Cap. 5 Rappresentazioni grafiche di modelli 5.1 Schemi strutturali e schemi funzionali Nello studio dei sistemi vengono usualmente impiegate rappresentazioni grafiche convenzionali, denominate schemi. Questi ultimi si distinguono in schemi strutturali e schemi funzionali. Gli schemi strutturali sono rappresentazioni grafiche di un sistema reale, nei quali alcuni blocchi rappresentano gli elementi costituenti il sistema, mentre altri rappresentano gli organi di collegamento fra i suddetti elementi. Tali schemi danno, quindi, un’idea della composizione fisica del sistema reale. Per rappresentare, ad esempio, il funzionamento di una centrale idroelettrica, è possibile costruire lo schema strutturale di Fig. 5.1.1, dove q è la portata d’acqua che giunge attraverso un’apposita condotta da un fiume, T è una turbina collegata meccanicamente a un alternatore A che fornisce direttamente un sistema trifase di tensioni. q T A Fig. 5.1.1 Schema di un sistema per la produzione dell’energia elettrica. Uno schema funzionale è una rappresentazione grafica di un modello matematico di un sistema reale, in cui alcuni simboli rappresentano le grandezze che figurano nel modello, e altri simboli rappresentano i legami matematici fra tali grandezze. Lo studio degli schemi funzionali viene sviluppato assumendo che il sistema reale sia caratterizzato da k grandezze dipendenti, yi (t ) , e p grandezze indipendenti, ui (t ) , che sono le grandezze d’ingresso. Delle k grandezze dipendenti, q sono le grandezze di uscita e k – q sono le grandezze intermedie. Si ammette, inoltre, che il modello matematico del sistema nel dominio del tempo sia costituito da k equazioni integro – differenziali, lineari, ordinarie e a coefficienti costanti che legano le k grandezze dipendenti alle p grandezze indipendenti. Al fine di associare uno schema funzionale al modello matematico del sistema, conviene esprimere quest’ultimo nel dominio di s, trasformando secondo Laplace le k equazioni integro-differenziali assumendo nulle le condizioni iniziali. Si ottiene, in tal modo, un sistema costituito da k equazioni algebriche nel dominio di s, che legano le trasformate di Laplace delle variabili dipendenti, Yi ( s ) , alle trasformate di Laplace delle grandezze indipendenti U i ( s ) . Tali equazioni costituiscono la cosiddetta forma causa – effetto, la quale consiste nell’esprimere la generica grandezza dipendente Yi ( s ) come combinazione lineare di tutte le grandezze dipendenti, compresa eventualmente la stessa Yi ( s ) , e di tutte le grandezze indipendenti U i ( s ) : k Yi ( s ) = p ∑ Tij ( s) Y j (s) + ∑ Tij' j =1 j =1 ( s ) U j ( s ), i = 1, k , (5.1.1) Il nome di formulazione causa – effetto dipende dal fatto che la grandezza dipendente al primo membro può essere interpretata come l’effetto delle variabili al secondo membro che acquistano così il significato di cause. I coefficienti Tij ( s ) e Tij' ( s ) si chiamano trasferenze e sono, in genere, funzioni razionali fratte di s; le funzioni Tii ( s ) prendono il nome di autotrasferenze mentre le funzioni Tij ( s ) con i ≠ j , vengono denominate trasferente mutue. Esempio 5.1.1 Si consideri il seguente modello matematico di un sistema reale nel dominio del tempo: Ay1( 2 ) + B y1(1) + C y1 − D y 2 = Fu1 . (2) (1) (1) Py 2 + H y 2 + K y1 = − Ju1 (5.1.2) Trasformando secondo Laplace tale modello, assumendo nulle le condizioni iniziali, si ha il seguente modello algebrico nel dominio di s: As 2Y1 ( s ) + BsY1 ( s ) + CY1 ( s ) − DY2 ( s ) = FU 1 ( s ) 2 Ps Y2 ( s ) + HsY2 ( s ) + KY1 ( s ) = − JsU 1 ( s ) (5.1.3) Risolvendo la prima equazione rispetto a Y1 ( s ) e la seconda rispetto a Y2 ( s ) , si ottiene la forma causa-effetto: Y1 ( s ) = T12 ( s ) Y2 ( s ) + T '11 U 1 ( s ) , Y2 ( s ) = T21 ( s ) Y1 ( s ) + T '21 ( s ) U 1 ( s ) (5.1.4) dove: T12 ( s ) = D F , , T11' ( s ) = 2 A s + B s+ C A s + B s+ C 2 T21 ( s ) = − K Js ' . , T21 − 2 Ps + Hs Ps + Hs 2 Bisogna osservare che, data l’arbitrarietà con cui è possibile risolvere le k equazioni che governano il sistema, si può pervenire a diverse formulazioni causa – effetto; quindi a un modello matematico si possono associare diversi schemi funzionali. Tutti gli schemi funzionali associabili allo stesso modello matematico sono equivalenti fra loro, nel senso che hanno in comune le grandezze d’ingresso, le grandezze d’uscita e le relazioni che intercorrono fra esse. Allo scopo di rappresentare graficamente le equazioni della forma causa – effetto (5.1.1), è necessario scegliere dei simboli per rappresentare le grandezze e i legami matematici fra esse. Gli schemi funzionali più utilizzati sono gli schemi a blocchi e i grafi di flusso. 5.2 Schemi a blocchi Le convenzioni adottate per medianteschemi a blocchi, sono: rappresentare graficamente le equazioni (5.1.1) a) b) c) d) a ciascuna variabile indipendente, U i ( s ) , o dipendente, Yi ( s ) , si associa un segmento orientato (cfr. Fig. 5.1.1 a)); l’operazione di moltiplicazione per una trasferenza si rappresenta con un blocco, solitamente di forma rettangolare, dotato di un solo ingresso e una sola uscita, all’interno del quale viene indicata la trasferenza per cui va moltiplicata la variabile associata al segmento di ingresso per ottenere quella associata al segmento di uscita (cfr. Fig. 5.1.1 b)); l’operazione di somma fra più grandezze si rappresenta mediante un blocco, generalmente di forma circolare, dotato di un solo segmento di uscita e di più segmenti di ingresso; a ciascuno di tali segmenti si associa il segno + o − a seconda che la variabile corrispondente debba essere sommata o sottratta (cfr. Fig. 5.1.1 c)); il fatto che la stessa variabile figuri in più operazioni viene rappresentato con un punto di diramazione, dal quale partono altri segmenti, orientati in maniera coerente, che affluiscono ad altri blocchi. Yi (Ui) Tij Yj SEGMENTO ORIENTATO Yi = Tij Yj b) BLOCCO MOLTIPLICATORE Yi = Yj−1 + Yj − Yj+1 c) BLOCCO SOMMATORE d) PUNTO DI DIRAMAZIONE + Yj−1 Yj Yi a) + − Yi Yj+1 Yi Yi Yi Yi Fig. 5.1.1 Convenzioni adottate per gli schemi a blocchi. Può essere data, infine, la seguente definizione di schema a blocchi. Si dice schema a blocchi un insieme di blocchi moltiplicatori e di blocchi sommatori, collegati fra loro da segmenti orientati, sui quali possono esistere dei punti di diramazione. I blocchi moltiplicatori, i blocchi sommatori e i punti di diramazione sono denominati elementi fondamentali dello schema a blocchi. Lo schema a blocchi corrispondente all’esempio 5.1.1 è quelo riportato nella Fig. 5.1.2. T12 ( s ) U1 ( s ) + + Y1 ( s ) T11' ( s ) + + T21 ( s ) + Y2 ( s ) ' T21 (s) Fig. 5.1.2 Schema a blocchi corrispondente al modello (5.1.4). 5.2.1 Algebra degli schemi a blocchi Lo schema funzionale associato a un modello matematico può risultare alquanto complicato, mentre molti metodi di studio dei sistemi di controllo si riferiscono a uno schema a blocchi avente una struttura ben definita. Un problema che spesso ricorre nelle applicazioni è, dunque, quello di trasformare un dato schema a blocchi in uno equivalente, avente però la struttura desiderata. Tale problema può essere risolto utilizzando un insieme di procedimenti che costituiscono l’algebra degli schemi a blocchi. I procedimenti di trasformazione si distinguono in: 1) procedimenti di spostamento di un elemento fondamentale rispetto a un altro elemento fondamentale adiacente; 2) procedimenti di sostituzione di un unico blocco con più blocchi e viceversa. PROCEDIMENTI DI SPOSTAMENTO Nei procedimenti di spostamento si prendono in considerazione, oltre all’elemento da spostare, anche quello rispetto al quale avviene lo spostamento, detto elemento fisso, e il segmento che li unisce, chiamato segmento comune. Sussistono allora le seguenti tre regole fondamentali, la cui dimostrazione è immediata sulla base dell’applicazione delle condizioni di equivalenza. a) spostamento di un blocco moltiplicatore Quale che sia l’elemento fisso, il blocco moltiplicatore scompare dal segmento in cui si trovava nello schema di partenza e compare nello schema equivalente su tutti gli altri segmenti orientati facenti capo all’elemento fisso. La trasferenza da associare ad ogni nuovo blocco è la stessa del blocco spostato o la sua inversa a seconda che, considerando un percorso attraverso l’elemento fisso, il segmento comune e quello che si considera hanno verso concorde o discorde (cfr. Fig. 5.1.3 e 5.1.4 a) e b)). b G1−1 a + G1 − b + − d a + d G1 ≡ + + c G1 d = G1 a – b + c −1 d=[ c a) schema di partenza 1 1 c+a– b]G1 G1 G1 b) schema equivalente Fig. 5.1.3 Spostamento di un blocco moltiplicatore rispetto a un blocco sommatore. b b G1 a a a a) schema di partenza G1−1 G1 a b) schema equivalente Fig. 5.1.4 Spostamento di un blocco moltiplicatore rispetto a un punto di diramazione. b) spostamento di un blocco sommatore rispetto a un altro blocco sommatore Il blocco sommatore da spostare scompare dal segmento su cui si trovava e compare su di uno solo dei segmenti che fanno capo all’elemento fisso; i segni da associare ai segmenti di ingresso devono rispettare le relazioni di equivalenza. Naturalmente esistono diverse soluzioni per lo spostamento dello stesso blocco sommatore (cfr. Fig. 5.1.5). S2 S1 a S2 + S2 d + − b a S1 + d ≡ + c a + + ≡ + c − b d − b S1 + a–b+c=d a) schema di partenza (a + c) – b = d b) schema equivalente c a + (c – b) = d c) schema equivalente Fig. 5.1.5 Spostamento di un blocco sommatore rispetto a un blocco sommatore. c) spostamento di un blocco sommatore rispetto a un punto di diramazione Il blocco da spostare scompare dal segmento su cui era e compare su tutti gli altri segmenti che fanno capo al punto di diramazione (fig. 82). Anche in questo caso per assegnare correttamente i segni ai segmenti entranti nei blocchi sommatori basta tener conto delle condizioni di equivalenza. + b + b + + b a + + ≡ a Fig. 5.1.5 Spostamento di un blocco sommatore rispetto a un punto di diramazione. PROCEDIMENTI DI SOSTITUZIONE I procedimenti di sostituzione più comuni sono: Sostituzione di parte dello schema costituita da soli blocchi sommatori con un unico blocco sommatore La sostituzione avviene con un blocco sommatore che ha tutti i segmenti d’ingresso della parte di schema ablocchi di partenza, esclusi i segmenti comuni a due blocchi sommatori (cf. Fig. 5.1.6). c + b b + + e − f d ≡ d a + + + a c + + + + − f e f=a+b+c+d–e f = [(b + c) + (a + d)] – e Fig. 5.1.6 Sostituzione di parte di schema costituita dablocchi sommatori con un blocco sommatore Sostituzione di parte dello schema costituita da soli blocchi moltiplicatori connessi in cascata con un unico blocco moltiplicatore e viceversa Due o più blocchi moltiplicatori si dicono connessi in cascata se il segmento di uscita di ognuno di essi è anche il segmento di ingresso del blocco successivo. La sostituzione viene effettuata con un blocco moltiplicatore avente trasferenza pari al prodotto delle trasferenze dei singoli blocchi moltiplicatori delloschema di partenza (cfr. Fig. 5.1.7). Il viceversa è illustrato nella Fig. 5.1.8. a G1 G2 b a ≡ b = G2 (G1 a) b G1⋅G2 b = (G1⋅G2) a Fig. 5.1.7 Sostituzione diparte dello schema costituita dablocchi moltiplicatori in cascata con un blocco moltiplicatore a G1 b ≡ a G1/G2 b = G1 a G2 b b = G2 (G1/G2) a Fig. 5.1.8 Sostituzione di un blocco moltiplicatore con due blocchi moltiplicatori in cascata. Sostituzione di parte dello schema costituita da uno schema elementare a controreazione con un unico blocco moltiplicatore Lo schema elementare a controreazione è illustrato nella Fig. 5.1.9. A tale schema è possibile sostituire uno schema equivalente costituito da un unico blocco moltiplicatore, la cui trasferenza W(s) è data da: W ( s) = U + G( s) . 1 ∓ G (s ) H (s) Ud (5.1.5) Y G ± Yc H Fig. 5.1.9 Schema elementare a controreazione. La (5.1.5) può essere verificata associando il seguente modello allo schema di Fig. 5.1.9: U d = U ± Yc = U ± HY Y = GU d = G (U ± HY ) Dalla seconda delle (5.1.6), si ottiene: Y (1 ∓ GH ) = GU , e quindi: Y= G U = WU . 1 ∓ GH (5.1.6) Sostituzione di parte dello schema costituita da moltiplicatori connessi in parallelo con un unico blocco moltiplicatore e viceversa Sia dato lo schema a blocchi di Fig. 5.1.10, costituito da tre blocchi moltiplicatori in parallelo. Tale schema è equivalente a un blocco moltiplicatore avente trasferenza G(s) data da: G ( s ) = G1 ( s ) + G2 ( s ) − G3 ( s ) . G1 a + b G2 G3 + - Fig. 5.1.10 Schema costituito da tre blocchi in parallelo. (5.1.7)