Riassunto Tesi di Laurea Specialistica in Fisica Candidato: Andrea Alberti Relatore: Ennio Arimondo Appello di Laurea: 20 ottobre 2006 Contributions to new generation ultra-cold Lithium experiments Il lavoro di tesi nasce da una esperienza di 10 mesi, da inizio ottobre 2005 a fine agosto 2006, nel gruppo di ricerca sperimentale guidato dal Professor Christophe Salomon presso il Laboratoire Kastler-Brossel (Ecole Normale Supérieure) a Parigi. A partire dalla prima prova sperimentale della condensazione di Bose-Einstein di un gas di atomi nel 1995 (allora dimostrata per il rubidio, il sodio e il litio), lo studio dei gas quantistici ha assunto un rilievo del tutto particolare nel campo della fisica sperimentale. In natura le “particelle”, sia quelle di tipo fondamentale come un elettrone o protone sia quelle più complesse come un atomo o una molecola, si distinguano per il loro momento angolare che può essere multiplo intero – famiglia dei bosoni – o semi-intero – famiglia dei fermioni – di h . A seconda della famiglia di appartenenza, il loro comportamento differisce sotto l’operazione di simmetria che scambia due particelle indistinguibili, con profonde implicazioni sulla fisica dei sistemi a molti corpi, ovvero sistemi costituiti da molteplici particelle indistinguibili. Il progresso scientifico maturato in questo campo, oggi, ci permette di studiare sperimentalmente gli effetti quantistici che discendono dalla simmetria di scambio in sistemi gassosi costituiti da milioni di atomi. Questi gas in regime quantistico verificano talora la statistica fermionica e talaltra quella bosonica, a seconda della natura della specie atomica in questione. La fisica dei molti corpi per sistemi fermionici assume un ruolo chiave nella comprensione di diversi altri esempi, oltre ai gas di Fermi, dei quali non si possiede ancora una completa descrizione: tra i soggetti più studiati oggi rientrano le stelle di neutroni nell’astrofisica, i superconduttori ad alta temperatura nella fisica condensata, e addirittura i sistemi di quark nella fisica subnucleare. La sperimentazione sui gas in regime quantistico si pone in una posizione di tutto rilievo nello studio di questa famiglia di problemi, dal momento che questi sistemi – ovvero i gas quantistici – hanno il particolare pregio di consentire un buon controllo sperimentale su diversi parametri, quali ad esempio, la densità, la temperatura, e addirittura la forza di interazione tra gli atomi (attraverso la risonanza di Feshbach è possibile modificare la lunghezza di scattering). Altrettanto preziosa è la possibiltà di indurre eccitazioni sul sistema in maniera relativamente semplice, nell’intento di ricavare importanti informazioni sulla fisica dei molti corpi tramite lo spettro delle eccitazioni. È in questo scenario che si inquadra la ricerca sperimentale svolta dal gruppo che mi ha accolto per il mio tirocinio di tesi. Al momento attuale, l’apparato sperimentale è finalizzato allo studio del crossover tra la fase BEC (Bose-Einstein condensation) e la fase superconduttiva BCS (J. Bardeen, L. N. Cooper, J. R. Schriefferdi) in un gas di 6Li (fermione) per mezzo dell’impiego della risonanza di Feshbach, che permette di passare di maniera continua da una lunghezza di scattering negativa ad una positiva. Una lunghezza di scattering positiva è indice dell’esistenza di uno stato legato tra due atomi fermionici, che può essere interpretato come una “molecola” bosonica in quanto la composizione di due fermioni origina un bosone; è stato dimostrato sperimentalmente dal gruppo di ricerca che è possibile ottenere la condensazione di Bose-Einstein delle quasi molecole associate al suddetto stato legato. Mentre una lunghezza di scattering negativa è sintomo di una forza “complessiva” di tipo attrattivo che regola l’interazione tra gli atomi, in maniera del tutto analoga a quanto avviene nel caso dei superconduttori, dove sono i fononi a mediare un’interazione attrattiva tra gli elettroni; in questo caso il gas presenta le caratteristiche tipiche di un superconduttore per quanto riguarda la descrizione dello stato fondamentale e lo spettro di eccitazioni. Oggi la comprensione di queste due diverse fasi quantistiche, BEC e BCS, ha raggiunto un livello del tutto ragguardevole, e l’attenzione è ora rivolta soprattutto al punto di passaggio tra le due fasi, dove a causa di un fenomeno di risonanza la lunghezza di scattering tende a + o – a seconda del versante. In questa regione precisa, conosciuta come regime unitario, il sistema non può più essere descritto attraverso un approccio di campo medio, quale quello utilizzato per descrivere la BEC e la BCS per gas debolmente interagenti, siccome in questo caso le forti interazioni hanno un peso decisamente più importante. La conoscenza della fisica nascosta dietro i gas di Fermi in regime unitario consentirebbe imporanti progressi nella comprensione di altri sistemi non diluiti (interazioni importanti), tra i quali i superconduttori ad alta temperatura soprattutto. Il mio lavoro personale all’interno del gruppo di ricerca consiste in due progetti, di cui mi sono occupato in prima persona: • Ho sviluppato un programma di simulazione molecolare, che è stato già impiegato sull’esperimento attuale e che nel futuro sarà utilizzato ancora per ulteriori sviluppi sperimentali. • Ho sviluppato un sistema laser master a diodo che verrà impiegato su un nuovo apparato sperimentale destinato allo studio di una mistura di gas quantistici composta da Li e K. Si tratta di una nuova “tecnologia” laser che rimpiazzerà quella utilizzata attualmente, siccome garantisce maggiore stabilità e precisione nella frequenza di emissione laser. Simulazione molecolare Una prerogativa essenziale per la ricerca sperimentale sui gas in regime quantistico è il raggiungimento di temperature estremamente basse. Infatti, affinché gli effetti quantistici di scambio possano manifestarsi, occorre che la lunghezza d’onda di De Broglie sia abbastanza grande da essere comparabile con la distanza inter-atomica media, che scala come 1/n1/ 3 , dove n è la densità; perché ciò sia possibile in condizioni di densità non troppo elevate1 quali 1012 ÷1013 cm3 , occorre che l’energia cinetica media per atomo sia molto piccola, che corrisponde a temperature tra il nK e il μK . Temperature così basse rappresentano una vera sfida, e non possono essere raggiunte con tecniche criogeniche; pertanto sono state concepite, dopo diversi anni di sperimentazioni, altre tecniche più sofisticate, quali il raffreddamento laser e il raffreddamento evaporativo. Spesso più fasi di raffreddamento si susseguono in serie. Perché questi procedimenti possano essere applicati con profitto, occorre conoscere con precisione la termodinamica del sistema lungo tutto il processo di raffreddamento. Il mio programma di simulazione molecolare è stato sviluppato proprio in questa direzione, per aiutare la progettazione sperimentale delle tecniche di raffreddamento per raggiungere il regime quantistico. Il programma di simulazione si basa sull’idea proposta da Bird[1] nel ’94, secondo cui gli atomi evolvono in maniera deterministica all’interno del campo di forze esterno (la trappola atomica ed eventualmente la gravità), mentre collidono in maniera probabilistica con gli atomi prossimi. L’evoluzione deterministica del moto libero avviene tramite integrazione numerica dell’equazione del moto nel campo di forze esterno. Sono stati testati due algoritmi numerici, Runge-Kutta al 4 ordine e integrazione simplettica sempre al 4 ordine. Le collisioni invece sono gestite in maniera probabilistica, garantendo una maggiore efficienza computazionale rispetto ai metodi che trattano le collisioni in maniera deterministica. Lo spazio viene suddiviso in un grande numero di celle, di dimensione molto inferiore al cammino libero medio. All’interno di ciascuna cella gli atomi vengono fatti collidere, utilizzando il metodo del rigetto, con una probabilità proporzionale a n v rel , dove è la sezione d’urto, n è la densità atomica e v rel è la velocità relativa della coppia di atomi. Alle coppie che collidono viene associato un impulso post-collisione secondo una distribuzione di probabilità isotropa2. Questo algoritmo garantisce che il tasso di collisioni coincida localmente con n v rel , dove a questo punto v rel è la velocità relativa locale media. Il funzionamento del programma è stato testato con il modello di Krook e Wu, di cui è conosciuta una soluzione analitica non banale dell’equazione non lineare di Boltzmann. È stata verificata la corretta termalizzazione del gas verso la situazione di equilibrio, seguendo l’evoluzione della distribuzione di probabilità nelle velocità al variare del tempo. In seguito, il programma è stato impiegato per riprodurre il trasferimento magnetico di una nube di litio da una trappola quadrupolare ad un’altra sempre quadrupolare, ma distante dalla prima di 5cm. Sono state valutate le perdite nel numero di atomi in seguito all’evaporazione 1 2 I gas ultra freddi sono sempre sistemi metastabili, la cui tendenza naturale è quella di formare aggregati per solidificare. Densità elevate renderebbero molto più veloce questo processo naturale, rendendo impossibile lo studio dei gas stessi. Sono gestite solo le collisioni in onda s. Per i bosoni costituiscono il contributo principale nella regione di temperature in cui è utilizzato il programma. sulle superfici della cella a vuoto. L’efficacità del 20% nel trasferimento è stata confermata dai dati sperimentali. Lo stesso calcolo è stato ripetuto per una geometria diversa della cella, con una previsione del 50% di perdite. Questo risultato positivo ci ha indotti a sostituire la vecchia cella con la nuova cella. Per poter effettuare la sostituzione è stato però necessario smontare e in seguito reinstallare l’intero apparato sperimentale, operazione molto delicata che ha richiesto un intero anno di lavoro. Inoltre, abbiamo approfittato dell’occasione per introdurre numerose altre migliorie, di cui però tralascio i dettagli in questa sede. Sistema laser Per la ricerca negli atomi ultra-freddi è di principale importanza l’impiego di sorgenti laser con emissione sulle frequenze di risonanza della specie atomica che si intende utilizzare negli esperimenti. La radiazione laser risonante è utilizzata principalmente nelle fasi di raffreddamento laser e nella fase finale di misura (per mezzo della tecnica di “absorption imaging”). Soprattutto nel raffreddamento laser è importante l’utilizzo di un’emissione laser la più stretta possibile intorno alla frequenza desiderata3. Un laser master ha il compito di fornire il segnale luminoso di riferimento con le caratteristiche spettrali le migliori possibili. In seguito lo stesso segnale viene “iniettato” ed amplificato all’interno di altri laser, in questo caso chiamati slaves. I laser a diodo, in generale, hanno caratteristiche spettrali inadeguate per il tipo di esperimenti in cui siamo interessati, mentre sotto altri aspetti offrono interessanti vantaggi, quali il basso costo e l’esigua manutenzione di cui necessitano. L’utilizzo dei laser a diodo è reso possibile nel momento in cui questi vengano posti all’interno di una cavità esterna, che ne “purifica” il segnale. Infatti le cavità ottiche in cui vengono racchiusi i diodi laser posseggono una larghezza di riga di diversi ordini di grandezza più piccola di quella dello stesso diodo libero. Nell’attività del mio gruppo di lavoro sono stati utilizzati, sino ad oggi, laser a diodo master a reticolo di diffrazione, stabilizzati su righe di assorbimento del Li (transizioni ottiche D1 e D2 nel lontano rosso 671 nm ). Il sistema di cui mi sono occupato sostituisce il reticolo di diffrazione con un filtro interferenziale, ed estende la dimensione della cavità esterna. Il progetto di questo laser nasce all’ “Observatoire de Paris”[2], del quale io ho curato personalmente la realizzazione pratica e l’adattamento alle esigenze specifiche del nostro esperimento. La larghezza di riga dei laser a reticolo di diffrazione attualmente utilizzati è stata misurata intorno a 1÷ 2 MHz , mentre il nuovo sistema laser dovrebbe consentire una larghezza di 100 ÷ 200 KHz in virtù di una più stretta risonanza della nuova cavità esterna rispetto alla precedente. Purtroppo non mi è stato possibile nel periodo del mio stage misurare tale larghezza di riga, siccome tale misura richiedeva due laser identici per fare una misura eterodina di battimenti tra i due segnali. Per ora è stato assemblato un solo laser. 3 È necessario in alcune fasi lavorare estremamente vicino alla risonanza ottica, con un redshift di soli /2 , dove è la larghezza naturale dell’ordine di alcuni MHz . Parallelamente al progetto laser mi sono occupato di costruire un “forno” contente vapori di Li (si tratta di un tubo sotto vuoto 106 torr scaldato a 300 o sopra il punto di fusione del Li) che è stato impiegato insieme allo stesso laser per una spettroscopia subdoppler della struttura iperfine delle transizioni ottiche D1 e D2 del Li stesso. Senza entrare nei dettagli, mi limito a riportare il segnale misurato. Le strutture visibili nel segnale riproducono allo stesso tempo la struttura iperfine della transizione D2 del 6Li e D1 del 7Li, che per una pura coincidenza si sovrappongono nella stessa regione di frequenze (lo shift isotopico tra 6Li e 7Li coincide con la separazione fine tra la D1 e D2 che vale circa 10 GHz ). 1 GHz [1] G. A. Bird, Molecular Gas Dynamics and the Direct Simulation of Gas Flows (Oxford University Press, 1994). [2] X. Baillard, A. Gauguet, S. Bize, P. Lemonde, Ph. Laurent, A. Clairon, P. Rosenbusch, Interference-filter-stabilized external-cavity diode lasers, eprint physics/0605046, maggio 2006.