglia un laboratorio sul repertorio corale dal Barocco al Novecento. 41 Venerdì 30 aprile 2010 Auditorium Istituto Musicale - ore 21 Ingresso libero Ore 20,30 «un quarto d’ora prima»: brevi conversazioni con i musicisti Angiola Rocca Eliana Grasso pianoforte C. Debussy dai Préludes volume I Voiles Les sons et les parfums tournent dans l’air du soir Les collines d’Anacapri O. Messian dai Préludes La colombe Instants défunts Plainte calme S. Prokofiev Sonata n. 3 op. 28 A. Skriabin Sonata n. 10 op. 70 G. Castelli Dans le vignes Tales of stars Tre giorni di me G. D’angelo The arousal Angiola Rocca, diplomata presso il Conservatorio “G. Verdi” di Torino è stata insignita del Premio “Margherita Drago Canepa” come miglior diploma dell’anno. Attualmente è iscritta al biennio di perfezionamento ad indirizzo concertistico con il Maestro Claudio Voghera. Ha partecipato a masterclass e corsi tenuti dai Maestri Paul Badura Skoda, Pietro De Maria, Filippo Gamba, Roland Proell, Emilia Fadini, Hénry Barda, Géry Moutier e Aldo Ciccolini. Nel marzo 2008 ha esordito come solista con l’Orchestra del Conservatorio di Torino eseguendo il Secondo concerto per pianoforte e orchestra di Beethoven. Ad ottobre 2008 ha suonato per l’Unione Musicale nell’ambito del “Festival Bach”. Eliana Grasso si è diplomata al Conservatorio “G. Verdi” di Torino (prof. Vera Drenkova) e all’Accademia Pianistica di Imola. Intensa attività concertistica in Italia ed all’estero. Attualmente frequenta l’ Accademia di Cremona nella classe del Maestro F. Scala e del Maestro G. Tomassi e frequenta il corso di composizione presso il Conservatorio di Torino nella classe del Maestro Ruo Rui. SEMINARIVOLI - Incontri internazionali di formazione musicale concerto dei partecipanti al seminario “pianisti e compositori a confronto” tenuto da Emanuele Arciuli nel 2009 42 43 Venerdì 14 maggio 2010 Auditorium Istituto Musicale - ore 21 Ingresso libero Concerto degli allievi dei corsi superiori di strumento dell’Istituto Musicale Città di Rivoli Venerdì 21 maggio 2010 Arena Piazza Matteotti - ore 21.30 Ingresso libero Combo Vocale + Gruppi dei laboratori di Musica d’assieme 2009-2010 44 45 Venerdì 28 maggio 2010 Auditorium Istituto Musicale - ore 21 Ingresso libero Omaggio al M° Daniele Bertotto Renata Colombatto Marcella Polidori Alessandra Masoero Sergio Delmastro Piergiorgio Rosso Barbara Sartorio Umberto Fantini Francesca Gosio Rinaldo Bellucci Stefano Maccagno Gabriella Bosio Marco Puxeddu Davide Ficco Paolo Ferrara soprano flauto clarinetto violini viola violoncello pianoforte arpa percussioni chitarra direttore Tre liriche - su testi di H. Hesse per soprano e pianoforte (2007) Capriccio II per clarinetto in si b Un souvenir à ma femme per clarinetto basso e arpa Dedicato per clarinetto, violoncello e pianoforte (1993) Kinderlied (…d’apres Brahms) per viola-pianoforte a 4 mani e percussioni (1994) Toccata per chitarra (1984) Settimino d’autunno per flauto, clarinetto, arpa e quartetto d’archi Antiche canzoni per soprano, flauto, clarinetto, viola, violoncello, percussioni, arpa (1998) Daniele Bertotto nasce a Torino nel 1947. Compie gli studi musicali presso il Conservatorio della sua città, sotto la guida di Walter Bozzia per il pianoforte, Ruggero Maghini per l’armonia e il contrappunto e Giorgio Ferrari per la composizione. Conseguiti i titoli accademici frequenta i seminari dell’Accademia Chigiana di Siena tenuti da Goffredo Petrassi, Franco Evangelisti, Luciano Berio e Pierre Boulez. Nel 1976 diviene maestro sostituto al Teatro Regio di Torino, incarico che lascia dopo breve tempo per dedicarsi all’attività didattica e alla composizione. Molte sue prime esecuzioni hanno luogo in prestigiose manifestazioni dedicate alla musica contemporanea (“Cantiere Internazionale d’Arte” Montepulciano, “900 Musicale Europeo” Napoli, rassegna “Musiche nuove” Lecce, “La nuova musica” Genova, “Settembre Musica” Torino) o nell’ambito di stagioni concertistiche promosse da importanti istituzioni musicali in Italia e all’estero. Nel 1989 collabora con il gruppo di danza contemporanea “Sosta Palmizi” e nel 1991, realizza con il danzatore-coreografo Roberto Castello, il balletto “Enciclopedia” rappresentato in diverse città europee, tra cui Milano, Roma, Berlino e Francoforte. Nel 1995, su commissione dell’orchestra Sinfonica di Osaka, trascrive per voce e orchestra alcune romanze di Francesco Paolo Tosti. Contemporaneamente si dedica all’insegnamento in qualità di docente di “Armonia e Contrappunto”, presso il Conservatorio di Alessandria ed in seguito presso il Conservatorio della sua città. I suoi lavori, liberi da tendenze strutturaliste, propongono spesso suggestioni della memoria musicale, rievocazioni di forme e atmosfere sonore rilette con una spontanea, quasi nostalgica tendenza alla cantabilità, e convergono verso un pensiero postmoderno incline ad atmosfere simboliste. Tra le sue composizioni si ricordano: “Les regions inconnues” per orchestra (1980); “Lied” per flauto e arpa (1982); “Garden music” per 7 strumenti (1985); “…con libere ali” trio per violino violoncello e pianoforte (1987); “ O dulcissimum puerum” lauda natalizia per coro e piccola orchestra (1995); “Brett lieder” per 9 stumenti, “Vom tode Mariae” su testo di R.M. Rilke per voce, coro e orchestra d’archi (2000); “Violet pages” per viola e ensemble, eseguito nell’ambito del ciclo “Rai Nuova Musica 2006”. Ven chi balo per soprano, clarinetto, arpa e percussioni (1997) 46 47 Venerdì 4 giugno 2010 Arena Piazza Matteotti - ore 21 Ingresso libero Jazz Ensemble Istituto Musicale concerto degli allievi e gruppi jazz a cura del Maestro Stefano Maccagno Venerdì 11 giugno 2010 Teatro di Rivoli - ore 21 Ingresso 5 euro - ridotti 4 euro Note di sala Le note di sala sono state redatte da Silvia Gariglio, giovane laureanda presso la Facoltà di Musicologia di Cremona, sede distaccata dell’Università degli Studi di Pavia. Silvia è stata allieva dell’Istituto Musicale nella classe di pianoforte jazz e sta preparando una tesi sulle strategie compositive e tecniche improvvisative nella musica di Bill Evans. Questa interessante collaborazione rappresenta il lavoro di stage pre-laurea che viene svolto in virtù di una convenzione tra l’Università di Pavia e L’Istituto Musicale Città di Rivoli. In passato sono state frequenti e molto costruttive le collaborazioni con il Dams di Torino per quanto riguarda l’organizzazione e la comunicazione della stagione RIVOLIMUSICA. Orchestra flessibile dell’Istituto Musicale città di Rivoli + Gruppi strumentali ospiti dai corsi di formazione musicale del Comune di Torino Allievi e docenti insieme in un progetto orchestrale S. Reich Electric Counter Point per ensemble di chitarre elettriche e basso carta bianca all’Orchestra in collaborazione con: FONDAZIONE PER LE ATTIVITÀ MUSICALI Torino 48 49 Concerto numero 1 Sabato 24 ottobre 2009 Concerto numero 2 Sabato 31 ottobre 2009 Pieranunzi versus Scarlatti versus Pieranunzi Musica tra le stelle “...Non ti aspettare, che tu sia dilettante o professore, di trovare in queste composizioni un’intenzione profonda, ma piuttosto un’ingegnosa facezia dell’arte per esercitarti ad un gioco ardito sul clavicembalo” questo l’avvertimento lasciato da Scarlatti al lettore delle sue sonate del 1738, i famosi “Essercizi”. Pieranunzi fa precedere o seguire all’esecuzione letterale le proprie creazioni estemporanee, evitando ciò che di primo acchito potrebbe apparire naturale per l’ascoltatore e cioè rivisitare in chiave jazz la musica del compositore napoletano: “Credo che le cosiddette operazioni di “jazzificazione” siano del tutto fallimentari sia rispetto al jazz sia nei confronti del materiale classico che si utilizza”. Nell’intervista rilasciata ad Andrea Scaccia e inclusa nel booklet del CD, Enrico Pieranunzi racconta: “Ho sempre coltivato il piano classico parallelamente al jazz, due strade che in pubblico ho però tenuto a lungo separate. Ora, grazie a Scarlatti, sono riuscito a fondere in un unico doppio discorso le due vie che hanno sempre caratterizzato la mia vita musicale”. “Scarlatti è un musicista che ho sempre profondamente amato... Potrei elencare molte ragioni per spiegare questa sorta di “innamoramento”: fantasia formale, vitalismo ritmico, passionalità, mediterraneità. Dentro i suoi suoni ci sono i colori del nostro cielo e del nostro mare, la voglia di vivere e di amare e lo struggimento di un attimo…”. Ecco il musicista-astronomo, un caso davvero particolare nel mondo del jazz. Angelo Adamo si divide, appunto, tra la musica e l’astronomia. Scrive su importanti testate scientifiche e tiene regolarmente conferenze su svariati temi legati alla sfera celeste. Svolge inoltre attività come vignettista, illustratore e fumettista. “My Foolish Harp”, gioco di parole che dà il titolo al suo cd, è un album di jazz, diviso fra standard e composizioni originali, scritte dallo stesso Adamo e dai partner selezionati per l’occasione: il chitarrista Guido Di Leone, il contrabbassista Giuseppe Bassi e il batterista Alessandro Minetto. “Questo lavoro era in cantiere da tanto tempo”, racconta Angelo Adamo, “Da quando, molti anni fa, mi capitò di suonare in Calabria con Roberto Ottaviano, il quale mi mise poi in contatto con altri ottimi musicisti pugliesi. Con alcuni di loro – all’epoca eravamo tutti poco più che diciottenni – fondai il gruppo Affinity, chiamato così in onore di uno dei più bei dischi del grande Toots Thielemans, quello registrato con il pianista Bill Evans. E a distanza di tanti anni, avendo finalmente deciso di fare un disco di standard, ho voluto sfruttare l’occasione per riunire le persone che più di altre hanno segnato quegli anni in cui la mia carriera professionale come musicista aveva inizio”. Discografia essenziale Play Morricone - (feat. M.Johnson, J.Baron) Cam Jazz 2001 Pieranunzi plays on Domenico Scarlatti - Cam Jazz 2008 Bibliografia essenziale “Bill Evans - Ritratto d’artista con pianoforte” Enrico Pieranunzi, Stampa Alternativa, 2001 50 Discografia essenziale Film Ciechi, Angelo Adamo quartett, New LM Records; My Foolish Harp, Angelo Adamo, Red Records, 2009 Bibliografia essenziale “Storie di Soli e di Lune” Angelo Adamo,Giraldi 2009 51 Concerto numero 3 Sabato 7 novembre 2009 Concerto numero 4 Sabato 14 novembre 2009 “Mamma che cos’è il verde?” Il musicista Laureato “C’era una volta un prato… e adesso non c’è più!”… “verde”: ecco la vera parola proibita… ”non si può dire”… così mi raccomandava la mamma… ”dimentica quella parola, è inutile, non c’è più niente di quel colore nel nostro mondo…”. “Ma se è un colore ed è esistito, si può ricreare. Siamo bravi a inventare, no?!”. “Non è così facile. Non era un semplice colore, era prato, foglie, arbusti, era l’ossigeno per respirare…” … ”È buffo, no? Abbiamo previsto il futuro così bene che poi, quando il verde è finito davvero, abbiamo fatto finta di essere meravigliati, che ipocriti!”… Sono narrate le vicende di un ragazzino che vive in un’epoca futura, forse non troppo lontana, che ascolta con grande curiosità i racconti degli anziani, di un mondo passato dove il verde esisteva ancora sulla terra. Interessante ed inconsueto per il contenuto del testo a sfondo ambientalista e per la strumentazione usata per il commento sonoro, è uno spettacolo soprattutto educativo. Richiama la sensibilità dei piccoli ad un maggiore rispetto dell’ ambiente in cui viviamo. Il commento sonoro è affidato oltre che ad un classico pianoforte, ad una serie di strumenti a percussione ricavati esclusivamente da oggetti di uso quotidiano (lastre metalliche, tubi sonori, lastre di plexiglass, contenitori di vetro ecc. ecc.). 31 maggio 1809, Franz Joseph Haydn muore nella sua casa di Vienna, durante l’occupazione Napoleonica. Egli godeva ormai di una stima universale. Il Generale Francese Conquistatore fece schierare, davanti alla sua casa, una guardia d’onore. Il repertorio affrontato da Larrieu, Nova ed Allocco riguarda il secondo soggiorno Londinese del “maestro”avvenuto nel 1794. Qui fu accolto da vero trionfatore, gli fu persino conferita la laurea Honoris causa ad Oxford. Impressionato dalla maestosità dell’oceano durante la traversata, Haydn restò parimenti colpito dall’animazione di Londra in piena rivoluzione industriale, dal rumore dei mercati e dalle sue istituzioni democratiche. Fu inoltre colpito dall’ampiezza degli organici orchestrali, dalle insolite melodie dei canti popolari e soprattutto dalla musica di Haendel. Tra le composizioni di questo periodo meritano una particolare attenzione per eleganza e ricchezza espressiva i quattro trii per due flauti e violoncello composti nel 1794/ 95, e detti perciò Trii Londinesi. I Trii non erano nati per esecutori necessariamente professionisti, per le sale da concerto, ma per il puro piacere dell’ascolto. Musica di intrattenimento destinata ad esecuzioni private, pensata per il puro piacere degli interpreti, ove erano sfruttate soprattutto le caratteristiche dei singoli strumenti. Discografia essenziale Discografia essenziale “Recitarsonando”Carla Rebora with Sonia Bergamasco DUCALE s.n.c. and Rai Trade Music Edition (2004) “12 Fantaisies pour Flùte seule De G.Ph. Telemann” 2007; “Haydn: London Synphonies” Philips Classics Bibliografia essenziale Bibliografia essenziale L’acqua è vita. Bosnia Nella, Bussolati Emanuela. La Coccinella, 2006 Haydn , A.Lanza, Il musino 1999 52 53 Concerto numero 5 Sabato 21 novembre 2009 Concerto numero 6 Sabato 28 novembre 2009 Il Bel Paese Monk ‘round midnights “Finalmente in Italia! Vi ho sempre pensato come a una delle gioie più grandi della mia vita. Ora questa meravigliosa avventura è incominciata e io la sto vivendo. (…) vi scrivo per ringraziarvi, cari genitori, della felicità che mi avete procurato”. Così Mendelssohn scrive in una lettera dell’ottobre del 1830 alla sua famiglia. Proprio in quell’anno, infatti, si reca nel Bel Paese su consiglio dell’amico scrittore Johann Wolfgang Goethe. Ma già nel Dicembre scrive: “L’arte, in Italia, ora è soltanto nella natura e nei monumenti; in questi essa rimane eterna [...]” e ancora: “...un popolo intellettualmente insignificante e alquanto smarrito. Essi hanno una religione in cui non credono, hanno un papa e dei governanti e se ne ridono. Hanno uno splendido passato che non tengono in nessun conto. Non c’è perciò da meravigliarsi, quindi, se non riescono a godere delle cose dell’arte, se tutto quello che è bello è loro indifferente”. Così, dunque, scriveva a proposito della vita musicale italiana di allora. Sarebbe bello poter dire che oggi quelle aspre critiche sono un lontano ricordo, ma… ne siamo sicuri? È in un diverso periodo di vacanza, tra l’estate e l’autunno del 1838 che Mendelssohn, ventinovenne, nella residenza berlinese dei genitori, lontano dagli imminenti impegni pubblici e dagli incarichi di direttore che l’avevano di recente impegnato a Colonia compone la prima Sonata per violoncello e pianoforte, Op. 45 in Si bemolle maggiore: nelle parole di Schumann «un sorriso che si libra attorno alla sua bocca, quello della gioia nella sua arte, di un quieto autocompiacimento in un’intima cerchia famigliare». “..tre bellissime variazioni, per nulla facili (…) ricche di musica, di idee, di invenzioni, di colori che giocano con il tema di Monk”. La prima è una sorta di “moto perpetuo” di semicrome, la seconda è più libera, nel suo ritmo lento, la terza (…) un autentico pezzo di bravura, non solo pianistica ma anche compositiva.” Così Emanuele Arciuli descrive il lavoro di composizione di Carlo Boccadoro, autore di musica cameristica e sinfonica, compositore di punta della nuova generazione. Boccadoro compone le Variations nell’ambito del progetto ‘Round Midnight Variations’, che chiedeva a diversi musicisti di concentrare la loro creatività sul famoso standard di Thelonious Monk, definito da Arciuli “l’opposto del classico tema da variare”: melodicamente ed armonicamente complesso. Le Variazioni, infatti, nascono in origine come elaborazioni di un tema semplice,che conferisca al compositore un ampio grado di libertà nell’operare, appunto, le sue variazioni. Le Midnight Variations sono qui riproposte da Andrea Macchi, giovane pianista che ha partecipato al Seminario “Pianisti e Compositori a confronto” tenuto da Arciuli presso l’Istituto Musicale Città di Rivoli, rivolto sia ai pianisti che ai compositori di musica per pianoforte. Il seminario si è collocato all’interno del SeminaRivoli - Incontri Internazionali di Formazione Musicale, un’opportunità per musicisti, giovani e professionisti in genere, di apprendere attraverso l’incontro con concertisti e Maestri di valore internazionale. Discografia essenziale Discografia essenziale Mendelssohn: Cello Sonatas Miscah Maisky and Sergio Tiempo Deutsche Grammophon Monk Alone: The Complete Columbia Solo Studio Recordings: 1962-1968 , Thelonious Monk; Carlo Boccadoro, RaiTrade, 2009 Bibliografia essenziale Bibliografia essenziale Letters of Felix Mendellshon Bartholdy from 1833 to 1847, by Felix Mendelsshon Bartholdy - Elibron Classics 2006 Straight, No Chaser: The Life and Genius of Thelonious Monk by Leslie Gourse Paperback - 2000 54 55 Concerto numero 7 Sabato 5 dicembre 2009 Concerto numero 8 Sabato 12 dicembre 2009 Un Classicoitaliano col ‘Grammy’ L’Indio in frack “Il mio modo di scrivere musica è questo. La musica che scrive Ezio Bosso è questa. Certo, c’è poi una corrente intera che è quella del minimalismo a cui mi rifaccio. Ma nella mia musica c’è anche una presenza barocca.” Così Ezio Bosso risponde ad un intervista di Antonio Ranalli. Attivo nel ruolo di compositore dal ’96, ha scritto musica per il teatro, per la danza, per il cinema muto del Museo del Cinema di Torino e per il cinema. È inoltre l’unico compositore classico italiano ad aver ricevuto l’Italian Music Award (Italian Grammy). Nel 2003 con Quattordici danze per bambini intorno ad un buco, la musica del film “Io non ho paura”, Bosso viene acclamato come compositore innovativo sia nell’ambito musicale che cinematografico dalla critica e dal pubblico di tutto il mondo. La versatilità del contrabbassista si spinge oltre,fino all’incontro con la musica rap, quando nel 2009 collabora con Lucariello, rapper napoletano. Bosso e il suo Buxusconsort dettano l’accompagnamento sonoro a “Cappotto di legno”, canzone scritta da Lucariello in collaborazione con Roberto Saviano, autore del libro ‘Gomorra’. Le tre composizioni di Ezio Bosso: Sweet and Sour e Colloqui con se stesso 1 e 2 vedono la partecipazione del Buxusconsort, formato da giovani e selezionatissimi musicisti italiani e guidati da professionisti della scena internazionale come il Quartetto di Torino e Claudia Ravetto. Il giovane Villa-Lobos comincia la sua carriera di musicista autodidatta (come amava definirsi), seguendo con passione l’attività degli artisti girovaghi a Rio. Il suo interesse per il folklore si manifesterà lungo tutta la sua vita attraverso i numerosi viaggi di studio. Proprio durante uno di questi viaggi, il pianista Artur Rubinstein ebbe modo di ascoltare le sue composizioni e lo segnalò per le sue capacità: “Percepii subito in quella musica una brezza di talento fuori dal comune” - tratto dalla biografia di Rubinstein Harvey Sachs (New York, 1994). La caratteristica principale dell’opera di Villa-Lobos è la capacità di combinare elementi del folklore brasiliano con la tradizione colta europea. Non a caso fu definito “l’indio in frack” (la denominazione “indio” è riconducibile alle origini indiane della madre). Villa-Lobos si può definire un innovatore in ambito chitarristico, il suo modo di comporre per la chitarra permise allo strumento una liricità ancora sconosciuta a quei tempi, sfruttando le melodie e armonie tipiche della musica brasiliana a lui molto cara. Considerato in Patria come un eroe nazionale,venne insignito del titolo di “Sovrintendente all’istituzione musicale”. Qui ha progettato un sistema completo d’istruzione musicale, basandolo sulla ricca cultura musicale del Brasile. Dal 1932 al 1945, infatti, assume la direzione del SEMA (Segretariato d’Educazione Musicale ed Artistica) a Rio de Janeiro e rende obbligatorio l’insegnamento del canto nelle scuole. Discografia essenziale “Io non ho paura / I’m not scared” Ezio Bosso and the Buxusconsort, Original soundtrack - BMG 2003 Discografia essenziale Villa-Lobos: Guitar Concerto; Preludes; Etudes direttore Andrè Previn, Julian Bream Edition Bibliografia essenziale Musica Minimalista. Storia ed altre storie. Di Conteni Paolo e Antognozzi Giovanni, Textus 2000 Bibliografia essenziale Chitarra, Allorco Enrico, EDT 1990 56 57 Concerto numero 9 Sabato 19 dicembre 2009 Concerto numero 10 Sabato 23 gennaio 2010 In cerca di cibo Ascoltare il colore Gianluigi Trovesi e Gianni Coscia hanno spaziato, individualmente, attraverso molti linguaggi musicali, ma “In cerca di cibo” è in primo luogo una celebrazione delle “radici”. Trovesi e Coscia sono amici da lungo tempo. Trovesi di Nembro, piccolo paese bergamasco e Coscia di Alessandria e la musica che suonano riprende in esame i suoni che erano nell’aria all’epoca della loro giovinezza. È una musica filtrata dalla nostalgia e dalla memoria così come dalla saggia esperienza del mondo acquisita lungo il cammino. A volte è profondamente sentimentale, a volte gioiosamente ironica. Brani del compositore milanese Fiorenzo Carpi (1918-1997) - inclusi alcuni frammenti della colonna sonora di “Le avventure di Pinocchio” di Luigi Comencini (con la Lollobrigida come Fata Turchina, Manfredi nel ruolo di Geppetto e Franchi e Ingrassia come Il Gatto e La Volpe) - si sposano alla perfezione con il sinuoso tango “El Choclo”, che in questa versione ha un aroma quasi Kletzmer con lo struggente clarinetto di Trovesi, così come con il pezzo di Luis Bacalov, il compositore argentino di colonne sonore, che ha ricevuto il premio Oscar proprio per la musica del film “Il postino”, conosciuto sia per aver firmato le musiche originali del “Vangelo secondo Matteo” di Pasolini che per il celebre “Concerto Grosso” scritto per i New Trolls, e per il suo contributo al genere “Spaghetti Western” (inclusa una versione completamente diversa di “Django”). I temi di Carpi hanno una risonanza speciale per il clarinettista e il fisarmonicista. “L’arte oltrepassa i limiti nei quali il tempo vorrebbe comprimerla, e indica il contenuto del futuro”. Questa è l’Arte secondo Vassily Kandinsky. Egli mirava soprattutto ad individuare la natura e le proprietà degli elementi fondamentali della forma, del segno e del colore, dichiarando di voler fondare una nuova scienza dell’arte mescolando tra loro segni sonori e cromatici. Ed ecco oggi Stefano Battaglia ricalcare le stesse orme del Maestro dell’Astrattismo, con l’obiettivo di instaurare quei legami, quelle analogie ed associazioni tra i parametri musicali e quelli del disegno e del colore. Nasce quindi il progetto “Klange”, partorito dal laboratorio Permanente di Ricerca Musicale di Siena. Così Fabrizio Saiu, percussionista del gruppo, espone la nascita del progetto: “Maurizio, Christian ed io, ci siamo conosciuti prima di far parte dei laboratori e assieme abbiamo deciso di frequentarli. Già tutti noi conoscevamo Stefano sia come coordinatore all’interno dei laboratori che come collega. Dopo un primo incontro in quartetto, Stefano ci ha proposto di lavorare sul testo teorico “Punto, Linea e Superficie” di Kandinsky. Da quel momento il lavoro è stato molto intenso. Abbiamo costituito una serie complessa di analogie e rapporti tra il segno grafico e i parametri sonori del linguaggio musicale”. Discografia essenziale Discografia essenziale In Cerca Di Cibo, Gianluigi Trovesi - Gianni Coscia - Casa Discografica: ECM Re: Pasolini - Stefano Battaglia, ECM - 2007; Parlami d’amore Mariù (Konitz, Battaglia) - Philology - 1993 Bibliografia essenziale Bibliografia essenziale Come se avessi le ali le memorie perdute, Chet Backer ed. Minimum Fax Kandinsky, Wassily, Punto linea superficie, Milano, Adelphi, 1968 58 59 Concerto numero 11 Sabato 30 gennaio 2010 Concerto numero 12 Sabato 6 febbraio 2010 Miscellanea Bachiana Un Sonoro Appetito “Clerici, camaleonte del violoncello”, così Paolo Gallarati scrive di Umberto Clerici sulla Stampa. “Clerici è così. Passando dall’800 ai moderni si è rivelato un piccolo camaleonte: cambia suono, modi di attacco, dinamica. Con lui, insomma, non ci si addormenta, e la musica sembra rinascere toccata da quella bacchetta magica che è la giovinezza, l’entusiasmo, e un estro decisamente “armonico” come l’avrebbe chiamato Vivaldi, compiacendosi di tanta vitalità […]. Clerici si cimenta qui, in quella che lui definisce una “suite al cubo”. In musica, una suite è una collezione di brani musicali correlati e pensati per esser suonati in sequenza. La pratica della suite nacque nel Cinquecento come accostamento di due brani, solitamente uno veloce e un altro lento, ma è nel periodo Barocco e con Joan Sebastian Bach in particolare che raggiunge il suo massimo sviluppo.”Partendo dalla struttura della suite Bachiana per violoncello solo, formata sempre da una successione di 6 brani di caratteri specifici, ho costruito una raccolta combinando brani di origini e periodi storici differenti presi dal repertorio per violoncello solo”. Così Umberto Clerici spiega il suo progetto: una “Suite al cubo” perché la successione di brani diversi viene “moltiplicata per se stessa”. Ecco allora veder seguire al Preludio della Sesta suite in re maggiore, il secondo movimento della sonata per violoncello solo di Paul Hindemith. Ed ancora Ligeti e più avanti Giovanni Sollima, che si affianca senza soluzione di continuità alla Sarabanda, per sottolineare “come il linguaggio dei due brani, a dispetto dei circa 270 anni che li separano, sia così incredibilmente simile”. Duecentocinquanta grammi di uva di Malaga, sessanta di zucchero in polvere, tre uova, un limone. Immaginate che una ricetta di cucina venga cantata come fosse un’aria d’opera. È quello che accade nel piccolo capolavoro musicale firmato Leonard Bernstein. L’autore si divertì a trasformare i testi della “Bonne Cuisine Française” di Emile Dumont in una serie di quattro liriche per voce e pianoforte. Uomo brillante, ma anche personaggio eccentrico Bernstein divenne famoso per il grande pubblico come direttore musicale dell’Orchestra Filarmonica di New York, ma la sua vita personale fu segnata dall’angoscia del compromesso tra la gloria del direttore e la produttività del compositore. Egli era nella direzione, soprattutto, spontaneo la maggior parte delle volte a suo grande vantaggio, alcune altre, decisamente a suo svantaggio: poteva fornire pessime direzioni se il pezzo non gli piaceva. Alcuni trovano tutt’ora il suo stile direttivo irritante e distraente; quando conduce danza e pare preso da gioia eccessiva. “Dopo le esecuzioni che io chiamo buone (un’esperienza incredibile come se componessi in quel momento...), devono passare alcuni minuti prima che riesca a ricordare dove mi trovo, in quale sala o teatro, in quale Paese, o chi sono. Una sorta di estasi che corrisponde in tutto e per tutto alla perdita di coscienza”. Il valore che Bernstein conferiva alla musica nel considerarla strumento indispensabile al raggiungimento dei sui grandi ideali, è espressa chiaramente in un suo aforisma: «Per raggiungere grandi risultati, due cose sono necessarie; un piano, e la condizione di non avere abbastanza tempo». Discografia essenziale P. I. Caijkovskij, Variazioni su un tema rococò op. 33; Nocturne da Six Morceaux op. 19 n. 4; Andante cantabile op. 11; Pezzo capriccioso op. 62 - Amadeus, 2006 Bibliografia essenziale J. S. B A Life in Music by Peter Williams, Cambridge University Press - 2007 60 Discografia essenziale: West Side Story (Original Broadway Cast) Leonard Bernstein Sony Classical, 2009 Bibliografia essenziale “Maestro”, a cura di Helena Matheopulos, Vallardi Editore 61 Concerto numero 13 Domenica 14 febbraio 2010 Concerto numero 14 Sabato 20 febbraio 2010 “Mamma da grande voglio fare il Pirata” Attenti al suono Lo spettacolo è liberamente ispirato al libro di Colin McNaughton “La scuola dei pirati”, fiaba semplice, ma non banale, che si presta a diversi livelli di lettura. La storia è ambientata a bordo di una nave pirata dove i bucanieri della nave del malvagio capitano Van der Put, per truffare i ragazzini della zona, fondano una Scuola per giovani Pirati. Gli alunni vengono ospitati a bordo della nave e seguono le lezioni tenute dai pirati, ma una notte scoprono di essere stati rapiti per poter ottenere un riscatto dai genitori. I bambini però hanno – come spesso accade nella realtà – molte più risorse di quanto i grandi credano, e così i piccoli pirati in erba, mettendo in pratica le nozioni imparate, si trasformano in veri pirati e guidati dall’astuta Gelsomina, sapranno sfuggire alle oscure trame di Van der Put, organizzare un ammutinamento in piena regola ed affrontare una terribile tempesta. E più di un tesoro li attenderà alla fine della fantastica avventura. Il racconto è incentrato sul valore dell’amicizia e sul gusto per l’avventura, figlia della fantasia e dell’immaginazione: insegnamento che i bambini non dovrebbero mai disimparare. La storia, raccontata dall’attore Enrico Dusio e sostenuta da un accompagnamento musicale ‘a quattro mani’, è arricchita dall’animazione di pupazzi appositamente creati da Alessandra Odarda. Dopo esperienze in varie formazioni, D’Onofrio e Ferrara optano questa volta per un’atmosfera più intimista: un organico ridotto a soli due strumenti, armonica e chitarra, dove il gioco melodico-ritmico si basa fondamentalmente sull’interplay e sulla perfetta condivisione del senso del tempo. Lo stesso chitarrista Moreno D’Onofrio spiega le motivazioni di questa scelta durante un’intervista al Milestone di Piacenza: “Siamo molto appassionati di questo jazz acustico ed intimista della scuola di Bill Evans e Jim Hall. È un modo di suonare basato molto sull’Interplay, sui colori dei nostri strumenti. La nostra amplificazione è un prolungamento del suono acustico dove ha grande importanza la ricerca di sonorità perché il suono cambia a seconda di dove viene collocato”. D’Onofrio è infatti molto attento al suono del suo strumento, al modo in cui vengono pizzicate le corde, al tocco, al volume, a tutto ciò che rende particolare ed unico il proprio modo di suonare: “Per me è importante soprattutto il suono che ottengo, il mio suono. Ci sono musicisti preparatissimi che però non hanno un suono personale, che appartenga loro profondamente”. Il risultato è una miscela di sonorità del tutto particolare, con un pizzico d’insolito: l’armonica infatti, se si esclude l’alone di culto che circonda la figura di Toots Thielemans, è ancora oggi considerato uno strumento piuttosto inusuale, perché poco presente all’interno del panorama jazzistico contemporaneo e perciò il suo impiego caratterizza in modo marcato un lavoro come questo, che si avvale delle sue sonorità per conferire un colore particolare al repertorio jazzistico (Standards) in questione. Discografia essenziale Prokofiev: Pierre et le loup; Saint-Saëns: Le Carnaval des animaux; Poulenc: Histoire de Babar, EMI Classics, 2000 Bibliografia essenziale Discografia essenziale “Standards X For Four” Moreno D’Onofrio- Luigi Frerrara Quartet, Music Center 2008; “Love Letters” Moreno D’Onofrio Jazz Guitar Trio, Music Center; “Laverne Walk” Moreno D’Onofrio e Ivano Sabatini, Music Center. Bibliografia essenziale “Oppla!”, Colin mcnaughton, 1996, Aer Edizioni, Bolzano. “I Segreti del Jazz, Una guida all’ascolto” di Stefano Zenni, Stampa Alternativa 2008 62 63 Concerto numero 15 Sabato 27 febbraio 2010 Concerto numero 16 Sabato 6 marzo 2010 Il binomio Brecht-Weill Il Gamelan di Britten “Il disco propone una selezione dei migliori tra i brani scritti e arrangiati durante i nostri primi 5 anni di intensa attività concertistica e compositiva”. “Una cosa è assolutamente certa: quest’orchestra non è per niente da tre soldi. Anzi. L’emozione che sa dare la formazione di Matteo Castellan, Gianni e Massimiliano Gilli nel suo album omonimo è davvero di grande entità. ”Così Luigi Spera di Jazzitalia esordisce nella sua recensione al nuovo CD omonimo pubblicato da Dodicilune e distribuito da IRD in Italia e in tutto il mondo. Punto di partenza dell’Orchestra è certamente la figura e la musica di Kurt Weill. Sono diversi nell’album i brani dell’autore di inizio Novecento opportunamente riadattati dall’orchestra che, non a caso, prende nome dalla famosa composizione scritta dal compositore Berlinese per l’”Opera da tre soldi” di Bertold Brecht. Il repertorio in questione spazia dalla tradizione rom tzigana, a quella yiddish ebraica, mescolando Irvin Berlin e la sua famosissima Cheek to cheek al sound di Jobim. Quel che viene fuori è quindi una miscellanea di tradizioni diverse e sonorità lontane, una serie di intarsi e di mescolanze: la fisarmonica della tradizione francese si fonde ora con quella tipica del tango argentino, ora con le sonorità del violoncello, del violino e del clarinetto, per avvolgere e sostenere la voce di Rossana Landi. La sonata in Do per violoncello e pianoforte, completata nel 1961, è dedicata a Rostropovich, il noto violoncellista e direttore d’orchestra russo. Benjamin Britten si riferisce alla composizione col termine sonatina, probabilmente per le sue modeste dimensioni – cinque movimenti che si esauriscono in una ventina di minuti. Fil rouge dell’intera composizione è il suo sound distintivo, profondamente influenzato dalla tradizione musicale Gamelan. La parola “Gamelan” deriva probabilmente dalla parola giavanese “gamel”, che significa percuotere con un mazzuolo. Il gamelan è perciò un’orchestra di strumenti musicali di origine indonesiana che comprende per lo più strumenti a percussione,in particolar modo metallofoni, ma può comprendere anche flauti di bambù, strumenti a corda e la voce. L’intonazione di un’orchestra Gamelan è argomento complesso. I Gamelan possono avere quattro scale musicali: sléndro, pélog, degung e madenda. Nel Gamelan della zona centrale di Giava, sléndro è la scala composta di sole cinque note, con intervalli tendenzialmente equivalenti tra loro, mentre pélog è la scala di 7 note, con intervalli irregolari. Il gamelan è stato apprezzato da svariati compositori di musica classica, il più famoso tra i quali fu Claude Debussy. Egli ebbe l’occasione di ascoltare un orchestra Gamelan per la prima volta all’esposizione universale di Parigi nel 1889. Il compositore francese rimase affascinato da questo tipo di musica, e proprio per questo in alcune sue composizioni si possono riscontrare citazioni dirette di scale, melodie, ritmi o tessuti musicali della tradizione musicale Gamelan. Discografia essenziale Orchestra da Tre Soldi - Dodicilune/IRD, 2007 Bibliografia essenziale Kurt Weill: An Illustrated Life. Jurgen Schebera. Yale University Press 64 Discografia essenziale Schubert/Schumann/Debussy:Works for Cello and Piano, Mitislav Rostropovich, Benjamin Britten, DECCA 2007 Debussy Hindemith Britten Aldo D’Amico violoncello Annibale Rebaudengo pianoforte Edipan 1984 (LP non più in commercio) Bibliografia essenziale Gli adulti e la musica, a cura di Annibale Rebaudengo, EDT, 2005 65 Concerto numero 17 Sabato 13 marzo 2010 Concerto numero 18 Sabato 20 marzo 2010 Un fascino tutto spagnolo La musica: un rifugio sicuro Una rapida ascesa verso le sonorità spagnoleggianti e le melodie del flamenco, percorrendo le tappe evolutive indispensabili alla comprensione del vasto panorama musicale contemporaneo. Ecco allora il Rinascimento con Michael Praetorius, compositore e trattatista vissuto a cavallo tra il Cinquecento e Seicento, elemento indispensabile al passaggio dall’epoca Rinascimentale a quella Barocca; seguito immediatamente dal grande “maestro”: Johann Sebastian Bach. Significativa anche la scelta del repertorio: una dance ed una Ciaccona. Questa in origine era un tipo di danza caratterizzata da un tempo moderato probabilmente di origine spagnola. Flavio Sala rivela infine definitivamente il suo repertorio prediletto con Torroba, Nunez, e Paco de Lucia, uno dei più grandi chitarristi Flamenco. Si pensa spesso che l’essenza del flamenco sia la danza. In realtà l’anima del flamenco è il “cante”(cantante). Infatti il flamenco nasce come canto, senza musica. Chitarra e danza si aggiungono solo in seguito. Il flamenco nasce come espressione popolare tipica dell’Andalusia. Fortemente influenzato dal popolo nomade dei Gitani, il flamenco affonda le sue radici nella cultura musicale dei Mori e degli Ebrei. Un tempo ristretto nella zona dell’Andalusia, oggi il flamenco fa parte della cultura e della tradizione musicale spagnola. “Nessuna tendenza esibizionistica in lui. (…) non lo attrae il piano in sé: lo strumento è solo una porta d’ingresso verso la musica. Ma qualche nube comincia presto a turbare questo quadro di serenità. In una foto scattata quando Bill ha otto o nove anni, il suo sguardo comunica una sorta di smarrita malinconia, (…) quello struggimento, quel ‘perchè’ destinato a rimanere senza risposta che tanto spesso ritroveremo nella musica dell’Evans adulto,sono già tutti lì.” Così Enrico Pieranunzi descrive nella sua monografia sul pianista, il carattere malinconico ed introverso della poetica evansiana. La musica di Bill Evans fu fortemente influenzata dal suo carattere ipersensibile e dagli accadimenti personali. Un duro colpo inflitto alla personalità sensibile di Bill fu senza dubbio la sua chiamata alle armi negli anni Cinquanta sul fronte coreano: tre anni in cui si consolidò quel disagio ed ostilità verso il mondo esterno che Evans aveva fin da bambino. A piegare ulteriormente il suo carattere saranno la morte del padre, il suicidio del fratello Harry, con il quale Bill aveva stretto un legame molto profondo ed il suicidio della compagna Ellaine. Non bisogna poi dimenticare la morte del giovane contrabbassista Scott LaFaro, con il quale la musica di Evans e il suo concetto di Trio toccano vette di raffinatezza mai più raggiunte. Certamente, al di là degli eventi negativi che si avvicendarono intorno alla sua figura, ed al di là del disagio provocatogli dall’uso massiccio di droghe, la malinconia, e il senso di solitudine, conferiscono alla musica di Evans quella particolare trasparenza e sincerità che la rendono al tempo stesso immediata ed irraggiungibile. Discografia essenziale Discografia essenziale Flavio Sala Live at the Hermitage Theatre (MAP),2005 Bibliografia essenziale Il tango ritrovato, Burstin Haim - Donzelli, 2008 66 Portrait in Jazz, Bill Evans Trio, Riverside 1959; From Left to Right, Bill Evans and Orchestra, Verve 1969/70 Bibliografia essenziale “Bill Evans - Ritratto d’artista con pianoforte” Enrico Pieranunzi, Stampa Alternativa,2001 67 Concerto numero 19 Sabato 17 aprile 2010 Concerto numero 20 Venerdì 30 aprile 2010 Laudate pueri Musica “sinestica” Il 7 gennaio 1779 Mozart, dopo quasi due anni di assenza, finalmente rientrava a Salisburgo. Nel 1777 era partito con la madre alla volta di Parigi, nella speranza di trovare la protezione di una corte importante. Ora rientrava a casa colmo di delusioni non solo professionali, ma anche affettive: Parigi non aveva più manifestato lo stesso interesse di dieci anni prima nei confronti del suo talento; nessuna corte importante gli aveva spalancato le porte; e come se non bastasse in quella città lontana la madre era morta improvvisamente, lasciandolo per la prima volta completamente solo in un paese straniero. In quel momento era cominciato il rocambolesco viaggio di ritorno alla volta di Salisburgo. Mozart aveva impiegato circa quattro mesi a rientrare, suscitando le ire funeste del padre, che lo incitava a tornare rapidamente al servizio dell’arcivescovo Hyeronimus Colloredo. L’arcivescovo non era disposto ad accogliere favorevolmente un dipendente che aveva fatto di tutto per cercare protezione altrove. Nonostante ciò lo riprese al suo servizio, riservandosi tuttavia di valutare attentamente l’esito della sua condotta. Mozart si trovò così nuovamente caricato di tutte quelle attività dalle quali aveva tentato invano di sfuggire nel 1777; e fu costretto a riprendere la carica di Konzertmeister e organista del duomo, sottomettendosi svogliatamente all’obbligo di comporre musiche per tutti gli eventi mondani e liturgici che si svolgevano alla corte di Salisburgo. Tra questi le Vesperae solemnes de Confessor, che furono composte nel 1780 da Mozart proprio per soddisfare il cerimoniale liturgico. Tutti i salmi che le compongono appartengono a una tradizione musicale antichissima, che ai tempi di Mozart imponeva determinate scelte stilistiche: il Laudate pueri, ad esempio, era da sempre il luogo dei vespri destinato alla massima elaborazione contrappuntistica; in questo caso Mozart lo trasforma in una fuga grandiosa, che parla già chiaramente la lingua del “Kyrie eleison” del successivo Requiem. Perché nelle sue mani qualunque rivisitazione, anche quella derivante dalla tradizione più solida, acquisisce fattezze originali e personalissime. (A cura di Paolo Cairoli - 2007) “...una musica vivente, avente l’impeto della sincerità, della generosità e della coscienziosità artistica”. Tra il 1928 e 1929 un Olivier Messiaen ancora giovane scrisse gli Otto Preludi, ad ognuno dei quali donò un titolo e delle indicazioni sul colore. La colombe è associata ad un “arancio con venature violette”, mentre Instants défunts e Plainte calme ad un “grigio vellutato con riflessi malva e verdi”. «Io vedo dei colori mentre ascolto dei suoni; l’ho detto alla critica, l’ho detto al pubblico, l’ho detto persino ai miei allievi a lezione, e bene, nessuno vede nulla!». Questa particolare associazione che Messiaen percepiva a livello sensoriale è chiamata oggi col nome di sinestesia. La sinestesia è un fenomeno sensoriale-percettivo, che indica una “contaminazione” dei sensi nella percezione, situazioni in cui una stimolazione uditiva, olfattiva, tattile o visiva è percepita come due eventi sensoriali distinti ma conviventi. Per esempio, in questo caso, percepire un evento sonoro con una immediata reazione visiva. Messiaen si distinse infatti per l’introduzione e l’uso di particolari scale musicali, che gli permisero di esplorare queste relazione tra l’udito e gli altri sensi, realizzando una musica sinestetica, in cui l’incontro e la sovrapposizione di accordi doveva creare l’impressione di vedere certi ben determinati accostamenti di colore. Bibliografia essenziale Hermann Abert, Mozart, Milano, Il Saggiatore Discografia essenziale Discografia essenziale Messiaen: Piano Works, Roger Muraro, Accord, 2003 Mozart, Vesperale solemnes de confessore KV 339, Chor della vocapella, Sinfonieorchester Aachen, Marcus Bosch, Cavillo classics Bibliografia essenziale Punti di riferimento, Pierre Boulez, a cura di Jean-Jacques Nattiez Torino, Einaudi, 1984. 68 69 Concerto numero 25 Venerdì 11 giugno 2010 Stasi in Musica Poche note, poco variate, ripetute. Un andamento costante, ipnotico e ripetitivo anch’esso. Tutto questo e molto altro si possono riassumere sotto un’unica definizione: minimalismo. Il termine identifica una forma musicale diffusasi nella seconda metà del ‘900 negli Stati Uniti, caratterizzata, per così dire, da una estrema riduzione delle trame sonore. L’architettura della musica minimale si sviluppa su cellule melodiche brevi e semplici, e su figure ritmiche immediate, e dipana il discorso creativo sulla ripetizione, spesso ossessiva, di tali moduli, mentre il castello armonico e timbrico si evolve a formare la chiave espressiva dell’opera, utilizzando talvolta strumenti di raro utilizzo e sonorità inusuali, con la complicità dell’elettronica e della musica popolare. Nella maturazione di questa corrente vi è un riferimento a formule musicali tipiche della musica etnica, a quelle aree sociali nelle quali il ritmo e il suono percussivo erano caratteristiche strutturali, come nella musica della zona centrafricana. Ecco allora “electric counterpoint” come esempio edificante del principio minimalista; Reicha stesso lo definisce “costruito su un canone di otto voci, (…) dove viene ampiamente utilizzata la tecnica del looping e del sampling per riprodurre la sovrapposizione delle varie voci di chitarra” dove un loop o sample, è un campionamento di un suono registrato e ripetuto, tramite l’utilizzo di specifici nastri, effetti audio, un campionatore o dei software appositi. ISTITUTO MUSICALE CITTÀ DI RIVOLI RIVOLIMUSICA 2009-2010 Edoardo Zanone Poma Presidente Davide Bordignon Anita Cravero Gaetano Di Domenico Giovanni Glielmi Andrea Gunetti Antonmario Semolini Consiglio d’Amministrazione Andrea Maggiora Direttore artistico Paolo Spinnato Direttore amministrativo Carlo Cortellini Maria Viola Organizzazione Loredana Durando Sandra Briccarello Amministrazione Discografia essenziale Drumming, Steve Reich - DG, 1974; Dance pieces, Philips glass - Columbia, 1981 Bibliografia essenziale “Musica Coelestis”, Carlo Boccadoro, Einaudi, 1999. 70 71 L’Istituto Musicale si può raggiungere: DA TORINO CITTÀ PERCORRENDO C.SO FRANCIA FINO AL FONDO OPPURE TRAMITE LA TANGENZIALE SUD (USCITA C.SO FRANCIA-RIVOLI)* In entrambi i casi si raggiunge comunque la parte finale di c.so Francia * Una volta usciti dalla tangenziale girare a sinistra seguendo la direzione per Rivoli. Arrivati alla rotonda finale di c.so Francia girare a sinistra in p.zza Martiri della Libertà, proseguire dritto per un breve tratto di via Cavalieri di Vittorio Veneto, girare alla prima a destra (via M. Gioia) e continuare sempre dritto, la strada comincia a salire ed è sempre la stessa ma cambia nome: da via Gioia diventa via Rombò e poi via Fiorito. Da via Fiorito svoltare a sinistra in via Girò, la prima via che si incrocia è via Capello e proprio all’incrocio c’è il cancello dell’Istituto Musicale, che è aperto per l’ingresso ai concerti. 72 73