L`antico e il nuovo: incontro fra gli indios Guaranì e la musica barocca

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L’antico e il nuovo: incontro fra gli indios Guaranì e la musica barocca
Inviato da Fabrizio
venerdì 04 marzo 2011
Ultimo aggiornamento giovedì 17 marzo 2011
L’antico e il nuovo:
incontro fra gli indios Guaranì e la
musica barocca
Padre Tarcisio ha illustrato come in Bolivia gli Indios stiano recuperando le loro tradizioni anche attraverso la musica:
sono state riscoperte oltre 5000 pagine di composizioni scritte appositamente per quel popolo da Domenico Zipoli,
missionario gesuita e straordinario compositore vissuto a cavallo tra il 1600 e 1700, originario di Prato.
Non lontano dal luogo del ritrovamento degli spartiti di Zipoli, a Urubichà, piccolo villaggio nel cuore della foresta
amazzonica, sorge oggi un conservatorio musicale diretto dai francescani e frequentato da 300 allievi indios dai 6 ai 18
anni. La musica qui è elemento fondante del processo educativo e sociale. Nello stesso istituto, la scuola di falegnameria
qualificata produce strumenti musicali di ottima qualità. Padre Ciabatti ha illustrato come il popolo Indio sia naturalmente
incline alla musica e con grande orgoglio ci ha raccontato come in questi giorni un’orchestra di giovani Indios sia in
tournee in Europa eseguendo composizioni barocche.
Le prove degli studenti della Scuola "TEKOVE-KATU" in Gutierrez(Bolivia)
Antonio Sepp, il leggendario missionario che 300 anni fa, nelle foreste sudamericane, fece conoscere gli strumenti
musicali agli indiani Guaraní .
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Amavano sicuramente la musica i Guaranì delle foreste amazzoniche e l’arte oratoria era considerata da questi semplici
abitanti delle Americhe un vero e proprio suono musicale, quando esso veniva praticato da uomini di ottima intonazione.
Gli Indios amavano la musica ed essa era sempre presente nel quotidiano della vita indigena: dalle cerimonie politiche o
di guerra, alle feste religiose. L'orecchio musicale degli indigeni si era affinato ed educato nei secoli attraverso l’attento
ascolto del canto degli uccelli, del gorgoglio delle acque, delle folate dl vento, predisponendo questo popolo ai mille
rumori mescolati ai silenzi delle lunghe notti.
I Guaranì amavano il messaggio sonoro in generale e quello musicale in particolare, e quando presero contatto con i
suoni dei Missionari, rimasero letteralmente affascinati e rapiti dagli strumenti musicali degli europei. Pur appartenendo
ad una stessa razza e avendo una lingua comune, le tribù indigene dei guaranì non avevano molti contatti tra loro,
complice anche la natura imperiosa e pericolosa che ne delimitava lo spazio vitale. Nonostante questa “estraneità” essi
venivano uniti proprio dall’amore per la musica: tamburi, sonagli, flauti di vario tipo (di legno, bambù, zucche vuote, ossa
e gusci di armadillo o tartaruga) rappresentavano per loro una vera panacea alla dura vita nella foresta e tanta fu la
meraviglia nel sentire i suoni prodotti da quegli uomini bianchi venuti dal mare, con gli abiti neri e una croce sul petto.
Il liuto e l'oboe, ammaliarono il loro cuore, nei primissimi contatti con i missionari, più di quegli strani discorsi, tentati
faticosamente, su uno strano Dio, morto crocifisso. Furono questi i primi contatti con i Missionari che facevano concerti
sulle rive dei fiumi e poi spiegavano loro quello che avevano cantato. Preceduto da Louis Berger e da Jean Vaisseau,
Antonio Sepp arrivò nelle Reducciones nel 1691 trovandovi già alcune scuole di polifonia spagnola e portò lo stile moderno
dell’epoca, ovvero il Barocco Musicale.
Antonio Sepp von Seppenburg da Salegg nacque a Caldaro (Bolzano) il 22 Novembre del 1655, da Johann Baptist e da
Eva Leis von Leimburg, figlio di un’Italia ancora lontana dalla nascita. Suddito austriaco, Antonio Sepp (questo il nome
con il quale la sua famiglia veniva chiamata comunemente) fu scelto per la sua bella voce e cantò nel Coro dei Pueri
Cantores della Corte Imperiale di Vienna, dove in quegli anni trionfava la musica italiana. In quello che era allora un
centro musicale di prima categoria Sepp studiò musica arrivando alla padronanza assoluta di vari strumenti, ma all'età di 19
anni decise di lasciare la promettente carriera per diventare Gesuita. Ritiratosi in meditazione, continuò meticolosamente
a studiare ed a specializzarsi nello “stile moderno” dell’epoca: la composizione di brani esclusivamente strumentali ed
indipendenti dalle esigenze del coro.
Destinato nel 1689 alle Missioni dell'antico Paraguay egli si mise in viaggio per Buenos Aires sulla nave “Almiranta”, ed
allietò i passeggeri della nave suonando musica nelle principali festività liturgiche durante la traversata dell'Atlantico. Con
sè portava un carico importante della Compagnia di Gesù, ovvero strumenti musicali, tra i quali anche un organo
destinato a Buenos Aires. Arrivato a destinazione, (Reducción de los Santos Reyes de Yapeyù che contava 3.000 indios
musicisti tra i trenta villaggi che la formavano) il gesuita italiano lasciò letteralmente sbalorditi i suoi confratelli spagnoli
quando si mise a costruire un organo con pedaliera, ( non si era mai visto suonare con i piedi fino ad allora). Per questo
straordinario strumento, non avendo stagno a sufficienza, egli utilizzò tra l’altro legno levigato per le canne maggiori e
l’eccezionale resa musicale dell’organo gli valsero l’incarico ufficiale di costruttore per le missioni dei guaranì.
“Questi indios Paraguaiani sono, di natura, come creati per la musica, in modo che apprendono la tecnica di suonare tutti
i tipi di strumenti con sorprendente facilità e destrezza e questo in un tempo brevissimo”. Con poche parole il gesuita
descrisse in una lettera quanto talento naturale vi era negli indigeni delle sue missioni, fornendo addirittura i nomi dei
suoi migliori allievi (Ignacio Paica e Gabriel Quirì divennero grandi costruttori ed esecutori di strumenti musicali). Padre
Antonio inventò tra l’altro anche l'arpa a corda doppia ( che si estese ben presto in tutto il territorio) costruendo l'antenato
diretto dello strumento nazionale di queste terre: l'arpa paraguaiana. Tra i brani composti da Sepp ci furono pezzi
destinati a entrare nella storia della musica americana: egli compose un rituale della Passione in lingua Guaranì e
partiture per la festa di Natale, Pasqua e Pentecoste. Egli dedicò tutta la sua vita ai suoi amatissimi allievi e non abbandonò
mai più le terre del Paraguay, contribuendo a realizzare parte di quel grandioso progetto missionario delle Reducción.
L’italiano creò in ogni Reducción una scuola di canto corale, di musica e danza, insegnando quasi tutti i tipi di strumenti, tra
quelli permessi per esecuzioni in Chiesa. Insegnò ai suoi Guaranì e selezionò centinaia di cantanti che vennero mandati in
concerto nelle città argentine, brasiliane e uruguaiane. Rimase più di quaranta anni nelle selvagge foreste del Sudamerica
e lasciò il suo testimone all'altro grandissimo esponente della musica missionaria: Domenico Zipoli.
Il missionario tirolese morì il 13 gennaio 1733, nella missione di S. José. Visse 77 anni, oltre quaranta dei quali li aveva
passati nelle foreste amazzoniche, tra i suoi amatissimi indigeni. L'immensa impresa musicale missionaria della
Compagnia di Gesù, nella quale la musica trovò tanta importanza decisiva, resistette ancora mezzo secolo e terminò con
l'espulsione dei Gesuiti da parte del re Carlo III di Spagna da tutti i suoi territori nel 1767. Incendi e saccheggi
rappresentarono il triste prologo di quella grande avventura sociale e politica, determinando la fine di questo paradiso
perduto. Statue di pietra e di legno, perfetti strumenti musicali e ornamenti liturgici: tutto fu predato ed oggi si trova
disperso in musei o case private che cercano di raccogliere queste preziose reliquie.
Non tutto è andato però perduto. Oggi, nella zona di Chiquitos in Bolivia, gli indigeni eseguono di nuovo cerimonie e canti
del passato ripresentandoli con grande fedeltà. I paraguaiani, soprattutto i contadini, conservano il gusto per la musica,
particolarmente per la chitarra e per l'arpa "missionaria", e conserva la religiosità popolare, che nacque e si sviluppò con la
magia di quei primi strumenti costruiti da padre Antonio Sepp, un italiano prestato al mito delle Reduccionés.
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Ensayo Orquesta Urubicha - Bolivia
Un ensayo de esta fenomenal orquesta juvenil en Bolivia, un pueblo nace con talento para la musica y es aprecida por el
mundo
Per ascoltare il Saggio clicca qui
EL LUTHIER PRODIGIOSO
Coro y orquesta de URUBICHA.En plena selva amazonica existe un lugar en donde se fabrican violines, violas, celos y
contrabajos destinados a su orquesta y coro. El prodigioso luthier es, sencillamente, un indigena.
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