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Casanatura vivaio di Mattia Malcore
via vicinale vecchia 5005 Talsano-Taranto
www.casanaturavivaio.it
INDICE
La macchia mediterranea
– definizione
– caratteristiche e adattamenti
Impianto di un giardino mediterraneo
– il terreno
– l'esposizione
Gestione del giardino mediterraneo
– la gestione dell'acqua
– concimazioni
– trattamenti
Piante mediterranee e consociazioni
– cespugli
– tappezzanti
– rampicanti
– alberature
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LA MACCHIA MEDITERRANEA:
DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE
La macchia mediterranea è quell'insieme di piante, tendenzialmente sempreverdi, che caratterizzano
le zone del clima mediterraneo. Esso è definito come “regime di transizione fra i climi temperati e
quelli tropicali-aridi”, caratterizzato da estati calde e da inverni da miti a freddi, con assenza delle
escursioni termiche tipiche dei climi continentali, con gelate e nevicate assenti o di breve durata.
La vegetazione tipica di zone così caratterizzate è molto eterogenea, comprendendo tappezzanti,
arbusti e alberature, con una netta prevalenza delle varietà arbustive.
In natura la macchia mediterranea si distingue in macchia bassa e macchia alta.
La macchia bassa è la prima che si incontra provenendo dalla costa, ed è composta per lo più da
arbusti e piante sarmentose, che con il loro sviluppo inestricabile difendono tutto l'ecosistema dai
forti venti che provengono dal mare. Tipiche piante di questo gruppo sono: il cisto, il lentisco, il
mirto, il rosmarino, il timo.
Segue la macchia alta, composta per lo più da boschi di lecci. Trovano qui posto alberi che
forniscono ombra e riparo al sottobosco. Tipiche piante di questo gruppo sono il leccio (quercus
ilex), il corbezzolo, l'olivo, l'alloro, il carrubo, il pino marittimo, il ginepro, il cipresso.
Le specie mediterranee hanno sviluppato degli adattamenti particolari per sopravvivere alle
condizioni climatiche, e in particolare al periodo di siccità estiva prolungata. A livello tecnico si
distinguono strategie di “resistenza” e strategie di “tolleranza”:
– Resistenza: meccanismi che la pianta attiva per evitare stress di vario genere (termico,
idrico...). Si tratta ad esempio della caduta delle foglie, della chiusura degli stomi delle
foglie e quindi della riduzione della traspirazione, etc.
– Tolleranza: meccanismi che permettono alla pianta di svolgere le sue normali funzioni vitali
anche in condizioni avverse, come la carenza idrica.
Tra gli adattamenti delle piante mediterranee ci sono dei tratti visibili:
– Sclerofilia: presenza di foglie coriacee, solitamente piccole e protette in vario modo (cere,
peluria...). Questo adattamento serve alla pianta a ridurre gli scambi gassosi con l'esterno, e
ridurre quindi l'evaporazione dell'acqua nei periodi più caldi;
– Presenza di olii aromatici nelle foglie, rilasciati nell'aria con lo strofinio, i quali servono
come protezione dal pascolamento degli animali;
– Apparato radicale esteso e profondo, per resistere ai periodi di forte siccità. La profondità
delle radici infatti permette l'assorbimento dell'acqua anche dagli strati più profondi del
terreno. In più un apparato radicale simile consente una maggiore resistenza all'azione del
vento.
– Riposo vegetativo durante il periodo più caldo: la quiescenza estiva è un meccanismo di
difesa della pianta che le permette di risparmiare energie durante la fase di maggiore aridità
del terreno, per riprendere a crescere durante l'autunno, quando le temperature si abbassano
ed è possibile trovare maggiore umidità sia nel terreno che nell'aria.
La conseguenza maggiore di questi adattamenti è la lentezza nello sviluppo che caratterizza queste
piante nel loro stato naturale. Ciononostante, nel momento in cui si decide di coltivare in giardino
queste specie vegetali un supporto idrico nei periodi più caldi nella fase di accrescimento della
pianta le permette di non rallentare la vegetazione, e quindi avere una crescita più veloce.
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IMPIANTO DI UN GIARDINO MEDITERRANEO
Nel momento in cui decidiamo di sviluppare un giardino con essenze mediterranee è importante
conoscere il tipo di esposizione cui è soggetto e il tipo di terreno presente.
Il terreno
Il terreno è composto da sostanza organica, argilla, sabbia e ghiaia o pietrisco; a seconda delle
quantità dell'uno e dell'altro elemento il terreno avrà caratteristiche differenti.
– Terreni leggeri o sabbiosi: presentano più sabbia e pietrisco fine, e sono molto drenanti. La
pioggia o le annaffiature dilavano velocemente e portano via le sostanza nutritive. Sono
terreni adatti a piante da giardino roccioso e marittimo, mentre se si volessero coltivare altri
tipi di piante sarebbe bene aggiungervi materiale organico.
– Terreni ad impasto medio: sono i più comuni, e presentano percentuale di elementi piuttosto
bilanciate.
– Terreni ad impasto pesante: presentano una prevalenza di argilla, soprattutto negli strati
appena sottostanti la superficie. Il problema principale di questi terreni è ovviamente il
comportamento con l'acqua: si inzuppano rapidamente, creano ristagno idrico e spesso si
asciugano velocemente in superficie, rischiando di ingannare un occhio inesperto. Sono
terreni naturalmente ideali per piante palustri.
Per le piante mediterranee è importante evitare gli eccessi idrici nel terreno, ed è quindi
fondamentale andare a correggere terreni pesanti prima dell'impianto con zappature profonde e
l'aggiunta di sabbia e ghiaia, per migliorare il drenaggio.
Un altra distinzione che riguarda i terreni è quella in base al grado di acidità. In base ai valori si
distinguono grossomodo:
– Terreni acidi: da un ph di 4 ad un ph di 6;
– Terreni neutri: da un ph di 6,5 ad un ph di 7;
– Terreni calcarei: da un ph di 8 ad un ph di 9.
Per quanto riguarda il giardino mediterraneo il ph consigliato è quello neutro. Nel caso di abbia un
terreno acido si può correggerlo prima dell'impianto con l'aggiunta di calce, mentre nel caso di
terreno troppo calcareo si può aggiungere torba o terra di bosco.
L'esposizione
La luminosità è un requisito fondamentale per le piante mediterranee. Zone di ombra piena
andrebbero evitate per questo tipo di piante, scegliendo invece specie vegetali più adatte. Nelle zone
luminose di mezz'ombra o in pieno sole invece abbiamo larga scelta.
Un altro elemento da tenere in considerazione è il vento. Un forte vento settentrionale potrebbe
dimostrarsi un problema durante l'inverno, portando a dannose gelate. Bisogna quindi considerare
l'opportunità di inserire schermature, grigliati o piante alte che schermino quelle di nuovo impianto.
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GESTIONE DEL GIARDINO MEDITERRANEO
La gestione dell'acqua
La scelta di piante mediterranee rispetto ad altre varietà vegetali ha nei nostri climi un vantaggio
indiscusso: il risparmio idrico. Per tutti gli adattamenti naturali di cui abbiamo parlato le piante
mediterranee sono le maggiormente adatte a chi ha problemi di disponibilità idrica, o a chi non
vuole sprecare acqua in eccesso.
Ovviamente in estate bisognerà aiutare le nostre piante con delle annaffiature, ma la quantità
necessaria per mantenerle in salute sarà ridotta rispetto a piante da clima continentale.
Nel momento dell'annaffiatura è sempre bene tenere presente che dobbiamo favorire lo sviluppo di
radici profonde nelle nostre piante, e a questo scopo sono meglio delle annaffiature più diradate ma
più profonde che non frequenti annaffiature di breve durata.
Con annaffiature profonde e non troppo frequenti infatti “costringeremo” la nostra pianta a doversi
andare a cerare l'acqua negli strati più profondi, sviluppando quindi le sue radici.
Radici profonde comportano migliore resistenza ai periodi di siccità, minor sensibilità a sbalzi
termici, e maggiore resistenza al vento.
Concimazioni
In fase di impianto di un nuovo giardino è importantissimo apportare il giusto nutrimento alle
pianta. Se non si utilizza fin dalle prime fasi del terriccio già concimato, è consigliabile lavorare il
terreno prima dell'impianto integrando una giusta quantità di stallatico, che con il tempo cederà
azoto e carbonio e favorirà il radicamento e l'accrescimento iniziale della pianta. Evitare tuttavia il
contatto diretto con le radici, disponendo uno strato di terriccio tra di esse e il concime, oppure
mischiando il tutto.
A questa prima lavorazione è fondamentale far seguire delle concimazioni di mantenimento, per le
quali si consigliano fertilizzanti chimici liquidi, in polvere o granulari a lenta cessione soprattutto in
primavera. La quantità e la frequenza di utilizzo del concime dipende dal tipo di terreno, dalle
condizioni generali della pianta e dal tipo di concime che si utilizza. Nello specifico, se il terreno
risulta essere già di per sé molto fertile, non sarà necessario concimare frequentemente per non
incorrere in fenomeni di intossicazione della pianta. Se si utilizza del concime liquido o in polvere,
sarà necessario intervenire con più frequenza dato il veloce assorbimento di queste sostanze da parte
della pianta; se si utilizza invece del concime granulare, si potrà intervenire ogni 3 mesi circa
poiché l'assorbimento di queste sostanze è più lento e distribuito nel tempo.
In particolare per ottenere un'ottima fioritura, è bene aumentare l'apporto di potassio.
Le carenze nutrizionali delle piante presentano sintomi abbastanza specifici, e quindi facili da
individuare facendo attenzione:
–
la carenza di azoto si mostra solitamente con una crescita lenta e con una colorazione
giallastra delle foglie;
–
la carenza di fosforo, oltre che ad una crescita stentata, porta ad una carenza di fiori e ad un
ridotto sviluppo delle radici;
–
la carenza di potassio fa diventare marroni le punte delle foglie e fa cadere i boccioli prima
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dell'apertura del fiore.
Durante l'estate è assolutamente sconsigliato l'utilizzo delle concimazioni poiché in questo periodo
la pianta ha bisogno esclusivamente di acqua per reintegrare le notevoli perdite di liquidi dovute
alle elevate temperature delle nostre zone. Con l'arrivo dell'inverno è importante sospendere le
concimazioni, in modo tale da favorire il riposo vegetativo
Trattamenti
Innanzitutto è bene distinguere l'origine delle malattie, poiché alcune sono dovute all'attacco di
parassiti animali, altre sono dovute all'attacco di funghi.
– parassiti animali: i principali sono Afidi, larve di Lepidotteri, Cocciniglie;
– funghi: i principali sono Oidio, Ticchiolatura, Ruggine
Contro i parassiti animali risulta efficace l'utilizzo di prodotti come olio minerale o altri
antiparassitari specifici, mentre contro le malattie fungine risulta efficace il trattamento a base di
rame e zolfo.
Tutte queste sostanze sono diluibili in acqua e devono essere nebulizzate su tutta la pianta. In
particolare i trattamenti antifungini devono essere effettuati in maniera preventiva, a partire
dall'emissione delle prime foglie, ogni 10-15 giorni e per tutto il periodo primaverile, in maniera
tale da garantire alla pianta una copertura continua dalle malattie.
Inoltre, sempre parlando di attacchi fungini, un ottimo metodo di controllo risiede nell'eliminazione
delle condizioni ideali per lo sviluppo dei patogeni, vale a dire l'eliminazione dell'eccessiva umidità:
pertanto è conveniente utilizzare terricci drenanti per l'impianto e garantire alla pianta una buona
ventilazione per far sì che lo strato superficiale del terreno si asciughi rapidamente.
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PIANTE MEDITERRANEE E CONSOCIAZIONI
Nei giardini di piante mediterranee da anni ormai vengono associate a specie autoctone anche
varietà originarie di altri paesi, come l'Australia, la Nuova Zelanda o l'America centrale, ma che
presentano a loro volta meccanismi di adattamento simili. In particolare spesso queste varietà sono
caratterizzate da abbondanti fioriture estive e facilità di coltivazione. Di seguito, verranno descritte
le piante mediterranee autoctone e verrà fatto un breve cenno sulle principali specie adattabili al
clima mediterraneo.
L'elenco che segue non pretende di essere esaustivo della materia, ma fornisce delle indicazioni
sulle specie maggiormente diffuse e più adatte ai nostri climi.
CESPUGLI
Il gruppo di piante mediterranee più numeroso, cui appartengono tutti gli esemplari con altezza
entro i 150-180cm e con forma arbustiva, vale a dire dotate di più rami che si dipartono dalla base e
non provviste di un unico fusto.
Tra i cespugli tipicamente mediterranei i principali sono:
– ARBUTUS UNEDO (CORBEZZOLO): raggiunge i 2 metri scarsi di altezza in media ma
in particolari casi può anche essere allevato sotto forma di alberatura. Il tronco ha una
corteccia sottile e che desquama regolarmente. E' un sempreverde con foglie persistenti dal
margine leggermente seghettato. Da ottobre a dicembre produce delle infiorescenze a
grappolo di colore bianco e tali fiori si trasformano nell'autunno successivo in grappoli di
frutti rossi rugosi, tranquillamente commestibili. Il risultato estetico è molto gradevole data
la presenza contemporanea di fiori e frutti.
– CAPPARIS SPINOSA (CAPPERO): pianta a foglia caduca, caratterizzata da una velocità di
crescita media e da un portamento semiricadente. Rinomato per la produzione dei frutti
commestibili, ha una notevole valenza ornamentale grazie al colore verde brillante della
vegetazione sulla quale spiccano i fiori di colore bianco con stami centrali di colore porpora.
Può essere collocato in qualsiasi posizione del giardino, soprattutto a riempimento di spazi
angusti o abbastanza aridi, data la sua grande rusticità.
– CINERARIA MARITTIMA: pianta arbustiva che non supera i 50cm di altezza. Presenta
uno spiccato sviluppo in larghezza con una vegetazione fitta e di colore argenteo. I fiori
sono di scarsa importanza ornamentale dato che sono costituiti da piccole margheritine di
colore giallo e di breve durata, mentre maggiore interesse desta la colorazione della
vegetazione che spicca cromaticamente all'interno del giardino.
– CISTUS: piccolo arbusto sempreverde dal portamento denso che raggiunge al massimo il
metro di altezza. I rami sono pelosi e le foglie di un bel verde scuro. Vegeta in autunno e
primavera, mentre in estate va in riposo vegetativo ed assume una colorazione rossiccia.
Fiorisce tra aprile e maggio con fiorellini piccoli di colore rosa acceso o bianco, presenti in
grande quantità. Si adatta benissimo a scarpate pietrose e bordure, ottimo per i terreni
rocciosi. Molto resistente alla siccità estiva.
– LAVANDA: arbusto sempreverde che raggiunge massimo il metro di altezza, con fogliame
tra il verde e il grigio a seconda delle varietà, molto profumato. La varietà più diffusa è
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sicuramente la “Stoechas”, con fiorellini violetti riuniti in spighe corte. Ne esistono però
tante altre varietà, come l'Angustifolia, la Grigia, la Inglesina, la Dentata, la Pinnata, ognuna
provvista di una caratteristica aromaticità e di una particolare forma di fiore. Non ha
problemi con gli inverni freddi ma teme molto i ristagni idrici. Necessità di una buona
illuminazione per fiorire, ed è particolarmente resistente all'aridità.
PHILLYREA (OLIVASTRO): arbusto sempreverde che ricorda molto l'Olivo. Si presenta in
due varietà: “angustifolia”, con portamento eretto e foglie strette, “latifolia” con portamento
arbustivo e foglia più larga e ovale. In natura è diffusa nelle zone rocciose, e preferisce
terreni calcarei. Ottima come siepe, anche in zone con vento salmastro, richiede molta luce
per una crescita ottimale.
PISTACIA LENTISCUS (LENTISCO): arbusto sempreverde molto rustico e rapido
nell'accrescimento, adatto anche in caso di riqualificazione ambientale (es. dopo un
incendio) o per l'arredo di zone marginali e difficili. Preferisce pochi interventi di potatura,
solo nel caso di bisogno. Necessita di posizioni soleggiate, ma può adattarsi anche alla
mezz'ombra. Non è troppo esigente a livello idrico e resiste a venti salmastri e anche
violenti. Si adatta anche a terreni poveri creando macchie di colore verde brillante.
ROSMARINUS (ROSMARINO): forse la pianta mediterranea per eccellenza. Arbusto
sempreverde utilizzatissimo come erba aromatica in cucina, presenta foglie aghiformi,
lucide, di colore verde-scuro nella pagina superiore e di colore chiaro nella pagina inferiore.
Si adatta a tutti i tipi di terreno ed è presente sia in forme arbustive (Rosmarino officinale)
che coprisuolo (Rosmarino prostrato). Necessita di un'esposizione in pieno sole e di
irrigazioni non troppo frequenti, dato che teme fortemente i ristagni idrici. Non soffre il
vento salmastro e non risente eccessivamente di potature annuali. Importante la sua valenza
ornamentale data dalla presenza di infiorescenze di colore blu elettrico, le quali formano
delle vere e proprie cascate al di sopra della vegetazione color verde brillante.
THYMUS CAPITATUS (TIMO): piccolo arbusto sempreverde a portamento eretto o con
rami prostrati a seconda delle varietà. Si associa molto bene ai cisti, al carrubo e all'olivo.
Ama le zone costiere e soleggiate, ma resiste bene anche al freddo. In caso di coltivazione in
vaso è bene apportare regolarmente acqua, mentre nel caso di coltivazione in piena terra la
resistenza alla siccità è maggiore. Poco sensibile al vento. Tipica nei giardini rocciosi, ha
una fioritura abbondante e vistosa, molto apprezzata.
Molte anche le specie non tipicamente mediterranee che però sono perfettamente consociabili e che
ben si adattano: Abelia, Agathea, Callistemon, Carissa, Convolvolus, Duranta, Dimorphoteca,
Eremophila nivea, Erica canaliculata, Eugenia myrtifolia, Euryopsis, Gaura, Grevillea, Hibiscus,
Photinia, Phylica, Polygala, Salvia ornamentale come la farinacea, Solanum, Teucrium, Viburno,
Westringia.
TAPPEZZANTE
A questo gruppo appartengono tutte le piante con portamento tappezzante o strisciante, capaci di
insediarsi nel terreno anche per diversi centimetri in larghezza. Oltre all'aspetto ornamentale, hanno
funzione di copertura del terreno, con vegetazione e fiori abbastanza numerosi, e garantiscono il
mantenimento di una maggiore umidità negli strati più profondi. Si sono sviluppati in natura per
difendere se stessi e il resto dell'ecosistema mediterraneo dai forti venti provenienti dal mare.
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Tra le varietà tipicamente mediterranee:
– HELICHRYSUM ITALICUM: arbusto perenne molto ramificato, con foglie tomentose di
color grigio-verde chiaro. La parte aerea si rinnova ogni anno, in autunno con la ripresa
vegetativa e soprattutto in primavera. Da aprile a giugno presenta capolini fioriti di colore
giallo intenso, con una durata per ciascuno lunghissima, anche di 25-30 giorni. Viene spesso
utilizzato ai piedi di alberature o in aiuole di ingresso per creare vistose macchie tappezzanti
di colore grigio. Teme il freddo intenso e prolungato e richiede luce diffusa.
– SANTOLINA: Erbacea aromatica mediterranea. Fiorisce tra maggio e luglio, richiede
posizioni di pieno sole e necessita di un'irrigazione moderata. La varietà
“chamaecyparissus”, a fiore giallo, è utilizzata per aromatizzare piatti a base di pesce, come
il polpo, o verdure (sta benissimo con le zucchine!), per preparare un infuso digestivo,
creare composizioni e sacchettini profuma-biancheria.
– LIPPIA REPENS: Erbacea annuale a crescita rapida e molto bassa. Si presenta con piccole
foglie ovali di colore verde ed infiorescenze di colore bianco durante il periodo primaverileestivo. La grande capacità di insediamento è data dal suo fusto, detto stolone, dal quale si
possono formare sia foglie che radici: in questa maniera man mano che si accresce, ha la
possibilità di ancorarsi al terreno. Viene spesso utilizzata come alternativa al tappeto erboso
per coprire aree vuote (bastano 2-3 piante a metro quadro). Cresce bene sia al sole che a
mezz'ombra, anche se nel primo caso si presenterà perfettamente aderente al terreno, mentre
nel secondo caso la vegetazione sarà leggermente più alta. Non richiede innaffiature
giornaliere, poiché nel momento di massima diffusione sul terreno riesce a mantenere
l'umidità dello strato superficiale.
Le varietà non autoctone ma perfettamente integrate sono: Asteriscus, Erigeron, Gazania, Lantana e
Verbena.
RAMPICANTI
Non esistono rampicanti propriamente mediterranei, ad eccezione di quelli selvatici come ad
esempio le more senza spine; tuttavia sono perfettamente ambientati e consociabili diverse varietà
come: Bignonia, Bougainvillea, Gelsomino, Pandorea, Passiflora, Plumbago e Rhyncospermum.
Amano tutte un'esposizione in pieno sole o da mezz'ombra luminosa, temono ristagni idrici e non
necessitano di potature drastiche, essendo preferibile sempre una leggera spuntatura annuale per
mantenerle compatte.
ALBERATURE
Le alberature ad alto fusto sono il cardine della cosiddetta macchia alta, e sono utili in natura anche
come difesa per le cespugliose da sottobosco che crescono al loro riparo. Allo stesso modo
all'interno dei giardini l'alberatura contribuisce a smorzare l'eccessivo irraggiamento solare e a
riparare la piante più piccole. Tendenzialmente sono sempreverdi, hanno foglie coriacee, non
necessitano di grandi quantitativi di acqua, sebbene sia sempre consigliabile in ambiente domestico
fornirgliene in quantità costante per favorire una crescita veloce e armonica.
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Tra le varietà nostrane:
– CERATONIA SILIQUA (CARRUBO): Albero sempreverde molto longevo, dal portamento
similare a quello dell'olivo, può raggiungere i 15 metri di altezza in condizioni ottimali. La
velocità di crescita è direttamente proporzionale all'umidità del terreno: per zone con
disponibilità d'acqua a poche decine di centimetri dalla superficie, la pianta si svilupperà
molto più rapidamente. Le radici sono profonde. La chioma è densa ed espansa, fiorisce dal
tardo periodo estivo fino all'inizio dell'inverno. Tuttavia è una pianta dioica (esistono solo
piante o con fiori maschili o con fiori femminili), quindi non tutte fruttificheranno: tali frutti
si presenteranno in estate e saranno le cosiddette silique, commestibili. Preferisce climi
aridi, resiste bene alla siccità e alle alte temperature.
– OLEA EUROPAEA (OLIVO): L'alberatura, o meglio, il simbolo mediterraneo per
eccellenza. Pianta sempreverde molto longeva, secolare, raggiunge anche i 20 metri di
altezza. Presenta apparato radicale molto fitto ed esteso, capace di penetrare in profondità il
terreno ma al tempo stesso di non creare alcun tipo di sollevamento di pavimentazioni o
recinzioni. Le foglie sono coriacee, di forma lanceolata, verde scuro nella pagina superiore e
verde-grigio nella pagina inferiore. La fioritura si verifica tra aprile e giugno; a livello di
curiosità, dei fiori prodotti dall'olivo solo il 3% si trasforma in frutto. Il frutto matura tra
settembre e gennaio.
– QUERCUS ILEX (LECCIO): Quercia sempreverde molto longeva che può raggiungere i
25 metri di altezza. Ha una chioma densa e globosa, il tronco ha una corteccia liscia e di
colore grigio, che col tempo desquama e l'apparato radicale è abbastanza profondo, tale da
renderla ideale anche come alberatura stradale. Molto resistente alla siccità, si adatta bene a
terreni aridi, mentre risente dei forti ristagni idrici. Ha una buona resistenza al freddo.
Perfettamente adattati anche il Cercis siliquastrum o Albero di Giuda, il Fico (ficus carica), e il
Melograno.
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