(NO) - Tel. 032285210 - 335275538 apansuno @ tiscali.it www.apan.it

OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO
GALILEI
28019 SUNO (NO) - Tel. 032285210 - 335275538
apansuno @ tiscali.it
www.apan.it - www.osservatoriogalilei.com
Le coordinate dell’osservatorio sono: 45° 38’ 16” Nord 8° 34’ 25 Est
BOLLETTINO N. 328
Mercoledì 4 dicembre 2013, dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del primo
mercoledì di ogni mese, vi sarà una serata di osservazioni al telescopio.
La Luna sarà di un giorno dopo novilunio per cui non sarà visibile. Data la sua assenza si potranno
osservare le costellazioni autunnali quali il Toro, i Gemelli, Orione, ecc. Si potremo osservare anche
molti oggetti del profondo cielo quali la nebulosa M1 nel Toro, la nebulosa m42 in Orione, la galassia
di Andromeda, ecc.
Giove sarà visibile tutta notte nei Gemelli. Urano si troverà tra i Pesci e la Balena. Marte sorgerà a
tarda notte nella Vergine. Mercurio e Saturno sorgeranno poco prima del Sole nella Bilancia. Venere
sarà visibile al tramonto nella Vergine.
RECENSIONI
a cura di WALTER FERRERI
il nuovo ATLANTE FOTOGRAFICO DELLA LUNA
45 tavole da foto originali NASA - Pagine 96 illustrate
Formato 33 x 25 cm – Copertina cartonata - € 22,50
Tutta la superficie visibile della Luna in 44 tavole
fotografiche di grande formato, più una tavola per il lato
nascosto. Le tavole sono state realizzate grazie alle
riprese ad altissima risoluzione effettuate dalla sonda
lunare LRO (Lunar Reconnaissance Orbiter) della
NASA. Le riprese sono state elaborate nei laboratori
dell'Arizona State University, per ottenere un'immagine
completa della Luna come appare vista dalla Terra; ma
con un'inclinazione dei raggi del Sole simile su tutta la
superficie lunare, per una visone ottimale di tutti i crateri.
Le tavole sono accompagnate, nelle pagine a fronte, da
mappe che mostrano le disposizioni delle formazioni più
interessanti (crateri, mari, monti, solchi) e dalle
descrizioni dettagliate di oltre 330 formazioni, preparate
da Walter Ferreri.
Un'opera indispensabile per l'appassionato osservatore,
della Luna per il fotografo esperto di riprese lunari, per lo studioso, per il semplice curioso del cielo, e
per tutti coloro che amano il nostro unico grande satellite naturale.
(a cura di Silvano Minuto)
MERIDIANE E QUADRANTI SOLARI
AREZZO - Palazzo della Fraternita
Continuiamo con l’ultima parte dell’articolo.
Il bordo del disco piatto centrale è diviso in 29 ½ parti, le cui cifre servono ad indicare l’età della Luna,
e cominciano da zero quando la Luna è nuova. Il disco solare dorato descrive una rivoluzione intorno
alla Terra in 24 ore; il raggio solare, che è diretto verso il centro del quadrante e che ha la forma di un
indice a punta, indica la cifra dell’età della Luna.
Bibliografia:
Alfred Ungerer: “Les Horloges astronomiques et monumentales les plus remarquables de l’Antiquité
jusqu’à nos jours” (Strasburgo, 1931).
a cura di Salvatore Trani
DIARIO ASTRONOMICO – DICEMBRE 2013
Data
Ora (TC)
Fenomeno
1
06 02
1
11 07
1
23 18
3
4
6
01 22
11 09
01 31
6
8
9
10
10
11
18 53
17 58
16 11
22 21
22 43
07 56
11
23 41
14
14
03 50
03 54
14
06 45
15
06 11
16
05 28
17
17
18
18
00 40
10 28
02 33
13 30
19
01 49
19
09 31
19
20
20
20
21
21 30
00 48
19 42
20 37
04 32
21
22
22
18 11
00 51
02 57
22
15 15
22
25
26
27
22 45
14 47
02 32
02 12
La Luna occulta la stella Alfa 2 Librae di mag. 2.8. La riapparizione avviene sul
lembo lunare oscuro tra le luci dell’alba.
Luna 2.1° a sud di Saturno. Migliori condizioni di osservabilità poco prima
dell’alba, attorno alle 06 50
Luna 2’ a nord di Mercurio. Migliori condizioni di osservabilità dopo la levata
della Luna, attorno alle 06 20 del giorno seguente
Luna Nuova
Luna al perigeo (360 067 Km)
Luna 7.3° a nord di Venere. Migliori condizioni di osservabilità prima che la
Luna tramonti attorno alle 19 40 del giorno precedente
Massima librazione lunare in latitudine. Visibile il polo sud
Luna 5° a nord di Nettuno
Luna al Primo Quarto
Massima librazione lunare in longitudine. Visibile il lembo occidentale
Giov 15’ a nord di Delta Geminorum di mag. 3.5
Luna 2.6° a nord di Urano. Migliori condizioni di osservabilità prima che la Luna
tramonti, attorno alle 01 30
La Lun a occulta la stella Epsilon Piscium di mag. 4.3. La riapparizione avviene
diEtro il lembo illuminato alle 00 23 del giorno seguente. Visibile dall’Italia
centro-settentrionale
Minimo di Algol, ben osservabile
La Luna occulta la stella Sigma Arietis di mag. 5.5. La scomparsa avviene
dietro il lembo oscuro con il nostro satellite molto basso sull’orizzonte per le
regioni meridionali
Massimo dello sciame meteorico delle Geminidi, osservabili dal 5 dicembre al
18 dicembre
Luna 6.8° a sud di M 45 (Le Pleiadi). Migliori condizioni di osservabilità prima
che la Luna tramonti, attorno alle 05 30
Luna 2.1° a nord di Alfa Tauri (Aldebaran). L’evento si verifica con gli astri
bassi sull’orizzonte
Minimo di Algol, ben osservabile
Luna Piena
Urano stazionario in AR, moto da retrogrado a diretto
Luna 1.5° a nord di Gamma Geminorum. Migliori condizioni di osservabilità
dopo la levata della LUna, attorno alle 18 00
La Luna occulta la stella SAO 96407 di mag. 6.0, riapparizione dal lembo
oscuro. Visibile dall’Italia centro-meridionale
Luna 5.7° a sud di Giove. Migliori condizioni di osservabilità poco prima
dell’alba, attorno alle 07 00
Minimo di Algol, ben osservabile
Luna all’apogeo (406 269 Km)
Massima librazione lunare in latitudine, visibile il polo nord
Venere stazionario in AR (moto da diretto a retrogrado
La Luna occulta la stella 45 Cancri di mag. 5.6. Riapparizione dal lembo
oscuro. Visibile solo dalla Sardegna, Sicilia e Calabria
Solstizio invernale
Mercurio all’afelio (0,4667 UA)
La LUna occulta la stella Omega Leonis di mag. 5.5. Riapparizione dal lembo
oscuro alle 03 52
Massimo dello sciame meteorico delle Ursidi, osservabili dal 17 dicembre al 26
dicembre
Luna 5.8° a sud di Alfa Leonis (Regolo)
Luna – Ultimo Quarto
Luna 5.1° a sud di Marte
Luna 36’ a nord di Alfa Virginis (Spica). L’evento si verifica con gli astri bassi
27
29
04 01
01 13
29
29
30
30
07 27
17 41
06 04
08 41
sull’orizzonte
Massima librazione lunare in longitudine. Visibile il lembo orientale
Luna 1.3° a sud di Saturno. Migliori condizioni di osservabilità dopo la levata
ella Luna, attorno alle 04 00
Mercurio in congiunzione superiore con il Sole
Marte 42’ a sud di Gamma Virginis (Porrima) mag. 2.9
Urano in quadratura con il Sole
LUna 6.6° a nord di Alfa Scorpi (Antares). Migliori condizioni di osservabilità
poco prima dell’alba, attorno alle 07 10
I tempi sono in Tempo Civile (ora TMEC oppure tempo legale estivo, quando è in vigore)
IMPARARE GLI ALLINEAMENTI
Un osservatore che per la prima volta affronta un cielo stellato con la volontà di riconoscere le
costellazioni, può essere preso dallo sconforto: le stelle sono tante, più o meno luminose, più o meno
vicine fra loro; orientarsi in un mare così caotico può sembrare difficile. Quando si inizia ad osservare
il cielo, occorre innanzitutto cercare delle forme caratteristiche, dette asterismi.
Fondamentale per l'apprendimento è un cielo non inquinato e buio, possibilmente sgombro da intralci
fisici (come montagne alte molto vicine) che impediscano l'osservazione di grandi aree della volta
celeste.
In questa esposizione non seguiremo necessariamente le stagioni, ma procederemo ad illustrare le
varie costellazioni per raggruppamenti omogenei.
I - Riconoscere il Grande Carro (o Orsa
Maggiore) – 31.3.2011
II – Riconoscere la Stella Polare – 30.4.2011
III – Cassiopeia – 31.5.2011
IV – Costellazioni circumpolari – 28.7.2011
V – Cefeo – 31.8.2011
VI – Drago – 30.9.2010
VII – Perseo – 27.10.2011
VIII – Cani da Caccia – 30.11.2011
IX – Triangolo estivo – 31.12.2011
X – La Lira – 31.01.2012
XI – Il Cigno – 28.02.2012
XII – L’Aquila – 31.03.2012
XIII – Alcune costellazioni minori – 30.04.2012
XIX – Boote e dintorni – 31.05.2012
XX – Boote e Corona Boreale – 30.06.2012
XXI – Chioma di Berenice – 31.07.2012
XXII – Spica e la Vergine – 31.8.2012
XXIII – Trovare Ercole – 30.9.2012
XXIV – Dal Triangolo estivo all’Ofiuco –
2.11.2012
XXV – La testa dell’Ofiuco – 30.11.2012
XXVI – Ofiuco – 31.12.2012
XXVII – Serpente – 31-1-2013
XXVIII – Scorpione – 28.2.2013
XXIX – Bilancia 31.3.2013
XXX – Sagittario – 30.04.2013
XXXI – Capricorno – 31 05 2013
XXXII – Verso l’Acquario – 30 06 2013
XXXIII – Pegaso – 31 07 2013
XXXIV – Andromeda – 31 08 2013
XXXV – Il Quadrato del Pegaso - 31102013
Perseo
La costellazione di Perseo è facilmente individuabile, a partire da Cassiopea; tuttavia, esiste anche un
secondo sistema molto semplice per recuperarla, una volta noto il "Grande Carro" autunnale:
semplicemente, Perseo si trova all'estremità orientale del "Carro".
La stella individuabile con il timone è Algol: si tratta di una stella molto famosa, in quanto è una stella
variabile, ossia varia la sua luminosità nell'arco di alcuni giorni.
A nord di Algol si trova Mirfak, una stella circumpolare che domina un folto gruppo di stelline; un
binocolo consente di individuare un gran numero di altre stelle meno luminose e di notare che alcune
sono disposte in coppia. Si tratta di un'associazione stellare composta da diverse stelle calde, blu,
realmente vicine fra di loro nello spazio.
Esplorando la zona con un binocolo è possibile individuare un gran numero di altre associazioni
minori ed ammassi di stelle.
Da: Osservare il Cielo – Corso per imparare a riconoscere stelle e costellazioni – Recensito il
15.2.2011
COMETA ISON HA RAGGIUNTO IL PERIELIO
Cometa Ison ha raggiunto il Perielio: disintegrata ma non del tutto!
La tanto attesa ISON, composta da ghiaccio e detriti, è passata ad appena 1,2 milioni di chilometri
dalla superficie solare, ad una temperatura di circa 5.000 gradi ed è sparita.
LA CRONOSTORIA del PERIELIO
Il 28 novembre è stata una giornata decisamente movimentata per la cometa ISON: le ore di maggior
tensione sono iniziate intorno alle 12:45 UT quando la cometa era ormai prossima al perielio e dalle
sonde in orbita intorno al Sole arrivavano le ultime immagini.
La ISON, dopo un'attività improvvisa che aveva risollevato gli animi, aveva manifestato, tra il 21 e il
23 di novembre 2013 un cambiamento importante: la produzione molecolare era scesa
drasticamente, mentre era aumentata esponenzialmente la produzione di polveri, lasciando ipotizzare
una completa rottura del nucleo. Le aspettative erano state decisamente ridimensionate. Ma
nonostante questo, quando la ISON è sparita dietro il coronografo della sonda SOHO, che occulta il
disco solare, è aumentata l'apprensione e in rete è iniziato un concitato tam tam di notizie.
Inizialmente, non è stato dato troppo peso a quella leggera scia perché spesso uno sbuffo di polvere
è tutto ciò che resta di una cometa Sungrazer inghiottita dal Sole.
La cometa ISON è sopravvissuta al perielio o almeno lo è una parte.
Ora, ci sono diversi scenari ancora da valutare:
- il nucleo della ISON potrebbe essersi frammentato in tanti piccoli pezzi e questi mini-nuclei
continuano a sublimare, lasciando una coda più diffusa. La cometa potrebbe quindi esistere ancora
per giorni o settimane prima di scomparire
- la cometa ISON era formata per la maggior parte da particelle di polvere che sono state annientate
dall'intenso calore del Sole
- potremmo non avere una chiara percezione dell'attuale struttura della cometa a causa della visuale
- stiamo assistendo a qualcosa di nuovo, mai osservato prima
Ci vorranno almeno un paio di giorni per analizzare i dati e capire se questa bizzarra cometa si sta
prendendo gioco di noi. Ancora un po' di pazienza.
Sito: Scientificamente
ICECUBE
IceCube, Polo Sud: nei ghiacci antartici scoperte particelle extraterrestri ad alta energia
IceCube, il famoso rilevatore di
particelle cosmiche, sepolto da
tempo nelle profondità dei ghiacci
antartici, ha rilevato circa 28
eventi che costituiscono le prime
reali
prove
del
passaggio
attraverso il ghiaccio di neutrini
extraterrestri ad altissima energia,
dove per extraterrestri si vuole
intendere provenienti dall’esterno
del Sistema Solare.
IceCube, che è gestito da una
collaborazione internazionale con
sede presso il Wisconsin, la
IceCube
Particle
AstrophysicsCenter (WIPAC), è
stato progettato per raggiungere
due importanti obiettivi: misurare
il flusso (o il tasso) di neutrini ad alta energia e cercare di identificare alcune delle loro fonti.
Cosa sono i neutrini?
I neutrini, privi di massa, costituiscono i mattoni fondanti dell’Universo. Sono incuranti dei campi
magnetici che incontrano, e quasi mai interagiscono con altre particelle, mantenendo invariata la loro
velocità e direzione.
Ogni secondo arrivano sulla Terra miliardi di neutrini, provenendo per la maggioranza dei casi dal
Sole o dall’atmosfera terrestre. In alcuni casi, molto rari però, provengono dall’esterno della galassia
e, in questo caso, prendono il nome di neutrini cosmici. A differenza della luce, i neutrini sfuggono
molto facilmente da ambienti estremamente densi come ad esempio un buco nero o un’emissione di
raggi gamma, riuscendo a consegnare preziose informazioni su tipi di eventi spaziali che liberano
grandi energie.
Tuttavia, i neutrini qualche ostacolo di percorso lo incontrano, come ad esempio il ghiaccio, motivo
per il quale, circa 25 anni or sono, gli scienziati decisero di costruire al Polo Sud IceCube, il rivelatore
di particelle.
IceCube è in sostanza una sorta di enorme telescopio costruito nel ghiaccio del Polo Sud, in grado di
misurare le collisioni tra neutrini cosmici e gli atomi di cui è composto il ghiaccio. IceCube è composto
da 86 cavi d’acciaio muniti di oltre 5160 moduli ottici digitali, sensori di luce, sotterrati a una profondità
tra i 1.450 e i 2.450 metri, e contenuti in un chilometro quadrato di ghiaccio antartico. IceCube rileva
le collisioni grazie agli appositi sensori ottici.
In ben 2 anni, dal 2010 al 2012, IceCube ha catturato 28 neutrini con cariche energetiche più grandi
di 30 teraelectronvolts (TeV); per due di questi eventi la carica energetica registrata è stata addirittura
record: oltre 1.000 TeV in un’unica particella elementare.
Inizia dunque una nuova era per l’astrofisica, e questa importante notizia non poteva lasciare
indifferente la comunità dei fisici italiani, anch’essi impegnati nelle ricerche sperimentali sui neutrini.
L’Italia infatti, insieme all’Istituto nazionale di fisica nucleare, è impegnata nella realizzazione di KM3,
un osservatorio di neutrini al largo di Capo Passero, in Sicilia.
Dal sito: Ecologia & Natura del 23.11.2013
LA DANZA A TRE DI SOLE, TERRA E LUNA
Come insegnare a ragionare astronomicamente a partire dal
semplice modello di Copernico.
Un affascinante metodo educativo per imparare a guardare il
mondo in modo inusuale e divertente.
Nell’ultimo numero del bollettino, abbiamo recensito il libro di
Roberto Casati: Dov’è il Sole di notte. Lezioni atipiche di
astronomia. Su questo argomento sono state fatte numerose
considerazioni e una di esse è stata pubblicata su Il Sole 24
ore del 27 ottobre scorso.
Ne facciamo un piccolo riassunto.
Sole e Luna ritmano la nostra vita. È il loro vagare nel cielo che
dà origine a giorni, mesi e anni. La luce del sole ci sveglia e ci
addormenta, e quella della luna ci incanta e ci fa sognare.
Osservando con curiosità i movimenti del sole, della luna, dei
pianeti è cresciuto il pensiero scientifico. Lo sforzo secolare di
comprendere il loro vagare ha portato a Copernico, Galileo,
Newton, e la base del sapere moderno sul mondo. Oggi
capiamo con chiarezza la danza a tre di Sole, Terra e Luna,
sappiamo il perché delle stagioni, delle eclissi, delle fasi della
luna, delle maree, dei cicli giornalieri, mensili e annuali di
questo ritmo in cui siamo immersi.
Avere compreso queste relazioni fra noi e il cosmo immediatamente intorno a noi ci permette di
padroneggiare una grammatica elementare della comprensione del mondo, che costituisce un fondo
di conoscenza comune a tutta la nostra cultura, un terreno semplice dove si mostra la forza di
semplici ragionamenti e semplici deduzioni nel farci comprendere la realtà.
O almeno, così ci piacerebbe che fosse. Perché in effetti non è così. Questi fatti sono poco conosciuti
e si scoprono un gran numero di ragazzi (anche quelli che frequentano le UNiversità) pensano che la
Luna si veda solo di notte e non di giorno, pensano che l'estate sia più calda perché siamo più vicini
al Sole, non sanno spiegarsi perché non ci sia un'eclisse tutti i mesi, non hanno mai notato che la
Luna crescente si vede il mattino e la Luna calante la sera, e non sanno neppure che durante una
notte stellata tutte le stelle ruotano meravigliosamente e maestosamente nel cielo, oppure che ogni
sera, al tramonto, sono stelle diverse che sorgono a oriente.
Molto importante è quindi il libro di Roberto Casati che in una lunga e diffusa chiacchierata, ora lieve
ora più puntigliosa, introduce il lettore nel mondo dell'astronomia elementare, e alle mille questioni
che apre e a cui risponde: non solo come funzionano esattamente eclissi e stagioni, ma anche perché
non si vede la Luna piena a mezzogiorno, perché non ci sono un Polo Est e un Polo Ovest, come
vedremmo gli anelli se la Terra avesse anelli come Saturno, o perché i mappamondi che comperiamo
in cartoleria sono orientati sbagliati, e così via. Anche chi pretende di sapere tutto di astronomia ha
qualcosa da scoprire; per esempio, dove trovare sulla Terra un punto dove in un solo quadratino ci
sia una parte in estate, una in inverno, una in primavera e una in autunno? Ma sopratutto se il libro è
opportunamente usato, può trasformarsi in uno strumento formidabile d'insegnamento dell'astronomia
elementare per tutti quegli insegnanti che dalle elementari all'università sanno offrire ai loro studenti
non del sapere digerito, ma delle domande con cui confrontarsi.
E le domande di astronomia a cui si sa rispondere restano nel cuore, e ci fanno poi guardare le albe e
i tramonti, le stagioni, e le stelle che velano il loro volto lucente quando la Luna, piena, al suo colmo,
splende su tutta la Terra, con occhi ancora più incantati.
ECLISSI
Conseguenze nelle Eclissi dei diametri apparenti di Sole e Luna.
Il Sole è tanto grande, però basta la punta di un dito a braccio disteso per coprirlo interamente, e così
è anche per la Luna.
Le dimensioni apparenti reciproche di Sole e Luna determinano numerosi particolari di una eclisse
totale di Sole (tipo, durata, protuberanze ecc. ) ed in parte minore anche l'eclisse totale di Luna
(durata ecc.).
Vediamo la questione in numeri : Il Sole ha la variazione delle sue dimensioni a causa dell'orbita
terrestre, in particolare nel perielio e nell'afelio.
La Luna ha come causa della sua variabilità apparente nelle dimensioni dell'orbita lunare stessa,
ovvero nei perigeo e apogeo.
Tutto quanto sopra citato a causa della Meccanica Celeste.
Il Sole va da una dimensione massima di 32'35", al perielio attorno al 2 gennaio, ad una dimensione
minima di 31'00" all'afelio, attorno al 4 luglio. Mediamente il Sole ha un diametro di 32'01".
La Luna va da una dimensione massima, al perigeo di 33'31", ad una dimensione minima di 29, 02"
all'apogeo.
Il perigeo e l'apogeo lunare avvengono una volta ciascuno al mese, a volte sia il perigeo che l'apogeo
possono avvenire due volte in un mese, come nell'agosto 2013 che abbiamo avuto due apogei
precisamente il 3 ed il 31.
Potremmo avere il massimo di una eclisse totale di Sole (Luna Nuova) quando siamo nei primi giorni
di luglio, afelio con il diametro solare di 31'00", e quando nel contempo abbiamo un perigeo lunare
con la dimensione lunare di 33'31", la totalità può raggiungere e superare i 7 minuti. Attenzione!
Osservare il maggior diametro della Luna.
Se invece l'eclisse di Sole avviene ai primi giorni di gennaio, perielio con il diametro del Sole di
32'35", e quando la Luna è all'apogeo con un diametro di 29'02",sarà sicuramente una eclisse anulare
di Sole che può durare al massimo, nella fase anulare, ben 12 minuti e 4 secondi. Attenzione!
Osservare il diametro del Sole maggiore di quello lunare.
Per l'eclisse di Luna l'effetto è minore, molto minore, in quanto la sagoma dell'ombra terrestre varia
poco nelle varie posizioni fra Sole-Terra-Luna, comunque basti sapere che il massimo dell'eclisse
totale lunare può essere, per una eclisse centrale, di 1 ora e 44 minuti, centrale perché la Luna deve
attraversare l'ombra della Terra attraverso il diametro dell'ombra stessa.
Naturalmente si è fatta una breve e semplice analisi, ma quanti ci hanno pensato con attenzione ?
Uranio
FLY ME TO THE MOON
Il cratere Horroks
Nella regione a est del cratere Ptolemaeus possiamo osservare il cratere "Horroks", una formazione
circolare di 31Km situata sul fondo di Hipparchus con versanti scoscesi a nord, pareti alte e terrazzate,
fondo poco esteso e molto tormentato con montagna centrale e collinette. La sua formazione risale al
periodo Eratosteniano (da -3.2 miliardi di anni a -1.1 miliardi di anni). Il periodo migliore per la sua
osservazione è al primo quarto oppure 6 giorni dopo la Luna piena.
Alcuni dati:
Longitudine: 5.9° Est
Latitudine: 4.0° Sud
Quadrante: Sud-Est
Area: Regione ad Est del cratere Ptolemaeus
Origine del nome:
Dettagli: Jeremiah Horrocks
Astronomo e sacerdote inglese del 17° secolo nato in Inghilterra
Nato a: Toxteth Park nel 1619
Morto a: Toxteth Park nel 1641
Fatti notevoli: Prima osservazione del transito di Venere sul disco solare nel 1639. Applicazione delle
leggi di Keplero al movimento della Luna.
Autore del nome: Birt / Lee (1865)
Nome dato da Langrenus: Slavatae
Nome dato da Hevelius: Nome non assegnato
Nome dato da Riccioli: Nome non assegnato
Nelle foto una ripresa del cratere "Horroks" e un ritratto dell'epoca di Jeremiah Horrocks intento
nell'osservazione del transito di venere sul disco del sole. Lo strumento minimo per poter osservare
questo cratere è un rifrattore da 60mm.
Davide Crespi
LA COMETA LOVEJOY
Immagine della cometa Lovejoy ripresa il 29 novembre 2013 alle ore 4 da Oreste Lesca con posa di 2
secondi e sensibilità 3200 ISO
La Lovejoyce ripresa questa mattina da casa se avessi lasciato il bilanciamento del bianco in
automatico il fondo cielo sarebbe stato color ruggine e della cometa non si sarebbe vista la debole
coda.
Ho provato varie combinazioni, incandescenza ad esempio era ancora marroncino chiaro, ho
spostato la temperatura colore fino a 2500 gradi Kelvin perché si notasse un po’ di coda del tutto
invisibile in un discreto 10 x 50 Nikon ancora fatto in Giappone,prismi di porro e campo di 6gradi e
mezzo.
Ho impiegato un pò a rintracciarla anche con il binocolo, staccava poco dal fondo cielo.
Vedremo tra qualche giorno quanto produrrà in chioma e coda quello che è rimasto del nucleo della
Ison, paradossalmente potrebbe terminare il suo ciclo con un apprezzabile aumento di luminosità
Oreste Lesca
Hanno collaborato
Silvano Minuto
Salvatore Trani
Davide Crespi
Sandro Baroni
Oreste Lesca
Vittorio Sacco