Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro Vangelo di Marco Chiamati a seguire Gesù 84 Piano Pastorale Diocesano 2007-2008 Sussidio per la catechesi degli adulti Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro Domande □ Sono capace di riconoscere e di raccontare esperienze in cui ho toccato con mano l’amore personale del Signore? □ Quali sono stati i momenti particolari in cui è cresciuta la mia fede all’interno della mia comunità? Chi è stato per me annunciatore del Risorto? □ La Galilea è il luogo in cui, nei confronti di Gesù, convive gente che crede insieme a gente che si oppone o è indifferente. Sono convinto che il mio posto, come cristiano, è “là in mezzo a loro”? PIANO PASTORALE DIOCESANO 2007-2008 Chiamati a seguire Gesù Preghiera Vangelo di Marco Guida Cristo nostro Signore, il Crocifisso, è il vivo in mezzo a noi. Uniti a lui e in comunione con tutta la comunità cristiana, ci rivolgiamo al Padre. Tutti Padre nostro Signore Gesù, donaci il tuo Spirito, perché possiamo aderire nella fede all’annuncio della resurrezione e possiamo così riconoscerti Vivente in mezzo a noi e Signore della storia. Donaci la capacità di annunciare la tua morte e resurrezione a tutti coloro che incontriamo. Amen. 82 Sussidio per i gruppi biblici e la catechesi degli adulti 3 Mc. 16, 9-20 Il crocifisso vive! E’ questo l’annuncio della resurrezione del Signore che apre i discepoli, ancora impauriti ed increduli, alla missione. Gesù, prima di salire al cielo, conferisce ai suoi il mandato di evangelizzare tutti gli uomini. 9 Risuscitato al mattino nel primo giorno dopo il sabato, apparve rima a Maria di Magdala, dalla quale aveva cacciato sette demoni. 10Questa andò ad annunziarlo ai suoi seguaci che erano in lutto e in pianto. 11Ma essi, udito che era vivo ed era stato visto da lei, non vollero credere. 12Dopo ciò, apparve a due di loro sotto altro aspetto, mentre erano in cammino verso la campagna. 13Anch'essi ritornarono ad annunziarlo agli altri; ma neanche a loro vollero credere. 14Alla fine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risuscitato. 15Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. 16Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. 17 E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, 18prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno». 19Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. 20Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano. Messaggio Le apparizioni del Risorto a Maria di Magdala e ai due discepoli di Emmaus sinteticamente rievocate in questo testo, trovano i discepoli ancora increduli tanto che si rende necessario un intervento diretto del 80 Il vangelo di Marco Tutta la Bibbia è un’unica grande catechesi narrativa che riferisce ciò che Dio ha fatto per l’uomo. Infatti la fede giudaico-cristiana non è un'ideologia da comunicare, ma accoglienza della rivelazione da parte di Dio, che ha voluto manifestarsi nella carne di Gesù e nelle vicende di un popolo. Si tratta di un Dio che è amore folle per l’uomo e si coinvolge con lui fino al dono del Figlio. Il credente, allora, è colui che, aprendosi a questa rivelazione, accetta di riviverla in prima persona. Fa esperienza, in questo modo, di relazioni, con Dio e con i fratelli, sempre nuove e liberanti che si concretizzano in avvenimenti da ricordare e da raccontare perché altri, a loro volta, ascoltando, sperimentino, ricordino e raccontino ad altri ancora. All’ indemoniato guarito a Cerasa Gesù dice: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato». (Mc 5,19). L’evangelista Marco, narrando per scritto gli eventi della vita di Gesù, si inserisce in questa tradizione catechetica. Egli vuol condurre alla contemplazione di un Dio amore. Questo è il "vangelo", la buona notizia che rimuove ogni immagine di Dio che l’uomo si è costruito. La vicenda di Gesù, nel secondo vangelo, è vista attraverso gli occhi dei primi discepoli che con fatica giungono a riconoscerlo come Salvatore e Signore e accettano di fondare su di lui la propria vita. Anche al lettore di oggi, con tutte le perplessità e le incomprensioni dei primi seguaci, Gesù si rivolge direttamente, perché si senta pienamente coinvolto, fino a diventare, insieme a lui, protagonista del racconto. I destinatari del racconto sono diversi. Si passa dal precatecumeno che vuol sapere chi è Gesù, al catecumeno che vuol riconoscerlo e affidarsi a lui, al credente nella Chiesa che di continuo si confronta con lui, per vederlo e amarlo sempre più. E’ indicato anche un itinerario preciso che dalla Parola ascoltata conduce al Battesimo per giungere all’Eucaristia, sorgente e culmine di tutta la vita cristiana. L’autore Sulla scorta di antichi scrittori si è soliti identificare Marco, autore del secondo vangelo, con l'unico personaggio che, con questo nome, compare negli scritti del Nuovo Testamento. Il suo nome alcune 5 volte è indicato con il binomio Giovanni-Marco; altre, invece, con il solo nome ebraico di Giovanni o anche semplicemente con l’appellativo romano di Marco. Tuttavia si tratta sempre della solita persona, non essendo raro il caso di persone con il doppio nome, come Paolo-Saulo, MatteoLevi, Simone-Pietro… Marco era figlio di Maria, donna benestante di Gerusalemme, nella cui casa si radunavano i primi cristiani della Città Santa e in cui lo stesso Pietro trova rifugio, appena liberato miracolosamente dal carcere, durante la persecuzione di Erode Agrippa. Qualche autore antico lo crede uno dei 72 discepoli, di cui parla il vangelo di Luca. Ma ciò è negato da Papia e implicitamente da tutte le testimonianze patristiche, le quali insistono sulla sua dipendenza dall’apostolo Pietro, benché il nome di Marco compaia spesso in relazione anche a Paolo. Non è improbabile invece che, ancora giovanissimo, abbia conosciuto di persona Gesù, anche se per la sua età non avrebbe potuto seguirlo. Sono molti, poi, coloro che ritengono che sia da identificare con quel giovane, di cui si parla nel secondo vangelo il quale nella notte del Getsemani se ne fuggì nudo, lasciando in mano a coloro che volevano catturarlo il solo lenzuolo da cui era avvolto. Marco era cugino di Barnaba che lo presenta a Paolo in occasione del loro viaggio da Antiochia verso Gerusalemme per soccorrere i fratelli colpiti dalla carestia. Ritornando ad Antiochia, circa nell’anno 45, i due apostoli vogliono portare con sé Marco e poi se lo scelgono come compagno nel loro primo viaggio missionario. Ma, giunto a Perge di Panfilia, forse sopraffatto dalle fatiche del viaggio, Marco li abbandona e se ne torna da solo a Gerusalemme (At 13,13). Nel secondo viaggio, siamo nell’anno 49 circa, Barnaba vuole ritentare di condurre ancora una volta con sé il cugino Marco; ma Paolo, ricordando la precedente defezione, si oppone. Per questo rifiuto, « il dissenso fu tale che si separarono l'uno dall'altro; Barnaba, prendendo con sé Marco, s'imbarcò per Cipro. Paolo invece scelse Sila e partì, raccomandato dai fratelli alla grazia del Signore » (At 15, 39-40). 6 15. Andate e predicate Preghiera Guida Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza. Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen Guida Il Crocifisso, morto per la nostra salvezza e risorto dai morti, è il Vivente. Ora è in mezzo a noi, ci parla e ci riunisce in comunione fraterna. Tutti Concedi al tuo popolo, Dio misericordioso, di proclamare la potenza del Signore risorto, perché si manifesti al mondo la pienezza della vita nuova. Amen. Salmo 118 • • • • • • • • • Celebrate il Signore, perché è buono; perché eterna è la sua misericordia. Dica Israele che egli è buono: eterna è la sua misericordia. Mi avevano spinto con forza per farmi cadere, ma il Signore è stato mio aiuto. Mia forza e mio canto è il Signore, egli è stato la mia salvezza. Non morirò, resterò in vita, annunzierò le opere del Signore. La pietra scartata dai costruttori, è divenuta testata d'angolo; ecco l'opera del Signore: una meraviglia ai nostri occhi. Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo in esso. Celebrate il Signore, perché è buono; perché eterna è la sua misericordia. 79 Preghiera Guida Cristo nostro Signore, il Crocifisso, è il Salvatore della nostra umanità. Insieme a lui, come suoi discepoli, ci rivolgiamo al Padre. Tutti Padre nostro Signore, effondi su di noi il tuo Santo Spirito, perché, contemplando il crocifisso, sappiamo riconoscere in lui la manifestazione dell’amore del Padre, e troviamo la forza di seguirlo per essere con lui partecipi della vita nuova. Amen. 78 Non si riescono a stabilire con precisione gli itinerari di Marco dall’anno 50 fino al 60. Nel 61 lo troviamo di nuovo, insieme ad altri discepoli, accanto a Paolo il quale, prigioniero a Roma in attesa di essere giudicato dal tribunale di Cesare, lo invia in Asia Minore e prega i Colossesi di accoglierlo bene (Col 4,10-11). Da qui lo stesso apostolo lo richiamerà a Roma qualche anno più tardi e lo raccomanderà a Timoteo: « Prendi Marco e portalo con te (a Roma), perché mi è molto utile per il ministero » (2Tm 4,11). Per questo è lecito pensare che Marco sia presente a Roma durante il martirio di Paolo. Sappiamo inoltre che in quegli anni Marco, sempre a Roma, si trova accanto a Pietro. Per il resto della sua vita, le notizie della tradizione sono molto discordi. Secondo Eusebio, Girolamo e altri, Marco si reca in Egitto e vi fonda la chiesa di Alessandria che regge fino al suo martirio. E proprio da Alessandria alcuni mercanti veneziani, nell’anno 828, portano le sue reliquie a Venezia. L’interprete di Pietro Nella Prima Lettera di Pietro, scritta negli anni 60 ai cristiani dell’Asia Minore, leggiamo: « Vi saluta anche Marco mio figlio » (5,13). Questa espressione vede in Marco non semplicemente il discepolo, ma anche colui che è venuto alla fede attraverso la predicazione del principe degli apostoli. Tutta la tradizione antica, infatti, insiste nell’affermare la dipendenza tanto di Marco quanto del suo vangelo dalla catechesi orale dell’apostolo Pietro. Papia, vescovo di Gerapoli di Frigia, l’attuale città turca di Pammukale, all’ inizio del II sec., ricordando ciò che gli aveva insegnato un tale presbitero di nome Giovanni, scrive: « Marco, divenuto interprete di Pietro, mise per scritto con esattezza tutto ciò che si ricordava, sia le parole che le opere del Signore, senza nulla tralasciare di quanto aveva udito da Pietro ». Esistono vari motivi che permettono di rintracciare, nello scritto di Marco, una diretta influenza petrina. Generalmente in Marco è taciuto quanto negli altri sinottici è scritto a lode di Pietro; piuttosto sono messi in risalto i difetti. A questo scopo è sufficiente sottolineare il brano della professione di fede a Cesarea di Filippo. Il “Beato te, Simone figlio di Giona…» e il conferimento del primato riportato da Matteo (16,17), nel passo parallelo di Marco (8,27) non vengono riferiti. Tutto questo si spiega con il fatto che 7 l’apostolo, per il pudore e il senso di umiltà che lo distinguevano, rifuggiva da ogni tipo di ostentazione riguardo alla propria persona. Inoltre con cura vengono narrati gli avvenimenti accaduti nella casa di Pietro o a cui l’apostolo è presente. Pieno di particolari anche nelle parole riportate e denso di drammaticità è il racconto del rinnegamento. La vita di Cristo, narrata dal secondo vangelo, è strettamente contenuta entro i limiti della predicazione petrina riferita dagli Atti degli Apostoli. Infatti il discorso di Pietro nella casa del centurione Cornelio appare come lo schema di fondo di tutto l’impianto dell’opera marciana: «Voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute. Lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che apparisse, non a tutto il popolo, ma a noi, testimoni prescelti da Dio » (At 10, 37 sq). Inoltre l’autore dimostra di conoscere molto bene usi e costumi giudaici e, pur scrivendo in greco, la sua sintassi risente pienamente dello stile semita. Lo attestano le molte parole aramaiche che vengono trascritte e spiegate: “boanerghes, talithà Kum, korbàn, effathà, abbà….”. I destinatari e lo scopo dell’opera di Marco Il secondo vangelo è scritto in greco da Marco per i cristiani di origine pagana residenti a Roma, anche se si tiene pure conto delle comunità provenienti dal Giudaismo, presenti nella città negli anni 6070. Su un punto la tradizione è concorde: l’ evangelista scrive certamente per una comunità che è agli inizi della sua esperienza e che egli vuole condurre per mano fino alla pienezza della fede. L’origine pagana dei destinatari del secondo vangelo è provata dal fatto che i richiami all'Antico Testamento non sono abbondanti e che, a differenza di Matteo, sono omessi i riferimenti alla legge mosaica ed evitate espressioni proprie della religiosità ebraica, come Figlio di Davide, segno di Giona… Adatto alla mentalità di un ambiente pagano è pure lo scopo 8 La crocifissione La crocifissione era considerata una pena altamente infamante: era la pena capitale riservata agli schiavi e ai ribelli, mentre per i cittadini romani si ricorreva alla decapitazione. Prima ancora di essere appesi alla croce, i condannati venivano flagellati e, per esporli allo scherno di tutti, erano costretti a portare la trave orizzontale della croce per le vie della città. Era prescritto che il luogo della crocifissione doveva essere ben visibile, in cima ad un’altura o lungo le vie principali di comunicazione, perché la vista dei condannati servisse da ammonimento . Gesù subisce la sorte riservata ai ribelli e agli schiavi. Se a questo aggiungiamo che, secondo la tradizione biblica, l’essere appesi a un albero era segno di maledizione, si può comprendere lo sconcerto dei discepoli di fronte alla sorte del Maestro e quanto sia stato loro difficile comprendere il progetto di Dio. Domande □ La croce ci insegna come lo stile di vita autenticamente cristiano è “dare la vita”. Per il tuo personale cammino di fede e di ricerca della volontà di Dio, cosa significa contemplare la croce? □ Pensi che la tua comunità parrocchiale sia luogo e segno dell’amore di Gesù, tanto da far dire al centurione di oggi “veramente questo uomo è Figlio di Dio”? □ Come battezzato, porti nel tuo mondo il “morire di Gesù” come testimonianza di una vita che rinasce? 77 canna, gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce». 37Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. 38Il velo del tempio si squarciò in due, dall'alto in basso. 39 Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: «Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!». Messaggio Con la morte di Gesù si giunge alla rivelazione suprema dell’amore di Dio. E’ il tema centrale dell’annuncio di Gesù Cristo; è il grande mistero a cui tutto il vangelo di Marco è finalizzato: il Crocifisso è il Figlio di Dio. Nessuno, infatti, avrebbe potuto intuire e leggere questo mistero se non alla luce della morte in croce di Gesù, né conoscere il Signore risorto, prescindendo dall’uomo che porta nella sua carne le stimmate della sofferenza. Contemplando la croce, il discepolo sa che il Figlio di Dio ha salvato gli altri donando tutto se stesso e portando sulle sue spalle il male del mondo. Al contrario dei sommi sacerdoti e degli scribi, i quali richiedono a Gesù di scendere dalla croce come prova della sua figliolanza divina, il cristiano crede che il suo Signore è il Crocifisso. Nel grido di Gesù al momento della morte si ode il vagito prepotente della nuova creazione che sta nascendo. Il velo del tempio è lacerato e l’ abisso mortale che teneva lontano l’uomo dal Dio dei viventi, è completamente vinto; finalmente la terra è pervasa dalla presenza divina. Davanti alla croce il centurione, primo tra tutti benché pagano, proclama la sua fede: «Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!» e si fa eco della voce che nel battesimo Dio aveva rivolto a Gesù e che nella trasfigurazione i tre discepoli avevano udito. La morte in croce è il centro, il fondamento di tutta la fede e il criterio di giudizio su tutta la storia umana; è l’elemento che, in ultima analisi, fa la differenza con tutte le religioni e ideologie; è l’annuncio del dono di vita concesso ad ogni uomo al di là di ogni merito; è il grande libro del cristiano in cui si impara chi è l’uomo e chi è il Signore, dove si fonda la libertà della persona e in che cosa consiste la salvezza operata da Dio. 76 dottrinale che Marco sembra essersi prefisso nel descrivere la figura di Cristo, presentandolo come Dio e Signore di ogni cosa, a cui sottostanno gli stessi spiriti infernali, non esclusi gli idoli pagani. Fin dal principio, infatti, è affermato che Gesù è Figlio di Dio e, quindi, vero Dio, morto per la nostra salvezza e a cui dobbiamo credere e obbedire. Per dimostrare questo l’evangelista non si appella, come Matteo, alle profezie dell'Antico Testamento, ma alla testimonianza diretta del Padre nel battesimo e nella trasfigurazione, alla confessione esplicita dei demoni, al riconoscimento del centurione romano sotto la croce e, soprattutto, alla dimostrazione delle opere meravigliose da lui compiute. Infatti i numerosi prodigi, riferiti con tanta abbondanza di .particolari, vogliono essere la prova più persuasiva della potenza sovrumana e della divinità del Cristo. La data di composizione Secondo la tradizione è certo che il secondo vangelo fu scritto dopo quello di Matteo nella prima stesura aramaica e prima di quello di Luca. Le difficoltà sopraggiungono quando si vogliono determinare, con una certa attendibilità, gli anni nei quali esso potrebbe essere stato composto. Le posizioni sono diverse: alcuni studiosi propendono per gli anni successivi al 70 , altri per gli anni 40-50, altri tra il 52 e il 62, altri infine per gli anni 67-70. Senz’altro si può escludere la data più remota per il fatto che Marco fin verso il 50 è con Paolo e poi si ritira con Barnaba a Cipro. In questo caso difficilmente avrebbe potuto essere collaboratore di Pietro. Si potrebbe pensare ragionevolmente agli anni 60-63, durante i quali, la presenza di Marco a Roma ci è assicurata dalle lettere paoline della prigionia ai Colossesi e a Filemone. Ma vi si oppone la testimonianza di Ireneo, secondo la quale Marco compone il suo vangelo dopo la morte degli apostoli Pietro e Paolo, che non si può assegnare ad una data anteriore al 64. Per questo molti studiosi moderni pensano agli anni 64-70, confortati anche da due elementi importanti, riscontrabili agevolmente nella lettura del testo. Il primo è l’accento posto sulle sofferenze e le persecuzioni, ben comprensibili nel clima di ostilità in cui vennero a trovarsi i cristiani di Roma con la persecuzione di Nerone. Il secondo è dato dalla genericità del discorso escatologico rispetto agli altri testi sinottici. Se, come vogliono alcuni, Marco avesse composto davvero 9 il suo vangelo dopo la distruzione di Gerusalemme del 70, avrebbe potuto e dovuto essere più esplicito in tanti particolari. • L'opera di Marco • Il vangelo di Marco può essere così riassunto e ordinato. • ) 1, 1-13: a modo di introduzione, l’evangelista ci presenta Gesù, da una parte come adempimento delle profezie, più grande addirittura di Giovanni Battista, come il « Figlio diletto » di Dio, oggetto delle sue compiacenze e servito dai suoi angeli; dall'altra come uno che si fa battezzare, che è tentato da Satana e sta « con le fiere ». ) 1, 14 a 8,26: Marco descrive il ministero di Gesù in Galilea e dintorni. Ce ne presenta soprattutto i miracoli, con una particolare attenzione alla liberazione di indemoniati. Troviamo anche le prime professioni di fede in Gesù, specialmente sulle labbra dei demoni e degli ossessi, di fronte alle quali Gesù ripetutamente impone il silenzio. Attorno a lui stanno le folle, ma, a poco a poco, esse spariranno, per lasciare il posto al gruppo dei discepoli. E' soprattutto a costoro che Gesù rivela progressivamente la sua messianità, vincendo a fatica la loro sordità, cecità e durezza di cuore. ) 8, 27-38: siamo alla pagina di cerniera tra la prima e la seconda parte del vangelo. Si tratta della confessione di Pietro a Cesarea: « Tu sei il Cristo ». Gesù ordina di tacere e poi annuncia, ancora di fronte all’incomprensione dei discepoli, che il « Figlio dell'uomo » deve soffrire molto, morire, risorgere e che la strada della croce sarà anche quella dei discepoli. ) 9 - 16,8: Marco riassume il ministero di Gesù in Giudea e a Gerusalemme. Questa parte è totalmente “sotto il segno della croce”. Vi sono raccolti episodi e scontri con il giudaismo ufficiale, scanditi da ripetuti annunci della passione del Figlio dell'Uomo. Dopo queste ripetute proclamazioni della sua misteriosa grandezza unita alla condizione di servo, Gesù va all'epilogo della sua storia: la passione e la morte in croce. In questo contesto di dono di sé, di morteper-servire, Marco ricorda la fede del centurione romano, che davanti al crocifisso riconosce la sua divina grandezza: «Veramente quest' uomo era Figlio di Dio!» (15, 38-39). ) 16, 9-20: 10 con la resurrezione l’evangelista annuncia che la • • Lodate il Signore, voi che lo temete, gli dia gloria la stirpe di Giacobbe, lo tema tutta la stirpe di Israele; perché egli non ha disprezzato, né sdegnato l'afflizione del misero, ma, al suo grido d'aiuto, lo ha esaudito. Sei tu la mia lode nella grande assemblea, scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli. E io vivrò per lui, lo servirà la mia discendenza. Si parlerà del Signore, alla generazione che viene. Mc. 15, 22-39 Nel brano della crocifissione domina la solitudine più assoluta in cui si trova Gesù. Il disegno di Dio, a cui lui ha sempre volontariamente corrisposto con una fedeltà a tutta prova, sta compiendosi. 22 Condussero dunque Gesù al luogo del Gòlgota, che significa luogo del cranio, 23e gli offrirono vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. 24Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere. 25 Erano le nove del mattino quando lo crocifissero.26E l'iscrizione con il motivo della condanna diceva: Il re dei Giudei. 27 Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sua sinistra. 28. 29I passanti lo insultavano e, scuotendo il capo, esclamavano: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni, 30salva te stesso scendendo dalla croce!». 31 Ugualmente anche i sommi sacerdoti con gli scribi, facendosi beffe di lui, dicevano: «Ha salvato altri, non può salvare se stesso! 32Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano. 33Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. 34Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? 35Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: «Ecco,chiama Elia!». 36 Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una 75 14. Veramente era Figlio di Dio Preghiera Guida Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza. vicenda di Gesù non è finita, ma continua. Sono raccolte notizie sulle apparizioni del Risorto e sulla missione della chiesa. E’ molto improbabile che quest'ultima parte del capitolo appartenesse all'opera originale di Marco; tuttavia completa e chiarisce l'annuncio evangelico precedente: «Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E' risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto» (16,6-7). Il messaggio del vangelo di Marco Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen Guida Il Crocifisso è veramente il Figlio di Dio che è morto in croce per la nostra salvezza. Ora preghiamo e ascoltiamo insieme la sua parola. Tutti O Dio, che nella croce del Cristo nostro Signore ci hai liberati dalla morte, eredità del peccato trasmessa a tutto il genere umano, rinnovaci a somiglianza del tuo Figlio, perché portiamo in noi la vera immagine del suo discepolo. Amen. Salmo 22 • • • • • • 74 Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Tu sei lontano dalla mia salvezza»: sono le parole del mio lamento. Dio mio, invoco di giorno e non rispondi, grido di notte e non trovo riposo. In te hanno sperato i nostri padri, hanno sperato e tu li hai liberati. Mi scherniscono quelli che mi vedono, storcono le labbra, scuotono il capo: Si è affidato al Signore, lui lo scampi;lo liberi, se è suo amico». Ma tu, Signore, non stare lontano, mia forza, accorri in mio aiuto. Nel versetto di testa del vangelo: «Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio» (1, 1), Marco riporta la fede della Chiesa delle origini che identifica Gesù con i due titoli di “Cristo” e di “ Figlio di Dio”. Per questo possiamo affermare che il secondo vangelo intende rispondere alla domanda: “chi è Gesù?” Se lo chiedono la folla, i discepoli, gli avversari. Gesù stesso pone l’interrogativo a cui solo Pietro dà la risposta giusta: Gesù è il “Cristo”. Occorre tuttavia chiarire in che senso egli è Cristo. Certamente non secondo le attese correnti della gente che vedono nel Messia il trionfatore politico, ma come “figlio di Dio” crocifisso e risorto. Così si rivela Gesù nella sua dichiarazione davanti al sommo sacerdote: « Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto? Gesù rispose: Io lo sono! » (14, 61-62): così professa il centurione pagano ai piedi della croce: «Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!» (15, 39). Contemporaneamente alla domanda su Gesù, Marco se ne pone un’altra: "chi è il discepolo?". “Chiamato" da Gesù, “convocato” in un gruppo, “mandato" in missione, il discepolo è colui che percorre tutte le tappe della strada seguita da Gesù verso Gerusalemme: dal battesimo alla vita nuova della risurrezione, attraverso la croce . In conclusione, se in riferimento a Gesù, il Vangelo di Marco può essere intitolato "Rivelazione di Gesù come Cristo, Figlio di Dio", in riferimento al credente il titolo più appropriato sembra essere "il cammino dei discepoli". 11 Il mistero di Gesù Un primo elemento caratteristico della presentazione che Marco fa di Gesù è, in confronto agli altri evangelisti, il ritratto molto umano del Nazareno. E’ significativo notare che il secondo vangelo fa scarso uso dei titoli cristologici, come Figlio di Dio, Signore, appellativi che, invece, sono molto più frequenti in Matteo e Luca. Marco non si stanca di contemplare l’umanità di Gesù: non esita a chiamarlo “il carpentiere”, il “figlio di Maria”. In misura maggiore degli altri evangelisti, Marco indulge a registrare in Gesù sentimenti e atteggiamenti di vero uomo, attraverso la descrizione dei tratti umani della sua persona: le sue mani abbracciano i bambini, toccano la lingua del sordomuto, mettono la saliva sugli occhi del cieco; esprime simpatia, delusione di fronte al rifiuto degli abitanti di Nazaret ad accogliere la sua presenza; nel Getsemani prova «paura e angoscia » (14,33); nella sofferenza della croce grida: « Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? » (15,34). Tuttavia Gesù di Nazaret si manifesta come il Messia, il Cristo che Marco vede in stretta connessione con il tema della sofferenza e della morte. Gesù, dunque, è Messia di gloria, ma attraverso la croce, mentre nel giudaismo palestinese dell’era precristiana non si trova traccia dell'attesa di un Messia sofferente. Questi due tratti, sofferenza e gloria, sono uniti nel titolo “Figlio dell'uomo”. Il titolo “Figlio dell'uomo” è molto caro a Gesù come risulta dal fatto che ricorre spesso nella sua bocca. Ma al nostro evangelista non basta definire Gesù come Messia e neppure è sufficiente il titolo di Figlio dell'uomo. Lo stesso Marco, che delinea di Gesù un ritratto tanto umano, non esita a mettere in luce la forza divina che da lui si sprigiona: «Chi è costui, al quale il vento e il mare obbediscono?» (4,41). L'autorità sovrana che egli esercita, le pretese uniche che rivendica fino al punto di dichiararsi signore del sabato, portatore del perdono dei peccati, giudice alla fine dei tempi, collocano Gesù in una sfera divina: Egli non è solo il Cristo, è davvero il “Figlio di Dio”: così è per il Padre, così è per la Chiesa. Infatti oltre che nella professione di fede di Pietro e del centurione e all’affermazione che Gesù fa di se stesso davanti al sinedrio, è proprio il Padre a dichiararlo solennemente, nel battesimo al Giordano: «Tu sei il Figlio mio prediletto...» (1, 11) e nella trasfigurazione: «Questi è il Figlio mio prediletto...» (9, 7). 12 Domande □ Vivi nella fede, contemplando la croce di Cristo, situazioni di incomprensione, di abbandono, di tradimento? □ La vita della tua comunità è una scuola di fede che fa intravedere, nel dolore e nella prova, il volto paterno di Dio? □ Il mondo ha paura della sofferenza e della morte e tende a rimuoverle. Cosa si attende dai cristiani nel momento del dolore e della solitudine? Preghiera Guida Cristo Gesù, nella sua agonia in cui rimette tutto nelle mani del Padre, ancora una volta ci suggerisce la preghiera di abbandono e di consegna alla volontà divina. Tutti Padre nostro Signore Gesù, nella notte profonda della tua agonia hai avuto la forza di abbandonarti con fiducia nelle braccia del Padre. Fa’ che anche noi, nei momenti di difficoltà, abbiamo la forza di abbandonarci fiduciosi alla volontà di Dio. E così sia. 73 Messaggio Il progetto del Regno Questo episodio descrive il momento più drammatico della vita di Gesù e, nel medesimo tempo, illumina in pieno la sua relazione intima con il Padre. Nell’orto Gesù vive l’agonia mortale dell’uomo che compie il passaggio dalla sua volontà alla volontà del Padre, che proprio in quel momento gli dona la forza di superare la tentazione e di comportarsi come figlio. In questa ora suprema in cui prova “paura e angoscia” e viene “consegnato” agli uomini, Gesù prega che si compia la volontà del Padre e si affida a lui , rimettendo la sua causa nelle mani di Dio e offrendo la sua stessa vita per la salvezza dell’umanità. Si tratta dell’atto di fede più profondo nel Dio dei viventi da cui proviene ogni ragione di vita. Questo atto di abbandono totale, in cui la volontà di Dio e quella di Gesù si identificano, sta alla radice del mistero della figliolanza divina di Gesù. I discepoli dormono e poi fuggono: ancora una volta non seguono la parola del Maestro; la loro sequela fallisce proprio nel momento decisivo. In questo contesto, però, il discepolo è chiamato a saper “vegliare e pregare”, affinché nella prova suprema, con la forza dello Spirito, sappia“alzarsi” e consegnarsi alla “volontà” del Padre. Abbà Padre Questa espressione, formata dal termine aramaico e dalla sua traduzione, non ricorre in nessun altro testo dei vangeli, ma soltanto nelle lettere di Paolo. Nessun ebreo poteva rivolgersi a Dio con questo appellativo così familiare, che corrisponde al nostro “papà”. Anche il termine ordinario “padre” riferito a Dio si trova raramente nell’Antico Testamento forse per evitare confusioni con i miti pagani, che concepivano Dio come padre del mondo. Nel Nuovo Testamento solo Matteo e Giovanni si riferiscono frequentemente a Dio con il nome di Padre. Nei vangeli appare comunque chiara la consapevolezza da parte di Gesù di avere un rapporto filiale particolarmente intimo nei confronti di Dio. Anche noi possiamo chiamarci figli del Padre solo per mezzo di Cristo. 72 Il tema del Regno di Dio ricopre l'intero orizzonte della storia di Cristo. Nelle parole e nei gesti di Gesù affiora la piena coscienza che il Regno è vicino, è ormai giunto. Infatti, già la predicazione del Battista, all’inizio del vangelo, rivela un Dio che, nell’evento della venuta di Gesù, irrompe nella storia dell’uomo. Non c’è più il richiamo all’attesa propria degli antichi profeti che aspettavano un futuro lontano nel tempo, bensì la sollecitazione ad essere attenti a scorgere Dio già presente nella persona di Gesù, il vero instauratore del regno. Partendo da questo centro focale del progetto del Regno, si può ricostruire l'intero messaggio di Gesù. Il tema è presente all'inizio della predicazione come parola programmatica; nelle parabole è insieme illustrato e realizzato, perché attraverso di esse il mistero del Regno è svelato ai discepoli, iniziando cosi l'opera della costruzione della comunità messianica: «A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole» (4,11). Il Regno è messo in opera da Gesù attraverso i suoi gesti di potenza, esorcismi e miracoli. Con Gesù il regno di satana riceve l'attacco definitivo. Da lui si riceve il perdono dei peccati, con lui si inaugura il banchetto escatologico del Regno e la morte, l'ultimo nemico, viene sconfitta. Infatti la lotta contro il nemico del Regno di Dio, satana, ingaggiata da Gesù fìn dall'inizio del Vangelo nel deserto, culmina nella passione: mentre gli uomini gli danno la morte, il Padre gli dà la vita. Nella passione e risurrezione di Cristo il trionfo finale di Dio è già anticipato; nell’ora della croce il Regno di Dio viene con potenza. Allora « vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo» (14, 62). La comunità dei discepoli Nella Palestina del I secolo è normale che un maestro formi un gruppo di discepoli e che l'aspirante rabbino si scelga un maestro e lo segua fino a quando egli stesso, non diventa maestro. Marco, però, fin dall'inizio, ci avverte che Gesù è un maestro diverso dagli altri, perché insegna con piena autorità. Diverso è perciò anche il rapporto tra lui e i discepoli. E’ Gesù, infatti, che sceglie con decisione 13 sovrana i suoi discepoli e li chiama a seguirlo non per un periodo limitato, ma definitivamente. Dai suoi Gesù pretende ciò che nessun rabbino osava chiedere: rinunciare per lui a tutto, a «casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi» (10,29). Chi intende divenire vero discepolo è chiamato a misurarsi con le esigenze supreme del maestro: portare la croce dietro di lui, non vergognarsi di lui e delle sue parole, essere pronto a perdere la vita, essere battezzato con lo stesso battesimo di sofferenza e di morte come Gesù. II rapporto fra Gesù e i discepoli riceve nel Vangelo di Marco un rilievo particolare. La riprova del ruolo essenziale che assume la presenza dei discepoli nel secondo vangelo si ha nel fatto che dopo il prologo, fino alla passione, non si incontra mai un brano in cui Gesù sia ritratto da solo, con l’unica eccezione dell’invio in missione. Il discepolo è innanzitutto colui che “incontra” Cristo e lo “segue”. Seguire il Cristo ha un duplice obiettivo: «stare con» lui e poi andare a «predicare» e «scacciare i demoni» (3,14-15). Lo stare con Gesù è presupposto alla missione. L’itinerario del discepolo, quindi, prevede queste tre tappe: sequela - comunione - missione. Ma tra Gesù e i discepoli il rapporto non è sempre sereno, spesso diventa un rapporto critico e teso: sembra che la difficoltà a capire le parole e gli atti del Maestro sia un tratto tipico del profilo del discepolo. Tale peculiarità è poco presente nei Vangeli di Matteo e Luca. A questo scopo è illuminante la conclusione del brano in cui si narra che Gesù cammina sulle acque: Marco commenta: «erano enormemente stupiti in se stessi, perché non avevano capito il fatto dei pani, essendo il loro cuore indurito » (6,51-52), mentre Matteo annota: «Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: “Tu sei veramente il Figlio di Dio!” » (Mt 14,33). All'interno della cerchia dei discepoli si distinguono i dodici. Marco è molto sensibile alla loro identità. Egli è l'unico evangelista a riportare la costituzione dei dodici come una pietra basilare nella costruzione del Regno. Il tema dei dodici si trova a intervalli regolari nel tessuto narrativo di Marco: al cap 1 si parla dell’elezione, al cap 3 della costituzione, al cap 6 della missione. 14 • • • Fa’ splendere il tuo volto sul tuo servo, salvami per la tua misericordia. Quanto è grande la tua bontà, Signore! La riservi per coloro che ti temono. Siate forti, riprendete coraggio, o voi tutti che sperate nel Signore. Mc. 14, 32-42. 50 Terminata la cena, Gesù e i suoi discepoli si dirigono nell’orto del Getsemani. Qui il Maestro, mentre in piena libertà si consegna alla volontà del Padre, invita i discepoli a vegliare e a pregare. Ma questi non comprendono ancora, si addormentano e poi fuggono. 32 Giunsero intanto a un podere chiamato Getsemani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». 33Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. 34Gesù disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». 35Poi, andato un po' innanzi, si gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quell'ora. 36E diceva: «Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu». 37Tornato indietro, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare un'ora sola? 38Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole». 39Allontanatosi di nuovo, pregava dicendo le medesime parole. 40Ritornato li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano appesantiti, e non sapevano che cosa rispondergli. 41Venne la terza volta e disse loro: «Dormite ormai e riposatevi! Basta, è venuta l'ora: ecco, il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. 42 Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino». 50 Tutti allora, abbandonandolo, fuggirono. 71 13. Vegliate e pregate Preghiera Guida Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo,apparso nella carne umana per la nostra salvezza. Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen Guida Gesù è il Figlio di Dio nelle cui mani rimette tutta la sua volontà. Ora preghiamo e ascoltiamo insieme la sua parola. Tutti Ricordati, Padre, della tua misericordia; santifica e proteggi sempre questa tua famiglia, per la quale Cristo, tuo Figlio, inaugurò nel suo sangue il mistero pasquale. Amen. Salmo 31 • • • • • • • 70 In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso; per la tua giustizia salvami. Scioglimi dal laccio che mi hanno teso, perché sei tu la mia difesa. Mi affido alle tue mani; tu mi riscatti, Signore, Dio fedele. Esulterò di gioia per la tua grazia, perché hai guardato alla mia miseria, hai conosciuto le mie angosce; Si consuma nel dolore la mia vita, i miei anni passano nel gemito; inaridisce per la pena il mio vigore, si dissolvono tutte le mie ossa. Ma io confido in te, Signore; dico: «Tu sei il mio Dio, nelle tue mani sono i miei giorni». I dodici sono positivamente coinvolti da Gesù nell’opera messianica del vero pastore che sfama le folle. Essi, infatti, devono ordinare la gente facendola sedere a gruppi e ricevono i pani da Gesù per porgerli ai presenti. Infine i dodici sono chiamati a condividere fino alla morte il destino della croce, proprio del Figlio dell'uomo: solo così potranno essere veri discepoli di questo Maestro, che «non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la vita» (10,45). Preghiera «È risorto! Dopo le parole dell'Angelo le donne sono in fuga. E noi con esse. Signore, ogni volta che vieni a noi con una parola veramente diversa, noi fuggiamo da te. Ogni volta che non riusciamo a sottoporti del tutto alle nostre analisi, noi fuggiamo da te. Se non possiamo controllarti ragionevolmente, se non riusciamo a includerti in quanto riusciamo a fare, se non siamo in grado di accettarti assieme a tutto quanto accettiamo, noi fuggiamo da te. Quando mostri di non condividere le regole del nostro gioco e le carte del nostro mazzo; non ti sottoponi alle nostre civili abitudini, al lessico della nostra tribù, alla genialità delle nostre trovate, alla perentorietà dei nostri ritmi di vita guidati dal corso della televisione, alla inesorabilità delle nostre condanne, ai nostri silenzi allusivi e ai giudizi prefabbricati dalle nostre magre costumanze, all'inesorabile solidità delle nostre visuali di gruppo, alla terrificante opinabilità dei nostri articoli di fondo, all’inevitabilità delle nostre parole e alla bizzarra ricorrenza dei fatti scontati (simili alle ore storiche delle religioni orientali); ogni volta che non te la senti di condividere la nostra nuova formula; insomma ogni volta che ci giunge il sentore che non approvi la nostra giustizia, noi ti fuggiamo. Ti preghiamo col mendicante cieco; «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di noi». Rincorrici. Arresta la nostra fuga! Portaci almeno fuori dalla tomba per riconoscerti nella terra dei viventi. O Signore, aiutaci a dire con Giobbe questa preghiera: “Tu istruiscimi. Io ti conoscevo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti vedono” (Gb 42,4-5)». AA.VV., Una comunità legge il vangelo di Marco, Bologna, EDB, 2005, pp.726-727 15 esprimono il significato di tutta la vita di Gesù e della sua morte: nel dono del suo corpo e del suo sangue egli offre realmente tutto se stesso e rivela pienamente il volto di quel Dio che è amore e ama i fratelli fino a dare loro la vita del Figlio. Il discepolo, nel sacramento dell’Eucaristia, memoriale della cena del Signore, mentre celebra nella comunità cristiana la realizzazione definitiva dell’alleanza fra Dio e il suo popolo, è chiamato ad associarsi al corpo di Gesù che si dona e a farne il proprio stile di vita. Chi non accetta questo, tradisce il corpo di Cristo e resta nella morte. Così quando “beve” il sangue di Cristo al credente viene comunicata in pienezza la stessa vita di Dio. Questa è la nuova alleanza, che fonda la Chiesa, il nuovo popolo di Dio, erede della terra promessa. Gesù beve il calice della sua morte in attesa di bere il “vino nuovo” nel regno di Dio. Così ogni discepolo, che attua nella propria esistenza la celebrazione dell’ Eucaristia, beve lo stesso calice di Gesù, partecipa alla sua morte e proclama la sua resurrezione, nell’ attesa della sua venuta. Allora sarà gioia piena: Cristo e il Regno appariranno in tutta la loro gloria e noi, trasfigurati dall’amore che non conosce tramonto, potremo bere insieme il succo della vite nuova nella comunione piena ed eterna con Dio. L’ alleanza Il termine “alleanza” indica un concetto fondamentale nella tradizione biblica. Fin dalle prime pagine della Scrittura, infatti, Dio si presenta come alleato dell’uomo e, nel corso di tutta la rivelazione, non ha mai cessato di cercarlo e, per primo, si è offerto a lui come alleato fedele. Spesso l’alleanza risulta unilaterale in quanto Dio rimane sempre fedele anche di fronte al rifiuto e al tradimento della creatura. Proprio per questo il Signore, per bocca dei profeti, annuncia una nuova alleanza che non sarà più scritta su tavole di pietra, ma nel cuore dell’uomo. Gesù, parlando del “sangue dell’alleanza”, si richiama al sangue che sul monte Sinai suggellò l’alleanza tra Dio e il suo popolo; ed esprime la consapevolezza che l’alleanza annunciata dai profeti si sta compiendo nella sua persona. 68 INDICAZIONI PER OGNI INCONTRO La Parola condivisa nel gruppo L’ascolto della parola di Dio è un atto ecclesiale. La lettura e l’assimilazione della pagina sacra non sono solamente un’attività del singolo, ma prevalentemente un’esperienza da vivere in comunità. Di qui l’importanza della comunicazione della Parola tra fratelli di fede. La condivisione di ciò che la Parola dice a ognuno è una ricchezza da donare, perché evidenzia la dimensione ecclesiale della Bibbia e porta l’intera comunità a crescere insieme nella conoscenza e nell’accettazione di sé e degli altri, a progredire nella fede e nella vita spirituale. Sant’Atanasio nella Vita di sant’Antonio conferma ciò, dicendo: «Le sacre Scritture bastano per il nostro ammaestramento, ma è bene che ci esortiamo reciprocamente alla fede e che ci edifichiamo con le parole». Per questo è importante che la parola di Dio venga letta, accolta e condivisa comunitariamente. Si tratta dell’ascolto comune del Signore, durante il quale ogni fratello cerca di edificare la propria comunità manifestando, con verità e semplicità di cuore, la propria reazione di fronte alla parola ascoltata, interiorizzata prima personalmente. Si tratta di realizzare un vero colloquio tra persone che si incontrano, in un clima di ascolto, per mettersi davanti a Dio che parla nelle Scritture e giungere, con il suo aiuto, a pregare e a vivere la Parola. L’incontro comunitario La condivisione sia fatta in gruppi di dieci, quindici persone. E’ necessaria una piena disponibilità e una reale docilità nell’apprendere quanto ci viene suggerito dagli altri; inoltre si ponga attenzione all’accoglienza e all’apertura verso ogni fratello, evitando qualsiasi atteggiamento di critica o pregiudizio nei suoi confronti. Ogni credente, infatti, possiede lo Spirito Santo e quindi può essere il tramite di cui il Signore si serve per illuminare la vita delle altre persone. Questi atteggiamenti costituiscono la condizione necessaria per 17 raggiungere più facilmente un clima di vera riflessione sulla Parola e la finalità della condivisione che è la comune edificazione nella fede, la crescita nell’amore fraterno e il conforto nella speranza. Inoltre, in questo colloquio tra credenti, deve essere bandita ogni forma di discussione o di disputa, che farebbe smarrire la vera caratteristica della lettura comunitaria, che è la ricerca di Dio tra fratelli e sorelle di fede, e facilita la conoscenza della Parola, che serve a costruire il regno di Dio in sé e negli altri. Risultano preziosi a questo riguardo i consigli che san Basilio dava a coloro che desideravano condividere la Parola: «Parlare conoscendo l’argomento; interrogare senza voglia di litigare; rispondere senza arroganza; non interrompere chi parla se dice cose utili; non intervenire per ostentazione; essere misurati nel parlare e nell’ascoltare; imparare senza vergognarsene; insegnare senza prefiggersi alcun interesse; non nascondere ciò che si è imparato dagli altri». Sono parole sagge che riflettono l’esperienza della vita e mettono in evidenza alcuni atteggiamenti da evitare nel prendere la parola in pubblico, come il desiderare di affermare se stessi e le proprie idee, la ricerca della parola erudita o l’abilità nell’esporre il proprio pensiero che sconfina in questioni sottili di poco conto, chiudendo così la strada alla vera sapienza della Parola e raffreddando il cuore dei semplici. I gruppi biblici E’ necessaria una persona che sia animatore del gruppo per introdurre i meno esperti nella lettura biblica, facilitando così la comprensione del senso letterale e storico che rimane la porta d’accesso al senso profondo delle Scritture e all’azione dello Spirito. Occorre predisporre una condizione interiore di conversione senza pregiudizi e precomprensioni, di umiltà, di semplicità e di libertà. 18 Mc. 14, 12-17; 22-25 Per la preparazione della cena pasquale Gesù dà indicazioni precise, e agisce come protagonista della sua vicenda. Nell’istituzione dell’Eucaristia Cristo perpetua il dono di sé per tutta l’umanità e chiama i discepoli a donare la propria vita e ad essere segno dell’amore infinito del Padre . 12 Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare perché tu possa mangiare la Pasqua?». 13Allora mandò due dei suoi discepoli dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo 14e là dove entrerà dite al padrone di casa: Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, per ché io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli? 15Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala con i tappeti, già pronta; là preparate per noi». 16I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono per la Pasqua. 17Venuta la sera, egli giunse con i Dodici. 22Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». 23Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. 24E disse: «Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza versato per molti. 25In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio». Messaggio Gesù è il vero protagonista, della preparazione della cena pasquale. Infatti la pasqua di Cristo, non è un evento casuale; è da lui preparata lungo tutta la sua vita e accettata con libertà piena e coscienza lucida, in obbedienza al Padre. Nella cena pasquale, infatti, il pane spezzato e il sangue versato 67 12. Prese il pane e lo spezzò Preghiera Guida Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza. Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen Guida Gesù è il pane vivo disceso dal cielo per la vita del mondo. Ora preghiamo e ascoltiamo insieme la sua parola. Tutti Guida, o Padre, la tua Chiesa pellegrina nel mondo, sostienila con la forza del cibo che non perisce, perché, perseverando nella fede di Cristo, giunga a contemplare la luce del tuo volto. Amen. Salmo 34 • • • • • • • 66 Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. Celebrate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome. Ho cercato il Signore e mi ha risposto, da ogni timore mi ha liberato. Guardate a lui e sarete raggianti, non saranno confusi i vostri volti. Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo libera da tutte le sue angosce. L'angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono, e li salva. Gustate e vedete quanto è buono il Signore, beato l'uomo che in lui si rifugia. Il luogo dove ci si incontra sia accogliente e sobrio. Le sedie siano poste in circolo e al centro venga messa la Parola. All’inizio dell’incontro venga accesa una candela simbolo di Cristo Risorto, vivo e presente nel gruppo. Per quanto riguarda la durata dell’incontro un’ora è sufficiente, per non scadere in chiacchiere o far sentire a disagio chi ospita o chi deve andare via. Traccia per l’utilizzazione delle schede Inizio L’animatore introduca i presenti all’ascolto, invitandoli ad un momento di silenzio mentre viene accesa la candela. Un canto può aiutare ad entrare in comunione. Il segno della croce sia fatto con consapevolezza e umiltà riscoprendone ogni volta il significato. Salmo Venga proclamato con calma e allo stesso ritmo per favorirne l’ascolto e la comprensione. Se è proclamato da una voce, sia fatto con solennità e la voce, calma e chiara ponga attenzione alle pause e alla punteggiatura. La Parola Vale lo stesso criterio suggerito per la voce solista del Salmo. L’introduzione al brano sia letta dall’animatore. Messaggio La spiegazione aiuta a capire il brano. Può essere letta ad alta voce da una persona o in silenzio come introduzione alla riflessione personale Domande La traccia propone gli argomenti da condividere. E’ bene che la condivisione sia partecipata da tutti. E’ compito dell’animatore 19 vigilare perché questo accada. Al termine della condivisione l’animatore faccia una breve sintesi di quanto è stato detto. Preghiera La preghiera del Padre nostro, esprime la fede, la speranza e la comunione del gruppo che, edificato in Cristo pietra viva, loda e invoca Dio Padre. Il ringraziamento e la benedizione concludono l’incontro. Domande □ Come Giacomo e Giovanni, anche noi spesso vogliamo che il Signore faccia ciò che gli chiediamo. Quanto ti è difficile accettare invece una storia diversa? □ Gesù ha detto:”Chi vuole essere il primo, sia il servo di tutti”. Come è vissuto questo invito nella tua comunità parrocchiale? Quali segni concreti del servire sono più presenti? □ La Chiesa ha la missione del “servire”. Quale immagine pensi abbia oggi la gente di questo ministero della Chiesa? Preghiera _________________________________ BIBLIOGRAFIA G. Ravasi, Il vangelo di Marco, “La Bibbia”, ed. Corriere della Sera, 2006, vol. IX. A. Sisti, Vangelo secondo Marco, “La Bibbia” vol III, Cinisello Balsamo, ed. Paoline, 1991 F. Lambiasi, Vangelo secondo Marco, “La Bibbia”, Casale Monferrato, ed. Piemme, 1995 S. Fausti, Ricorda e racconta il Vangelo. La catechesi narrativa di Marco, Milano, Ancora ed., 1998. I. Gargano, Lectio divina su il Vangelo di Marco, Bologna, EDB, 1996. Beck, Benedetti, Brambillasca, Clerici, Fausti, Una comunità legge il vangelo di Marco, Bologna, EDB, 2005. R. Pesch, Il vangelo di Marco, Brescia, Paideia ed., 1980. S. Noceti. P. Sartor, Le domande della fede, Marco il vangelo del catecumeno, Bologna EDB, 2005 20 Guida Cristo Gesù, nostro unico Maestro e Signore, si è fatto servo fino a donare la sua vita in riscatto di tutti. Ora, nello spirito di obbedienza al Padre, diciamo insieme la preghiera dei figli di Dio. Tutti Padre nostro Signore, ci è difficile credere che nell’essere servi di tutti è riposto il segreto di una vita veramente realizzata. Cerchiamo anche noi spesso di esercitare un dominio sugli altri; vogliamo avere potere, imporci in famiglia, nel nostro luogo di lavoro, tra gli amici. Donaci un cuore che sappia credere alla tua parola e vivere di conseguenza. Amen. 65 Messaggio L’incomprensione dei discepoli di fronte al messaggio di Gesù, è continua; il loro rifiuto alla proposta del Maestro si fa sempre più netto e preciso, fino a giungere alla richiesta di Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, di avere un posto di privilegio nel Regno. Anche la reazione sdegnata degli altri discepoli evidenzia che non è stato ancora colto il mistero di Cristo. Ma Gesù cerca ancora di mettere i discepoli sulla strada giusta, additando la vera grandezza di chi intende seguirlo: bere con lui il calice della donazione e ricevere il battesimo della sofferenza per essere completamente uniti a lui con una morte simile alla sua. La partecipazione alla croce non solo è l’unica grandezza del discepolo, ma costituisce anche la gloria futura che solo a Dio spetta concedere, proprio come sul volto del Figlio morente il Padre ha impresso la sua gloria che ora rifulge per la vita del mondo. Il motivo profondo di questo capovolgimento consiste nel fatto che questa è la via che ha percorso Gesù, l’unico Maestro e Signore e conferisce il sigillo ultimo e definitivo alla fedeltà di Dio. Incamminarsi sulla strada del servizio è il grande dono che Dio ha fatto a chi crede nel suo Figlio. Il calice e il battesimo Sulla scorta dei Salmi e dei Profeti, il “calice” può esser preso come simbolo sia della gioia che della sofferenza. In questo contesto sta ad indicare la passione e la morte redentrice di Gesù, in cui egli sta ormai entrando, giunto quasi alla fine del suo viaggio verso Gerusalemme. La medesima idea è espressa con l’immagine del “battesimo”: indica la morte di Cristo come immersione nella sofferenza per la salvezza di tutti. Tale simbologia offre un anello di passaggio alla teologia del battesimo in Paolo, secondo cui questo sacramento significa la nostra partecipazione alla morte di Cristo per rinascere con lui a vita nuova. 1. Inizio del vangelo di Gesù Cristo Preghiera Guida Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza. Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen Guida Prestiamo attenzione al Signore che viene a noi nella sua Parola, perché possiamo vivere nella gioia e portare frutti di speranza nei nostri cuori. Tutti Signore, noi conosciamo poco la tua Parola e non sappiamo trasformarla in cibo per la nostra vita. Ti supplichiamo: donaci il tuo Spirito perché possiamo leggere la sacra scrittura e gustarla e sentirla ardere in noi, perché possiamo vivere di essa e testimoniarla agli altri. Amen Salmo 32 • • • • • • • 64 Esultate, giusti, nel Signore; ai retti si addice la lode. Lodate il Signore con la cetra, con l'arpa a dieci corde a lui cantate. Cantate al Signore un canto nuovo, suonate la cetra con arte e acclamate. Poiché retta è la parola del Signore, fedele ogni sua opera. Egli ama il diritto e la giustizia, della sua grazia è piena la terra. Dalla parola del Signore furono fatti i cieli, dal soffio della sua bocca ogni loro schiera. Come in un otre raccoglie le acque del mare, chiude in riserve gli abissi. 21 • Tema il Signore tutta la terra, tremino davanti a lui gli abitanti del mondo, perché egli parla e tutto è fatto, comanda e tutto esiste. Il Signore annulla i disegni delle nazioni, rende vani i progetti dei popoli. Ma il piano del Signore sussiste per sempre, i pensieri del suo cuore per tutte le generazioni. Beata la nazione il cui Dio è il Signore, il popolo che si è scelto come erede. • • • • Mc. 1,1-11 Siamo all’ “inizio” del vangelo in cui Marco proclama chi è Gesù. Nel medesimo tempo indica l’itinerario fondamentale e i criteri decisivi di scelta di chi vuol mettersi alla sequela di Cristo: il Vangelo è principio e sostegno dell’esistenza cristiana. 1 Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Come è scritto nel profeta Isaia: Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada. 3 Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri, 4 si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. 5 Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 6Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico 7e predicava: «Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo». 9 In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. 10E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. 11E si 2 22 Mc. 10, 32-45 Lungo la strada verso Gerusalemme Gesù preannuncia, per la terza volta, la sua passione, morte e resurrezione. I discepoli, nonostante i due precedenti annunci e l’ insegnamento di Gesù, non hanno ancora capito in che cosa veramente consista seguire il Maestro. 32 Mentre erano in viaggio per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti a loro ed essi erano stupiti; coloro che venivano dietro erano pieni di timore. Prendendo di nuovo in disparte i Dodici, cominciò a dir loro quello che gli sarebbe accaduto: 33«Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi: lo condanneranno a morte, lo consegneranno ai pagani, 34lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno; ma dopo tre giorni risusciterà». 35E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo». 36Egli disse loro: «Cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: 37«Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». 38Gesù disse loro: «Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». 39E Gesù disse: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete. 40 Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». 41All'udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni. 42 Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: «Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. 43Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, 44e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. 45Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». 63 11. Servo di tutti Preghiera Guida Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza. Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen Guida Gesù, rivelazione dell’amore del Padre, ci invita a seguirlo nella via del servizio e della donazione. Tutti O Dio, Padre di tutti gli uomini, tu vuoi che gli ultimi siano i primi; donaci la sapienza che viene dall’alto, perché accogliamo la parola del tuo Figlio e comprendiamo che davanti a te il più grande è colui che serve. Amen. Salmo 85 • • • • • • 62 Mostraci, Signore, la tua misericordia, donaci la tua salvezza. Ascolterò che cosa dice Dio il Signore: egli annunzia la pace per il suo popolo e per i suoi fedeli, per chi ritorna a lui con tutto il cuore. La sua salvezza è vicina a chi lo teme, la sua gloria abiterà la nostra terra. Misericordia e verità s'incontreranno, giustizia e pace si baceranno. La verità germoglierà dalla terra, la giustizia si affaccerà dal cielo. Quando il Signore elargirà il suo bene, la nostra terra darà il suo frutto. sentì una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto». Messaggio La figura di Giovanni il Battista, posta all’inizio del libro, illumina la vocazione di chiunque accoglie il vangelo. Il Battista, infatti, pur precedendo Gesù, lo segue, perfino con la morte, nello stesso cammino nel quale sono chiamati a seguirlo anche i discepoli. Nelle parole del Battista non c’è più il richiamo all’attesa propria degli antichi profeti che aspettavano un futuro lontano nel tempo, bensì la sollecitazione ad essere attenti a scorgere Dio già presente nella persona di Gesù. Infatti la predicazione del Battista rivela un Dio che, nell’evento della venuta di Gesù, irrompe nella storia dell’uomo; nel medesimo tempo orienta il discepolo verso la strada della sequela attraverso un continuo e radicale cammino di conversione. Nel battesimo al Giordano, Gesù, in fila con tutti gli uomini, si fa solidale con ciascuno di noi, anche se siamo peccatori. Dopo l’immersione nell’acqua, figura della sua morte, viene proclamato Messia, Figlio del Padre, Signore dell’universo, il vero Servo di Dio. Egli è colui che consacra la sua vita all’obbedienza a Dio e all’amore verso gli uomini. Essere servo fino alla morte è la grande vocazione di Cristo. Infatti il vero battesimo di Gesù sarà sul Golgota. È la chiamata ad un particolare stile di vita del discepolo, dove “il primo sarà l’ultimo di tutti e il servo di tutti” (Mc 9,3). Vangelo Il termine vangelo, al tempo in cui scrive Marco, veniva usato per indicare le“belle notizie”che informavano sulle imprese dell’imperatore romano. Per contrasto, l’evangelista adopera questa parola in riferimento alla venuta di Cristo all’interno della storia umana. E’ questo l’unico vero “ lieto annuncio”: è un grido di gioia, perché l’uomo prigioniero del peccato è finalmente liberato; l’uomo perduto e diviso in se stesso viene ricostruito. Infatti con il vangelo la misericordia del Signore è offerta ai peccatori, la speranza è donata ai disperati, il senso della vita e della storia è rivelato ai dubbiosi, un cammino di luce è indicato ai disorientati. 23 Domande □ Quale reazione provoca in me vedere Gesù in fila con i peccatori? A quale cambiamento di vita mi richiama? □ Le nostre comunità cristiane avvertono l’urgenza dell’annuncio oppure tendono a rinunciare, sentendosi come una “ voce che grida nel deserto”? □ Come ci poniamo nei confronti di chi è solo e sente il peso della vita? Giudichiamo o ci facciamo vicini ? Siamo solidali o evitiamo queste “ compagnie imbarazzanti”? Domande □ Ho avvertito anch’io la rasserenante presenza di Gesù, in particolari momenti di tribolazione, come hanno sperimentato Pietro, Giacomo e Giovanni nel Tabor? □ La tua comunità parrocchiale come si fa compagna di viaggio nel cammino dell’uomo che sperimenta la sofferenza, la morte, ma anche la resurrezione? □ Il mondo di oggi come reagisce di fronte alla storia dolorosa di tanta parte dell’umanità? Preghiera Preghiera finale Guida Guida Cristo Gesù, fattosi povero per noi fino alla morte di croce, ci chiama a seguirlo sulla via della donazione. Ora, animati dallo Spirito di Dio, diciamo insieme la preghiera del Signore. Come figli di Dio, chiamati a seguire Gesù Cristo nostro Salvatore, diciamo insieme la preghiera del Signore. Tutti Padre nostro Padre, anche noi siamo chiamati a preparare il tuo cammino sulle strade del mondo. Abbiamo spesso l'impressione che la voce di chi ti annuncia gridi nel deserto. Aiutaci ad accoglierla, e a comprendere che se Gesù è con noi non dobbiamo temere di seguirlo. Amen. 24 Tutti Padre nostro Gesù, tu sei il Messia di cui parla tutta la Scrittura, atteso dal popolo d’Israele: donaci di accoglierti nella fede. Gesù, tu sei il Profeta atteso, vero rivelatore di Dio: donaci di accoglierti nella fede. Gesù, tu sei il Figlio di Dio, l’amato: donaci di accoglierti nella fede. Gesù, tu sei la Parola che ci rivela il senso dell’esistenza: donaci di accoglierti nella fede. Gesù, tu sei il Crocifisso Risorto: donaci di accoglierti nella fede. 61 trasfigurazione si proietta verso la resurrezione: la luce piena della pasqua illumina già da ora il volto di Cristo in cammino verso la croce. Così, alla fine dei tempi, questa luce risplenderà su tutti coloro che lo hanno seguito. Gesù trasfigurato, al centro di Elia e di Mosè, rivela che in lui si realizzano le attese dei profeti e il compimento della legge antica e indica, così, l’avverarsi delle grandi promesse di Dio. Di fronte a questa manifestazione folgorante di Gesù, Pietro vorrebbe fermarsi e fare tre tende: è questa la tentazione costante del discepolo che vuole contemplare subito la gloria, senza percorrere il faticoso cammino verso Gerusalemme Come nell’episodio del battesimo, il Padre presenta Gesù come il suo Figlio prediletto, il Crocifisso Risorto, manfestazione piena del suo amore per gli uomini. Per contemplare la sua gloria il credente è chiamato ad ascoltare Cristo come parola definitiva di Dio e suo unico Signore e a seguirlo nel suo cammino, per avere parte alla sua gloria. Guida Il segreto messianico Tutti Come era già avvenuto negli episodi del battesimo al Giordano e al termine della confessione di Pietro anche dopo la trasfigurazione Gesù comanda ai tre discepoli « di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti » (v.9). Questo ordine rientra nel disegno del “segreto messianico”. Infatti, secondo la teologia di Marco, comprendere il segreto di Gesù è cogliere il paradosso del Messia nascosto nel servo sofferente. Questo è reso possibile a partire dalla resurrezione che illumina la croce e la investe totalmente della potenza della vita. Così avviene anche per il discepolo: il senso della vita apparentemente assurda, i fallimenti, il dolore, il giusto che soffre ed è sconfitto vengono proiettati in una realtà che ci sta davanti e che si illumina dalla fede nel Crocifisso Risorto. 60 2 . Che c’entri con noi? Preghiera Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza. Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen Guida Cristo Gesù è l’immagine del Padre del cielo: preghiamo perché lo possiamo sempre riconoscere vicino a noi e dentro i nostri cuori. La nostra fede, Signore, a volte è fiacca ed insicura, dentro un cuore duro ed incapace di comprenderti. Non togliere da noi il tuo sguardo, ma fa’ che, perseverando nell’ascolto della tua Parola e nella preghiera, giungiamo a cogliere il segno della tua presenza in noi e in tutto ciò che ci circonda. Amen. Salmo 37 • Non adirarti contro gli empi, non invidiare i malfattori. • Come fieno presto appassiranno, cadranno come erba del prato. • Confida nel Signore e fa’ il bene; abita la terra e vivi con fede. • Cerca la gioia del Signore, esaudirà i desideri del tuo cuore. • Manifesta al Signore la tua via, confida in lui: compirà la sua opera; • farà brillare come luce la tua giustizia, come il meriggio il tuo diritto. • Sta in silenzio davanti al Signore e spera in lui; non irritarti per chi ha successo, per l'uomo che trama insidie. 25 • • • • Desisti dall'ira e deponi lo sdegno, non irritarti: faresti del male, poiché i malvagi saranno sterminati, ma chi spera nel Signore possederà la terra. Ancora un poco e l'empio scompare, cerchi il suo posto e più non lo trovi. I miti invece possederanno la terra, godranno di una grande pace. Mc. 1, 21-31 La parola di Gesù è un insegnamento nuovo e contiene la potenza dell’azione di Dio che libera ogni persona dal male. La lotta contro lo spirito del male sta al fondo di tutto il vangelo e ci presenta il Messia sempre intento a snidarlo e a vincerlo, per condurre l’uomo a vivere alla sua sequela. 21 Andarono a Cafarnao e, entrato proprio di sabato nella sinagoga, Gesù si mise ad insegnare. 22Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi. 23Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: 24«Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio». 25E Gesù lo sgridò: «Taci! Esci da quel l'uomo». 26E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. 27Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!». 28La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea. 29E, usciti dalla sinagoga, si recarono subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. 30La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. 31Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli. 26 Mc. 9, 2- 10 Dopo aver presentato ai discepoli il suo destino di morte e le implicazioni della sequela, Gesù prende con sé tre dei suoi discepoli e sul monte si trasfigura. Mostra, così, la sua più profonda e vera identità, attestata dalla stessa parola del Padre: è il Figlio di Dio. 2 Dopo sei giorni, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro 3e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. 4E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù. 5Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!». 6Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. 7Poi si formò una nube che li avvolse nell'ombra e uscì una voce dalla nube: «Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!». 8E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro. 9Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti. 10Ed essi tennero per sé la cosa, domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare dai morti. Messaggio L’evento della trasfigurazione segna la svolta decisiva della vita di Gesù: ora egli punta decisamente verso Gerusalemme. Gli avvenimenti ora precipitano verso il compimento della propria missione nel mistero pasquale di morte e resurrezione. Il monte, su cui sono condotti i tre discepoli, è l’anticipazione del Golgota, il monte della Nuova Alleanza, sul quale si squarcerà totalmente il velo del mistero di Dio e apparirà definitivamente la sua gloria. Allo stesso modo, la 59 Messaggio 10. Li portò sopra un monte alto Preghiera Guida Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza. Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen Guida Gesù, rivelazione del volto di Dio, ci invita a seguirlo nella sua gloria. Tutti O Dio, Padre buono, che non hai risparmiato il tuo Figlio unigenito, ma lo hai dato per noi peccatori, rafforzaci nell’obbedienza della fede, perché seguiamo le sue orme e siamo con lui trasfigurati nella luce della tua gloria. Amen. Salmo 115 • • • • • • • • • • 58 Ho creduto anche quando dicevo: «Sono troppo infelice». Ho detto con sgomento: «Ogni uomo è inganno». Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato? Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore. Adempirò i miei voti al Signore, davanti a tutto il suo popolo. Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi fedeli. Sì, io sono il tuo servo, Signore, io sono tuo servo, figlio della tua ancella; hai spezzato le mie catene. A te offrirò sacrifici di lode e invocherò il nome del Signore. Adempirò i miei voti al Signore davanti a tutto il suo popolo, negli atri della casa del Signore, in mezzo a te, Gerusalemme. La lotta che Gesù conduce contro il male trova il culmine nel momento della sua morte, attraverso la quale, nel dono totale di sé, sconfigge definitivamente il demonio e dà a tutti la forza di vincere il male. Lo spirito del male, lento a morire in ciascuno di noi, percepisce la minaccia che proviene dalla parola di Dio, perché è da questa smascherata e vinta: “Che c’entri con noi? Sei venuto a rovinarci!” (v 24). E’ la lotta che, anche oggi, la Parola continua in noi e nel mondo, per far passare l’uomo dalla schiavitù alla libertà e metterlo in cammino verso Dio. Il male aliena l’uomo da se stesso, dagli altri e dal mondo; è una potenza che domina e rende schiava la persona. Si tratta, prima di tutto, dello spirito del male che si rende visibile nella cupidigia di possedere e di dominare su tutto, anche sulle libere volontà; è lo spirito della autoaffermazione, dell’egoismo e del massimo profitto. Alla base di tutto questo sta il rifiuto della signoria di Dio e della sua paternità. Ma Gesù, con la sua Parola che crea, rinnova e tutto trasforma e con la forza della sua azione di Figlio di Dio, intacca il male alle sue radici e libera chiunque si affida alla sua grazia. Nella misura in cui si lascia guarire nel profondo e permette a Cristo di chinarsi sulla sua malattia, il discepolo diviene sorgente di liberazione e si mette a servire gli altri. Ne è segno l’episodio della guarigione della suocera di Pietro, che Marco pone come primo miracolo nel suo vangelo. Lo stupore E’ la sorpresa e la meraviglia di chi è interpellato dalla novità della persona di Gesù, di chi scorge la potenza di Dio che, in Cristo, è ormai presente nella nostra realtà. L’atteggiamento contrario è la “durezza di cuore” che ci fa esaurire in noi stessi e nei nostri piccoli progetti e ci chiude alla nuova realtà del regno di Dio che ci anticipa sempre e ci propone un nuovo stile di vita proprio del discepolo del Signore. Il lieto annuncio del vangelo porta impressa questa novità, che rompe la logica del nostro modo scontato di esistere e ci fa passare da una vita morta ad una vita vera. 27 Domande Domande □ Il male è presente nella storia dell’uomo, quella personale come □ A Gesù che mi chiede “Tu chi dici che io sia?”Che cosa rispondo? □ Alla domanda di Gesù ai discepoli? “Voi chi dite che io sia?”, quella dell’umanità: da dove nasce e dove trova alimento? □ Nella mia comunità parrocchiale, gruppo, associazione, incontro persone che, come la suocera di Pietro, si mettono a servizio degli altri, esprimendo così atteggiamenti di gratitudine a Gesù che le ha risanate? □ La società moderna, in cui il relativismo è fortemente radicato, quale idea del male è più diffusa? come risponderebbe la tua comunità? □ “Rinnega te stesso, prendi la tua croce e seguimi”. Quali sono gli ostacoli per i cristiani nel mondo di oggi, per mettersi alla sequela del Cristo? Preghiera Preghiera Guida Gesù Cristo, nostro unico Salvatore, ci libera dal male. Rincuorati da questa certezza, ci rivolgiamo al Padre con la preghiera dei figli di Dio. Tutti Padre nostro Signore, la presenza del male in noi e intorno a noi ci toglie la speranza nel futuro. Ma nel tuo vangelo ci doni una parola di conforto, sicura e affidabile: tu sei il Salvatore di ogni momento della vita. Rimani con noi, Signore, perché si fa sera! Amen. 28 Guida Cristo Gesù, fattosi povero per noi fino alla morte di croce, ci chiama a seguirlo sulla via della croce e della donazione. Ora, animati dallo Spirito di Dio, diciamo insieme la preghiera del Signore. Tutti Padre nostro Signore, cerchiamo troppo spesso il lieto fine e il successo facile, e ti pensiamo come il Dio glorioso e potente, che garantisce successo e vittoria. Ti presenti a noi come il Messia rifiutato e sconfitto. Insegnaci a comprendere la logica che ha animato la tua esistenza e che ti ha sostenuto nel cammino verso Gerusalemme. Donaci la sapienza del tuo Spirito perché possiamo accoglierti e seguirti nella fede. Amen. 57 Gesù stesso che, per la prima volta, interroga direttamente i discepoli. La domanda di Gesù è duplice, come duplice è la risposta. C’è la risposta della “carne” che scambia Gesù con una figura del passato, relegandola tra i morti e tende a porre lontano dalla propria vita colui che è vicino, vivo e presente. Gesù non è l’incognita che tentiamo di capire attribuendogli le nostre buone opinioni e misurandolo su criteri puramente umani con i quali non si riesce a cogliere il mistero della persona di Cristo. La seconda domanda tende a smentire e a mettere allo scoperto i tentativi di risposta riduttiva sulla persona di Gesù: «E voi chi dite che io sia?». Si tratta della provocazione essenziale del vangelo che interpella la vita del discepolo, lo mette continuamente in discussione e lo invita ad uscire dai suoi criteri di valutazione per aprirsi totalmente alla parola del Signore. Solo così, la comunità dei credenti può fare esperienza della novità che il dono del vangelo presenta in ogni tempo, scoprire nell’umanità povera di Cristo il vero volto di Dio liberatore e salvatore e professare: «Tu sei il Cristo». Dopo la confessione di Pietro, il Maestro sgombra il terreno da ogni possibile equivoco e afferma che l’amore di Dio si rivela pienamente nel Cristo Crocifisso. Il discepolo è chiamato a seguire Gesù così come egli è, come ora comincia a rivelarsi: solo sulla croce, qui preannunciata, appare la vera gloria del Figlio di Dio; solo qui l’uomo raggiunge la sua assoluta libertà. Il Cristo Messia La parola “Cristo” deriva dal greco “Christòs” che a sua volta traduce l’ebraico “Mashiah” (Messia). Nella tradizione ebraica, il termine vuol dire esattamente “unto”, “consacrato”. Infatti nella consacrazione dei re e dei sacerdoti veniva versato l’olio sulla loro testa. Nella mentalità corrente al tempo di Gesù, l’attesa del Messia era particolarmente viva a tal punto da riaccendere la speranza di un re-messia liberatore secondo le mire nazionalistiche degli israeliti. Gesù, fin dal momento del suo battesimo al Giordano, non indulge minimamente a questa mentalità che svisa il senso della sua messianicità: egli sarà messia, non come un gran sacerdote onorato o come un re vincitore, ma seguendo la via del servo sofferente. 56 3. Ti sono rimessi i peccati Preghiera Guida Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza. Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen Guida Il Signore ci conceda si aderire sempre a lui, di essere edificati in lui come casa ben costruita sulla roccia e non sulla sabbia che frana subito. Tutti Fa’, Signore, che sperimentiamo la tua Parola viva ed efficace in noi. Taglia, perciò, tutto ciò che in noi ci impedisce di incontrarla nei nostri cuori. Tu conosci le nostre trepidazioni, incertezze e paure. O Signore, fa’ che la tua parola ci dia gioia, ci rinforzi, ci purifichi e ci salvi. Amen. Salmo 50 • • • • • • Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nella tua grande bontà cancella il mio peccato. Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato. Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto; perciò sei giusto quando parli, retto nel tuo giudizio. Ecco, nella colpa sono stato generato, nel peccato mi ha concepito mia madre. 29 • Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un animo generoso. Signore, apri le mie labbra, la mia bocca proclami la tua lode; Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi. • • • Mc. 2, 1-12 Gesù compie il miracolo per manifestare il suo potere di rimettere in piedi l’uomo, non solo risanandolo dalla sua malattia fisica, ma soprattutto per ricostruirlo dal di dentro, rimettendogli i peccati e riconciliarlo con Dio. Così risanato, il discepolo è in grado di riprendere il cammino alla sequela di Gesù. 1 Ed entrò di nuovo a Cafarnao dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa 2e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola. 3Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone.4Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov'egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. 5 Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati». 6Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro: 7«Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?». 8Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pen sate così nei vostri cuori? 9Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? 10Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, 11ti ordino - disse al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e va' a casa tua». 12Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile! 30 • • Stabilirò per sempre la sua discendenza, il suo trono come i giorni del cielo. Benedetto il Signore in eterno. Amen, amen. Mc. 8, 27-35 Siamo al cuore del vangelo di Marco: Gesù provoca i discepoli sulla sua identità. Ciò che ha compiuto, ha detto, ciò che è stato finora narrato dall’evangelista, conduce anche noi a riconoscerlo come Messia, colui che è mediatore della salvezza desiderata. Sarà l’evento pasquale che rivelerà pienamente l’ identità di un Messia, servo sofferente e rifiutato. 27 Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: «Chi dice la gente che io sia?». 28Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti». 29Ma egli replicò: «E voi chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». 30 E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno. 31E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare. 32 Ge sù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo. 33Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». 34Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 35Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà. Messaggio Siamo al punto cruciale del vangelo di Marco. Dopo gli interrogativi stupiti di fronte alle parole e alle azioni prodigiose del Maestro, ora è 55 9. Chi dite che io sia? Preghiera Guida Sii benedetto Signore e nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo apparso nella carne umana per la nostra salvezza. Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen Guida Gesù è il Cristo di Dio, il nostro unico salvatore e liberatore. Tutti O Padre, non abbandonarci nelle nostre debolezze: il tuo Spirito ci aiuti a credere con il cuore e a professare con le opere che Gesù è il Cristo, per vivere secondo la sua parola e il suo esempio, certi di salvare la nostra vita solo quando avremo il coraggio di perderla. Amen. Messaggio Gesù non è un semplice guaritore dei mali dell’uomo e del sistema; non guarisce i punti deboli, per far funzionare tutto come prima o solo un po’ meglio di prima. Non propone piccoli ritocchi esteriori, ma apre e illumina un orizzonte radicalmente nuovo: egli ha il “potere di rimettere i peccati”, di riconciliare ogni persona con Dio e di ricostruirla totalmente. Il paralitico, rattrappito e immobile, è l'immagine dell'uomo che vive nel peccato: chiuso nella sua autosufficienza, diventa estraneo a Dio e agli altri e si preclude la via verso il raggiungimento del senso pieno della propria libertà di creatura di Dio. Dopo l'intervento di Gesù il paralitico può rialzarsi e mettersi in cammino in modo nuovo, tanto da lasciare "tutti stupefatti". In fondo, i veri paralitici sono gli scribi i quali, pur sapendo che solo Dio può rimettere i peccati, non riconoscono in Gesù di Nazaret il Messia inviato dal Padre a "cercare e a salvare ciò che era perduto" (Lc 19,10). L' accusa di bestemmia da parte degli scribi nei confronti di Gesù è in defintiva lo scandalo del vangelo, del gioioso annuncio che Dio si è fatto solidale con ogni uomo e per cui Cristo fu condannato e ucciso. Il discepolo del Signore e la Chiesa si sentiranno sempre implicati in questa “bestemmia” e invitati ad accogliere questo "potere" radicalmente nuovo, capace di vincere il peccato e la morte. Salmo 89 • • • • • • • 54 Ho trovato Davide, mio servo, con il mio santo olio l'ho consacrato; la mia mano è il suo sostegno, il mio braccio è la sua forza. Su di lui non trionferà il nemico, né l'opprimerà l'iniquo. La mia fedeltà e la mia grazia saranno con lui e nel mio nome si innalzerà la sua potenza. Egli mi invocherà: Tu sei mio padre, mio Dio e roccia della mia salvezza. Io lo costituirò mio primogenito, il più alto tra i re della terra. Gli conserverò sempre la mia grazia, la mia alleanza gli sarà fedele. Il miracolo I miracoli di Gesù sono chiamati "segni". Non sono, come generalmente si pensa, né una grazia, né un fatto straordinario che non trova spiegazione nella scienza o che si verifica al di sopra delle leggi di natura. I miracoli raccontati nei vangeli esprimono la presenza di Dio che si rivela ed agisce nella vita e nella storia degli uomini per la loro integrale liberazione. In essi si manifestano l'amore, la tenerezza, la fedeltà e la potenza di Dio. Sono i segni concreti del regno di Dio presente e futuro; anticipano la vera liberazione operata da Gesù nell'evento pasquale di morte e di resurrezione. 31 Domande □ Quando nella nostra vita il peccato ci rende immobili e, come il paralitico, incapaci di andare verso Dio e il prossimo, siamo consapevoli che Gesù ha il potere di rimmetterci in cammino? □ I cristiani come vivono il fatto che Gesù ha il “potere”di vincere il peccato e la morte che ne deriva? □ Nel mondo di oggi si incontrano spesso persone che sanno condividere e farsi carico delle sofferenze dell’uomo solo di fronte al male? Quale stimolo offrono alla tua vita? Preghiera Guida Gesù Cristo, nostro unico Salvatore, ci riconcilia con Dio. Così, animati dallo Spirito Santo, possiamo anche noi rivolgersi a lui, chiamandolo Padre. Tutti Padre nostro Signore, tu ci doni più di quanto domandiamo. Attendiamo risultati dalle nostre azioni e tu ci permetti di compierle con impegno e con gioia; cerchiamo di alzarci, di camminare e di darci da fare, e tu ci liberi dai pesi che ci tengono legati. Fa' che il tuo Spirito ci faccia prendere coscienza di quanto ogni giorno riceviamo da te, e ci aiuti a condividerlo con i fratelli. E così sia. 32 compimento: in sei giorni Dio crea, nel settimo porta a compimento ciò che ha creato e, con il riposo del sabato, indica il senso definitivo della sua opera che consiste nell’ essere in comunione con lui. Domande □ “Date voi stessi da mangiare”. Che cosa avverto di dover metter a disposizione degli altri senza riserve ? Quali paure, incertezze, dubbi nel dare? Quale gioia ho sperimentato nel “buttarmi” in questa avventura con Gesù? □ Nella mia esperienza cristiana come mi impegno a creare lo spirito della fraternità? □ Quale responsabilità sento di dover prendere di fronte alle problematiche sociali in cui vivo; povertà, famiglie in difficoltà disagio giovanile, solitudine? Preghiera Guida Cristo Gesù, fattosi povero per noi fino alla morte di croce, ci chiama a seguirlo da vicino. Ora, insieme a lui, animati dallo Spirito di Dio, diciamo insieme la preghiera del Signore. Tutti Padre nostro Spesso non capiamo le tue strade,Signore; dobbiamo camminare ancora con te per conoscerti meglio, per capire meglio quale sia la strada che tu ci chiedi di percorrere. Aiutaci, ti preghiamo,a rimanere attenti alla tua voce che ci invita a partecipare al banchetto del regno. Fa' che sappiamo accorgerci dei bisogni dei nostri fratelli e che troviamo la forza per essere sostegno e aiuto sul loro cammino. Amen. 53 4. Seguimi Messaggio La gran folla che segue Gesù è paragonata a un gregge senza pastore: è il nuovo popolo che Dio nutrirà in modo più mirabile ed inatteso di quanto aveva fatto in passato nella marcia dell'Esodo. Dio ne ha tanta compassione che si dona nel Figlio Gesù, il vero pastore che dà la vita per le sue pecore e porta tutti alla salvezza. Il primo pane che Cristo dona per sfamare la folla è la parola del Padre: "si mise ad istruirli a lungo" (v 34). Ma i discepoli, fissi nel loro modo di pensare, chiedono a Gesù di licenziare la gente e si mettono a calcolare quanto denaro occorra per acquistare pane per tutti. Essi non sanno di avere tra le mani non un pane che si compra, ma Gesù, pane donato, spezzato e sufficiente per tutti. Questo pane è l'amore che Dio ci offre nel dono che il suo Figlio Gesù che ha fatto di sé a tutto il mondo. I discepoli lo ricevono e, a loro volta, sono invitati a donarlo. E' il pane che cambia radicalmente la storia, stravolgendone le categorie e creando un cammino del tutto nuovo per ogni creatura. Con Gesù, infatti, tutto cambia: il deserto fiorisce e diventa un prato verdeggiante; la folla, stanca e disorientata, avverte di avere un pastore e di essere da questi amata; la maledizione della fame e del vuoto è superata e tutti possono finalmente mangiare a sazietà. E ne avanzano ancora dodici ceste, a sufficienza per tutti e per sempre. Preghiera Guida Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza. Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen Guida Il Signore ci ha chiamati a seguirlo per essere nel mondo segno della sua misericordia e del suo amore, anche per i peccatori. Tutti Donaci, o Signore, di rispondere alla tua Parola: aiutaci a comprendere qual è la risposta adeguata al tuo richiamo che ci giunge attraverso essa. Siccome siamo qui per lodarti e ringraziarti, donaci di capire cosa significa lodare e ringraziare con tutto noi stessi; cosa significa meraviglia e amore davanti a te. Amen. I numeri Salmo 39 I numeri nella Bibbia hanno un grande valore simbolico. Quando un autore utilizza un numero, spesso si riferisce tanto alla sua corrispondenza alla realtà, quanto al significato che ad esso è attribuito. Nei due racconti della moltiplicazione dei pani del vangelo di Marco (6, 30-44 e 8, 1-21) troviamo alcuni numeri significativi: dodici e sette. Il dodici richiama il numero delle tribù di Israele e sta, quindi, ad indicare il popolo di Dio. Anche la scelta di Gesù dei dodici non è quindi casuale: essi indicano il germe del popolo della Nuova Alleanza inaugurata da Gesù. Il numero sette indica una realtà compiuta, organica. Esso è il numero dei giorni di una settimana che, in Israele, costituisce la misura principale del tempo. A partire dal racconto della creazione, infatti, il sette indica il • 52 • • • • • Rivelami, Signore, la mia fine; quale sia la misura dei miei giorni e saprò quanto è breve la mia vita. Vedi, in pochi palmi hai misurato i miei giorni e la mia esistenza davanti a te è un nulla. Solo un soffio è ogni uomo che vive, come ombra è l'uomo che passa; solo un soffio che si agita, accumula ricchezze e non sa chi le raccolga. Ora, che attendo, Signore? In te la mia speranza. Liberami da tutte le mie colpe, non rendermi scherno dello stolto. Sto in silenzio, non apro bocca, perché sei tu che agisci. 33 • • • • Allontana da me i tuoi colpi: sono distrutto sotto il peso della tua mano. Castigando il suo peccato tu correggi l'uomo, corrodi come tarlo i suoi tesori. Ogni uomo non è che un soffio. Ascolta la mia preghiera, Signore, porgi l'orecchio al mio grido, non essere sordo alle mie lacrime, poiché io sono un forestiero, uno straniero come tutti i miei padri. Distogli il tuo sguardo, che io respiri, prima che me ne vada e più non sia. Mc. 2, 13-17 Lungo il cammino di Gesù verso Gerusalemme altre persone si uniscono al gruppo dei primi discepoli. E' il caso di Levi, l'apostolo Matteo, esattore delle tasse a servizio del potere romano. Chiamato da Gesù a seguirlo, non spreca i pensieri e le parole in calcoli personali, ma, su due piedi, abbandona il banco di lavoro e decide di andare con lui per tutta la vita. 13 Uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli li ammaestrava. 14Nel passare, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Egli, alzatosi, lo seguì.15Mentre Gesù stava a mensa in casa di lui, molti pubblicani e peccatori si misero a mensa insieme con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. 16 Allora gli scribi della setta dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Come mai egli mangia e beve in compagnia dei pubblicani e dei peccatori?». 17Avendo udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori». Messaggio Mc. 6, 32-44 Continua ancora da parte dei discepoli l'incapacità a capire chi è Gesù, che dona se stesso sotto il segno dei pani. Non hanno ancora inteso che la fame della gente si esaurisce con il dare se stessi, senza limiti, con quell'amore che incomincia anche con il poco che si ha. La stretta somiglianza tra questo brano e quello che descrive il momento culminante dell'ultima cena, mostra l'intenzione dell'evangelista di presentare questo miracolo come anticipazione del dono dell'Eucaristia. 32 Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero. 34 Sbarcando, vi de molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. 35Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i discepoli dicendo: «Questo luogo è solitario ed è ormai tardi; 36 congedali perciò, in modo che, andando per le campagne e i villaggi vicini, possano comprarsi da mangiare». 37Ma egli rispose: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andar noi a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». 38 Ma egli replicò loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». E accertatisi, riferirono: «Cinque pani e due pesci». 39Allora ordinò loro di farli mettere tutti a sedere, a gruppi, sull'erba verde. 40E sedettero tutti a gruppi e gruppetti di cento e di cinquanta. 41Presi i cinque pani e i due pesci, levò gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai discepoli perché li distribuissero; e divise i due pesci fra tutti. 42 Tutti mangiarono e si sfamarono, 43e portarono via dodici ceste piene di pezzi di pane e anche dei pesci. 44Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini. 33 Levi, seduto al banco delle imposte, tutto immerso nel suo lavoro, oltretutto anche poco onesto, ci richiama l'immobilità del paralitico. 34 51 8. Date loro da mangiare Preghiera Guida Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza. Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen Guida Il Signore Gesù è il pane per il nutrimento dell’umanità e il vero pastore che ci guida nel cammino della vita. Tutti O Padre, che ci chiami a condividere il pane vivo disceso dal cielo, aiutaci a spezzare nella carità di Cristo anche il pane terreno, perché sia saziata ogni fame del corpo e dello Spirito. Amen. Salmo 77 • Ciò che abbiamo udito e conosciuto e i nostri padri ci hanno raccontato, non lo terremo nascosto ai loro figli; • diremo alla generazione futura, le lodi del Signore. • Comandò alle nubi dall'alto, e aprì le porte del cielo; • fece piovere su di essi la manna per cibo, diede loro pane del cielo: • Li fece salire al suo luogo santo, al monte conquistato dalla sua destra. • Egli scelse Davide suo servo, lo trasse dagli ovili delle pecore. • Lo chiamò dal seguito delle pecore madri per pascere Giacobbe suo popolo, la sua eredità Israele. • Fu per loro pastore dal cuore integro e li guidò con mano sapiente. 50 Ma Gesù, con lo sguardo e la sua parola che si posano con potenza creatrice su quell'uomo, lo illumina, lo alza in piedi e ridona senso alla sua esistenza, chiamandolo alla sua sequela. Così il gabelliere, ritenuto dall'opinione pubblica ormai una persona irrimediabilmente perduta, si incammina senza esitazione dietro al Maestro. Gesù, per manifestare l'amore e la pazienza del Padre nel ricercare la pecora smarrita, compie un gesto sorprendente: si siede a mensa con i pubblicani e i peccatori. Banchettare insieme, infatti, è segno di intimità, di riconciliazione, di pace e di letizia: sono i familiari che mangiano insieme! I farisei, invece, ritengono altamente scandaloso questo comportamento di Cristo. Essi sono come il figlio maggiore della parabola, che si lamenta per il banchetto imbandito dal padre e non vuole parteciparvi. Lui è sempre stato in casa come servo ossequioso alla legge, senza mai giungere, però, all'atteggiamento del figlio che coglie nel cuore del padre il suo amore misericordioso verso tutti e ne gioisce con lui. Accogliere questa novità è entrare a far parte dei discepoli del Signore. Scribi, farisei, sadducei e zeloti In questo brano di Marco gli oppositori di Gesù vengono qualificati come "scribi della setta dei farisei". Sono i maestri della legge, talvolta chiamati "dottori della legge", esperti del giudaismo, appartenenti in massima parte al gruppo dei "farisei". Questi si impegnavano nella esatta conoscenza della legge e della tradizione giudaica per promuoverne la stretta osservanza. I farisei si consideravano separati dai non osservanti e dagli impuri. Un altro partito importante era quello dei "sadducei", che esprimevano le massime autorità religiose come i sommi sacerdoti e che si interessavano anche a problematiche di natura sociale e politica. Il vangelo menziona poi gli erodiani, seguaci di Erode Antipa, il sovrano territoriale che aveva giurisdizione su Gesù. Rammenta poi gli "zeloti". Questi costituivano un partito rivoluzionario e, quando se ne presentava l'occasione, non esitavano a ricorrere a sommosse armate contro i Romani. 35 □ A che cosa deve tendere, secondo te, la missione della Chiesa nel Domande mondo contemporaneo? □ Nelle normali occupazioni della vita quotidiana mi faccio guidare da Gesù oppure mi “arrangio” da solo? □ La missione a cui Gesù mi chiama la sento come un mio fatto privato oppure avverto di doverla vivere nella dimensione comunitaria? □ La ricerca del proprio interesse è la dominante del sistema di vita in cui siamo immersi. Come si pone il cristiano di fronte a questa mentalità? Preghiera Guida Cristo Gesù, fattosi povero per noi fino alla morte di croce, ci chiama a seguirlo da vicino. Ora, insieme a lui, animati dallo Spirito di Dio, diciamo insieme la preghiera del Signore. Tutti Padre nostro Guida Cristo Gesù, il solo giusto, è in mezzo a noi e ci mostra il volto misericordioso del Padre che per primo ci ha amati. Ora, come figli di Dio, diciamo insieme la preghiera del Signore. Tutti Padre nostro Signore Gesù, che hai cercato la compagnia dei pubblici peccatori, ricordati di noi. Fa' che ci possa essere sempre un piccolo posto alla tua tavola. E concedici di tessere legami, aperti all'amicizia, rispettosi delle differenze, attenti a ciò che ci unisce a tutti gli altri invitati. Amen. 36 Preghiera Ti ringraziamo, Signore Gesù Cristo, per aver inviato accanto a noi alcune persone che hanno messo in gioco la propria vita perché noi potessimo conoscerti ed amarti. Sostienili con la tua grazia e siano sempre fedeli alla chiamata. Aiuta, con la luce del tuo Spirito, coloro che vogliono seguirti come il Signore della propria vita. Amen. 49 contano unicamente sulla fedeltà e la potenza di Dio che accompagna e sostiene la loro parola e la loro testimonianza. Tutto il resto non farebbe altro che offuscare la loro predicazione. La povertà diviene allora segno concreto della loro fede assoluta in Dio che "nutre gli uccelli del cielo" e "riveste i gigli del campo" (Mt 6, 25 sq). Se lo spirito del male consiste nell'egoismo e nella sete di dominio che tiene schiavo il mondo, i discepoli, con la loro povertà, possono scacciare gli spiriti immondi e predicare con efficacia la liberazione. Ma la missione dei discepoli non si esaurisce nella pura attività apostolica, si illumina e si completa nel ritirarsi in disparte con Gesù e nello stare soli con lui, lontano dalla folla. E' l'invito a entrare nel deserto per poter percorrere il cammino del nuovo popolo di Dio. 5. Il seminatore Preghiera Guida Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza. Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen Guida A due a due L'andare dei dodici, a due a due, in missione, ci riporta ad un'usanza giudaica, praticata anche al tempo di Giovanni Battista e nella stessa chiesa primitiva, come si rileva anche dagli Atti degli Apostoli. Oltre ad un vantaggio pratico di mutuo aiuto e alla possibilità di rafforzare la validità dell’annuncio, è probabile che questa usanza si richiamasse ad una antica tradizione secondo la quale erano richiesti due testimoni, perché la loro deposizione fosse giuridicamente autentica. In tal senso prescrive l’Antico Testamento: “Un solo testimonio non avrà valore contro alcuno, per qualsiasi colpa e per qualsiasi peccato; qualunque peccato questi abbia commesso, il fatto dovrà essere stabilito sulla parola di due o tre testimoni “. ( Dt 19,15). Gesù è la parola vivente del Padre che si è fatto carne per la nostra salvezza: ascoltiamolo! Tutti O Signore, luce vera ai nostri passi è la tua parola, gioia e pace ai nostri cuori; fa’ che, illuminati dal tuo Santo Spirito, l’accogliamo con fede viva, per scorgere i segni della tua presenza in mezzo a noi. Amen. Salmo 119 • • • Domande □ La mia fede è un fatto privato o sento di viverla nella comunità ? □ La missione si esprime in tre momenti: ascolto della Parola, Celebrazione della Liturgia, vita fraterna. Come sono coordinati questi momenti nella tua comunità? 48 • • • • Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino. Ho giurato, e lo confermo, di custodire i tuoi precetti di giustizia. Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti, sono essi la gioia del mio cuore. Tu sei mio rifugio e mio scudo, spero nella tua parola. Sostienimi secondo la tua parola e avrò vita, non deludermi nella mia speranza. Sii tu il mio aiuto e sarò salvo, gioirò sempre nei tuoi precetti. I miei occhi si consumano, nell'attesa della tua salvezza e della 37 tua parola di giustizia. Agisci con il tuo servo secondo il tuo amore, insegnami i tuoi comandamenti. Io sono tuo servo, fammi comprendere e conoscerò i tuoi insegnamenti. La tua parola nel rivelarsi illumina, dona saggezza ai semplici. Fa’ risplendere il volto sul tuo servo, insegnami i tuoi comandamenti. Precedo l'aurora e grido aiuto, spero sulla tua parola. Ma tu, Signore, sei vicino, tutti i tuoi precetti sono veri. • • • • • • • Poiché sole e scudo è il Signore Dio; il Signore concede grazia e gloria, non rifiuta il bene a chi cammina con rettitudine. Signore degli eserciti, beato l'uomo che in te confida. • Mc. 6, 6b-13. 30-31 Gesù, dopo aver chiamato i dodici, li invia ad annunciare la lieta notizia del regno. Nelle sue parole il Maestro sottolinea l'urgenza e la sollecitudine con cui bisogna compiere questa missione e invita il discepolo a confidare esclusivamente in lui. 6 Mc. 4, 1-9. 13-20 Alla folla riunita intorno a lui, il Maestro presenta il "mistero del regno di Dio" attraverso le parabole. La Parola è come un seme che cresce e porta frutti sovrabbondanti, nonostante le resistenze che tentano di soffocarla. 1 Di nuovo si mise a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare mentre la folla era a terra lungo la riva. 2 Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento: 3«Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare. 4 Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. 5Un'altra cadde fra i sassi, dove non c'era molta terra, e subito spuntò perché non c'era un terreno profondo; 6 ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. 7Un'altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. 8E un'altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno». 9E diceva: «Chi ha orecchi per intendere intenda!». 13Continuò dicendo loro: «Se non comprendete questa parabola, come potrete capire tutte le altre parabole? 14 Il seminatore semina la parola. 15Quelli lungo la strada sono olor nei quali viene seminata la parola; ma quando l'ascoltano, 38 E si meravigliava della loro incredulità. Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando. 7Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. 8E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; 9ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche. 10E diceva loro: «Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. 11Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro». 12E partiti, predicavano che la gente si convertisse, 13scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano. 30Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. 31Ed egli disse loro: «Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po'». Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare. Messaggio Gesù aveva costituto i dodici perché "stessero con lui" (3,14). In questo brano lo "stare con lui" si chiarifica e vuole indicare che la missione dei chiamati si identifica con quella del Maestro che si è fatto povero per salvare ogni uomo. Per questo coloro che seguono Gesù non portano niente con sé: 47 7. Li mandò a due a due Preghiera Guida Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza. Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro. 16 Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l'accolgono con gioia, 17 ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono. 18Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola, 19 ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l'inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto. 20Quelli poi che ricevono il seme su un terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l'accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno». Guida Cristo Gesù ha mandato ciascuno di noi in mezzo al mondo e ci ha costituiti segno della sua presenza nei confronti di chi ancora non ha incontrato il Signore. Tutti O Signore, nostro Dio, fa’ che coloro che hai scelto siano perseveranti nel servire la tua volontà, e nella vita cerchino di seguire te, unico e sommo bene e di manifestare al mondo la tua gloria. Amen. Salmo 84 • • • • • • 46 Quanto sono amabili le tue dimore, Signore degli eserciti! Il mio cuore e la mia carne, esultano nel Dio vivente. Anche il passero trova la casa, la rondine il nido, dove porre i suoi piccoli,presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, mio re e mio Dio. Beato chi abita la tua casa: sempre canta le tue lodi! Beato chi trova in te la sua forza, e decide nel suo cuore il santo viaggio. Per me un giorno nei tuoi atri è più che mille altrove, stare sulla soglia della casa del mio Dio è meglio che abitare nelle tende degli empi. Messaggio Questa prima parabola del vangelo di Marco ha come tema la speranza. Infatti la descrizione particolareggiata delle difficoltà non fa altro che mettere in risalto, per contrasto, l'abbondanza insperata del raccolto. Partendo dall'esperienza di Gesù che ha sparso ovunque il lieto annunzio del regno, il credente è chiamato ad avere una fiducia piena nel compimento finale in cui il regno di Dio si mostrerà in tutto il suo splendore e darà ricchi frutti e messe abbondante. L'applicazione che Gesù stesso dà di questa parabola invita la comunità dei discepoli a individuare e a superare le resistenze che incontra nel percorrere lo stesso cammino del suo Signore. La prima difficoltà proviene dall'interno, quando l'uomo, tentato dallo spirito del male, in nome di un falsa concezione di libertà e di buon senso, è portato ad addolcire e ad accomodare la contrapposizione tra le esigenze della parola di Dio e il modo di pensare e di agire del mondo. Il risultato è che la Parola non è stata ascoltata nel profondo: resta in superficie e si vanifica. La seconda difficoltà viene dall'esterno, quando veniamo scossi nella nostra fede, non sufficientemente radicata e profonda, da sofferenze, incomprensioni o addirittura persecuzioni. Non è facile vivere la Parola nella vita quotidiana, quando il mondo segue il criterio 39 dell'egoismo e del dominio, mentre Cristo indica la via dell'amore, della condivisione e del dono di sé. L'altra difficoltà, quella delle ricchezze, seduce e muove la bramosia all'interno dell'uomo, stravolgendo, così, ogni valore umano. Il danaro, quindi, e ogni attaccamento smodato mettono il discepolo sul cammino opposto a quello del vangelo e diventano per lui idoli. Ma nel terreno, in cui la Parola vince e mette a nudo ogni tipo di maschera, il credente pregusta il pane di vita che Dio gli ha dato in Gesù, sua parola vivente. La parabola La parabola, usata spesso da Gesù per comunicare il suo pensiero, è una narrazione talvolta molto ampia, che normalmente riproduce episodi tratti dalla vita quotidiana degli ascoltatori, come l'agricoltura, la pastorizia, la vita familiare… Tale racconto usa un linguaggio simbolico, destinato a porre una questione o a svelare un significato nascosto. Occorre precisare che, per capire il messaggio della parabola, è importante fissare l'attenzione su un solo punto fondamentale, al di là dei singoli elementi del racconto che tuttavia vanno interpretati alla luce del suo significato generale . Domande □ Cosa significa ascoltare la Parola di Dio che mi invita ad entrare in relazione con me? Quali riflessioni e atteggiamenti di vita provoca in me la Parola? □ Le nostre comunità somigliano talvolta alla strada della parabola: terreno calpestato da una fede ridotta ad abitudine. La Parola è ancora capace di penetrare e di convertire la vita di noi discepoli del Signore? □ Il seminatore sparge il seme senza calcolare quale sarà l’esito della semina. Il nostro atteggiamento di fondo di fronte al Vangelo ha la stessa apertura e fiducia del seminatore? 40 Domande □ Quali realtà generano in noi timore, paura ? Come affrontiamo queste situazioni? □ Come i discepoli, anche le nostre comunità ecclesiali fanno esperienza di Gesù, ascoltando la sua Parola; ma nel momento della prova, avvertono “il silenzio” di Dio e lo temono. Quale invito rivolge questo brano alla nostra comunità? □ Quale testimonianza possiamo offrire a quanti ogni giorno manifestano pessimismo rispetto alle vicende del mondo? Preghiera Guida Cristo Gesù è in mezzo a noi e ci dona continuamente la sua parola di speranza. Ora, come figli di Dio, diciamo insieme la preghiera del Signore. Tutti Padre nostro Signore Gesù, come i tuoi discepoli anche noi veniamo assaliti da paura e terrore nelle tempeste della vita. Aiutaci a riconoscere la tua presenza, anche quando il tuo silenzio ci spinge a crederti assente o lontano e a vivere questi momenti, consapevoli che anche in essi ci è data la possibilità di una più profonda conoscenza di te. Amen. 45 Il messaggio La barca che porta, in un cammino comune, i discepoli e Gesù, è stata giustamente intesa dai Padri come simbolo della Chiesa. E' notte ed essa sta per soccombere, travolta dalle onde ed inghiottita nel profondo. I discepoli, afferrati dall'angoscia e privi di ogni fiducia nelle proprie forze, ricorrono disperatamente al Maestro, meravigliandosi che egli dorma, incurante di che cosa stia accadendo. Ma in realtà è la fede dei discepoli che è assopita. Infatti tutte le tempeste e le paure provengono dalla mancanza di fede: questo è il vero motivo per cui rischiamo di andare a fondo. A tutti coloro che, anche oggi, sono tentati dal pessimismo riguardo alla chiesa e al mondo, Gesù rivolge questa parola: "Non avete ancora fede?"(v.40). E' nella certezza della sua permanente presenza, anche quando sembra che egli dorma, che tutti i motivi di angoscia vengono superati: "Il vento cessò e vi fu grande bonaccia" (v 39). Solo quando la nostra fede non dorme, ci accorgiamo che anche il Signore è vigile. In mezzo alle difficoltà della vita, dietro la testimonianza di Gesù, anche i discepoli fanno l'esperienza del regno che viene e trovano nuovo orientamento nella parola di Cristo: "Io ho vinto il mondo" (Gv 16,33). Egli, infatti, segno visibile della potenza di Dio in mezzo a noi, domina tutte le potenze avverse e conduce i credenti a superare tutte le difficoltà della storia. In definitiva le nostre angosce e le nostre paure nascono dal non aver capito "chi è costui" (v 41): è questa la scoperta a cui il vangelo di Marco intende condurci. Preghiera Guida Cristo Gesù, il solo giusto, è in mezzo a noi e ci mostra il volto misericordioso del Padre che per primo ci ha amati. Ora, come figli di Dio, diciamo insieme la preghiera del Signore. Tutti Padre nostro Signore, noi ti ringraziamo per il dono della tua Parola che dissemini con abbondanza nelle nostre giornate. E' un dono prezioso che spesso rischiamo di disperdere. Ti preghiamo di dissodare il terreno della nostra esistenza, perché il seme efficace della tua parola possa fruttificare in noi. Illuminaci, con il tuo Spirito di sapienza, affinché possiamo sempre accogliere la Parola con cuore aperto e disponibile. Il mare di Tiberiade La zona geografica in cui viene descritta l'attività di Gesù in questa parte del vangelo, è il lago di Tiberiade, da Marco comunemente chiamato "mare". Questo lago segna il luogo di frontiera tra il popolo ebraico abitante in Galilea e la regione dei pagani, sulla sponda est. La distesa di acqua assume spesso tonalità negative, è simbolo del male e delle potenze infernali. Già nell' Antico Testamento le sofferenze e le prove che il credente incontra vengono paragonate ad acque travolgenti e profonde: "Salvami, o Dio: l'acqua mi giunge alla gola. Sono caduto in acque profonde e l'onda mi travolge" (Sal 69, 2-3). Allora il potere di Gesù sulle acque del mare è rivelazione della potenza di Dio. 44 41 6. Perché siete così paurosi? • • Preghiera • Guida • Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza. Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen Il Signore vince ogni nostra paura: affidiamoci a lui, ascoltando la sua parola che semina nella nostra vita. Tutti Signore della vita e della storia, davanti a te si acquieta ogni tempesta; fa’ che il tuo popolo esulti sempre nell’ascolto della tua voce, e costruisca nella speranza la serena pace del tuo regno. Amen. Salmo 119 • • • • 42 • • Guida • • • Salvami, o Dio: l'acqua mi giunge alla gola. Affondo nel fango e non ho sostegno; sono caduto in acque profonde e l'onda mi travolge. Sono sfinito dal gridare, riarse sono le mie fauci; i miei occhi si consumano nell'attesa del mio Dio. Chi spera in te, non sia confuso, Signore, Dio degli eserciti; non si vergogni chi ti cerca, Dio d'Israele. Ma io innalzo a te la mia preghiera, Signore, nel tempo della benevolenza; per la grandezza della tua bontà, rispondimi, per la fedeltà della tua salvezza, o Dio. Non mi sommergano i flutti delle acque e il vortice non mi travolga, l'abisso non chiuda su di me la sua bocca. Rispondimi, Signore, benefica è la tua grazia; vòlgiti a me nella tua grande tenerezza. Non nascondere il volto al tuo servo, sono in pericolo: presto, rispondimi. Loderò il nome di Dio con il canto, lo esalterò con azioni di grazie. Vedano gli umili e si rallegrino; si ravvivi il cuore di chi cerca Dio. A lui acclamino i cieli e la terra, i mari e quanto in essi si muove. Perché Dio salverà Sion, ricostruirà le città di Giuda: vi abiteranno e ne avranno il possesso. La stirpe dei suoi servi ne sarà erede, e chi ama il suo nome vi porrà dimora. Mc. 4, 35-41 Non è sempre facile accogliere gli insegnamenti di Gesù: spesso situazioni avverse sembrano frenarci nel cammino di fede. Così avviene ai discepoli nel racconto della tempesta sedata. Essi hanno ascoltato gli insegnamenti del Maestro riguardo al Regno di Dio; sembra che ne abbiano compreso il vero significato, ma, nel momento della prova, mostrano di non avere ancora fiducia. 35 In quel medesimo giorno, verso sera, disse loro: «Passiamo al l'altra riva». 36E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. 37Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. 38Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che moriamo?». 39Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. 40 Poi disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?». 41E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?». 43 6. Perché siete così paurosi? • • Preghiera • Guida • Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza. Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen Il Signore vince ogni nostra paura: affidiamoci a lui, ascoltando la sua parola che semina nella nostra vita. Tutti Signore della vita e della storia, davanti a te si acquieta ogni tempesta; fa’ che il tuo popolo esulti sempre nell’ascolto della tua voce, e costruisca nella speranza la serena pace del tuo regno. Amen. Salmo 119 • • • • 42 • • Guida • • • Salvami, o Dio: l'acqua mi giunge alla gola. Affondo nel fango e non ho sostegno; sono caduto in acque profonde e l'onda mi travolge. Sono sfinito dal gridare, riarse sono le mie fauci; i miei occhi si consumano nell'attesa del mio Dio. Chi spera in te, non sia confuso, Signore, Dio degli eserciti; non si vergogni chi ti cerca, Dio d'Israele. Ma io innalzo a te la mia preghiera, Signore, nel tempo della benevolenza; per la grandezza della tua bontà, rispondimi, per la fedeltà della tua salvezza, o Dio. Non mi sommergano i flutti delle acque e il vortice non mi travolga, l'abisso non chiuda su di me la sua bocca. Rispondimi, Signore, benefica è la tua grazia; vòlgiti a me nella tua grande tenerezza. Non nascondere il volto al tuo servo, sono in pericolo: presto, rispondimi. Loderò il nome di Dio con il canto, lo esalterò con azioni di grazie. Vedano gli umili e si rallegrino; si ravvivi il cuore di chi cerca Dio. A lui acclamino i cieli e la terra, i mari e quanto in essi si muove. Perché Dio salverà Sion, ricostruirà le città di Giuda: vi abiteranno e ne avranno il possesso. La stirpe dei suoi servi ne sarà erede, e chi ama il suo nome vi porrà dimora. Mc. 4, 35-41 Non è sempre facile accogliere gli insegnamenti di Gesù: spesso situazioni avverse sembrano frenarci nel cammino di fede. Così avviene ai discepoli nel racconto della tempesta sedata. Essi hanno ascoltato gli insegnamenti del Maestro riguardo al Regno di Dio; sembra che ne abbiano compreso il vero significato, ma, nel momento della prova, mostrano di non avere ancora fiducia. 35 In quel medesimo giorno, verso sera, disse loro: «Passiamo al l'altra riva». 36E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. 37Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. 38Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che moriamo?». 39Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. 40 Poi disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?». 41E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?». 43 Il messaggio La barca che porta, in un cammino comune, i discepoli e Gesù, è stata giustamente intesa dai Padri come simbolo della Chiesa. E' notte ed essa sta per soccombere, travolta dalle onde ed inghiottita nel profondo. I discepoli, afferrati dall'angoscia e privi di ogni fiducia nelle proprie forze, ricorrono disperatamente al Maestro, meravigliandosi che egli dorma, incurante di che cosa stia accadendo. Ma in realtà è la fede dei discepoli che è assopita. Infatti tutte le tempeste e le paure provengono dalla mancanza di fede: questo è il vero motivo per cui rischiamo di andare a fondo. A tutti coloro che, anche oggi, sono tentati dal pessimismo riguardo alla chiesa e al mondo, Gesù rivolge questa parola: "Non avete ancora fede?"(v.40). E' nella certezza della sua permanente presenza, anche quando sembra che egli dorma, che tutti i motivi di angoscia vengono superati: "Il vento cessò e vi fu grande bonaccia" (v 39). Solo quando la nostra fede non dorme, ci accorgiamo che anche il Signore è vigile. In mezzo alle difficoltà della vita, dietro la testimonianza di Gesù, anche i discepoli fanno l'esperienza del regno che viene e trovano nuovo orientamento nella parola di Cristo: "Io ho vinto il mondo" (Gv 16,33). Egli, infatti, segno visibile della potenza di Dio in mezzo a noi, domina tutte le potenze avverse e conduce i credenti a superare tutte le difficoltà della storia. In definitiva le nostre angosce e le nostre paure nascono dal non aver capito "chi è costui" (v 41): è questa la scoperta a cui il vangelo di Marco intende condurci. Preghiera Guida Cristo Gesù, il solo giusto, è in mezzo a noi e ci mostra il volto misericordioso del Padre che per primo ci ha amati. Ora, come figli di Dio, diciamo insieme la preghiera del Signore. Tutti Padre nostro Signore, noi ti ringraziamo per il dono della tua Parola che dissemini con abbondanza nelle nostre giornate. E' un dono prezioso che spesso rischiamo di disperdere. Ti preghiamo di dissodare il terreno della nostra esistenza, perché il seme efficace della tua parola possa fruttificare in noi. Illuminaci, con il tuo Spirito di sapienza, affinché possiamo sempre accogliere la Parola con cuore aperto e disponibile. Il mare di Tiberiade La zona geografica in cui viene descritta l'attività di Gesù in questa parte del vangelo, è il lago di Tiberiade, da Marco comunemente chiamato "mare". Questo lago segna il luogo di frontiera tra il popolo ebraico abitante in Galilea e la regione dei pagani, sulla sponda est. La distesa di acqua assume spesso tonalità negative, è simbolo del male e delle potenze infernali. Già nell' Antico Testamento le sofferenze e le prove che il credente incontra vengono paragonate ad acque travolgenti e profonde: "Salvami, o Dio: l'acqua mi giunge alla gola. Sono caduto in acque profonde e l'onda mi travolge" (Sal 69, 2-3). Allora il potere di Gesù sulle acque del mare è rivelazione della potenza di Dio. 44 41 dell'egoismo e del dominio, mentre Cristo indica la via dell'amore, della condivisione e del dono di sé. L'altra difficoltà, quella delle ricchezze, seduce e muove la bramosia all'interno dell'uomo, stravolgendo, così, ogni valore umano. Il danaro, quindi, e ogni attaccamento smodato mettono il discepolo sul cammino opposto a quello del vangelo e diventano per lui idoli. Ma nel terreno, in cui la Parola vince e mette a nudo ogni tipo di maschera, il credente pregusta il pane di vita che Dio gli ha dato in Gesù, sua parola vivente. La parabola La parabola, usata spesso da Gesù per comunicare il suo pensiero, è una narrazione talvolta molto ampia, che normalmente riproduce episodi tratti dalla vita quotidiana degli ascoltatori, come l'agricoltura, la pastorizia, la vita familiare… Tale racconto usa un linguaggio simbolico, destinato a porre una questione o a svelare un significato nascosto. Occorre precisare che, per capire il messaggio della parabola, è importante fissare l'attenzione su un solo punto fondamentale, al di là dei singoli elementi del racconto che tuttavia vanno interpretati alla luce del suo significato generale . Domande □ Cosa significa ascoltare la Parola di Dio che mi invita ad entrare in relazione con me? Quali riflessioni e atteggiamenti di vita provoca in me la Parola? □ Le nostre comunità somigliano talvolta alla strada della parabola: terreno calpestato da una fede ridotta ad abitudine. La Parola è ancora capace di penetrare e di convertire la vita di noi discepoli del Signore? □ Il seminatore sparge il seme senza calcolare quale sarà l’esito della semina. Il nostro atteggiamento di fondo di fronte al Vangelo ha la stessa apertura e fiducia del seminatore? 40 Domande □ Quali realtà generano in noi timore, paura ? Come affrontiamo queste situazioni? □ Come i discepoli, anche le nostre comunità ecclesiali fanno esperienza di Gesù, ascoltando la sua Parola; ma nel momento della prova, avvertono “il silenzio” di Dio e lo temono. Quale invito rivolge questo brano alla nostra comunità? □ Quale testimonianza possiamo offrire a quanti ogni giorno manifestano pessimismo rispetto alle vicende del mondo? Preghiera Guida Cristo Gesù è in mezzo a noi e ci dona continuamente la sua parola di speranza. Ora, come figli di Dio, diciamo insieme la preghiera del Signore. Tutti Padre nostro Signore Gesù, come i tuoi discepoli anche noi veniamo assaliti da paura e terrore nelle tempeste della vita. Aiutaci a riconoscere la tua presenza, anche quando il tuo silenzio ci spinge a crederti assente o lontano e a vivere questi momenti, consapevoli che anche in essi ci è data la possibilità di una più profonda conoscenza di te. Amen. 45 7. Li mandò a due a due Preghiera Guida Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza. Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro. 16 Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l'accolgono con gioia, 17 ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono. 18Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola, 19 ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l'inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto. 20Quelli poi che ricevono il seme su un terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l'accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno». Guida Cristo Gesù ha mandato ciascuno di noi in mezzo al mondo e ci ha costituiti segno della sua presenza nei confronti di chi ancora non ha incontrato il Signore. Tutti O Signore, nostro Dio, fa’ che coloro che hai scelto siano perseveranti nel servire la tua volontà, e nella vita cerchino di seguire te, unico e sommo bene e di manifestare al mondo la tua gloria. Amen. Salmo 84 • • • • • • 46 Quanto sono amabili le tue dimore, Signore degli eserciti! Il mio cuore e la mia carne, esultano nel Dio vivente. Anche il passero trova la casa, la rondine il nido, dove porre i suoi piccoli,presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, mio re e mio Dio. Beato chi abita la tua casa: sempre canta le tue lodi! Beato chi trova in te la sua forza, e decide nel suo cuore il santo viaggio. Per me un giorno nei tuoi atri è più che mille altrove, stare sulla soglia della casa del mio Dio è meglio che abitare nelle tende degli empi. Messaggio Questa prima parabola del vangelo di Marco ha come tema la speranza. Infatti la descrizione particolareggiata delle difficoltà non fa altro che mettere in risalto, per contrasto, l'abbondanza insperata del raccolto. Partendo dall'esperienza di Gesù che ha sparso ovunque il lieto annunzio del regno, il credente è chiamato ad avere una fiducia piena nel compimento finale in cui il regno di Dio si mostrerà in tutto il suo splendore e darà ricchi frutti e messe abbondante. L'applicazione che Gesù stesso dà di questa parabola invita la comunità dei discepoli a individuare e a superare le resistenze che incontra nel percorrere lo stesso cammino del suo Signore. La prima difficoltà proviene dall'interno, quando l'uomo, tentato dallo spirito del male, in nome di un falsa concezione di libertà e di buon senso, è portato ad addolcire e ad accomodare la contrapposizione tra le esigenze della parola di Dio e il modo di pensare e di agire del mondo. Il risultato è che la Parola non è stata ascoltata nel profondo: resta in superficie e si vanifica. La seconda difficoltà viene dall'esterno, quando veniamo scossi nella nostra fede, non sufficientemente radicata e profonda, da sofferenze, incomprensioni o addirittura persecuzioni. Non è facile vivere la Parola nella vita quotidiana, quando il mondo segue il criterio 39 tua parola di giustizia. Agisci con il tuo servo secondo il tuo amore, insegnami i tuoi comandamenti. Io sono tuo servo, fammi comprendere e conoscerò i tuoi insegnamenti. La tua parola nel rivelarsi illumina, dona saggezza ai semplici. Fa’ risplendere il volto sul tuo servo, insegnami i tuoi comandamenti. Precedo l'aurora e grido aiuto, spero sulla tua parola. Ma tu, Signore, sei vicino, tutti i tuoi precetti sono veri. • • • • • • • Poiché sole e scudo è il Signore Dio; il Signore concede grazia e gloria, non rifiuta il bene a chi cammina con rettitudine. Signore degli eserciti, beato l'uomo che in te confida. • Mc. 6, 6b-13. 30-31 Gesù, dopo aver chiamato i dodici, li invia ad annunciare la lieta notizia del regno. Nelle sue parole il Maestro sottolinea l'urgenza e la sollecitudine con cui bisogna compiere questa missione e invita il discepolo a confidare esclusivamente in lui. 6 Mc. 4, 1-9. 13-20 Alla folla riunita intorno a lui, il Maestro presenta il "mistero del regno di Dio" attraverso le parabole. La Parola è come un seme che cresce e porta frutti sovrabbondanti, nonostante le resistenze che tentano di soffocarla. 1 Di nuovo si mise a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare mentre la folla era a terra lungo la riva. 2 Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento: 3«Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare. 4 Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. 5Un'altra cadde fra i sassi, dove non c'era molta terra, e subito spuntò perché non c'era un terreno profondo; 6 ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. 7Un'altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. 8E un'altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno». 9E diceva: «Chi ha orecchi per intendere intenda!». 13Continuò dicendo loro: «Se non comprendete questa parabola, come potrete capire tutte le altre parabole? 14 Il seminatore semina la parola. 15Quelli lungo la strada sono olor nei quali viene seminata la parola; ma quando l'ascoltano, 38 E si meravigliava della loro incredulità. Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando. 7Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. 8E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; 9ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche. 10E diceva loro: «Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. 11Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro». 12E partiti, predicavano che la gente si convertisse, 13scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano. 30Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. 31Ed egli disse loro: «Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po'». Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare. Messaggio Gesù aveva costituto i dodici perché "stessero con lui" (3,14). In questo brano lo "stare con lui" si chiarifica e vuole indicare che la missione dei chiamati si identifica con quella del Maestro che si è fatto povero per salvare ogni uomo. Per questo coloro che seguono Gesù non portano niente con sé: 47 contano unicamente sulla fedeltà e la potenza di Dio che accompagna e sostiene la loro parola e la loro testimonianza. Tutto il resto non farebbe altro che offuscare la loro predicazione. La povertà diviene allora segno concreto della loro fede assoluta in Dio che "nutre gli uccelli del cielo" e "riveste i gigli del campo" (Mt 6, 25 sq). Se lo spirito del male consiste nell'egoismo e nella sete di dominio che tiene schiavo il mondo, i discepoli, con la loro povertà, possono scacciare gli spiriti immondi e predicare con efficacia la liberazione. Ma la missione dei discepoli non si esaurisce nella pura attività apostolica, si illumina e si completa nel ritirarsi in disparte con Gesù e nello stare soli con lui, lontano dalla folla. E' l'invito a entrare nel deserto per poter percorrere il cammino del nuovo popolo di Dio. 5. Il seminatore Preghiera Guida Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza. Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen Guida A due a due L'andare dei dodici, a due a due, in missione, ci riporta ad un'usanza giudaica, praticata anche al tempo di Giovanni Battista e nella stessa chiesa primitiva, come si rileva anche dagli Atti degli Apostoli. Oltre ad un vantaggio pratico di mutuo aiuto e alla possibilità di rafforzare la validità dell’annuncio, è probabile che questa usanza si richiamasse ad una antica tradizione secondo la quale erano richiesti due testimoni, perché la loro deposizione fosse giuridicamente autentica. In tal senso prescrive l’Antico Testamento: “Un solo testimonio non avrà valore contro alcuno, per qualsiasi colpa e per qualsiasi peccato; qualunque peccato questi abbia commesso, il fatto dovrà essere stabilito sulla parola di due o tre testimoni “. ( Dt 19,15). Gesù è la parola vivente del Padre che si è fatto carne per la nostra salvezza: ascoltiamolo! Tutti O Signore, luce vera ai nostri passi è la tua parola, gioia e pace ai nostri cuori; fa’ che, illuminati dal tuo Santo Spirito, l’accogliamo con fede viva, per scorgere i segni della tua presenza in mezzo a noi. Amen. Salmo 119 • • • Domande □ La mia fede è un fatto privato o sento di viverla nella comunità ? □ La missione si esprime in tre momenti: ascolto della Parola, Celebrazione della Liturgia, vita fraterna. Come sono coordinati questi momenti nella tua comunità? 48 • • • • Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino. Ho giurato, e lo confermo, di custodire i tuoi precetti di giustizia. Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti, sono essi la gioia del mio cuore. Tu sei mio rifugio e mio scudo, spero nella tua parola. Sostienimi secondo la tua parola e avrò vita, non deludermi nella mia speranza. Sii tu il mio aiuto e sarò salvo, gioirò sempre nei tuoi precetti. I miei occhi si consumano, nell'attesa della tua salvezza e della 37 □ A che cosa deve tendere, secondo te, la missione della Chiesa nel Domande mondo contemporaneo? □ Nelle normali occupazioni della vita quotidiana mi faccio guidare da Gesù oppure mi “arrangio” da solo? □ La missione a cui Gesù mi chiama la sento come un mio fatto privato oppure avverto di doverla vivere nella dimensione comunitaria? □ La ricerca del proprio interesse è la dominante del sistema di vita in cui siamo immersi. Come si pone il cristiano di fronte a questa mentalità? Preghiera Guida Cristo Gesù, fattosi povero per noi fino alla morte di croce, ci chiama a seguirlo da vicino. Ora, insieme a lui, animati dallo Spirito di Dio, diciamo insieme la preghiera del Signore. Tutti Padre nostro Guida Cristo Gesù, il solo giusto, è in mezzo a noi e ci mostra il volto misericordioso del Padre che per primo ci ha amati. Ora, come figli di Dio, diciamo insieme la preghiera del Signore. Tutti Padre nostro Signore Gesù, che hai cercato la compagnia dei pubblici peccatori, ricordati di noi. Fa' che ci possa essere sempre un piccolo posto alla tua tavola. E concedici di tessere legami, aperti all'amicizia, rispettosi delle differenze, attenti a ciò che ci unisce a tutti gli altri invitati. Amen. 36 Preghiera Ti ringraziamo, Signore Gesù Cristo, per aver inviato accanto a noi alcune persone che hanno messo in gioco la propria vita perché noi potessimo conoscerti ed amarti. Sostienili con la tua grazia e siano sempre fedeli alla chiamata. Aiuta, con la luce del tuo Spirito, coloro che vogliono seguirti come il Signore della propria vita. Amen. 49 8. Date loro da mangiare Preghiera Guida Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza. Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen Guida Il Signore Gesù è il pane per il nutrimento dell’umanità e il vero pastore che ci guida nel cammino della vita. Tutti O Padre, che ci chiami a condividere il pane vivo disceso dal cielo, aiutaci a spezzare nella carità di Cristo anche il pane terreno, perché sia saziata ogni fame del corpo e dello Spirito. Amen. Salmo 77 • Ciò che abbiamo udito e conosciuto e i nostri padri ci hanno raccontato, non lo terremo nascosto ai loro figli; • diremo alla generazione futura, le lodi del Signore. • Comandò alle nubi dall'alto, e aprì le porte del cielo; • fece piovere su di essi la manna per cibo, diede loro pane del cielo: • Li fece salire al suo luogo santo, al monte conquistato dalla sua destra. • Egli scelse Davide suo servo, lo trasse dagli ovili delle pecore. • Lo chiamò dal seguito delle pecore madri per pascere Giacobbe suo popolo, la sua eredità Israele. • Fu per loro pastore dal cuore integro e li guidò con mano sapiente. 50 Ma Gesù, con lo sguardo e la sua parola che si posano con potenza creatrice su quell'uomo, lo illumina, lo alza in piedi e ridona senso alla sua esistenza, chiamandolo alla sua sequela. Così il gabelliere, ritenuto dall'opinione pubblica ormai una persona irrimediabilmente perduta, si incammina senza esitazione dietro al Maestro. Gesù, per manifestare l'amore e la pazienza del Padre nel ricercare la pecora smarrita, compie un gesto sorprendente: si siede a mensa con i pubblicani e i peccatori. Banchettare insieme, infatti, è segno di intimità, di riconciliazione, di pace e di letizia: sono i familiari che mangiano insieme! I farisei, invece, ritengono altamente scandaloso questo comportamento di Cristo. Essi sono come il figlio maggiore della parabola, che si lamenta per il banchetto imbandito dal padre e non vuole parteciparvi. Lui è sempre stato in casa come servo ossequioso alla legge, senza mai giungere, però, all'atteggiamento del figlio che coglie nel cuore del padre il suo amore misericordioso verso tutti e ne gioisce con lui. Accogliere questa novità è entrare a far parte dei discepoli del Signore. Scribi, farisei, sadducei e zeloti In questo brano di Marco gli oppositori di Gesù vengono qualificati come "scribi della setta dei farisei". Sono i maestri della legge, talvolta chiamati "dottori della legge", esperti del giudaismo, appartenenti in massima parte al gruppo dei "farisei". Questi si impegnavano nella esatta conoscenza della legge e della tradizione giudaica per promuoverne la stretta osservanza. I farisei si consideravano separati dai non osservanti e dagli impuri. Un altro partito importante era quello dei "sadducei", che esprimevano le massime autorità religiose come i sommi sacerdoti e che si interessavano anche a problematiche di natura sociale e politica. Il vangelo menziona poi gli erodiani, seguaci di Erode Antipa, il sovrano territoriale che aveva giurisdizione su Gesù. Rammenta poi gli "zeloti". Questi costituivano un partito rivoluzionario e, quando se ne presentava l'occasione, non esitavano a ricorrere a sommosse armate contro i Romani. 35 • • • • Allontana da me i tuoi colpi: sono distrutto sotto il peso della tua mano. Castigando il suo peccato tu correggi l'uomo, corrodi come tarlo i suoi tesori. Ogni uomo non è che un soffio. Ascolta la mia preghiera, Signore, porgi l'orecchio al mio grido, non essere sordo alle mie lacrime, poiché io sono un forestiero, uno straniero come tutti i miei padri. Distogli il tuo sguardo, che io respiri, prima che me ne vada e più non sia. Mc. 2, 13-17 Lungo il cammino di Gesù verso Gerusalemme altre persone si uniscono al gruppo dei primi discepoli. E' il caso di Levi, l'apostolo Matteo, esattore delle tasse a servizio del potere romano. Chiamato da Gesù a seguirlo, non spreca i pensieri e le parole in calcoli personali, ma, su due piedi, abbandona il banco di lavoro e decide di andare con lui per tutta la vita. 13 Uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli li ammaestrava. 14Nel passare, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Egli, alzatosi, lo seguì.15Mentre Gesù stava a mensa in casa di lui, molti pubblicani e peccatori si misero a mensa insieme con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. 16 Allora gli scribi della setta dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Come mai egli mangia e beve in compagnia dei pubblicani e dei peccatori?». 17Avendo udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori». Messaggio Mc. 6, 32-44 Continua ancora da parte dei discepoli l'incapacità a capire chi è Gesù, che dona se stesso sotto il segno dei pani. Non hanno ancora inteso che la fame della gente si esaurisce con il dare se stessi, senza limiti, con quell'amore che incomincia anche con il poco che si ha. La stretta somiglianza tra questo brano e quello che descrive il momento culminante dell'ultima cena, mostra l'intenzione dell'evangelista di presentare questo miracolo come anticipazione del dono dell'Eucaristia. 32 Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero. 34 Sbarcando, vi de molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. 35Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i discepoli dicendo: «Questo luogo è solitario ed è ormai tardi; 36 congedali perciò, in modo che, andando per le campagne e i villaggi vicini, possano comprarsi da mangiare». 37Ma egli rispose: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andar noi a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». 38 Ma egli replicò loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». E accertatisi, riferirono: «Cinque pani e due pesci». 39Allora ordinò loro di farli mettere tutti a sedere, a gruppi, sull'erba verde. 40E sedettero tutti a gruppi e gruppetti di cento e di cinquanta. 41Presi i cinque pani e i due pesci, levò gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai discepoli perché li distribuissero; e divise i due pesci fra tutti. 42 Tutti mangiarono e si sfamarono, 43e portarono via dodici ceste piene di pezzi di pane e anche dei pesci. 44Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini. 33 Levi, seduto al banco delle imposte, tutto immerso nel suo lavoro, oltretutto anche poco onesto, ci richiama l'immobilità del paralitico. 34 51 4. Seguimi Messaggio La gran folla che segue Gesù è paragonata a un gregge senza pastore: è il nuovo popolo che Dio nutrirà in modo più mirabile ed inatteso di quanto aveva fatto in passato nella marcia dell'Esodo. Dio ne ha tanta compassione che si dona nel Figlio Gesù, il vero pastore che dà la vita per le sue pecore e porta tutti alla salvezza. Il primo pane che Cristo dona per sfamare la folla è la parola del Padre: "si mise ad istruirli a lungo" (v 34). Ma i discepoli, fissi nel loro modo di pensare, chiedono a Gesù di licenziare la gente e si mettono a calcolare quanto denaro occorra per acquistare pane per tutti. Essi non sanno di avere tra le mani non un pane che si compra, ma Gesù, pane donato, spezzato e sufficiente per tutti. Questo pane è l'amore che Dio ci offre nel dono che il suo Figlio Gesù che ha fatto di sé a tutto il mondo. I discepoli lo ricevono e, a loro volta, sono invitati a donarlo. E' il pane che cambia radicalmente la storia, stravolgendone le categorie e creando un cammino del tutto nuovo per ogni creatura. Con Gesù, infatti, tutto cambia: il deserto fiorisce e diventa un prato verdeggiante; la folla, stanca e disorientata, avverte di avere un pastore e di essere da questi amata; la maledizione della fame e del vuoto è superata e tutti possono finalmente mangiare a sazietà. E ne avanzano ancora dodici ceste, a sufficienza per tutti e per sempre. Preghiera Guida Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza. Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen Guida Il Signore ci ha chiamati a seguirlo per essere nel mondo segno della sua misericordia e del suo amore, anche per i peccatori. Tutti Donaci, o Signore, di rispondere alla tua Parola: aiutaci a comprendere qual è la risposta adeguata al tuo richiamo che ci giunge attraverso essa. Siccome siamo qui per lodarti e ringraziarti, donaci di capire cosa significa lodare e ringraziare con tutto noi stessi; cosa significa meraviglia e amore davanti a te. Amen. I numeri Salmo 39 I numeri nella Bibbia hanno un grande valore simbolico. Quando un autore utilizza un numero, spesso si riferisce tanto alla sua corrispondenza alla realtà, quanto al significato che ad esso è attribuito. Nei due racconti della moltiplicazione dei pani del vangelo di Marco (6, 30-44 e 8, 1-21) troviamo alcuni numeri significativi: dodici e sette. Il dodici richiama il numero delle tribù di Israele e sta, quindi, ad indicare il popolo di Dio. Anche la scelta di Gesù dei dodici non è quindi casuale: essi indicano il germe del popolo della Nuova Alleanza inaugurata da Gesù. Il numero sette indica una realtà compiuta, organica. Esso è il numero dei giorni di una settimana che, in Israele, costituisce la misura principale del tempo. A partire dal racconto della creazione, infatti, il sette indica il • 52 • • • • • Rivelami, Signore, la mia fine; quale sia la misura dei miei giorni e saprò quanto è breve la mia vita. Vedi, in pochi palmi hai misurato i miei giorni e la mia esistenza davanti a te è un nulla. Solo un soffio è ogni uomo che vive, come ombra è l'uomo che passa; solo un soffio che si agita, accumula ricchezze e non sa chi le raccolga. Ora, che attendo, Signore? In te la mia speranza. Liberami da tutte le mie colpe, non rendermi scherno dello stolto. Sto in silenzio, non apro bocca, perché sei tu che agisci. 33 Domande □ Quando nella nostra vita il peccato ci rende immobili e, come il paralitico, incapaci di andare verso Dio e il prossimo, siamo consapevoli che Gesù ha il potere di rimmetterci in cammino? □ I cristiani come vivono il fatto che Gesù ha il “potere”di vincere il peccato e la morte che ne deriva? □ Nel mondo di oggi si incontrano spesso persone che sanno condividere e farsi carico delle sofferenze dell’uomo solo di fronte al male? Quale stimolo offrono alla tua vita? Preghiera Guida Gesù Cristo, nostro unico Salvatore, ci riconcilia con Dio. Così, animati dallo Spirito Santo, possiamo anche noi rivolgersi a lui, chiamandolo Padre. Tutti Padre nostro Signore, tu ci doni più di quanto domandiamo. Attendiamo risultati dalle nostre azioni e tu ci permetti di compierle con impegno e con gioia; cerchiamo di alzarci, di camminare e di darci da fare, e tu ci liberi dai pesi che ci tengono legati. Fa' che il tuo Spirito ci faccia prendere coscienza di quanto ogni giorno riceviamo da te, e ci aiuti a condividerlo con i fratelli. E così sia. 32 compimento: in sei giorni Dio crea, nel settimo porta a compimento ciò che ha creato e, con il riposo del sabato, indica il senso definitivo della sua opera che consiste nell’ essere in comunione con lui. Domande □ “Date voi stessi da mangiare”. Che cosa avverto di dover metter a disposizione degli altri senza riserve ? Quali paure, incertezze, dubbi nel dare? Quale gioia ho sperimentato nel “buttarmi” in questa avventura con Gesù? □ Nella mia esperienza cristiana come mi impegno a creare lo spirito della fraternità? □ Quale responsabilità sento di dover prendere di fronte alle problematiche sociali in cui vivo; povertà, famiglie in difficoltà disagio giovanile, solitudine? Preghiera Guida Cristo Gesù, fattosi povero per noi fino alla morte di croce, ci chiama a seguirlo da vicino. Ora, insieme a lui, animati dallo Spirito di Dio, diciamo insieme la preghiera del Signore. Tutti Padre nostro Spesso non capiamo le tue strade,Signore; dobbiamo camminare ancora con te per conoscerti meglio, per capire meglio quale sia la strada che tu ci chiedi di percorrere. Aiutaci, ti preghiamo,a rimanere attenti alla tua voce che ci invita a partecipare al banchetto del regno. Fa' che sappiamo accorgerci dei bisogni dei nostri fratelli e che troviamo la forza per essere sostegno e aiuto sul loro cammino. Amen. 53 9. Chi dite che io sia? Preghiera Guida Sii benedetto Signore e nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo apparso nella carne umana per la nostra salvezza. Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen Guida Gesù è il Cristo di Dio, il nostro unico salvatore e liberatore. Tutti O Padre, non abbandonarci nelle nostre debolezze: il tuo Spirito ci aiuti a credere con il cuore e a professare con le opere che Gesù è il Cristo, per vivere secondo la sua parola e il suo esempio, certi di salvare la nostra vita solo quando avremo il coraggio di perderla. Amen. Messaggio Gesù non è un semplice guaritore dei mali dell’uomo e del sistema; non guarisce i punti deboli, per far funzionare tutto come prima o solo un po’ meglio di prima. Non propone piccoli ritocchi esteriori, ma apre e illumina un orizzonte radicalmente nuovo: egli ha il “potere di rimettere i peccati”, di riconciliare ogni persona con Dio e di ricostruirla totalmente. Il paralitico, rattrappito e immobile, è l'immagine dell'uomo che vive nel peccato: chiuso nella sua autosufficienza, diventa estraneo a Dio e agli altri e si preclude la via verso il raggiungimento del senso pieno della propria libertà di creatura di Dio. Dopo l'intervento di Gesù il paralitico può rialzarsi e mettersi in cammino in modo nuovo, tanto da lasciare "tutti stupefatti". In fondo, i veri paralitici sono gli scribi i quali, pur sapendo che solo Dio può rimettere i peccati, non riconoscono in Gesù di Nazaret il Messia inviato dal Padre a "cercare e a salvare ciò che era perduto" (Lc 19,10). L' accusa di bestemmia da parte degli scribi nei confronti di Gesù è in defintiva lo scandalo del vangelo, del gioioso annuncio che Dio si è fatto solidale con ogni uomo e per cui Cristo fu condannato e ucciso. Il discepolo del Signore e la Chiesa si sentiranno sempre implicati in questa “bestemmia” e invitati ad accogliere questo "potere" radicalmente nuovo, capace di vincere il peccato e la morte. Salmo 89 • • • • • • • 54 Ho trovato Davide, mio servo, con il mio santo olio l'ho consacrato; la mia mano è il suo sostegno, il mio braccio è la sua forza. Su di lui non trionferà il nemico, né l'opprimerà l'iniquo. La mia fedeltà e la mia grazia saranno con lui e nel mio nome si innalzerà la sua potenza. Egli mi invocherà: Tu sei mio padre, mio Dio e roccia della mia salvezza. Io lo costituirò mio primogenito, il più alto tra i re della terra. Gli conserverò sempre la mia grazia, la mia alleanza gli sarà fedele. Il miracolo I miracoli di Gesù sono chiamati "segni". Non sono, come generalmente si pensa, né una grazia, né un fatto straordinario che non trova spiegazione nella scienza o che si verifica al di sopra delle leggi di natura. I miracoli raccontati nei vangeli esprimono la presenza di Dio che si rivela ed agisce nella vita e nella storia degli uomini per la loro integrale liberazione. In essi si manifestano l'amore, la tenerezza, la fedeltà e la potenza di Dio. Sono i segni concreti del regno di Dio presente e futuro; anticipano la vera liberazione operata da Gesù nell'evento pasquale di morte e di resurrezione. 31 • Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un animo generoso. Signore, apri le mie labbra, la mia bocca proclami la tua lode; Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi. • • • Mc. 2, 1-12 Gesù compie il miracolo per manifestare il suo potere di rimettere in piedi l’uomo, non solo risanandolo dalla sua malattia fisica, ma soprattutto per ricostruirlo dal di dentro, rimettendogli i peccati e riconciliarlo con Dio. Così risanato, il discepolo è in grado di riprendere il cammino alla sequela di Gesù. 1 Ed entrò di nuovo a Cafarnao dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa 2e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola. 3Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone.4Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov'egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. 5 Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati». 6Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro: 7«Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?». 8Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pen sate così nei vostri cuori? 9Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? 10Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, 11ti ordino - disse al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e va' a casa tua». 12Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile! 30 • • Stabilirò per sempre la sua discendenza, il suo trono come i giorni del cielo. Benedetto il Signore in eterno. Amen, amen. Mc. 8, 27-35 Siamo al cuore del vangelo di Marco: Gesù provoca i discepoli sulla sua identità. Ciò che ha compiuto, ha detto, ciò che è stato finora narrato dall’evangelista, conduce anche noi a riconoscerlo come Messia, colui che è mediatore della salvezza desiderata. Sarà l’evento pasquale che rivelerà pienamente l’ identità di un Messia, servo sofferente e rifiutato. 27 Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: «Chi dice la gente che io sia?». 28Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti». 29Ma egli replicò: «E voi chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». 30 E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno. 31E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare. 32 Ge sù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo. 33Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». 34Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 35Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà. Messaggio Siamo al punto cruciale del vangelo di Marco. Dopo gli interrogativi stupiti di fronte alle parole e alle azioni prodigiose del Maestro, ora è 55 Gesù stesso che, per la prima volta, interroga direttamente i discepoli. La domanda di Gesù è duplice, come duplice è la risposta. C’è la risposta della “carne” che scambia Gesù con una figura del passato, relegandola tra i morti e tende a porre lontano dalla propria vita colui che è vicino, vivo e presente. Gesù non è l’incognita che tentiamo di capire attribuendogli le nostre buone opinioni e misurandolo su criteri puramente umani con i quali non si riesce a cogliere il mistero della persona di Cristo. La seconda domanda tende a smentire e a mettere allo scoperto i tentativi di risposta riduttiva sulla persona di Gesù: «E voi chi dite che io sia?». Si tratta della provocazione essenziale del vangelo che interpella la vita del discepolo, lo mette continuamente in discussione e lo invita ad uscire dai suoi criteri di valutazione per aprirsi totalmente alla parola del Signore. Solo così, la comunità dei credenti può fare esperienza della novità che il dono del vangelo presenta in ogni tempo, scoprire nell’umanità povera di Cristo il vero volto di Dio liberatore e salvatore e professare: «Tu sei il Cristo». Dopo la confessione di Pietro, il Maestro sgombra il terreno da ogni possibile equivoco e afferma che l’amore di Dio si rivela pienamente nel Cristo Crocifisso. Il discepolo è chiamato a seguire Gesù così come egli è, come ora comincia a rivelarsi: solo sulla croce, qui preannunciata, appare la vera gloria del Figlio di Dio; solo qui l’uomo raggiunge la sua assoluta libertà. Il Cristo Messia La parola “Cristo” deriva dal greco “Christòs” che a sua volta traduce l’ebraico “Mashiah” (Messia). Nella tradizione ebraica, il termine vuol dire esattamente “unto”, “consacrato”. Infatti nella consacrazione dei re e dei sacerdoti veniva versato l’olio sulla loro testa. Nella mentalità corrente al tempo di Gesù, l’attesa del Messia era particolarmente viva a tal punto da riaccendere la speranza di un re-messia liberatore secondo le mire nazionalistiche degli israeliti. Gesù, fin dal momento del suo battesimo al Giordano, non indulge minimamente a questa mentalità che svisa il senso della sua messianicità: egli sarà messia, non come un gran sacerdote onorato o come un re vincitore, ma seguendo la via del servo sofferente. 56 3. Ti sono rimessi i peccati Preghiera Guida Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza. Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen Guida Il Signore ci conceda si aderire sempre a lui, di essere edificati in lui come casa ben costruita sulla roccia e non sulla sabbia che frana subito. Tutti Fa’, Signore, che sperimentiamo la tua Parola viva ed efficace in noi. Taglia, perciò, tutto ciò che in noi ci impedisce di incontrarla nei nostri cuori. Tu conosci le nostre trepidazioni, incertezze e paure. O Signore, fa’ che la tua parola ci dia gioia, ci rinforzi, ci purifichi e ci salvi. Amen. Salmo 50 • • • • • • Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nella tua grande bontà cancella il mio peccato. Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato. Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto; perciò sei giusto quando parli, retto nel tuo giudizio. Ecco, nella colpa sono stato generato, nel peccato mi ha concepito mia madre. 29 Domande Domande □ Il male è presente nella storia dell’uomo, quella personale come □ A Gesù che mi chiede “Tu chi dici che io sia?”Che cosa rispondo? □ Alla domanda di Gesù ai discepoli? “Voi chi dite che io sia?”, quella dell’umanità: da dove nasce e dove trova alimento? □ Nella mia comunità parrocchiale, gruppo, associazione, incontro persone che, come la suocera di Pietro, si mettono a servizio degli altri, esprimendo così atteggiamenti di gratitudine a Gesù che le ha risanate? □ La società moderna, in cui il relativismo è fortemente radicato, quale idea del male è più diffusa? come risponderebbe la tua comunità? □ “Rinnega te stesso, prendi la tua croce e seguimi”. Quali sono gli ostacoli per i cristiani nel mondo di oggi, per mettersi alla sequela del Cristo? Preghiera Preghiera Guida Gesù Cristo, nostro unico Salvatore, ci libera dal male. Rincuorati da questa certezza, ci rivolgiamo al Padre con la preghiera dei figli di Dio. Tutti Padre nostro Signore, la presenza del male in noi e intorno a noi ci toglie la speranza nel futuro. Ma nel tuo vangelo ci doni una parola di conforto, sicura e affidabile: tu sei il Salvatore di ogni momento della vita. Rimani con noi, Signore, perché si fa sera! Amen. 28 Guida Cristo Gesù, fattosi povero per noi fino alla morte di croce, ci chiama a seguirlo sulla via della croce e della donazione. Ora, animati dallo Spirito di Dio, diciamo insieme la preghiera del Signore. Tutti Padre nostro Signore, cerchiamo troppo spesso il lieto fine e il successo facile, e ti pensiamo come il Dio glorioso e potente, che garantisce successo e vittoria. Ti presenti a noi come il Messia rifiutato e sconfitto. Insegnaci a comprendere la logica che ha animato la tua esistenza e che ti ha sostenuto nel cammino verso Gerusalemme. Donaci la sapienza del tuo Spirito perché possiamo accoglierti e seguirti nella fede. Amen. 57 Messaggio 10. Li portò sopra un monte alto Preghiera Guida Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza. Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen Guida Gesù, rivelazione del volto di Dio, ci invita a seguirlo nella sua gloria. Tutti O Dio, Padre buono, che non hai risparmiato il tuo Figlio unigenito, ma lo hai dato per noi peccatori, rafforzaci nell’obbedienza della fede, perché seguiamo le sue orme e siamo con lui trasfigurati nella luce della tua gloria. Amen. Salmo 115 • • • • • • • • • • 58 Ho creduto anche quando dicevo: «Sono troppo infelice». Ho detto con sgomento: «Ogni uomo è inganno». Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato? Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore. Adempirò i miei voti al Signore, davanti a tutto il suo popolo. Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi fedeli. Sì, io sono il tuo servo, Signore, io sono tuo servo, figlio della tua ancella; hai spezzato le mie catene. A te offrirò sacrifici di lode e invocherò il nome del Signore. Adempirò i miei voti al Signore davanti a tutto il suo popolo, negli atri della casa del Signore, in mezzo a te, Gerusalemme. La lotta che Gesù conduce contro il male trova il culmine nel momento della sua morte, attraverso la quale, nel dono totale di sé, sconfigge definitivamente il demonio e dà a tutti la forza di vincere il male. Lo spirito del male, lento a morire in ciascuno di noi, percepisce la minaccia che proviene dalla parola di Dio, perché è da questa smascherata e vinta: “Che c’entri con noi? Sei venuto a rovinarci!” (v 24). E’ la lotta che, anche oggi, la Parola continua in noi e nel mondo, per far passare l’uomo dalla schiavitù alla libertà e metterlo in cammino verso Dio. Il male aliena l’uomo da se stesso, dagli altri e dal mondo; è una potenza che domina e rende schiava la persona. Si tratta, prima di tutto, dello spirito del male che si rende visibile nella cupidigia di possedere e di dominare su tutto, anche sulle libere volontà; è lo spirito della autoaffermazione, dell’egoismo e del massimo profitto. Alla base di tutto questo sta il rifiuto della signoria di Dio e della sua paternità. Ma Gesù, con la sua Parola che crea, rinnova e tutto trasforma e con la forza della sua azione di Figlio di Dio, intacca il male alle sue radici e libera chiunque si affida alla sua grazia. Nella misura in cui si lascia guarire nel profondo e permette a Cristo di chinarsi sulla sua malattia, il discepolo diviene sorgente di liberazione e si mette a servire gli altri. Ne è segno l’episodio della guarigione della suocera di Pietro, che Marco pone come primo miracolo nel suo vangelo. Lo stupore E’ la sorpresa e la meraviglia di chi è interpellato dalla novità della persona di Gesù, di chi scorge la potenza di Dio che, in Cristo, è ormai presente nella nostra realtà. L’atteggiamento contrario è la “durezza di cuore” che ci fa esaurire in noi stessi e nei nostri piccoli progetti e ci chiude alla nuova realtà del regno di Dio che ci anticipa sempre e ci propone un nuovo stile di vita proprio del discepolo del Signore. Il lieto annuncio del vangelo porta impressa questa novità, che rompe la logica del nostro modo scontato di esistere e ci fa passare da una vita morta ad una vita vera. 27 • • • • Desisti dall'ira e deponi lo sdegno, non irritarti: faresti del male, poiché i malvagi saranno sterminati, ma chi spera nel Signore possederà la terra. Ancora un poco e l'empio scompare, cerchi il suo posto e più non lo trovi. I miti invece possederanno la terra, godranno di una grande pace. Mc. 1, 21-31 La parola di Gesù è un insegnamento nuovo e contiene la potenza dell’azione di Dio che libera ogni persona dal male. La lotta contro lo spirito del male sta al fondo di tutto il vangelo e ci presenta il Messia sempre intento a snidarlo e a vincerlo, per condurre l’uomo a vivere alla sua sequela. 21 Andarono a Cafarnao e, entrato proprio di sabato nella sinagoga, Gesù si mise ad insegnare. 22Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi. 23Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: 24«Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio». 25E Gesù lo sgridò: «Taci! Esci da quel l'uomo». 26E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. 27Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!». 28La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea. 29E, usciti dalla sinagoga, si recarono subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. 30La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. 31Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli. 26 Mc. 9, 2- 10 Dopo aver presentato ai discepoli il suo destino di morte e le implicazioni della sequela, Gesù prende con sé tre dei suoi discepoli e sul monte si trasfigura. Mostra, così, la sua più profonda e vera identità, attestata dalla stessa parola del Padre: è il Figlio di Dio. 2 Dopo sei giorni, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro 3e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. 4E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù. 5Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!». 6Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. 7Poi si formò una nube che li avvolse nell'ombra e uscì una voce dalla nube: «Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!». 8E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro. 9Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti. 10Ed essi tennero per sé la cosa, domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare dai morti. Messaggio L’evento della trasfigurazione segna la svolta decisiva della vita di Gesù: ora egli punta decisamente verso Gerusalemme. Gli avvenimenti ora precipitano verso il compimento della propria missione nel mistero pasquale di morte e resurrezione. Il monte, su cui sono condotti i tre discepoli, è l’anticipazione del Golgota, il monte della Nuova Alleanza, sul quale si squarcerà totalmente il velo del mistero di Dio e apparirà definitivamente la sua gloria. Allo stesso modo, la 59 trasfigurazione si proietta verso la resurrezione: la luce piena della pasqua illumina già da ora il volto di Cristo in cammino verso la croce. Così, alla fine dei tempi, questa luce risplenderà su tutti coloro che lo hanno seguito. Gesù trasfigurato, al centro di Elia e di Mosè, rivela che in lui si realizzano le attese dei profeti e il compimento della legge antica e indica, così, l’avverarsi delle grandi promesse di Dio. Di fronte a questa manifestazione folgorante di Gesù, Pietro vorrebbe fermarsi e fare tre tende: è questa la tentazione costante del discepolo che vuole contemplare subito la gloria, senza percorrere il faticoso cammino verso Gerusalemme Come nell’episodio del battesimo, il Padre presenta Gesù come il suo Figlio prediletto, il Crocifisso Risorto, manfestazione piena del suo amore per gli uomini. Per contemplare la sua gloria il credente è chiamato ad ascoltare Cristo come parola definitiva di Dio e suo unico Signore e a seguirlo nel suo cammino, per avere parte alla sua gloria. Guida Il segreto messianico Tutti Come era già avvenuto negli episodi del battesimo al Giordano e al termine della confessione di Pietro anche dopo la trasfigurazione Gesù comanda ai tre discepoli « di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti » (v.9). Questo ordine rientra nel disegno del “segreto messianico”. Infatti, secondo la teologia di Marco, comprendere il segreto di Gesù è cogliere il paradosso del Messia nascosto nel servo sofferente. Questo è reso possibile a partire dalla resurrezione che illumina la croce e la investe totalmente della potenza della vita. Così avviene anche per il discepolo: il senso della vita apparentemente assurda, i fallimenti, il dolore, il giusto che soffre ed è sconfitto vengono proiettati in una realtà che ci sta davanti e che si illumina dalla fede nel Crocifisso Risorto. 60 2 . Che c’entri con noi? Preghiera Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza. Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen Guida Cristo Gesù è l’immagine del Padre del cielo: preghiamo perché lo possiamo sempre riconoscere vicino a noi e dentro i nostri cuori. La nostra fede, Signore, a volte è fiacca ed insicura, dentro un cuore duro ed incapace di comprenderti. Non togliere da noi il tuo sguardo, ma fa’ che, perseverando nell’ascolto della tua Parola e nella preghiera, giungiamo a cogliere il segno della tua presenza in noi e in tutto ciò che ci circonda. Amen. Salmo 37 • Non adirarti contro gli empi, non invidiare i malfattori. • Come fieno presto appassiranno, cadranno come erba del prato. • Confida nel Signore e fa’ il bene; abita la terra e vivi con fede. • Cerca la gioia del Signore, esaudirà i desideri del tuo cuore. • Manifesta al Signore la tua via, confida in lui: compirà la sua opera; • farà brillare come luce la tua giustizia, come il meriggio il tuo diritto. • Sta in silenzio davanti al Signore e spera in lui; non irritarti per chi ha successo, per l'uomo che trama insidie. 25 Domande □ Quale reazione provoca in me vedere Gesù in fila con i peccatori? A quale cambiamento di vita mi richiama? □ Le nostre comunità cristiane avvertono l’urgenza dell’annuncio oppure tendono a rinunciare, sentendosi come una “ voce che grida nel deserto”? □ Come ci poniamo nei confronti di chi è solo e sente il peso della vita? Giudichiamo o ci facciamo vicini ? Siamo solidali o evitiamo queste “ compagnie imbarazzanti”? Domande □ Ho avvertito anch’io la rasserenante presenza di Gesù, in particolari momenti di tribolazione, come hanno sperimentato Pietro, Giacomo e Giovanni nel Tabor? □ La tua comunità parrocchiale come si fa compagna di viaggio nel cammino dell’uomo che sperimenta la sofferenza, la morte, ma anche la resurrezione? □ Il mondo di oggi come reagisce di fronte alla storia dolorosa di tanta parte dell’umanità? Preghiera Preghiera finale Guida Guida Cristo Gesù, fattosi povero per noi fino alla morte di croce, ci chiama a seguirlo sulla via della donazione. Ora, animati dallo Spirito di Dio, diciamo insieme la preghiera del Signore. Come figli di Dio, chiamati a seguire Gesù Cristo nostro Salvatore, diciamo insieme la preghiera del Signore. Tutti Padre nostro Padre, anche noi siamo chiamati a preparare il tuo cammino sulle strade del mondo. Abbiamo spesso l'impressione che la voce di chi ti annuncia gridi nel deserto. Aiutaci ad accoglierla, e a comprendere che se Gesù è con noi non dobbiamo temere di seguirlo. Amen. 24 Tutti Padre nostro Gesù, tu sei il Messia di cui parla tutta la Scrittura, atteso dal popolo d’Israele: donaci di accoglierti nella fede. Gesù, tu sei il Profeta atteso, vero rivelatore di Dio: donaci di accoglierti nella fede. Gesù, tu sei il Figlio di Dio, l’amato: donaci di accoglierti nella fede. Gesù, tu sei la Parola che ci rivela il senso dell’esistenza: donaci di accoglierti nella fede. Gesù, tu sei il Crocifisso Risorto: donaci di accoglierti nella fede. 61 11. Servo di tutti Preghiera Guida Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza. Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen Guida Gesù, rivelazione dell’amore del Padre, ci invita a seguirlo nella via del servizio e della donazione. Tutti O Dio, Padre di tutti gli uomini, tu vuoi che gli ultimi siano i primi; donaci la sapienza che viene dall’alto, perché accogliamo la parola del tuo Figlio e comprendiamo che davanti a te il più grande è colui che serve. Amen. Salmo 85 • • • • • • 62 Mostraci, Signore, la tua misericordia, donaci la tua salvezza. Ascolterò che cosa dice Dio il Signore: egli annunzia la pace per il suo popolo e per i suoi fedeli, per chi ritorna a lui con tutto il cuore. La sua salvezza è vicina a chi lo teme, la sua gloria abiterà la nostra terra. Misericordia e verità s'incontreranno, giustizia e pace si baceranno. La verità germoglierà dalla terra, la giustizia si affaccerà dal cielo. Quando il Signore elargirà il suo bene, la nostra terra darà il suo frutto. sentì una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto». Messaggio La figura di Giovanni il Battista, posta all’inizio del libro, illumina la vocazione di chiunque accoglie il vangelo. Il Battista, infatti, pur precedendo Gesù, lo segue, perfino con la morte, nello stesso cammino nel quale sono chiamati a seguirlo anche i discepoli. Nelle parole del Battista non c’è più il richiamo all’attesa propria degli antichi profeti che aspettavano un futuro lontano nel tempo, bensì la sollecitazione ad essere attenti a scorgere Dio già presente nella persona di Gesù. Infatti la predicazione del Battista rivela un Dio che, nell’evento della venuta di Gesù, irrompe nella storia dell’uomo; nel medesimo tempo orienta il discepolo verso la strada della sequela attraverso un continuo e radicale cammino di conversione. Nel battesimo al Giordano, Gesù, in fila con tutti gli uomini, si fa solidale con ciascuno di noi, anche se siamo peccatori. Dopo l’immersione nell’acqua, figura della sua morte, viene proclamato Messia, Figlio del Padre, Signore dell’universo, il vero Servo di Dio. Egli è colui che consacra la sua vita all’obbedienza a Dio e all’amore verso gli uomini. Essere servo fino alla morte è la grande vocazione di Cristo. Infatti il vero battesimo di Gesù sarà sul Golgota. È la chiamata ad un particolare stile di vita del discepolo, dove “il primo sarà l’ultimo di tutti e il servo di tutti” (Mc 9,3). Vangelo Il termine vangelo, al tempo in cui scrive Marco, veniva usato per indicare le“belle notizie”che informavano sulle imprese dell’imperatore romano. Per contrasto, l’evangelista adopera questa parola in riferimento alla venuta di Cristo all’interno della storia umana. E’ questo l’unico vero “ lieto annuncio”: è un grido di gioia, perché l’uomo prigioniero del peccato è finalmente liberato; l’uomo perduto e diviso in se stesso viene ricostruito. Infatti con il vangelo la misericordia del Signore è offerta ai peccatori, la speranza è donata ai disperati, il senso della vita e della storia è rivelato ai dubbiosi, un cammino di luce è indicato ai disorientati. 23 • Tema il Signore tutta la terra, tremino davanti a lui gli abitanti del mondo, perché egli parla e tutto è fatto, comanda e tutto esiste. Il Signore annulla i disegni delle nazioni, rende vani i progetti dei popoli. Ma il piano del Signore sussiste per sempre, i pensieri del suo cuore per tutte le generazioni. Beata la nazione il cui Dio è il Signore, il popolo che si è scelto come erede. • • • • Mc. 1,1-11 Siamo all’ “inizio” del vangelo in cui Marco proclama chi è Gesù. Nel medesimo tempo indica l’itinerario fondamentale e i criteri decisivi di scelta di chi vuol mettersi alla sequela di Cristo: il Vangelo è principio e sostegno dell’esistenza cristiana. 1 Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Come è scritto nel profeta Isaia: Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada. 3 Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri, 4 si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. 5 Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 6Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico 7e predicava: «Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo». 9 In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. 10E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. 11E si 2 22 Mc. 10, 32-45 Lungo la strada verso Gerusalemme Gesù preannuncia, per la terza volta, la sua passione, morte e resurrezione. I discepoli, nonostante i due precedenti annunci e l’ insegnamento di Gesù, non hanno ancora capito in che cosa veramente consista seguire il Maestro. 32 Mentre erano in viaggio per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti a loro ed essi erano stupiti; coloro che venivano dietro erano pieni di timore. Prendendo di nuovo in disparte i Dodici, cominciò a dir loro quello che gli sarebbe accaduto: 33«Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi: lo condanneranno a morte, lo consegneranno ai pagani, 34lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno; ma dopo tre giorni risusciterà». 35E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo». 36Egli disse loro: «Cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: 37«Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». 38Gesù disse loro: «Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». 39E Gesù disse: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete. 40 Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». 41All'udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni. 42 Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: «Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. 43Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, 44e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. 45Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». 63 Messaggio L’incomprensione dei discepoli di fronte al messaggio di Gesù, è continua; il loro rifiuto alla proposta del Maestro si fa sempre più netto e preciso, fino a giungere alla richiesta di Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, di avere un posto di privilegio nel Regno. Anche la reazione sdegnata degli altri discepoli evidenzia che non è stato ancora colto il mistero di Cristo. Ma Gesù cerca ancora di mettere i discepoli sulla strada giusta, additando la vera grandezza di chi intende seguirlo: bere con lui il calice della donazione e ricevere il battesimo della sofferenza per essere completamente uniti a lui con una morte simile alla sua. La partecipazione alla croce non solo è l’unica grandezza del discepolo, ma costituisce anche la gloria futura che solo a Dio spetta concedere, proprio come sul volto del Figlio morente il Padre ha impresso la sua gloria che ora rifulge per la vita del mondo. Il motivo profondo di questo capovolgimento consiste nel fatto che questa è la via che ha percorso Gesù, l’unico Maestro e Signore e conferisce il sigillo ultimo e definitivo alla fedeltà di Dio. Incamminarsi sulla strada del servizio è il grande dono che Dio ha fatto a chi crede nel suo Figlio. Il calice e il battesimo Sulla scorta dei Salmi e dei Profeti, il “calice” può esser preso come simbolo sia della gioia che della sofferenza. In questo contesto sta ad indicare la passione e la morte redentrice di Gesù, in cui egli sta ormai entrando, giunto quasi alla fine del suo viaggio verso Gerusalemme. La medesima idea è espressa con l’immagine del “battesimo”: indica la morte di Cristo come immersione nella sofferenza per la salvezza di tutti. Tale simbologia offre un anello di passaggio alla teologia del battesimo in Paolo, secondo cui questo sacramento significa la nostra partecipazione alla morte di Cristo per rinascere con lui a vita nuova. 1. Inizio del vangelo di Gesù Cristo Preghiera Guida Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza. Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen Guida Prestiamo attenzione al Signore che viene a noi nella sua Parola, perché possiamo vivere nella gioia e portare frutti di speranza nei nostri cuori. Tutti Signore, noi conosciamo poco la tua Parola e non sappiamo trasformarla in cibo per la nostra vita. Ti supplichiamo: donaci il tuo Spirito perché possiamo leggere la sacra scrittura e gustarla e sentirla ardere in noi, perché possiamo vivere di essa e testimoniarla agli altri. Amen Salmo 32 • • • • • • • 64 Esultate, giusti, nel Signore; ai retti si addice la lode. Lodate il Signore con la cetra, con l'arpa a dieci corde a lui cantate. Cantate al Signore un canto nuovo, suonate la cetra con arte e acclamate. Poiché retta è la parola del Signore, fedele ogni sua opera. Egli ama il diritto e la giustizia, della sua grazia è piena la terra. Dalla parola del Signore furono fatti i cieli, dal soffio della sua bocca ogni loro schiera. Come in un otre raccoglie le acque del mare, chiude in riserve gli abissi. 21 vigilare perché questo accada. Al termine della condivisione l’animatore faccia una breve sintesi di quanto è stato detto. Preghiera La preghiera del Padre nostro, esprime la fede, la speranza e la comunione del gruppo che, edificato in Cristo pietra viva, loda e invoca Dio Padre. Il ringraziamento e la benedizione concludono l’incontro. Domande □ Come Giacomo e Giovanni, anche noi spesso vogliamo che il Signore faccia ciò che gli chiediamo. Quanto ti è difficile accettare invece una storia diversa? □ Gesù ha detto:”Chi vuole essere il primo, sia il servo di tutti”. Come è vissuto questo invito nella tua comunità parrocchiale? Quali segni concreti del servire sono più presenti? □ La Chiesa ha la missione del “servire”. Quale immagine pensi abbia oggi la gente di questo ministero della Chiesa? Preghiera _________________________________ BIBLIOGRAFIA G. Ravasi, Il vangelo di Marco, “La Bibbia”, ed. Corriere della Sera, 2006, vol. IX. A. Sisti, Vangelo secondo Marco, “La Bibbia” vol III, Cinisello Balsamo, ed. Paoline, 1991 F. Lambiasi, Vangelo secondo Marco, “La Bibbia”, Casale Monferrato, ed. Piemme, 1995 S. Fausti, Ricorda e racconta il Vangelo. La catechesi narrativa di Marco, Milano, Ancora ed., 1998. I. Gargano, Lectio divina su il Vangelo di Marco, Bologna, EDB, 1996. Beck, Benedetti, Brambillasca, Clerici, Fausti, Una comunità legge il vangelo di Marco, Bologna, EDB, 2005. R. Pesch, Il vangelo di Marco, Brescia, Paideia ed., 1980. S. Noceti. P. Sartor, Le domande della fede, Marco il vangelo del catecumeno, Bologna EDB, 2005 20 Guida Cristo Gesù, nostro unico Maestro e Signore, si è fatto servo fino a donare la sua vita in riscatto di tutti. Ora, nello spirito di obbedienza al Padre, diciamo insieme la preghiera dei figli di Dio. Tutti Padre nostro Signore, ci è difficile credere che nell’essere servi di tutti è riposto il segreto di una vita veramente realizzata. Cerchiamo anche noi spesso di esercitare un dominio sugli altri; vogliamo avere potere, imporci in famiglia, nel nostro luogo di lavoro, tra gli amici. Donaci un cuore che sappia credere alla tua parola e vivere di conseguenza. Amen. 65 12. Prese il pane e lo spezzò Preghiera Guida Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza. Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen Guida Gesù è il pane vivo disceso dal cielo per la vita del mondo. Ora preghiamo e ascoltiamo insieme la sua parola. Tutti Guida, o Padre, la tua Chiesa pellegrina nel mondo, sostienila con la forza del cibo che non perisce, perché, perseverando nella fede di Cristo, giunga a contemplare la luce del tuo volto. Amen. Salmo 34 • • • • • • • 66 Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. Celebrate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome. Ho cercato il Signore e mi ha risposto, da ogni timore mi ha liberato. Guardate a lui e sarete raggianti, non saranno confusi i vostri volti. Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo libera da tutte le sue angosce. L'angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono, e li salva. Gustate e vedete quanto è buono il Signore, beato l'uomo che in lui si rifugia. Il luogo dove ci si incontra sia accogliente e sobrio. Le sedie siano poste in circolo e al centro venga messa la Parola. All’inizio dell’incontro venga accesa una candela simbolo di Cristo Risorto, vivo e presente nel gruppo. Per quanto riguarda la durata dell’incontro un’ora è sufficiente, per non scadere in chiacchiere o far sentire a disagio chi ospita o chi deve andare via. Traccia per l’utilizzazione delle schede Inizio L’animatore introduca i presenti all’ascolto, invitandoli ad un momento di silenzio mentre viene accesa la candela. Un canto può aiutare ad entrare in comunione. Il segno della croce sia fatto con consapevolezza e umiltà riscoprendone ogni volta il significato. Salmo Venga proclamato con calma e allo stesso ritmo per favorirne l’ascolto e la comprensione. Se è proclamato da una voce, sia fatto con solennità e la voce, calma e chiara ponga attenzione alle pause e alla punteggiatura. La Parola Vale lo stesso criterio suggerito per la voce solista del Salmo. L’introduzione al brano sia letta dall’animatore. Messaggio La spiegazione aiuta a capire il brano. Può essere letta ad alta voce da una persona o in silenzio come introduzione alla riflessione personale Domande La traccia propone gli argomenti da condividere. E’ bene che la condivisione sia partecipata da tutti. E’ compito dell’animatore 19 raggiungere più facilmente un clima di vera riflessione sulla Parola e la finalità della condivisione che è la comune edificazione nella fede, la crescita nell’amore fraterno e il conforto nella speranza. Inoltre, in questo colloquio tra credenti, deve essere bandita ogni forma di discussione o di disputa, che farebbe smarrire la vera caratteristica della lettura comunitaria, che è la ricerca di Dio tra fratelli e sorelle di fede, e facilita la conoscenza della Parola, che serve a costruire il regno di Dio in sé e negli altri. Risultano preziosi a questo riguardo i consigli che san Basilio dava a coloro che desideravano condividere la Parola: «Parlare conoscendo l’argomento; interrogare senza voglia di litigare; rispondere senza arroganza; non interrompere chi parla se dice cose utili; non intervenire per ostentazione; essere misurati nel parlare e nell’ascoltare; imparare senza vergognarsene; insegnare senza prefiggersi alcun interesse; non nascondere ciò che si è imparato dagli altri». Sono parole sagge che riflettono l’esperienza della vita e mettono in evidenza alcuni atteggiamenti da evitare nel prendere la parola in pubblico, come il desiderare di affermare se stessi e le proprie idee, la ricerca della parola erudita o l’abilità nell’esporre il proprio pensiero che sconfina in questioni sottili di poco conto, chiudendo così la strada alla vera sapienza della Parola e raffreddando il cuore dei semplici. I gruppi biblici E’ necessaria una persona che sia animatore del gruppo per introdurre i meno esperti nella lettura biblica, facilitando così la comprensione del senso letterale e storico che rimane la porta d’accesso al senso profondo delle Scritture e all’azione dello Spirito. Occorre predisporre una condizione interiore di conversione senza pregiudizi e precomprensioni, di umiltà, di semplicità e di libertà. 18 Mc. 14, 12-17; 22-25 Per la preparazione della cena pasquale Gesù dà indicazioni precise, e agisce come protagonista della sua vicenda. Nell’istituzione dell’Eucaristia Cristo perpetua il dono di sé per tutta l’umanità e chiama i discepoli a donare la propria vita e ad essere segno dell’amore infinito del Padre . 12 Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare perché tu possa mangiare la Pasqua?». 13Allora mandò due dei suoi discepoli dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo 14e là dove entrerà dite al padrone di casa: Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, per ché io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli? 15Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala con i tappeti, già pronta; là preparate per noi». 16I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono per la Pasqua. 17Venuta la sera, egli giunse con i Dodici. 22Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». 23Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. 24E disse: «Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza versato per molti. 25In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio». Messaggio Gesù è il vero protagonista, della preparazione della cena pasquale. Infatti la pasqua di Cristo, non è un evento casuale; è da lui preparata lungo tutta la sua vita e accettata con libertà piena e coscienza lucida, in obbedienza al Padre. Nella cena pasquale, infatti, il pane spezzato e il sangue versato 67 esprimono il significato di tutta la vita di Gesù e della sua morte: nel dono del suo corpo e del suo sangue egli offre realmente tutto se stesso e rivela pienamente il volto di quel Dio che è amore e ama i fratelli fino a dare loro la vita del Figlio. Il discepolo, nel sacramento dell’Eucaristia, memoriale della cena del Signore, mentre celebra nella comunità cristiana la realizzazione definitiva dell’alleanza fra Dio e il suo popolo, è chiamato ad associarsi al corpo di Gesù che si dona e a farne il proprio stile di vita. Chi non accetta questo, tradisce il corpo di Cristo e resta nella morte. Così quando “beve” il sangue di Cristo al credente viene comunicata in pienezza la stessa vita di Dio. Questa è la nuova alleanza, che fonda la Chiesa, il nuovo popolo di Dio, erede della terra promessa. Gesù beve il calice della sua morte in attesa di bere il “vino nuovo” nel regno di Dio. Così ogni discepolo, che attua nella propria esistenza la celebrazione dell’ Eucaristia, beve lo stesso calice di Gesù, partecipa alla sua morte e proclama la sua resurrezione, nell’ attesa della sua venuta. Allora sarà gioia piena: Cristo e il Regno appariranno in tutta la loro gloria e noi, trasfigurati dall’amore che non conosce tramonto, potremo bere insieme il succo della vite nuova nella comunione piena ed eterna con Dio. L’ alleanza Il termine “alleanza” indica un concetto fondamentale nella tradizione biblica. Fin dalle prime pagine della Scrittura, infatti, Dio si presenta come alleato dell’uomo e, nel corso di tutta la rivelazione, non ha mai cessato di cercarlo e, per primo, si è offerto a lui come alleato fedele. Spesso l’alleanza risulta unilaterale in quanto Dio rimane sempre fedele anche di fronte al rifiuto e al tradimento della creatura. Proprio per questo il Signore, per bocca dei profeti, annuncia una nuova alleanza che non sarà più scritta su tavole di pietra, ma nel cuore dell’uomo. Gesù, parlando del “sangue dell’alleanza”, si richiama al sangue che sul monte Sinai suggellò l’alleanza tra Dio e il suo popolo; ed esprime la consapevolezza che l’alleanza annunciata dai profeti si sta compiendo nella sua persona. 68 INDICAZIONI PER OGNI INCONTRO La Parola condivisa nel gruppo L’ascolto della parola di Dio è un atto ecclesiale. La lettura e l’assimilazione della pagina sacra non sono solamente un’attività del singolo, ma prevalentemente un’esperienza da vivere in comunità. Di qui l’importanza della comunicazione della Parola tra fratelli di fede. La condivisione di ciò che la Parola dice a ognuno è una ricchezza da donare, perché evidenzia la dimensione ecclesiale della Bibbia e porta l’intera comunità a crescere insieme nella conoscenza e nell’accettazione di sé e degli altri, a progredire nella fede e nella vita spirituale. Sant’Atanasio nella Vita di sant’Antonio conferma ciò, dicendo: «Le sacre Scritture bastano per il nostro ammaestramento, ma è bene che ci esortiamo reciprocamente alla fede e che ci edifichiamo con le parole». Per questo è importante che la parola di Dio venga letta, accolta e condivisa comunitariamente. Si tratta dell’ascolto comune del Signore, durante il quale ogni fratello cerca di edificare la propria comunità manifestando, con verità e semplicità di cuore, la propria reazione di fronte alla parola ascoltata, interiorizzata prima personalmente. Si tratta di realizzare un vero colloquio tra persone che si incontrano, in un clima di ascolto, per mettersi davanti a Dio che parla nelle Scritture e giungere, con il suo aiuto, a pregare e a vivere la Parola. L’incontro comunitario La condivisione sia fatta in gruppi di dieci, quindici persone. E’ necessaria una piena disponibilità e una reale docilità nell’apprendere quanto ci viene suggerito dagli altri; inoltre si ponga attenzione all’accoglienza e all’apertura verso ogni fratello, evitando qualsiasi atteggiamento di critica o pregiudizio nei suoi confronti. Ogni credente, infatti, possiede lo Spirito Santo e quindi può essere il tramite di cui il Signore si serve per illuminare la vita delle altre persone. Questi atteggiamenti costituiscono la condizione necessaria per 17 Domande □ Mi lascio “sorprendere” dalla novità che porta in sé l’Eucaristia? □ Nella tua comunità parrocchiale, le celebrazioni sono vissute nella consapevolezza che si stia rinnovando la vittoria di Cristo sulla morte,oppure prevale l’atteggiamento passivo di chi partecipa ad un rito fine a se stesso? □ La nuova alleanza è segnata dall’amore di Cristo che supera l’incomprensione e il tradimento dei discepoli. Come il mondo di oggi potrà conoscere questo progetto di libertà, con cui Gesù continua a manifestarsi come Salvatore? Preghiera finale Guida Cristo Gesù, nel pane spezzato e nel sangue versato, dona tutto se stesso. Ora, nello spirito dei figli di Dio, diciamo insieme la preghiera del Signore. Tutti Padre nostro Signore Gesù, nel dono della nuova alleanza ti sei consegnato a noi perché potessimo vivere di te e per te. Donaci, ti preghiamo, di rimanere fedeli al tuo patto di amore per gustare fin da ora la felicità che godremo in pienezza quando saremo uniti finalmente a te. Amen. 16 69 13. Vegliate e pregate Preghiera Guida Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo,apparso nella carne umana per la nostra salvezza. Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen Guida Gesù è il Figlio di Dio nelle cui mani rimette tutta la sua volontà. Ora preghiamo e ascoltiamo insieme la sua parola. Tutti Ricordati, Padre, della tua misericordia; santifica e proteggi sempre questa tua famiglia, per la quale Cristo, tuo Figlio, inaugurò nel suo sangue il mistero pasquale. Amen. Salmo 31 • • • • • • • 70 In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso; per la tua giustizia salvami. Scioglimi dal laccio che mi hanno teso, perché sei tu la mia difesa. Mi affido alle tue mani; tu mi riscatti, Signore, Dio fedele. Esulterò di gioia per la tua grazia, perché hai guardato alla mia miseria, hai conosciuto le mie angosce; Si consuma nel dolore la mia vita, i miei anni passano nel gemito; inaridisce per la pena il mio vigore, si dissolvono tutte le mie ossa. Ma io confido in te, Signore; dico: «Tu sei il mio Dio, nelle tue mani sono i miei giorni». I dodici sono positivamente coinvolti da Gesù nell’opera messianica del vero pastore che sfama le folle. Essi, infatti, devono ordinare la gente facendola sedere a gruppi e ricevono i pani da Gesù per porgerli ai presenti. Infine i dodici sono chiamati a condividere fino alla morte il destino della croce, proprio del Figlio dell'uomo: solo così potranno essere veri discepoli di questo Maestro, che «non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la vita» (10,45). Preghiera «È risorto! Dopo le parole dell'Angelo le donne sono in fuga. E noi con esse. Signore, ogni volta che vieni a noi con una parola veramente diversa, noi fuggiamo da te. Ogni volta che non riusciamo a sottoporti del tutto alle nostre analisi, noi fuggiamo da te. Se non possiamo controllarti ragionevolmente, se non riusciamo a includerti in quanto riusciamo a fare, se non siamo in grado di accettarti assieme a tutto quanto accettiamo, noi fuggiamo da te. Quando mostri di non condividere le regole del nostro gioco e le carte del nostro mazzo; non ti sottoponi alle nostre civili abitudini, al lessico della nostra tribù, alla genialità delle nostre trovate, alla perentorietà dei nostri ritmi di vita guidati dal corso della televisione, alla inesorabilità delle nostre condanne, ai nostri silenzi allusivi e ai giudizi prefabbricati dalle nostre magre costumanze, all'inesorabile solidità delle nostre visuali di gruppo, alla terrificante opinabilità dei nostri articoli di fondo, all’inevitabilità delle nostre parole e alla bizzarra ricorrenza dei fatti scontati (simili alle ore storiche delle religioni orientali); ogni volta che non te la senti di condividere la nostra nuova formula; insomma ogni volta che ci giunge il sentore che non approvi la nostra giustizia, noi ti fuggiamo. Ti preghiamo col mendicante cieco; «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di noi». Rincorrici. Arresta la nostra fuga! Portaci almeno fuori dalla tomba per riconoscerti nella terra dei viventi. O Signore, aiutaci a dire con Giobbe questa preghiera: “Tu istruiscimi. Io ti conoscevo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti vedono” (Gb 42,4-5)». AA.VV., Una comunità legge il vangelo di Marco, Bologna, EDB, 2005, pp.726-727 15 sovrana i suoi discepoli e li chiama a seguirlo non per un periodo limitato, ma definitivamente. Dai suoi Gesù pretende ciò che nessun rabbino osava chiedere: rinunciare per lui a tutto, a «casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi» (10,29). Chi intende divenire vero discepolo è chiamato a misurarsi con le esigenze supreme del maestro: portare la croce dietro di lui, non vergognarsi di lui e delle sue parole, essere pronto a perdere la vita, essere battezzato con lo stesso battesimo di sofferenza e di morte come Gesù. II rapporto fra Gesù e i discepoli riceve nel Vangelo di Marco un rilievo particolare. La riprova del ruolo essenziale che assume la presenza dei discepoli nel secondo vangelo si ha nel fatto che dopo il prologo, fino alla passione, non si incontra mai un brano in cui Gesù sia ritratto da solo, con l’unica eccezione dell’invio in missione. Il discepolo è innanzitutto colui che “incontra” Cristo e lo “segue”. Seguire il Cristo ha un duplice obiettivo: «stare con» lui e poi andare a «predicare» e «scacciare i demoni» (3,14-15). Lo stare con Gesù è presupposto alla missione. L’itinerario del discepolo, quindi, prevede queste tre tappe: sequela - comunione - missione. Ma tra Gesù e i discepoli il rapporto non è sempre sereno, spesso diventa un rapporto critico e teso: sembra che la difficoltà a capire le parole e gli atti del Maestro sia un tratto tipico del profilo del discepolo. Tale peculiarità è poco presente nei Vangeli di Matteo e Luca. A questo scopo è illuminante la conclusione del brano in cui si narra che Gesù cammina sulle acque: Marco commenta: «erano enormemente stupiti in se stessi, perché non avevano capito il fatto dei pani, essendo il loro cuore indurito » (6,51-52), mentre Matteo annota: «Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: “Tu sei veramente il Figlio di Dio!” » (Mt 14,33). All'interno della cerchia dei discepoli si distinguono i dodici. Marco è molto sensibile alla loro identità. Egli è l'unico evangelista a riportare la costituzione dei dodici come una pietra basilare nella costruzione del Regno. Il tema dei dodici si trova a intervalli regolari nel tessuto narrativo di Marco: al cap 1 si parla dell’elezione, al cap 3 della costituzione, al cap 6 della missione. 14 • • • Fa’ splendere il tuo volto sul tuo servo, salvami per la tua misericordia. Quanto è grande la tua bontà, Signore! La riservi per coloro che ti temono. Siate forti, riprendete coraggio, o voi tutti che sperate nel Signore. Mc. 14, 32-42. 50 Terminata la cena, Gesù e i suoi discepoli si dirigono nell’orto del Getsemani. Qui il Maestro, mentre in piena libertà si consegna alla volontà del Padre, invita i discepoli a vegliare e a pregare. Ma questi non comprendono ancora, si addormentano e poi fuggono. 32 Giunsero intanto a un podere chiamato Getsemani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». 33Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. 34Gesù disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». 35Poi, andato un po' innanzi, si gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quell'ora. 36E diceva: «Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu». 37Tornato indietro, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare un'ora sola? 38Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole». 39Allontanatosi di nuovo, pregava dicendo le medesime parole. 40Ritornato li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano appesantiti, e non sapevano che cosa rispondergli. 41Venne la terza volta e disse loro: «Dormite ormai e riposatevi! Basta, è venuta l'ora: ecco, il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. 42 Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino». 50 Tutti allora, abbandonandolo, fuggirono. 71 Messaggio Il progetto del Regno Questo episodio descrive il momento più drammatico della vita di Gesù e, nel medesimo tempo, illumina in pieno la sua relazione intima con il Padre. Nell’orto Gesù vive l’agonia mortale dell’uomo che compie il passaggio dalla sua volontà alla volontà del Padre, che proprio in quel momento gli dona la forza di superare la tentazione e di comportarsi come figlio. In questa ora suprema in cui prova “paura e angoscia” e viene “consegnato” agli uomini, Gesù prega che si compia la volontà del Padre e si affida a lui , rimettendo la sua causa nelle mani di Dio e offrendo la sua stessa vita per la salvezza dell’umanità. Si tratta dell’atto di fede più profondo nel Dio dei viventi da cui proviene ogni ragione di vita. Questo atto di abbandono totale, in cui la volontà di Dio e quella di Gesù si identificano, sta alla radice del mistero della figliolanza divina di Gesù. I discepoli dormono e poi fuggono: ancora una volta non seguono la parola del Maestro; la loro sequela fallisce proprio nel momento decisivo. In questo contesto, però, il discepolo è chiamato a saper “vegliare e pregare”, affinché nella prova suprema, con la forza dello Spirito, sappia“alzarsi” e consegnarsi alla “volontà” del Padre. Abbà Padre Questa espressione, formata dal termine aramaico e dalla sua traduzione, non ricorre in nessun altro testo dei vangeli, ma soltanto nelle lettere di Paolo. Nessun ebreo poteva rivolgersi a Dio con questo appellativo così familiare, che corrisponde al nostro “papà”. Anche il termine ordinario “padre” riferito a Dio si trova raramente nell’Antico Testamento forse per evitare confusioni con i miti pagani, che concepivano Dio come padre del mondo. Nel Nuovo Testamento solo Matteo e Giovanni si riferiscono frequentemente a Dio con il nome di Padre. Nei vangeli appare comunque chiara la consapevolezza da parte di Gesù di avere un rapporto filiale particolarmente intimo nei confronti di Dio. Anche noi possiamo chiamarci figli del Padre solo per mezzo di Cristo. 72 Il tema del Regno di Dio ricopre l'intero orizzonte della storia di Cristo. Nelle parole e nei gesti di Gesù affiora la piena coscienza che il Regno è vicino, è ormai giunto. Infatti, già la predicazione del Battista, all’inizio del vangelo, rivela un Dio che, nell’evento della venuta di Gesù, irrompe nella storia dell’uomo. Non c’è più il richiamo all’attesa propria degli antichi profeti che aspettavano un futuro lontano nel tempo, bensì la sollecitazione ad essere attenti a scorgere Dio già presente nella persona di Gesù, il vero instauratore del regno. Partendo da questo centro focale del progetto del Regno, si può ricostruire l'intero messaggio di Gesù. Il tema è presente all'inizio della predicazione come parola programmatica; nelle parabole è insieme illustrato e realizzato, perché attraverso di esse il mistero del Regno è svelato ai discepoli, iniziando cosi l'opera della costruzione della comunità messianica: «A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole» (4,11). Il Regno è messo in opera da Gesù attraverso i suoi gesti di potenza, esorcismi e miracoli. Con Gesù il regno di satana riceve l'attacco definitivo. Da lui si riceve il perdono dei peccati, con lui si inaugura il banchetto escatologico del Regno e la morte, l'ultimo nemico, viene sconfitta. Infatti la lotta contro il nemico del Regno di Dio, satana, ingaggiata da Gesù fìn dall'inizio del Vangelo nel deserto, culmina nella passione: mentre gli uomini gli danno la morte, il Padre gli dà la vita. Nella passione e risurrezione di Cristo il trionfo finale di Dio è già anticipato; nell’ora della croce il Regno di Dio viene con potenza. Allora « vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo» (14, 62). La comunità dei discepoli Nella Palestina del I secolo è normale che un maestro formi un gruppo di discepoli e che l'aspirante rabbino si scelga un maestro e lo segua fino a quando egli stesso, non diventa maestro. Marco, però, fin dall'inizio, ci avverte che Gesù è un maestro diverso dagli altri, perché insegna con piena autorità. Diverso è perciò anche il rapporto tra lui e i discepoli. E’ Gesù, infatti, che sceglie con decisione 13 Il mistero di Gesù Un primo elemento caratteristico della presentazione che Marco fa di Gesù è, in confronto agli altri evangelisti, il ritratto molto umano del Nazareno. E’ significativo notare che il secondo vangelo fa scarso uso dei titoli cristologici, come Figlio di Dio, Signore, appellativi che, invece, sono molto più frequenti in Matteo e Luca. Marco non si stanca di contemplare l’umanità di Gesù: non esita a chiamarlo “il carpentiere”, il “figlio di Maria”. In misura maggiore degli altri evangelisti, Marco indulge a registrare in Gesù sentimenti e atteggiamenti di vero uomo, attraverso la descrizione dei tratti umani della sua persona: le sue mani abbracciano i bambini, toccano la lingua del sordomuto, mettono la saliva sugli occhi del cieco; esprime simpatia, delusione di fronte al rifiuto degli abitanti di Nazaret ad accogliere la sua presenza; nel Getsemani prova «paura e angoscia » (14,33); nella sofferenza della croce grida: « Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? » (15,34). Tuttavia Gesù di Nazaret si manifesta come il Messia, il Cristo che Marco vede in stretta connessione con il tema della sofferenza e della morte. Gesù, dunque, è Messia di gloria, ma attraverso la croce, mentre nel giudaismo palestinese dell’era precristiana non si trova traccia dell'attesa di un Messia sofferente. Questi due tratti, sofferenza e gloria, sono uniti nel titolo “Figlio dell'uomo”. Il titolo “Figlio dell'uomo” è molto caro a Gesù come risulta dal fatto che ricorre spesso nella sua bocca. Ma al nostro evangelista non basta definire Gesù come Messia e neppure è sufficiente il titolo di Figlio dell'uomo. Lo stesso Marco, che delinea di Gesù un ritratto tanto umano, non esita a mettere in luce la forza divina che da lui si sprigiona: «Chi è costui, al quale il vento e il mare obbediscono?» (4,41). L'autorità sovrana che egli esercita, le pretese uniche che rivendica fino al punto di dichiararsi signore del sabato, portatore del perdono dei peccati, giudice alla fine dei tempi, collocano Gesù in una sfera divina: Egli non è solo il Cristo, è davvero il “Figlio di Dio”: così è per il Padre, così è per la Chiesa. Infatti oltre che nella professione di fede di Pietro e del centurione e all’affermazione che Gesù fa di se stesso davanti al sinedrio, è proprio il Padre a dichiararlo solennemente, nel battesimo al Giordano: «Tu sei il Figlio mio prediletto...» (1, 11) e nella trasfigurazione: «Questi è il Figlio mio prediletto...» (9, 7). 12 Domande □ Vivi nella fede, contemplando la croce di Cristo, situazioni di incomprensione, di abbandono, di tradimento? □ La vita della tua comunità è una scuola di fede che fa intravedere, nel dolore e nella prova, il volto paterno di Dio? □ Il mondo ha paura della sofferenza e della morte e tende a rimuoverle. Cosa si attende dai cristiani nel momento del dolore e della solitudine? Preghiera Guida Cristo Gesù, nella sua agonia in cui rimette tutto nelle mani del Padre, ancora una volta ci suggerisce la preghiera di abbandono e di consegna alla volontà divina. Tutti Padre nostro Signore Gesù, nella notte profonda della tua agonia hai avuto la forza di abbandonarti con fiducia nelle braccia del Padre. Fa’ che anche noi, nei momenti di difficoltà, abbiamo la forza di abbandonarci fiduciosi alla volontà di Dio. E così sia. 73 14. Veramente era Figlio di Dio Preghiera Guida Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza. vicenda di Gesù non è finita, ma continua. Sono raccolte notizie sulle apparizioni del Risorto e sulla missione della chiesa. E’ molto improbabile che quest'ultima parte del capitolo appartenesse all'opera originale di Marco; tuttavia completa e chiarisce l'annuncio evangelico precedente: «Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E' risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto» (16,6-7). Il messaggio del vangelo di Marco Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen Guida Il Crocifisso è veramente il Figlio di Dio che è morto in croce per la nostra salvezza. Ora preghiamo e ascoltiamo insieme la sua parola. Tutti O Dio, che nella croce del Cristo nostro Signore ci hai liberati dalla morte, eredità del peccato trasmessa a tutto il genere umano, rinnovaci a somiglianza del tuo Figlio, perché portiamo in noi la vera immagine del suo discepolo. Amen. Salmo 22 • • • • • • 74 Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Tu sei lontano dalla mia salvezza»: sono le parole del mio lamento. Dio mio, invoco di giorno e non rispondi, grido di notte e non trovo riposo. In te hanno sperato i nostri padri, hanno sperato e tu li hai liberati. Mi scherniscono quelli che mi vedono, storcono le labbra, scuotono il capo: Si è affidato al Signore, lui lo scampi;lo liberi, se è suo amico». Ma tu, Signore, non stare lontano, mia forza, accorri in mio aiuto. Nel versetto di testa del vangelo: «Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio» (1, 1), Marco riporta la fede della Chiesa delle origini che identifica Gesù con i due titoli di “Cristo” e di “ Figlio di Dio”. Per questo possiamo affermare che il secondo vangelo intende rispondere alla domanda: “chi è Gesù?” Se lo chiedono la folla, i discepoli, gli avversari. Gesù stesso pone l’interrogativo a cui solo Pietro dà la risposta giusta: Gesù è il “Cristo”. Occorre tuttavia chiarire in che senso egli è Cristo. Certamente non secondo le attese correnti della gente che vedono nel Messia il trionfatore politico, ma come “figlio di Dio” crocifisso e risorto. Così si rivela Gesù nella sua dichiarazione davanti al sommo sacerdote: « Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto? Gesù rispose: Io lo sono! » (14, 61-62): così professa il centurione pagano ai piedi della croce: «Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!» (15, 39). Contemporaneamente alla domanda su Gesù, Marco se ne pone un’altra: "chi è il discepolo?". “Chiamato" da Gesù, “convocato” in un gruppo, “mandato" in missione, il discepolo è colui che percorre tutte le tappe della strada seguita da Gesù verso Gerusalemme: dal battesimo alla vita nuova della risurrezione, attraverso la croce . In conclusione, se in riferimento a Gesù, il Vangelo di Marco può essere intitolato "Rivelazione di Gesù come Cristo, Figlio di Dio", in riferimento al credente il titolo più appropriato sembra essere "il cammino dei discepoli". 11 il suo vangelo dopo la distruzione di Gerusalemme del 70, avrebbe potuto e dovuto essere più esplicito in tanti particolari. • L'opera di Marco • Il vangelo di Marco può essere così riassunto e ordinato. • ) 1, 1-13: a modo di introduzione, l’evangelista ci presenta Gesù, da una parte come adempimento delle profezie, più grande addirittura di Giovanni Battista, come il « Figlio diletto » di Dio, oggetto delle sue compiacenze e servito dai suoi angeli; dall'altra come uno che si fa battezzare, che è tentato da Satana e sta « con le fiere ». ) 1, 14 a 8,26: Marco descrive il ministero di Gesù in Galilea e dintorni. Ce ne presenta soprattutto i miracoli, con una particolare attenzione alla liberazione di indemoniati. Troviamo anche le prime professioni di fede in Gesù, specialmente sulle labbra dei demoni e degli ossessi, di fronte alle quali Gesù ripetutamente impone il silenzio. Attorno a lui stanno le folle, ma, a poco a poco, esse spariranno, per lasciare il posto al gruppo dei discepoli. E' soprattutto a costoro che Gesù rivela progressivamente la sua messianità, vincendo a fatica la loro sordità, cecità e durezza di cuore. ) 8, 27-38: siamo alla pagina di cerniera tra la prima e la seconda parte del vangelo. Si tratta della confessione di Pietro a Cesarea: « Tu sei il Cristo ». Gesù ordina di tacere e poi annuncia, ancora di fronte all’incomprensione dei discepoli, che il « Figlio dell'uomo » deve soffrire molto, morire, risorgere e che la strada della croce sarà anche quella dei discepoli. ) 9 - 16,8: Marco riassume il ministero di Gesù in Giudea e a Gerusalemme. Questa parte è totalmente “sotto il segno della croce”. Vi sono raccolti episodi e scontri con il giudaismo ufficiale, scanditi da ripetuti annunci della passione del Figlio dell'Uomo. Dopo queste ripetute proclamazioni della sua misteriosa grandezza unita alla condizione di servo, Gesù va all'epilogo della sua storia: la passione e la morte in croce. In questo contesto di dono di sé, di morteper-servire, Marco ricorda la fede del centurione romano, che davanti al crocifisso riconosce la sua divina grandezza: «Veramente quest' uomo era Figlio di Dio!» (15, 38-39). ) 16, 9-20: 10 con la resurrezione l’evangelista annuncia che la • • Lodate il Signore, voi che lo temete, gli dia gloria la stirpe di Giacobbe, lo tema tutta la stirpe di Israele; perché egli non ha disprezzato, né sdegnato l'afflizione del misero, ma, al suo grido d'aiuto, lo ha esaudito. Sei tu la mia lode nella grande assemblea, scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli. E io vivrò per lui, lo servirà la mia discendenza. Si parlerà del Signore, alla generazione che viene. Mc. 15, 22-39 Nel brano della crocifissione domina la solitudine più assoluta in cui si trova Gesù. Il disegno di Dio, a cui lui ha sempre volontariamente corrisposto con una fedeltà a tutta prova, sta compiendosi. 22 Condussero dunque Gesù al luogo del Gòlgota, che significa luogo del cranio, 23e gli offrirono vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. 24Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere. 25 Erano le nove del mattino quando lo crocifissero.26E l'iscrizione con il motivo della condanna diceva: Il re dei Giudei. 27 Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sua sinistra. 28. 29I passanti lo insultavano e, scuotendo il capo, esclamavano: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni, 30salva te stesso scendendo dalla croce!». 31 Ugualmente anche i sommi sacerdoti con gli scribi, facendosi beffe di lui, dicevano: «Ha salvato altri, non può salvare se stesso! 32Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano. 33Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. 34Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? 35Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: «Ecco,chiama Elia!». 36 Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una 75 canna, gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce». 37Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. 38Il velo del tempio si squarciò in due, dall'alto in basso. 39 Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: «Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!». Messaggio Con la morte di Gesù si giunge alla rivelazione suprema dell’amore di Dio. E’ il tema centrale dell’annuncio di Gesù Cristo; è il grande mistero a cui tutto il vangelo di Marco è finalizzato: il Crocifisso è il Figlio di Dio. Nessuno, infatti, avrebbe potuto intuire e leggere questo mistero se non alla luce della morte in croce di Gesù, né conoscere il Signore risorto, prescindendo dall’uomo che porta nella sua carne le stimmate della sofferenza. Contemplando la croce, il discepolo sa che il Figlio di Dio ha salvato gli altri donando tutto se stesso e portando sulle sue spalle il male del mondo. Al contrario dei sommi sacerdoti e degli scribi, i quali richiedono a Gesù di scendere dalla croce come prova della sua figliolanza divina, il cristiano crede che il suo Signore è il Crocifisso. Nel grido di Gesù al momento della morte si ode il vagito prepotente della nuova creazione che sta nascendo. Il velo del tempio è lacerato e l’ abisso mortale che teneva lontano l’uomo dal Dio dei viventi, è completamente vinto; finalmente la terra è pervasa dalla presenza divina. Davanti alla croce il centurione, primo tra tutti benché pagano, proclama la sua fede: «Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!» e si fa eco della voce che nel battesimo Dio aveva rivolto a Gesù e che nella trasfigurazione i tre discepoli avevano udito. La morte in croce è il centro, il fondamento di tutta la fede e il criterio di giudizio su tutta la storia umana; è l’elemento che, in ultima analisi, fa la differenza con tutte le religioni e ideologie; è l’annuncio del dono di vita concesso ad ogni uomo al di là di ogni merito; è il grande libro del cristiano in cui si impara chi è l’uomo e chi è il Signore, dove si fonda la libertà della persona e in che cosa consiste la salvezza operata da Dio. 76 dottrinale che Marco sembra essersi prefisso nel descrivere la figura di Cristo, presentandolo come Dio e Signore di ogni cosa, a cui sottostanno gli stessi spiriti infernali, non esclusi gli idoli pagani. Fin dal principio, infatti, è affermato che Gesù è Figlio di Dio e, quindi, vero Dio, morto per la nostra salvezza e a cui dobbiamo credere e obbedire. Per dimostrare questo l’evangelista non si appella, come Matteo, alle profezie dell'Antico Testamento, ma alla testimonianza diretta del Padre nel battesimo e nella trasfigurazione, alla confessione esplicita dei demoni, al riconoscimento del centurione romano sotto la croce e, soprattutto, alla dimostrazione delle opere meravigliose da lui compiute. Infatti i numerosi prodigi, riferiti con tanta abbondanza di .particolari, vogliono essere la prova più persuasiva della potenza sovrumana e della divinità del Cristo. La data di composizione Secondo la tradizione è certo che il secondo vangelo fu scritto dopo quello di Matteo nella prima stesura aramaica e prima di quello di Luca. Le difficoltà sopraggiungono quando si vogliono determinare, con una certa attendibilità, gli anni nei quali esso potrebbe essere stato composto. Le posizioni sono diverse: alcuni studiosi propendono per gli anni successivi al 70 , altri per gli anni 40-50, altri tra il 52 e il 62, altri infine per gli anni 67-70. Senz’altro si può escludere la data più remota per il fatto che Marco fin verso il 50 è con Paolo e poi si ritira con Barnaba a Cipro. In questo caso difficilmente avrebbe potuto essere collaboratore di Pietro. Si potrebbe pensare ragionevolmente agli anni 60-63, durante i quali, la presenza di Marco a Roma ci è assicurata dalle lettere paoline della prigionia ai Colossesi e a Filemone. Ma vi si oppone la testimonianza di Ireneo, secondo la quale Marco compone il suo vangelo dopo la morte degli apostoli Pietro e Paolo, che non si può assegnare ad una data anteriore al 64. Per questo molti studiosi moderni pensano agli anni 64-70, confortati anche da due elementi importanti, riscontrabili agevolmente nella lettura del testo. Il primo è l’accento posto sulle sofferenze e le persecuzioni, ben comprensibili nel clima di ostilità in cui vennero a trovarsi i cristiani di Roma con la persecuzione di Nerone. Il secondo è dato dalla genericità del discorso escatologico rispetto agli altri testi sinottici. Se, come vogliono alcuni, Marco avesse composto davvero 9 l’apostolo, per il pudore e il senso di umiltà che lo distinguevano, rifuggiva da ogni tipo di ostentazione riguardo alla propria persona. Inoltre con cura vengono narrati gli avvenimenti accaduti nella casa di Pietro o a cui l’apostolo è presente. Pieno di particolari anche nelle parole riportate e denso di drammaticità è il racconto del rinnegamento. La vita di Cristo, narrata dal secondo vangelo, è strettamente contenuta entro i limiti della predicazione petrina riferita dagli Atti degli Apostoli. Infatti il discorso di Pietro nella casa del centurione Cornelio appare come lo schema di fondo di tutto l’impianto dell’opera marciana: «Voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute. Lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che apparisse, non a tutto il popolo, ma a noi, testimoni prescelti da Dio » (At 10, 37 sq). Inoltre l’autore dimostra di conoscere molto bene usi e costumi giudaici e, pur scrivendo in greco, la sua sintassi risente pienamente dello stile semita. Lo attestano le molte parole aramaiche che vengono trascritte e spiegate: “boanerghes, talithà Kum, korbàn, effathà, abbà….”. I destinatari e lo scopo dell’opera di Marco Il secondo vangelo è scritto in greco da Marco per i cristiani di origine pagana residenti a Roma, anche se si tiene pure conto delle comunità provenienti dal Giudaismo, presenti nella città negli anni 6070. Su un punto la tradizione è concorde: l’ evangelista scrive certamente per una comunità che è agli inizi della sua esperienza e che egli vuole condurre per mano fino alla pienezza della fede. L’origine pagana dei destinatari del secondo vangelo è provata dal fatto che i richiami all'Antico Testamento non sono abbondanti e che, a differenza di Matteo, sono omessi i riferimenti alla legge mosaica ed evitate espressioni proprie della religiosità ebraica, come Figlio di Davide, segno di Giona… Adatto alla mentalità di un ambiente pagano è pure lo scopo 8 La crocifissione La crocifissione era considerata una pena altamente infamante: era la pena capitale riservata agli schiavi e ai ribelli, mentre per i cittadini romani si ricorreva alla decapitazione. Prima ancora di essere appesi alla croce, i condannati venivano flagellati e, per esporli allo scherno di tutti, erano costretti a portare la trave orizzontale della croce per le vie della città. Era prescritto che il luogo della crocifissione doveva essere ben visibile, in cima ad un’altura o lungo le vie principali di comunicazione, perché la vista dei condannati servisse da ammonimento . Gesù subisce la sorte riservata ai ribelli e agli schiavi. Se a questo aggiungiamo che, secondo la tradizione biblica, l’essere appesi a un albero era segno di maledizione, si può comprendere lo sconcerto dei discepoli di fronte alla sorte del Maestro e quanto sia stato loro difficile comprendere il progetto di Dio. Domande □ La croce ci insegna come lo stile di vita autenticamente cristiano è “dare la vita”. Per il tuo personale cammino di fede e di ricerca della volontà di Dio, cosa significa contemplare la croce? □ Pensi che la tua comunità parrocchiale sia luogo e segno dell’amore di Gesù, tanto da far dire al centurione di oggi “veramente questo uomo è Figlio di Dio”? □ Come battezzato, porti nel tuo mondo il “morire di Gesù” come testimonianza di una vita che rinasce? 77 Preghiera Guida Cristo nostro Signore, il Crocifisso, è il Salvatore della nostra umanità. Insieme a lui, come suoi discepoli, ci rivolgiamo al Padre. Tutti Padre nostro Signore, effondi su di noi il tuo Santo Spirito, perché, contemplando il crocifisso, sappiamo riconoscere in lui la manifestazione dell’amore del Padre, e troviamo la forza di seguirlo per essere con lui partecipi della vita nuova. Amen. 78 Non si riescono a stabilire con precisione gli itinerari di Marco dall’anno 50 fino al 60. Nel 61 lo troviamo di nuovo, insieme ad altri discepoli, accanto a Paolo il quale, prigioniero a Roma in attesa di essere giudicato dal tribunale di Cesare, lo invia in Asia Minore e prega i Colossesi di accoglierlo bene (Col 4,10-11). Da qui lo stesso apostolo lo richiamerà a Roma qualche anno più tardi e lo raccomanderà a Timoteo: « Prendi Marco e portalo con te (a Roma), perché mi è molto utile per il ministero » (2Tm 4,11). Per questo è lecito pensare che Marco sia presente a Roma durante il martirio di Paolo. Sappiamo inoltre che in quegli anni Marco, sempre a Roma, si trova accanto a Pietro. Per il resto della sua vita, le notizie della tradizione sono molto discordi. Secondo Eusebio, Girolamo e altri, Marco si reca in Egitto e vi fonda la chiesa di Alessandria che regge fino al suo martirio. E proprio da Alessandria alcuni mercanti veneziani, nell’anno 828, portano le sue reliquie a Venezia. L’interprete di Pietro Nella Prima Lettera di Pietro, scritta negli anni 60 ai cristiani dell’Asia Minore, leggiamo: « Vi saluta anche Marco mio figlio » (5,13). Questa espressione vede in Marco non semplicemente il discepolo, ma anche colui che è venuto alla fede attraverso la predicazione del principe degli apostoli. Tutta la tradizione antica, infatti, insiste nell’affermare la dipendenza tanto di Marco quanto del suo vangelo dalla catechesi orale dell’apostolo Pietro. Papia, vescovo di Gerapoli di Frigia, l’attuale città turca di Pammukale, all’ inizio del II sec., ricordando ciò che gli aveva insegnato un tale presbitero di nome Giovanni, scrive: « Marco, divenuto interprete di Pietro, mise per scritto con esattezza tutto ciò che si ricordava, sia le parole che le opere del Signore, senza nulla tralasciare di quanto aveva udito da Pietro ». Esistono vari motivi che permettono di rintracciare, nello scritto di Marco, una diretta influenza petrina. Generalmente in Marco è taciuto quanto negli altri sinottici è scritto a lode di Pietro; piuttosto sono messi in risalto i difetti. A questo scopo è sufficiente sottolineare il brano della professione di fede a Cesarea di Filippo. Il “Beato te, Simone figlio di Giona…» e il conferimento del primato riportato da Matteo (16,17), nel passo parallelo di Marco (8,27) non vengono riferiti. Tutto questo si spiega con il fatto che 7 volte è indicato con il binomio Giovanni-Marco; altre, invece, con il solo nome ebraico di Giovanni o anche semplicemente con l’appellativo romano di Marco. Tuttavia si tratta sempre della solita persona, non essendo raro il caso di persone con il doppio nome, come Paolo-Saulo, MatteoLevi, Simone-Pietro… Marco era figlio di Maria, donna benestante di Gerusalemme, nella cui casa si radunavano i primi cristiani della Città Santa e in cui lo stesso Pietro trova rifugio, appena liberato miracolosamente dal carcere, durante la persecuzione di Erode Agrippa. Qualche autore antico lo crede uno dei 72 discepoli, di cui parla il vangelo di Luca. Ma ciò è negato da Papia e implicitamente da tutte le testimonianze patristiche, le quali insistono sulla sua dipendenza dall’apostolo Pietro, benché il nome di Marco compaia spesso in relazione anche a Paolo. Non è improbabile invece che, ancora giovanissimo, abbia conosciuto di persona Gesù, anche se per la sua età non avrebbe potuto seguirlo. Sono molti, poi, coloro che ritengono che sia da identificare con quel giovane, di cui si parla nel secondo vangelo il quale nella notte del Getsemani se ne fuggì nudo, lasciando in mano a coloro che volevano catturarlo il solo lenzuolo da cui era avvolto. Marco era cugino di Barnaba che lo presenta a Paolo in occasione del loro viaggio da Antiochia verso Gerusalemme per soccorrere i fratelli colpiti dalla carestia. Ritornando ad Antiochia, circa nell’anno 45, i due apostoli vogliono portare con sé Marco e poi se lo scelgono come compagno nel loro primo viaggio missionario. Ma, giunto a Perge di Panfilia, forse sopraffatto dalle fatiche del viaggio, Marco li abbandona e se ne torna da solo a Gerusalemme (At 13,13). Nel secondo viaggio, siamo nell’anno 49 circa, Barnaba vuole ritentare di condurre ancora una volta con sé il cugino Marco; ma Paolo, ricordando la precedente defezione, si oppone. Per questo rifiuto, « il dissenso fu tale che si separarono l'uno dall'altro; Barnaba, prendendo con sé Marco, s'imbarcò per Cipro. Paolo invece scelse Sila e partì, raccomandato dai fratelli alla grazia del Signore » (At 15, 39-40). 6 15. Andate e predicate Preghiera Guida Sii benedetto Signore nostro Dio, per Cristo il Figlio tuo, apparso nella carne umana per la nostra salvezza. Tutti Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen Guida Il Crocifisso, morto per la nostra salvezza e risorto dai morti, è il Vivente. Ora è in mezzo a noi, ci parla e ci riunisce in comunione fraterna. Tutti Concedi al tuo popolo, Dio misericordioso, di proclamare la potenza del Signore risorto, perché si manifesti al mondo la pienezza della vita nuova. Amen. Salmo 118 • • • • • • • • • Celebrate il Signore, perché è buono; perché eterna è la sua misericordia. Dica Israele che egli è buono: eterna è la sua misericordia. Mi avevano spinto con forza per farmi cadere, ma il Signore è stato mio aiuto. Mia forza e mio canto è il Signore, egli è stato la mia salvezza. Non morirò, resterò in vita, annunzierò le opere del Signore. La pietra scartata dai costruttori, è divenuta testata d'angolo; ecco l'opera del Signore: una meraviglia ai nostri occhi. Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo in esso. Celebrate il Signore, perché è buono; perché eterna è la sua misericordia. 79 Mc. 16, 9-20 Il crocifisso vive! E’ questo l’annuncio della resurrezione del Signore che apre i discepoli, ancora impauriti ed increduli, alla missione. Gesù, prima di salire al cielo, conferisce ai suoi il mandato di evangelizzare tutti gli uomini. 9 Risuscitato al mattino nel primo giorno dopo il sabato, apparve rima a Maria di Magdala, dalla quale aveva cacciato sette demoni. 10Questa andò ad annunziarlo ai suoi seguaci che erano in lutto e in pianto. 11Ma essi, udito che era vivo ed era stato visto da lei, non vollero credere. 12Dopo ciò, apparve a due di loro sotto altro aspetto, mentre erano in cammino verso la campagna. 13Anch'essi ritornarono ad annunziarlo agli altri; ma neanche a loro vollero credere. 14Alla fine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risuscitato. 15Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. 16Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. 17 E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, 18prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno». 19Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. 20Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano. Messaggio Le apparizioni del Risorto a Maria di Magdala e ai due discepoli di Emmaus sinteticamente rievocate in questo testo, trovano i discepoli ancora increduli tanto che si rende necessario un intervento diretto del 80 Il vangelo di Marco Tutta la Bibbia è un’unica grande catechesi narrativa che riferisce ciò che Dio ha fatto per l’uomo. Infatti la fede giudaico-cristiana non è un'ideologia da comunicare, ma accoglienza della rivelazione da parte di Dio, che ha voluto manifestarsi nella carne di Gesù e nelle vicende di un popolo. Si tratta di un Dio che è amore folle per l’uomo e si coinvolge con lui fino al dono del Figlio. Il credente, allora, è colui che, aprendosi a questa rivelazione, accetta di riviverla in prima persona. Fa esperienza, in questo modo, di relazioni, con Dio e con i fratelli, sempre nuove e liberanti che si concretizzano in avvenimenti da ricordare e da raccontare perché altri, a loro volta, ascoltando, sperimentino, ricordino e raccontino ad altri ancora. All’ indemoniato guarito a Cerasa Gesù dice: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato». (Mc 5,19). L’evangelista Marco, narrando per scritto gli eventi della vita di Gesù, si inserisce in questa tradizione catechetica. Egli vuol condurre alla contemplazione di un Dio amore. Questo è il "vangelo", la buona notizia che rimuove ogni immagine di Dio che l’uomo si è costruito. La vicenda di Gesù, nel secondo vangelo, è vista attraverso gli occhi dei primi discepoli che con fatica giungono a riconoscerlo come Salvatore e Signore e accettano di fondare su di lui la propria vita. Anche al lettore di oggi, con tutte le perplessità e le incomprensioni dei primi seguaci, Gesù si rivolge direttamente, perché si senta pienamente coinvolto, fino a diventare, insieme a lui, protagonista del racconto. I destinatari del racconto sono diversi. Si passa dal precatecumeno che vuol sapere chi è Gesù, al catecumeno che vuol riconoscerlo e affidarsi a lui, al credente nella Chiesa che di continuo si confronta con lui, per vederlo e amarlo sempre più. E’ indicato anche un itinerario preciso che dalla Parola ascoltata conduce al Battesimo per giungere all’Eucaristia, sorgente e culmine di tutta la vita cristiana. L’autore Sulla scorta di antichi scrittori si è soliti identificare Marco, autore del secondo vangelo, con l'unico personaggio che, con questo nome, compare negli scritti del Nuovo Testamento. Il suo nome alcune 5 Signore che rimprovera la loro durezza di cuore. Tuttavia Gesù li accetta nella loro fragilità e nella loro fatica a credere e li invia nel mondo a predicare il vangelo ad ogni creatura, assicurando la sua continua presenza con la potenza dello Spirito Santo. Tale situazione continua sempre: nonostante la nostra debole fede e di fronte alla dura esperienza dell’evangelizzazione da parte dei discepoli di ogni tempo, il Signore non rifiuta nessuno e invia continuamente i credenti, così come sono, ad annunciare a tutti la buona notizia della salvezza. I discepoli, che non si ripiegano su se stessi e si aprono al mondo per annunciare il vangelo, non dovranno temere. La costante presenza del male lungo il cammino degli evangelizzatori non avrà il sopravvento: la medesima forza dei prodigi compiuti da Gesù durante la sua vita terrena, come segno del compiersi del regno di Dio, ora è donata alla comunità cristiana e accompagnerà permanentemente la sua parola. La salvezza Nell’ Antico Testamento il termine salvezza rimanda innanzitutto all’azione liberatrice di Dio che interviene nella storia per cambiare radicalmente le condizioni del suo popolo. Basti pensare all’azione di Dio che libera Israele dalla schiavitù egiziana e ai vari testi profetici e messianici. In riferimento a Cristo è chiaro che la “salvezza” non riguarda solamente la realtà ultima, cioè la liberazione dopo la morte, bensì opera il cambiamento dell’identità della persona che, schiava del peccato, è chiamata dal Signore Gesù ad essere nuova creatura attraverso la grazia del battesimo. E la salvezza non è qualcosa che l’uomo può conquistare semplicemente con le sue forze, ma è un dono della grazia di Dio a cui l’uomo deve corrispondere con l’accoglienza dell’annuncio del vangelo e con il porsi, lungo la sua esistenza, alla sequela di Gesù Cristo. 4 81 Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro Domande □ Sono capace di riconoscere e di raccontare esperienze in cui ho toccato con mano l’amore personale del Signore? □ Quali sono stati i momenti particolari in cui è cresciuta la mia fede all’interno della mia comunità? Chi è stato per me annunciatore del Risorto? □ La Galilea è il luogo in cui, nei confronti di Gesù, convive gente che crede insieme a gente che si oppone o è indifferente. Sono convinto che il mio posto, come cristiano, è “là in mezzo a loro”? PIANO PASTORALE DIOCESANO 2007-2008 Chiamati a seguire Gesù Preghiera Vangelo di Marco Guida Cristo nostro Signore, il Crocifisso, è il vivo in mezzo a noi. Uniti a lui e in comunione con tutta la comunità cristiana, ci rivolgiamo al Padre. Tutti Padre nostro Signore Gesù, donaci il tuo Spirito, perché possiamo aderire nella fede all’annuncio della resurrezione e possiamo così riconoscerti Vivente in mezzo a noi e Signore della storia. Donaci la capacità di annunciare la tua morte e resurrezione a tutti coloro che incontriamo. Amen. 82 Sussidio per i gruppi biblici e la catechesi degli adulti 3