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MALATTIA DI MÉNIÈRE
La malattia di Ménière, o sindrome di Ménière , [1] esordisce più frequentemente nel
quinto decennio di vita, anche se non risparmia gli adulti più giovani e gli anziani; non
esiste la prevalenza in un sesso ed è bilaterale nel 10-30% dei casi. Essa è
caratterizzata da vertigine, ipoacusia e acufeni ed è dovuta ad una alterazione dei fini
meccanismi che regolano la produzione e il riassorbimento dei liquidi labirintici ed in
particolare dell’endolinfa. La sintomatologia è legata all’insorgenza di un idrope
endolinfatico che interessa, nella maggior parte dei casi, entrambi i labirinti e che
modifica le costanti chimico-fisiche e bio-elettriche del liquido in cui sono immersi i
recettori del labirinto membranoso.
Il meccanismo attraverso il quale si instaura l’idrope endolinfatico è oggetto ancor
oggi di discussione. Il fenomeno è certamente legato ad un fattore neurovascolare che
provocherebbe, a livello della rete vasale labirintica, una costrizione arteriolare, seguita
da dilatazione capillare, con stasi e rallentamento della corrente: ne deriverebbero
anossia cellulare ed aumento della permeabilità vasale con edema ed aumento della
pressione endolinfatica. L’idrope endolinfatico provoca una dilatazione del labirinto
membranoso ed in particolare del dotto cocleare con estroflessione della membrana
del Reissner e conseguente riduzione di volume dello spazio perilinfatico. La
membrana tectoria è compressa sull’organo di Corti, che appare appiattito; il sacculo
è dilatato più spesso dell’utricolo. Il ripetersi delle crisi idropiche provoca lesioni
irreversibili a carico delle cellule dell’organo di Corti e delle cellule delle creste
ampollari.
La malattia insorge spesso senza alcun segno premonitore, in completo benessere. Gli
acufeni, la cui insorgenza o la cui accentuazione precedono di solito l’ipoacusia e lo
scatenarsi della crisi vertiginosa, [2] inizialmente di bassa frequenza (pentola che bolle,
scrosci di acqua) e poi ad alta frequenza (fischi, sibili), sono accompagnati da senso
di orecchio pieno unilaterale. L’insorgenza dell’ipoacusia segue la comparsa degli
acufeni e di solito precede di poco lo scatenarsi della crisi vertiginosa. La vertigine
rotatoria, di tipo per lo più obiettivo può essere tanto violenta da far cadere a terra
l’individuo. Essa è accompagnata da nausea, e spesso anche da vomito, ma non
provoca perdita di conoscenza. Pallore, sudorazione e tachicardia completano il
quadro clinico obiettivo. Le crisi vertiginose hanno durata varia (da qualche minuto
sino a diverse ore), possono avere carattere subentrante, oppure ripetersi soltanto a
notevole distanza di tempo. La crisi vertiginosa riproduce il quadro obiettivo della
sindrome vertiginosa periferica; il nistagmo spontaneo batte verso il lato ove maggiore
è lo stimolo irritativo provocato dall’idrope endolinfatico sui recettori.
Il reperto audiometrico e quello funzionale vestibolare variano con il progredire della
malattia e possono essere eseguiti solo quando sia stata superata la fase acuta.
Il reperto audiometrico rivelerà una ipoacusia recettiva con particolari caratteristiche
audiometriche. Con l’instaurarsi di lesioni degenerative a carico dell’epitelio sensoriale
l’ipoacusia, che in un primo tempo può avere carattere fluttuante, diventa permanente.
L’esame della funzione vestibolare, eseguito dopo il superamento della fase acuta,
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rivela l’assenza di nistagmo spontaneo; le prove strumentali dimostrano l’esistenza, nel
primo periodo della malattia, di una iperreflessia o di una normoreflessia, che si
trasforma successivamente in iporeflessia più o meno marcata, anche se con valori
diversi dai due lati. Con il progredire della malattia l’ipoacusia si accentua
progressivamente, mentre le crisi vertiginose tendono a farsi meno frequenti.
La malattia di Ménière deve essere differenziata dalle sindromi menieriformi che
possono manifestarsi in corso di intossicazione esogena (streptomicina, tabacco,
intossicazioni da alimenti) o endogena (insufficienza renale, disfunzioni epatiche,
affezioni dell’ apparato gastroenterico); in soggetti con malattie cardiovascolari
(ipertensione, ipotensione, arteriti ecc.); nelle disfunzioni endocrine (ipertiroidismo,
menopausa); nevriti tossiche od infettive dell’VIII; distonie neurovegetative. Nelle
sindromi menieriformi le crisi vertiginose hanno di solito carattere subcontinuo, sono
di solito lievi, spesso transitorie e non sono quasi mai accompagnate da nausea o da
vomito; l’ipoacusia può mancare, mentre gli acufeni possono assumere tonalità
diverse. Alle prove strumentali si evidenzia di solito una normoreflessia labirintica,
talvolta invece un’iporeflessia od un’ipereflessia, entrambe di modesta entità.
La malattia di Ménière e le sindromi menieriformi devono essere differenziate da alcune
affezioni nelle quali i tre sintomi (acufeni, ipoacusia e vertigine), spesso variamente
associati tra loro, sono espressione di processi morbosi ben definiti. Fra queste
affezioni ricorderemo: le labirintiti, le emorragie labirintiche, la sindrome di Lermoyez,
le aracnoiditi ponto-cerebellari, i tumori dell’VIII e dell’angolo ponto-cerebellare, le
lesioni di tipo tossico o vascolare dei nuclei vestibolari e della sostanza reticolare del
tronco encefalico, i disturbi vascolari endocranici e le neoplasie endocraniche
sottotentoriali ed infine la sindrome di Neri-Barrè-Lièou.
Nella malattia di Ménière dovrà essere attuata in primo luogo una terapia medica e, solo
nel caso del suo fallimento, si farà ricorso ad una terapia chirurgica; il 75% dei casi
possono essere curati con terapia medica (Meyerhoff, Current Therapy 1993). Di
fondamentale importanza è un buon rapporto medico-paziente. La terapia
farmacologica si avvale dell’ uso di betaistina, ciproeptadina, furosemide e promazine;
queste ultime esplicano azione antivertiginosa deprimendo l’attività della sostanza
reticolare mesencefalica. Superata la fase acuta dovrà essere instaurata una opportuna
terapia antiritenzionale mediante restrizione dell’apporto idrico giornaliero, associato
eventualmente all’uso di diuretici. Gli interventi chirurgici (interventi di slabirintazione)
mirano a distruggere il labirinto più compromesso. Altri interventi, di tipo
neurochirurgico, comportano la sezione intracranica dell’VIII o del solo suo ramo
vestibolare, oppure l’apertura del sacco endolinfatico, per determinare la
decompressione dell’idrope endolinfatico.
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In medicina tradizionale cinese [3] l’orecchio si definisce ER e si pone in stretta
relazione con il rene, il cui Jing controlla l’acuità acustica. La forma dell’ideogramma
arcaico ad esso relativo era simile ad un orecchio umano. Secondo vari Autori la
porzione ventrolaterale è YIN e quella dorsomediale è Yang. In semeiotica si prendono
in relazione diversi aspetti:
1) L’ udito è in relazione con il rene
2) La grandezza del padiglione auricolare indica la floridezza del Jing del rene
3) La produzione di cerume è in relazione con la Milza ed il movimento Terra
4) Modificazioni di colore del padiglione auricolare indicano squilibrio ai diversi
visceri
5) Lo stato del qi dei renale si proietta davanti all’orecchio
6) La superficie auricolare fornisce una proiezione d’insieme del corpo in ogni sua più
piccola parte. Nel Su Wen si trova scritto. “Tutti i meridiani raggiungono
l’orecchio”
7) La porzione superiore del padiglione è in relazione con il meridiano del cuore
Le sindromi più comuni che interessano l’orecchio sono causate da:
1) Attacco esterno di Vento-Calore
2) Salita del fuoco del Fegato
3) Fuga dello Yang del Fegato
4) Vuoto del Sangue del Fegato
5) Vuoto dello Yin dei Reni
6) Vuoto dello Yang dei Reni
7) Disarmonia tra Rene e Cuore
8) Caduta della Zhong Qi (Energia Centrale), Vuoto dello Yang della Milza
9) Accumulo interno di Flegma-Fuoco
10) Blocco del sangue e Stasi dell’ Energia
11) Intenso schock emotivo che blocca i Reni e turba il Cuore
12) Accumulo di calore
In medicina cinese i fattori principali che causano la malattia di Méniére sono[4-8]:
L’eccesso dello Yang del Fegato
L’Umidità-Flegma nel riscaldatore medio
Il Vuoto dello YIN del Rene
Il deficit di QI e SANGUE
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L’eccesso di yang di Fegato si può realizzare in corso di varie sindromi [5-6]:
LA SINDROME DA FUGA IN ALTO DELLO YANG DI FEGATO [5-6-7] è
dovuta o ad un vuoto di yin di fegato primitivo o conseguenza di vuoto di yin del
rene, o dovuta ad una sovraeccitazione di sentimenti (collere represse, ansia o
spavento).
Si tratta di una sindrome da eccesso relativo perché in realtà, anche se si manifesta
con segni di pienezza in alto, si fonda su un vuoto. Spesso ai segni del deficit dello yin
si associano anche i segni di deficit del sangue del fegato. Quando lo yin del fegato è
in vuoto non può più controllare lo yang. Questo, in eccesso relativo, diventa troppo
forte e sale alla parte superiore del corpo determinando una sintomatologia
caratterizzata da: vertigini, acufeni, cefalea, viso ed occhi arrossati, irritabilità, malattie
oftalmiche ed ipertensione arteriosa. A causa del vuoto di yin viene turbato lo Shen
causando: amnesie, insonnia, iperonirismo e palpitazioni. Poiché il fegato e i reni
controllano rispettivamente i tendini e le ossa, quando il loro yin è debole la regione
lombare e le ginocchia sono deboli e dolenti. Da un punto di vista semeiologico la
lingua si presenterà di colorito rosso scarlatto, mentre il polso sarà fine nei casi lievi e
teso e rapido nelle forme più gravi.
Il principio della terapia consiste nel tonificare lo yin e sottomettere lo yang. I punti di
agopuntura utilizzati sono:[6]
18V Ganshu Punto shu del fegato. Fa circolare l’energia dei meridiani e libera la
circolazione del fegato. E’ impiegato spesso per muovere il qi del fegato; elimina il
calore, il fuoco ed il vento.
20VG Baihui. E’ la giunzione fra lo yin dell’uomo e lo yang celeste. Punto d’incontro
di tutti i meridiani yang. Infisso in dispersione, elimina il vento interno, ed è quindi
usato per le vertigini
3RN Taixi Punto ruscello e sorgente. E’ un punto terra che tonifica entrambe le
radici dei reni, in particolare il rene yin e nutre il jing, tonifica le ossa e regola le
funzioni dell’utero.
6RT San Yin Jao. Riunione dei tre yin del basso, attivo sullo yin di fegato rene e
milza; governa il sangue; raccoglie e sostiene lo yin del basso e lo invia all’addome
dove il 4VC lo mette in movimento inviandolo al tronco e alla testa.
10RT Xue Hai Mare del sangue. Tonifica e depura il sangue ed elimina il vento
LA SINDROME DA FUGA IN ALTO DEL FUOCO DEL FEGATO [5-6-7] è
dovuta al ristagno e all’accumulo del QI di fegato che si trasforma in fuoco. Le cause
scatenanti possono essere la collera repressa e i risentimenti prolungati, oltre
all’eccessivo consumo di alcool, fumo e alimentazione grassa.
Il fuoco del fegato sale verso l’alto e assale la testa determinando: vertigini, cefalee
violente alle tempie, acufeni a tipo rumore di mare pieno, sordità e viso ed occhi rossi.
Il fuoco provoca irritabilità, nervosismo, follia e disturba lo Shen, causando insonnia e
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sonno disturbato da incubi. L’aggressione dei liquidi organici determinerà stipsi e
oliguria con urine cariche. Talora accade che il fuoco invada il sangue provocandone
lo stravaso; le emorragie conseguenti si localizzano comunque nella parte alta del
corpo. La lingua apparirà rossa con puntini rossi ai lati e il polso sarà a corda e rapido.
Il trattamento prevede l’utilizzo dei seguenti punti:
20VB Fengchi Punto di riunione con il meridiano curioso Yangwei e punto Vento.
Elimina il vento, interno ed esterno, sottomette lo yang di fegato, rischiara il cervello e
benefica orecchi (acufeni e sordità) ed occhi.
2F Xing Jian Punto Rong di dispersione del meridiano del fegato, utilizzato nei casi
di pienezza dell’energia del fegato. Abbassa il fuoco ed il calore, e disperde il vento.
2V Zanzu Espelle il vento, calma il fegato, purifica il calore e chiarifica la vista.
1RN Yong Quan Punto Ting; punto di dispersione. In questo punto è insito il
concetto di incitare il fuoco a scendere a livello del rene. Innanzitutto esso tonifica lo
yin e disperde il calore-vuoto dovuto a un vuoto dello yin. Essendo situato nella pianta
del piede “fa scendere”, cioè elimina i fattori patogeni (ad es: il vento o il calore vuoto)
dalla testa e dirige verso il basso il Qi ribelle che sale (in particolare lo Yang o il vento
del fegato).
3F Taichong Punto Ruscello e Sorgente. La sua azione principale è quella di
sottomettere lo Yang del fegato. Nel vuoto di sangue è utilizzato in associazione con
20VB e 10RT.
IL VUOTO DELLO YIN DEL RENE [5-6] si verifica a seguito di malattie
croniche, eccessi sessuali, perdite ematiche, assunzione di medicamenti che riscaldano
o disseccano in maniera eccessiva lo yin, od infine da forti emozioni o sentimenti. Lo
yin dei reni è la base dei liquidi organici ed ha un duplice ruolo: da una parte deve
assicurare l’apporto delle sostanze necessarie allo sviluppo dell’organismo (ruolo
svolto dal Jing) dall’altro deve equilibrare lo yang dei reni. La sintomatologia sarà
caratterizzata da sensazione di stordimento, vertigini, acufeni, calore ai cinque cuori,
astenia, febbre serotina, sudorazione notturna, lombalgia e sensazione di calore alle
ossa, urine scarse e cariche, insonnia e bocca secca. La lingua apparirà rossa e secca;
il polso sarà fine e rapido. Con il tempo si svilupperà Vuoto dello Yin del fegato e
Vuoto del Jing (osteoporosi, deformazioni ossee).
Per il trattamento di questa sindrome utilizzeremo i seguenti punti:
15RN Zhongzhu E’ il punto del vuoto di Yin del rene. Esso nutre il qi dei reni,
regolarizza le mestruazioni e tratta il riscaldatore inferiore.
23V Shenshu Punto Shu del rene. E’uno dei punti più importanti per tonificare i reni e
deve essere usato in qualsiasi vuoto cronico dei reni. Esso inoltre nutre il Midollo
trattando quindi, i sintomi da vuoto del Mare del Midollo cioè: vertigini, acufeni,
scarsa memoria, astenia e gambe deboli. Il rene si apre nelle orecchie e quindi questo
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punto può trattare tutti i disturbi cronici delle orecchie correlati al vuoto di rene, in
particolare gli acufeni e la sordità.
52V Zhishi La sua azione tonifica i reni, fortifica la schiena e rafforza lo Zhi. E’molto
utile in certi tipi di depressione e alla quintessenza Jing.
6RT San Yin Jao. Punto di riunione dei tre yin del basso, attivo sullo yin di fegato,
rene e milza. Governa il sangue e raccoglie e sostiene lo yin del basso per inviarlo
all’addome, dove il 4VC lo mette in movimento facendolo salire al tronco e alla testa.
2RN Rangu Punto Rong; punto fuoco e d’inizio dello Yin Qiao Mai. Le sue funzioni
sono quelle di: nutrire lo yin del rene, disperdere il calore dei reni, purifica il calore e
regolarizza Ren Mai e Chong Mai. Essendo punto di inizio dello Yin Qiao Mai, può
essere utilizzato per rafforzare questo meridiano allo scopo di nutrire lo yin.
6RN Zhaohai Punto chiave di Yin Qiao Mai. Innanzitutto è fra i punti migliori del
meridiano del rene per il nutrimento dello yin del rene, ed è ampiamente utilizzato nel
vuoto di Yin. E’inoltre molto indicato per nutrire i liquidi e umidificare la secchezza.
Fra le sue altre funzioni ricordiamo che esso giova agli occhi, calma lo Shen, raffredda
il sangue, agisce sull’utero e apre il torace.
IL VUOTO DEL JING DEL RENE [5-6] è determinato da cause congenite od
acquisite quali malattie croniche, eccessi sessuali, perdite ematiche ed età avanzata. La
sintomatologia è costituita da vertigini, acufeni, cefalea, alterazioni della crescita dello
sviluppo e della riproduzione, ossa fragili, osteoporosi, invecchiamento precoce,
debolezza delle ginocchia e delle gambe. Poiché il jing del rene produce il midollo,
quando esso è in vuoto, c’è una sofferenza anche del cervello, con problemi
conseguenti di memoria.
La terapia si avvale dei seguenti punti:
11V Dazhu Punto di riunione delle ossa, e punto di riunione dei meridiani della
Vescica e dell’Intestino Tenue. E’ un punto del Mare del Sangue e può essere usato
per nutrire il sangue. Essendo il punto Hui delle ossa è usato per favorire lo sviluppo
scheletrico nei bambini e prevenire la degenerazione ossea negli anziani.
39VB Xuanzhong E’ il punto Hui del midollo. La sua funzione più importante è di
nutrire il Jing del rene e il midollo. E’ usato per il vento interno cronico associato a un
vuoto dello yin del rene.
17VG Naohu Punto di riunione con il meridiano della Vescica. E’usato
principalmente per sottomettere il Vento interno che colpisce il cervello; è pertanto
indicato in caso di forti vertigini , epilessia ed attacchi cerebrovascolari.
52V Zhishi La sua azione tonifica i reni, fortifica la schiena e rafforza lo Zhi. E’molto
utile in certi tipi di depressione e alla quintessenza Jing.
UMIDITA’-FLEGMA NEL RISCALDATORE MEDIO [5-6]: deriva da un vuoto
di Qi della milza causato da una alimentazione irregolare, sia nella quantità che nelle
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modalità di assunzione, da eccesso di fatica e stress, malattie croniche, vomiti ripetuti
o diarree profuse, clima troppo umido e attacco da parte del qi di fegato.
Normalmente il Qi della milza ha il ruolo di far salire lo yang puro al cervello e
partecipare all’elaborazione del Qi essenziale. Il deficit del qi della milza determinerà
l’alterazione della funzione di “trasporto-trasformazione” della milza, con conseguente
alterazione del metabolismo dei liquidi organici che si ammassano e si accumulano
fino alla trasformazione in edemi. Il flegma che si accumula è una forma non visibile
responsabile di malattie mentali, sindromi menieriformi, malattie reumatiche. I sintomi
clinici sino rappresentati da: vertigini, offuscamenti visivi, voce debole, respiro corto,
astenia, sudorazione spontanea.
Per il trattamento di questa sindrome vengono utilizzati i seguenti punti:
36E Zusanli Punto He del meridiano (movimento terra). Ha molteplici funzioni:
equilibra l’energia e il sangue e lo yin e lo yang, tonifica l’energia, fa scendere l’energia
dello stomaco, facilita la digestione; tratta il qi ni, i vomiti, la nausea, il singhiozzo e la
tosse. E’ un punto ad azione multipla: qualsiasi affezione può essere trattata da questo
punto perché, facilitando la distribuzione dell’energia Zhong qi, permette all’organismo
di difendersi, fortifica il corpo e la memoria, equilibra la digestione, permette non solo
di mettere in circolo l’energia, ma anche la capacità di estrarla.
12VC Zhongwan Punto Mu dello stomaco e dello Jiao medio. Punto nodo del Tai
yin. Punto di Riunione dei visceri, dello yin e dello yang e dei meridiani IT, ST e TR.
Come punto Mu del centro di vita lo si utilizza in tutti i pieni di yang epigastrici, con
vuoto di yang in periferia. Lo si deve pungere per trattare tutti i pieni addominali con
pieno dei “6 visceri”. E’ infine utilizzato nei deficit del movimento terra, dell’energia
Rong e nelle sindromi da catarri.
20V Pishu Punto shu della Milza. Esso ha la funzione di tonificazione della milza e
dello stomaco, dissolve l’umidità e nutre il sangue. Per la sua azione di tonificazione
sul qi della milza dissolve l’umidità e il flegma dovuti alla disfunzione della milza
nell’attività di trasformare e trasportare i liquidi. In pratica è usato in tutte le condizioni
in cui sia presente umidità o flegma.
13F Zhangmen Punto Mu della milza; punto Hui dei cinque organi. Fa circolare lo
yin distribuendolo dal centro. Tratta il calore al TR-medio e calma il calore agli organi.
E’ diffusamente usato in tutti i casi di qi di fegato che ristagna ed invade lo stomaco e
la milza, con conseguente impossibilità del qi della milza di salire, e del qi dello
stomaco di scendere.
3RT Tai bai Punto Shu-yuan. Punto terra e punto Ben. Tratta l’umidità calore (in
alto). Stimola le funzioni della milza, le trasformazioni, armonizza il TR-medio e
stimola la produzione di sangue. Disperde l’umidità.
9RT Yinlingquan Punto He-acqua (eliminazione dei liquidi). Tratta le affezioni interne
ed alte. Il punto He porta l’energia del meridiano sull’organo, stimolando le funzioni
della milza. Ha effetti sul metabolismo dell’umidità e sui liquidi. Agisce sul TR-inferiore
favorendo l’eliminazione dei liquidi. Esso inoltre nutre il rene e consolida il jing.
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28E Shui Dao Ha la funzione di aprire i passaggi dell’acqua del TR-inferiore e
stimolare la relativa espulsione dei liquidi. Pertanto è usato nell’edema, nella difficoltà
di minzione, nella ritenzione di urina. Trasforma l’umidità.
9VC Shuifen Le sue funzioni sono: tonifica la milza nella sua funzione di trasporto,
armonizza lo stomaco, elimina l’umidità, dissipa gli edemi.
SINDROME DA VUOTO DI SANGUE [6-7]. Generalmente è determinato da un
deficit di Milza e Stomaco, legato ad una patologia specifica di questi organi o
secondaria a carenze alimentari. Le emorragie rappresentano la seconda causa in
ordine di frequenza. Talora possono intervenire fattori psichici, soprattutto se la loro
azione si protrae a lungo nel tempo. Tre organi sono particolarmente sensibili al deficit
di Xuè: Milza, Cuore e Fegato.
Nel vuoto di sangue del fegato avremo una sintomatologia caratterizzata da: vertigini e
visione offuscata, intorpidimento delle mani e dei piedi, letto ungueale pallido con
unghie secche e fragili, irregolarità mestruali e disturbi del sonno. Nei casi più gravi
può comparire una sindrome da agitazione del vento del fegato (tremori, tics, spasmi
muscolari ecc.).
Nel vuoto del sangue del cuore avremo i seguenti sintomi: palpitazioni, vuoti di
memoria, ansia, tendenza alla paura agitazione, insonnia ed iperonirismo e, come
sintomo specifico, le vertigini a causa dell’incapacità del sangue di nutrire il cervello.
Tale sindrome può essere provocata da un’alimentazione carente associata ad un
deficit di QI della milza, da una grave emorragia ed infine dalla tristezza e dalla
preoccupazione protratte nel tempo.
Nel deficit di sangue della Milza avremo: anoressia, astenia mentale, fenomeni
emorragici, che nella donna si manifestano con alterazioni mestruali.
E’ piuttosto frequente osservare dei quadri clinici in cui i segni di deficit del sangue di
più organi si sovrappongono variamente. In caso di Vuoto di sangue la lingua apparirà
pallida o comunque meno rossa; il polso sarà vuoto oppure fine.
I punti utilizzati per il trattamento di questa sindrome sono:
17V Geshu Punto Hui del sangue. Punto Shu del diaframma. Per la sua funzione di
nutrizione del sangue è usato in caso di vuoto di sangue di qualsiasi organo. In
secondo luogo rimuove la stasi di sangue da qualsiasi organo. Esso inoltre nutre lo
yin. Come punto Shu del diaframma è utilizzato in caso di singhiozzo o spasmi.
43V Gaohuangshu Punto Shu dei centri vitali. Tonifica il qi di tutto il corpo è
pertanto impiegato quando il paziente è debilitato. Nutre il jing e lo yin del polmone.
Infine rinvigorisce lo Shen stimolando la funzione del Jing di nutrire il cervello
20V Pishu Punto shu della Milza. Esso ha la funzione di tonificazione della milza e
dello stomaco, dissolve l’umidità e nutre il sangue. Per la sua azione di tonificazione
sul qi della milza nutre il sangue , poiché la milza è l’origine del sangue.
21V Weishu Punto Shu dello Stomaco. Punto che riequilibra le funzioni dello
stomaco, armonizza lo stomaco e la milza, dissolve inoltre l’umidità tonificando il qi
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della milza e stimolando la funzione di trasporto e trasformazione dei liquidi. Tonifica
la terra e facilita l’evacuazione di un’alimentazione troppo abbondante.
10RT Xue Hai Mare del sangue. Tonifica e depura il sangue ed elimina il vento
36E Zusanli Punto He del meridiano (movimento terra). Ha molteplici funzioni:
equilibra l’energia e il sangue e lo yin e lo yang, tonifica l’energia, fa scendere l’energia
dello stomaco, facilita la digestione; tratta il qi ni, i vomiti, la nausea, il singhiozzo e la
tosse. E’ un punto ad azione multipla: qualsiasi affezione può essere trattata da questo
punto perché, facilitando la distribuzione dell’energia Zhong qi, permette all’organismo
di difendersi, fortifica il corpo e la memoria, equilibra la digestione, permette non solo
di mettere in circolo l’energia, ma anche la capacità di estrarla.
SINDROME DA DEFICIT DI QI [6-7]. Questa sindrome corrisponde ad un
difettoso funzionamento di tutti gli Zang-Fu, tuttavia trova la sua genesi in particolare a
livello di due organi: polmone e milza. Ricordiamo infatti che il Qi acquisito ci deriva
dalle funzioni metaboliche del polmone, che governa l’assimilazione della Daqi, e della
milza che promuove l’ acquisizione della Guqi, l’energia degli alimenti. Le cause di
questa sindrome sono molteplici: stress fisici, psichici e sessuali, vecchiaia,
alimentazione carenziale, convalescenza dopo malattie debilitanti.
Il deficit del Qi produce una malnutrizione energetica dell’estremità cefalica ed una
carente irrorazione ematica degli organi di senso che si traduce nella comparsa di
sintomi vestibolari ed oculari: vertigini, capogiri ed offuscamenti della vista.
L’ ipofunzionamento di tutti gli Zang-Fu si manifesta con segni che sottolineano il
ruolo determinante svolto dalla milza e dal polmone nella produzione del Qi acquisito.
L’astenia generalizzata è la conseguenza di una carente nutrizione dei tessuti muscolari
assimilati alla milza e del deficit energetico del polmone, “maestro dell’energia”
deputato a dinamizzare l’energia nutritiva all’interno dei meridiani principali. La
sudorazione spontanea si verifica per un difetto di energia difensiva Weiqi che dipende
dal polmone. Il paziente è taciturno: ciò corrisponde ad un difetto generale di energia
che produce segni psichici di pertinenza polmonare con tristezza ed eccesso di
interiorizzazione. In altre occasioni il quadro sindromico si arricchisce di sintomi legati
al deficit delle funzioni digestive: questa situazione è tipica dell’ interessamento
preminente della milza causata o da deficiente assimilazione alimentare, o da cattive
abitudini alimentari, o da una vera e propria carenza di alimenti.
Il colorito della lingua di questi pazienti è solitamente pallido; il corpo linguale oltre che
pallido e molle, può presentare un lieve rigonfiamento nella zona del polmone. In altri
casi si evidenzia nella stessa zona una sottile patina umida e biancastra che testimonia
una precedente aggressione da vento-freddo, non adeguatamente trattata, o un ristagno
dell’ umidità. Se il deficit di Qi interessa particolarmente la milza il corpo linguale è
spesso improntato dai denti e coperto da una sottile patina biancastra ed appiccicosa.
Il polso è sostanzialmente vuoto cioè senza forza, più raramente fine.
La terapia con agopuntura prevede l’utilizzo dei seguenti punti:
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12VC Zhongwan Punto Mu dello stomaco e dello Jiao medio. Punto nodo del Tai
yin. Punto di Riunione dei visceri, dello yin e dello yang e dei meridiani IT, ST e TR.
Come punto Mu del centro di vita lo si utilizza in tutti i pieni di yang epigastrici, con
vuoto di yang in periferia. Lo si deve pungere per trattare tutti i pieni addominali con
pieno dei “6 visceri”. E’ infine utilizzato nei deficit del movimento terra, dell’energia
Rong e nelle sindromi da catarri.
2VC Qugu Punto di riunione con il meridiano del Fegato. Punto di riunione con i tre
yin del piede. Tratta il vuoto di yin in generale. Riscalda e tonifica lo yang dei reni,
regolarizza le mestruazioni e arresta la leucorrea. E’ il punto che regge tutta la nostra
forza yin è il punto su cui si appoggia la vita.
6RT San Yin Jao. Punto di riunione dei tre yin del basso, attivo sullo yin di fegato,
rene e milza. Governa il sangue e raccoglie e sostiene lo yin del basso per inviarlo
all’addome, dove il 4VC lo mette in movimento facendolo salire al tronco e alla testa.
36E Zusanli Punto He del meridiano (movimento terra). Ha molteplici funzioni:
equilibra l’energia e il sangue e lo yin e lo yang, tonifica l’energia, fa scendere l’energia
dello stomaco, facilita la digestione; tratta il qi ni, i vomiti, la nausea, il singhiozzo e la
tosse. E’ un punto ad azione multipla: qualsiasi affezione può essere trattata da questo
punto perché, facilitando la distribuzione dell’energia Zhong qi, permette all’organismo
di difendersi, fortifica il corpo e la memoria, equilibra la digestione, permette non solo
di mettere in circolo l’energia, ma anche la capacità di estrarla.
3F Taichong Punto Ruscello e Sorgente. E’ un punto importante per sbloccare
l’energia del meridiano e per far circolare l’energia più facilmente in periferia. Richiama
lo yin dalla periferia al centro. La sua azione principale è quella di sottomettere lo Yang
del fegato.
I pochi studi presenti attualmente in letteratura [9] sul trattamento della Malattia di
Méniére mediante agopuntura hanno evidenziato, nei pazienti affetti da tale patologia,
una riduzione significativa delle vertigini, dei ronzii auricolari e della nausea. Anche
l’ipoacusia, valutata con test audiometrico, ha avuto un significativo miglioramento
dopo il trattamento con agopuntura.
E’ pertanto auspicabile che studi controllati vengano intrapresi per confermare
l’efficacia dell’agopuntura nel trattamento della Sindrome di Méniére.
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