Macroeconomia
a. a. 2014-15
Luca Deidda
e-mail: [email protected]
Economia aperta nel breve periodo e
Aree valutarie
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Obiettivi
• Modello di breve periodo per
un’economia aperta, ripasso:
– Tassi di cambio fissi o flessibili
– Domanda aggregata per una piccola
economia aperta
• Economia delle aree valutarie
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Il modello Mundell-Fleming
• Assunzione chiave:
Mercato dei capitali perfetto:
r = r*
• Equilibrio nel mercato dei beni (IS) :
Y = C(Y − T) + G + I(r) + EX(e)
e = tasso di cambio nominale
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€
La curva IS, nello spazio (e,Y)
e
IS*
Y
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Curva LM* : Equilibrio nel mercato
monetario
M
= L(r*,Y )
P
e
LM*
Y
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Equilibrio
e
LM*
Tasso di
cambio di
equilibrio
Reddito di
equilibrio
IS*
Y
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Tassi di cambio fissi e variabili
• Tassi di cambio flessibili ( floating
exchange rates): e è libero di
aggiustarsi in conseguenza di shock
• Tassi di cambio fissi (fixed exchange
rates): la banca centrale scambia
moneta nazionale contro moneta
estera sul mercato valutario in modo
da tenere il cambio al livello prefissato.
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Politica fiscale in regime di cambi
flessibili
e
e2
e1
Risultato:
Δe > 0, ΔY = 0
Y1
Y
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Tassi di cambio fissi
• In un sistema di tassi di cambio fissi, la
banca centrale è disposta a comprare o
vendere moneta nazionale contro moneta
estera al tasso di cambio prefissato
• Nel contesto del modello Mundell-Fleming
la banca centrale, di fatto, fissa il tasso di
cambio nominale
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Politica fiscale in regime di cambi fissi
e
e1
Risultato:
Δe = 0, ΔY > 0
Y1 Y2
Y
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Modello Mundell-Fleming e curva AD
(Dal breve al lungo periodo)
• Fino ad ora abbiamo considerato i prezzi, P,
fissi
• Ora vediamo gli effetti di una variazione di P
sulla domanda aggregata nel modello M-F
• Il modello M-F è descritto dal seguente sistema
di equazioni:
M
= L(r*,Y )
P
Y = C(Y − T) + I(r*) + G + NX(ε)
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Derivazione della curva AD
ε
↑P
LM*(P2) LM*(P1)
ε2
⇒ ↓(M/P )
ε1
⇒ LM si sposta a
sinistra
P
⇒ ↑ε
⇒ ↓NX
IS*
Y2
Y1
Y
P2
P1
⇒ ↓Y
AD
Y2
Y1
Y
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Aggiustamento all’equilibrio di breve
e di lungo
ε
LM*(P1) LM*(P2)
ε1
ε2
IS*
P
Y
LRAS
P1
SRAS1
P2
SRAS2
AD
Y
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Area valutaria
• Un’area valutaria o “unione monetaria” o
“unione valutaria” è un’area geografica
nella quale circola ed è accettata come
mezzo di scambio un’unica moneta
• L’unione economica e monetaria europea,
che ha adottato l’Euro come moneta, è
l’area geografica formata dall’unione dei
territori dei seguenti 17 Paesi: Austria,
Belgio, Cipro,Estonia, Finlandia, Francia,
Germania, Grecia, Irlanda, Italia,
Lussemburgo, Malta, Olanda, Portogallo,
Slovacchia Slovenia, Spagna
I benefici della moneta unica
• Riduzione dei costi di transazione negli
scambi commerciali
• Riduzione della discriminazione di prezzo
• Riduzione della variabilità del tasso di
cambio
I costi della moneta unica
• Quando un Paese aderisce ad un’unione
monetaria rinuncia alla propria politica
monetaria
• Quali sono le potenziali conseguenze
negative legate a questa scelta?
Costi della moneta unica: esempio
• Supponiamo che ci sia uno shock delle
preferenze dei consumatori dell’area valutaria:
– I beni prodotti dalla Germania diventano meno
appetibili di quelli prodotti dalla Francia
– Ipotizziamo che Francia e Germania, prima dello
shock si trovino in un equilibrio di lungo periodo
– Cosa succederà?
– In Francia, a seguito dello shock il PIL salirà al di
sopra del suo livello naturale di lungo periodo
– In Germania, succederà l’esatto opposto
– Quindi la Germania entra in una fase di recessione
Effetti dello shock: breve periodo e
lungo periodo
• Le conseguenze dello shock per i due Paesi possono
essere sintetizzate come segue
• Nel breve periodo:
– In Francia si assisterà ad un’ aumento della produzione
associato ad una diminuzione del tasso di
disoccupazione
– In Germania succederà il contrario
• Nel lungo periodo, a seguito della dinamica dei prezzi
(inflazionistica in Francia, deflazionistica in Germania) il
PIL ritornerà al suo livello naturale e così anche la
disoccupazione, in entrambi i Paesi
• Ruolo della politica monetaria
europea
• Per quanto limitati al breve periodo gli
effetti dello shock potrebbero comunque
creare tensioni all’interno dell’Unione
• In Francia si potrebbero invocare politiche
monetarie restrittive, volte a “raffreddare”
l’economia
• In Germania, ovviamente, si potrebbero
invocare politiche espansive
• La BCE che fissa i tassi per tutti i Paesi ha
un’unica soluzione: una politica di
compromesso
Regime di cambi flessibili
• Se i due Paesi non fossero parte
dell’Unione monetaria e operassero in
regime di cambi flessibili, l’apprezzamento
della valuta francese ed il deprezzamento
della valuta tedesca avrebbero attenuato
le conseguenze dello shock in termini di
fluttuazioni dell’economia
• Nell’unione monetaria invece, questo
meccanismo di aggiustamento è
totalmente assente
Teoria delle aree valutarie
ottimali
• Un’area valutaria è ottimale quando per
ogni Paese aderente all’area la scelta di
adottare la moneta unica dell’area è tale
che i vantaggi superano i costi, di modo
che è ottimale, per ciascun Paese,
partecipare all’area valutaria
Caratteristiche che riducono i costi della
moneta unica
• Come abbiamo visto i principali costi legati
all’adozione di un’unica moneta riguardano:
– la perdita di autonomia nella determinazione
della politica monetaria
– Il venir meno di meccanismi aggiustamenti
basati sul tasso di cambio
• Si tratta di costi relativi agli effetti di breve
periodo indotti dallo shock
• Tali costi sono tanto minori quanto più rapido è il
processo di aggiustamento che riporta
l’economia di un Paese sull’equilibrio di lungo
periodo
Determinanti del processo di aggiustamento
all’equilibrio di lungo periodo
• Il processo di aggiustamento all’equilibrio di
lungo periodo dipendono, in maniera cruciale
dalla capacità di aggiustamento dalla flessibilità
dei prezzi e dalla mobilità dei fattori:
– Flessibilità dei salari (influisce sulla rapidità)
– Mobilità del lavoro (influisce sul livello
naturale di produzione e di disoccupazione)
– Stesso dicasi per la mobilità del capitale
Mobilità del capitale
• Distinguiamo tra:
– Mobilità del capitale fisico
– Mobilità del capitale finanziario
• Capitale fisico: la mobilità è comunque
limitata
• Mobilità dei capitale finanziari: fornisce un
meccanismo di “assicurazione” contro gli
effetti negativi sul reddito pro-capite dovuti
a shock negativi
Shock macroeconomici
simmetrici
• Il problema di avere un’unica politica
monetaria sorge, evidentemente, nel caso
di shock che hanno effetti diversi (di segno
opposto) sui vari Paesi dell’Unione, come
nel caso dell’esempio fin qui utilizzato,
ovvero nel caso di shock asimmetrici
• Nel caso di shock simmetrici invece la
politica monetaria comune basterebbe a
stabilizzare tutte le varie economie
Caratteristiche che aumentano i
vantaggi della moneta unica
• Tanto maggiore il grado di integrazione
commerciale, tanto maggiori i vantaggi
derivanti da:
– Riduzione dei costi di transazione
– Diminuzione del rischio legato alla volatilità
dei cambi
L’Europa è un’area valutaria
ottimale?
• Guardiamo soprattutto ai 12 Paesi più
importanti
• Consideriamo:
– Il processo di integrazione commerciale
– La flessibilità del lavoro
– La mobilità del lavoro
– La mobilità dei capitali finanziari
Integrazione commerciale
Flessibilità dei salari
• Sappiamo che con l’eccezione
dell’Inghilterra, i mercati del lavoro europei
sono piuttosto rigidi
• Ergo, è difficile aspettarsi che i salari
abbiano un ruolo significativo nel processo
di aggiustamento di breve periodo
Mobilità del lavoro e dei capitali
finanziari
• La mobilità del lavoro è molto più bassa
già all’interno di qualsiasi Paese europeo
che all’interno degli Stati Uniti
• Ancor più bassa è, ovviamente, la mobilità
tra Paesi
• Mercati finanziari all’ingrosso: integrazione
sostanziale a seguito dell’introduzione
della moneta unica
• Mercati finanziari al dettaglio: non ci sono
stati ancora effetti significativi
Simmetria degli shock
Politiche fiscali in area comunitaria
• In linea di principio, i singoli Paesi
dell’area valutaria possono ancora attuare
politiche fiscali autonome per contrastare
gli effetti di shock asimmetrici che, in
quanto tali, non possono essere
combattuti efficacemente attraverso la
politica monetaria comunitaria
• Ciò posto che i singoli Paesi non optino
per un sistema di federalismo fiscale
– In tal caso, le leve a disposizione sono date
dagli stabilizzatori automatici e da politiche
fiscali coordinate per vari Paesi
Politiche fiscali indipendenti:
problema dell’azzardo morale
• Spesa pubblica per contrastare shock
negativi. Tra gli effetti di questa politica:
– Aumenta il debito pubblico
– Aumentano i tassi sul debito del Paese che
finanzia la spesa pubblica con debito
– Ciò riflette un aumento del rischio associato al
debito del Paese
– Tale rischio può riflettersi sugli altri Paesi: in
tal caso il costo dell’indebitamento potrebbe
aumentare per tutti i Paesi dell’area
Patto di stabilità e crescita
• I Paesi membri devono puntare al
pareggio dei conti
• I Paesi membri con un disavanzo
superiore al 3% del PIL sono soggetti ad
ammende
• La ragione del patto di stabilità è chiara:
eliminare il problema dell’azzardo morale