foglio di sala e di approfondimento
di ARCA PUCCINI Musica per Combinazione / Parnassus 2010
n. 1 / 26 settembre 2010
Il frastuono
più atroce
Arca Puccini è un pomeriggio/sera di concerti in cui non si chiede ai
gruppi un concerto, ma di portare venti minuti del “proprio suono”. Arca
Puccini – Musica per Combinazione è un pomeriggio di musica in cui ci
si sposta come in un unico piano-sequenza d’ascolto e visione tra stanze
e cortili. Arca Puccini – Musica per Combinazione – Parnassus 2010 è un
salto nella musica: abbandonare lo spazio fisico di fronte a una band per
immergersi nei suoni, come mettendo da parte tutto ciò che sta attorno. Si
“riemerge” sempre con qualche conseguenza.
Ci si muove alla ricerca di un tessuto e ci si spende per crearlo. Importa
molto il contesto in cui si lavora, il contesto in cui si suona. Un po’ meno la
semplice esibizione, i festival, il palco e i riflettori come evento. Parnassus
vuole entrare nei garage o nelle stanzette mentre si produce, si pensa, s’immagina. Lì dentro forse esiste ancora un suono non contraffatto, credibile, che
sappia parlarci senza incensare, senza essere per forza roccioso. Un suono che
mostri delle crepe in grado di stare nelle cose, nelle storie di chi produce, di chi
ascolta, di chi organizza.
Dopo 11 live e 2 progetti speciali, in fondo ad Arca Puccini c’è un pensiero che
va oltre “la piana”, una ricerca di artisti che dai garage e dalle stanze sono usciti, ma che sentiamo vicini, perché hanno scelto di non smettere di guardare alla
storia dalla quale provengono. Così nel 2008 alle 22 hanno suonato The Zen Circus, l’anno scorso gli inglesi Cesarians, mentre stasera arrivano da New York
Jeffrey Lewis and the Junkyard.
Nero su Bianco, il foglio che avete fra le mani, per Pistoia fa split con nevrosi, il progetto duale/plurale che organizza Arca Puccini. In queste pagine proviamo
a raccontarvi cosa accade perché anche questo foglio, come Parnassus 2010, è un piccolo tentativo di fare tessuto. Qualcosa che prova a crescere attraverso
dei piccoli passi, nato in un festival di teatro (Santarcangelo), qualcosa che si nutre di discussioni infinite e spera di consegnarsi ai camminanti di Arca Puccini
come uno strumento. Ciò che davvero accadrà stasera – figuriamoci domani – nessuno davvero lo sa. Però forse qualche piccolo punto, qualche piccola cronaca sul presente dobbiamo provare a tracciarla. Così pare.
colophon
nero su bianco split nevrosi
foglio di sala e di approfondimento
Redazione
Simone Caputo
Lorenzo Donati
Lorenzo Maffucci
Nicola Ruganti
Rodolfo Sacchettini
Serena Terranova
Nicola Villa
Grafica e disegni
Marco Smacchia
www.myspace.com/arcapuccini
[email protected]
Concerto per batterie
Saranno Jacopo Andreini, Andrea Belfi, Francesco Motta, Cristiano Coppi, Riccardo Giubilo e Marco Zaninello i protagonisti del concerto per batterie. Un
desiderio un po’ folle, nato in nevrosi e nei suoi collaboratori, qualche anno fa, dopo l’ascolto del live “77 Boa Drum” realizzato dai Boredoms a New York, e dalla
voglia di far incontrare i suoni e le ritmiche di percussionisti provenienti da esperienze musicali disparate tra loro. Jacopo Andreini è batterista, polistrumentista, fondatore della Frigorifero prod. nel 1992 e animatore della scena musicale sperimentale europea; tra i suoi molteplici progetti e collaborazioni dal piglio
incendiario e provocatorio (impossibile elencarli tutti!) ci sono Bz bz ueu, Nando meet corrosion, Ovo, Jealousy party, Maisie, E-n.e.e.m., Enfance Rouge. Così
l’autopresentazione dal suo sito: «Suona tutto, spacca tutto, ribalta tutto, usa tutto. Non gliene frega niente dello stile, del genere, del modo, della prassi, della
teoria, del buonsenso. Ama fare quello che gli viene in mente curandosi solo dopo del risultato. Ama collaborare con persone simili ma diverse. Ci vuole indiscutibilità per averci a che fare, altrimenti ciccia. Suona felicemente batteria, percussioni, pentole, sassofoni, cornetta, chitarra, basso, basstarra, contrabajissimo
(strumenti di sua costruzione), campionatore, computer, batterie elettroniche, synth, tastieracce, tubi, paperelle blu». Francesco Motta è la voce e la batteria
dei giovanissimi pisani Criminal Jokers; nel novembre 2009 esce il loro disco d’esordio, This was supposed to be the future, prodotto da Andrea Appino degli Zen
Circus e Manuele Fusaroli. Marco Zaninello è il batterista dei livornesi “rockettari, psichedelici, terapeutici” Appaloosa; Savana del 2009 per Urtovox è il loro ultimo lavoro. Infine i pistoiesi Cristiano Coppi, artista e scultore del ferro, prestatosi negli anni con la sua batteria a tanti musicisti e band, e il giovanissimo Riccardo Giubilo. Di Andrea Belfi, batterista, compositore e musicista elettroacustico, presente ad Arca Puccini anche con un progetto solista, si dirà più avanti.
Marino José Malagnino (Brindisi)
La sua storia musicale ha inizio con la raccolta Ghirigori nel 2005, che riunisce diversi nomi dell’underground italiano. La compilation viene messa alla prova
dall’ascolto di bambini di una scuola, che rispondono all’unanimità che quella non è musica. Si convince così della necessità di riscattare il concetto di musica
come pura parte del nostro vivere quotidiano, come il rumoroso traffico urbano o il vociare delle persone in strada. Comincia allora a produrre dischi, incartandoli in fotocopie ritagliate a mano e producendo copertine disegnate da lui stesso. Nasce il progetto Produzioni Pezzente con la promessa di diffondere una
sorta di nuova musica autoctona.
Nel 2006, durante tre mesi di continuo viaggio, Malagnino distribuisce questi dischi sia in festival che in treno, a quei compagni di viaggio che gli sembrano simpatici. Viaggiando pone molta attenzione ai mutamenti del suono dell’ambiente e da lì vengono due produzioni, dapprima POP e poi L’Amorth Duo.
Quotidiana e divertita, questa musica è totalmente distante dal progetto che inizia subito dopo con il batterista Stefano Giust, fondatore nel ‘93 dell’etichetta
underground SetolaDiMaiale, progetto in cui Malagnino suona cd graffiati, stereo (attraverso i tasti repeat e skip) e stereo rotti. Realizza poi con Davide Riccio
un album di collage di suoni corporali, dal respiro fino alle note dell’elettroencefalogramma.
Malagnino inizia poi a suonare le persone: i musicisti divengono lo strumento con cui comporre musica. Canticchiando direttamente nell’orecchio dell’interessato, la melodia si compone attraverso questo semplice passaggio di testimone. Dopo l’entusiastico successo riscosso al festival italiano Tago Fest (Massa) e
una breve apparizione in Catalunya, Malagnino si convince della potenza di Psss Psss Pssss, titolo del progetto fondato su questo metodo compositivo, al punto
da decidere di voler fare un giro del mondo per suonare quante più diverse persone possibili, creando quella che lui chiama “nuova musica autoctona”.
Malagnino si organizza come può ed è spesso in giro a cercare di diffondere la sua visione della musica.
Jeffrey Lewis & The Junkyard (NYC)
Cantautore anti-folk, rocker, amante della musica popolare, disegnatore di fumetti, Jeffrey
Lewis è un artista poliedrico che associa una forte passione per la musica a svariati progetti artistici, tra cui l’ormai famosa Storia illustrata del comunismo, una biografia illustrata
di Barack Obama, un blog sul New York Times e una TV sul sito del quotidiano britannico The Guardian. Dopo un intenso 2008 trascorso quasi interamente in tour in
qualità di supporter accanto a nomi del calibro di Jarvis Cocker, The Cribs, Stephen
Malkmus & the Jicks, The Mountain Goes, ed in cui ha realizzato l’album di cover
punk-anarchiche intitolato 12 Crass Songs, il cantautore newyorchese, da sempre alle prese con lo spirito folk e l’attitudine punk, giunge alla definitiva maturazione artistica con il nuovo disco ‘Em Are I. Il quinto album di Jeffrey Lewis,
uscito per la prestigiosa etichetta Rough Trade e registrato quasi interamente
su nastro analogico presso gli Emandee Studios di Brooklyn in compagnia
dell’ingegnere del suono e co-produttore Mark Ospovat, è arricchito dalla
presenza del fratello Jack, dalla suonatrice di banjo Emily Lacy, da Herman
Düne e da un cameo del grandissimo J Mascis dei Dinosaur Jr.
’Em are I rappresenta per la prima volta in maniera compiuta la fusione
di tutti gli elementi che avevano caratterizzato le precedenti composizioni, dall’amore per la musica popolare degli ultimi 40 anni alla
matrice puramente anticonformista e punk. Accompagnato da
una facilità di scrittura unica in cui riescono a convivere comicità e tragedia, il talento di Jeffrey Lewis risiede nella capacità
di rielaborare la semplicità dei brani folk tradizionali, spesso
costruiti attorno alla forma base della ballata d’amore, contaminandola con ritmi nevrotici e ossessivi, psichedelia anni ‘70 e
un cantato fragile, annoiato ed a volte infantile. Menestrello dei
giorni nostri, ormai unanimemente riconosciuto come una tra
le voci più rappresentative della scena alternativa americana,
Jeffrey Lewis presenta anche in Italia la sua ultima e più compiuta fatica. Undici brani che riflettono l’amore del cantautore
americano per la musica popolare vista e vissuta con l’approccio
un po’ naïf simile a quello degli scomparsi Moldy Peaches di Adam
Green o del genio inarrivabile di Daniel Johnston.
Il 9 maggio 2010 è uscito l’album di debutto dei Bundles, nuovo
gruppo della K records, e ultimo progetto di Jeff insieme all’inseparabile fratello Jack e ad artisti del calibro di Kimya Dawson, Anders
Griffen e Karl Blau.
Di seguito alcune delle parole che Lewis ha detto a Michelle Davis
nell’intervista trasmessa da Nova Radio “Un uomo. Un Genio. Una storia. Domenica 26 Settembre live all’Arca Puccini di Pistoia. Be there!”,
sulla sua musica, la sua storia, New York. «Penso che la band con mio
fratello Jack e il nostro batterista Dave sia una band estremamente newyorkese. Siamo tutti cresciuti a New York e siamo molto legati alla città
e alla sua cultura, alla sua politica e alla sua visione della realtà. Ironicamente negli ultimi 10/15 anni sono usciti fuori gruppi come Vampire
Weekend, Yeah Yeah Yeahs, Dirty Projectors che rappresentano il sound
Newyorkese ma non sono veramente Newyorkesi. Sono studenti approdati nella Grande Mela che vengono da parti diverse dell’America dove l’humus
culturale è estremamente differente. Quindi, è strano a dirsi ma siamo un gruppo
un po’ outsider per quanto riguarda la scena musicale attuale. Tutta questa gente è
venuta a New York attratta dalla possibilità di essere ‘cool’. È sempre stato così, anche grandi musicisti del passato come Patti Smith, Richard Hell e molti di quelli che
sono diventati icone della città non erano di New York. La mia band non ha niente a
che fare con questa scena cool, non ci interessa indossare questa veste perchè noi siamo veri newyorkesi». «[...] uno degli aspetti del crescere a New York era la difficoltà di
formarsi come band. Vivevamo in monolocali, in condomini... non c’erano cantine dove
provare con batterie e amplificatori. Non c’è proprio il concetto di una garage band a New
York, a differenza del resto del paese dove è più facile trovare lo spazio per provare. Il mio
approccio iniziale era solitario... però quando inizi a suonare in tour e in concerto è bello
poter espandere il proprio sound in una dinamica più complessa. Quando suono e quando
registro mi piace poter aggiungere batteria, chitarre distorte... per questo siamo diventati una
formazione. Suono ancora la chitarra acustica, con pedaliere ed effetti vari... ma sicuramente
ci siamo evoluti molto da quando io e mio fratello suonavamo soli in camera».
_
MAPPA
ARCA PUCCINI Musica per Combinazione / Parnassus 2010
_01
Marino José Malagnino
_02
Blue Popsicle
_03
No Use For A Plan
_10
Andrea Belfi
_11
concerto per batterie
_04
Hazey Tapes
_13
Amavo
_14
Jeffr
& Th
_PROIEZIONI CORTI ANIMATI
Rojna Bagheri, Valeria Prosperi, Chiara Raimondi
_08
Matteo Pit
rey Lewis
he Junkyard
_05
Iaui
_06
Sumo
_07
Ginny As Nuisance
_09
Karl Marx Was A Broker
_12
A Small Document
_
AMAVO (Venezia)
AMAVO è una band italiana composta da Anna Lott e Silvia Lovo, attiva dal 2004. A seguito della prima autoproduzione, un EP omonimo composto da 5 tracce,
esce nel 2007 Amavo el toco, uno split contenente 4 tracce inedite realizzato in edizione limitata assieme ai Peter Kernel e prodotto dalla svizzera On The
Camper records. L’esordio ufficiale del gruppo, Happymess, esce nel 2008 per fromSCRATCH records, etichetta italiana attenta alla scena sperimentale e non
(Gioacchino Turù e Pentolino’s Orchestra, presenti ad Arca Puccini nel 2008). Alla presentazione di Happymess segue un lungo tour che tocca Italia, Francia,
Svizzera e Austria, per un totale di un centinaio di date suonate nell’arco di un anno e mezzo. Nell’inverno 2010 è prevista l’uscita del secondo lavoro; il sintetizzatore entra a far parte della backline del gruppo e diventa parte fondamentale per la composizione: tre strumenti e quattro braccia.
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A SMALL DOCUMENT (Pistoia)
Il nuovo medioevo del garage rock. Psichedelia totale, dalla provincia agli spazi siderali, testimonianza delle stagioni che dagli anni Novanta hanno investito
la Valdinievole (“valley” contraddittoria alle porte di Pistoia), risultato di un incessante farsi e disfarsi di band che hanno affondato gli artigli negli anni Zero
come i Nativist e i leggendari Los Dragos, Stooges precoci con la saggezza dei padri, l’insofferenza dei figli ribelli, i tatuaggi degli USA...
Formazione: Mocar – voce / Billy Boy – chitarra / Sirjoe – batteria
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ANDREA BELFI (Verona)
È un batterista, compositore e musicista elettroacustico. Inizia a studiare batteria all’età di 14 anni. Dai 15 ai 18 suona in varie band punk/hardcore, con le
quali tiene concerti in tutta Italia. A partire dal 2002 suona per otto anni nei Rosolina Mar, trio rock con cui attraversa Italia, Spagna e Francia e pubblica due
album, l’omonimo e Before And After Dinner (Wallace Records, 2004 e 2006). Dal 2003 Belfi sviluppa un live-set solista, in cui fonde la sua tecnica di batterista
con la passione per l’improvvisazione e la musica elettroacustica.
Il suo album Between Neck & Stomach è stato pubblicato nel 2006 dalla svedese Hapna records, mentre Knots, terzo disco solista, è stato pubblicato dalla
milanese Die Schachtel nel 2008. I tour per la presentazione di questi due dischi lo hanno portato a Chicago (Lampo), Aalst (Netwerk), Bruxelles (Klara festival
2008), Stoccolma (Ugglan festival 2008), Oslo, Torino (Artissima 2007).
È stato invitato a partecipare a diversi progetti di residenza, tra cui: Harlem Studio fellowship (New York City 2009), Q-O2 werkplaats (Bruxelles 2009), Hotel
Pupik (Scheifling-Austria 2009).
Dal 2009 ha iniziato una serie di diverse collaborazioni: un trio con il musicista americano David Grubbs (ex-Gastr del Sol, Bastro, Squirrel Bait) e Stefano
Pilia (3/4hadbeeneliminated, Massimo Volume), il trio “Il sogno del marinaio”, assieme a Pilia e alla leggenda del punk-rock Mike Watt (Minutement, Firehose,
Iggy and the Stooges), un duo con il musicista olandese Machinefabriek, un duo con l’improvvisatore tedesco Ignaz Schick, il duo TUMBLE con il compositore
elettroacustico Attila Faravelli, il duo Fluorescent Pigs con il chitarrista Alessandro “Asso” Stefana, il trio omaggio a Moondog Hobocombo. L’interesse primario
del lavoro di Belfi è la performance live in contesti molto eterogenei, come si evince dalle diverse collaborazioni e concerti.
Belfi ha suonato e collaborato tra gli altri con: Damo Suzuki, Tony Conrad, Rhys Chatham, Nicola Ratti, Squarcicatrici, Dean Roberts, Atelier MTK (Metamkine),
Zimmerfrei, Å, Werner Dafeldecker, Claudio Rocchetti, Xavier Garcia Bardon (aka Saoule), Valerio Tricoli, Alessandro Bosetti, Xabier Iriondo, Meshuge Klezmer
Band, Christa Pfangen, Renato Rinaldi, Larkin Grimm.
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BLUE POPSICLE (Firenze)
Filippo Santini (voce), Iacopo Neri (chitarra), Alessandro Pezzano (basso), Alessio Ninci (batteria)
Blue Popsicle è una band costituita nel maggio 2009. Nel descrivere la loro musica loro stessi evocano specifiche influenze: The Strokes, The Stooges, Arctic
Monkeys, The Kooks, Oasis, The Cure. Blue Popsicle, in un anno di vita, ha già all’attivo una quarantina di date in giro per la penisola.
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GINNY AS NUISANCE (Pistoia)
Chitarra e voce: Greta (già Sounds Better in T-Shirt); batteria: Jonathan.
Noise / noia / nuisance. Ginny As Nuisance è uno strumento di autodifesa. Fastidiosa / violenta / post-punk / uproot. Progetto di ricalibratura esistenziale dell’unica
cantautrice punk emersa a Pistoia negli ultimi X anni. «Non ho mai preso coscienza dell’underground; lo sento come un germe/germoglio interno inconscio».
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HAZEY TAPES (Firenze)
Angie K (voce), Conte (chitarra), Leo Oreste (batteria Hazey tapes forever), Zack Tornabene Hazey (tapes ad honorem), Erik (NK) (Freddyes)
Hazey Tapes si formano alla fine del 2008, inizialmente come trio con Angelika alla voce, Giulio ‘’Il Conte’’ alla chitarra e Leonardo alla batteria. Fin dagli
inizi emerge il desiderio di aggiungere un’altra chitarra, e ciò diventa realtà quando Zack (studente americano a Firenze) raggiunge il gruppo. Con lui la band
registra i primi tre brani e inizia ad esibirsi dal vivo. Dopo diversi concerti gli Hazey Tapes vincono l’Upigitos Music Contest di Marina di Massa, organizzato da
Booking Alive / Grinding Halt. Dopo il ritorno in patria di Zack entra in formazione Francesco D’Elia e da qui inizia un nuovo corso, che vede il gruppo registrare il loro primo EP nei primi mesi del 2010.
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IAUI (Pistoia / Finlandia / Spagna)
Iaui Tat Romero, di origini finlandesi e spagnole ma profondo conoscitore e abitante della montagna pistoiese, circa un paio d’anni fa ha iniziato a girare i
festival di musica elettronica europei pagandosi i soggiorni attraverso lavori nelle pizzerie (dei festival stessi). Inizialmente influenzato da sonorità reggae, in
festival come Sonica e Psytrance e altri si è innamorato della musica GOA, a quindici anni. Ora ha 17 anni. Attualmente opera come Dj (non produce pezzi propri), anche se sta lavorando per intraprendere un percorso nel versante della produzione. Usa un mixer con lettori Mp3 ma presto l’intento è quello di passare
al computer. Gli piacerebbe usare giradischi ma costano troppo; l’Mp3 come sorgente del missaggio è un compromesso attuale in vista di upgrade futuri. Come
già detto vive isolato nella montagna pistoiese e nomade per grandi festival di musica elettronica in Europa.
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KARL MARX WAS A BROKER (Pistoia)
I Karl Marx was a broker sono un power duo di Pistoia. Karl Marx arrivò alla conclusione che le contraddizioni strutturali interne del capitalismo porteranno
inevitabilmente alla sua fine. Il broker è un professionista che ricerca e acquista, per conto del cliente, nel mercato di riferimento, il prodotto che offre il miglior
rapporto qualità-prezzo. La band definisce il suo stesso suono come un insieme di jazz grooves abbinati a riff metal e passaggi indie. Il loro suono è caratterizzato dalla presenza di Loop-station, distorsore e octaver e dall’assenza di chitarra e voce. Il primo omonimo EP contiene 5 tracce ed è stato registrato intorno alla
metà di novembre 2009. È una band strumentale, tuttavia sul loro Myspace si possono leggere alcuni testi (non cantanti) scritti per accompagnare l’ascolto.
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NO USE FOR A PLAN (Pistoia)
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MATTEO PIT (Ravenna)
No Use for a Plan è un progetto nato da pochi mesi dall’incontro di Michele e Claudio Luccioletti con Samuele Gaggioli. Il trio applica la lezione ambient alla
sperimentazione elettronica.
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SUMO (Bologna)
I Sumo nascono nell’estate del 1999: Paolo, Fabrizio, Matteo, Marco ed Enrico. Nel 2005 i Sumo sono: Paolo, Fabrizio, Davide, Marco ed Enrico. In mezzo ci
sono stati Larry, Enrico ed Alessio tutti chitarristi e tutti rimasti per non più di un anno nei Sumo. Thickening Plot, Centro Macellazione Lavorazione Carni,
Milena Sassolino Trio, Tho!, Nutella Party, Imago Animi, Summer League sono alcuni dei progetti musicali paralleli o precedenti alla nascita della band. Dal
marzo 2001 i Sumo operano all’Atlantide Occupata di Bologna, divenuta grazie a loro un punto di riferimento italiano per il punk/hc. Nel 2002, con La libera
danza quotidiana, nasce Nothing City, l’etichetta dei Sumo. Nel 2005 esce sumo/ed - split 7” con la copertina disegnata da Blu, nel 2007 Surrogati, di cui grafica
e copertina sono state curate da Andrea Bruno
SMS: “Arca Puccini 2010 per foglio di sala:
Quale suono cerca / cercano oggi xxxxxxx ?”
Amavo
sab 25 set, ore 21:53
“Scusa ma non ho capito il senso della domanda”
A Small Document
ven 24 set, ore 01:18
“Te che c’hai di bono? Rock... come riferimento, un suono tra i Pixies e Dinosaur jr.”
Andrea Belfi
dom 26 set, ore 00:31
“Il suono di Belfi: il suono di un trattore agricolo in folle”
Blue Popsicle
ven 24 set, ore 07:23
“Perfetto”
Ginny As Nuisance
ven 25 set, ore 21:47
“Non è arrivato nessun messaggio”
Hazey Tapes
ven 24 set, ore 19:40
“Non so se la risposta è inerente alla domanda, ma direi surf garage senza
onde...”
Marino Josè Malagnino
ven 24 set, ore 23:18
“Amore libero”. (Telefonata solo parzialmente intelligibile da una cabina
telefonica di Zagabria)
CONCERTO PER BATTERIE
Jacopo Andreini
ven 24 set, ore 01:57
“il suono del corpo nudo con gli ossi”
Cristiano Coppi
dom 26 set, ore 13:10
“un suono senza titolo, neutro non perché privo di contenuti, ma come estremo compromesso musico-etico-socio-culturale”
Riccardo Giubilo
sab 25 set, ore 00:42
“Caldo e potente”
Francesco Motta
ven 24 set, ore 01:47
“??????”
Iaui
ven 24 set, ore 08:50
“GOA... GOA... PSYTRANCE”
Karl Marx Was A Broker
sab 25 set, ore 23:12
“Quello di una pressa industriale che schiaccia scimmie urlatrici”
No Use For A Plan
sab 25 set, ore 21:06
“L’importante è che sia checkato”
Sumo
sab 25 set, ore 21:52
“Alt(ro) country-punk”
Accade domani
incontro sulla musica
Quale il senso della creazione musicale oggi? In che modi la musica raggiunge oggi il pubblico? Cosa desiderare se possiamo ascoltare tutto quello che
vogliamo? Guida ragionevole al frastuono più atroce. Archiviare, produrre e rappresentare musica oggi si terrà domani, Lunedì 27 settembre alle ore
18.30 presso la Sala conferenze di Palazzo Puccini. Dal suono alla discussione: le questioni alla base del convegno provengono dalla pratica stessa del progetto
nevrosi, sperimentata nel corso dei tre anni di lavoro per Arca Puccini, che dal 2008 a oggi ha accolto artisti come The Zen Circus (Pisa), The Cesarians (UK),
Samuel Katarro (Pistoia), Baby Blue (Prato), Criminal Jokers (Pisa) e molti altri.
La storia di alcuni gruppi italiani, di etichette discografiche di recente formazione e di riviste storiche saranno oggetto di una riflessione sostenuta da Goffredo Fofi, intellettuale e direttore della rivista di arte, cultura, scienza e società “Lo Straniero”, Stefano Isidoro Bianchi, critico musicale direttore della rivista
“Blow Up”, Federico Gugliemi, critico, scrittore e produttore discografico, oggi responsabile delle pagine musicali del mensile “Il Mucchio Selvaggio” e John
Vignola, critico e animatore discografico, collaboratore della rivista “Il Mucchio Selvaggio” e conduttore su RadioRai2 del programma Twilight. Coordina
l’incontro Simone Caputo.
Poco prima del convegno, a Palazzo Puccini verranno distribuite le copie del secondo numero di Nero su Bianco, che fra le altre cose conterrà vaste cronache
sugli accadimenti della giornata di oggi.