SCHELETRO PORTANTE UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO SCHELETRO PORTANTE E.F. indispensabile per oggetti edilizi realizzati con il procedimento costruttivo a gabbia, in cui il sistema statico verticale è costituito da elementi puntuali (pilastri) Evoluzione dal procedimento costruttivo a setti (murature portanti) a quello a gabbia Ricerca di soluzioni che garantiscano un minor numero di vincoli nella fruizione dello spazio interno e nella disposizione delle aperture in facciata Lo SCHELETRO PORTANTE: - deve garantire la sicurezza statica dell’organismo edilizio - contribuisce a delimitare e classificare lo spazio - non fornisce alcun contributo al raggiungimento del comfort UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO SCHELETRO PORTANTE IN CALCESTRUZZO ARMATO UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO PRODUZIONE DEL CALCESTRUZZO Quantità di cemento → calcestruzzo magro o grasso (in calcestruzzi per conglomerati cementizi armati mai < 300 kg) Quantità di acqua → calcestruzzo umido (120 lt), plastico (150 lt) o fluido (180 lt) Il rapporto acqua-cemento (A/C) influenza notevolmente la resistenza a compressione del calcestruzzo Il rapporto ottimale è A/C = 0,5 (es. 150 litri di acqua per 300 kg di cemento) Con A/C = 0,5 → Resistenza a compressione ~ 35 N/mm² Con A/C = 0,8 → Resistenza a compressione ~ 17 N/mm² Per ottenere una migliore lavorabilità senza eccedere nella quantità di acqua si possono aggiungere additivi fluidificanti o rallentatori di presa Calcestruzzi leggeri Inerte = argilla espansa o granulato di pomice o vermiculite Non adatto per strutture armate UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO DISPOSIZIONE DELLE ARMATURE Le armature metalliche vanno poste in corrispondenza delle sezioni sollecitate a trazione Per la loro posa in opera bisognerà tenere presente che: - Attraverso le barre dovrà passare il getto del calcestruzzo - Le barre devono essere protette dagli agenti esterni da un adeguato spessore di calcestruzzo - Le barre dovranno costituire un’armatura continua solidamente ancorata alla massa di calcestruzzo UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO DISPOSIZIONE DELLE ARMATURE Copriferro Il calcestruzzo protegge le armature metalliche dalla corrosione e dagli attacchi dell’ambiente esterno Per assicurare una adeguata durabilità alle strutture è necessario che tutte le barre metalliche siano ricoperte da uno strato di calcestruzzo → Copriferro Normalmente circa 2 cm; fino a 5 cm in ambienti aggressivi (zone marine, terreni corrosivi, vicinanza di fabbriche, ecc.) UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO ESECUZIONE DI ELEMENTI IN CALCESTRUZZO ARMATO 1. Costruzione delle casseforme 2. Preparazione e posa dell’armatura metallica 3. Getto del calcestruzzo 4. Disarmo delle casseforme UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO CASSEFORME - Disarmo Dopo il raggiungimento dei valori minimi di resistenza del calcestruzzo. In genere non prima di: 3 gg. per fianchi di travi e pilastri 10 gg. per travi e solette (lasciando alcuni puntelli) 24 gg. per puntelli di travi e solette 28 gg. per sbalzi UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO GIUNTI DI DILATAZIONE Coefficiente di dilatazione del calcestruzzo = 0,00001 m °C → per un edificio lungo 40 m e con sbalzo termico di 30 °C, la dilatazione sarà di cm 1,2 Da prevedere per lunghezze superiori a 30 - 35 m Larghezza giunto pari a 1/100 dell’altezza dell’edificio Il giunto si estende dalle fondazioni alla copertura dell’edificio UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO CALCESTRUZZO ARMATO Il calcestruzzo presenta una buona resistenza a compressione ed una scarsa resistenza a trazione L’acciaio presenta ottima resistenza sia a compressione che a trazione L’inserimento dell’acciaio all’interno del calcestruzzo consente agli elementi costruttivi di sopportare anche sollecitazioni di trazione e di taglio Possono così essere realizzate anche parti in aggetto UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO SCHELETRO PORTANTE IN CALCESTRUZZO ARMATO Fondazioni UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Pilastri Travi FONDAZIONI Servono a trasferire sul terreno il peso proprio dell’edificio e tutti i sovraccarichi, permanenti o accidentali - dirette appoggiano direttamente sul terreno di fondazione – isolate – a maglia chiusa – continue - indirette → plinti → travi rovesce, zattere → platee appoggiano su un terreno a profondità superiore rispetto a quello su cui è realizzato l’edificio – pali → trivellati o infissi L’entità della superficie d’appoggio dipende dalla resistenza del terreno Roccia (fino a 1 N/mm2) > Ghiaia > Sabbia > Argilla > Torba (circa 0,05 N/mm2) UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Fondazioni dirette - Sequenza operativa - scavo con asportazione del terreno fino a raggiungere lo strato resistente se lo strato resistente si trova in superficie, asportazione dello strato superficiale (“cappellaccio”) per almeno 15-20 cm di spessore - protezione dello scavo (sempre se la profondità è superiore ai 2 metri) - creazione di un piano di posa orizzontale spianato - getto di uno strato di calcestruzzo magro (magrone) come piano di posa delle fondazioni vere e proprie - tracciamento, montaggio delle casseforme e posizionamento delle armature - getto del conglomerato cementizio UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Plinti Hanno la funzione di allargare la superficie di appoggio del pilastro sul terreno, distribuendo i carichi più uniformemente Trasmettono al terreno carichi distribuiti su superfici limitate Ideali per terreni rocciosi e compatti UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Plinti Possono essere utilizzati anche in zone sismiche purché vengano collegati tra di loro mediante travi di collegamento, aventi il compito di realizzare delle maglie chiuse UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Plinti alti e rigidi Hanno sezione tronco-piramidale con le facce laterali inclinate di circa 60° Sono molto alti e poco armati Lavorano esclusivamente a sollecitazioni di compressione Si utilizza un calcestruzzo di resistenza inferiore a quella delle strutture in elevazione UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Plinti bassi e flessibili Hanno sezione tronco-piramidale meno pronunciata Sono molto più leggeri e armati di quelli rigidi Le armature hanno il compito di assorbire le sollecitazioni di flessione e taglio Si utilizza lo stesso calcestruzzo adoperato per le strutture in elevazione UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Per comodità oggi si preferisce realizzare i plinti a sezione rettangolare Armatura di un plinto 1. pilastro 2. ferri di ripresa 3. armatura del pilastro 4. plinto 5. armatura del plinto 6. magrone UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Fondazioni a zattera Si utilizzano per edifici realizzati in muratura portante (laterizio, pietra, calcestruzzo) Trasmettono al terreno carichi distribuiti su estese superfici continue Si usano fino ad una profondità di circa 5-6 metri Per terreni con buona resistenza possono essere realizzati senza armatura. In questo caso la sezione presenta riseghe inclinate di circa 60° Per terreni poco resistenti l’armatura viene inserita per assorbire le sollecitazioni di flessione e taglio UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Travi rovesce Si utilizzano per edifici realizzati con elementi resistenti puntiformi (pilastri) Trasmettono al terreno carichi distribuiti su estese superfici continue Si usano fino ad una profondità di circa 5-6 metri Possono avere sezione tronco-piramidale o, più usualmente, sezione a T rovescia UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Travi rovesce Per un pre-dimensionamento delle fondazioni a travi rovesce si può valutare l’altezza h = 1/5 ÷ 1/6 della luce UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Travi rovesce Si definiscono rovesce perché hanno un comportamento opposto alle travi in elevazione UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Platee Possono essere utilizzate per edifici realizzati con elementi resistenti puntiformi (pilastri) o continui (murature) Si adottano per terreni non molto resistenti o cedevoli in modo non uniforme Trasmettono al terreno carichi distribuiti su estese superfici continue Spesso sono un’alternativa alle fondazioni indirette La soletta potrebbe essere irrigidita da nervature (travi secondarie) fino a diventare una piastra nervata con la superficie piana rivolta verso il basso UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Fondazioni indirette Sono dette anche fondazioni profonde Vengono utilizzate quando non è possibile raggiungere un terreno resistente attraverso uno scavo di fondazione Si può ricorrere a questo sistema anche nel caso di terreni poco consolidati Pali Micropali Φ tra 40 e 200 cm Φ tra 8 e 25 cm Pali: - in legno - in calcestruzzo armato - in acciaio UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO La trasmissione dei carichi tra edificio e pali di fondazione avviene per mezzo di elementi di collegamento aventi forme simili ai plinti o alle travi rovesce Il baricentro della palificata deve sempre coincidere con il baricentro dei carichi Il numero di pali sotto il plinto dipende dalla capacità portante del terreno La dimensione del plinto è dettata anche dal diametro dei pali sui quali si appoggia L’interasse minimo tra i pali è pari a 3 diametri UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO PILASTRI Armatura costituita da: - ferri longitudinali – pilastri quadrati o rettangolari: minimo 4 tondini in corrispondenza degli spigoli per conferire la forma, più tutti quelli risultanti dal calcolo – pilastri circolari: minimo 6 tondini, più tutti quelli risultanti dal calcolo Diametro minimo dell’armatura: 12 mm - staffe (per evitare il pericolo di carico di punta dei tondini e conseguente loro incurvamento) Diametro minimo delle staffe: 6 mm Passo: < 15 volte il diametro dei ferri longitudinali e comunque sempre ≤ 25 cm UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Armatura pilastri UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Armatura pilastri UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO TRAVI - emergenti - in spessore h = 1/10 della luce da coprire h = spessore del solaio; larghezza ~ 1/6 della luce (60 ≤ L ≤ 120cm) Armatura costituita da: - ferri dritti (minimo 4 in corrispondenza degli spigoli per conferire la forma, più tutti quelli risultanti dal calcolo) - ferri piegati (per il momento e il taglio) - staffe (per il taglio) più ravvicinate agli appoggi [circa 10 cm] più diradate verso la mezzeria [25 – 30 cm] UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO BIBLIOGRAFIA L. Caleca, Architettura Tecnica, paragrafi 3.2, 4.1.4, 4.1.5 AITEC (a cura di V. Pacenti), Manuale pratico per la costruzione edile, volumi 2, 3, 4, 5, 6 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO