OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO GALILEI 28019 SUNO (NO) - Tel. 032285210 - 335275538 apansuno @ tiscali.it www.apan.it - www.osservatoriogalilei.com Le coordinate dell’osservatorio sono: 45° 38’ 16” Nord 8° 34’ 25 Est BOLLETTINO N. 328 Mercoledì 4 dicembre 2013, dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del primo mercoledì di ogni mese, vi sarà una serata di osservazioni al telescopio. La Luna sarà di un giorno dopo novilunio per cui non sarà visibile. Data la sua assenza si potranno osservare le costellazioni autunnali quali il Toro, i Gemelli, Orione, ecc. Si potremo osservare anche molti oggetti del profondo cielo quali la nebulosa M1 nel Toro, la nebulosa m42 in Orione, la galassia di Andromeda, ecc. Giove sarà visibile tutta notte nei Gemelli. Urano si troverà tra i Pesci e la Balena. Marte sorgerà a tarda notte nella Vergine. Mercurio e Saturno sorgeranno poco prima del Sole nella Bilancia. Venere sarà visibile al tramonto nella Vergine. RECENSIONI a cura di WALTER FERRERI il nuovo ATLANTE FOTOGRAFICO DELLA LUNA 45 tavole da foto originali NASA - Pagine 96 illustrate Formato 33 x 25 cm – Copertina cartonata - € 22,50 Tutta la superficie visibile della Luna in 44 tavole fotografiche di grande formato, più una tavola per il lato nascosto. Le tavole sono state realizzate grazie alle riprese ad altissima risoluzione effettuate dalla sonda lunare LRO (Lunar Reconnaissance Orbiter) della NASA. Le riprese sono state elaborate nei laboratori dell'Arizona State University, per ottenere un'immagine completa della Luna come appare vista dalla Terra; ma con un'inclinazione dei raggi del Sole simile su tutta la superficie lunare, per una visone ottimale di tutti i crateri. Le tavole sono accompagnate, nelle pagine a fronte, da mappe che mostrano le disposizioni delle formazioni più interessanti (crateri, mari, monti, solchi) e dalle descrizioni dettagliate di oltre 330 formazioni, preparate da Walter Ferreri. Un'opera indispensabile per l'appassionato osservatore, della Luna per il fotografo esperto di riprese lunari, per lo studioso, per il semplice curioso del cielo, e per tutti coloro che amano il nostro unico grande satellite naturale. (a cura di Silvano Minuto) MERIDIANE E QUADRANTI SOLARI AREZZO - Palazzo della Fraternita Continuiamo con l’ultima parte dell’articolo. Il bordo del disco piatto centrale è diviso in 29 ½ parti, le cui cifre servono ad indicare l’età della Luna, e cominciano da zero quando la Luna è nuova. Il disco solare dorato descrive una rivoluzione intorno alla Terra in 24 ore; il raggio solare, che è diretto verso il centro del quadrante e che ha la forma di un indice a punta, indica la cifra dell’età della Luna. Bibliografia: Alfred Ungerer: “Les Horloges astronomiques et monumentales les plus remarquables de l’Antiquité jusqu’à nos jours” (Strasburgo, 1931). a cura di Salvatore Trani DIARIO ASTRONOMICO – DICEMBRE 2013 Data Ora (TC) Fenomeno 1 06 02 1 11 07 1 23 18 3 4 6 01 22 11 09 01 31 6 8 9 10 10 11 18 53 17 58 16 11 22 21 22 43 07 56 11 23 41 14 14 03 50 03 54 14 06 45 15 06 11 16 05 28 17 17 18 18 00 40 10 28 02 33 13 30 19 01 49 19 09 31 19 20 20 20 21 21 30 00 48 19 42 20 37 04 32 21 22 22 18 11 00 51 02 57 22 15 15 22 25 26 27 22 45 14 47 02 32 02 12 La Luna occulta la stella Alfa 2 Librae di mag. 2.8. La riapparizione avviene sul lembo lunare oscuro tra le luci dell’alba. Luna 2.1° a sud di Saturno. Migliori condizioni di osservabilità poco prima dell’alba, attorno alle 06 50 Luna 2’ a nord di Mercurio. Migliori condizioni di osservabilità dopo la levata della Luna, attorno alle 06 20 del giorno seguente Luna Nuova Luna al perigeo (360 067 Km) Luna 7.3° a nord di Venere. Migliori condizioni di osservabilità prima che la Luna tramonti attorno alle 19 40 del giorno precedente Massima librazione lunare in latitudine. Visibile il polo sud Luna 5° a nord di Nettuno Luna al Primo Quarto Massima librazione lunare in longitudine. Visibile il lembo occidentale Giov 15’ a nord di Delta Geminorum di mag. 3.5 Luna 2.6° a nord di Urano. Migliori condizioni di osservabilità prima che la Luna tramonti, attorno alle 01 30 La Lun a occulta la stella Epsilon Piscium di mag. 4.3. La riapparizione avviene diEtro il lembo illuminato alle 00 23 del giorno seguente. Visibile dall’Italia centro-settentrionale Minimo di Algol, ben osservabile La Luna occulta la stella Sigma Arietis di mag. 5.5. La scomparsa avviene dietro il lembo oscuro con il nostro satellite molto basso sull’orizzonte per le regioni meridionali Massimo dello sciame meteorico delle Geminidi, osservabili dal 5 dicembre al 18 dicembre Luna 6.8° a sud di M 45 (Le Pleiadi). Migliori condizioni di osservabilità prima che la Luna tramonti, attorno alle 05 30 Luna 2.1° a nord di Alfa Tauri (Aldebaran). L’evento si verifica con gli astri bassi sull’orizzonte Minimo di Algol, ben osservabile Luna Piena Urano stazionario in AR, moto da retrogrado a diretto Luna 1.5° a nord di Gamma Geminorum. Migliori condizioni di osservabilità dopo la levata della LUna, attorno alle 18 00 La Luna occulta la stella SAO 96407 di mag. 6.0, riapparizione dal lembo oscuro. Visibile dall’Italia centro-meridionale Luna 5.7° a sud di Giove. Migliori condizioni di osservabilità poco prima dell’alba, attorno alle 07 00 Minimo di Algol, ben osservabile Luna all’apogeo (406 269 Km) Massima librazione lunare in latitudine, visibile il polo nord Venere stazionario in AR (moto da diretto a retrogrado La Luna occulta la stella 45 Cancri di mag. 5.6. Riapparizione dal lembo oscuro. Visibile solo dalla Sardegna, Sicilia e Calabria Solstizio invernale Mercurio all’afelio (0,4667 UA) La LUna occulta la stella Omega Leonis di mag. 5.5. Riapparizione dal lembo oscuro alle 03 52 Massimo dello sciame meteorico delle Ursidi, osservabili dal 17 dicembre al 26 dicembre Luna 5.8° a sud di Alfa Leonis (Regolo) Luna – Ultimo Quarto Luna 5.1° a sud di Marte Luna 36’ a nord di Alfa Virginis (Spica). L’evento si verifica con gli astri bassi 27 29 04 01 01 13 29 29 30 30 07 27 17 41 06 04 08 41 sull’orizzonte Massima librazione lunare in longitudine. Visibile il lembo orientale Luna 1.3° a sud di Saturno. Migliori condizioni di osservabilità dopo la levata ella Luna, attorno alle 04 00 Mercurio in congiunzione superiore con il Sole Marte 42’ a sud di Gamma Virginis (Porrima) mag. 2.9 Urano in quadratura con il Sole LUna 6.6° a nord di Alfa Scorpi (Antares). Migliori condizioni di osservabilità poco prima dell’alba, attorno alle 07 10 I tempi sono in Tempo Civile (ora TMEC oppure tempo legale estivo, quando è in vigore) IMPARARE GLI ALLINEAMENTI Un osservatore che per la prima volta affronta un cielo stellato con la volontà di riconoscere le costellazioni, può essere preso dallo sconforto: le stelle sono tante, più o meno luminose, più o meno vicine fra loro; orientarsi in un mare così caotico può sembrare difficile. Quando si inizia ad osservare il cielo, occorre innanzitutto cercare delle forme caratteristiche, dette asterismi. Fondamentale per l'apprendimento è un cielo non inquinato e buio, possibilmente sgombro da intralci fisici (come montagne alte molto vicine) che impediscano l'osservazione di grandi aree della volta celeste. In questa esposizione non seguiremo necessariamente le stagioni, ma procederemo ad illustrare le varie costellazioni per raggruppamenti omogenei. I - Riconoscere il Grande Carro (o Orsa Maggiore) – 31.3.2011 II – Riconoscere la Stella Polare – 30.4.2011 III – Cassiopeia – 31.5.2011 IV – Costellazioni circumpolari – 28.7.2011 V – Cefeo – 31.8.2011 VI – Drago – 30.9.2010 VII – Perseo – 27.10.2011 VIII – Cani da Caccia – 30.11.2011 IX – Triangolo estivo – 31.12.2011 X – La Lira – 31.01.2012 XI – Il Cigno – 28.02.2012 XII – L’Aquila – 31.03.2012 XIII – Alcune costellazioni minori – 30.04.2012 XIX – Boote e dintorni – 31.05.2012 XX – Boote e Corona Boreale – 30.06.2012 XXI – Chioma di Berenice – 31.07.2012 XXII – Spica e la Vergine – 31.8.2012 XXIII – Trovare Ercole – 30.9.2012 XXIV – Dal Triangolo estivo all’Ofiuco – 2.11.2012 XXV – La testa dell’Ofiuco – 30.11.2012 XXVI – Ofiuco – 31.12.2012 XXVII – Serpente – 31-1-2013 XXVIII – Scorpione – 28.2.2013 XXIX – Bilancia 31.3.2013 XXX – Sagittario – 30.04.2013 XXXI – Capricorno – 31 05 2013 XXXII – Verso l’Acquario – 30 06 2013 XXXIII – Pegaso – 31 07 2013 XXXIV – Andromeda – 31 08 2013 XXXV – Il Quadrato del Pegaso - 31102013 Perseo La costellazione di Perseo è facilmente individuabile, a partire da Cassiopea; tuttavia, esiste anche un secondo sistema molto semplice per recuperarla, una volta noto il "Grande Carro" autunnale: semplicemente, Perseo si trova all'estremità orientale del "Carro". La stella individuabile con il timone è Algol: si tratta di una stella molto famosa, in quanto è una stella variabile, ossia varia la sua luminosità nell'arco di alcuni giorni. A nord di Algol si trova Mirfak, una stella circumpolare che domina un folto gruppo di stelline; un binocolo consente di individuare un gran numero di altre stelle meno luminose e di notare che alcune sono disposte in coppia. Si tratta di un'associazione stellare composta da diverse stelle calde, blu, realmente vicine fra di loro nello spazio. Esplorando la zona con un binocolo è possibile individuare un gran numero di altre associazioni minori ed ammassi di stelle. Da: Osservare il Cielo – Corso per imparare a riconoscere stelle e costellazioni – Recensito il 15.2.2011 COMETA ISON HA RAGGIUNTO IL PERIELIO Cometa Ison ha raggiunto il Perielio: disintegrata ma non del tutto! La tanto attesa ISON, composta da ghiaccio e detriti, è passata ad appena 1,2 milioni di chilometri dalla superficie solare, ad una temperatura di circa 5.000 gradi ed è sparita. LA CRONOSTORIA del PERIELIO Il 28 novembre è stata una giornata decisamente movimentata per la cometa ISON: le ore di maggior tensione sono iniziate intorno alle 12:45 UT quando la cometa era ormai prossima al perielio e dalle sonde in orbita intorno al Sole arrivavano le ultime immagini. La ISON, dopo un'attività improvvisa che aveva risollevato gli animi, aveva manifestato, tra il 21 e il 23 di novembre 2013 un cambiamento importante: la produzione molecolare era scesa drasticamente, mentre era aumentata esponenzialmente la produzione di polveri, lasciando ipotizzare una completa rottura del nucleo. Le aspettative erano state decisamente ridimensionate. Ma nonostante questo, quando la ISON è sparita dietro il coronografo della sonda SOHO, che occulta il disco solare, è aumentata l'apprensione e in rete è iniziato un concitato tam tam di notizie. Inizialmente, non è stato dato troppo peso a quella leggera scia perché spesso uno sbuffo di polvere è tutto ciò che resta di una cometa Sungrazer inghiottita dal Sole. La cometa ISON è sopravvissuta al perielio o almeno lo è una parte. Ora, ci sono diversi scenari ancora da valutare: - il nucleo della ISON potrebbe essersi frammentato in tanti piccoli pezzi e questi mini-nuclei continuano a sublimare, lasciando una coda più diffusa. La cometa potrebbe quindi esistere ancora per giorni o settimane prima di scomparire - la cometa ISON era formata per la maggior parte da particelle di polvere che sono state annientate dall'intenso calore del Sole - potremmo non avere una chiara percezione dell'attuale struttura della cometa a causa della visuale - stiamo assistendo a qualcosa di nuovo, mai osservato prima Ci vorranno almeno un paio di giorni per analizzare i dati e capire se questa bizzarra cometa si sta prendendo gioco di noi. Ancora un po' di pazienza. Sito: Scientificamente ICECUBE IceCube, Polo Sud: nei ghiacci antartici scoperte particelle extraterrestri ad alta energia IceCube, il famoso rilevatore di particelle cosmiche, sepolto da tempo nelle profondità dei ghiacci antartici, ha rilevato circa 28 eventi che costituiscono le prime reali prove del passaggio attraverso il ghiaccio di neutrini extraterrestri ad altissima energia, dove per extraterrestri si vuole intendere provenienti dall’esterno del Sistema Solare. IceCube, che è gestito da una collaborazione internazionale con sede presso il Wisconsin, la IceCube Particle AstrophysicsCenter (WIPAC), è stato progettato per raggiungere due importanti obiettivi: misurare il flusso (o il tasso) di neutrini ad alta energia e cercare di identificare alcune delle loro fonti. Cosa sono i neutrini? I neutrini, privi di massa, costituiscono i mattoni fondanti dell’Universo. Sono incuranti dei campi magnetici che incontrano, e quasi mai interagiscono con altre particelle, mantenendo invariata la loro velocità e direzione. Ogni secondo arrivano sulla Terra miliardi di neutrini, provenendo per la maggioranza dei casi dal Sole o dall’atmosfera terrestre. In alcuni casi, molto rari però, provengono dall’esterno della galassia e, in questo caso, prendono il nome di neutrini cosmici. A differenza della luce, i neutrini sfuggono molto facilmente da ambienti estremamente densi come ad esempio un buco nero o un’emissione di raggi gamma, riuscendo a consegnare preziose informazioni su tipi di eventi spaziali che liberano grandi energie. Tuttavia, i neutrini qualche ostacolo di percorso lo incontrano, come ad esempio il ghiaccio, motivo per il quale, circa 25 anni or sono, gli scienziati decisero di costruire al Polo Sud IceCube, il rivelatore di particelle. IceCube è in sostanza una sorta di enorme telescopio costruito nel ghiaccio del Polo Sud, in grado di misurare le collisioni tra neutrini cosmici e gli atomi di cui è composto il ghiaccio. IceCube è composto da 86 cavi d’acciaio muniti di oltre 5160 moduli ottici digitali, sensori di luce, sotterrati a una profondità tra i 1.450 e i 2.450 metri, e contenuti in un chilometro quadrato di ghiaccio antartico. IceCube rileva le collisioni grazie agli appositi sensori ottici. In ben 2 anni, dal 2010 al 2012, IceCube ha catturato 28 neutrini con cariche energetiche più grandi di 30 teraelectronvolts (TeV); per due di questi eventi la carica energetica registrata è stata addirittura record: oltre 1.000 TeV in un’unica particella elementare. Inizia dunque una nuova era per l’astrofisica, e questa importante notizia non poteva lasciare indifferente la comunità dei fisici italiani, anch’essi impegnati nelle ricerche sperimentali sui neutrini. L’Italia infatti, insieme all’Istituto nazionale di fisica nucleare, è impegnata nella realizzazione di KM3, un osservatorio di neutrini al largo di Capo Passero, in Sicilia. Dal sito: Ecologia & Natura del 23.11.2013 LA DANZA A TRE DI SOLE, TERRA E LUNA Come insegnare a ragionare astronomicamente a partire dal semplice modello di Copernico. Un affascinante metodo educativo per imparare a guardare il mondo in modo inusuale e divertente. Nell’ultimo numero del bollettino, abbiamo recensito il libro di Roberto Casati: Dov’è il Sole di notte. Lezioni atipiche di astronomia. Su questo argomento sono state fatte numerose considerazioni e una di esse è stata pubblicata su Il Sole 24 ore del 27 ottobre scorso. Ne facciamo un piccolo riassunto. Sole e Luna ritmano la nostra vita. È il loro vagare nel cielo che dà origine a giorni, mesi e anni. La luce del sole ci sveglia e ci addormenta, e quella della luna ci incanta e ci fa sognare. Osservando con curiosità i movimenti del sole, della luna, dei pianeti è cresciuto il pensiero scientifico. Lo sforzo secolare di comprendere il loro vagare ha portato a Copernico, Galileo, Newton, e la base del sapere moderno sul mondo. Oggi capiamo con chiarezza la danza a tre di Sole, Terra e Luna, sappiamo il perché delle stagioni, delle eclissi, delle fasi della luna, delle maree, dei cicli giornalieri, mensili e annuali di questo ritmo in cui siamo immersi. Avere compreso queste relazioni fra noi e il cosmo immediatamente intorno a noi ci permette di padroneggiare una grammatica elementare della comprensione del mondo, che costituisce un fondo di conoscenza comune a tutta la nostra cultura, un terreno semplice dove si mostra la forza di semplici ragionamenti e semplici deduzioni nel farci comprendere la realtà. O almeno, così ci piacerebbe che fosse. Perché in effetti non è così. Questi fatti sono poco conosciuti e si scoprono un gran numero di ragazzi (anche quelli che frequentano le UNiversità) pensano che la Luna si veda solo di notte e non di giorno, pensano che l'estate sia più calda perché siamo più vicini al Sole, non sanno spiegarsi perché non ci sia un'eclisse tutti i mesi, non hanno mai notato che la Luna crescente si vede il mattino e la Luna calante la sera, e non sanno neppure che durante una notte stellata tutte le stelle ruotano meravigliosamente e maestosamente nel cielo, oppure che ogni sera, al tramonto, sono stelle diverse che sorgono a oriente. Molto importante è quindi il libro di Roberto Casati che in una lunga e diffusa chiacchierata, ora lieve ora più puntigliosa, introduce il lettore nel mondo dell'astronomia elementare, e alle mille questioni che apre e a cui risponde: non solo come funzionano esattamente eclissi e stagioni, ma anche perché non si vede la Luna piena a mezzogiorno, perché non ci sono un Polo Est e un Polo Ovest, come vedremmo gli anelli se la Terra avesse anelli come Saturno, o perché i mappamondi che comperiamo in cartoleria sono orientati sbagliati, e così via. Anche chi pretende di sapere tutto di astronomia ha qualcosa da scoprire; per esempio, dove trovare sulla Terra un punto dove in un solo quadratino ci sia una parte in estate, una in inverno, una in primavera e una in autunno? Ma sopratutto se il libro è opportunamente usato, può trasformarsi in uno strumento formidabile d'insegnamento dell'astronomia elementare per tutti quegli insegnanti che dalle elementari all'università sanno offrire ai loro studenti non del sapere digerito, ma delle domande con cui confrontarsi. E le domande di astronomia a cui si sa rispondere restano nel cuore, e ci fanno poi guardare le albe e i tramonti, le stagioni, e le stelle che velano il loro volto lucente quando la Luna, piena, al suo colmo, splende su tutta la Terra, con occhi ancora più incantati. ECLISSI Conseguenze nelle Eclissi dei diametri apparenti di Sole e Luna. Il Sole è tanto grande, però basta la punta di un dito a braccio disteso per coprirlo interamente, e così è anche per la Luna. Le dimensioni apparenti reciproche di Sole e Luna determinano numerosi particolari di una eclisse totale di Sole (tipo, durata, protuberanze ecc. ) ed in parte minore anche l'eclisse totale di Luna (durata ecc.). Vediamo la questione in numeri : Il Sole ha la variazione delle sue dimensioni a causa dell'orbita terrestre, in particolare nel perielio e nell'afelio. La Luna ha come causa della sua variabilità apparente nelle dimensioni dell'orbita lunare stessa, ovvero nei perigeo e apogeo. Tutto quanto sopra citato a causa della Meccanica Celeste. Il Sole va da una dimensione massima di 32'35", al perielio attorno al 2 gennaio, ad una dimensione minima di 31'00" all'afelio, attorno al 4 luglio. Mediamente il Sole ha un diametro di 32'01". La Luna va da una dimensione massima, al perigeo di 33'31", ad una dimensione minima di 29, 02" all'apogeo. Il perigeo e l'apogeo lunare avvengono una volta ciascuno al mese, a volte sia il perigeo che l'apogeo possono avvenire due volte in un mese, come nell'agosto 2013 che abbiamo avuto due apogei precisamente il 3 ed il 31. Potremmo avere il massimo di una eclisse totale di Sole (Luna Nuova) quando siamo nei primi giorni di luglio, afelio con il diametro solare di 31'00", e quando nel contempo abbiamo un perigeo lunare con la dimensione lunare di 33'31", la totalità può raggiungere e superare i 7 minuti. Attenzione! Osservare il maggior diametro della Luna. Se invece l'eclisse di Sole avviene ai primi giorni di gennaio, perielio con il diametro del Sole di 32'35", e quando la Luna è all'apogeo con un diametro di 29'02",sarà sicuramente una eclisse anulare di Sole che può durare al massimo, nella fase anulare, ben 12 minuti e 4 secondi. Attenzione! Osservare il diametro del Sole maggiore di quello lunare. Per l'eclisse di Luna l'effetto è minore, molto minore, in quanto la sagoma dell'ombra terrestre varia poco nelle varie posizioni fra Sole-Terra-Luna, comunque basti sapere che il massimo dell'eclisse totale lunare può essere, per una eclisse centrale, di 1 ora e 44 minuti, centrale perché la Luna deve attraversare l'ombra della Terra attraverso il diametro dell'ombra stessa. Naturalmente si è fatta una breve e semplice analisi, ma quanti ci hanno pensato con attenzione ? Uranio FLY ME TO THE MOON Il cratere Horroks Nella regione a est del cratere Ptolemaeus possiamo osservare il cratere "Horroks", una formazione circolare di 31Km situata sul fondo di Hipparchus con versanti scoscesi a nord, pareti alte e terrazzate, fondo poco esteso e molto tormentato con montagna centrale e collinette. La sua formazione risale al periodo Eratosteniano (da -3.2 miliardi di anni a -1.1 miliardi di anni). Il periodo migliore per la sua osservazione è al primo quarto oppure 6 giorni dopo la Luna piena. Alcuni dati: Longitudine: 5.9° Est Latitudine: 4.0° Sud Quadrante: Sud-Est Area: Regione ad Est del cratere Ptolemaeus Origine del nome: Dettagli: Jeremiah Horrocks Astronomo e sacerdote inglese del 17° secolo nato in Inghilterra Nato a: Toxteth Park nel 1619 Morto a: Toxteth Park nel 1641 Fatti notevoli: Prima osservazione del transito di Venere sul disco solare nel 1639. Applicazione delle leggi di Keplero al movimento della Luna. Autore del nome: Birt / Lee (1865) Nome dato da Langrenus: Slavatae Nome dato da Hevelius: Nome non assegnato Nome dato da Riccioli: Nome non assegnato Nelle foto una ripresa del cratere "Horroks" e un ritratto dell'epoca di Jeremiah Horrocks intento nell'osservazione del transito di venere sul disco del sole. Lo strumento minimo per poter osservare questo cratere è un rifrattore da 60mm. Davide Crespi LA COMETA LOVEJOY Immagine della cometa Lovejoy ripresa il 29 novembre 2013 alle ore 4 da Oreste Lesca con posa di 2 secondi e sensibilità 3200 ISO La Lovejoyce ripresa questa mattina da casa se avessi lasciato il bilanciamento del bianco in automatico il fondo cielo sarebbe stato color ruggine e della cometa non si sarebbe vista la debole coda. Ho provato varie combinazioni, incandescenza ad esempio era ancora marroncino chiaro, ho spostato la temperatura colore fino a 2500 gradi Kelvin perché si notasse un po’ di coda del tutto invisibile in un discreto 10 x 50 Nikon ancora fatto in Giappone,prismi di porro e campo di 6gradi e mezzo. Ho impiegato un pò a rintracciarla anche con il binocolo, staccava poco dal fondo cielo. Vedremo tra qualche giorno quanto produrrà in chioma e coda quello che è rimasto del nucleo della Ison, paradossalmente potrebbe terminare il suo ciclo con un apprezzabile aumento di luminosità Oreste Lesca Hanno collaborato Silvano Minuto Salvatore Trani Davide Crespi Sandro Baroni Oreste Lesca Vittorio Sacco