La riviera di ponente: Privilegiata dimora di misteriose antiche

COMMISSIONEDI ALPINISMO GIOVANILE
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La riviera di ponente:
Privilegiata dimora di misteriose antiche divinità oppure zona
d’insediamento di inquietanti streghe?
Il gruppo montuoso Toraggio-Pietravecchia è conosciuto dagli appassionati
di escursionismo per lo spettacolare Sentiero degli Alpini, inciso nella roccia,
ma anche a studiosi e naturalisti appassionati: non a caso è stato definito il
più importante Santuario della natura della Liguria. Il percorso ad anello che vi si
snoda è sicuramente l’itinerario naturalistico più appagante di tutta la Liguria. Un vero e proprio paradiso per i botanici: la particolare posizione geografica
di questo luogo fa sì che ospiti una flora ricchissima con specie montane accanto ad altre tipiche di climi caldi.
Moehringia lebrunii Merxm. - Moehringia di Le Brun
Famiglia: Caryophyllaceae
Piante con fusti legnosi solo alla base, generalmente di piccole dimensioni.
Pianta perenne suffruticosa, con portamento ascendente o pendulo, in cespugli densi;
fusti lunghi 5-30 cm, glabri, debolmente glauchi. Foglie glauche, glabre, di colore verde
chiaro, rigide, oblunghe, piane e spatolate, lunghe 7,5-25 mm e larghe fino a 4 mm, debolmente carenate di sotto.
Distribuzione in Italia: Endemica alpina delle Alpi occidentali, presente in Italia solo in
Liguria, lungo il confine con la Francia.
Habitat: Fessure di rupi calcaree in posizioni ombrose e fresche, esposte a Nord tra 800
e 1500 metri di altitudine.
Fiteuma di Balbis
Questo fiteuma (chiamato anche raponzolo) è
stato inserito tra le specie meritevoli di protezione totale per la sua rarità: è un endemismo
delle Alpi Liguri e Marittime rinvenuto, finora,
solo in una mezza dozzina di posti, tra la provincia di Imperia (una sola località), quella di
Cuneo e le Alpes Maritimes francesi.
Il fiteuma di Balbis, così chiamato in onore
dello scopritore - un botanico piemontese che
lo descrisse nel 1806 - è un piccolo miracolo
di frugalità: sul monte che lo ospita, nell'entroterra di Bordighera, popola fenditure minime
di rocce calcaree, di cui è spesso l'unico abitatore, a quote sui 1600-1900 metri, fiorendo
tra la metà di giugno e quella di luglio.
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La Fauna
Aquilegia di Reuter
L'aquilegia di Reuter, così chiamata in onore di
un fiorista ginevrino del secolo scorso, è un
pregevole endemismo ligure-provenzale, cui i
botanici moderni non riconoscono una dignità
di specie autonoma, preferendo identificarla
con l'aquilegia di Bertoloni, rinvenuta in alcune
località appenniniche e delle Alpi Apuane.
In realtà, nel genere Aquilegia regna una grande confusione per cui nessuno specialista appare oggi in grado di giungere ad un chiarimento definitivo.
Date queste premesse si preferisce mantenere
separata, come specie a sé stante, l'aquilegia
di Reuter, come già facevano alcuni grandi
botanici del secolo scorso, attribuendole un
areale che va dall'Imperiese ai monti della Provenza.
Aquilegia reuterii predilige i luoghi sassosi a
quote di 1500-1800 metri, dove fiorisce in luglio
-agosto.
Viola valderia
All.
Forma Biologica: H scap - Emicriptofite
scapose. Piante perennanti per mezzo di
gemme poste a livello del terreno e con
asse fiorale allungato, spesso privo di
foglie. Pianta perenne, erbacea, con
rizoma delicato, ramoso bianchiccio, e
fusti alti 10-20 cm ramosi alla base, fogliosi, giacenti in parte per terra, corti,
quasi quadrangolari, in genee densamente pubescenti per fitti peli brevi.
Habitat: Pascoli magri e popolamenti
pionieri su ghiaia consolidata esclusivamente su silice, tra 1200 e 2300 metri di
altitudine.
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In questa parte delle Alpi Liguri si possono ammirare, per lo più di passo, cioè
non nidificanti, numerose specie di rapaci, caratterizzate da un territorio di caccia più o meno ampio: l’aquila reale, il biancone, la poiana, lo sparviero, il
gheppio e il gufo reale.
fagiano di monte (o gallo forcello), bellissima specie euro-siberiana, che in questi luoghi è al limite sudoccidentale del suo areale, la rarissima coturnice delle
Alpi, per la quale il rischio di estinzione in Liguria è particolarmente grave, il fagiano comune e quello dorato, il picchio verde, quello muraiolo, la vorace
gazza, la ghiandaia, il gruccione, la starna, la pernice bianca, il passero solitario, la beccaccia, la pernice rossa, il cuculo dal ciuffo e la bellissima upupa.
Fra i roditori compare la marmotta, placida e schiva, presente sul territorio con
popolazioni probabilmente autoctone; non mancano lo scoiattolo, il riccio, la
donnola e la faina.
Infine, di grande richiamo per gli escursionisti, va ricordata la presenza di grossi
mammiferi, in particolare i daini e i camosci, che rappresentano oggi la più vistosa emergenza faunistica di tutta la zona.
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Le rocce che costituiscono il monte sono di tipo sedimentario, le
formazioni rocciose sono in buona parte formate da calcari marnosi e nella parte superiore del monte da calcari nummulitici ricchi di
fossili marini calcarei (soprattutto nummuliti).
Oggi questi aspetti geomorfologici, insieme agli aspetti florofaunistici, rendono la zona di monte Toraggio un Sito di Interesse
Comunitario, l'interesse naturalistico si focalizza in particolar modo,
sulla flora ricca di specie endemiche e mediterranee adattatasi alla
quota, data la vicinanza del mare. La posizione periferica e la roccia a tratti friabile e a tratti troppo compatta hanno fatto sì che il
monte Toraggio non sia mai stati presi seriamente in considerazione dagli alpinisti.
Sede di un dio o luogo di pascolo?
Sull’origine del nome Toraggio (in dialetto Turagge) non esiste ancora una spiegazione definita. Nel libro Toponomastica Intemelia,
Nino Lamboglia scrive: “il nome di questa montagna è evidentemente uno dei più antichi della regione. Un seducente ravvicinamento potrebbe tentarsi con la divinità Torevaius, attestata a Cemenelum; in tal caso il toponimo conterrebbe il ricordo di un culto
topico a questo monte, dominate la val Nervia, parallelamente al
Bego che domina la val Roia, e si risalirebbe alla voce alpina t(u)
or, ancora vitale nelle Alpi Marittime in senso di “cima” e che abbraccia un’amplissima area mediterranea e preindoeuropea. Ma è
più semplice pensare o a una base tauraricum, allusivo ad antichi
diritti di pascolo (il riflesso indigeno di –ati-cu è veramente –aigu-,
ma concorre l’esito –age-, d’influenza provenzale e più genericamente d’influenza letteraria), od anche turraculum svolto nello stesso modo di fenuculum, cuniculum, che danno fenuggiu, cuniggiu”.
Sempre a proposito del nome, nell’opuscolo di Gilberto Calandri il
Monte Toraggio, caratteri geomorfologici e ideologici si legge: “il
toponimo Toraggio è senza dubbio antico, di epoca romana. Incerto se derivi da turris (con riferimento alla forma a torrione della parte più elevata della montagna) o da taurus (da una divinità preromana e forse in connessione con il pascolo, come proposto dal
Lamboglia)”.
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Gentiana ligustica R. Film. Gentianaceae
Genziana ligure
Forma Biologica: H ros - Emicriptofite rosulate.
Piante perennanti per mezzo di gemme poste a
livello del terreno e con foglie disposte in rosetta
basale.
Distribuzione in Italia: Endemismo delle Alpi sudoccidentali, presente in un’area compresa tra il
Moncenisio e il Monte Carmo di Loano, nelle Alpi
Liguri sostituisce Gentiana acaulis L. su ampi tratti,
specialmente laddove prevalgono i substrati carbonatici.Habitat: Praterie e pascoli montani, subalpini
e alpini su substrati basici (calcari, flysch, calcari
marnosi), anche in radure e chiarìe all’interno di
boschi e perfino lungo bordi stradali, presente già
a quote modeste (600-700 m) si spinge fino a circa
2500 m di altitudine, specialmente nelle Alpi Cozie
meridionali e nelle Alpi di Alta Provenza.
Rapòntico di Bicknell
Stemmacanttha heleniifolia ( Godron et Gren.)
Dittrich. subsp. bicknellii ( Briq.) Dittrich.
Il rapontico di Bicknell, dall'ostico nome
latino, è un interessante endemismo delle Alpi Liguri, rinvenuto finora in sole
quattro località, due in provincia di Imperia, due in quella di Cuneo.E' un'entità
che si è differenziata in tempi relativamente recenti dalla Stemmacantha heleniifolia una specie diffusa lungo la catena
alpina.
Come mai tanta rarità? È possibile che il
rapontico di Bicknell, un tempo più diffuso, sia stato poi eliminato da molte aree
prative perché visto come un ospite indesiderato da contadini e montanari che,
oltre a tutto, ne consumavano i capolini
immaturi sott'olio o sott'aceto, a guisa di
carciofini.
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Dianthus superbus sl: fiori
Localita': Margine del bosco sulla parete sud-ovest del Monte Toraggio
Altezza: Circa 1700 m
Ambiente: Bosco di larici e latifoglie su
terreno calcareo
Echinops ritro
Lilium pomponium.
Peonia officinalis
Rara nel resto d’ Europa, in Italia compare nelle Alpi Liguri meridionali al confine
con la Francia e soltanto nell’Appennino
Parmigiano, Umbro e Abruzzese.
Nigritella Corneliana
È una pianta erbacea alta da 10 a
30 cm. La forma biologica è geofita bulbosa (G bulb), ossia è una
pianta perenne che porta le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presenta organi aerei e le gemme si
trovano in organi sotterranei chiamati bulbi o tuberi, strutture di riserva che annualmente producono nuovi fusti, foglie e fiori. È
un'orchidea terrestre in quanto
contrariamente ad altre specie,
non è “epifita”, ossia non vive a
spese di altri vegetali di maggiori
proporzioni.
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Parco Naturale Regionale
delle Alpi Liguri
Superficie a terra (ha): 6.041,21
Regioni: Liguria Provincia: Imperia
Comuni: Cosio d'Arroscia, Mendatica, Montegrosso
Pian Latte, Pigna, Rezzo, Rocchetta Nervina, Triora
Il comprensorio del Monte Gerbonte - M. Toraggio/Pietravecchia, estremamente scenografico, ospita habitat molto differenziati e un elevato numero di specie endemiche. Nell'area è compresa la Foresta Demaniale di Gerbonte di 622
ha, una foresta ancora in evoluzione in conseguenza dei numerosi rimboschimenti, dove abeti e pini silvestri sono accanto a faggi, aceri e larici secolari. I massicci
selvaggi e suggestivi del Monte Toraggio e del Monte Pietravecchia vengono riconosciuti come straordinari nell'ambito dell'intera catena alpina: il substrato geologico, la vicinanza al mare di cime prossime o superiori ai 2000 m, l'alternanza di
periodi glaciali e interglaciali hanno infatti determinato microambienti con presenza di un numero elevatissimo di specie floristiche di enorme interesse biogeografico I rilievi sono caratterizzati dalla presenza di pareti subverticali e, in specie in
corrispondenza della Gola dell'Incisa tra i monti Pietravecchia e Toraggio, di fenomeni deformativi resi ancor più evidenti dall'erosione selettiva operata sui diversi
litotipi; numerose sono le forme carsiche tanto di superficie quanto ipogee.
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