Lectio Divina Vangelo di Marco2007 - Diocesi di Arezzo

Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro
Vangelo di Marco
Chiamati
a
seguire Gesù
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Piano
Pastorale Diocesano
2007-2008
Sussidio per la
catechesi degli adulti
Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro
Domande
□ Sono capace di riconoscere e di raccontare esperienze in cui ho
toccato con mano l’amore personale del Signore?
□ Quali sono stati i momenti particolari in cui è cresciuta la mia fede
all’interno della mia comunità? Chi è stato per me annunciatore del
Risorto?
□ La Galilea è il luogo in cui, nei confronti di Gesù, convive gente che
crede insieme a gente che si oppone o è indifferente. Sono convinto
che il mio posto, come cristiano, è “là in mezzo a loro”?
PIANO PASTORALE DIOCESANO 2007-2008
Chiamati a seguire Gesù
Preghiera
Vangelo di Marco
Guida
Cristo nostro Signore, il Crocifisso, è il vivo in mezzo a noi. Uniti a lui
e in comunione con tutta la comunità cristiana, ci rivolgiamo al Padre.
Tutti
Padre nostro
Signore Gesù,
donaci il tuo Spirito,
perché possiamo aderire nella fede
all’annuncio della resurrezione
e possiamo così riconoscerti
Vivente in mezzo a noi e Signore della storia.
Donaci la capacità di annunciare
la tua morte e resurrezione
a tutti coloro che incontriamo.
Amen.
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Sussidio per i gruppi biblici e la catechesi degli adulti
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Mc. 16, 9-20
Il crocifisso vive! E’ questo l’annuncio della resurrezione del Signore
che apre i discepoli, ancora impauriti ed increduli, alla missione.
Gesù, prima di salire al cielo, conferisce ai suoi il mandato di
evangelizzare tutti gli uomini.
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Risuscitato al mattino nel primo giorno dopo il sabato, apparve
rima a Maria di Magdala, dalla quale aveva cacciato sette
demoni. 10Questa andò ad annunziarlo ai suoi seguaci che erano
in lutto e in pianto. 11Ma essi, udito che era vivo ed era stato
visto da lei, non vollero credere. 12Dopo ciò, apparve a due di
loro sotto altro aspetto, mentre erano in cammino verso la
campagna. 13Anch'essi ritornarono ad annunziarlo agli altri; ma
neanche a loro vollero credere. 14Alla fine apparve agli undici,
mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro incredulità e
durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo
avevano visto risuscitato. 15Gesù disse loro: «Andate in tutto il
mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. 16Chi crederà e
sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato.
17
E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che
credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue
nuove, 18prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche
veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e
questi guariranno». 19Il Signore Gesù, dopo aver parlato con
loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. 20Allora essi
partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava
insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che
l'accompagnavano.
Messaggio
Le apparizioni del Risorto a Maria di Magdala e ai due discepoli di
Emmaus sinteticamente rievocate in questo testo, trovano i discepoli
ancora increduli tanto che si rende necessario un intervento diretto del
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Il vangelo di Marco
Tutta la Bibbia è un’unica grande catechesi narrativa che riferisce ciò
che Dio ha fatto per l’uomo. Infatti la fede giudaico-cristiana non è
un'ideologia da comunicare, ma accoglienza della rivelazione da
parte di Dio, che ha voluto manifestarsi nella carne di Gesù e nelle
vicende di un popolo. Si tratta di un Dio che è amore folle per l’uomo e si coinvolge con lui fino al dono del Figlio. Il credente, allora, è
colui che, aprendosi a questa rivelazione, accetta di riviverla in prima
persona. Fa esperienza, in questo modo, di relazioni, con Dio e con i
fratelli, sempre nuove e liberanti che si concretizzano in avvenimenti
da ricordare e da raccontare perché altri, a loro volta, ascoltando, sperimentino, ricordino e raccontino ad altri ancora.
All’ indemoniato guarito a Cerasa Gesù dice: «Va’ nella tua casa,
dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia
che ti ha usato». (Mc 5,19).
L’evangelista Marco, narrando per scritto gli eventi della vita di
Gesù, si inserisce in questa tradizione catechetica. Egli vuol condurre
alla contemplazione di un Dio amore. Questo è il "vangelo", la buona
notizia che rimuove ogni immagine di Dio che l’uomo si è costruito.
La vicenda di Gesù, nel secondo vangelo, è vista attraverso gli occhi
dei primi discepoli che con fatica giungono a riconoscerlo come
Salvatore e Signore e accettano di fondare su di lui la propria vita.
Anche al lettore di oggi, con tutte le perplessità e le incomprensioni
dei primi seguaci, Gesù si rivolge direttamente, perché si senta
pienamente coinvolto, fino a diventare, insieme a lui, protagonista
del racconto.
I destinatari del racconto sono diversi. Si passa dal precatecumeno
che vuol sapere chi è Gesù, al catecumeno che vuol riconoscerlo e
affidarsi a lui, al credente nella Chiesa che di continuo si confronta
con lui, per vederlo e amarlo sempre più. E’ indicato anche un
itinerario preciso che dalla Parola ascoltata conduce al Battesimo per
giungere all’Eucaristia, sorgente e culmine di tutta la vita cristiana.
L’autore
Sulla scorta di antichi scrittori si è soliti identificare Marco, autore
del secondo vangelo, con l'unico personaggio che, con questo nome,
compare negli scritti del Nuovo Testamento. Il suo nome alcune
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volte è indicato con il binomio Giovanni-Marco; altre, invece, con il
solo nome ebraico di Giovanni o anche semplicemente con
l’appellativo romano di Marco. Tuttavia si
tratta sempre della solita persona, non
essendo raro il caso di persone con il
doppio nome, come Paolo-Saulo, MatteoLevi, Simone-Pietro…
Marco era figlio di Maria, donna
benestante di Gerusalemme, nella cui casa
si radunavano i primi cristiani della Città
Santa e in cui lo stesso Pietro trova
rifugio, appena liberato miracolosamente
dal carcere, durante la persecuzione di
Erode Agrippa.
Qualche autore antico lo crede uno dei 72 discepoli, di cui parla il
vangelo di Luca. Ma ciò è negato da Papia e implicitamente da tutte
le testimonianze patristiche, le quali insistono sulla sua dipendenza
dall’apostolo Pietro, benché il nome di Marco compaia spesso in
relazione anche a Paolo. Non è improbabile invece che, ancora
giovanissimo, abbia conosciuto di persona Gesù, anche se per la sua
età non avrebbe potuto seguirlo. Sono molti, poi, coloro che
ritengono che sia da identificare con quel giovane, di cui si parla nel
secondo vangelo il quale nella notte del Getsemani se ne fuggì nudo,
lasciando in mano a coloro che volevano catturarlo il solo lenzuolo
da cui era avvolto.
Marco era cugino di Barnaba che lo presenta a Paolo in occasione del
loro viaggio da Antiochia verso Gerusalemme per
soccorrere i
fratelli colpiti dalla carestia. Ritornando ad Antiochia, circa nell’anno
45, i due apostoli vogliono portare con sé Marco e poi se lo scelgono
come compagno nel loro primo viaggio missionario. Ma, giunto a
Perge di Panfilia, forse sopraffatto dalle fatiche del viaggio, Marco li
abbandona e se ne torna da solo a Gerusalemme (At 13,13).
Nel secondo viaggio, siamo nell’anno 49 circa, Barnaba vuole
ritentare di condurre ancora una volta con sé il cugino Marco; ma
Paolo, ricordando la precedente defezione, si oppone. Per questo
rifiuto, « il dissenso fu tale che si separarono l'uno dall'altro;
Barnaba, prendendo con sé Marco, s'imbarcò per Cipro. Paolo
invece scelse Sila e partì, raccomandato dai fratelli alla grazia del
Signore » (At 15, 39-40).
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15. Andate e predicate
Preghiera
Guida
Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella
carne umana per la nostra salvezza.
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Guida
Il Crocifisso, morto per la nostra salvezza e risorto dai morti, è il
Vivente. Ora è in mezzo a noi, ci parla e ci riunisce in comunione
fraterna.
Tutti
Concedi al tuo popolo, Dio misericordioso, di proclamare la potenza
del Signore risorto, perché si manifesti al mondo la pienezza della vita
nuova. Amen.
Salmo 118
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Celebrate il Signore, perché è buono; perché eterna è la sua
misericordia.
Dica Israele che egli è buono: eterna è la sua misericordia.
Mi avevano spinto con forza per farmi cadere, ma il Signore è
stato mio aiuto.
Mia forza e mio canto è il Signore, egli è stato la mia salvezza.
Non morirò, resterò in vita, annunzierò le opere del Signore.
La pietra scartata dai costruttori, è divenuta testata d'angolo;
ecco l'opera del Signore: una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo
in esso.
Celebrate il Signore, perché è buono; perché eterna è la sua
misericordia.
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Preghiera
Guida
Cristo nostro Signore, il Crocifisso, è il Salvatore della nostra umanità.
Insieme a lui, come suoi discepoli, ci rivolgiamo al Padre.
Tutti
Padre nostro
Signore,
effondi su di noi il tuo Santo Spirito,
perché, contemplando il crocifisso,
sappiamo riconoscere in lui
la manifestazione dell’amore del Padre,
e troviamo la forza di seguirlo
per essere con lui
partecipi della vita nuova.
Amen.
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Non si riescono a stabilire con precisione gli itinerari di Marco
dall’anno 50 fino al 60. Nel 61 lo troviamo di nuovo, insieme ad altri
discepoli, accanto a Paolo il quale, prigioniero a Roma in attesa di
essere giudicato dal tribunale di Cesare, lo invia in Asia Minore e
prega i Colossesi di accoglierlo bene (Col 4,10-11). Da qui lo stesso
apostolo lo richiamerà a Roma qualche anno più tardi e lo
raccomanderà a
Timoteo: « Prendi Marco e portalo con te (a
Roma), perché mi è molto utile per il ministero » (2Tm 4,11). Per
questo è lecito pensare che Marco sia presente a Roma durante il
martirio di Paolo. Sappiamo inoltre che in quegli anni Marco, sempre
a Roma, si trova accanto a Pietro.
Per il resto della sua vita, le notizie della tradizione sono molto
discordi. Secondo Eusebio, Girolamo e altri, Marco si reca in Egitto e
vi fonda la chiesa di Alessandria che regge fino al suo martirio. E
proprio da Alessandria alcuni mercanti veneziani, nell’anno 828,
portano le sue reliquie a Venezia.
L’interprete di Pietro
Nella Prima Lettera di Pietro, scritta negli anni 60 ai cristiani
dell’Asia Minore, leggiamo: « Vi saluta anche Marco mio figlio
» (5,13). Questa espressione vede in Marco non semplicemente il
discepolo, ma anche colui che è venuto alla fede attraverso la
predicazione del principe degli apostoli.
Tutta la tradizione antica, infatti, insiste nell’affermare la dipendenza
tanto di Marco quanto del suo vangelo dalla catechesi orale
dell’apostolo Pietro. Papia, vescovo di Gerapoli di Frigia, l’attuale
città turca di Pammukale, all’ inizio del II sec., ricordando ciò che gli
aveva insegnato un tale presbitero di nome Giovanni, scrive:
« Marco, divenuto interprete di Pietro, mise per scritto con esattezza
tutto ciò che si ricordava, sia le parole che le opere del Signore,
senza nulla tralasciare di quanto aveva udito da Pietro ».
Esistono vari motivi che permettono di rintracciare, nello scritto di
Marco, una diretta influenza petrina.
Generalmente in Marco è taciuto quanto negli altri sinottici è scritto a
lode di Pietro; piuttosto sono messi in risalto i difetti. A questo scopo
è sufficiente sottolineare il brano della professione di fede a Cesarea
di Filippo. Il “Beato te, Simone figlio di Giona…» e il conferimento
del primato riportato da Matteo (16,17), nel passo parallelo di Marco
(8,27) non vengono riferiti. Tutto questo si spiega con il fatto che
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l’apostolo, per il pudore e il senso di umiltà che lo distinguevano,
rifuggiva da ogni tipo di ostentazione riguardo alla propria persona.
Inoltre con cura vengono narrati gli avvenimenti accaduti nella casa
di Pietro o a cui l’apostolo è presente. Pieno
di particolari anche nelle parole riportate e
denso di drammaticità è il racconto del
rinnegamento. La vita di Cristo, narrata dal
secondo vangelo, è strettamente contenuta
entro i limiti della predicazione petrina
riferita dagli Atti degli Apostoli. Infatti il
discorso di Pietro nella casa del centurione
Cornelio appare come lo schema di fondo di
tutto l’impianto dell’opera marciana: «Voi
conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando dalla
Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio
consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret.
E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute. Lo uccisero
appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e
volle che apparisse, non a tutto il popolo, ma a noi, testimoni prescelti da Dio » (At 10, 37 sq).
Inoltre l’autore dimostra di conoscere molto bene usi e costumi
giudaici e, pur scrivendo in greco, la sua sintassi risente pienamente
dello stile semita. Lo attestano le molte parole aramaiche che
vengono trascritte e spiegate: “boanerghes, talithà Kum, korbàn,
effathà, abbà….”.
I destinatari e lo scopo dell’opera di Marco
Il secondo vangelo è scritto in greco da Marco per i cristiani di origine pagana residenti a Roma, anche se si tiene pure conto delle comunità provenienti dal Giudaismo, presenti nella città negli anni 6070. Su un punto la tradizione è concorde: l’ evangelista scrive certamente per una comunità che è agli inizi della sua esperienza e che
egli vuole condurre per mano fino alla pienezza della fede.
L’origine pagana dei destinatari del secondo vangelo è provata dal
fatto che i richiami all'Antico Testamento non sono abbondanti e che,
a differenza di Matteo, sono omessi i riferimenti alla legge mosaica
ed evitate espressioni proprie della religiosità ebraica, come Figlio di
Davide, segno di Giona…
Adatto alla mentalità di un ambiente pagano è pure lo scopo
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La crocifissione
La crocifissione era considerata una pena altamente infamante: era la pena
capitale riservata agli schiavi e ai ribelli, mentre per i cittadini romani si
ricorreva alla decapitazione. Prima ancora di essere appesi alla croce, i condannati venivano flagellati e, per esporli allo scherno di tutti, erano costretti
a portare la trave orizzontale della croce per le vie della città. Era prescritto
che il luogo della crocifissione doveva essere ben visibile, in cima ad
un’altura o lungo le vie principali di comunicazione, perché la vista dei
condannati servisse da ammonimento .
Gesù subisce la sorte riservata ai ribelli e agli schiavi. Se a questo
aggiungiamo che, secondo la tradizione biblica, l’essere appesi a un albero
era segno di maledizione, si può comprendere lo sconcerto dei discepoli di
fronte alla sorte del Maestro e quanto sia stato loro difficile comprendere il
progetto di Dio.
Domande
□ La croce ci insegna come lo stile di vita autenticamente cristiano è
“dare la vita”. Per il tuo personale cammino di fede e di ricerca
della volontà di Dio, cosa significa contemplare la croce?
□ Pensi che la tua comunità parrocchiale sia luogo e segno
dell’amore di Gesù, tanto da far dire al centurione di oggi
“veramente questo uomo è Figlio di Dio”?
□ Come battezzato, porti nel tuo mondo il “morire di Gesù” come
testimonianza di una vita che rinasce?
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canna, gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene
Elia a toglierlo dalla croce». 37Ma Gesù, dando un forte grido,
spirò. 38Il velo del tempio si squarciò in due, dall'alto in basso.
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Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in
quel modo, disse: «Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!».
Messaggio
Con la morte di Gesù si giunge alla rivelazione suprema dell’amore di
Dio. E’ il tema centrale dell’annuncio di Gesù Cristo; è il grande mistero a cui tutto il vangelo di Marco è finalizzato: il Crocifisso è il
Figlio di Dio. Nessuno, infatti, avrebbe potuto intuire e leggere questo
mistero se non alla luce della morte in croce di Gesù, né conoscere il
Signore risorto, prescindendo dall’uomo che porta nella sua carne le
stimmate della sofferenza.
Contemplando la croce, il discepolo sa che il Figlio di Dio ha salvato
gli altri donando tutto se stesso e portando sulle sue spalle il male del
mondo. Al contrario dei sommi sacerdoti e degli scribi, i quali
richiedono a Gesù di scendere dalla croce come prova della sua
figliolanza divina, il cristiano crede che il suo Signore è il Crocifisso.
Nel grido di Gesù al momento della morte si ode il vagito prepotente
della nuova creazione che sta nascendo. Il velo del tempio è lacerato e
l’ abisso mortale che teneva lontano l’uomo dal Dio dei viventi, è
completamente vinto; finalmente la terra è pervasa dalla presenza
divina.
Davanti alla croce il centurione, primo tra tutti benché pagano,
proclama la sua fede: «Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!» e si
fa eco della voce che nel battesimo Dio aveva rivolto a Gesù e che
nella trasfigurazione i tre discepoli avevano udito.
La morte in croce è il centro, il fondamento di tutta la fede e il criterio
di giudizio su tutta la storia umana; è l’elemento che, in ultima analisi,
fa la differenza con tutte le religioni e ideologie; è l’annuncio del dono
di vita concesso ad ogni uomo al di là di ogni merito; è il grande libro
del cristiano in cui si impara chi è l’uomo e chi è il Signore, dove si
fonda la libertà della persona e in che cosa consiste la salvezza operata
da Dio.
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dottrinale che Marco sembra essersi prefisso nel descrivere la figura
di Cristo, presentandolo come Dio e Signore di ogni cosa, a cui
sottostanno gli stessi spiriti infernali, non esclusi gli idoli pagani. Fin
dal principio, infatti, è affermato che Gesù è Figlio di Dio e, quindi,
vero Dio, morto per la nostra salvezza e a cui dobbiamo credere e
obbedire. Per dimostrare questo l’evangelista non si appella, come
Matteo, alle profezie dell'Antico Testamento, ma alla testimonianza
diretta del Padre nel battesimo e nella trasfigurazione, alla
confessione esplicita dei demoni, al riconoscimento del centurione
romano sotto la croce e, soprattutto, alla dimostrazione delle opere
meravigliose da lui compiute. Infatti i numerosi prodigi, riferiti con
tanta abbondanza di .particolari, vogliono essere la prova più
persuasiva della potenza sovrumana e della divinità del Cristo.
La data di composizione
Secondo la tradizione è certo che il secondo vangelo fu scritto dopo
quello di Matteo nella prima stesura aramaica e prima di quello di
Luca. Le difficoltà sopraggiungono quando si vogliono determinare,
con una certa attendibilità, gli anni nei quali esso potrebbe essere
stato composto.
Le posizioni sono diverse: alcuni studiosi propendono per gli anni
successivi al 70 , altri per gli anni 40-50, altri tra il 52 e il 62, altri
infine per gli anni 67-70. Senz’altro si può escludere la data più
remota per il fatto che Marco fin verso il 50 è con Paolo e poi si ritira
con Barnaba a Cipro. In questo caso difficilmente avrebbe potuto
essere collaboratore di Pietro.
Si potrebbe pensare ragionevolmente agli anni 60-63, durante i quali,
la presenza di Marco a Roma ci è assicurata dalle lettere paoline della
prigionia ai Colossesi e a Filemone. Ma vi si oppone la testimonianza
di Ireneo, secondo la quale Marco compone il suo vangelo dopo la
morte degli apostoli Pietro e Paolo, che non si può assegnare ad una
data anteriore al 64.
Per questo molti studiosi moderni pensano agli anni 64-70, confortati
anche da due elementi importanti, riscontrabili agevolmente nella
lettura del testo. Il primo è l’accento posto sulle sofferenze e le
persecuzioni, ben comprensibili nel clima di ostilità in cui vennero a
trovarsi i cristiani di Roma con la persecuzione di Nerone. Il secondo
è dato dalla genericità del discorso escatologico rispetto agli altri testi
sinottici. Se, come vogliono alcuni, Marco avesse composto davvero
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il suo vangelo dopo la distruzione di Gerusalemme del 70, avrebbe
potuto e dovuto essere più esplicito in tanti particolari.
•
L'opera di Marco
•
Il vangelo di Marco può essere così riassunto e ordinato.
•
) 1, 1-13: a modo di introduzione, l’evangelista ci presenta Gesù,
da una parte come adempimento delle profezie, più grande
addirittura di Giovanni Battista, come il « Figlio diletto » di Dio,
oggetto delle sue compiacenze e servito dai suoi angeli; dall'altra
come uno che si fa battezzare, che è tentato da Satana e sta « con le
fiere ».
) 1, 14 a 8,26: Marco descrive il ministero di Gesù in Galilea e
dintorni. Ce ne presenta soprattutto i miracoli, con una particolare
attenzione alla liberazione di indemoniati. Troviamo anche le prime
professioni di fede in Gesù, specialmente sulle labbra dei demoni e
degli ossessi, di fronte alle quali Gesù ripetutamente impone il
silenzio. Attorno a lui stanno le folle, ma, a poco a poco, esse
spariranno, per lasciare il posto al gruppo dei discepoli. E' soprattutto
a costoro che Gesù rivela progressivamente la sua messianità,
vincendo a fatica la loro sordità, cecità e durezza di cuore.
) 8, 27-38: siamo alla pagina di cerniera tra la prima e la seconda
parte del vangelo. Si tratta della confessione di Pietro a Cesarea: « Tu
sei il Cristo ». Gesù ordina di tacere e poi annuncia, ancora di fronte
all’incomprensione dei discepoli, che il « Figlio dell'uomo » deve
soffrire molto, morire, risorgere e che la strada della croce sarà anche
quella dei discepoli.
) 9 - 16,8: Marco riassume il ministero di Gesù in Giudea e a
Gerusalemme. Questa parte è totalmente “sotto il segno della croce”.
Vi sono raccolti episodi e scontri con il giudaismo ufficiale, scanditi
da ripetuti annunci della passione del Figlio dell'Uomo. Dopo queste
ripetute proclamazioni della sua misteriosa grandezza unita alla
condizione di servo, Gesù va all'epilogo della sua storia: la passione e
la morte in croce. In questo contesto di dono di sé, di morteper-servire, Marco ricorda la fede del centurione romano, che davanti
al crocifisso riconosce la sua divina grandezza: «Veramente
quest' uomo era Figlio di Dio!» (15, 38-39).
) 16, 9-20:
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con la resurrezione l’evangelista annuncia che la
•
•
Lodate il Signore, voi che lo temete, gli dia gloria la stirpe di
Giacobbe, lo tema tutta la stirpe di Israele;
perché egli non ha disprezzato, né sdegnato l'afflizione del
misero, ma, al suo grido d'aiuto, lo ha esaudito.
Sei tu la mia lode nella grande assemblea, scioglierò i miei voti
davanti ai suoi fedeli.
E io vivrò per lui, lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore, alla generazione che viene.
Mc. 15, 22-39
Nel brano della crocifissione domina la solitudine più assoluta in cui
si trova Gesù. Il disegno di Dio, a cui lui ha sempre volontariamente
corrisposto con una fedeltà a tutta prova, sta compiendosi.
22
Condussero dunque Gesù al luogo del Gòlgota, che significa
luogo del cranio, 23e gli offrirono vino mescolato con mirra, ma
egli non ne prese. 24Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti,
tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere.
25
Erano le nove del mattino quando lo crocifissero.26E
l'iscrizione con il motivo della condanna diceva: Il re dei Giudei.
27
Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e
uno alla sua sinistra. 28. 29I passanti lo insultavano e, scuotendo il
capo, esclamavano: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo riedifichi
in tre giorni, 30salva te stesso scendendo dalla croce!».
31
Ugualmente anche i sommi sacerdoti con gli scribi, facendosi
beffe di lui, dicevano: «Ha salvato altri, non può salvare se
stesso! 32Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, perché
vediamo e crediamo». E anche quelli che erano stati crocifissi
con lui lo insultavano. 33Venuto mezzogiorno, si fece buio su
tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. 34Alle tre Gesù gridò
con voce forte: Eloì, Eloì, lemà sabactàni?, che significa: Dio
mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? 35Alcuni dei presenti,
udito ciò, dicevano: «Ecco,chiama Elia!».
36
Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una
75
14. Veramente era Figlio di Dio
Preghiera
Guida
Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella
carne umana per la nostra salvezza.
vicenda di Gesù non è finita, ma continua. Sono raccolte notizie sulle
apparizioni del Risorto e sulla missione della chiesa. E’ molto
improbabile che quest'ultima parte del capitolo appartenesse all'opera
originale di Marco; tuttavia completa e chiarisce l'annuncio
evangelico precedente: «Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi
cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E' risorto, non è qui. Ecco il
luogo dove l'avevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a
Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha
detto» (16,6-7).
Il messaggio del vangelo di Marco
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Guida
Il Crocifisso è veramente il Figlio di Dio che è morto in croce per la
nostra salvezza. Ora preghiamo e ascoltiamo insieme la sua parola.
Tutti
O Dio, che nella croce del Cristo nostro Signore ci hai liberati dalla
morte, eredità del peccato trasmessa a tutto il genere umano, rinnovaci
a somiglianza del tuo Figlio, perché portiamo in noi la vera immagine
del suo discepolo. Amen.
Salmo 22
•
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•
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Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Tu sei lontano
dalla mia salvezza»: sono le parole del mio lamento.
Dio mio, invoco di giorno e non rispondi, grido di notte e non
trovo riposo.
In te hanno sperato i nostri padri, hanno sperato e tu li hai
liberati.
Mi scherniscono quelli che mi vedono, storcono le labbra,
scuotono il capo:
Si è affidato al Signore, lui lo scampi;lo liberi, se è suo amico».
Ma tu, Signore, non stare lontano, mia forza, accorri in mio
aiuto.
Nel versetto di testa del vangelo: «Inizio
del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di
Dio» (1, 1), Marco riporta la fede della
Chiesa delle origini che identifica Gesù
con i due titoli di “Cristo” e di “ Figlio di
Dio”. Per questo possiamo affermare che il
secondo vangelo intende rispondere alla
domanda: “chi è Gesù?” Se lo chiedono la
folla, i discepoli, gli avversari. Gesù stesso pone l’interrogativo a cui
solo Pietro dà la risposta giusta: Gesù è il “Cristo”. Occorre tuttavia
chiarire in che senso egli è Cristo. Certamente non secondo le attese
correnti della gente che vedono nel Messia il trionfatore politico, ma
come “figlio di Dio” crocifisso e risorto. Così si rivela Gesù nella sua
dichiarazione davanti al sommo sacerdote: « Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto? Gesù rispose: Io lo sono! » (14, 61-62):
così professa il centurione pagano ai piedi della croce: «Veramente
quest'uomo era Figlio di Dio!» (15, 39).
Contemporaneamente alla domanda su Gesù, Marco se ne pone
un’altra: "chi è il discepolo?". “Chiamato" da Gesù, “convocato” in
un gruppo, “mandato" in missione, il discepolo è colui che percorre
tutte le tappe della strada seguita da Gesù verso Gerusalemme: dal
battesimo alla vita nuova della risurrezione, attraverso la croce .
In conclusione, se in riferimento a Gesù, il Vangelo di Marco può
essere intitolato "Rivelazione di Gesù come Cristo, Figlio di Dio", in
riferimento al credente il titolo più appropriato sembra essere "il
cammino dei discepoli".
11
Il mistero di Gesù
Un primo elemento caratteristico della presentazione che Marco fa di
Gesù è, in confronto agli altri evangelisti, il ritratto molto umano del
Nazareno. E’ significativo notare che il secondo vangelo fa scarso
uso dei titoli cristologici, come Figlio di Dio, Signore, appellativi
che, invece, sono molto più frequenti in Matteo e Luca.
Marco non si stanca di contemplare l’umanità di Gesù: non esita a
chiamarlo “il carpentiere”, il “figlio di Maria”. In misura maggiore
degli altri evangelisti, Marco indulge a registrare in Gesù sentimenti
e atteggiamenti di vero uomo, attraverso la descrizione dei tratti
umani della sua persona: le sue mani abbracciano i bambini, toccano
la lingua del sordomuto, mettono la saliva sugli occhi del cieco;
esprime simpatia, delusione di fronte al rifiuto degli abitanti di
Nazaret ad accogliere la sua presenza; nel Getsemani prova «paura e
angoscia » (14,33); nella sofferenza della croce grida: « Dio mio, Dio
mio, perché mi hai abbandonato? » (15,34).
Tuttavia Gesù di Nazaret si manifesta come il Messia, il Cristo che
Marco vede in stretta connessione con il tema della sofferenza e della
morte. Gesù, dunque, è Messia di gloria, ma attraverso la croce,
mentre nel giudaismo palestinese dell’era precristiana non si trova
traccia dell'attesa di un Messia sofferente. Questi due tratti,
sofferenza e gloria, sono uniti nel titolo “Figlio dell'uomo”. Il titolo
“Figlio dell'uomo” è molto caro a Gesù come risulta dal fatto che
ricorre spesso nella sua bocca.
Ma al nostro evangelista non basta definire Gesù come Messia e
neppure è sufficiente il titolo di Figlio dell'uomo. Lo stesso Marco,
che delinea di Gesù un ritratto tanto umano, non esita a mettere in
luce la forza divina che da lui si sprigiona: «Chi è costui, al quale il
vento e il mare obbediscono?» (4,41). L'autorità sovrana che egli
esercita, le pretese uniche che rivendica fino al punto di dichiararsi
signore del sabato, portatore del perdono dei peccati, giudice alla fine
dei tempi, collocano Gesù in una sfera divina: Egli non è solo il
Cristo, è davvero il “Figlio di Dio”: così è per il Padre, così è per la
Chiesa. Infatti oltre che nella professione di fede di Pietro e del
centurione e all’affermazione che Gesù fa di se stesso davanti al
sinedrio, è proprio il Padre a dichiararlo solennemente, nel battesimo
al Giordano: «Tu sei il Figlio mio prediletto...» (1, 11) e nella
trasfigurazione: «Questi è il Figlio mio prediletto...» (9, 7).
12
Domande
□ Vivi nella fede, contemplando la croce di Cristo, situazioni di
incomprensione, di abbandono, di tradimento?
□ La vita della tua comunità è una scuola di fede che fa intravedere,
nel dolore e nella prova, il volto paterno di Dio?
□ Il mondo ha paura della sofferenza e della morte e tende a
rimuoverle. Cosa si attende dai cristiani nel momento del dolore
e della solitudine?
Preghiera
Guida
Cristo Gesù, nella sua agonia in cui rimette tutto nelle mani del Padre,
ancora una volta ci suggerisce la preghiera di abbandono e di
consegna alla volontà divina.
Tutti
Padre nostro
Signore Gesù,
nella notte profonda della tua agonia
hai avuto la forza di abbandonarti con fiducia
nelle braccia del Padre.
Fa’ che anche noi,
nei momenti di difficoltà,
abbiamo la forza
di abbandonarci fiduciosi
alla volontà di Dio.
E così sia.
73
Messaggio
Il progetto del Regno
Questo episodio descrive il momento più drammatico della vita di
Gesù e, nel medesimo tempo, illumina in pieno la sua relazione intima
con il Padre. Nell’orto Gesù vive l’agonia mortale dell’uomo che
compie il passaggio dalla sua volontà alla volontà del Padre, che
proprio in quel momento gli dona la forza di superare la tentazione e di
comportarsi come figlio.
In questa ora suprema in cui prova “paura e angoscia” e viene
“consegnato” agli uomini, Gesù prega che si compia la volontà del
Padre e si affida a lui , rimettendo la sua causa nelle mani di Dio e
offrendo la sua stessa vita per la salvezza dell’umanità. Si tratta
dell’atto di fede più profondo nel Dio dei viventi da cui proviene ogni
ragione di vita. Questo atto di abbandono totale, in cui la volontà di
Dio e quella di Gesù si identificano, sta alla radice del mistero della
figliolanza divina di Gesù.
I discepoli dormono e poi fuggono: ancora una volta non seguono la
parola del Maestro; la loro sequela fallisce proprio nel momento
decisivo. In questo contesto, però, il discepolo è chiamato a saper
“vegliare e pregare”, affinché nella prova suprema, con la forza dello
Spirito, sappia“alzarsi” e consegnarsi alla “volontà” del Padre.
Abbà Padre
Questa espressione, formata dal termine aramaico e dalla sua traduzione, non
ricorre in nessun altro testo dei vangeli, ma soltanto nelle lettere di Paolo.
Nessun ebreo poteva rivolgersi a Dio con questo appellativo così familiare,
che corrisponde al nostro “papà”. Anche il termine ordinario “padre” riferito
a Dio si trova raramente nell’Antico Testamento forse per evitare confusioni
con i miti pagani, che concepivano Dio come padre del mondo. Nel Nuovo
Testamento solo Matteo e Giovanni si riferiscono frequentemente a Dio con
il nome di Padre.
Nei vangeli appare comunque chiara la consapevolezza da parte di Gesù di
avere un rapporto filiale particolarmente intimo nei confronti di Dio.
Anche noi possiamo chiamarci figli del Padre solo per mezzo di Cristo.
72
Il tema del Regno di Dio ricopre l'intero orizzonte della storia di
Cristo. Nelle parole e nei gesti di Gesù affiora la piena coscienza che
il Regno è vicino, è ormai giunto. Infatti, già la predicazione del
Battista, all’inizio del vangelo, rivela un Dio che, nell’evento della
venuta di Gesù, irrompe nella storia dell’uomo. Non c’è più il
richiamo all’attesa propria degli antichi profeti che aspettavano un
futuro lontano nel tempo, bensì la sollecitazione ad essere attenti a
scorgere Dio già presente nella persona di Gesù, il vero instauratore
del regno.
Partendo da questo centro focale del progetto del Regno, si può
ricostruire l'intero messaggio di Gesù. Il tema è presente all'inizio
della predicazione come parola programmatica; nelle parabole è
insieme illustrato e realizzato, perché attraverso di esse il mistero del
Regno è svelato ai discepoli, iniziando cosi l'opera della costruzione
della comunità messianica: «A voi è stato confidato il mistero del
regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole» (4,11).
Il Regno è messo in opera da Gesù attraverso i suoi gesti di potenza,
esorcismi e miracoli. Con Gesù il regno di satana riceve l'attacco
definitivo. Da lui si riceve il perdono dei peccati, con lui si inaugura
il banchetto escatologico del Regno e la morte, l'ultimo nemico,
viene sconfitta. Infatti la lotta contro il nemico del Regno di Dio,
satana, ingaggiata da Gesù fìn dall'inizio del Vangelo nel deserto,
culmina nella passione: mentre gli uomini gli danno la morte, il
Padre gli dà la vita.
Nella passione e risurrezione di Cristo il trionfo finale di Dio è già
anticipato; nell’ora della croce il Regno di Dio viene con potenza.
Allora « vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza
e venire con le nubi del cielo» (14, 62).
La comunità dei discepoli
Nella Palestina del I secolo è normale che un maestro formi un
gruppo di discepoli e che l'aspirante rabbino si scelga un maestro e
lo segua fino a quando egli stesso, non diventa maestro. Marco, però,
fin dall'inizio, ci avverte che Gesù è un maestro diverso dagli altri,
perché insegna con piena autorità. Diverso è perciò anche il rapporto
tra lui e i discepoli. E’ Gesù, infatti, che sceglie con decisione
13
sovrana i suoi discepoli e li chiama a seguirlo non per un periodo
limitato, ma definitivamente.
Dai suoi Gesù pretende ciò che nessun rabbino osava chiedere:
rinunciare per lui a tutto, a «casa o fratelli o sorelle o madre o padre
o figli o campi» (10,29). Chi intende divenire vero discepolo è
chiamato a misurarsi con le esigenze supreme del maestro: portare la
croce dietro di lui, non vergognarsi di lui e delle sue parole, essere
pronto a perdere la vita, essere battezzato con lo stesso battesimo di
sofferenza e di morte come Gesù.
II rapporto fra Gesù e i discepoli riceve nel Vangelo di Marco un
rilievo particolare. La riprova del ruolo essenziale che assume la
presenza dei discepoli nel secondo vangelo si ha nel fatto che dopo il
prologo, fino alla passione, non si incontra mai un brano in cui Gesù
sia ritratto da solo, con l’unica eccezione dell’invio in missione.
Il discepolo è innanzitutto colui che “incontra” Cristo e lo “segue”.
Seguire il Cristo ha un duplice obiettivo: «stare con» lui e poi andare
a «predicare» e «scacciare i demoni» (3,14-15). Lo stare con Gesù è
presupposto alla missione. L’itinerario del discepolo, quindi, prevede
queste tre tappe: sequela - comunione - missione.
Ma tra Gesù e i discepoli il rapporto non è sempre sereno,
spesso diventa un rapporto critico e teso: sembra che la
difficoltà a capire le parole e gli atti del Maestro sia un
tratto tipico del profilo del discepolo.
Tale peculiarità è poco presente nei
Vangeli di Matteo e Luca. A questo
scopo è illuminante la conclusione del
brano in cui si narra che Gesù cammina
sulle acque: Marco commenta: «erano
enormemente stupiti in se stessi, perché
non avevano capito il fatto dei pani, essendo il loro cuore
indurito » (6,51-52), mentre Matteo annota: «Quelli che erano sulla
barca gli si prostrarono davanti, esclamando: “Tu sei veramente il
Figlio di Dio!” » (Mt 14,33).
All'interno della cerchia dei discepoli si distinguono i dodici. Marco è
molto sensibile alla loro identità. Egli è l'unico evangelista a riportare
la costituzione dei dodici come una pietra basilare nella costruzione
del Regno. Il tema dei dodici si trova a intervalli regolari nel tessuto
narrativo di Marco: al cap 1 si parla dell’elezione, al cap 3 della
costituzione, al cap 6 della missione.
14
•
•
•
Fa’ splendere il tuo volto sul tuo servo, salvami per la tua
misericordia.
Quanto è grande la tua bontà, Signore! La riservi per coloro che
ti temono.
Siate forti, riprendete coraggio, o voi tutti che sperate nel
Signore.
Mc. 14, 32-42. 50
Terminata la cena, Gesù e i suoi discepoli si dirigono nell’orto del
Getsemani. Qui il Maestro, mentre in piena libertà si consegna alla
volontà del Padre, invita i discepoli a vegliare e a pregare. Ma questi
non comprendono ancora, si addormentano e poi fuggono.
32
Giunsero intanto a un podere chiamato Getsemani, ed egli disse
ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». 33Prese con sé
Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e
angoscia. 34Gesù disse loro: «La mia anima è triste fino alla
morte. Restate qui e vegliate». 35Poi, andato un po' innanzi, si
gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui
quell'ora. 36E diceva: «Abbà, Padre! Tutto è possibile a te,
allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma
ciò che vuoi tu». 37Tornato indietro, li trovò addormentati e disse
a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare un'ora
sola? 38Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; lo spirito
è pronto, ma la carne è debole». 39Allontanatosi di nuovo,
pregava dicendo le medesime parole. 40Ritornato li trovò
addormentati, perché i loro occhi si erano appesantiti, e non
sapevano che cosa rispondergli. 41Venne la terza volta e disse
loro: «Dormite ormai e riposatevi! Basta, è venuta l'ora: ecco, il
Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori.
42
Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».
50
Tutti allora, abbandonandolo, fuggirono.
71
13. Vegliate e pregate
Preghiera
Guida
Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo,apparso nella
carne umana per la nostra salvezza.
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Guida
Gesù è il Figlio di Dio nelle cui mani rimette tutta la sua volontà. Ora
preghiamo e ascoltiamo insieme la sua parola.
Tutti
Ricordati, Padre, della tua misericordia; santifica e proteggi sempre
questa tua famiglia, per la quale Cristo, tuo Figlio, inaugurò nel suo
sangue il mistero pasquale. Amen.
Salmo 31
•
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•
•
•
•
•
70
In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso; per la tua
giustizia salvami.
Scioglimi dal laccio che mi hanno teso, perché sei tu la mia
difesa.
Mi affido alle tue mani; tu mi riscatti, Signore, Dio fedele.
Esulterò di gioia per la tua grazia, perché hai guardato alla mia
miseria, hai conosciuto le mie angosce;
Si consuma nel dolore la mia vita, i miei anni passano nel
gemito;
inaridisce per la pena il mio vigore, si dissolvono tutte le mie
ossa.
Ma io confido in te, Signore; dico: «Tu sei il mio Dio, nelle tue
mani sono i miei giorni».
I dodici sono positivamente coinvolti da Gesù nell’opera
messianica del vero pastore che sfama le folle. Essi, infatti,
devono ordinare la gente facendola sedere a gruppi e ricevono i
pani da Gesù per porgerli ai presenti.
Infine i dodici sono chiamati a condividere fino alla morte il
destino della croce, proprio del Figlio dell'uomo: solo così
potranno essere veri discepoli di questo Maestro, che «non è
venuto per essere servito, ma per servire e dare la vita» (10,45).
Preghiera
«È risorto! Dopo le parole dell'Angelo le donne sono in fuga. E
noi con esse.
Signore, ogni volta che vieni a noi con una parola veramente
diversa, noi fuggiamo da te. Ogni volta che non riusciamo a
sottoporti del tutto alle nostre analisi, noi fuggiamo da te.
Se non possiamo controllarti ragionevolmente, se non riusciamo a
includerti in quanto riusciamo a fare, se non siamo in grado di
accettarti assieme a tutto quanto accettiamo, noi fuggiamo da te.
Quando mostri di non condividere le regole del nostro gioco e le
carte del nostro mazzo; non ti sottoponi alle nostre civili
abitudini, al lessico della nostra tribù, alla genialità delle nostre
trovate, alla perentorietà dei nostri ritmi di vita guidati dal corso
della televisione, alla inesorabilità delle nostre condanne, ai nostri
silenzi allusivi e ai giudizi prefabbricati dalle nostre magre
costumanze, all'inesorabile solidità delle nostre visuali di gruppo,
alla terrificante opinabilità dei nostri articoli di fondo,
all’inevitabilità delle nostre parole e alla bizzarra ricorrenza dei
fatti scontati (simili alle ore storiche delle religioni orientali);
ogni volta che non te la senti di condividere la nostra nuova
formula; insomma ogni volta che ci giunge il sentore che non
approvi la nostra giustizia, noi ti fuggiamo.
Ti preghiamo col mendicante cieco; «Gesù, figlio di Davide, abbi
pietà di noi». Rincorrici. Arresta la nostra fuga! Portaci almeno
fuori dalla tomba per riconoscerti nella terra dei viventi. O
Signore, aiutaci a dire con Giobbe questa preghiera: “Tu
istruiscimi. Io ti conoscevo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti
vedono” (Gb 42,4-5)».
AA.VV., Una comunità legge il vangelo di Marco, Bologna,
EDB, 2005, pp.726-727
15
esprimono il significato di tutta la vita di Gesù e della sua morte: nel
dono del suo corpo e del suo sangue egli offre realmente tutto se stesso
e rivela pienamente il volto di quel Dio che è amore e ama i fratelli
fino a dare loro la vita del Figlio.
Il discepolo, nel sacramento dell’Eucaristia, memoriale della cena del
Signore, mentre celebra nella comunità cristiana la realizzazione
definitiva dell’alleanza fra Dio e il suo popolo, è chiamato ad
associarsi al corpo di Gesù che si dona e a farne il proprio stile di
vita. Chi non accetta questo, tradisce il corpo di Cristo e resta nella
morte.
Così quando “beve” il sangue di Cristo al credente viene comunicata
in pienezza la stessa vita di Dio. Questa è la nuova alleanza, che fonda
la Chiesa, il nuovo popolo di Dio, erede della terra promessa.
Gesù beve il calice della sua morte in attesa di bere il “vino nuovo” nel
regno di Dio. Così ogni discepolo, che attua nella propria esistenza la
celebrazione dell’ Eucaristia, beve lo stesso calice di Gesù, partecipa
alla sua morte e proclama la sua resurrezione, nell’ attesa della sua
venuta. Allora sarà gioia piena: Cristo e il Regno appariranno in tutta
la loro gloria e noi, trasfigurati dall’amore che non conosce tramonto,
potremo bere insieme il succo della vite nuova nella comunione piena
ed eterna con Dio.
L’ alleanza
Il termine “alleanza” indica un concetto fondamentale nella tradizione
biblica. Fin dalle prime pagine della Scrittura, infatti, Dio si presenta come
alleato dell’uomo e, nel corso di tutta la rivelazione, non ha mai cessato di
cercarlo e, per primo, si è offerto a lui come alleato fedele.
Spesso l’alleanza risulta unilaterale in quanto Dio rimane sempre fedele
anche di fronte al rifiuto e al tradimento della creatura. Proprio per questo il
Signore, per bocca dei profeti, annuncia una nuova alleanza che non sarà più
scritta su tavole di pietra, ma nel cuore dell’uomo.
Gesù, parlando del “sangue dell’alleanza”, si richiama al sangue che sul
monte Sinai suggellò l’alleanza tra Dio e il suo popolo; ed esprime la consapevolezza che l’alleanza annunciata dai profeti si sta compiendo nella sua
persona.
68
INDICAZIONI PER OGNI INCONTRO
La Parola condivisa nel gruppo
L’ascolto della parola di Dio è un atto ecclesiale. La lettura e
l’assimilazione della pagina sacra non sono solamente un’attività del
singolo, ma prevalentemente un’esperienza da vivere in comunità. Di
qui l’importanza della comunicazione della Parola tra fratelli di fede.
La condivisione di ciò che la Parola dice a ognuno è una ricchezza da
donare, perché evidenzia la dimensione ecclesiale della Bibbia e
porta l’intera comunità a crescere insieme nella conoscenza e
nell’accettazione di sé e degli altri, a progredire nella fede e nella vita
spirituale. Sant’Atanasio nella Vita di sant’Antonio conferma ciò,
dicendo: «Le sacre Scritture bastano per il nostro ammaestramento,
ma è bene che ci esortiamo reciprocamente alla fede e che ci
edifichiamo con le parole». Per questo è importante che la parola di
Dio venga letta, accolta e condivisa comunitariamente.
Si tratta dell’ascolto comune del Signore, durante il quale ogni
fratello cerca di edificare la propria comunità manifestando, con
verità e semplicità di cuore, la propria reazione di fronte alla parola
ascoltata, interiorizzata prima personalmente. Si tratta di realizzare
un vero colloquio tra persone che si incontrano, in un clima di
ascolto, per mettersi davanti a Dio che parla nelle Scritture e
giungere, con il suo aiuto, a pregare e a vivere la Parola.
L’incontro comunitario
La condivisione sia fatta in gruppi di dieci, quindici persone.
E’ necessaria una piena disponibilità e una reale docilità
nell’apprendere quanto ci viene suggerito dagli altri; inoltre si ponga
attenzione all’accoglienza e all’apertura verso ogni fratello, evitando
qualsiasi atteggiamento di critica o pregiudizio nei suoi confronti.
Ogni credente, infatti, possiede lo Spirito Santo e quindi può
essere il tramite di cui il Signore si serve per illuminare la vita delle
altre persone.
Questi atteggiamenti costituiscono la condizione necessaria per
17
raggiungere più facilmente un clima di vera riflessione sulla Parola e
la finalità della condivisione che è la comune edificazione nella
fede, la crescita nell’amore fraterno e il conforto nella speranza.
Inoltre, in questo colloquio tra credenti, deve essere bandita ogni
forma di discussione o di disputa, che farebbe smarrire la vera
caratteristica della lettura comunitaria, che è la ricerca di Dio tra
fratelli e sorelle di fede, e facilita la conoscenza della Parola, che
serve a costruire il regno di Dio in sé e negli altri.
Risultano preziosi a questo riguardo i consigli che san Basilio dava a
coloro che desideravano condividere la Parola: «Parlare conoscendo
l’argomento; interrogare senza voglia di litigare;
rispondere senza arroganza; non interrompere chi
parla se dice cose utili; non intervenire per
ostentazione; essere misurati nel parlare e
nell’ascoltare; imparare senza vergognarsene;
insegnare senza prefiggersi alcun interesse; non
nascondere ciò che si è imparato dagli altri».
Sono parole sagge che riflettono l’esperienza della
vita e mettono in evidenza alcuni atteggiamenti da
evitare nel prendere la parola in pubblico, come il
desiderare di affermare se stessi e le proprie idee,
la ricerca della parola erudita o l’abilità
nell’esporre il proprio pensiero che sconfina in
questioni sottili di poco conto, chiudendo così la
strada alla vera sapienza della Parola e
raffreddando il cuore dei semplici.
I gruppi biblici
E’ necessaria una persona che sia animatore del gruppo per
introdurre i meno esperti nella lettura biblica, facilitando così la
comprensione del senso letterale e storico che rimane la porta
d’accesso al senso profondo delle Scritture e all’azione dello Spirito.
Occorre predisporre una condizione interiore di conversione senza
pregiudizi e precomprensioni, di umiltà, di semplicità e di libertà.
18
Mc. 14, 12-17; 22-25
Per la preparazione della cena pasquale Gesù dà indicazioni precise,
e agisce come protagonista della sua vicenda.
Nell’istituzione dell’Eucaristia Cristo perpetua il dono di sé per tutta
l’umanità e chiama i discepoli a donare la propria vita e ad essere
segno dell’amore infinito del Padre .
12
Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i
suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare
perché tu possa mangiare la Pasqua?». 13Allora mandò due dei
suoi discepoli dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro
un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo 14e là dove entrerà
dite al padrone di casa: Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, per
ché io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli? 15Egli vi
mostrerà al piano superiore una grande sala con i tappeti, già
pronta; là preparate per noi». 16I discepoli andarono e, entrati in
città, trovarono come aveva detto loro e prepararono per la
Pasqua. 17Venuta la sera, egli giunse con i Dodici. 22Mentre
mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo
spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio
corpo». 23Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne
bevvero tutti. 24E disse: «Questo è il mio sangue, il sangue
dell'alleanza versato per molti. 25In verità vi dico che io non
berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo
nel regno di Dio».
Messaggio
Gesù è il vero protagonista, della preparazione della cena pasquale.
Infatti la pasqua di Cristo, non è un evento casuale; è da lui preparata
lungo tutta la sua vita e accettata con libertà piena e coscienza lucida,
in obbedienza al Padre.
Nella cena pasquale, infatti, il pane spezzato e il sangue versato
67
12. Prese il pane e lo spezzò
Preghiera
Guida
Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso
nella carne umana per la nostra salvezza.
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Guida
Gesù è il pane vivo disceso dal cielo per la vita del mondo. Ora
preghiamo e ascoltiamo insieme la sua parola.
Tutti
Guida, o Padre, la tua Chiesa pellegrina nel mondo, sostienila con la
forza del cibo che non perisce, perché, perseverando nella fede di
Cristo, giunga a contemplare la luce del tuo volto. Amen.
Salmo 34
•
•
•
•
•
•
•
66
Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la
sua lode.
Celebrate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore e mi ha risposto, da ogni timore mi ha
liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti, non saranno confusi i vostri
volti.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo libera da tutte le
sue angosce.
L'angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono,
e li salva.
Gustate e vedete quanto è buono il Signore, beato l'uomo che
in lui si rifugia.
Il luogo dove ci si incontra sia accogliente e sobrio. Le sedie siano
poste in circolo e al centro venga messa la Parola. All’inizio
dell’incontro venga accesa una candela simbolo di Cristo Risorto,
vivo e presente nel gruppo.
Per quanto riguarda la durata dell’incontro un’ora è sufficiente, per
non scadere in chiacchiere o far sentire a disagio chi ospita o chi
deve andare via.
Traccia per l’utilizzazione delle schede
Inizio
L’animatore introduca i presenti all’ascolto, invitandoli
ad un
momento di silenzio mentre viene accesa la candela. Un canto
può aiutare ad entrare in comunione. Il segno della croce sia
fatto con consapevolezza e umiltà riscoprendone ogni volta il
significato.
Salmo
Venga proclamato con calma e allo stesso ritmo per favorirne
l’ascolto e la comprensione. Se è proclamato da una voce, sia fatto
con solennità e la voce, calma e chiara ponga attenzione alle pause e
alla punteggiatura.
La Parola
Vale lo stesso criterio suggerito per la voce solista del Salmo.
L’introduzione al brano sia letta dall’animatore.
Messaggio
La spiegazione aiuta a capire il brano. Può essere letta ad alta voce
da una persona o in silenzio come introduzione alla riflessione
personale
Domande
La traccia propone gli argomenti da condividere. E’ bene che la
condivisione sia partecipata da tutti. E’ compito dell’animatore
19
vigilare perché questo accada. Al termine della condivisione
l’animatore faccia una breve sintesi di quanto è stato detto.
Preghiera
La preghiera del Padre nostro, esprime la fede, la speranza e la
comunione del gruppo che, edificato in Cristo pietra viva, loda e
invoca Dio Padre. Il ringraziamento e la benedizione concludono
l’incontro.
Domande
□ Come Giacomo e Giovanni, anche noi spesso vogliamo che il
Signore faccia ciò che gli chiediamo. Quanto ti è difficile accettare
invece una storia diversa?
□ Gesù ha detto:”Chi vuole essere il primo, sia il servo di tutti”. Come
è vissuto questo invito nella tua comunità parrocchiale?
Quali segni concreti del servire sono più presenti?
□ La Chiesa ha la missione del “servire”. Quale immagine pensi abbia
oggi la gente di questo ministero della Chiesa?
Preghiera
_________________________________
BIBLIOGRAFIA
G. Ravasi, Il vangelo di Marco, “La Bibbia”, ed. Corriere della Sera, 2006,
vol. IX.
A. Sisti, Vangelo secondo Marco, “La Bibbia” vol III, Cinisello Balsamo,
ed. Paoline, 1991
F. Lambiasi, Vangelo secondo Marco, “La Bibbia”, Casale Monferrato, ed.
Piemme, 1995
S. Fausti, Ricorda e racconta il Vangelo. La catechesi narrativa di Marco,
Milano, Ancora ed., 1998.
I. Gargano, Lectio divina su il Vangelo di Marco, Bologna, EDB, 1996.
Beck, Benedetti, Brambillasca, Clerici, Fausti, Una comunità legge il vangelo
di Marco, Bologna, EDB, 2005.
R. Pesch, Il vangelo di Marco, Brescia, Paideia ed., 1980.
S. Noceti. P. Sartor, Le domande della fede, Marco il vangelo del
catecumeno, Bologna EDB, 2005
20
Guida
Cristo Gesù, nostro unico Maestro e Signore, si è fatto servo fino a
donare la sua vita in riscatto di tutti. Ora, nello spirito di obbedienza al
Padre, diciamo insieme la preghiera dei figli di Dio.
Tutti
Padre nostro
Signore, ci è difficile credere che nell’essere servi di tutti
è riposto il segreto di una vita veramente realizzata.
Cerchiamo anche noi spesso di esercitare un dominio sugli altri;
vogliamo avere potere, imporci in famiglia,
nel nostro luogo di lavoro, tra gli amici.
Donaci un cuore che sappia credere alla tua parola
e vivere di conseguenza. Amen.
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Messaggio
L’incomprensione dei discepoli di fronte al messaggio di Gesù, è
continua; il loro rifiuto alla proposta del Maestro si fa sempre più netto
e preciso, fino a giungere alla richiesta di Giacomo e Giovanni, i figli
di Zebedeo, di avere un posto di privilegio nel Regno. Anche la
reazione sdegnata degli altri discepoli evidenzia che non è stato ancora
colto il mistero di Cristo.
Ma Gesù cerca ancora di mettere i discepoli sulla strada giusta,
additando la vera grandezza di chi intende seguirlo: bere con lui il calice della donazione e ricevere il battesimo della sofferenza per essere
completamente uniti a lui con una morte simile alla sua.
La partecipazione alla croce non solo è l’unica grandezza del
discepolo, ma costituisce anche la gloria futura che solo a Dio spetta
concedere, proprio come sul volto del Figlio morente il Padre ha
impresso la sua gloria che ora rifulge per la vita del mondo.
Il motivo profondo di questo capovolgimento consiste nel fatto che
questa è la via che ha percorso Gesù, l’unico Maestro e Signore e
conferisce il sigillo ultimo e definitivo alla fedeltà di Dio.
Incamminarsi sulla strada del servizio è il grande dono che Dio ha fatto
a chi crede nel suo Figlio.
Il calice e il battesimo
Sulla scorta dei Salmi e dei Profeti, il “calice” può esser preso come simbolo
sia della gioia che della sofferenza. In questo contesto sta ad indicare la
passione e la morte redentrice di Gesù, in cui egli sta ormai entrando, giunto
quasi alla fine del suo viaggio verso Gerusalemme.
La medesima idea è
espressa con l’immagine del “battesimo”: indica la
morte di Cristo come immersione nella sofferenza per la salvezza di tutti.
Tale simbologia offre un anello di passaggio alla teologia del battesimo in
Paolo, secondo cui questo sacramento significa la nostra partecipazione alla
morte di Cristo per rinascere con lui a vita nuova.
1. Inizio del vangelo di Gesù Cristo
Preghiera
Guida
Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella
carne umana per la nostra salvezza.
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Guida
Prestiamo attenzione al Signore che viene a noi nella sua Parola, perché possiamo vivere nella gioia e portare frutti di speranza nei nostri
cuori.
Tutti
Signore, noi conosciamo poco la tua Parola e non sappiamo trasformarla in cibo per la nostra vita. Ti supplichiamo: donaci il tuo Spirito
perché possiamo leggere la sacra scrittura e gustarla e sentirla ardere in
noi, perché possiamo vivere di essa e testimoniarla agli altri. Amen
Salmo 32
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64
Esultate, giusti, nel Signore; ai retti si addice la lode.
Lodate il Signore con la cetra, con l'arpa a dieci corde a lui cantate.
Cantate al Signore un canto nuovo, suonate la cetra con arte e
acclamate.
Poiché retta è la parola del Signore, fedele ogni sua opera.
Egli ama il diritto e la giustizia, della sua grazia è piena la terra.
Dalla parola del Signore furono fatti i cieli, dal soffio della sua
bocca ogni loro schiera.
Come in un otre raccoglie le acque del mare, chiude in riserve
gli abissi.
21
•
Tema il Signore tutta la terra, tremino davanti a lui gli abitanti
del mondo,
perché egli parla e tutto è fatto, comanda e tutto esiste.
Il Signore annulla i disegni delle nazioni, rende vani i progetti
dei popoli.
Ma il piano del Signore sussiste per sempre, i pensieri del suo
cuore per tutte le generazioni.
Beata la nazione il cui Dio è il Signore, il popolo che si è scelto
come erede.
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Mc. 1,1-11
Siamo all’ “inizio” del vangelo in cui Marco proclama chi è Gesù. Nel
medesimo tempo indica l’itinerario fondamentale e i criteri decisivi di
scelta di chi vuol mettersi alla sequela di Cristo: il Vangelo è principio
e sostegno dell’esistenza cristiana.
1
Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio.
Come è scritto nel profeta Isaia:
Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te,
egli ti preparerà la strada.
3
Voce di uno che grida nel deserto:
preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri,
4
si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un
battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
5
Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di
Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume
Giordano, confessando i loro peccati. 6Giovanni era vestito di
peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si
cibava di locuste e miele selvatico 7e predicava: «Dopo di me
viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di
chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. 8Io vi ho
battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo».
9
In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato
nel Giordano da Giovanni. 10E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i
cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. 11E si
2
22
Mc. 10, 32-45
Lungo la strada verso Gerusalemme Gesù preannuncia, per la terza
volta, la sua passione, morte e resurrezione. I discepoli, nonostante i
due precedenti annunci e l’ insegnamento di Gesù, non hanno ancora
capito in che cosa veramente consista seguire il Maestro.
32
Mentre erano in viaggio per salire a Gerusalemme, Gesù
camminava davanti a loro ed essi erano stupiti; coloro che
venivano dietro erano pieni di timore. Prendendo di nuovo in
disparte i Dodici, cominciò a dir loro quello che gli sarebbe
accaduto: 33«Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio
dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi: lo
condanneranno a morte, lo consegneranno ai pagani, 34lo
scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo
uccideranno; ma dopo tre giorni risusciterà». 35E gli si
avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli:
«Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti
chiederemo». 36Egli disse loro: «Cosa volete che io faccia per
voi?». Gli risposero: 37«Concedici di sedere nella tua gloria uno
alla tua destra e uno alla tua sinistra». 38Gesù disse loro: «Voi
non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o
ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?». Gli risposero:
«Lo possiamo». 39E Gesù disse: «Il calice che io bevo anche voi
lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete.
40
Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me
concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». 41All'udire
questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni.
42
Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: «Voi sapete che coloro
che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi
esercitano su di esse il potere. 43Fra voi però non è così; ma chi
vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, 44e chi vuol
essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. 45Il Figlio dell'uomo
infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la
propria vita in riscatto per molti».
63
11. Servo di tutti
Preghiera
Guida
Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso
nella carne umana per la nostra salvezza.
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Guida
Gesù, rivelazione dell’amore del Padre, ci invita a seguirlo nella via
del servizio e della donazione.
Tutti
O Dio, Padre di tutti gli uomini, tu vuoi che gli ultimi siano i primi;
donaci la sapienza che viene dall’alto, perché accogliamo la parola del
tuo Figlio e comprendiamo che davanti a te il più grande è colui che
serve. Amen.
Salmo 85
•
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•
•
•
62
Mostraci, Signore, la tua misericordia, donaci la tua salvezza.
Ascolterò che cosa dice Dio il Signore: egli annunzia la pace
per il suo popolo e per i suoi fedeli, per chi ritorna a lui con
tutto il cuore.
La sua salvezza è vicina a chi lo teme, la sua gloria abiterà la
nostra terra.
Misericordia e verità s'incontreranno, giustizia e pace si
baceranno.
La verità germoglierà dalla terra, la giustizia si affaccerà dal
cielo.
Quando il Signore elargirà il suo bene, la nostra terra darà il
suo frutto.
sentì una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi
sono compiaciuto».
Messaggio
La figura di Giovanni il Battista, posta all’inizio del libro, illumina la
vocazione di chiunque accoglie il vangelo. Il Battista, infatti, pur
precedendo Gesù, lo segue, perfino con la morte, nello stesso cammino
nel quale sono chiamati a seguirlo anche i discepoli.
Nelle parole del Battista non c’è più il richiamo all’attesa propria degli
antichi profeti che aspettavano un futuro lontano nel tempo, bensì la
sollecitazione ad essere attenti a scorgere Dio già presente nella
persona di Gesù. Infatti la predicazione del Battista rivela un Dio che,
nell’evento della venuta di Gesù, irrompe nella storia dell’uomo; nel
medesimo tempo orienta il discepolo verso la strada della sequela
attraverso un continuo e radicale cammino di conversione.
Nel battesimo al Giordano, Gesù, in fila con tutti gli uomini, si fa
solidale con ciascuno di noi, anche se siamo peccatori. Dopo
l’immersione nell’acqua, figura della sua morte, viene proclamato
Messia, Figlio del Padre, Signore dell’universo, il vero Servo di Dio.
Egli è colui che consacra la sua vita all’obbedienza a Dio e all’amore
verso gli uomini.
Essere servo fino alla morte è la grande vocazione di Cristo.
Infatti il vero battesimo di Gesù sarà sul Golgota. È la chiamata ad un
particolare stile di vita del discepolo, dove “il primo sarà l’ultimo di
tutti e il servo di tutti” (Mc 9,3).
Vangelo
Il termine vangelo, al tempo in cui scrive Marco, veniva usato per indicare
le“belle notizie”che informavano sulle imprese dell’imperatore romano.
Per contrasto, l’evangelista adopera questa parola in riferimento alla venuta
di Cristo all’interno della storia umana. E’ questo l’unico vero “ lieto
annuncio”: è un grido di gioia, perché l’uomo prigioniero del peccato è
finalmente liberato; l’uomo perduto e diviso in se stesso viene ricostruito.
Infatti con il vangelo la misericordia del Signore è offerta ai peccatori, la
speranza è donata ai disperati, il senso della vita e della storia è rivelato ai
dubbiosi, un cammino di luce è indicato ai disorientati.
23
Domande
□ Quale reazione provoca in me vedere Gesù in fila con i peccatori?
A quale cambiamento di vita mi richiama?
□ Le nostre comunità cristiane avvertono l’urgenza dell’annuncio
oppure tendono a rinunciare, sentendosi come una “ voce che
grida nel deserto”?
□ Come ci poniamo nei confronti di chi è solo e sente il peso della
vita? Giudichiamo o ci facciamo vicini ? Siamo solidali o evitiamo
queste “ compagnie imbarazzanti”?
Domande
□ Ho avvertito anch’io la rasserenante presenza di Gesù, in particolari
momenti di tribolazione, come hanno sperimentato Pietro, Giacomo
e Giovanni nel Tabor?
□ La tua comunità parrocchiale come si fa compagna di viaggio nel
cammino dell’uomo che sperimenta la sofferenza, la morte, ma
anche la resurrezione?
□ Il mondo di oggi come reagisce di fronte alla storia dolorosa
di tanta parte dell’umanità?
Preghiera
Preghiera finale
Guida
Guida
Cristo Gesù, fattosi povero per noi fino alla morte di croce, ci chiama
a seguirlo sulla via della donazione. Ora, animati dallo Spirito di Dio,
diciamo insieme la preghiera del Signore.
Come figli di Dio, chiamati a seguire Gesù Cristo nostro Salvatore,
diciamo insieme la preghiera del Signore.
Tutti
Padre nostro
Padre, anche noi siamo chiamati
a preparare il tuo cammino sulle strade del mondo.
Abbiamo spesso l'impressione che la voce di chi ti annuncia
gridi nel deserto.
Aiutaci ad accoglierla,
e a comprendere che se Gesù è con noi
non dobbiamo temere di seguirlo.
Amen.
24
Tutti
Padre nostro
Gesù, tu sei il Messia di cui parla tutta la Scrittura,
atteso dal popolo d’Israele:
donaci di accoglierti nella fede.
Gesù, tu sei il Profeta atteso, vero rivelatore di Dio:
donaci di accoglierti nella fede.
Gesù, tu sei il Figlio di Dio, l’amato:
donaci di accoglierti nella fede.
Gesù, tu sei la Parola che ci rivela il senso dell’esistenza:
donaci di accoglierti nella fede.
Gesù, tu sei il Crocifisso Risorto:
donaci di accoglierti nella fede.
61
trasfigurazione si proietta verso la resurrezione: la luce piena della
pasqua illumina già da ora il volto di Cristo in cammino verso la croce.
Così, alla fine dei tempi, questa luce risplenderà su tutti coloro che lo
hanno seguito.
Gesù trasfigurato, al centro di Elia e di Mosè, rivela che in lui si
realizzano le attese dei profeti e il compimento della legge antica e
indica, così, l’avverarsi delle grandi promesse di Dio.
Di fronte a questa manifestazione folgorante di Gesù, Pietro vorrebbe
fermarsi e fare tre tende: è questa la tentazione costante del discepolo
che vuole contemplare subito la gloria, senza percorrere il faticoso
cammino verso Gerusalemme
Come nell’episodio del battesimo, il Padre presenta Gesù come il
suo Figlio prediletto, il Crocifisso Risorto, manfestazione piena del
suo amore per gli uomini. Per contemplare la sua gloria il credente è
chiamato ad ascoltare Cristo come parola definitiva di Dio e suo unico
Signore e a seguirlo nel suo cammino, per avere parte alla sua gloria.
Guida
Il segreto messianico
Tutti
Come era già avvenuto negli episodi del battesimo al Giordano e al termine
della confessione di Pietro anche dopo la trasfigurazione Gesù comanda ai
tre discepoli « di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non
dopo che il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti » (v.9). Questo ordine rientra nel disegno del “segreto messianico”. Infatti, secondo la teologia
di Marco, comprendere il segreto di Gesù è cogliere il paradosso del Messia
nascosto nel servo sofferente. Questo è reso possibile a partire dalla resurrezione che illumina la croce e la investe totalmente della potenza della vita.
Così avviene anche per il discepolo: il senso della vita apparentemente
assurda, i fallimenti, il dolore, il giusto che soffre ed è sconfitto vengono
proiettati in una realtà che ci sta davanti e che si illumina dalla fede nel
Crocifisso Risorto.
60
2 . Che c’entri con noi?
Preghiera
Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella
carne umana per la nostra salvezza.
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Guida
Cristo Gesù è l’immagine del Padre del cielo: preghiamo perché lo
possiamo sempre riconoscere vicino a noi e dentro i nostri cuori.
La nostra fede, Signore, a volte è fiacca ed insicura, dentro un cuore
duro ed incapace di comprenderti. Non togliere da noi il tuo sguardo,
ma fa’ che, perseverando nell’ascolto della tua Parola e nella preghiera, giungiamo a cogliere il segno della tua presenza in noi e in tutto ciò
che ci circonda. Amen.
Salmo 37
• Non adirarti contro gli empi, non invidiare i malfattori.
• Come fieno presto appassiranno, cadranno come erba del prato.
• Confida nel Signore e fa’ il bene; abita la terra e vivi con fede.
• Cerca la gioia del Signore, esaudirà i desideri del tuo cuore.
• Manifesta al Signore la tua via, confida in lui: compirà la sua
opera;
• farà brillare come luce la tua giustizia, come il meriggio il tuo
diritto.
• Sta in silenzio davanti al Signore e spera in lui; non irritarti per
chi ha successo, per l'uomo che trama insidie.
25
•
•
•
•
Desisti dall'ira e deponi lo sdegno, non irritarti: faresti del male,
poiché i malvagi saranno sterminati, ma chi spera nel Signore
possederà la terra.
Ancora un poco e l'empio scompare, cerchi il suo posto e più
non lo trovi.
I miti invece possederanno la terra, godranno di una grande
pace.
Mc. 1, 21-31
La parola di Gesù è un insegnamento nuovo e contiene la potenza dell’azione di Dio che libera ogni persona dal male. La lotta contro lo
spirito del male sta al fondo di tutto il vangelo e ci presenta il Messia
sempre intento a snidarlo e a vincerlo, per condurre l’uomo a vivere
alla sua sequela.
21
Andarono a Cafarnao e, entrato proprio di sabato nella
sinagoga, Gesù si mise ad insegnare. 22Ed erano stupiti del suo
insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e
non come gli scribi. 23Allora un uomo che era nella sinagoga,
posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: 24«Che
c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi
tu sei: il santo di Dio». 25E Gesù lo sgridò: «Taci! Esci da quel
l'uomo». 26E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte,
uscì da lui. 27Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano
a vicenda: «Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con
autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli
obbediscono!». 28La sua fama si diffuse subito dovunque nei
dintorni della Galilea. 29E, usciti dalla sinagoga, si recarono
subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo
e di Giovanni. 30La suocera di Simone era a letto con la febbre e
subito gli parlarono di lei. 31Egli, accostatosi, la sollevò
prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a
servirli.
26
Mc. 9, 2- 10
Dopo aver presentato ai discepoli il suo destino di morte e le
implicazioni della sequela, Gesù prende con sé tre dei suoi discepoli e
sul monte si trasfigura. Mostra, così, la sua più profonda e vera
identità, attestata dalla stessa parola del Padre: è il Figlio di Dio.
2
Dopo sei giorni, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e
Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato,
loro soli. Si trasfigurò davanti a loro 3e le sue vesti divennero
splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe
renderle così bianche. 4E apparve loro Elia con Mosè e
discorrevano con Gesù. 5Prendendo allora la parola, Pietro
disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre
tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!». 6Non sapeva
infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. 7Poi
si formò una nube che li avvolse nell'ombra e uscì una voce dalla
nube: «Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!». 8E subito
guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo
con loro. 9Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non
raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il
Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti. 10Ed essi tennero per
sé la cosa, domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare
dai morti.
Messaggio
L’evento della trasfigurazione segna la svolta decisiva della vita di
Gesù: ora egli punta decisamente verso Gerusalemme. Gli avvenimenti
ora precipitano verso il compimento della propria missione nel mistero
pasquale di morte e resurrezione. Il monte, su cui sono condotti i tre
discepoli, è l’anticipazione del Golgota, il monte della Nuova
Alleanza, sul quale si squarcerà totalmente il velo del mistero di Dio e
apparirà definitivamente la sua gloria. Allo stesso modo, la
59
Messaggio
10. Li portò sopra un monte alto
Preghiera
Guida
Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza.
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Guida
Gesù, rivelazione del volto di Dio, ci invita a seguirlo nella sua gloria.
Tutti
O Dio, Padre buono, che non hai risparmiato il tuo Figlio unigenito,
ma lo hai dato per noi peccatori, rafforzaci nell’obbedienza della fede,
perché seguiamo le sue orme e siamo con lui trasfigurati nella luce
della tua gloria. Amen.
Salmo 115
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58
Ho creduto anche quando dicevo: «Sono troppo infelice».
Ho detto con sgomento: «Ogni uomo è inganno».
Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato?
Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore, davanti a tutto il suo popolo.
Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi fedeli.
Sì, io sono il tuo servo, Signore, io sono tuo servo, figlio della
tua ancella; hai spezzato le mie catene.
A te offrirò sacrifici di lode e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore davanti a tutto il suo popolo,
negli atri della casa del Signore, in mezzo a te, Gerusalemme.
La lotta che Gesù conduce contro il male
trova il culmine nel
momento della sua morte, attraverso la quale, nel dono totale di sé,
sconfigge definitivamente il demonio e dà a tutti la forza di vincere il
male. Lo spirito del male, lento a morire in ciascuno di noi, percepisce
la minaccia che proviene dalla parola di Dio, perché è da questa
smascherata e vinta: “Che c’entri con noi? Sei venuto a rovinarci!”
(v 24). E’ la lotta che, anche oggi, la Parola continua in noi e nel
mondo, per far passare l’uomo dalla schiavitù alla libertà e metterlo in
cammino verso Dio.
Il male aliena l’uomo da se stesso, dagli altri e dal mondo; è una
potenza che domina e rende schiava la persona. Si tratta, prima di tutto,
dello spirito del male che si rende visibile nella cupidigia di possedere
e di dominare su tutto, anche sulle libere volontà; è lo spirito della
autoaffermazione, dell’egoismo e del massimo profitto. Alla base di
tutto questo sta il rifiuto della signoria di Dio e della sua paternità. Ma
Gesù, con la sua Parola che crea, rinnova e tutto trasforma e con la
forza della sua azione di Figlio di Dio, intacca il male alle sue radici e
libera chiunque si affida alla sua grazia.
Nella misura in cui si lascia guarire nel profondo e permette a Cristo di
chinarsi sulla sua malattia, il discepolo diviene sorgente di liberazione
e si mette a servire gli altri. Ne è segno l’episodio della guarigione
della suocera di Pietro, che Marco pone come primo miracolo nel suo
vangelo.
Lo stupore
E’ la sorpresa e la meraviglia di chi è interpellato dalla novità della persona
di Gesù, di chi scorge la potenza di Dio che, in Cristo, è ormai presente nella
nostra realtà.
L’atteggiamento contrario è la “durezza di cuore” che ci fa esaurire in noi
stessi e nei nostri piccoli progetti e ci chiude alla nuova realtà del regno di
Dio che ci anticipa sempre e ci propone un nuovo stile di vita proprio del
discepolo del Signore.
Il lieto annuncio del vangelo porta impressa questa novità, che rompe la
logica del nostro modo scontato di esistere e ci fa passare da una vita morta
ad una vita vera.
27
Domande
Domande
□ Il male è presente nella storia dell’uomo, quella personale come
□ A Gesù che mi chiede “Tu chi dici che io sia?”Che cosa rispondo?
□ Alla domanda di Gesù ai discepoli? “Voi chi dite che io sia?”,
quella dell’umanità: da dove nasce e dove trova alimento?
□ Nella mia comunità parrocchiale, gruppo, associazione, incontro
persone che, come la suocera di Pietro, si mettono a servizio degli
altri, esprimendo così atteggiamenti di gratitudine a Gesù che le ha
risanate?
□ La società moderna, in cui il relativismo è fortemente radicato,
quale idea del male è più diffusa?
come risponderebbe la tua comunità?
□ “Rinnega te stesso, prendi la tua croce e seguimi”.
Quali sono gli ostacoli per i cristiani nel mondo di oggi, per
mettersi alla sequela del Cristo?
Preghiera
Preghiera
Guida
Gesù Cristo, nostro unico Salvatore, ci libera dal male. Rincuorati da
questa certezza, ci rivolgiamo al Padre con la preghiera dei figli di Dio.
Tutti
Padre nostro
Signore,
la presenza del male in noi e intorno a noi
ci toglie la speranza nel futuro.
Ma nel tuo vangelo ci doni una parola di conforto,
sicura e affidabile:
tu sei il Salvatore di ogni momento della vita.
Rimani con noi, Signore, perché si fa sera!
Amen.
28
Guida
Cristo Gesù, fattosi povero per noi fino alla morte di croce, ci
chiama a seguirlo sulla via della croce e della donazione. Ora,
animati dallo Spirito di Dio, diciamo insieme la preghiera del
Signore.
Tutti
Padre nostro
Signore, cerchiamo troppo spesso il lieto fine e il successo facile,
e ti pensiamo come il Dio glorioso e potente,
che garantisce successo e vittoria.
Ti presenti a noi come il Messia rifiutato e sconfitto.
Insegnaci a comprendere la logica che ha animato la tua esistenza
e che ti ha sostenuto nel cammino verso Gerusalemme.
Donaci la sapienza del tuo Spirito
perché possiamo accoglierti e seguirti nella fede.
Amen.
57
Gesù stesso che, per la prima volta, interroga direttamente i discepoli.
La domanda di Gesù è duplice, come duplice è la risposta.
C’è la risposta della “carne” che scambia Gesù con una figura del
passato, relegandola tra i morti e tende a porre lontano dalla propria
vita colui che è vicino, vivo e presente. Gesù non è l’incognita che
tentiamo di capire attribuendogli le nostre buone opinioni e
misurandolo su criteri puramente umani con i quali non si riesce a
cogliere il mistero della persona di Cristo.
La seconda domanda tende a smentire e a mettere allo scoperto i
tentativi di risposta riduttiva sulla persona di Gesù: «E voi chi dite che
io sia?». Si tratta della provocazione essenziale del vangelo che
interpella la vita del discepolo, lo mette continuamente in discussione e
lo invita ad uscire dai suoi criteri di valutazione per aprirsi totalmente
alla parola del Signore. Solo così, la comunità dei credenti può fare
esperienza della novità che il dono del vangelo presenta in ogni tempo,
scoprire nell’umanità povera di Cristo il vero volto di Dio liberatore e
salvatore e professare: «Tu sei il Cristo».
Dopo la confessione di Pietro, il Maestro sgombra il terreno da ogni
possibile equivoco e afferma che l’amore di Dio si rivela pienamente
nel Cristo Crocifisso. Il discepolo è chiamato a seguire Gesù così
come egli è, come ora comincia a rivelarsi: solo sulla croce, qui preannunciata, appare la vera gloria del Figlio di Dio; solo qui l’uomo
raggiunge la sua assoluta libertà.
Il Cristo Messia
La parola “Cristo” deriva dal greco “Christòs” che a sua volta traduce
l’ebraico “Mashiah” (Messia). Nella tradizione ebraica, il termine vuol dire
esattamente “unto”, “consacrato”. Infatti nella consacrazione dei re e dei
sacerdoti veniva versato l’olio sulla loro testa. Nella mentalità corrente al
tempo di Gesù, l’attesa del Messia era particolarmente viva a tal punto da
riaccendere la speranza di un re-messia liberatore secondo le mire
nazionalistiche degli israeliti. Gesù, fin dal momento del suo battesimo al
Giordano, non indulge minimamente a questa mentalità che svisa il senso
della sua messianicità: egli sarà messia, non come un gran sacerdote onorato
o come un re vincitore, ma seguendo la via del servo sofferente.
56
3. Ti sono rimessi i peccati
Preghiera
Guida
Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza.
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Guida
Il Signore ci conceda si aderire sempre a lui, di essere edificati in lui
come casa ben costruita sulla roccia e non sulla sabbia che frana subito.
Tutti
Fa’, Signore, che sperimentiamo la tua Parola viva ed efficace in noi.
Taglia, perciò, tutto ciò che in noi ci impedisce di incontrarla nei nostri
cuori. Tu conosci le nostre trepidazioni, incertezze e paure. O Signore,
fa’ che la tua parola ci dia gioia, ci rinforzi, ci purifichi e ci salvi. Amen.
Salmo 50
•
•
•
•
•
•
Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato.
Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi
occhi, io l'ho fatto;
perciò sei giusto quando parli, retto nel tuo giudizio.
Ecco, nella colpa sono stato generato, nel peccato mi ha concepito mia madre.
29
•
Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo.
Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un animo generoso.
Signore, apri le mie labbra, la mia bocca proclami la tua lode;
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi.
•
•
•
Mc. 2, 1-12
Gesù compie il miracolo per manifestare il suo potere di rimettere in
piedi l’uomo, non solo risanandolo dalla sua malattia fisica, ma soprattutto per ricostruirlo dal di dentro, rimettendogli i peccati e riconciliarlo con Dio. Così risanato, il discepolo è in grado di riprendere il
cammino alla sequela di Gesù.
1
Ed entrò di nuovo a Cafarnao dopo alcuni giorni. Si seppe che
era in casa 2e si radunarono tante persone, da non esserci più
posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la
parola. 3Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro
persone.4Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della
folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov'egli si trovava e, fatta
un'apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico.
5
Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, ti sono
rimessi i tuoi peccati». 6Seduti là erano alcuni scribi che
pensavano in cuor loro: 7«Perché costui parla così? Bestemmia!
Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?». 8Ma Gesù, avendo
subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse
loro: «Perché pen sate così nei vostri cuori? 9Che cosa è più
facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire:
Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? 10Ora, perché sappiate
che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i
peccati, 11ti ordino - disse al paralitico - alzati, prendi il tuo
lettuccio e va' a casa tua». 12Quegli si alzò, prese il suo lettuccio
e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e
lodavano Dio dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di
simile!
30
•
•
Stabilirò per sempre la sua discendenza, il suo trono come i
giorni del cielo.
Benedetto il Signore in eterno. Amen, amen.
Mc. 8, 27-35
Siamo al cuore del vangelo di Marco: Gesù provoca i discepoli sulla
sua identità. Ciò che ha compiuto, ha detto, ciò che è stato finora
narrato dall’evangelista, conduce anche noi a riconoscerlo come
Messia, colui che è mediatore della salvezza desiderata. Sarà
l’evento pasquale che rivelerà pienamente l’ identità di un Messia,
servo sofferente e rifiutato.
27
Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a
Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo:
«Chi dice la gente che io sia?». 28Ed essi gli risposero: «Giovanni
il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti». 29Ma egli replicò:
«E voi chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo».
30
E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno. 31E
cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto
soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e
dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare.
32
Ge sù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo
prese in disparte, e si mise a rimproverarlo. 33Ma egli, voltatosi e
guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Lungi da
me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli
uomini». 34Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse
loro: «Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso,
prenda la sua croce e mi segua. 35Perché chi vorrà salvare la
propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa
mia e del vangelo, la salverà.
Messaggio
Siamo al punto cruciale del vangelo di Marco. Dopo gli interrogativi
stupiti di fronte alle parole e alle azioni prodigiose del Maestro, ora è
55
9. Chi dite che io sia?
Preghiera
Guida
Sii benedetto Signore e nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo apparso
nella carne umana per la nostra salvezza.
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Guida
Gesù è il Cristo di Dio, il nostro unico salvatore e liberatore.
Tutti
O Padre, non abbandonarci nelle nostre debolezze: il tuo Spirito ci
aiuti a credere con il cuore e a professare con le opere che Gesù è il
Cristo, per vivere secondo la sua parola e il suo esempio, certi di
salvare la nostra vita solo quando avremo il coraggio di perderla.
Amen.
Messaggio
Gesù non è un semplice guaritore dei mali dell’uomo e del sistema;
non guarisce i punti deboli, per far funzionare tutto come prima o
solo un po’ meglio di prima. Non propone piccoli ritocchi esteriori,
ma apre e illumina un orizzonte radicalmente nuovo: egli ha il
“potere di rimettere i peccati”, di riconciliare ogni persona con Dio e
di ricostruirla totalmente.
Il paralitico, rattrappito e immobile, è
l'immagine dell'uomo che
vive nel peccato: chiuso nella sua autosufficienza, diventa estraneo a
Dio e agli altri e si preclude la via verso il raggiungimento del senso
pieno della propria libertà di creatura di Dio. Dopo l'intervento di
Gesù il paralitico può rialzarsi e mettersi in cammino in modo
nuovo, tanto da lasciare "tutti stupefatti".
In fondo, i veri paralitici sono gli scribi i quali, pur sapendo che solo
Dio può rimettere i peccati, non riconoscono in Gesù di Nazaret il
Messia inviato dal Padre a "cercare e a salvare ciò che era
perduto" (Lc 19,10).
L' accusa di bestemmia da parte degli scribi nei confronti di Gesù è
in defintiva lo scandalo del vangelo, del gioioso annuncio che Dio si
è fatto solidale con ogni uomo e per cui Cristo fu condannato e
ucciso. Il discepolo del Signore e la Chiesa si sentiranno sempre
implicati in questa “bestemmia” e invitati ad accogliere questo
"potere" radicalmente nuovo, capace di vincere il peccato e la morte.
Salmo 89
•
•
•
•
•
•
•
54
Ho trovato Davide, mio servo, con il mio santo olio l'ho
consacrato;
la mia mano è il suo sostegno, il mio braccio è la sua forza.
Su di lui non trionferà il nemico, né l'opprimerà l'iniquo.
La mia fedeltà e la mia grazia saranno con lui e nel mio nome
si innalzerà la sua potenza.
Egli mi invocherà: Tu sei mio padre, mio Dio e roccia della mia
salvezza.
Io lo costituirò mio primogenito, il più alto tra i re della terra.
Gli conserverò sempre la mia grazia, la mia alleanza gli sarà
fedele.
Il miracolo
I miracoli di Gesù sono chiamati "segni". Non sono, come generalmente si
pensa, né una grazia, né un fatto straordinario che non trova spiegazione
nella scienza o che si verifica al di sopra delle leggi di natura. I miracoli
raccontati nei vangeli esprimono la presenza di Dio che si rivela ed agisce
nella vita e nella storia degli uomini per la loro integrale liberazione. In essi
si manifestano l'amore, la tenerezza, la fedeltà e la potenza di Dio. Sono i
segni concreti del regno di Dio presente e futuro; anticipano la vera
liberazione operata da Gesù nell'evento pasquale di morte e di resurrezione.
31
Domande
□ Quando nella nostra vita il peccato ci rende immobili e, come il
paralitico, incapaci di andare verso Dio e il prossimo, siamo
consapevoli che Gesù ha il potere di rimmetterci in cammino?
□ I cristiani come vivono il fatto che Gesù ha il “potere”di vincere
il peccato e la morte che ne deriva?
□ Nel mondo di oggi si incontrano spesso persone che sanno
condividere e farsi carico delle sofferenze dell’uomo solo di fronte
al male? Quale stimolo offrono alla tua vita?
Preghiera
Guida
Gesù Cristo, nostro unico Salvatore, ci riconcilia con Dio. Così,
animati dallo Spirito Santo, possiamo anche noi rivolgersi a lui, chiamandolo Padre.
Tutti
Padre nostro
Signore, tu ci doni più di quanto domandiamo.
Attendiamo risultati dalle nostre azioni
e tu ci permetti di compierle con impegno e con gioia;
cerchiamo di alzarci, di camminare e di darci da fare,
e tu ci liberi dai pesi che ci tengono legati.
Fa' che il tuo Spirito ci faccia prendere coscienza
di quanto ogni giorno riceviamo da te,
e ci aiuti a condividerlo con i fratelli. E così sia.
32
compimento: in sei giorni Dio crea, nel settimo porta a compimento ciò che
ha creato e, con il riposo del sabato, indica il senso definitivo della sua opera
che consiste nell’ essere in comunione con lui.
Domande
□ “Date voi stessi da mangiare”. Che cosa avverto di dover metter
a disposizione degli altri senza riserve ? Quali paure, incertezze,
dubbi nel dare? Quale gioia ho sperimentato nel “buttarmi” in
questa avventura con Gesù?
□ Nella mia esperienza cristiana come mi impegno a creare lo spirito
della fraternità?
□ Quale responsabilità sento di dover prendere di fronte alle
problematiche sociali in cui vivo; povertà, famiglie in difficoltà
disagio giovanile, solitudine?
Preghiera
Guida
Cristo Gesù, fattosi povero per noi fino alla morte di croce, ci chiama
a seguirlo da vicino. Ora, insieme a lui, animati dallo Spirito di Dio,
diciamo insieme la preghiera del Signore.
Tutti
Padre nostro
Spesso non capiamo le tue strade,Signore;
dobbiamo camminare ancora con te
per conoscerti meglio,
per capire meglio quale sia la strada che tu ci chiedi di percorrere.
Aiutaci, ti preghiamo,a rimanere attenti alla tua voce
che ci invita a partecipare al banchetto del regno.
Fa' che sappiamo accorgerci
dei bisogni dei nostri fratelli
e che troviamo la forza
per essere sostegno e aiuto sul loro cammino.
Amen.
53
4. Seguimi
Messaggio
La gran folla che segue Gesù è paragonata a un gregge senza pastore: è
il nuovo popolo che Dio nutrirà in modo più mirabile ed inatteso di
quanto aveva fatto in passato nella marcia dell'Esodo. Dio ne ha tanta
compassione che si dona nel Figlio Gesù, il vero pastore che dà la vita
per le sue pecore e porta tutti alla salvezza.
Il primo pane che Cristo dona per sfamare la folla è la parola del
Padre: "si mise ad istruirli a lungo" (v 34).
Ma i discepoli, fissi nel loro modo di pensare, chiedono a Gesù di
licenziare la gente e si mettono a calcolare quanto denaro occorra per
acquistare pane per tutti. Essi non sanno di avere tra le mani non un
pane che si compra, ma Gesù, pane donato, spezzato e sufficiente per
tutti. Questo pane è l'amore che Dio ci offre nel dono che il suo Figlio
Gesù che ha fatto di sé a tutto il mondo. I discepoli lo ricevono e, a
loro volta, sono invitati a donarlo. E' il pane che cambia radicalmente
la storia, stravolgendone le categorie e creando un cammino del tutto
nuovo per ogni creatura.
Con Gesù, infatti, tutto cambia: il deserto fiorisce e diventa un prato
verdeggiante; la folla, stanca e disorientata, avverte di avere un
pastore e di essere da questi amata; la maledizione della fame e del
vuoto è superata e tutti possono finalmente mangiare a sazietà. E ne
avanzano ancora dodici ceste, a sufficienza per tutti e per sempre.
Preghiera
Guida
Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza.
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Guida
Il Signore ci ha chiamati a seguirlo per essere nel mondo segno della
sua misericordia e del suo amore, anche per i peccatori.
Tutti
Donaci, o Signore, di rispondere alla tua Parola: aiutaci a comprendere
qual è la risposta adeguata al tuo richiamo che ci giunge attraverso essa. Siccome siamo qui per lodarti e ringraziarti, donaci di capire cosa
significa lodare e ringraziare con tutto noi stessi; cosa significa meraviglia e amore davanti a te. Amen.
I numeri
Salmo 39
I numeri nella Bibbia hanno un grande valore simbolico. Quando un autore
utilizza un numero, spesso si riferisce tanto alla sua corrispondenza alla
realtà, quanto al significato che ad esso è attribuito. Nei due racconti della
moltiplicazione dei pani del vangelo di Marco (6, 30-44 e 8, 1-21) troviamo
alcuni numeri significativi: dodici e sette.
Il dodici richiama il numero delle tribù di Israele e sta, quindi, ad indicare il
popolo di Dio. Anche la scelta di Gesù dei dodici non è quindi casuale: essi
indicano il germe del popolo della Nuova Alleanza inaugurata da Gesù.
Il numero sette indica una realtà compiuta, organica. Esso è il numero dei
giorni di una settimana che, in Israele, costituisce la misura principale del
tempo. A partire dal racconto della creazione, infatti, il sette indica il
•
52
•
•
•
•
•
Rivelami, Signore, la mia fine; quale sia la misura dei miei
giorni e saprò quanto è breve la mia vita.
Vedi, in pochi palmi hai misurato i miei giorni e la mia esistenza davanti a te è un nulla. Solo un soffio è ogni uomo che vive,
come ombra è l'uomo che passa; solo un soffio che si agita, accumula ricchezze e non sa chi le raccolga.
Ora, che attendo, Signore? In te la mia speranza.
Liberami da tutte le mie colpe, non rendermi scherno dello stolto.
Sto in silenzio, non apro bocca, perché sei tu che agisci.
33
•
•
•
•
Allontana da me i tuoi colpi: sono distrutto sotto il peso della
tua mano.
Castigando il suo peccato tu correggi l'uomo, corrodi come tarlo i suoi tesori. Ogni uomo non è che un soffio.
Ascolta la mia preghiera, Signore, porgi l'orecchio al mio grido,
non essere sordo alle mie lacrime, poiché io sono un forestiero,
uno straniero come tutti i miei padri.
Distogli il tuo sguardo, che io respiri, prima che me ne vada e
più non sia.
Mc. 2, 13-17
Lungo il cammino di Gesù verso Gerusalemme altre persone si
uniscono al gruppo dei primi discepoli. E' il caso di Levi, l'apostolo
Matteo, esattore delle tasse a servizio del potere romano. Chiamato da
Gesù a seguirlo, non spreca i pensieri e le parole in calcoli personali,
ma, su due piedi, abbandona il banco di lavoro e decide di andare con
lui per tutta la vita.
13
Uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli li
ammaestrava. 14Nel passare, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto
al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Egli, alzatosi, lo
seguì.15Mentre Gesù stava a mensa in casa di lui, molti
pubblicani e peccatori si misero a mensa insieme con Gesù e i
suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano.
16
Allora gli scribi della setta dei farisei, vedendolo mangiare con
i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Come mai
egli mangia e beve in compagnia dei pubblicani e dei
peccatori?». 17Avendo udito questo, Gesù disse loro: «Non sono
i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono
venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori».
Messaggio
Mc. 6, 32-44
Continua ancora da parte dei discepoli l'incapacità a capire chi è
Gesù, che dona se stesso sotto il segno dei pani. Non hanno ancora
inteso che la fame della gente si esaurisce con il dare se stessi, senza
limiti, con quell'amore che incomincia anche con il poco che si ha.
La stretta somiglianza tra questo brano e quello che descrive il
momento culminante dell'ultima cena, mostra l'intenzione
dell'evangelista di presentare questo miracolo come anticipazione del
dono dell'Eucaristia.
32
Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte
Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città
cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero.
34
Sbarcando, vi de molta folla e si commosse per loro, perché
erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro
molte cose. 35Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i
discepoli dicendo: «Questo luogo è solitario ed è ormai tardi; 36
congedali perciò, in modo che, andando per le campagne e i
villaggi vicini, possano comprarsi da mangiare». 37Ma egli
rispose: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero:
«Dobbiamo andar noi a comprare duecento denari di pane e dare
loro da mangiare?». 38 Ma egli replicò loro: «Quanti pani
avete? Andate a vedere». E accertatisi, riferirono: «Cinque pani
e due pesci». 39Allora ordinò loro di farli mettere tutti a sedere, a
gruppi, sull'erba verde. 40E sedettero tutti a gruppi e gruppetti di
cento e di cinquanta. 41Presi i cinque pani e i due pesci, levò gli
occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li dava
ai discepoli perché li distribuissero; e divise i due pesci fra tutti.
42
Tutti mangiarono e si sfamarono, 43e portarono via dodici ceste
piene di pezzi di pane e anche dei pesci. 44Quelli che avevano
mangiato i pani erano cinquemila uomini.
33
Levi, seduto al banco delle imposte, tutto immerso nel suo lavoro,
oltretutto anche poco onesto, ci richiama l'immobilità del paralitico.
34
51
8. Date loro da mangiare
Preghiera
Guida
Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso
nella carne umana per la nostra salvezza.
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Guida
Il Signore Gesù è il pane per il nutrimento dell’umanità e il vero
pastore che ci guida nel cammino della vita.
Tutti
O Padre, che ci chiami a condividere il pane vivo disceso dal cielo,
aiutaci a spezzare nella carità di Cristo anche il pane terreno, perché sia
saziata ogni fame del corpo e dello Spirito. Amen.
Salmo 77
• Ciò che abbiamo udito e conosciuto e i nostri padri ci hanno
raccontato, non lo terremo nascosto ai loro figli;
• diremo alla generazione futura, le lodi del Signore.
• Comandò alle nubi dall'alto, e aprì le porte del cielo;
• fece piovere su di essi la manna per cibo, diede loro pane del
cielo:
• Li fece salire al suo luogo santo, al monte conquistato dalla sua
destra.
• Egli scelse Davide suo servo, lo trasse dagli ovili delle pecore.
• Lo chiamò dal seguito delle pecore madri per pascere Giacobbe
suo popolo, la sua eredità Israele.
• Fu per loro pastore dal cuore integro e li guidò con mano
sapiente.
50
Ma Gesù, con lo sguardo e la sua parola che si posano con potenza
creatrice su quell'uomo, lo illumina, lo alza in piedi e ridona senso alla
sua esistenza, chiamandolo alla sua sequela. Così il gabelliere, ritenuto
dall'opinione pubblica ormai una persona irrimediabilmente perduta, si
incammina senza esitazione dietro al Maestro.
Gesù, per manifestare l'amore e la pazienza del Padre nel ricercare la
pecora smarrita, compie un gesto sorprendente: si siede a mensa con i
pubblicani e i peccatori. Banchettare insieme, infatti, è segno di
intimità, di riconciliazione, di pace e di letizia: sono i familiari che
mangiano insieme! I farisei, invece, ritengono altamente scandaloso
questo comportamento di Cristo.
Essi sono come il figlio maggiore della parabola, che si lamenta per il
banchetto imbandito dal padre e non vuole parteciparvi. Lui è sempre
stato in casa come servo ossequioso alla legge, senza mai giungere,
però, all'atteggiamento del figlio che coglie nel cuore del padre il suo
amore misericordioso verso tutti e ne gioisce con lui.
Accogliere questa novità è entrare a far parte dei discepoli del Signore.
Scribi, farisei, sadducei e zeloti
In questo brano di Marco gli oppositori di Gesù vengono qualificati come
"scribi della setta dei farisei". Sono i maestri della legge, talvolta chiamati
"dottori della legge", esperti del giudaismo, appartenenti in massima parte al
gruppo dei "farisei". Questi si impegnavano nella esatta conoscenza della
legge e della tradizione giudaica per promuoverne la stretta osservanza.
I farisei si consideravano separati dai non osservanti e dagli impuri.
Un altro partito importante era quello dei "sadducei", che esprimevano le
massime autorità religiose come i sommi sacerdoti e che si interessavano
anche a problematiche di natura sociale e politica.
Il vangelo menziona poi gli erodiani, seguaci di Erode Antipa, il sovrano
territoriale che aveva giurisdizione su Gesù. Rammenta poi gli "zeloti".
Questi costituivano un partito rivoluzionario e, quando se ne presentava
l'occasione, non esitavano a ricorrere a sommosse armate contro i Romani.
35
□ A che cosa deve tendere, secondo te, la missione della Chiesa nel
Domande
mondo contemporaneo?
□ Nelle normali occupazioni della vita quotidiana mi faccio guidare
da Gesù oppure mi “arrangio” da solo?
□ La missione a cui Gesù mi chiama la sento come un mio fatto
privato oppure avverto di doverla vivere nella dimensione
comunitaria?
□ La ricerca del proprio interesse è la dominante del sistema di vita
in cui siamo immersi. Come si pone il cristiano di fronte a questa
mentalità?
Preghiera
Guida
Cristo Gesù, fattosi povero per noi fino alla morte di croce, ci chiama
a seguirlo da vicino. Ora, insieme a lui, animati dallo Spirito di Dio,
diciamo insieme la preghiera del Signore.
Tutti
Padre nostro
Guida
Cristo Gesù, il solo giusto, è in mezzo a noi e ci mostra il volto
misericordioso del Padre che per primo ci ha amati. Ora, come figli
di Dio, diciamo insieme la preghiera del Signore.
Tutti
Padre nostro
Signore Gesù,
che hai cercato
la compagnia dei pubblici peccatori,
ricordati di noi.
Fa' che ci possa essere sempre
un piccolo posto alla tua tavola.
E concedici di tessere legami,
aperti all'amicizia,
rispettosi delle differenze,
attenti a ciò che ci unisce a tutti gli altri invitati.
Amen.
36
Preghiera
Ti ringraziamo, Signore Gesù Cristo,
per aver inviato accanto a noi
alcune persone che hanno messo in gioco la propria vita
perché noi potessimo conoscerti ed amarti.
Sostienili con la tua grazia
e siano sempre fedeli alla chiamata.
Aiuta, con la luce del tuo Spirito,
coloro che vogliono seguirti
come il Signore della propria vita.
Amen.
49
contano unicamente sulla fedeltà e la potenza di Dio che accompagna e
sostiene la loro parola e la loro testimonianza. Tutto il resto non
farebbe altro che offuscare la loro predicazione. La povertà diviene
allora segno concreto della loro fede assoluta in Dio che "nutre gli
uccelli del cielo" e "riveste i gigli del campo" (Mt 6, 25 sq).
Se lo spirito del male consiste nell'egoismo e nella sete di dominio che
tiene schiavo il mondo, i discepoli, con la loro povertà, possono
scacciare gli spiriti immondi e predicare con efficacia la liberazione.
Ma la missione dei discepoli non si esaurisce nella pura attività
apostolica, si illumina e si completa nel ritirarsi in disparte con Gesù e
nello stare soli con lui, lontano dalla folla. E' l'invito a entrare nel
deserto per poter percorrere il cammino del nuovo popolo di Dio.
5. Il seminatore
Preghiera
Guida
Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso
nella carne umana per la nostra salvezza.
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Guida
A due a due
L'andare dei dodici, a due a due, in missione, ci riporta ad un'usanza giudaica,
praticata anche al tempo di Giovanni Battista e nella stessa chiesa primitiva,
come si rileva anche dagli Atti degli Apostoli.
Oltre ad un vantaggio pratico di mutuo aiuto e alla possibilità di rafforzare la
validità dell’annuncio, è probabile che questa usanza si richiamasse ad una
antica tradizione secondo la quale erano richiesti due testimoni, perché la loro
deposizione fosse giuridicamente autentica. In tal senso prescrive l’Antico
Testamento: “Un solo testimonio non avrà valore contro alcuno, per
qualsiasi colpa e per qualsiasi peccato; qualunque peccato questi abbia
commesso, il fatto dovrà essere stabilito sulla parola di due o tre testimoni “.
( Dt 19,15).
Gesù è la parola vivente del Padre che si è fatto carne per la nostra
salvezza: ascoltiamolo!
Tutti
O Signore, luce vera ai nostri passi è la tua parola, gioia e pace ai
nostri cuori; fa’ che, illuminati dal tuo Santo Spirito, l’accogliamo con
fede viva, per scorgere i segni della tua presenza in mezzo a noi.
Amen.
Salmo 119
•
•
•
Domande
□ La mia fede è un fatto privato o sento di viverla nella comunità ?
□ La missione si esprime in tre momenti: ascolto della Parola,
Celebrazione della Liturgia, vita fraterna. Come sono coordinati
questi momenti nella tua comunità?
48
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Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino.
Ho giurato, e lo confermo, di custodire i tuoi precetti di giustizia.
Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti, sono essi la
gioia del mio cuore.
Tu sei mio rifugio e mio scudo, spero nella tua parola.
Sostienimi secondo la tua parola e avrò vita, non deludermi nella mia speranza.
Sii tu il mio aiuto e sarò salvo, gioirò sempre nei tuoi precetti.
I miei occhi si consumano, nell'attesa della tua salvezza e della
37
tua parola di giustizia.
Agisci con il tuo servo secondo il tuo amore, insegnami i tuoi
comandamenti.
Io sono tuo servo, fammi comprendere e conoscerò i tuoi
insegnamenti.
La tua parola nel rivelarsi illumina, dona saggezza ai semplici.
Fa’ risplendere il volto sul tuo servo, insegnami i tuoi
comandamenti.
Precedo l'aurora e grido aiuto, spero sulla tua parola.
Ma tu, Signore, sei vicino, tutti i tuoi precetti sono veri.
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Poiché sole e scudo è il Signore Dio; il Signore concede grazia
e gloria, non rifiuta il bene a chi cammina con rettitudine.
Signore degli eserciti, beato l'uomo che in te confida.
•
Mc. 6, 6b-13. 30-31
Gesù, dopo aver chiamato i dodici, li invia ad annunciare la lieta
notizia del regno. Nelle sue parole il Maestro sottolinea l'urgenza e la
sollecitudine con cui bisogna compiere questa missione e invita il
discepolo a confidare esclusivamente in lui.
6
Mc. 4, 1-9. 13-20
Alla folla riunita intorno a lui, il Maestro presenta il "mistero del regno di Dio" attraverso le parabole. La Parola è come un seme che
cresce e porta frutti sovrabbondanti, nonostante le resistenze che
tentano di soffocarla.
1
Di nuovo si mise a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a
lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò
seduto, stando in mare mentre la folla era a terra lungo la riva.
2
Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo
insegnamento: 3«Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare.
4
Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli
uccelli e la divorarono. 5Un'altra cadde fra i sassi, dove non c'era
molta terra, e subito spuntò perché non c'era un terreno profondo;
6
ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si
seccò. 7Un'altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la
soffocarono e non diede frutto. 8E un'altra cadde sulla terra
buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora
il sessanta e ora il cento per uno». 9E diceva: «Chi ha orecchi per
intendere intenda!». 13Continuò dicendo loro: «Se non
comprendete questa parabola, come potrete capire tutte le altre
parabole?
14
Il seminatore semina la parola. 15Quelli lungo la strada sono
olor nei quali viene seminata la parola; ma quando l'ascoltano,
38
E si meravigliava della loro incredulità. Gesù andava attorno per
i villaggi, insegnando. 7Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a
mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. 8E
ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il
viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; 9ma, calzati
solo i sandali, non indossassero due tuniche. 10E diceva loro:
«Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel
luogo. 11Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi
ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri
piedi, a testimonianza per loro». 12E partiti, predicavano che la
gente si convertisse, 13scacciavano molti demòni, ungevano di
olio molti infermi e li guarivano. 30Gli apostoli si riunirono
attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e
insegnato. 31Ed egli disse loro: «Venite in disparte, in un luogo
solitario, e riposatevi un po'». Era infatti molta la folla che
andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di
mangiare.
Messaggio
Gesù aveva costituto i dodici perché "stessero con lui" (3,14).
In questo brano lo "stare con lui" si chiarifica e vuole indicare che la
missione dei chiamati si identifica con quella del Maestro che si è
fatto povero per salvare ogni uomo.
Per questo coloro che seguono Gesù non portano niente con sé:
47
7. Li mandò a due a due
Preghiera
Guida
Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso
nella carne umana per la nostra salvezza.
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro.
16
Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro
che, quando ascoltano la parola, subito l'accolgono con gioia,
17
ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al
sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa
della parola, subito si abbattono. 18Altri sono quelli che ricevono
il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola,
19
ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l'inganno
della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e
questa rimane senza frutto. 20Quelli poi che ricevono il seme su
un terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola,
l'accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi
del sessanta, chi del cento per uno».
Guida
Cristo Gesù ha mandato ciascuno di noi in mezzo al mondo e ci ha
costituiti segno della sua presenza nei confronti di chi ancora non ha
incontrato il Signore.
Tutti
O Signore, nostro Dio, fa’ che coloro che hai scelto siano perseveranti
nel servire la tua volontà, e nella vita cerchino di seguire te, unico e
sommo bene e di manifestare al mondo la tua gloria. Amen.
Salmo 84
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46
Quanto sono amabili le tue dimore, Signore degli eserciti!
Il mio cuore e la mia carne, esultano nel Dio vivente.
Anche il passero trova la casa, la rondine il nido, dove porre i
suoi piccoli,presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, mio re e
mio Dio.
Beato chi abita la tua casa: sempre canta le tue lodi!
Beato chi trova in te la sua forza, e decide nel suo cuore il santo
viaggio.
Per me un giorno nei tuoi atri è più che mille altrove, stare sulla
soglia della casa del mio Dio è meglio che abitare nelle tende
degli empi.
Messaggio
Questa prima parabola del vangelo di Marco ha come tema la
speranza. Infatti la descrizione particolareggiata delle difficoltà non fa
altro che mettere in risalto, per contrasto, l'abbondanza insperata del
raccolto.
Partendo dall'esperienza di Gesù che ha sparso ovunque il lieto
annunzio del regno, il credente è chiamato ad avere una fiducia piena
nel compimento finale in cui il regno di Dio si mostrerà in tutto il suo
splendore e darà ricchi frutti e messe abbondante.
L'applicazione che Gesù stesso dà di questa parabola invita la
comunità dei discepoli a individuare e a superare le resistenze che
incontra nel percorrere lo stesso cammino del suo Signore.
La prima difficoltà proviene dall'interno, quando l'uomo, tentato dallo
spirito del male, in nome di un falsa concezione di libertà e di buon
senso, è portato ad addolcire e ad accomodare la contrapposizione tra
le esigenze della parola di Dio e il modo di pensare e di agire del
mondo. Il risultato è che la Parola non è stata ascoltata nel profondo:
resta in superficie e si vanifica.
La seconda difficoltà viene dall'esterno, quando veniamo scossi nella
nostra fede, non sufficientemente radicata e profonda, da sofferenze,
incomprensioni o addirittura persecuzioni. Non è facile vivere la
Parola nella vita quotidiana, quando il mondo segue il criterio
39
dell'egoismo e del dominio, mentre Cristo indica la via dell'amore,
della condivisione e del dono di sé.
L'altra difficoltà, quella delle ricchezze, seduce e muove la bramosia
all'interno dell'uomo, stravolgendo, così, ogni valore umano. Il danaro,
quindi, e ogni attaccamento smodato mettono il discepolo sul
cammino opposto a quello del vangelo e diventano per lui idoli.
Ma nel terreno, in cui la Parola vince e mette a nudo ogni tipo di
maschera, il credente pregusta il pane di vita che Dio gli ha dato in
Gesù, sua parola vivente.
La parabola
La parabola, usata spesso da Gesù per comunicare il suo pensiero, è una
narrazione talvolta molto ampia, che normalmente riproduce episodi tratti
dalla vita quotidiana degli ascoltatori, come l'agricoltura, la pastorizia, la vita
familiare… Tale racconto usa un linguaggio simbolico, destinato a porre una
questione o a svelare un significato nascosto. Occorre precisare che, per
capire il messaggio della parabola, è importante fissare l'attenzione su un solo
punto fondamentale, al di là dei singoli elementi del racconto che tuttavia
vanno interpretati alla luce del suo significato generale .
Domande
□ Cosa significa ascoltare la Parola di Dio che mi invita ad entrare in
relazione con me? Quali riflessioni e atteggiamenti di vita provoca
in me la Parola?
□ Le nostre comunità somigliano talvolta alla strada della parabola:
terreno calpestato da una fede ridotta ad abitudine. La Parola è
ancora capace di penetrare e di convertire la vita di noi discepoli del
Signore?
□ Il seminatore sparge il seme senza calcolare quale sarà l’esito della
semina. Il nostro atteggiamento di fondo di fronte al Vangelo ha la
stessa apertura e fiducia del seminatore?
40
Domande
□ Quali realtà generano in noi timore, paura ? Come affrontiamo
queste situazioni?
□ Come i discepoli, anche le nostre comunità ecclesiali fanno
esperienza di Gesù, ascoltando la sua Parola; ma nel momento della
prova, avvertono “il silenzio” di Dio e lo temono. Quale invito
rivolge questo brano alla nostra comunità?
□ Quale testimonianza possiamo offrire a quanti ogni giorno
manifestano pessimismo rispetto alle vicende del mondo?
Preghiera
Guida
Cristo Gesù è in mezzo a noi e ci dona continuamente la sua parola di
speranza. Ora, come figli di Dio, diciamo insieme la preghiera del
Signore.
Tutti
Padre nostro
Signore Gesù,
come i tuoi discepoli
anche noi veniamo assaliti da paura e terrore
nelle tempeste della vita.
Aiutaci a riconoscere la tua presenza,
anche quando il tuo silenzio
ci spinge a crederti assente o lontano
e a vivere questi momenti,
consapevoli che anche in essi ci è data
la possibilità di una più profonda conoscenza di te.
Amen.
45
Il messaggio
La barca che porta, in un cammino comune, i discepoli e Gesù, è stata
giustamente intesa dai Padri come simbolo della Chiesa.
E' notte ed essa sta per soccombere, travolta dalle onde ed
inghiottita nel profondo. I discepoli, afferrati dall'angoscia e privi di
ogni fiducia nelle proprie forze, ricorrono disperatamente al Maestro,
meravigliandosi che egli dorma, incurante di che cosa stia accadendo.
Ma in realtà è la fede dei discepoli che è assopita.
Infatti tutte le tempeste e le paure provengono dalla mancanza di fede:
questo è il vero motivo per cui rischiamo di andare a fondo. A tutti
coloro che, anche oggi, sono tentati dal pessimismo riguardo alla
chiesa e al mondo, Gesù rivolge questa parola: "Non avete ancora
fede?"(v.40). E' nella certezza della sua permanente presenza, anche
quando sembra che egli dorma, che tutti i motivi di angoscia vengono
superati: "Il vento cessò e vi fu grande bonaccia" (v 39). Solo quando
la nostra fede non dorme, ci accorgiamo che anche il Signore è vigile.
In mezzo alle difficoltà della vita, dietro la testimonianza di Gesù,
anche i discepoli fanno l'esperienza del regno che viene e trovano
nuovo orientamento nella parola di Cristo: "Io ho vinto il mondo" (Gv
16,33). Egli, infatti, segno visibile della potenza di Dio in mezzo a noi,
domina tutte le potenze avverse e conduce i credenti a superare tutte le
difficoltà della storia. In definitiva le nostre angosce e le nostre paure
nascono dal non aver capito "chi è costui" (v 41): è questa la scoperta
a cui il vangelo di Marco intende condurci.
Preghiera
Guida
Cristo Gesù, il solo giusto, è in mezzo a noi e ci mostra il volto
misericordioso del Padre che per primo ci ha amati. Ora, come figli di
Dio, diciamo insieme la preghiera del Signore.
Tutti
Padre nostro
Signore,
noi ti ringraziamo per il dono della tua Parola
che dissemini con abbondanza nelle nostre giornate.
E' un dono prezioso
che spesso rischiamo di disperdere.
Ti preghiamo
di dissodare il terreno della nostra esistenza,
perché il seme efficace della tua parola
possa fruttificare in noi.
Illuminaci, con il tuo Spirito di sapienza,
affinché possiamo sempre accogliere la Parola
con cuore aperto e disponibile.
Il mare di Tiberiade
La zona geografica in cui viene descritta l'attività di Gesù in questa parte del
vangelo, è il lago di Tiberiade, da Marco comunemente chiamato "mare".
Questo lago segna il luogo di frontiera tra il popolo ebraico abitante in
Galilea e la regione dei pagani, sulla sponda est. La distesa di acqua assume
spesso tonalità negative, è simbolo del male e delle potenze infernali. Già
nell' Antico Testamento le sofferenze e le prove che il credente incontra
vengono paragonate ad acque travolgenti e profonde: "Salvami, o Dio:
l'acqua mi giunge alla gola. Sono caduto in acque profonde e l'onda mi
travolge" (Sal 69, 2-3). Allora il potere di Gesù sulle acque del mare è
rivelazione della potenza di Dio.
44
41
6. Perché siete così paurosi?
•
•
Preghiera
•
Guida
•
Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso
nella carne umana per la nostra salvezza.
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Il Signore vince ogni nostra paura: affidiamoci a lui, ascoltando la sua
parola che semina nella nostra vita.
Tutti
Signore della vita e della storia, davanti a te si acquieta ogni tempesta;
fa’ che il tuo popolo esulti sempre nell’ascolto della tua voce, e
costruisca nella speranza la serena pace del tuo regno. Amen.
Salmo 119
•
•
•
•
42
•
•
Guida
•
•
•
Salvami, o Dio: l'acqua mi giunge alla gola.
Affondo nel fango e non ho sostegno; sono caduto in acque
profonde e l'onda mi travolge.
Sono sfinito dal gridare, riarse sono le mie fauci; i miei occhi si
consumano nell'attesa del mio Dio.
Chi spera in te, non sia confuso, Signore, Dio degli eserciti;
non si vergogni chi ti cerca, Dio d'Israele.
Ma io innalzo a te la mia preghiera, Signore, nel tempo della
benevolenza; per la grandezza della tua bontà, rispondimi, per
la fedeltà della tua salvezza, o Dio.
Non mi sommergano i flutti delle acque e il vortice non mi
travolga, l'abisso non chiuda su di me la sua bocca.
Rispondimi, Signore, benefica è la tua grazia; vòlgiti a me nella
tua grande tenerezza.
Non nascondere il volto al tuo servo, sono in pericolo: presto,
rispondimi.
Loderò il nome di Dio con il canto, lo esalterò con azioni di
grazie.
Vedano gli umili e si rallegrino; si ravvivi il cuore di chi cerca
Dio.
A lui acclamino i cieli e la terra, i mari e quanto in essi si
muove.
Perché Dio salverà Sion, ricostruirà le città di Giuda: vi
abiteranno e ne avranno il possesso.
La stirpe dei suoi servi ne sarà erede, e chi ama il suo nome vi
porrà dimora.
Mc. 4, 35-41
Non è sempre facile accogliere gli insegnamenti di Gesù: spesso
situazioni avverse sembrano frenarci nel cammino di fede. Così
avviene ai discepoli nel racconto della tempesta sedata. Essi hanno
ascoltato gli insegnamenti del Maestro riguardo al Regno di Dio;
sembra che ne abbiano compreso il vero significato, ma, nel momento
della prova, mostrano di non avere ancora fiducia.
35
In quel medesimo giorno, verso sera, disse loro: «Passiamo al
l'altra riva». 36E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era,
nella barca. C'erano anche altre barche con lui. 37Nel frattempo si
sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca,
tanto che ormai era piena. 38Egli se ne stava a poppa, sul cuscino,
e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non
t'importa che moriamo?». 39Destatosi, sgridò il vento e disse al
mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e vi fu grande bonaccia.
40
Poi disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora
fede?». 41E furono presi da grande timore e si dicevano l'un
l'altro: «Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare
obbediscono?».
43
6. Perché siete così paurosi?
•
•
Preghiera
•
Guida
•
Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso
nella carne umana per la nostra salvezza.
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Il Signore vince ogni nostra paura: affidiamoci a lui, ascoltando la sua
parola che semina nella nostra vita.
Tutti
Signore della vita e della storia, davanti a te si acquieta ogni tempesta;
fa’ che il tuo popolo esulti sempre nell’ascolto della tua voce, e
costruisca nella speranza la serena pace del tuo regno. Amen.
Salmo 119
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42
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Guida
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Salvami, o Dio: l'acqua mi giunge alla gola.
Affondo nel fango e non ho sostegno; sono caduto in acque
profonde e l'onda mi travolge.
Sono sfinito dal gridare, riarse sono le mie fauci; i miei occhi si
consumano nell'attesa del mio Dio.
Chi spera in te, non sia confuso, Signore, Dio degli eserciti;
non si vergogni chi ti cerca, Dio d'Israele.
Ma io innalzo a te la mia preghiera, Signore, nel tempo della
benevolenza; per la grandezza della tua bontà, rispondimi, per
la fedeltà della tua salvezza, o Dio.
Non mi sommergano i flutti delle acque e il vortice non mi
travolga, l'abisso non chiuda su di me la sua bocca.
Rispondimi, Signore, benefica è la tua grazia; vòlgiti a me nella
tua grande tenerezza.
Non nascondere il volto al tuo servo, sono in pericolo: presto,
rispondimi.
Loderò il nome di Dio con il canto, lo esalterò con azioni di
grazie.
Vedano gli umili e si rallegrino; si ravvivi il cuore di chi cerca
Dio.
A lui acclamino i cieli e la terra, i mari e quanto in essi si
muove.
Perché Dio salverà Sion, ricostruirà le città di Giuda: vi
abiteranno e ne avranno il possesso.
La stirpe dei suoi servi ne sarà erede, e chi ama il suo nome vi
porrà dimora.
Mc. 4, 35-41
Non è sempre facile accogliere gli insegnamenti di Gesù: spesso
situazioni avverse sembrano frenarci nel cammino di fede. Così
avviene ai discepoli nel racconto della tempesta sedata. Essi hanno
ascoltato gli insegnamenti del Maestro riguardo al Regno di Dio;
sembra che ne abbiano compreso il vero significato, ma, nel momento
della prova, mostrano di non avere ancora fiducia.
35
In quel medesimo giorno, verso sera, disse loro: «Passiamo al
l'altra riva». 36E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era,
nella barca. C'erano anche altre barche con lui. 37Nel frattempo si
sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca,
tanto che ormai era piena. 38Egli se ne stava a poppa, sul cuscino,
e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non
t'importa che moriamo?». 39Destatosi, sgridò il vento e disse al
mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e vi fu grande bonaccia.
40
Poi disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora
fede?». 41E furono presi da grande timore e si dicevano l'un
l'altro: «Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare
obbediscono?».
43
Il messaggio
La barca che porta, in un cammino comune, i discepoli e Gesù, è stata
giustamente intesa dai Padri come simbolo della Chiesa.
E' notte ed essa sta per soccombere, travolta dalle onde ed
inghiottita nel profondo. I discepoli, afferrati dall'angoscia e privi di
ogni fiducia nelle proprie forze, ricorrono disperatamente al Maestro,
meravigliandosi che egli dorma, incurante di che cosa stia accadendo.
Ma in realtà è la fede dei discepoli che è assopita.
Infatti tutte le tempeste e le paure provengono dalla mancanza di fede:
questo è il vero motivo per cui rischiamo di andare a fondo. A tutti
coloro che, anche oggi, sono tentati dal pessimismo riguardo alla
chiesa e al mondo, Gesù rivolge questa parola: "Non avete ancora
fede?"(v.40). E' nella certezza della sua permanente presenza, anche
quando sembra che egli dorma, che tutti i motivi di angoscia vengono
superati: "Il vento cessò e vi fu grande bonaccia" (v 39). Solo quando
la nostra fede non dorme, ci accorgiamo che anche il Signore è vigile.
In mezzo alle difficoltà della vita, dietro la testimonianza di Gesù,
anche i discepoli fanno l'esperienza del regno che viene e trovano
nuovo orientamento nella parola di Cristo: "Io ho vinto il mondo" (Gv
16,33). Egli, infatti, segno visibile della potenza di Dio in mezzo a noi,
domina tutte le potenze avverse e conduce i credenti a superare tutte le
difficoltà della storia. In definitiva le nostre angosce e le nostre paure
nascono dal non aver capito "chi è costui" (v 41): è questa la scoperta
a cui il vangelo di Marco intende condurci.
Preghiera
Guida
Cristo Gesù, il solo giusto, è in mezzo a noi e ci mostra il volto
misericordioso del Padre che per primo ci ha amati. Ora, come figli di
Dio, diciamo insieme la preghiera del Signore.
Tutti
Padre nostro
Signore,
noi ti ringraziamo per il dono della tua Parola
che dissemini con abbondanza nelle nostre giornate.
E' un dono prezioso
che spesso rischiamo di disperdere.
Ti preghiamo
di dissodare il terreno della nostra esistenza,
perché il seme efficace della tua parola
possa fruttificare in noi.
Illuminaci, con il tuo Spirito di sapienza,
affinché possiamo sempre accogliere la Parola
con cuore aperto e disponibile.
Il mare di Tiberiade
La zona geografica in cui viene descritta l'attività di Gesù in questa parte del
vangelo, è il lago di Tiberiade, da Marco comunemente chiamato "mare".
Questo lago segna il luogo di frontiera tra il popolo ebraico abitante in
Galilea e la regione dei pagani, sulla sponda est. La distesa di acqua assume
spesso tonalità negative, è simbolo del male e delle potenze infernali. Già
nell' Antico Testamento le sofferenze e le prove che il credente incontra
vengono paragonate ad acque travolgenti e profonde: "Salvami, o Dio:
l'acqua mi giunge alla gola. Sono caduto in acque profonde e l'onda mi
travolge" (Sal 69, 2-3). Allora il potere di Gesù sulle acque del mare è
rivelazione della potenza di Dio.
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41
dell'egoismo e del dominio, mentre Cristo indica la via dell'amore,
della condivisione e del dono di sé.
L'altra difficoltà, quella delle ricchezze, seduce e muove la bramosia
all'interno dell'uomo, stravolgendo, così, ogni valore umano. Il danaro,
quindi, e ogni attaccamento smodato mettono il discepolo sul
cammino opposto a quello del vangelo e diventano per lui idoli.
Ma nel terreno, in cui la Parola vince e mette a nudo ogni tipo di
maschera, il credente pregusta il pane di vita che Dio gli ha dato in
Gesù, sua parola vivente.
La parabola
La parabola, usata spesso da Gesù per comunicare il suo pensiero, è una
narrazione talvolta molto ampia, che normalmente riproduce episodi tratti
dalla vita quotidiana degli ascoltatori, come l'agricoltura, la pastorizia, la vita
familiare… Tale racconto usa un linguaggio simbolico, destinato a porre una
questione o a svelare un significato nascosto. Occorre precisare che, per
capire il messaggio della parabola, è importante fissare l'attenzione su un solo
punto fondamentale, al di là dei singoli elementi del racconto che tuttavia
vanno interpretati alla luce del suo significato generale .
Domande
□ Cosa significa ascoltare la Parola di Dio che mi invita ad entrare in
relazione con me? Quali riflessioni e atteggiamenti di vita provoca
in me la Parola?
□ Le nostre comunità somigliano talvolta alla strada della parabola:
terreno calpestato da una fede ridotta ad abitudine. La Parola è
ancora capace di penetrare e di convertire la vita di noi discepoli del
Signore?
□ Il seminatore sparge il seme senza calcolare quale sarà l’esito della
semina. Il nostro atteggiamento di fondo di fronte al Vangelo ha la
stessa apertura e fiducia del seminatore?
40
Domande
□ Quali realtà generano in noi timore, paura ? Come affrontiamo
queste situazioni?
□ Come i discepoli, anche le nostre comunità ecclesiali fanno
esperienza di Gesù, ascoltando la sua Parola; ma nel momento della
prova, avvertono “il silenzio” di Dio e lo temono. Quale invito
rivolge questo brano alla nostra comunità?
□ Quale testimonianza possiamo offrire a quanti ogni giorno
manifestano pessimismo rispetto alle vicende del mondo?
Preghiera
Guida
Cristo Gesù è in mezzo a noi e ci dona continuamente la sua parola di
speranza. Ora, come figli di Dio, diciamo insieme la preghiera del
Signore.
Tutti
Padre nostro
Signore Gesù,
come i tuoi discepoli
anche noi veniamo assaliti da paura e terrore
nelle tempeste della vita.
Aiutaci a riconoscere la tua presenza,
anche quando il tuo silenzio
ci spinge a crederti assente o lontano
e a vivere questi momenti,
consapevoli che anche in essi ci è data
la possibilità di una più profonda conoscenza di te.
Amen.
45
7. Li mandò a due a due
Preghiera
Guida
Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso
nella carne umana per la nostra salvezza.
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro.
16
Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro
che, quando ascoltano la parola, subito l'accolgono con gioia,
17
ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al
sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa
della parola, subito si abbattono. 18Altri sono quelli che ricevono
il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola,
19
ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l'inganno
della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e
questa rimane senza frutto. 20Quelli poi che ricevono il seme su
un terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola,
l'accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi
del sessanta, chi del cento per uno».
Guida
Cristo Gesù ha mandato ciascuno di noi in mezzo al mondo e ci ha
costituiti segno della sua presenza nei confronti di chi ancora non ha
incontrato il Signore.
Tutti
O Signore, nostro Dio, fa’ che coloro che hai scelto siano perseveranti
nel servire la tua volontà, e nella vita cerchino di seguire te, unico e
sommo bene e di manifestare al mondo la tua gloria. Amen.
Salmo 84
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46
Quanto sono amabili le tue dimore, Signore degli eserciti!
Il mio cuore e la mia carne, esultano nel Dio vivente.
Anche il passero trova la casa, la rondine il nido, dove porre i
suoi piccoli,presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, mio re e
mio Dio.
Beato chi abita la tua casa: sempre canta le tue lodi!
Beato chi trova in te la sua forza, e decide nel suo cuore il santo
viaggio.
Per me un giorno nei tuoi atri è più che mille altrove, stare sulla
soglia della casa del mio Dio è meglio che abitare nelle tende
degli empi.
Messaggio
Questa prima parabola del vangelo di Marco ha come tema la
speranza. Infatti la descrizione particolareggiata delle difficoltà non fa
altro che mettere in risalto, per contrasto, l'abbondanza insperata del
raccolto.
Partendo dall'esperienza di Gesù che ha sparso ovunque il lieto
annunzio del regno, il credente è chiamato ad avere una fiducia piena
nel compimento finale in cui il regno di Dio si mostrerà in tutto il suo
splendore e darà ricchi frutti e messe abbondante.
L'applicazione che Gesù stesso dà di questa parabola invita la
comunità dei discepoli a individuare e a superare le resistenze che
incontra nel percorrere lo stesso cammino del suo Signore.
La prima difficoltà proviene dall'interno, quando l'uomo, tentato dallo
spirito del male, in nome di un falsa concezione di libertà e di buon
senso, è portato ad addolcire e ad accomodare la contrapposizione tra
le esigenze della parola di Dio e il modo di pensare e di agire del
mondo. Il risultato è che la Parola non è stata ascoltata nel profondo:
resta in superficie e si vanifica.
La seconda difficoltà viene dall'esterno, quando veniamo scossi nella
nostra fede, non sufficientemente radicata e profonda, da sofferenze,
incomprensioni o addirittura persecuzioni. Non è facile vivere la
Parola nella vita quotidiana, quando il mondo segue il criterio
39
tua parola di giustizia.
Agisci con il tuo servo secondo il tuo amore, insegnami i tuoi
comandamenti.
Io sono tuo servo, fammi comprendere e conoscerò i tuoi
insegnamenti.
La tua parola nel rivelarsi illumina, dona saggezza ai semplici.
Fa’ risplendere il volto sul tuo servo, insegnami i tuoi
comandamenti.
Precedo l'aurora e grido aiuto, spero sulla tua parola.
Ma tu, Signore, sei vicino, tutti i tuoi precetti sono veri.
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Poiché sole e scudo è il Signore Dio; il Signore concede grazia
e gloria, non rifiuta il bene a chi cammina con rettitudine.
Signore degli eserciti, beato l'uomo che in te confida.
•
Mc. 6, 6b-13. 30-31
Gesù, dopo aver chiamato i dodici, li invia ad annunciare la lieta
notizia del regno. Nelle sue parole il Maestro sottolinea l'urgenza e la
sollecitudine con cui bisogna compiere questa missione e invita il
discepolo a confidare esclusivamente in lui.
6
Mc. 4, 1-9. 13-20
Alla folla riunita intorno a lui, il Maestro presenta il "mistero del regno di Dio" attraverso le parabole. La Parola è come un seme che
cresce e porta frutti sovrabbondanti, nonostante le resistenze che
tentano di soffocarla.
1
Di nuovo si mise a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a
lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò
seduto, stando in mare mentre la folla era a terra lungo la riva.
2
Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo
insegnamento: 3«Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare.
4
Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli
uccelli e la divorarono. 5Un'altra cadde fra i sassi, dove non c'era
molta terra, e subito spuntò perché non c'era un terreno profondo;
6
ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si
seccò. 7Un'altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la
soffocarono e non diede frutto. 8E un'altra cadde sulla terra
buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora
il sessanta e ora il cento per uno». 9E diceva: «Chi ha orecchi per
intendere intenda!». 13Continuò dicendo loro: «Se non
comprendete questa parabola, come potrete capire tutte le altre
parabole?
14
Il seminatore semina la parola. 15Quelli lungo la strada sono
olor nei quali viene seminata la parola; ma quando l'ascoltano,
38
E si meravigliava della loro incredulità. Gesù andava attorno per
i villaggi, insegnando. 7Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a
mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. 8E
ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il
viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; 9ma, calzati
solo i sandali, non indossassero due tuniche. 10E diceva loro:
«Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel
luogo. 11Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi
ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri
piedi, a testimonianza per loro». 12E partiti, predicavano che la
gente si convertisse, 13scacciavano molti demòni, ungevano di
olio molti infermi e li guarivano. 30Gli apostoli si riunirono
attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e
insegnato. 31Ed egli disse loro: «Venite in disparte, in un luogo
solitario, e riposatevi un po'». Era infatti molta la folla che
andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di
mangiare.
Messaggio
Gesù aveva costituto i dodici perché "stessero con lui" (3,14).
In questo brano lo "stare con lui" si chiarifica e vuole indicare che la
missione dei chiamati si identifica con quella del Maestro che si è
fatto povero per salvare ogni uomo.
Per questo coloro che seguono Gesù non portano niente con sé:
47
contano unicamente sulla fedeltà e la potenza di Dio che accompagna e
sostiene la loro parola e la loro testimonianza. Tutto il resto non
farebbe altro che offuscare la loro predicazione. La povertà diviene
allora segno concreto della loro fede assoluta in Dio che "nutre gli
uccelli del cielo" e "riveste i gigli del campo" (Mt 6, 25 sq).
Se lo spirito del male consiste nell'egoismo e nella sete di dominio che
tiene schiavo il mondo, i discepoli, con la loro povertà, possono
scacciare gli spiriti immondi e predicare con efficacia la liberazione.
Ma la missione dei discepoli non si esaurisce nella pura attività
apostolica, si illumina e si completa nel ritirarsi in disparte con Gesù e
nello stare soli con lui, lontano dalla folla. E' l'invito a entrare nel
deserto per poter percorrere il cammino del nuovo popolo di Dio.
5. Il seminatore
Preghiera
Guida
Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso
nella carne umana per la nostra salvezza.
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Guida
A due a due
L'andare dei dodici, a due a due, in missione, ci riporta ad un'usanza giudaica,
praticata anche al tempo di Giovanni Battista e nella stessa chiesa primitiva,
come si rileva anche dagli Atti degli Apostoli.
Oltre ad un vantaggio pratico di mutuo aiuto e alla possibilità di rafforzare la
validità dell’annuncio, è probabile che questa usanza si richiamasse ad una
antica tradizione secondo la quale erano richiesti due testimoni, perché la loro
deposizione fosse giuridicamente autentica. In tal senso prescrive l’Antico
Testamento: “Un solo testimonio non avrà valore contro alcuno, per
qualsiasi colpa e per qualsiasi peccato; qualunque peccato questi abbia
commesso, il fatto dovrà essere stabilito sulla parola di due o tre testimoni “.
( Dt 19,15).
Gesù è la parola vivente del Padre che si è fatto carne per la nostra
salvezza: ascoltiamolo!
Tutti
O Signore, luce vera ai nostri passi è la tua parola, gioia e pace ai
nostri cuori; fa’ che, illuminati dal tuo Santo Spirito, l’accogliamo con
fede viva, per scorgere i segni della tua presenza in mezzo a noi.
Amen.
Salmo 119
•
•
•
Domande
□ La mia fede è un fatto privato o sento di viverla nella comunità ?
□ La missione si esprime in tre momenti: ascolto della Parola,
Celebrazione della Liturgia, vita fraterna. Come sono coordinati
questi momenti nella tua comunità?
48
•
•
•
•
Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino.
Ho giurato, e lo confermo, di custodire i tuoi precetti di giustizia.
Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti, sono essi la
gioia del mio cuore.
Tu sei mio rifugio e mio scudo, spero nella tua parola.
Sostienimi secondo la tua parola e avrò vita, non deludermi nella mia speranza.
Sii tu il mio aiuto e sarò salvo, gioirò sempre nei tuoi precetti.
I miei occhi si consumano, nell'attesa della tua salvezza e della
37
□ A che cosa deve tendere, secondo te, la missione della Chiesa nel
Domande
mondo contemporaneo?
□ Nelle normali occupazioni della vita quotidiana mi faccio guidare
da Gesù oppure mi “arrangio” da solo?
□ La missione a cui Gesù mi chiama la sento come un mio fatto
privato oppure avverto di doverla vivere nella dimensione
comunitaria?
□ La ricerca del proprio interesse è la dominante del sistema di vita
in cui siamo immersi. Come si pone il cristiano di fronte a questa
mentalità?
Preghiera
Guida
Cristo Gesù, fattosi povero per noi fino alla morte di croce, ci chiama
a seguirlo da vicino. Ora, insieme a lui, animati dallo Spirito di Dio,
diciamo insieme la preghiera del Signore.
Tutti
Padre nostro
Guida
Cristo Gesù, il solo giusto, è in mezzo a noi e ci mostra il volto
misericordioso del Padre che per primo ci ha amati. Ora, come figli
di Dio, diciamo insieme la preghiera del Signore.
Tutti
Padre nostro
Signore Gesù,
che hai cercato
la compagnia dei pubblici peccatori,
ricordati di noi.
Fa' che ci possa essere sempre
un piccolo posto alla tua tavola.
E concedici di tessere legami,
aperti all'amicizia,
rispettosi delle differenze,
attenti a ciò che ci unisce a tutti gli altri invitati.
Amen.
36
Preghiera
Ti ringraziamo, Signore Gesù Cristo,
per aver inviato accanto a noi
alcune persone che hanno messo in gioco la propria vita
perché noi potessimo conoscerti ed amarti.
Sostienili con la tua grazia
e siano sempre fedeli alla chiamata.
Aiuta, con la luce del tuo Spirito,
coloro che vogliono seguirti
come il Signore della propria vita.
Amen.
49
8. Date loro da mangiare
Preghiera
Guida
Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso
nella carne umana per la nostra salvezza.
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Guida
Il Signore Gesù è il pane per il nutrimento dell’umanità e il vero
pastore che ci guida nel cammino della vita.
Tutti
O Padre, che ci chiami a condividere il pane vivo disceso dal cielo,
aiutaci a spezzare nella carità di Cristo anche il pane terreno, perché sia
saziata ogni fame del corpo e dello Spirito. Amen.
Salmo 77
• Ciò che abbiamo udito e conosciuto e i nostri padri ci hanno
raccontato, non lo terremo nascosto ai loro figli;
• diremo alla generazione futura, le lodi del Signore.
• Comandò alle nubi dall'alto, e aprì le porte del cielo;
• fece piovere su di essi la manna per cibo, diede loro pane del
cielo:
• Li fece salire al suo luogo santo, al monte conquistato dalla sua
destra.
• Egli scelse Davide suo servo, lo trasse dagli ovili delle pecore.
• Lo chiamò dal seguito delle pecore madri per pascere Giacobbe
suo popolo, la sua eredità Israele.
• Fu per loro pastore dal cuore integro e li guidò con mano
sapiente.
50
Ma Gesù, con lo sguardo e la sua parola che si posano con potenza
creatrice su quell'uomo, lo illumina, lo alza in piedi e ridona senso alla
sua esistenza, chiamandolo alla sua sequela. Così il gabelliere, ritenuto
dall'opinione pubblica ormai una persona irrimediabilmente perduta, si
incammina senza esitazione dietro al Maestro.
Gesù, per manifestare l'amore e la pazienza del Padre nel ricercare la
pecora smarrita, compie un gesto sorprendente: si siede a mensa con i
pubblicani e i peccatori. Banchettare insieme, infatti, è segno di
intimità, di riconciliazione, di pace e di letizia: sono i familiari che
mangiano insieme! I farisei, invece, ritengono altamente scandaloso
questo comportamento di Cristo.
Essi sono come il figlio maggiore della parabola, che si lamenta per il
banchetto imbandito dal padre e non vuole parteciparvi. Lui è sempre
stato in casa come servo ossequioso alla legge, senza mai giungere,
però, all'atteggiamento del figlio che coglie nel cuore del padre il suo
amore misericordioso verso tutti e ne gioisce con lui.
Accogliere questa novità è entrare a far parte dei discepoli del Signore.
Scribi, farisei, sadducei e zeloti
In questo brano di Marco gli oppositori di Gesù vengono qualificati come
"scribi della setta dei farisei". Sono i maestri della legge, talvolta chiamati
"dottori della legge", esperti del giudaismo, appartenenti in massima parte al
gruppo dei "farisei". Questi si impegnavano nella esatta conoscenza della
legge e della tradizione giudaica per promuoverne la stretta osservanza.
I farisei si consideravano separati dai non osservanti e dagli impuri.
Un altro partito importante era quello dei "sadducei", che esprimevano le
massime autorità religiose come i sommi sacerdoti e che si interessavano
anche a problematiche di natura sociale e politica.
Il vangelo menziona poi gli erodiani, seguaci di Erode Antipa, il sovrano
territoriale che aveva giurisdizione su Gesù. Rammenta poi gli "zeloti".
Questi costituivano un partito rivoluzionario e, quando se ne presentava
l'occasione, non esitavano a ricorrere a sommosse armate contro i Romani.
35
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•
•
Allontana da me i tuoi colpi: sono distrutto sotto il peso della
tua mano.
Castigando il suo peccato tu correggi l'uomo, corrodi come tarlo i suoi tesori. Ogni uomo non è che un soffio.
Ascolta la mia preghiera, Signore, porgi l'orecchio al mio grido,
non essere sordo alle mie lacrime, poiché io sono un forestiero,
uno straniero come tutti i miei padri.
Distogli il tuo sguardo, che io respiri, prima che me ne vada e
più non sia.
Mc. 2, 13-17
Lungo il cammino di Gesù verso Gerusalemme altre persone si
uniscono al gruppo dei primi discepoli. E' il caso di Levi, l'apostolo
Matteo, esattore delle tasse a servizio del potere romano. Chiamato da
Gesù a seguirlo, non spreca i pensieri e le parole in calcoli personali,
ma, su due piedi, abbandona il banco di lavoro e decide di andare con
lui per tutta la vita.
13
Uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli li
ammaestrava. 14Nel passare, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto
al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Egli, alzatosi, lo
seguì.15Mentre Gesù stava a mensa in casa di lui, molti
pubblicani e peccatori si misero a mensa insieme con Gesù e i
suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano.
16
Allora gli scribi della setta dei farisei, vedendolo mangiare con
i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Come mai
egli mangia e beve in compagnia dei pubblicani e dei
peccatori?». 17Avendo udito questo, Gesù disse loro: «Non sono
i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono
venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori».
Messaggio
Mc. 6, 32-44
Continua ancora da parte dei discepoli l'incapacità a capire chi è
Gesù, che dona se stesso sotto il segno dei pani. Non hanno ancora
inteso che la fame della gente si esaurisce con il dare se stessi, senza
limiti, con quell'amore che incomincia anche con il poco che si ha.
La stretta somiglianza tra questo brano e quello che descrive il
momento culminante dell'ultima cena, mostra l'intenzione
dell'evangelista di presentare questo miracolo come anticipazione del
dono dell'Eucaristia.
32
Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte
Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città
cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero.
34
Sbarcando, vi de molta folla e si commosse per loro, perché
erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro
molte cose. 35Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i
discepoli dicendo: «Questo luogo è solitario ed è ormai tardi; 36
congedali perciò, in modo che, andando per le campagne e i
villaggi vicini, possano comprarsi da mangiare». 37Ma egli
rispose: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero:
«Dobbiamo andar noi a comprare duecento denari di pane e dare
loro da mangiare?». 38 Ma egli replicò loro: «Quanti pani
avete? Andate a vedere». E accertatisi, riferirono: «Cinque pani
e due pesci». 39Allora ordinò loro di farli mettere tutti a sedere, a
gruppi, sull'erba verde. 40E sedettero tutti a gruppi e gruppetti di
cento e di cinquanta. 41Presi i cinque pani e i due pesci, levò gli
occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li dava
ai discepoli perché li distribuissero; e divise i due pesci fra tutti.
42
Tutti mangiarono e si sfamarono, 43e portarono via dodici ceste
piene di pezzi di pane e anche dei pesci. 44Quelli che avevano
mangiato i pani erano cinquemila uomini.
33
Levi, seduto al banco delle imposte, tutto immerso nel suo lavoro,
oltretutto anche poco onesto, ci richiama l'immobilità del paralitico.
34
51
4. Seguimi
Messaggio
La gran folla che segue Gesù è paragonata a un gregge senza pastore: è
il nuovo popolo che Dio nutrirà in modo più mirabile ed inatteso di
quanto aveva fatto in passato nella marcia dell'Esodo. Dio ne ha tanta
compassione che si dona nel Figlio Gesù, il vero pastore che dà la vita
per le sue pecore e porta tutti alla salvezza.
Il primo pane che Cristo dona per sfamare la folla è la parola del
Padre: "si mise ad istruirli a lungo" (v 34).
Ma i discepoli, fissi nel loro modo di pensare, chiedono a Gesù di
licenziare la gente e si mettono a calcolare quanto denaro occorra per
acquistare pane per tutti. Essi non sanno di avere tra le mani non un
pane che si compra, ma Gesù, pane donato, spezzato e sufficiente per
tutti. Questo pane è l'amore che Dio ci offre nel dono che il suo Figlio
Gesù che ha fatto di sé a tutto il mondo. I discepoli lo ricevono e, a
loro volta, sono invitati a donarlo. E' il pane che cambia radicalmente
la storia, stravolgendone le categorie e creando un cammino del tutto
nuovo per ogni creatura.
Con Gesù, infatti, tutto cambia: il deserto fiorisce e diventa un prato
verdeggiante; la folla, stanca e disorientata, avverte di avere un
pastore e di essere da questi amata; la maledizione della fame e del
vuoto è superata e tutti possono finalmente mangiare a sazietà. E ne
avanzano ancora dodici ceste, a sufficienza per tutti e per sempre.
Preghiera
Guida
Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza.
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Guida
Il Signore ci ha chiamati a seguirlo per essere nel mondo segno della
sua misericordia e del suo amore, anche per i peccatori.
Tutti
Donaci, o Signore, di rispondere alla tua Parola: aiutaci a comprendere
qual è la risposta adeguata al tuo richiamo che ci giunge attraverso essa. Siccome siamo qui per lodarti e ringraziarti, donaci di capire cosa
significa lodare e ringraziare con tutto noi stessi; cosa significa meraviglia e amore davanti a te. Amen.
I numeri
Salmo 39
I numeri nella Bibbia hanno un grande valore simbolico. Quando un autore
utilizza un numero, spesso si riferisce tanto alla sua corrispondenza alla
realtà, quanto al significato che ad esso è attribuito. Nei due racconti della
moltiplicazione dei pani del vangelo di Marco (6, 30-44 e 8, 1-21) troviamo
alcuni numeri significativi: dodici e sette.
Il dodici richiama il numero delle tribù di Israele e sta, quindi, ad indicare il
popolo di Dio. Anche la scelta di Gesù dei dodici non è quindi casuale: essi
indicano il germe del popolo della Nuova Alleanza inaugurata da Gesù.
Il numero sette indica una realtà compiuta, organica. Esso è il numero dei
giorni di una settimana che, in Israele, costituisce la misura principale del
tempo. A partire dal racconto della creazione, infatti, il sette indica il
•
52
•
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•
•
Rivelami, Signore, la mia fine; quale sia la misura dei miei
giorni e saprò quanto è breve la mia vita.
Vedi, in pochi palmi hai misurato i miei giorni e la mia esistenza davanti a te è un nulla. Solo un soffio è ogni uomo che vive,
come ombra è l'uomo che passa; solo un soffio che si agita, accumula ricchezze e non sa chi le raccolga.
Ora, che attendo, Signore? In te la mia speranza.
Liberami da tutte le mie colpe, non rendermi scherno dello stolto.
Sto in silenzio, non apro bocca, perché sei tu che agisci.
33
Domande
□ Quando nella nostra vita il peccato ci rende immobili e, come il
paralitico, incapaci di andare verso Dio e il prossimo, siamo
consapevoli che Gesù ha il potere di rimmetterci in cammino?
□ I cristiani come vivono il fatto che Gesù ha il “potere”di vincere
il peccato e la morte che ne deriva?
□ Nel mondo di oggi si incontrano spesso persone che sanno
condividere e farsi carico delle sofferenze dell’uomo solo di fronte
al male? Quale stimolo offrono alla tua vita?
Preghiera
Guida
Gesù Cristo, nostro unico Salvatore, ci riconcilia con Dio. Così,
animati dallo Spirito Santo, possiamo anche noi rivolgersi a lui, chiamandolo Padre.
Tutti
Padre nostro
Signore, tu ci doni più di quanto domandiamo.
Attendiamo risultati dalle nostre azioni
e tu ci permetti di compierle con impegno e con gioia;
cerchiamo di alzarci, di camminare e di darci da fare,
e tu ci liberi dai pesi che ci tengono legati.
Fa' che il tuo Spirito ci faccia prendere coscienza
di quanto ogni giorno riceviamo da te,
e ci aiuti a condividerlo con i fratelli. E così sia.
32
compimento: in sei giorni Dio crea, nel settimo porta a compimento ciò che
ha creato e, con il riposo del sabato, indica il senso definitivo della sua opera
che consiste nell’ essere in comunione con lui.
Domande
□ “Date voi stessi da mangiare”. Che cosa avverto di dover metter
a disposizione degli altri senza riserve ? Quali paure, incertezze,
dubbi nel dare? Quale gioia ho sperimentato nel “buttarmi” in
questa avventura con Gesù?
□ Nella mia esperienza cristiana come mi impegno a creare lo spirito
della fraternità?
□ Quale responsabilità sento di dover prendere di fronte alle
problematiche sociali in cui vivo; povertà, famiglie in difficoltà
disagio giovanile, solitudine?
Preghiera
Guida
Cristo Gesù, fattosi povero per noi fino alla morte di croce, ci chiama
a seguirlo da vicino. Ora, insieme a lui, animati dallo Spirito di Dio,
diciamo insieme la preghiera del Signore.
Tutti
Padre nostro
Spesso non capiamo le tue strade,Signore;
dobbiamo camminare ancora con te
per conoscerti meglio,
per capire meglio quale sia la strada che tu ci chiedi di percorrere.
Aiutaci, ti preghiamo,a rimanere attenti alla tua voce
che ci invita a partecipare al banchetto del regno.
Fa' che sappiamo accorgerci
dei bisogni dei nostri fratelli
e che troviamo la forza
per essere sostegno e aiuto sul loro cammino.
Amen.
53
9. Chi dite che io sia?
Preghiera
Guida
Sii benedetto Signore e nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo apparso
nella carne umana per la nostra salvezza.
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Guida
Gesù è il Cristo di Dio, il nostro unico salvatore e liberatore.
Tutti
O Padre, non abbandonarci nelle nostre debolezze: il tuo Spirito ci
aiuti a credere con il cuore e a professare con le opere che Gesù è il
Cristo, per vivere secondo la sua parola e il suo esempio, certi di
salvare la nostra vita solo quando avremo il coraggio di perderla.
Amen.
Messaggio
Gesù non è un semplice guaritore dei mali dell’uomo e del sistema;
non guarisce i punti deboli, per far funzionare tutto come prima o
solo un po’ meglio di prima. Non propone piccoli ritocchi esteriori,
ma apre e illumina un orizzonte radicalmente nuovo: egli ha il
“potere di rimettere i peccati”, di riconciliare ogni persona con Dio e
di ricostruirla totalmente.
Il paralitico, rattrappito e immobile, è
l'immagine dell'uomo che
vive nel peccato: chiuso nella sua autosufficienza, diventa estraneo a
Dio e agli altri e si preclude la via verso il raggiungimento del senso
pieno della propria libertà di creatura di Dio. Dopo l'intervento di
Gesù il paralitico può rialzarsi e mettersi in cammino in modo
nuovo, tanto da lasciare "tutti stupefatti".
In fondo, i veri paralitici sono gli scribi i quali, pur sapendo che solo
Dio può rimettere i peccati, non riconoscono in Gesù di Nazaret il
Messia inviato dal Padre a "cercare e a salvare ciò che era
perduto" (Lc 19,10).
L' accusa di bestemmia da parte degli scribi nei confronti di Gesù è
in defintiva lo scandalo del vangelo, del gioioso annuncio che Dio si
è fatto solidale con ogni uomo e per cui Cristo fu condannato e
ucciso. Il discepolo del Signore e la Chiesa si sentiranno sempre
implicati in questa “bestemmia” e invitati ad accogliere questo
"potere" radicalmente nuovo, capace di vincere il peccato e la morte.
Salmo 89
•
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54
Ho trovato Davide, mio servo, con il mio santo olio l'ho
consacrato;
la mia mano è il suo sostegno, il mio braccio è la sua forza.
Su di lui non trionferà il nemico, né l'opprimerà l'iniquo.
La mia fedeltà e la mia grazia saranno con lui e nel mio nome
si innalzerà la sua potenza.
Egli mi invocherà: Tu sei mio padre, mio Dio e roccia della mia
salvezza.
Io lo costituirò mio primogenito, il più alto tra i re della terra.
Gli conserverò sempre la mia grazia, la mia alleanza gli sarà
fedele.
Il miracolo
I miracoli di Gesù sono chiamati "segni". Non sono, come generalmente si
pensa, né una grazia, né un fatto straordinario che non trova spiegazione
nella scienza o che si verifica al di sopra delle leggi di natura. I miracoli
raccontati nei vangeli esprimono la presenza di Dio che si rivela ed agisce
nella vita e nella storia degli uomini per la loro integrale liberazione. In essi
si manifestano l'amore, la tenerezza, la fedeltà e la potenza di Dio. Sono i
segni concreti del regno di Dio presente e futuro; anticipano la vera
liberazione operata da Gesù nell'evento pasquale di morte e di resurrezione.
31
•
Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo.
Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un animo generoso.
Signore, apri le mie labbra, la mia bocca proclami la tua lode;
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi.
•
•
•
Mc. 2, 1-12
Gesù compie il miracolo per manifestare il suo potere di rimettere in
piedi l’uomo, non solo risanandolo dalla sua malattia fisica, ma soprattutto per ricostruirlo dal di dentro, rimettendogli i peccati e riconciliarlo con Dio. Così risanato, il discepolo è in grado di riprendere il
cammino alla sequela di Gesù.
1
Ed entrò di nuovo a Cafarnao dopo alcuni giorni. Si seppe che
era in casa 2e si radunarono tante persone, da non esserci più
posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la
parola. 3Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro
persone.4Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della
folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov'egli si trovava e, fatta
un'apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico.
5
Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, ti sono
rimessi i tuoi peccati». 6Seduti là erano alcuni scribi che
pensavano in cuor loro: 7«Perché costui parla così? Bestemmia!
Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?». 8Ma Gesù, avendo
subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse
loro: «Perché pen sate così nei vostri cuori? 9Che cosa è più
facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire:
Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? 10Ora, perché sappiate
che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i
peccati, 11ti ordino - disse al paralitico - alzati, prendi il tuo
lettuccio e va' a casa tua». 12Quegli si alzò, prese il suo lettuccio
e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e
lodavano Dio dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di
simile!
30
•
•
Stabilirò per sempre la sua discendenza, il suo trono come i
giorni del cielo.
Benedetto il Signore in eterno. Amen, amen.
Mc. 8, 27-35
Siamo al cuore del vangelo di Marco: Gesù provoca i discepoli sulla
sua identità. Ciò che ha compiuto, ha detto, ciò che è stato finora
narrato dall’evangelista, conduce anche noi a riconoscerlo come
Messia, colui che è mediatore della salvezza desiderata. Sarà
l’evento pasquale che rivelerà pienamente l’ identità di un Messia,
servo sofferente e rifiutato.
27
Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a
Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo:
«Chi dice la gente che io sia?». 28Ed essi gli risposero: «Giovanni
il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti». 29Ma egli replicò:
«E voi chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo».
30
E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno. 31E
cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto
soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e
dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare.
32
Ge sù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo
prese in disparte, e si mise a rimproverarlo. 33Ma egli, voltatosi e
guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Lungi da
me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli
uomini». 34Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse
loro: «Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso,
prenda la sua croce e mi segua. 35Perché chi vorrà salvare la
propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa
mia e del vangelo, la salverà.
Messaggio
Siamo al punto cruciale del vangelo di Marco. Dopo gli interrogativi
stupiti di fronte alle parole e alle azioni prodigiose del Maestro, ora è
55
Gesù stesso che, per la prima volta, interroga direttamente i discepoli.
La domanda di Gesù è duplice, come duplice è la risposta.
C’è la risposta della “carne” che scambia Gesù con una figura del
passato, relegandola tra i morti e tende a porre lontano dalla propria
vita colui che è vicino, vivo e presente. Gesù non è l’incognita che
tentiamo di capire attribuendogli le nostre buone opinioni e
misurandolo su criteri puramente umani con i quali non si riesce a
cogliere il mistero della persona di Cristo.
La seconda domanda tende a smentire e a mettere allo scoperto i
tentativi di risposta riduttiva sulla persona di Gesù: «E voi chi dite che
io sia?». Si tratta della provocazione essenziale del vangelo che
interpella la vita del discepolo, lo mette continuamente in discussione e
lo invita ad uscire dai suoi criteri di valutazione per aprirsi totalmente
alla parola del Signore. Solo così, la comunità dei credenti può fare
esperienza della novità che il dono del vangelo presenta in ogni tempo,
scoprire nell’umanità povera di Cristo il vero volto di Dio liberatore e
salvatore e professare: «Tu sei il Cristo».
Dopo la confessione di Pietro, il Maestro sgombra il terreno da ogni
possibile equivoco e afferma che l’amore di Dio si rivela pienamente
nel Cristo Crocifisso. Il discepolo è chiamato a seguire Gesù così
come egli è, come ora comincia a rivelarsi: solo sulla croce, qui preannunciata, appare la vera gloria del Figlio di Dio; solo qui l’uomo
raggiunge la sua assoluta libertà.
Il Cristo Messia
La parola “Cristo” deriva dal greco “Christòs” che a sua volta traduce
l’ebraico “Mashiah” (Messia). Nella tradizione ebraica, il termine vuol dire
esattamente “unto”, “consacrato”. Infatti nella consacrazione dei re e dei
sacerdoti veniva versato l’olio sulla loro testa. Nella mentalità corrente al
tempo di Gesù, l’attesa del Messia era particolarmente viva a tal punto da
riaccendere la speranza di un re-messia liberatore secondo le mire
nazionalistiche degli israeliti. Gesù, fin dal momento del suo battesimo al
Giordano, non indulge minimamente a questa mentalità che svisa il senso
della sua messianicità: egli sarà messia, non come un gran sacerdote onorato
o come un re vincitore, ma seguendo la via del servo sofferente.
56
3. Ti sono rimessi i peccati
Preghiera
Guida
Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza.
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Guida
Il Signore ci conceda si aderire sempre a lui, di essere edificati in lui
come casa ben costruita sulla roccia e non sulla sabbia che frana subito.
Tutti
Fa’, Signore, che sperimentiamo la tua Parola viva ed efficace in noi.
Taglia, perciò, tutto ciò che in noi ci impedisce di incontrarla nei nostri
cuori. Tu conosci le nostre trepidazioni, incertezze e paure. O Signore,
fa’ che la tua parola ci dia gioia, ci rinforzi, ci purifichi e ci salvi. Amen.
Salmo 50
•
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•
•
•
•
Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato.
Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi
occhi, io l'ho fatto;
perciò sei giusto quando parli, retto nel tuo giudizio.
Ecco, nella colpa sono stato generato, nel peccato mi ha concepito mia madre.
29
Domande
Domande
□ Il male è presente nella storia dell’uomo, quella personale come
□ A Gesù che mi chiede “Tu chi dici che io sia?”Che cosa rispondo?
□ Alla domanda di Gesù ai discepoli? “Voi chi dite che io sia?”,
quella dell’umanità: da dove nasce e dove trova alimento?
□ Nella mia comunità parrocchiale, gruppo, associazione, incontro
persone che, come la suocera di Pietro, si mettono a servizio degli
altri, esprimendo così atteggiamenti di gratitudine a Gesù che le ha
risanate?
□ La società moderna, in cui il relativismo è fortemente radicato,
quale idea del male è più diffusa?
come risponderebbe la tua comunità?
□ “Rinnega te stesso, prendi la tua croce e seguimi”.
Quali sono gli ostacoli per i cristiani nel mondo di oggi, per
mettersi alla sequela del Cristo?
Preghiera
Preghiera
Guida
Gesù Cristo, nostro unico Salvatore, ci libera dal male. Rincuorati da
questa certezza, ci rivolgiamo al Padre con la preghiera dei figli di Dio.
Tutti
Padre nostro
Signore,
la presenza del male in noi e intorno a noi
ci toglie la speranza nel futuro.
Ma nel tuo vangelo ci doni una parola di conforto,
sicura e affidabile:
tu sei il Salvatore di ogni momento della vita.
Rimani con noi, Signore, perché si fa sera!
Amen.
28
Guida
Cristo Gesù, fattosi povero per noi fino alla morte di croce, ci
chiama a seguirlo sulla via della croce e della donazione. Ora,
animati dallo Spirito di Dio, diciamo insieme la preghiera del
Signore.
Tutti
Padre nostro
Signore, cerchiamo troppo spesso il lieto fine e il successo facile,
e ti pensiamo come il Dio glorioso e potente,
che garantisce successo e vittoria.
Ti presenti a noi come il Messia rifiutato e sconfitto.
Insegnaci a comprendere la logica che ha animato la tua esistenza
e che ti ha sostenuto nel cammino verso Gerusalemme.
Donaci la sapienza del tuo Spirito
perché possiamo accoglierti e seguirti nella fede.
Amen.
57
Messaggio
10. Li portò sopra un monte alto
Preghiera
Guida
Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza.
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Guida
Gesù, rivelazione del volto di Dio, ci invita a seguirlo nella sua gloria.
Tutti
O Dio, Padre buono, che non hai risparmiato il tuo Figlio unigenito,
ma lo hai dato per noi peccatori, rafforzaci nell’obbedienza della fede,
perché seguiamo le sue orme e siamo con lui trasfigurati nella luce
della tua gloria. Amen.
Salmo 115
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58
Ho creduto anche quando dicevo: «Sono troppo infelice».
Ho detto con sgomento: «Ogni uomo è inganno».
Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato?
Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore, davanti a tutto il suo popolo.
Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi fedeli.
Sì, io sono il tuo servo, Signore, io sono tuo servo, figlio della
tua ancella; hai spezzato le mie catene.
A te offrirò sacrifici di lode e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore davanti a tutto il suo popolo,
negli atri della casa del Signore, in mezzo a te, Gerusalemme.
La lotta che Gesù conduce contro il male
trova il culmine nel
momento della sua morte, attraverso la quale, nel dono totale di sé,
sconfigge definitivamente il demonio e dà a tutti la forza di vincere il
male. Lo spirito del male, lento a morire in ciascuno di noi, percepisce
la minaccia che proviene dalla parola di Dio, perché è da questa
smascherata e vinta: “Che c’entri con noi? Sei venuto a rovinarci!”
(v 24). E’ la lotta che, anche oggi, la Parola continua in noi e nel
mondo, per far passare l’uomo dalla schiavitù alla libertà e metterlo in
cammino verso Dio.
Il male aliena l’uomo da se stesso, dagli altri e dal mondo; è una
potenza che domina e rende schiava la persona. Si tratta, prima di tutto,
dello spirito del male che si rende visibile nella cupidigia di possedere
e di dominare su tutto, anche sulle libere volontà; è lo spirito della
autoaffermazione, dell’egoismo e del massimo profitto. Alla base di
tutto questo sta il rifiuto della signoria di Dio e della sua paternità. Ma
Gesù, con la sua Parola che crea, rinnova e tutto trasforma e con la
forza della sua azione di Figlio di Dio, intacca il male alle sue radici e
libera chiunque si affida alla sua grazia.
Nella misura in cui si lascia guarire nel profondo e permette a Cristo di
chinarsi sulla sua malattia, il discepolo diviene sorgente di liberazione
e si mette a servire gli altri. Ne è segno l’episodio della guarigione
della suocera di Pietro, che Marco pone come primo miracolo nel suo
vangelo.
Lo stupore
E’ la sorpresa e la meraviglia di chi è interpellato dalla novità della persona
di Gesù, di chi scorge la potenza di Dio che, in Cristo, è ormai presente nella
nostra realtà.
L’atteggiamento contrario è la “durezza di cuore” che ci fa esaurire in noi
stessi e nei nostri piccoli progetti e ci chiude alla nuova realtà del regno di
Dio che ci anticipa sempre e ci propone un nuovo stile di vita proprio del
discepolo del Signore.
Il lieto annuncio del vangelo porta impressa questa novità, che rompe la
logica del nostro modo scontato di esistere e ci fa passare da una vita morta
ad una vita vera.
27
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•
•
Desisti dall'ira e deponi lo sdegno, non irritarti: faresti del male,
poiché i malvagi saranno sterminati, ma chi spera nel Signore
possederà la terra.
Ancora un poco e l'empio scompare, cerchi il suo posto e più
non lo trovi.
I miti invece possederanno la terra, godranno di una grande
pace.
Mc. 1, 21-31
La parola di Gesù è un insegnamento nuovo e contiene la potenza dell’azione di Dio che libera ogni persona dal male. La lotta contro lo
spirito del male sta al fondo di tutto il vangelo e ci presenta il Messia
sempre intento a snidarlo e a vincerlo, per condurre l’uomo a vivere
alla sua sequela.
21
Andarono a Cafarnao e, entrato proprio di sabato nella
sinagoga, Gesù si mise ad insegnare. 22Ed erano stupiti del suo
insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e
non come gli scribi. 23Allora un uomo che era nella sinagoga,
posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: 24«Che
c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi
tu sei: il santo di Dio». 25E Gesù lo sgridò: «Taci! Esci da quel
l'uomo». 26E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte,
uscì da lui. 27Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano
a vicenda: «Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con
autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli
obbediscono!». 28La sua fama si diffuse subito dovunque nei
dintorni della Galilea. 29E, usciti dalla sinagoga, si recarono
subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo
e di Giovanni. 30La suocera di Simone era a letto con la febbre e
subito gli parlarono di lei. 31Egli, accostatosi, la sollevò
prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a
servirli.
26
Mc. 9, 2- 10
Dopo aver presentato ai discepoli il suo destino di morte e le
implicazioni della sequela, Gesù prende con sé tre dei suoi discepoli e
sul monte si trasfigura. Mostra, così, la sua più profonda e vera
identità, attestata dalla stessa parola del Padre: è il Figlio di Dio.
2
Dopo sei giorni, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e
Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato,
loro soli. Si trasfigurò davanti a loro 3e le sue vesti divennero
splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe
renderle così bianche. 4E apparve loro Elia con Mosè e
discorrevano con Gesù. 5Prendendo allora la parola, Pietro
disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre
tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!». 6Non sapeva
infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. 7Poi
si formò una nube che li avvolse nell'ombra e uscì una voce dalla
nube: «Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!». 8E subito
guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo
con loro. 9Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non
raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il
Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti. 10Ed essi tennero per
sé la cosa, domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare
dai morti.
Messaggio
L’evento della trasfigurazione segna la svolta decisiva della vita di
Gesù: ora egli punta decisamente verso Gerusalemme. Gli avvenimenti
ora precipitano verso il compimento della propria missione nel mistero
pasquale di morte e resurrezione. Il monte, su cui sono condotti i tre
discepoli, è l’anticipazione del Golgota, il monte della Nuova
Alleanza, sul quale si squarcerà totalmente il velo del mistero di Dio e
apparirà definitivamente la sua gloria. Allo stesso modo, la
59
trasfigurazione si proietta verso la resurrezione: la luce piena della
pasqua illumina già da ora il volto di Cristo in cammino verso la croce.
Così, alla fine dei tempi, questa luce risplenderà su tutti coloro che lo
hanno seguito.
Gesù trasfigurato, al centro di Elia e di Mosè, rivela che in lui si
realizzano le attese dei profeti e il compimento della legge antica e
indica, così, l’avverarsi delle grandi promesse di Dio.
Di fronte a questa manifestazione folgorante di Gesù, Pietro vorrebbe
fermarsi e fare tre tende: è questa la tentazione costante del discepolo
che vuole contemplare subito la gloria, senza percorrere il faticoso
cammino verso Gerusalemme
Come nell’episodio del battesimo, il Padre presenta Gesù come il
suo Figlio prediletto, il Crocifisso Risorto, manfestazione piena del
suo amore per gli uomini. Per contemplare la sua gloria il credente è
chiamato ad ascoltare Cristo come parola definitiva di Dio e suo unico
Signore e a seguirlo nel suo cammino, per avere parte alla sua gloria.
Guida
Il segreto messianico
Tutti
Come era già avvenuto negli episodi del battesimo al Giordano e al termine
della confessione di Pietro anche dopo la trasfigurazione Gesù comanda ai
tre discepoli « di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non
dopo che il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti » (v.9). Questo ordine rientra nel disegno del “segreto messianico”. Infatti, secondo la teologia
di Marco, comprendere il segreto di Gesù è cogliere il paradosso del Messia
nascosto nel servo sofferente. Questo è reso possibile a partire dalla resurrezione che illumina la croce e la investe totalmente della potenza della vita.
Così avviene anche per il discepolo: il senso della vita apparentemente
assurda, i fallimenti, il dolore, il giusto che soffre ed è sconfitto vengono
proiettati in una realtà che ci sta davanti e che si illumina dalla fede nel
Crocifisso Risorto.
60
2 . Che c’entri con noi?
Preghiera
Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella
carne umana per la nostra salvezza.
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Guida
Cristo Gesù è l’immagine del Padre del cielo: preghiamo perché lo
possiamo sempre riconoscere vicino a noi e dentro i nostri cuori.
La nostra fede, Signore, a volte è fiacca ed insicura, dentro un cuore
duro ed incapace di comprenderti. Non togliere da noi il tuo sguardo,
ma fa’ che, perseverando nell’ascolto della tua Parola e nella preghiera, giungiamo a cogliere il segno della tua presenza in noi e in tutto ciò
che ci circonda. Amen.
Salmo 37
• Non adirarti contro gli empi, non invidiare i malfattori.
• Come fieno presto appassiranno, cadranno come erba del prato.
• Confida nel Signore e fa’ il bene; abita la terra e vivi con fede.
• Cerca la gioia del Signore, esaudirà i desideri del tuo cuore.
• Manifesta al Signore la tua via, confida in lui: compirà la sua
opera;
• farà brillare come luce la tua giustizia, come il meriggio il tuo
diritto.
• Sta in silenzio davanti al Signore e spera in lui; non irritarti per
chi ha successo, per l'uomo che trama insidie.
25
Domande
□ Quale reazione provoca in me vedere Gesù in fila con i peccatori?
A quale cambiamento di vita mi richiama?
□ Le nostre comunità cristiane avvertono l’urgenza dell’annuncio
oppure tendono a rinunciare, sentendosi come una “ voce che
grida nel deserto”?
□ Come ci poniamo nei confronti di chi è solo e sente il peso della
vita? Giudichiamo o ci facciamo vicini ? Siamo solidali o evitiamo
queste “ compagnie imbarazzanti”?
Domande
□ Ho avvertito anch’io la rasserenante presenza di Gesù, in particolari
momenti di tribolazione, come hanno sperimentato Pietro, Giacomo
e Giovanni nel Tabor?
□ La tua comunità parrocchiale come si fa compagna di viaggio nel
cammino dell’uomo che sperimenta la sofferenza, la morte, ma
anche la resurrezione?
□ Il mondo di oggi come reagisce di fronte alla storia dolorosa
di tanta parte dell’umanità?
Preghiera
Preghiera finale
Guida
Guida
Cristo Gesù, fattosi povero per noi fino alla morte di croce, ci chiama
a seguirlo sulla via della donazione. Ora, animati dallo Spirito di Dio,
diciamo insieme la preghiera del Signore.
Come figli di Dio, chiamati a seguire Gesù Cristo nostro Salvatore,
diciamo insieme la preghiera del Signore.
Tutti
Padre nostro
Padre, anche noi siamo chiamati
a preparare il tuo cammino sulle strade del mondo.
Abbiamo spesso l'impressione che la voce di chi ti annuncia
gridi nel deserto.
Aiutaci ad accoglierla,
e a comprendere che se Gesù è con noi
non dobbiamo temere di seguirlo.
Amen.
24
Tutti
Padre nostro
Gesù, tu sei il Messia di cui parla tutta la Scrittura,
atteso dal popolo d’Israele:
donaci di accoglierti nella fede.
Gesù, tu sei il Profeta atteso, vero rivelatore di Dio:
donaci di accoglierti nella fede.
Gesù, tu sei il Figlio di Dio, l’amato:
donaci di accoglierti nella fede.
Gesù, tu sei la Parola che ci rivela il senso dell’esistenza:
donaci di accoglierti nella fede.
Gesù, tu sei il Crocifisso Risorto:
donaci di accoglierti nella fede.
61
11. Servo di tutti
Preghiera
Guida
Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso
nella carne umana per la nostra salvezza.
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Guida
Gesù, rivelazione dell’amore del Padre, ci invita a seguirlo nella via
del servizio e della donazione.
Tutti
O Dio, Padre di tutti gli uomini, tu vuoi che gli ultimi siano i primi;
donaci la sapienza che viene dall’alto, perché accogliamo la parola del
tuo Figlio e comprendiamo che davanti a te il più grande è colui che
serve. Amen.
Salmo 85
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•
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•
62
Mostraci, Signore, la tua misericordia, donaci la tua salvezza.
Ascolterò che cosa dice Dio il Signore: egli annunzia la pace
per il suo popolo e per i suoi fedeli, per chi ritorna a lui con
tutto il cuore.
La sua salvezza è vicina a chi lo teme, la sua gloria abiterà la
nostra terra.
Misericordia e verità s'incontreranno, giustizia e pace si
baceranno.
La verità germoglierà dalla terra, la giustizia si affaccerà dal
cielo.
Quando il Signore elargirà il suo bene, la nostra terra darà il
suo frutto.
sentì una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi
sono compiaciuto».
Messaggio
La figura di Giovanni il Battista, posta all’inizio del libro, illumina la
vocazione di chiunque accoglie il vangelo. Il Battista, infatti, pur
precedendo Gesù, lo segue, perfino con la morte, nello stesso cammino
nel quale sono chiamati a seguirlo anche i discepoli.
Nelle parole del Battista non c’è più il richiamo all’attesa propria degli
antichi profeti che aspettavano un futuro lontano nel tempo, bensì la
sollecitazione ad essere attenti a scorgere Dio già presente nella
persona di Gesù. Infatti la predicazione del Battista rivela un Dio che,
nell’evento della venuta di Gesù, irrompe nella storia dell’uomo; nel
medesimo tempo orienta il discepolo verso la strada della sequela
attraverso un continuo e radicale cammino di conversione.
Nel battesimo al Giordano, Gesù, in fila con tutti gli uomini, si fa
solidale con ciascuno di noi, anche se siamo peccatori. Dopo
l’immersione nell’acqua, figura della sua morte, viene proclamato
Messia, Figlio del Padre, Signore dell’universo, il vero Servo di Dio.
Egli è colui che consacra la sua vita all’obbedienza a Dio e all’amore
verso gli uomini.
Essere servo fino alla morte è la grande vocazione di Cristo.
Infatti il vero battesimo di Gesù sarà sul Golgota. È la chiamata ad un
particolare stile di vita del discepolo, dove “il primo sarà l’ultimo di
tutti e il servo di tutti” (Mc 9,3).
Vangelo
Il termine vangelo, al tempo in cui scrive Marco, veniva usato per indicare
le“belle notizie”che informavano sulle imprese dell’imperatore romano.
Per contrasto, l’evangelista adopera questa parola in riferimento alla venuta
di Cristo all’interno della storia umana. E’ questo l’unico vero “ lieto
annuncio”: è un grido di gioia, perché l’uomo prigioniero del peccato è
finalmente liberato; l’uomo perduto e diviso in se stesso viene ricostruito.
Infatti con il vangelo la misericordia del Signore è offerta ai peccatori, la
speranza è donata ai disperati, il senso della vita e della storia è rivelato ai
dubbiosi, un cammino di luce è indicato ai disorientati.
23
•
Tema il Signore tutta la terra, tremino davanti a lui gli abitanti
del mondo,
perché egli parla e tutto è fatto, comanda e tutto esiste.
Il Signore annulla i disegni delle nazioni, rende vani i progetti
dei popoli.
Ma il piano del Signore sussiste per sempre, i pensieri del suo
cuore per tutte le generazioni.
Beata la nazione il cui Dio è il Signore, il popolo che si è scelto
come erede.
•
•
•
•
Mc. 1,1-11
Siamo all’ “inizio” del vangelo in cui Marco proclama chi è Gesù. Nel
medesimo tempo indica l’itinerario fondamentale e i criteri decisivi di
scelta di chi vuol mettersi alla sequela di Cristo: il Vangelo è principio
e sostegno dell’esistenza cristiana.
1
Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio.
Come è scritto nel profeta Isaia:
Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te,
egli ti preparerà la strada.
3
Voce di uno che grida nel deserto:
preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri,
4
si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un
battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
5
Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di
Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume
Giordano, confessando i loro peccati. 6Giovanni era vestito di
peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si
cibava di locuste e miele selvatico 7e predicava: «Dopo di me
viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di
chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. 8Io vi ho
battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo».
9
In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato
nel Giordano da Giovanni. 10E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i
cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. 11E si
2
22
Mc. 10, 32-45
Lungo la strada verso Gerusalemme Gesù preannuncia, per la terza
volta, la sua passione, morte e resurrezione. I discepoli, nonostante i
due precedenti annunci e l’ insegnamento di Gesù, non hanno ancora
capito in che cosa veramente consista seguire il Maestro.
32
Mentre erano in viaggio per salire a Gerusalemme, Gesù
camminava davanti a loro ed essi erano stupiti; coloro che
venivano dietro erano pieni di timore. Prendendo di nuovo in
disparte i Dodici, cominciò a dir loro quello che gli sarebbe
accaduto: 33«Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio
dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi: lo
condanneranno a morte, lo consegneranno ai pagani, 34lo
scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo
uccideranno; ma dopo tre giorni risusciterà». 35E gli si
avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli:
«Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti
chiederemo». 36Egli disse loro: «Cosa volete che io faccia per
voi?». Gli risposero: 37«Concedici di sedere nella tua gloria uno
alla tua destra e uno alla tua sinistra». 38Gesù disse loro: «Voi
non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o
ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?». Gli risposero:
«Lo possiamo». 39E Gesù disse: «Il calice che io bevo anche voi
lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete.
40
Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me
concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». 41All'udire
questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni.
42
Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: «Voi sapete che coloro
che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi
esercitano su di esse il potere. 43Fra voi però non è così; ma chi
vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, 44e chi vuol
essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. 45Il Figlio dell'uomo
infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la
propria vita in riscatto per molti».
63
Messaggio
L’incomprensione dei discepoli di fronte al messaggio di Gesù, è
continua; il loro rifiuto alla proposta del Maestro si fa sempre più netto
e preciso, fino a giungere alla richiesta di Giacomo e Giovanni, i figli
di Zebedeo, di avere un posto di privilegio nel Regno. Anche la
reazione sdegnata degli altri discepoli evidenzia che non è stato ancora
colto il mistero di Cristo.
Ma Gesù cerca ancora di mettere i discepoli sulla strada giusta,
additando la vera grandezza di chi intende seguirlo: bere con lui il calice della donazione e ricevere il battesimo della sofferenza per essere
completamente uniti a lui con una morte simile alla sua.
La partecipazione alla croce non solo è l’unica grandezza del
discepolo, ma costituisce anche la gloria futura che solo a Dio spetta
concedere, proprio come sul volto del Figlio morente il Padre ha
impresso la sua gloria che ora rifulge per la vita del mondo.
Il motivo profondo di questo capovolgimento consiste nel fatto che
questa è la via che ha percorso Gesù, l’unico Maestro e Signore e
conferisce il sigillo ultimo e definitivo alla fedeltà di Dio.
Incamminarsi sulla strada del servizio è il grande dono che Dio ha fatto
a chi crede nel suo Figlio.
Il calice e il battesimo
Sulla scorta dei Salmi e dei Profeti, il “calice” può esser preso come simbolo
sia della gioia che della sofferenza. In questo contesto sta ad indicare la
passione e la morte redentrice di Gesù, in cui egli sta ormai entrando, giunto
quasi alla fine del suo viaggio verso Gerusalemme.
La medesima idea è
espressa con l’immagine del “battesimo”: indica la
morte di Cristo come immersione nella sofferenza per la salvezza di tutti.
Tale simbologia offre un anello di passaggio alla teologia del battesimo in
Paolo, secondo cui questo sacramento significa la nostra partecipazione alla
morte di Cristo per rinascere con lui a vita nuova.
1. Inizio del vangelo di Gesù Cristo
Preghiera
Guida
Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella
carne umana per la nostra salvezza.
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Guida
Prestiamo attenzione al Signore che viene a noi nella sua Parola, perché possiamo vivere nella gioia e portare frutti di speranza nei nostri
cuori.
Tutti
Signore, noi conosciamo poco la tua Parola e non sappiamo trasformarla in cibo per la nostra vita. Ti supplichiamo: donaci il tuo Spirito
perché possiamo leggere la sacra scrittura e gustarla e sentirla ardere in
noi, perché possiamo vivere di essa e testimoniarla agli altri. Amen
Salmo 32
•
•
•
•
•
•
•
64
Esultate, giusti, nel Signore; ai retti si addice la lode.
Lodate il Signore con la cetra, con l'arpa a dieci corde a lui cantate.
Cantate al Signore un canto nuovo, suonate la cetra con arte e
acclamate.
Poiché retta è la parola del Signore, fedele ogni sua opera.
Egli ama il diritto e la giustizia, della sua grazia è piena la terra.
Dalla parola del Signore furono fatti i cieli, dal soffio della sua
bocca ogni loro schiera.
Come in un otre raccoglie le acque del mare, chiude in riserve
gli abissi.
21
vigilare perché questo accada. Al termine della condivisione
l’animatore faccia una breve sintesi di quanto è stato detto.
Preghiera
La preghiera del Padre nostro, esprime la fede, la speranza e la
comunione del gruppo che, edificato in Cristo pietra viva, loda e
invoca Dio Padre. Il ringraziamento e la benedizione concludono
l’incontro.
Domande
□ Come Giacomo e Giovanni, anche noi spesso vogliamo che il
Signore faccia ciò che gli chiediamo. Quanto ti è difficile accettare
invece una storia diversa?
□ Gesù ha detto:”Chi vuole essere il primo, sia il servo di tutti”. Come
è vissuto questo invito nella tua comunità parrocchiale?
Quali segni concreti del servire sono più presenti?
□ La Chiesa ha la missione del “servire”. Quale immagine pensi abbia
oggi la gente di questo ministero della Chiesa?
Preghiera
_________________________________
BIBLIOGRAFIA
G. Ravasi, Il vangelo di Marco, “La Bibbia”, ed. Corriere della Sera, 2006,
vol. IX.
A. Sisti, Vangelo secondo Marco, “La Bibbia” vol III, Cinisello Balsamo,
ed. Paoline, 1991
F. Lambiasi, Vangelo secondo Marco, “La Bibbia”, Casale Monferrato, ed.
Piemme, 1995
S. Fausti, Ricorda e racconta il Vangelo. La catechesi narrativa di Marco,
Milano, Ancora ed., 1998.
I. Gargano, Lectio divina su il Vangelo di Marco, Bologna, EDB, 1996.
Beck, Benedetti, Brambillasca, Clerici, Fausti, Una comunità legge il vangelo
di Marco, Bologna, EDB, 2005.
R. Pesch, Il vangelo di Marco, Brescia, Paideia ed., 1980.
S. Noceti. P. Sartor, Le domande della fede, Marco il vangelo del
catecumeno, Bologna EDB, 2005
20
Guida
Cristo Gesù, nostro unico Maestro e Signore, si è fatto servo fino a
donare la sua vita in riscatto di tutti. Ora, nello spirito di obbedienza al
Padre, diciamo insieme la preghiera dei figli di Dio.
Tutti
Padre nostro
Signore, ci è difficile credere che nell’essere servi di tutti
è riposto il segreto di una vita veramente realizzata.
Cerchiamo anche noi spesso di esercitare un dominio sugli altri;
vogliamo avere potere, imporci in famiglia,
nel nostro luogo di lavoro, tra gli amici.
Donaci un cuore che sappia credere alla tua parola
e vivere di conseguenza. Amen.
65
12. Prese il pane e lo spezzò
Preghiera
Guida
Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso
nella carne umana per la nostra salvezza.
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Guida
Gesù è il pane vivo disceso dal cielo per la vita del mondo. Ora
preghiamo e ascoltiamo insieme la sua parola.
Tutti
Guida, o Padre, la tua Chiesa pellegrina nel mondo, sostienila con la
forza del cibo che non perisce, perché, perseverando nella fede di
Cristo, giunga a contemplare la luce del tuo volto. Amen.
Salmo 34
•
•
•
•
•
•
•
66
Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la
sua lode.
Celebrate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore e mi ha risposto, da ogni timore mi ha
liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti, non saranno confusi i vostri
volti.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo libera da tutte le
sue angosce.
L'angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono,
e li salva.
Gustate e vedete quanto è buono il Signore, beato l'uomo che
in lui si rifugia.
Il luogo dove ci si incontra sia accogliente e sobrio. Le sedie siano
poste in circolo e al centro venga messa la Parola. All’inizio
dell’incontro venga accesa una candela simbolo di Cristo Risorto,
vivo e presente nel gruppo.
Per quanto riguarda la durata dell’incontro un’ora è sufficiente, per
non scadere in chiacchiere o far sentire a disagio chi ospita o chi
deve andare via.
Traccia per l’utilizzazione delle schede
Inizio
L’animatore introduca i presenti all’ascolto, invitandoli
ad un
momento di silenzio mentre viene accesa la candela. Un canto
può aiutare ad entrare in comunione. Il segno della croce sia
fatto con consapevolezza e umiltà riscoprendone ogni volta il
significato.
Salmo
Venga proclamato con calma e allo stesso ritmo per favorirne
l’ascolto e la comprensione. Se è proclamato da una voce, sia fatto
con solennità e la voce, calma e chiara ponga attenzione alle pause e
alla punteggiatura.
La Parola
Vale lo stesso criterio suggerito per la voce solista del Salmo.
L’introduzione al brano sia letta dall’animatore.
Messaggio
La spiegazione aiuta a capire il brano. Può essere letta ad alta voce
da una persona o in silenzio come introduzione alla riflessione
personale
Domande
La traccia propone gli argomenti da condividere. E’ bene che la
condivisione sia partecipata da tutti. E’ compito dell’animatore
19
raggiungere più facilmente un clima di vera riflessione sulla Parola e
la finalità della condivisione che è la comune edificazione nella
fede, la crescita nell’amore fraterno e il conforto nella speranza.
Inoltre, in questo colloquio tra credenti, deve essere bandita ogni
forma di discussione o di disputa, che farebbe smarrire la vera
caratteristica della lettura comunitaria, che è la ricerca di Dio tra
fratelli e sorelle di fede, e facilita la conoscenza della Parola, che
serve a costruire il regno di Dio in sé e negli altri.
Risultano preziosi a questo riguardo i consigli che san Basilio dava a
coloro che desideravano condividere la Parola: «Parlare conoscendo
l’argomento; interrogare senza voglia di litigare;
rispondere senza arroganza; non interrompere chi
parla se dice cose utili; non intervenire per
ostentazione; essere misurati nel parlare e
nell’ascoltare; imparare senza vergognarsene;
insegnare senza prefiggersi alcun interesse; non
nascondere ciò che si è imparato dagli altri».
Sono parole sagge che riflettono l’esperienza della
vita e mettono in evidenza alcuni atteggiamenti da
evitare nel prendere la parola in pubblico, come il
desiderare di affermare se stessi e le proprie idee,
la ricerca della parola erudita o l’abilità
nell’esporre il proprio pensiero che sconfina in
questioni sottili di poco conto, chiudendo così la
strada alla vera sapienza della Parola e
raffreddando il cuore dei semplici.
I gruppi biblici
E’ necessaria una persona che sia animatore del gruppo per
introdurre i meno esperti nella lettura biblica, facilitando così la
comprensione del senso letterale e storico che rimane la porta
d’accesso al senso profondo delle Scritture e all’azione dello Spirito.
Occorre predisporre una condizione interiore di conversione senza
pregiudizi e precomprensioni, di umiltà, di semplicità e di libertà.
18
Mc. 14, 12-17; 22-25
Per la preparazione della cena pasquale Gesù dà indicazioni precise,
e agisce come protagonista della sua vicenda.
Nell’istituzione dell’Eucaristia Cristo perpetua il dono di sé per tutta
l’umanità e chiama i discepoli a donare la propria vita e ad essere
segno dell’amore infinito del Padre .
12
Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i
suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare
perché tu possa mangiare la Pasqua?». 13Allora mandò due dei
suoi discepoli dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro
un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo 14e là dove entrerà
dite al padrone di casa: Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, per
ché io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli? 15Egli vi
mostrerà al piano superiore una grande sala con i tappeti, già
pronta; là preparate per noi». 16I discepoli andarono e, entrati in
città, trovarono come aveva detto loro e prepararono per la
Pasqua. 17Venuta la sera, egli giunse con i Dodici. 22Mentre
mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo
spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio
corpo». 23Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne
bevvero tutti. 24E disse: «Questo è il mio sangue, il sangue
dell'alleanza versato per molti. 25In verità vi dico che io non
berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo
nel regno di Dio».
Messaggio
Gesù è il vero protagonista, della preparazione della cena pasquale.
Infatti la pasqua di Cristo, non è un evento casuale; è da lui preparata
lungo tutta la sua vita e accettata con libertà piena e coscienza lucida,
in obbedienza al Padre.
Nella cena pasquale, infatti, il pane spezzato e il sangue versato
67
esprimono il significato di tutta la vita di Gesù e della sua morte: nel
dono del suo corpo e del suo sangue egli offre realmente tutto se stesso
e rivela pienamente il volto di quel Dio che è amore e ama i fratelli
fino a dare loro la vita del Figlio.
Il discepolo, nel sacramento dell’Eucaristia, memoriale della cena del
Signore, mentre celebra nella comunità cristiana la realizzazione
definitiva dell’alleanza fra Dio e il suo popolo, è chiamato ad
associarsi al corpo di Gesù che si dona e a farne il proprio stile di
vita. Chi non accetta questo, tradisce il corpo di Cristo e resta nella
morte.
Così quando “beve” il sangue di Cristo al credente viene comunicata
in pienezza la stessa vita di Dio. Questa è la nuova alleanza, che fonda
la Chiesa, il nuovo popolo di Dio, erede della terra promessa.
Gesù beve il calice della sua morte in attesa di bere il “vino nuovo” nel
regno di Dio. Così ogni discepolo, che attua nella propria esistenza la
celebrazione dell’ Eucaristia, beve lo stesso calice di Gesù, partecipa
alla sua morte e proclama la sua resurrezione, nell’ attesa della sua
venuta. Allora sarà gioia piena: Cristo e il Regno appariranno in tutta
la loro gloria e noi, trasfigurati dall’amore che non conosce tramonto,
potremo bere insieme il succo della vite nuova nella comunione piena
ed eterna con Dio.
L’ alleanza
Il termine “alleanza” indica un concetto fondamentale nella tradizione
biblica. Fin dalle prime pagine della Scrittura, infatti, Dio si presenta come
alleato dell’uomo e, nel corso di tutta la rivelazione, non ha mai cessato di
cercarlo e, per primo, si è offerto a lui come alleato fedele.
Spesso l’alleanza risulta unilaterale in quanto Dio rimane sempre fedele
anche di fronte al rifiuto e al tradimento della creatura. Proprio per questo il
Signore, per bocca dei profeti, annuncia una nuova alleanza che non sarà più
scritta su tavole di pietra, ma nel cuore dell’uomo.
Gesù, parlando del “sangue dell’alleanza”, si richiama al sangue che sul
monte Sinai suggellò l’alleanza tra Dio e il suo popolo; ed esprime la consapevolezza che l’alleanza annunciata dai profeti si sta compiendo nella sua
persona.
68
INDICAZIONI PER OGNI INCONTRO
La Parola condivisa nel gruppo
L’ascolto della parola di Dio è un atto ecclesiale. La lettura e
l’assimilazione della pagina sacra non sono solamente un’attività del
singolo, ma prevalentemente un’esperienza da vivere in comunità. Di
qui l’importanza della comunicazione della Parola tra fratelli di fede.
La condivisione di ciò che la Parola dice a ognuno è una ricchezza da
donare, perché evidenzia la dimensione ecclesiale della Bibbia e
porta l’intera comunità a crescere insieme nella conoscenza e
nell’accettazione di sé e degli altri, a progredire nella fede e nella vita
spirituale. Sant’Atanasio nella Vita di sant’Antonio conferma ciò,
dicendo: «Le sacre Scritture bastano per il nostro ammaestramento,
ma è bene che ci esortiamo reciprocamente alla fede e che ci
edifichiamo con le parole». Per questo è importante che la parola di
Dio venga letta, accolta e condivisa comunitariamente.
Si tratta dell’ascolto comune del Signore, durante il quale ogni
fratello cerca di edificare la propria comunità manifestando, con
verità e semplicità di cuore, la propria reazione di fronte alla parola
ascoltata, interiorizzata prima personalmente. Si tratta di realizzare
un vero colloquio tra persone che si incontrano, in un clima di
ascolto, per mettersi davanti a Dio che parla nelle Scritture e
giungere, con il suo aiuto, a pregare e a vivere la Parola.
L’incontro comunitario
La condivisione sia fatta in gruppi di dieci, quindici persone.
E’ necessaria una piena disponibilità e una reale docilità
nell’apprendere quanto ci viene suggerito dagli altri; inoltre si ponga
attenzione all’accoglienza e all’apertura verso ogni fratello, evitando
qualsiasi atteggiamento di critica o pregiudizio nei suoi confronti.
Ogni credente, infatti, possiede lo Spirito Santo e quindi può
essere il tramite di cui il Signore si serve per illuminare la vita delle
altre persone.
Questi atteggiamenti costituiscono la condizione necessaria per
17
Domande
□ Mi lascio “sorprendere” dalla novità che porta in sé l’Eucaristia?
□ Nella tua comunità parrocchiale, le celebrazioni sono vissute
nella consapevolezza che si stia rinnovando la vittoria di Cristo
sulla morte,oppure prevale l’atteggiamento passivo di chi partecipa
ad un rito fine a se stesso?
□ La nuova alleanza è segnata dall’amore di Cristo che supera
l’incomprensione e il tradimento dei discepoli. Come il mondo di
oggi potrà conoscere questo progetto di libertà, con cui Gesù
continua a manifestarsi come Salvatore?
Preghiera finale
Guida
Cristo Gesù, nel pane spezzato e nel sangue versato, dona tutto se
stesso. Ora, nello spirito dei figli di Dio, diciamo insieme la preghiera
del Signore.
Tutti
Padre nostro
Signore Gesù,
nel dono della nuova alleanza
ti sei consegnato a noi
perché potessimo vivere di te e per te.
Donaci, ti preghiamo,
di rimanere fedeli al tuo patto di amore
per gustare fin da ora
la felicità che godremo in pienezza
quando saremo uniti finalmente a te.
Amen.
16
69
13. Vegliate e pregate
Preghiera
Guida
Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo,apparso nella
carne umana per la nostra salvezza.
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Guida
Gesù è il Figlio di Dio nelle cui mani rimette tutta la sua volontà. Ora
preghiamo e ascoltiamo insieme la sua parola.
Tutti
Ricordati, Padre, della tua misericordia; santifica e proteggi sempre
questa tua famiglia, per la quale Cristo, tuo Figlio, inaugurò nel suo
sangue il mistero pasquale. Amen.
Salmo 31
•
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•
70
In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso; per la tua
giustizia salvami.
Scioglimi dal laccio che mi hanno teso, perché sei tu la mia
difesa.
Mi affido alle tue mani; tu mi riscatti, Signore, Dio fedele.
Esulterò di gioia per la tua grazia, perché hai guardato alla mia
miseria, hai conosciuto le mie angosce;
Si consuma nel dolore la mia vita, i miei anni passano nel
gemito;
inaridisce per la pena il mio vigore, si dissolvono tutte le mie
ossa.
Ma io confido in te, Signore; dico: «Tu sei il mio Dio, nelle tue
mani sono i miei giorni».
I dodici sono positivamente coinvolti da Gesù nell’opera
messianica del vero pastore che sfama le folle. Essi, infatti,
devono ordinare la gente facendola sedere a gruppi e ricevono i
pani da Gesù per porgerli ai presenti.
Infine i dodici sono chiamati a condividere fino alla morte il
destino della croce, proprio del Figlio dell'uomo: solo così
potranno essere veri discepoli di questo Maestro, che «non è
venuto per essere servito, ma per servire e dare la vita» (10,45).
Preghiera
«È risorto! Dopo le parole dell'Angelo le donne sono in fuga. E
noi con esse.
Signore, ogni volta che vieni a noi con una parola veramente
diversa, noi fuggiamo da te. Ogni volta che non riusciamo a
sottoporti del tutto alle nostre analisi, noi fuggiamo da te.
Se non possiamo controllarti ragionevolmente, se non riusciamo a
includerti in quanto riusciamo a fare, se non siamo in grado di
accettarti assieme a tutto quanto accettiamo, noi fuggiamo da te.
Quando mostri di non condividere le regole del nostro gioco e le
carte del nostro mazzo; non ti sottoponi alle nostre civili
abitudini, al lessico della nostra tribù, alla genialità delle nostre
trovate, alla perentorietà dei nostri ritmi di vita guidati dal corso
della televisione, alla inesorabilità delle nostre condanne, ai nostri
silenzi allusivi e ai giudizi prefabbricati dalle nostre magre
costumanze, all'inesorabile solidità delle nostre visuali di gruppo,
alla terrificante opinabilità dei nostri articoli di fondo,
all’inevitabilità delle nostre parole e alla bizzarra ricorrenza dei
fatti scontati (simili alle ore storiche delle religioni orientali);
ogni volta che non te la senti di condividere la nostra nuova
formula; insomma ogni volta che ci giunge il sentore che non
approvi la nostra giustizia, noi ti fuggiamo.
Ti preghiamo col mendicante cieco; «Gesù, figlio di Davide, abbi
pietà di noi». Rincorrici. Arresta la nostra fuga! Portaci almeno
fuori dalla tomba per riconoscerti nella terra dei viventi. O
Signore, aiutaci a dire con Giobbe questa preghiera: “Tu
istruiscimi. Io ti conoscevo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti
vedono” (Gb 42,4-5)».
AA.VV., Una comunità legge il vangelo di Marco, Bologna,
EDB, 2005, pp.726-727
15
sovrana i suoi discepoli e li chiama a seguirlo non per un periodo
limitato, ma definitivamente.
Dai suoi Gesù pretende ciò che nessun rabbino osava chiedere:
rinunciare per lui a tutto, a «casa o fratelli o sorelle o madre o padre
o figli o campi» (10,29). Chi intende divenire vero discepolo è
chiamato a misurarsi con le esigenze supreme del maestro: portare la
croce dietro di lui, non vergognarsi di lui e delle sue parole, essere
pronto a perdere la vita, essere battezzato con lo stesso battesimo di
sofferenza e di morte come Gesù.
II rapporto fra Gesù e i discepoli riceve nel Vangelo di Marco un
rilievo particolare. La riprova del ruolo essenziale che assume la
presenza dei discepoli nel secondo vangelo si ha nel fatto che dopo il
prologo, fino alla passione, non si incontra mai un brano in cui Gesù
sia ritratto da solo, con l’unica eccezione dell’invio in missione.
Il discepolo è innanzitutto colui che “incontra” Cristo e lo “segue”.
Seguire il Cristo ha un duplice obiettivo: «stare con» lui e poi andare
a «predicare» e «scacciare i demoni» (3,14-15). Lo stare con Gesù è
presupposto alla missione. L’itinerario del discepolo, quindi, prevede
queste tre tappe: sequela - comunione - missione.
Ma tra Gesù e i discepoli il rapporto non è sempre sereno,
spesso diventa un rapporto critico e teso: sembra che la
difficoltà a capire le parole e gli atti del Maestro sia un
tratto tipico del profilo del discepolo.
Tale peculiarità è poco presente nei
Vangeli di Matteo e Luca. A questo
scopo è illuminante la conclusione del
brano in cui si narra che Gesù cammina
sulle acque: Marco commenta: «erano
enormemente stupiti in se stessi, perché
non avevano capito il fatto dei pani, essendo il loro cuore
indurito » (6,51-52), mentre Matteo annota: «Quelli che erano sulla
barca gli si prostrarono davanti, esclamando: “Tu sei veramente il
Figlio di Dio!” » (Mt 14,33).
All'interno della cerchia dei discepoli si distinguono i dodici. Marco è
molto sensibile alla loro identità. Egli è l'unico evangelista a riportare
la costituzione dei dodici come una pietra basilare nella costruzione
del Regno. Il tema dei dodici si trova a intervalli regolari nel tessuto
narrativo di Marco: al cap 1 si parla dell’elezione, al cap 3 della
costituzione, al cap 6 della missione.
14
•
•
•
Fa’ splendere il tuo volto sul tuo servo, salvami per la tua
misericordia.
Quanto è grande la tua bontà, Signore! La riservi per coloro che
ti temono.
Siate forti, riprendete coraggio, o voi tutti che sperate nel
Signore.
Mc. 14, 32-42. 50
Terminata la cena, Gesù e i suoi discepoli si dirigono nell’orto del
Getsemani. Qui il Maestro, mentre in piena libertà si consegna alla
volontà del Padre, invita i discepoli a vegliare e a pregare. Ma questi
non comprendono ancora, si addormentano e poi fuggono.
32
Giunsero intanto a un podere chiamato Getsemani, ed egli disse
ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». 33Prese con sé
Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e
angoscia. 34Gesù disse loro: «La mia anima è triste fino alla
morte. Restate qui e vegliate». 35Poi, andato un po' innanzi, si
gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui
quell'ora. 36E diceva: «Abbà, Padre! Tutto è possibile a te,
allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma
ciò che vuoi tu». 37Tornato indietro, li trovò addormentati e disse
a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare un'ora
sola? 38Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; lo spirito
è pronto, ma la carne è debole». 39Allontanatosi di nuovo,
pregava dicendo le medesime parole. 40Ritornato li trovò
addormentati, perché i loro occhi si erano appesantiti, e non
sapevano che cosa rispondergli. 41Venne la terza volta e disse
loro: «Dormite ormai e riposatevi! Basta, è venuta l'ora: ecco, il
Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori.
42
Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».
50
Tutti allora, abbandonandolo, fuggirono.
71
Messaggio
Il progetto del Regno
Questo episodio descrive il momento più drammatico della vita di
Gesù e, nel medesimo tempo, illumina in pieno la sua relazione intima
con il Padre. Nell’orto Gesù vive l’agonia mortale dell’uomo che
compie il passaggio dalla sua volontà alla volontà del Padre, che
proprio in quel momento gli dona la forza di superare la tentazione e di
comportarsi come figlio.
In questa ora suprema in cui prova “paura e angoscia” e viene
“consegnato” agli uomini, Gesù prega che si compia la volontà del
Padre e si affida a lui , rimettendo la sua causa nelle mani di Dio e
offrendo la sua stessa vita per la salvezza dell’umanità. Si tratta
dell’atto di fede più profondo nel Dio dei viventi da cui proviene ogni
ragione di vita. Questo atto di abbandono totale, in cui la volontà di
Dio e quella di Gesù si identificano, sta alla radice del mistero della
figliolanza divina di Gesù.
I discepoli dormono e poi fuggono: ancora una volta non seguono la
parola del Maestro; la loro sequela fallisce proprio nel momento
decisivo. In questo contesto, però, il discepolo è chiamato a saper
“vegliare e pregare”, affinché nella prova suprema, con la forza dello
Spirito, sappia“alzarsi” e consegnarsi alla “volontà” del Padre.
Abbà Padre
Questa espressione, formata dal termine aramaico e dalla sua traduzione, non
ricorre in nessun altro testo dei vangeli, ma soltanto nelle lettere di Paolo.
Nessun ebreo poteva rivolgersi a Dio con questo appellativo così familiare,
che corrisponde al nostro “papà”. Anche il termine ordinario “padre” riferito
a Dio si trova raramente nell’Antico Testamento forse per evitare confusioni
con i miti pagani, che concepivano Dio come padre del mondo. Nel Nuovo
Testamento solo Matteo e Giovanni si riferiscono frequentemente a Dio con
il nome di Padre.
Nei vangeli appare comunque chiara la consapevolezza da parte di Gesù di
avere un rapporto filiale particolarmente intimo nei confronti di Dio.
Anche noi possiamo chiamarci figli del Padre solo per mezzo di Cristo.
72
Il tema del Regno di Dio ricopre l'intero orizzonte della storia di
Cristo. Nelle parole e nei gesti di Gesù affiora la piena coscienza che
il Regno è vicino, è ormai giunto. Infatti, già la predicazione del
Battista, all’inizio del vangelo, rivela un Dio che, nell’evento della
venuta di Gesù, irrompe nella storia dell’uomo. Non c’è più il
richiamo all’attesa propria degli antichi profeti che aspettavano un
futuro lontano nel tempo, bensì la sollecitazione ad essere attenti a
scorgere Dio già presente nella persona di Gesù, il vero instauratore
del regno.
Partendo da questo centro focale del progetto del Regno, si può
ricostruire l'intero messaggio di Gesù. Il tema è presente all'inizio
della predicazione come parola programmatica; nelle parabole è
insieme illustrato e realizzato, perché attraverso di esse il mistero del
Regno è svelato ai discepoli, iniziando cosi l'opera della costruzione
della comunità messianica: «A voi è stato confidato il mistero del
regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole» (4,11).
Il Regno è messo in opera da Gesù attraverso i suoi gesti di potenza,
esorcismi e miracoli. Con Gesù il regno di satana riceve l'attacco
definitivo. Da lui si riceve il perdono dei peccati, con lui si inaugura
il banchetto escatologico del Regno e la morte, l'ultimo nemico,
viene sconfitta. Infatti la lotta contro il nemico del Regno di Dio,
satana, ingaggiata da Gesù fìn dall'inizio del Vangelo nel deserto,
culmina nella passione: mentre gli uomini gli danno la morte, il
Padre gli dà la vita.
Nella passione e risurrezione di Cristo il trionfo finale di Dio è già
anticipato; nell’ora della croce il Regno di Dio viene con potenza.
Allora « vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza
e venire con le nubi del cielo» (14, 62).
La comunità dei discepoli
Nella Palestina del I secolo è normale che un maestro formi un
gruppo di discepoli e che l'aspirante rabbino si scelga un maestro e
lo segua fino a quando egli stesso, non diventa maestro. Marco, però,
fin dall'inizio, ci avverte che Gesù è un maestro diverso dagli altri,
perché insegna con piena autorità. Diverso è perciò anche il rapporto
tra lui e i discepoli. E’ Gesù, infatti, che sceglie con decisione
13
Il mistero di Gesù
Un primo elemento caratteristico della presentazione che Marco fa di
Gesù è, in confronto agli altri evangelisti, il ritratto molto umano del
Nazareno. E’ significativo notare che il secondo vangelo fa scarso
uso dei titoli cristologici, come Figlio di Dio, Signore, appellativi
che, invece, sono molto più frequenti in Matteo e Luca.
Marco non si stanca di contemplare l’umanità di Gesù: non esita a
chiamarlo “il carpentiere”, il “figlio di Maria”. In misura maggiore
degli altri evangelisti, Marco indulge a registrare in Gesù sentimenti
e atteggiamenti di vero uomo, attraverso la descrizione dei tratti
umani della sua persona: le sue mani abbracciano i bambini, toccano
la lingua del sordomuto, mettono la saliva sugli occhi del cieco;
esprime simpatia, delusione di fronte al rifiuto degli abitanti di
Nazaret ad accogliere la sua presenza; nel Getsemani prova «paura e
angoscia » (14,33); nella sofferenza della croce grida: « Dio mio, Dio
mio, perché mi hai abbandonato? » (15,34).
Tuttavia Gesù di Nazaret si manifesta come il Messia, il Cristo che
Marco vede in stretta connessione con il tema della sofferenza e della
morte. Gesù, dunque, è Messia di gloria, ma attraverso la croce,
mentre nel giudaismo palestinese dell’era precristiana non si trova
traccia dell'attesa di un Messia sofferente. Questi due tratti,
sofferenza e gloria, sono uniti nel titolo “Figlio dell'uomo”. Il titolo
“Figlio dell'uomo” è molto caro a Gesù come risulta dal fatto che
ricorre spesso nella sua bocca.
Ma al nostro evangelista non basta definire Gesù come Messia e
neppure è sufficiente il titolo di Figlio dell'uomo. Lo stesso Marco,
che delinea di Gesù un ritratto tanto umano, non esita a mettere in
luce la forza divina che da lui si sprigiona: «Chi è costui, al quale il
vento e il mare obbediscono?» (4,41). L'autorità sovrana che egli
esercita, le pretese uniche che rivendica fino al punto di dichiararsi
signore del sabato, portatore del perdono dei peccati, giudice alla fine
dei tempi, collocano Gesù in una sfera divina: Egli non è solo il
Cristo, è davvero il “Figlio di Dio”: così è per il Padre, così è per la
Chiesa. Infatti oltre che nella professione di fede di Pietro e del
centurione e all’affermazione che Gesù fa di se stesso davanti al
sinedrio, è proprio il Padre a dichiararlo solennemente, nel battesimo
al Giordano: «Tu sei il Figlio mio prediletto...» (1, 11) e nella
trasfigurazione: «Questi è il Figlio mio prediletto...» (9, 7).
12
Domande
□ Vivi nella fede, contemplando la croce di Cristo, situazioni di
incomprensione, di abbandono, di tradimento?
□ La vita della tua comunità è una scuola di fede che fa intravedere,
nel dolore e nella prova, il volto paterno di Dio?
□ Il mondo ha paura della sofferenza e della morte e tende a
rimuoverle. Cosa si attende dai cristiani nel momento del dolore
e della solitudine?
Preghiera
Guida
Cristo Gesù, nella sua agonia in cui rimette tutto nelle mani del Padre,
ancora una volta ci suggerisce la preghiera di abbandono e di
consegna alla volontà divina.
Tutti
Padre nostro
Signore Gesù,
nella notte profonda della tua agonia
hai avuto la forza di abbandonarti con fiducia
nelle braccia del Padre.
Fa’ che anche noi,
nei momenti di difficoltà,
abbiamo la forza
di abbandonarci fiduciosi
alla volontà di Dio.
E così sia.
73
14. Veramente era Figlio di Dio
Preghiera
Guida
Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella
carne umana per la nostra salvezza.
vicenda di Gesù non è finita, ma continua. Sono raccolte notizie sulle
apparizioni del Risorto e sulla missione della chiesa. E’ molto
improbabile che quest'ultima parte del capitolo appartenesse all'opera
originale di Marco; tuttavia completa e chiarisce l'annuncio
evangelico precedente: «Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi
cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E' risorto, non è qui. Ecco il
luogo dove l'avevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a
Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha
detto» (16,6-7).
Il messaggio del vangelo di Marco
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Guida
Il Crocifisso è veramente il Figlio di Dio che è morto in croce per la
nostra salvezza. Ora preghiamo e ascoltiamo insieme la sua parola.
Tutti
O Dio, che nella croce del Cristo nostro Signore ci hai liberati dalla
morte, eredità del peccato trasmessa a tutto il genere umano, rinnovaci
a somiglianza del tuo Figlio, perché portiamo in noi la vera immagine
del suo discepolo. Amen.
Salmo 22
•
•
•
•
•
•
74
Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Tu sei lontano
dalla mia salvezza»: sono le parole del mio lamento.
Dio mio, invoco di giorno e non rispondi, grido di notte e non
trovo riposo.
In te hanno sperato i nostri padri, hanno sperato e tu li hai
liberati.
Mi scherniscono quelli che mi vedono, storcono le labbra,
scuotono il capo:
Si è affidato al Signore, lui lo scampi;lo liberi, se è suo amico».
Ma tu, Signore, non stare lontano, mia forza, accorri in mio
aiuto.
Nel versetto di testa del vangelo: «Inizio
del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di
Dio» (1, 1), Marco riporta la fede della
Chiesa delle origini che identifica Gesù
con i due titoli di “Cristo” e di “ Figlio di
Dio”. Per questo possiamo affermare che il
secondo vangelo intende rispondere alla
domanda: “chi è Gesù?” Se lo chiedono la
folla, i discepoli, gli avversari. Gesù stesso pone l’interrogativo a cui
solo Pietro dà la risposta giusta: Gesù è il “Cristo”. Occorre tuttavia
chiarire in che senso egli è Cristo. Certamente non secondo le attese
correnti della gente che vedono nel Messia il trionfatore politico, ma
come “figlio di Dio” crocifisso e risorto. Così si rivela Gesù nella sua
dichiarazione davanti al sommo sacerdote: « Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto? Gesù rispose: Io lo sono! » (14, 61-62):
così professa il centurione pagano ai piedi della croce: «Veramente
quest'uomo era Figlio di Dio!» (15, 39).
Contemporaneamente alla domanda su Gesù, Marco se ne pone
un’altra: "chi è il discepolo?". “Chiamato" da Gesù, “convocato” in
un gruppo, “mandato" in missione, il discepolo è colui che percorre
tutte le tappe della strada seguita da Gesù verso Gerusalemme: dal
battesimo alla vita nuova della risurrezione, attraverso la croce .
In conclusione, se in riferimento a Gesù, il Vangelo di Marco può
essere intitolato "Rivelazione di Gesù come Cristo, Figlio di Dio", in
riferimento al credente il titolo più appropriato sembra essere "il
cammino dei discepoli".
11
il suo vangelo dopo la distruzione di Gerusalemme del 70, avrebbe
potuto e dovuto essere più esplicito in tanti particolari.
•
L'opera di Marco
•
Il vangelo di Marco può essere così riassunto e ordinato.
•
) 1, 1-13: a modo di introduzione, l’evangelista ci presenta Gesù,
da una parte come adempimento delle profezie, più grande
addirittura di Giovanni Battista, come il « Figlio diletto » di Dio,
oggetto delle sue compiacenze e servito dai suoi angeli; dall'altra
come uno che si fa battezzare, che è tentato da Satana e sta « con le
fiere ».
) 1, 14 a 8,26: Marco descrive il ministero di Gesù in Galilea e
dintorni. Ce ne presenta soprattutto i miracoli, con una particolare
attenzione alla liberazione di indemoniati. Troviamo anche le prime
professioni di fede in Gesù, specialmente sulle labbra dei demoni e
degli ossessi, di fronte alle quali Gesù ripetutamente impone il
silenzio. Attorno a lui stanno le folle, ma, a poco a poco, esse
spariranno, per lasciare il posto al gruppo dei discepoli. E' soprattutto
a costoro che Gesù rivela progressivamente la sua messianità,
vincendo a fatica la loro sordità, cecità e durezza di cuore.
) 8, 27-38: siamo alla pagina di cerniera tra la prima e la seconda
parte del vangelo. Si tratta della confessione di Pietro a Cesarea: « Tu
sei il Cristo ». Gesù ordina di tacere e poi annuncia, ancora di fronte
all’incomprensione dei discepoli, che il « Figlio dell'uomo » deve
soffrire molto, morire, risorgere e che la strada della croce sarà anche
quella dei discepoli.
) 9 - 16,8: Marco riassume il ministero di Gesù in Giudea e a
Gerusalemme. Questa parte è totalmente “sotto il segno della croce”.
Vi sono raccolti episodi e scontri con il giudaismo ufficiale, scanditi
da ripetuti annunci della passione del Figlio dell'Uomo. Dopo queste
ripetute proclamazioni della sua misteriosa grandezza unita alla
condizione di servo, Gesù va all'epilogo della sua storia: la passione e
la morte in croce. In questo contesto di dono di sé, di morteper-servire, Marco ricorda la fede del centurione romano, che davanti
al crocifisso riconosce la sua divina grandezza: «Veramente
quest' uomo era Figlio di Dio!» (15, 38-39).
) 16, 9-20:
10
con la resurrezione l’evangelista annuncia che la
•
•
Lodate il Signore, voi che lo temete, gli dia gloria la stirpe di
Giacobbe, lo tema tutta la stirpe di Israele;
perché egli non ha disprezzato, né sdegnato l'afflizione del
misero, ma, al suo grido d'aiuto, lo ha esaudito.
Sei tu la mia lode nella grande assemblea, scioglierò i miei voti
davanti ai suoi fedeli.
E io vivrò per lui, lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore, alla generazione che viene.
Mc. 15, 22-39
Nel brano della crocifissione domina la solitudine più assoluta in cui
si trova Gesù. Il disegno di Dio, a cui lui ha sempre volontariamente
corrisposto con una fedeltà a tutta prova, sta compiendosi.
22
Condussero dunque Gesù al luogo del Gòlgota, che significa
luogo del cranio, 23e gli offrirono vino mescolato con mirra, ma
egli non ne prese. 24Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti,
tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere.
25
Erano le nove del mattino quando lo crocifissero.26E
l'iscrizione con il motivo della condanna diceva: Il re dei Giudei.
27
Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e
uno alla sua sinistra. 28. 29I passanti lo insultavano e, scuotendo il
capo, esclamavano: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo riedifichi
in tre giorni, 30salva te stesso scendendo dalla croce!».
31
Ugualmente anche i sommi sacerdoti con gli scribi, facendosi
beffe di lui, dicevano: «Ha salvato altri, non può salvare se
stesso! 32Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, perché
vediamo e crediamo». E anche quelli che erano stati crocifissi
con lui lo insultavano. 33Venuto mezzogiorno, si fece buio su
tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. 34Alle tre Gesù gridò
con voce forte: Eloì, Eloì, lemà sabactàni?, che significa: Dio
mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? 35Alcuni dei presenti,
udito ciò, dicevano: «Ecco,chiama Elia!».
36
Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una
75
canna, gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene
Elia a toglierlo dalla croce». 37Ma Gesù, dando un forte grido,
spirò. 38Il velo del tempio si squarciò in due, dall'alto in basso.
39
Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in
quel modo, disse: «Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!».
Messaggio
Con la morte di Gesù si giunge alla rivelazione suprema dell’amore di
Dio. E’ il tema centrale dell’annuncio di Gesù Cristo; è il grande mistero a cui tutto il vangelo di Marco è finalizzato: il Crocifisso è il
Figlio di Dio. Nessuno, infatti, avrebbe potuto intuire e leggere questo
mistero se non alla luce della morte in croce di Gesù, né conoscere il
Signore risorto, prescindendo dall’uomo che porta nella sua carne le
stimmate della sofferenza.
Contemplando la croce, il discepolo sa che il Figlio di Dio ha salvato
gli altri donando tutto se stesso e portando sulle sue spalle il male del
mondo. Al contrario dei sommi sacerdoti e degli scribi, i quali
richiedono a Gesù di scendere dalla croce come prova della sua
figliolanza divina, il cristiano crede che il suo Signore è il Crocifisso.
Nel grido di Gesù al momento della morte si ode il vagito prepotente
della nuova creazione che sta nascendo. Il velo del tempio è lacerato e
l’ abisso mortale che teneva lontano l’uomo dal Dio dei viventi, è
completamente vinto; finalmente la terra è pervasa dalla presenza
divina.
Davanti alla croce il centurione, primo tra tutti benché pagano,
proclama la sua fede: «Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!» e si
fa eco della voce che nel battesimo Dio aveva rivolto a Gesù e che
nella trasfigurazione i tre discepoli avevano udito.
La morte in croce è il centro, il fondamento di tutta la fede e il criterio
di giudizio su tutta la storia umana; è l’elemento che, in ultima analisi,
fa la differenza con tutte le religioni e ideologie; è l’annuncio del dono
di vita concesso ad ogni uomo al di là di ogni merito; è il grande libro
del cristiano in cui si impara chi è l’uomo e chi è il Signore, dove si
fonda la libertà della persona e in che cosa consiste la salvezza operata
da Dio.
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dottrinale che Marco sembra essersi prefisso nel descrivere la figura
di Cristo, presentandolo come Dio e Signore di ogni cosa, a cui
sottostanno gli stessi spiriti infernali, non esclusi gli idoli pagani. Fin
dal principio, infatti, è affermato che Gesù è Figlio di Dio e, quindi,
vero Dio, morto per la nostra salvezza e a cui dobbiamo credere e
obbedire. Per dimostrare questo l’evangelista non si appella, come
Matteo, alle profezie dell'Antico Testamento, ma alla testimonianza
diretta del Padre nel battesimo e nella trasfigurazione, alla
confessione esplicita dei demoni, al riconoscimento del centurione
romano sotto la croce e, soprattutto, alla dimostrazione delle opere
meravigliose da lui compiute. Infatti i numerosi prodigi, riferiti con
tanta abbondanza di .particolari, vogliono essere la prova più
persuasiva della potenza sovrumana e della divinità del Cristo.
La data di composizione
Secondo la tradizione è certo che il secondo vangelo fu scritto dopo
quello di Matteo nella prima stesura aramaica e prima di quello di
Luca. Le difficoltà sopraggiungono quando si vogliono determinare,
con una certa attendibilità, gli anni nei quali esso potrebbe essere
stato composto.
Le posizioni sono diverse: alcuni studiosi propendono per gli anni
successivi al 70 , altri per gli anni 40-50, altri tra il 52 e il 62, altri
infine per gli anni 67-70. Senz’altro si può escludere la data più
remota per il fatto che Marco fin verso il 50 è con Paolo e poi si ritira
con Barnaba a Cipro. In questo caso difficilmente avrebbe potuto
essere collaboratore di Pietro.
Si potrebbe pensare ragionevolmente agli anni 60-63, durante i quali,
la presenza di Marco a Roma ci è assicurata dalle lettere paoline della
prigionia ai Colossesi e a Filemone. Ma vi si oppone la testimonianza
di Ireneo, secondo la quale Marco compone il suo vangelo dopo la
morte degli apostoli Pietro e Paolo, che non si può assegnare ad una
data anteriore al 64.
Per questo molti studiosi moderni pensano agli anni 64-70, confortati
anche da due elementi importanti, riscontrabili agevolmente nella
lettura del testo. Il primo è l’accento posto sulle sofferenze e le
persecuzioni, ben comprensibili nel clima di ostilità in cui vennero a
trovarsi i cristiani di Roma con la persecuzione di Nerone. Il secondo
è dato dalla genericità del discorso escatologico rispetto agli altri testi
sinottici. Se, come vogliono alcuni, Marco avesse composto davvero
9
l’apostolo, per il pudore e il senso di umiltà che lo distinguevano,
rifuggiva da ogni tipo di ostentazione riguardo alla propria persona.
Inoltre con cura vengono narrati gli avvenimenti accaduti nella casa
di Pietro o a cui l’apostolo è presente. Pieno
di particolari anche nelle parole riportate e
denso di drammaticità è il racconto del
rinnegamento. La vita di Cristo, narrata dal
secondo vangelo, è strettamente contenuta
entro i limiti della predicazione petrina
riferita dagli Atti degli Apostoli. Infatti il
discorso di Pietro nella casa del centurione
Cornelio appare come lo schema di fondo di
tutto l’impianto dell’opera marciana: «Voi
conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando dalla
Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio
consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret.
E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute. Lo uccisero
appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e
volle che apparisse, non a tutto il popolo, ma a noi, testimoni prescelti da Dio » (At 10, 37 sq).
Inoltre l’autore dimostra di conoscere molto bene usi e costumi
giudaici e, pur scrivendo in greco, la sua sintassi risente pienamente
dello stile semita. Lo attestano le molte parole aramaiche che
vengono trascritte e spiegate: “boanerghes, talithà Kum, korbàn,
effathà, abbà….”.
I destinatari e lo scopo dell’opera di Marco
Il secondo vangelo è scritto in greco da Marco per i cristiani di origine pagana residenti a Roma, anche se si tiene pure conto delle comunità provenienti dal Giudaismo, presenti nella città negli anni 6070. Su un punto la tradizione è concorde: l’ evangelista scrive certamente per una comunità che è agli inizi della sua esperienza e che
egli vuole condurre per mano fino alla pienezza della fede.
L’origine pagana dei destinatari del secondo vangelo è provata dal
fatto che i richiami all'Antico Testamento non sono abbondanti e che,
a differenza di Matteo, sono omessi i riferimenti alla legge mosaica
ed evitate espressioni proprie della religiosità ebraica, come Figlio di
Davide, segno di Giona…
Adatto alla mentalità di un ambiente pagano è pure lo scopo
8
La crocifissione
La crocifissione era considerata una pena altamente infamante: era la pena
capitale riservata agli schiavi e ai ribelli, mentre per i cittadini romani si
ricorreva alla decapitazione. Prima ancora di essere appesi alla croce, i condannati venivano flagellati e, per esporli allo scherno di tutti, erano costretti
a portare la trave orizzontale della croce per le vie della città. Era prescritto
che il luogo della crocifissione doveva essere ben visibile, in cima ad
un’altura o lungo le vie principali di comunicazione, perché la vista dei
condannati servisse da ammonimento .
Gesù subisce la sorte riservata ai ribelli e agli schiavi. Se a questo
aggiungiamo che, secondo la tradizione biblica, l’essere appesi a un albero
era segno di maledizione, si può comprendere lo sconcerto dei discepoli di
fronte alla sorte del Maestro e quanto sia stato loro difficile comprendere il
progetto di Dio.
Domande
□ La croce ci insegna come lo stile di vita autenticamente cristiano è
“dare la vita”. Per il tuo personale cammino di fede e di ricerca
della volontà di Dio, cosa significa contemplare la croce?
□ Pensi che la tua comunità parrocchiale sia luogo e segno
dell’amore di Gesù, tanto da far dire al centurione di oggi
“veramente questo uomo è Figlio di Dio”?
□ Come battezzato, porti nel tuo mondo il “morire di Gesù” come
testimonianza di una vita che rinasce?
77
Preghiera
Guida
Cristo nostro Signore, il Crocifisso, è il Salvatore della nostra umanità.
Insieme a lui, come suoi discepoli, ci rivolgiamo al Padre.
Tutti
Padre nostro
Signore,
effondi su di noi il tuo Santo Spirito,
perché, contemplando il crocifisso,
sappiamo riconoscere in lui
la manifestazione dell’amore del Padre,
e troviamo la forza di seguirlo
per essere con lui
partecipi della vita nuova.
Amen.
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Non si riescono a stabilire con precisione gli itinerari di Marco
dall’anno 50 fino al 60. Nel 61 lo troviamo di nuovo, insieme ad altri
discepoli, accanto a Paolo il quale, prigioniero a Roma in attesa di
essere giudicato dal tribunale di Cesare, lo invia in Asia Minore e
prega i Colossesi di accoglierlo bene (Col 4,10-11). Da qui lo stesso
apostolo lo richiamerà a Roma qualche anno più tardi e lo
raccomanderà a
Timoteo: « Prendi Marco e portalo con te (a
Roma), perché mi è molto utile per il ministero » (2Tm 4,11). Per
questo è lecito pensare che Marco sia presente a Roma durante il
martirio di Paolo. Sappiamo inoltre che in quegli anni Marco, sempre
a Roma, si trova accanto a Pietro.
Per il resto della sua vita, le notizie della tradizione sono molto
discordi. Secondo Eusebio, Girolamo e altri, Marco si reca in Egitto e
vi fonda la chiesa di Alessandria che regge fino al suo martirio. E
proprio da Alessandria alcuni mercanti veneziani, nell’anno 828,
portano le sue reliquie a Venezia.
L’interprete di Pietro
Nella Prima Lettera di Pietro, scritta negli anni 60 ai cristiani
dell’Asia Minore, leggiamo: « Vi saluta anche Marco mio figlio
» (5,13). Questa espressione vede in Marco non semplicemente il
discepolo, ma anche colui che è venuto alla fede attraverso la
predicazione del principe degli apostoli.
Tutta la tradizione antica, infatti, insiste nell’affermare la dipendenza
tanto di Marco quanto del suo vangelo dalla catechesi orale
dell’apostolo Pietro. Papia, vescovo di Gerapoli di Frigia, l’attuale
città turca di Pammukale, all’ inizio del II sec., ricordando ciò che gli
aveva insegnato un tale presbitero di nome Giovanni, scrive:
« Marco, divenuto interprete di Pietro, mise per scritto con esattezza
tutto ciò che si ricordava, sia le parole che le opere del Signore,
senza nulla tralasciare di quanto aveva udito da Pietro ».
Esistono vari motivi che permettono di rintracciare, nello scritto di
Marco, una diretta influenza petrina.
Generalmente in Marco è taciuto quanto negli altri sinottici è scritto a
lode di Pietro; piuttosto sono messi in risalto i difetti. A questo scopo
è sufficiente sottolineare il brano della professione di fede a Cesarea
di Filippo. Il “Beato te, Simone figlio di Giona…» e il conferimento
del primato riportato da Matteo (16,17), nel passo parallelo di Marco
(8,27) non vengono riferiti. Tutto questo si spiega con il fatto che
7
volte è indicato con il binomio Giovanni-Marco; altre, invece, con il
solo nome ebraico di Giovanni o anche semplicemente con
l’appellativo romano di Marco. Tuttavia si
tratta sempre della solita persona, non
essendo raro il caso di persone con il
doppio nome, come Paolo-Saulo, MatteoLevi, Simone-Pietro…
Marco era figlio di Maria, donna
benestante di Gerusalemme, nella cui casa
si radunavano i primi cristiani della Città
Santa e in cui lo stesso Pietro trova
rifugio, appena liberato miracolosamente
dal carcere, durante la persecuzione di
Erode Agrippa.
Qualche autore antico lo crede uno dei 72 discepoli, di cui parla il
vangelo di Luca. Ma ciò è negato da Papia e implicitamente da tutte
le testimonianze patristiche, le quali insistono sulla sua dipendenza
dall’apostolo Pietro, benché il nome di Marco compaia spesso in
relazione anche a Paolo. Non è improbabile invece che, ancora
giovanissimo, abbia conosciuto di persona Gesù, anche se per la sua
età non avrebbe potuto seguirlo. Sono molti, poi, coloro che
ritengono che sia da identificare con quel giovane, di cui si parla nel
secondo vangelo il quale nella notte del Getsemani se ne fuggì nudo,
lasciando in mano a coloro che volevano catturarlo il solo lenzuolo
da cui era avvolto.
Marco era cugino di Barnaba che lo presenta a Paolo in occasione del
loro viaggio da Antiochia verso Gerusalemme per
soccorrere i
fratelli colpiti dalla carestia. Ritornando ad Antiochia, circa nell’anno
45, i due apostoli vogliono portare con sé Marco e poi se lo scelgono
come compagno nel loro primo viaggio missionario. Ma, giunto a
Perge di Panfilia, forse sopraffatto dalle fatiche del viaggio, Marco li
abbandona e se ne torna da solo a Gerusalemme (At 13,13).
Nel secondo viaggio, siamo nell’anno 49 circa, Barnaba vuole
ritentare di condurre ancora una volta con sé il cugino Marco; ma
Paolo, ricordando la precedente defezione, si oppone. Per questo
rifiuto, « il dissenso fu tale che si separarono l'uno dall'altro;
Barnaba, prendendo con sé Marco, s'imbarcò per Cipro. Paolo
invece scelse Sila e partì, raccomandato dai fratelli alla grazia del
Signore » (At 15, 39-40).
6
15. Andate e predicate
Preghiera
Guida
Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella
carne umana per la nostra salvezza.
Tutti
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Guida
Il Crocifisso, morto per la nostra salvezza e risorto dai morti, è il
Vivente. Ora è in mezzo a noi, ci parla e ci riunisce in comunione
fraterna.
Tutti
Concedi al tuo popolo, Dio misericordioso, di proclamare la potenza
del Signore risorto, perché si manifesti al mondo la pienezza della vita
nuova. Amen.
Salmo 118
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Celebrate il Signore, perché è buono; perché eterna è la sua
misericordia.
Dica Israele che egli è buono: eterna è la sua misericordia.
Mi avevano spinto con forza per farmi cadere, ma il Signore è
stato mio aiuto.
Mia forza e mio canto è il Signore, egli è stato la mia salvezza.
Non morirò, resterò in vita, annunzierò le opere del Signore.
La pietra scartata dai costruttori, è divenuta testata d'angolo;
ecco l'opera del Signore: una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo
in esso.
Celebrate il Signore, perché è buono; perché eterna è la sua
misericordia.
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Mc. 16, 9-20
Il crocifisso vive! E’ questo l’annuncio della resurrezione del Signore
che apre i discepoli, ancora impauriti ed increduli, alla missione.
Gesù, prima di salire al cielo, conferisce ai suoi il mandato di
evangelizzare tutti gli uomini.
9
Risuscitato al mattino nel primo giorno dopo il sabato, apparve
rima a Maria di Magdala, dalla quale aveva cacciato sette
demoni. 10Questa andò ad annunziarlo ai suoi seguaci che erano
in lutto e in pianto. 11Ma essi, udito che era vivo ed era stato
visto da lei, non vollero credere. 12Dopo ciò, apparve a due di
loro sotto altro aspetto, mentre erano in cammino verso la
campagna. 13Anch'essi ritornarono ad annunziarlo agli altri; ma
neanche a loro vollero credere. 14Alla fine apparve agli undici,
mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro incredulità e
durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo
avevano visto risuscitato. 15Gesù disse loro: «Andate in tutto il
mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. 16Chi crederà e
sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato.
17
E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che
credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue
nuove, 18prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche
veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e
questi guariranno». 19Il Signore Gesù, dopo aver parlato con
loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. 20Allora essi
partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava
insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che
l'accompagnavano.
Messaggio
Le apparizioni del Risorto a Maria di Magdala e ai due discepoli di
Emmaus sinteticamente rievocate in questo testo, trovano i discepoli
ancora increduli tanto che si rende necessario un intervento diretto del
80
Il vangelo di Marco
Tutta la Bibbia è un’unica grande catechesi narrativa che riferisce ciò
che Dio ha fatto per l’uomo. Infatti la fede giudaico-cristiana non è
un'ideologia da comunicare, ma accoglienza della rivelazione da
parte di Dio, che ha voluto manifestarsi nella carne di Gesù e nelle
vicende di un popolo. Si tratta di un Dio che è amore folle per l’uomo e si coinvolge con lui fino al dono del Figlio. Il credente, allora, è
colui che, aprendosi a questa rivelazione, accetta di riviverla in prima
persona. Fa esperienza, in questo modo, di relazioni, con Dio e con i
fratelli, sempre nuove e liberanti che si concretizzano in avvenimenti
da ricordare e da raccontare perché altri, a loro volta, ascoltando, sperimentino, ricordino e raccontino ad altri ancora.
All’ indemoniato guarito a Cerasa Gesù dice: «Va’ nella tua casa,
dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia
che ti ha usato». (Mc 5,19).
L’evangelista Marco, narrando per scritto gli eventi della vita di
Gesù, si inserisce in questa tradizione catechetica. Egli vuol condurre
alla contemplazione di un Dio amore. Questo è il "vangelo", la buona
notizia che rimuove ogni immagine di Dio che l’uomo si è costruito.
La vicenda di Gesù, nel secondo vangelo, è vista attraverso gli occhi
dei primi discepoli che con fatica giungono a riconoscerlo come
Salvatore e Signore e accettano di fondare su di lui la propria vita.
Anche al lettore di oggi, con tutte le perplessità e le incomprensioni
dei primi seguaci, Gesù si rivolge direttamente, perché si senta
pienamente coinvolto, fino a diventare, insieme a lui, protagonista
del racconto.
I destinatari del racconto sono diversi. Si passa dal precatecumeno
che vuol sapere chi è Gesù, al catecumeno che vuol riconoscerlo e
affidarsi a lui, al credente nella Chiesa che di continuo si confronta
con lui, per vederlo e amarlo sempre più. E’ indicato anche un
itinerario preciso che dalla Parola ascoltata conduce al Battesimo per
giungere all’Eucaristia, sorgente e culmine di tutta la vita cristiana.
L’autore
Sulla scorta di antichi scrittori si è soliti identificare Marco, autore
del secondo vangelo, con l'unico personaggio che, con questo nome,
compare negli scritti del Nuovo Testamento. Il suo nome alcune
5
Signore che rimprovera la loro durezza di cuore. Tuttavia Gesù li
accetta nella loro fragilità e nella loro fatica a credere e li invia nel
mondo a predicare il vangelo ad ogni creatura, assicurando la sua
continua presenza con la potenza dello Spirito Santo.
Tale situazione continua sempre: nonostante la nostra debole fede e di
fronte alla dura esperienza dell’evangelizzazione da parte dei discepoli
di ogni tempo, il Signore non rifiuta nessuno e invia continuamente i
credenti, così come sono, ad annunciare a tutti la buona notizia della
salvezza.
I discepoli, che non si ripiegano su se stessi e si aprono al mondo per
annunciare il vangelo, non dovranno temere. La costante presenza del
male lungo il cammino degli evangelizzatori non avrà il sopravvento:
la medesima forza dei prodigi compiuti da Gesù durante la sua vita
terrena, come segno del compiersi del regno di Dio, ora è donata alla
comunità cristiana e accompagnerà permanentemente la sua parola.
La salvezza
Nell’ Antico Testamento il termine salvezza rimanda innanzitutto all’azione
liberatrice di Dio che interviene nella storia per cambiare radicalmente le
condizioni del suo popolo. Basti pensare all’azione di Dio che libera Israele
dalla schiavitù egiziana e ai vari testi profetici e messianici.
In riferimento a Cristo è chiaro che la “salvezza” non riguarda solamente la
realtà ultima, cioè la liberazione dopo la morte, bensì opera il cambiamento
dell’identità della persona che, schiava del peccato, è chiamata dal Signore
Gesù ad essere nuova creatura attraverso la grazia del battesimo.
E la salvezza non è qualcosa che l’uomo può conquistare semplicemente con
le sue forze, ma è un dono della grazia di Dio a cui l’uomo deve
corrispondere con l’accoglienza dell’annuncio del vangelo e con il porsi,
lungo la sua esistenza, alla sequela di Gesù Cristo.
4
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Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro
Domande
□ Sono capace di riconoscere e di raccontare esperienze in cui ho
toccato con mano l’amore personale del Signore?
□ Quali sono stati i momenti particolari in cui è cresciuta la mia fede
all’interno della mia comunità? Chi è stato per me annunciatore del
Risorto?
□ La Galilea è il luogo in cui, nei confronti di Gesù, convive gente che
crede insieme a gente che si oppone o è indifferente. Sono convinto
che il mio posto, come cristiano, è “là in mezzo a loro”?
PIANO PASTORALE DIOCESANO 2007-2008
Chiamati a seguire Gesù
Preghiera
Vangelo di Marco
Guida
Cristo nostro Signore, il Crocifisso, è il vivo in mezzo a noi. Uniti a lui
e in comunione con tutta la comunità cristiana, ci rivolgiamo al Padre.
Tutti
Padre nostro
Signore Gesù,
donaci il tuo Spirito,
perché possiamo aderire nella fede
all’annuncio della resurrezione
e possiamo così riconoscerti
Vivente in mezzo a noi e Signore della storia.
Donaci la capacità di annunciare
la tua morte e resurrezione
a tutti coloro che incontriamo.
Amen.
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Sussidio per i gruppi biblici e la catechesi degli adulti
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