I DISABILI E GLI STUDENTI
Fonte: L'Unione Sarda
1 marzo 2012
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Data scaricamento: 9 giugno 2017, 19:45
Firmato l'accordo fra Ersu, Comune e Dipartimento salute mentale
Malati psichici, via al progetto di convivenza
Promuovere l'autonomia e l'inclusione sociale dei sofferenti mentali e allo stesso tempo, offrire
un'importante occasione di crescita e di formazione agli studenti universitari. Sono gli obiettivi del
progetto Abitare Condiviso, nato da una sinergia tra Comune, Ersu e dipartimento di Salute
mentale della Asl 8.
IL PROGETTO Ieri è stato firmato un protocollo d'intesa che avvia un'innovativa esperienza di
coabitazione tra studenti e disabili mentali: l'unica in Italia fra gli enti per il diritto allo studio.
Quattro appartamenti in città verranno messi gratuitamente a disposizione degli studenti che
potranno usufruire non solo di un posto alloggio, ma anche di utenze pagate e sei pasti alla
settimana nella mensa universitaria. Il tutto a spese dell'amministrazione comunale. Per ogni
appartamento, verranno attivati dei gruppi di convivenza composti da due studenti più tre o
quattro
sofferenti
psichici;
completamente
autonomi
e
inseriti
in
un
programma
terapeutico-riabilitativo. Le metodologie d'intervento sono già state sperimentate in un analogo
progetto del 2010 con i Comuni del Plus 21, capofila quello di Monserrato, che ha già dato buoni
frutti. Gli studenti verranno selezionati da una commissione composta dall'équipe del
Dipartimento di Salute Mentale e dai referenti dei servizi sociali del Comune.
IL COMUNE «Sono contenta di stipulare questo protocollo che dà avvio a un vero programma di
inclusione sociale dei sofferenti mentali», afferma l'assessore alle Politiche Sociali, Susanna Orrù,
«la condivisione ha un duplice valore: gli studenti si potranno confrontare con la sofferenza di chi
cerca di essere accettato nella società e i sofferenti guadagneranno un'inclusione più veloce e un
recupero più rapido». Orgoglioso del progetto anche il direttore del Dipartimento di Salute
Mentale, Augusto Contu: «Abitare condiviso nasce da una buona prassi, che consiste nel
condividere l'abitare con tutto ciò che comporta. Gli utenti si responsabilizzano e diventano
protagonisti attivi».
LE CASE Uno dei quattro appartamenti è già stato individuato, 150 metri quadri in via Sonnino,
per circa 1200 euro al mese. Il bando verrà pubblicato il 5 marzo sul sito dell'Ersu e gli studenti
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potranno presentare le domande entro il 20 del mese. «L'Ente per il diritto allo studio si apre al
sociale, permette agli studenti di non mantenersi staccati dal resto del mondo, di sfatare le dicerie
sui giovani superficiali e menefreghisti e di dimostrare la loro solidarietà», commenta la
presidente dell'Ersu, Daniela Noli.
Veronica Nedrini
La vicenda
Del primo
progetto
si occupò
la Procura
Non più Abitare assistito ma Abitare condiviso. Il nuovo progetto del Comune cambia
radicalmente e rinasce dalle ceneri di uno precedente, tutto da dimenticare perché non andato
proprio a buon fine. La Procura nel luglio scorso aveva infatti aperto un fascicolo, senza ipotesi di
reato né indagati, per fare chiarezza sul progetto Abitare assistito. Il programma in questione, mai
partito, prevedeva l'affitto di alcuni appartamenti in centro da destinare ai sofferenti psichici,
all'interno di un piano per il loro reinserimento sociale. La gara venne vinta da un imprenditore
proprietario di cinque appartamenti in via Cornalias, di dimensioni ridotte rispetto al previsto di
circa 70 metri quadri. La società si aggiudicò l'appalto e il Comune iniziò a pagare gli affitti, non
proprio a buon mercato, a partire dal 2009. L'assessore Susanna Orrù aveva quindi chiesto la
risoluzione del contratto e inviato i documenti alla Corte dei Conti. Una decisione che aveva
insospettito la magistratura e portato all'apertura di un'inchiesta. (ve. ne.)
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