COMUNE DI URGNANO Assessorato alla Cultura PROVINCIA DI BERGAMO Assessorato allo Spettacolo SEGNALI - EXPERIMENTA 2011 Festival Internazionale del Teatro di Gruppo - XXIII Edizione AUDITORIUM COMUNALE DI URGNANO - Scuola Media Sabato 8 Ottobre 2011 - Ore 21.30 ASSOCIAZIONE CULTURALE GIOVIO 15 (Milano) MIDIA L’UOMO MEDIO ATTRAVERSO I MEDIA Di Francesca Sangalli Con Eliseo Cannone, Alex Cedron e Serena Di Gregorio Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro 2009 (Giuria dei giornalisti) Premio per il Teatro Indipendente – ART 2009 Una commedia composta da veloci e pungenti sketch di feroce e scottante attualità dai risvolti a tratti esilaranti a tratti crudeli e fastidiosi. Midia procede sistematico smascherando una società superficiale e intrisa di ipocrisia, una fotografia stereotipata e grottesca: consumismo, veline, chirurgia plastica ad ogni costo e politici approssimativi dai tratti bestiali. Uno spettacolo provocatorio che mette in luce proprio la stupidità della società civile, dalla società elegante delle persone serie a famiglie intontite davanti ad uno schermo, cercando di prendere la moltitudine degli italiani così come li percepiamo attraverso televisione, giornali, gossip e politica. La regia collettiva si concentra attorno a un testo modificato e definito durante il lavoro stesso per mano di autore e artisti. Tre uomini (due maschi e una femmina) in giacca e cravatta, entrano ed escono da differenti ruoli della società civile facendosi comicamente gioco della giustizia, del perbenismo e del potere. Vedendo Midia sono rimasta a bocca aperta, letteralmente! Vedo un sacco di performance, spettacoli, ed era da tempo che non mi capitava qualcosa che funzionasse così maledettamente bene da tutti i punti di vista. Ironico, intelligente, meravigliosamente “politically incorrect”, spudorato ed elegante, scritto e recitato da dio. Davvero complimenti, anche a Francesca Sangalli, che ha scritto un testo supersonico. Chiara Pippo - Messaggero Veneto Undici quadri per raccontare l'ordinaria idiozia televisiva. Tra giornalisti vampiri e gossip sguaiati, talk e reality show, veline e tronisti, chirurgia estetica e psicodrammi in diretta, censura e false notizie. Il risultato è un ritratto impietoso e grottesco dell'Italia contemporanea e dei suoi mostri: davanti e dentro il piccolo schermo. Sara Chiappori - La Repubblica ROCCA DI URGNANO Sabato 15 Ottobre 2011 - Ore 20.00 e ore 21.30 - 50 spettatori a replica LABORATORIO TEATRO OFFICINA (Urgnano /Bg) GH’ÉRA ÖNA ÓLTA SPETTACOLO ITINERANTE PER ATTORI, MUSICISTI E TRAMPOLIERI Con Lia Vessecchia, Annalisa Pagani, Davide Lenisa, Ettore Rodolfi, Carla Taino, Paolo Dal Canto e Alfio Campana. Interventi musicali del Gruppo “I Samadur” Allestimento scenico, testi e regia di Gianfranco Bergamini Attraverso un’approfondita ricerca sull'uso del dialetto in ambito teatrale, il Laboratorio Teatro Officina ha sperimentato il tema della fabulazione e del racconto e, con un balzo all'indietro di cento anni, è andato a ricercarne le origini, in riferimento alle figure degli ambulanti e dei vagabondi come narratori. I venditori di foglie di tabacco, i girovaghi che facevano ballare l'orso, i "bergamì" guardiani di bestiame e i "refenìstola", che si fermavano a passare la notte nel fienile delle cascine, erano tutte occasioni per sentire fiabe e racconti. Con lo spettacolo itinerante “Gh’éra öna ólta” si è tentato inoltre di recuperare lo spazio "rituale" e "fisico" proprio della fiaba popolare, collocandola nella veglia di stalla, momento di riposo dai lavori agricoli. La stalla come luogo del racconto, come luogo della lettura o dello scrivere (per chi aveva la fortuna di andare a scuola), come luogo d'incontro di una comunità. Il percorso teatrale, che si svilupperà nella spendida cornice della Rocca di Urgnano, prende spunto dalla trilogia spettacolare sulle tradizioni popolari bergamasche (“Refenìstola”, “Squàsc - Stòrie dé pura” e “Stòrie bergamasche”) realizzata dall’LTO tra il 1996 e il 2006, che ha avuto circa 230 repliche nelle province di Bergamo, Brescia, Cremona, Como e Milano, riscuotendo ovunque un enorme successo di pubblico. Lo spettacolo, per sette attori, tre musicisti e un trampoliere, ha privilegiato alcune celebri storie e leggende della tradizione della “Bassa” bergamasca, oltre a famosissime filastrocche delle nostre zone, per finire con alcuni modi di dire, strani rimedi per le malattie e musiche della tradizione popolare nostrana proposte dal Gruppo “I Samadur”. “Ci sono almeno tre elementi che rendono interessante lo spettacolo. Il primo è il repertorio scelto, insolito e risolto spesso in chiave comica. Il secondo è l'immaginario che questo repertorio rivela: aspro, con una visione dell'esistenza tutt'altro che ottimista, pervaso da paure, popolato da demoni o spiriti quasi sempre malevoli, condizionato da una vita materiale tutt'altro che facile. Il terzo elemento è invece il gioco scenico degli attori: una narrazione a più voci, molto mobile nel ritmo e nella scansione dall'uno all'altro interprete, assistita da un buon lavoro fisico. Il dato qualificante dello spettacolo, sul piano tematico, è il secondo. La proposta si accosta alla cultura popolare e contadina senza compiacenze passatiste o antiquarie, ma con autentica curiosità e rispetto. Siamo lontanissimi dal mito della vita agreste di una volta, che l'oleografia vuole semplice e povera, ma felice e ricca di valori. Il registro comico dello spettacolo è solo un pretesto, al contrario, per alzare il velo su un patrimonio folclorico che suggerisce una cultura molto più inquieta, creativa e tormentata, di quanto non si ami pensare e far credere. Al di là dei contenuti narrativi scelti, ciò che conta è che una scelta sia stata fatta: conta, cioè, che il Laboratorio Teatro officina abbia azzardato una lettura personale rispetto al materiale presentato. Diversamente, il .progetto non sarebbe altro che una sorta di safari in un passato idealizzato, come tanti, troppi altri progetti del genere realizzati in tutta Italia. A disposizione di attori e spettatori c'è oggi una vasta messe di materiali tradizionali: ma è importante che ogni loro utilizzo sia assistito da una forte logica interna. Proprio come Gianfranco Bergamini e il suo gruppo fanno.” “Questo spettacolo fa riemergere un folclore dimenticato. Un sostrato in cui la religione cede il posto alle credenze tradizionali, e la durezza dell'esistenza contadina plasma un immaginario punitivo, angoscioso, brulicante di demoni e anime perdute in agguato. L'evasione dello spettacolo, il fascino del suo contenuto, persino l'arguzia di certe vicende e l'affettuosa ironia della messa in scena rendono più evidente questo tormentato spirito popolare. Il tutto in un dialetto - quello della prima Bassa bergamasca, la zona di Urgnano - finalmente non di maniera.” Pier Giorgio Nosari - L’Eco di Bergamo AUDITORIUM COMUNALE DI URGNANO - Scuola Media Sabato 29 Ottobre 2011 - Ore 21.30 DIONISI COMPAGNIA TEATRALE (Milano) SERATE BASTARDE Di e con Renata Ciaravino, Carmen Pellegrinelli e Silvia Gallerano Inserito nel Progetto Next-Regione Lombardia Sostenuto da Progetto ETRE, Cariplo “Serate bastarde” è uno spettacolo forte, divertente, ironico e, soprattutto, intelligente. La Compagnia Dionisi porta in scena storie che mettono a nudo la nostra realtà - o quella che viene costruita per mezzo dell’informazione e dei suoi strumenti - con un occhio particolare alla condizione della donna, spesso portata all’umiliazione dalla società, se non direttamente da se stessa. Una parodia del sistema televisivo, dei concorsi che inneggiano al non-talento, dei format che mettono in mostra senza ritegno corpi e presunte interiorità. Una coraggiosa Carmen Pellegrinelli diventa orgogliosamente “Miss Ustione Italia”, contenta di farsi interrogare senza sensibilità o ritegno. Il sogno di diventare famosi, di andare sul piccolo e grande schermo, il falso regno dei “Sei una bella persona” detto tra perfetti sconosciuti solo per ipocrita cortesia e per fare audience. Il racconto esilarante di una trentacinquenne di sinistra costretta tra stereotipi e voglia di fare ciò che le piace, tra la lettura di libri impegnativi, la visione di capolavori di cinema polacco senza sottotitoli, la necessità di essere notata mentre beve una tisana al tiglio rigorosamente acquistata al Mercato Equo e Solidale. Il resoconto disperato di Silvia Gallerano che ci parla di una vita in bilico, senza soldi, con tre lire di pensione; che racconta in prima persona la disperazione di una madre sola portata alla follia dalla sua situazione e riporta la scena di un omicidio ad opera del figlio che incendia un barbone solo perché sembrava non esserci altro modo di sfogare la rabbia. “Serate bastarde” alterna scene comiche di parodia e satira a momenti di tragedia; scene di interazione con il pubblico a brevi interventi video (notevole “Fez & the City”, che ricalca – riportandola nella città di Kabul – la celeberrima serie americana sulle donne, l’amore e il sesso). Un grido di ribellione, come quello di Renata Ciaravino, intelligentemente celato ma non nascosto. Una presa di coscienza feroce e derisoria. Si ride e si rimane gelati dall’ammissione che uno su mille ce la fa ma che in fondo non si sa bene a fare cosa. Si ride facendo scivolare una piscina gonfiabile dalla platea al palco e si gela quando ci si fa notare come veniamo umiliati, zittiti, derubati, derisi e sottovalutati da tutto quello che ci circonda e che non ci permette di mostrare ciò che veramente vale: il cervello. “Con la commedia politica britannica in ibernazione, dobbiamo rivolgerci all’Italia per ricordarci delle sensazioni taglienti che la satira può provocare. Serate Bastarde è cabaret tragicomico recitato da tre donne italiane che fondono lo spirito di Dario Fo e quello di Chris Morris. Con giusta rabbia e con pezzi audaci coi quali incrimina il mondo contemporaneo, Serate Bastarde non è come nessun’altra commedia al Fringe Festival [...] è vertiginosamente originale e ci ricorda come emozionante possa essere la satira politica quando chi lo fa provoca veramente uno squarcio.” Brian Logan - The Guardian “Scioccante, divertente, diretto, e molto, molto commedia satirica! Ad essere onesti non sai se ridere, sentirti umiliato o piangere – e questo è proprio quello che la Ciaravino e compagne vogliono da te. (…) Questa è la vostra occasione per riscoprire come dovrebbe essere la satira, regalo di questo trio, provocatorio e tagliente”. Nick Awde - The Stage La Ciaravino, vera anima della compagnia, non ha bisogno di presentazioni quanto di elogi.La sua vitalit’ travolgente e la sua capacit’ comunicativa crescono di stagione in stagione. Ma la dionisi non è solo Renata Ciaravino: in scena per queste “serate” anche Carmen Pellegrinelli e Silvia Gallerano alle quali va un plauso altrettanto convinto. (…) Da applaudire. (…) Divertente e intelligente. Luca Vido - Il Giorno AUDITORIUM COMUNALE DI URGNANO - Scuola Media Sabato 5 Novembre 2011 - Ore 21.30 CENTRO TEATRALE UMBRO / MASSIMILIANO DONATO (Gubbio/Pg) L’ARCHIVIO DELLE ANIME. AMLETO Di e con Massimiliano Donato A Naira Gonzalez senza il cui contributo questo spettacolo non si sarebbe potuto realizzare. La tragedia si sta per compiere e Amleto dedica al pubblico la sua morte. Di lì a poco il suo corpo verrà portato sul palco e i cannoni annunceranno al cielo che un nobile uomo è caduto. A Orazio il compito di non lasciarne il nome ferito, di raccontarne le gesta, dimostrandone tutto il valore ed elevandolo al mito. Il suo dolore, come quello di Jim Morrison o Kurt Cobain rimarrà eternamente giovane: diventerà leggenda e i suoi affezionati ammiratori, nei più diversi adattamenti, potranno riascoltare quei pensieri che gli divorano il cuore, per sempre. Ma quando della morte rimane solo il silenzio e l’odore, quando i personaggi hanno compiuto il loro tragico destino, quando il pubblico ha consumato il suo pasto e, sazio dell'eroe che pensa, ha lasciato il teatro per rientrare nella sua quotidianità lasciandosi alle spalle l'artificiosa morte, chi si occupa di seppellire i sogni perché il giorno dopo rifioriscano? E’ davanti ad una platea vuota che prende forma la figura della nostra riscrittura scenica, quella del becchino. Una figura dal trucco pesante, pallido di cipria, l'ombretto che marca le occhiaie, con una barba finta di vecchio in un cappotto nero. A lui il compito di cancellare le tracce della tragedia, di raccogliere i feticci dei personaggi, di seppellirne i desideri, i pensieri, i sogni, di cancellare i segni del loro passare perché la sera dopo li lascino come se non avessero mai percorso quella strada. Sfortunatamente per il becchino, non può esserci teatro senza pubblico dunque per quanto abbia deciso di conoscersi nel silenzio e nella solitudine di un teatro vuoto, di servire un cimitero che accoglie e custodisce enigmi, questa sera l'Amleto lo celebra lui. Lui da solo, come burattini nelle mani di un demiurgo compassionevole e ironico, animerà i personaggi, ricordandone le battute. Celebrerà lui questo dramma intessuto di domande e di dubbi, di risposte contraddittorie, di lacune che ha un'unica certezza: la morte. “Bello e inquietante l’arrivo in scena di Massimiliano Donato. Elegantemente spettrale, in un nero gotico che sottolinea la spigolosità di tutta la sua magrezza, occhi segnati a matita nera su fondo bianco, barbetta candida; alle spalle la luce del crepuscolo in declino. Un vecchio un po’ dinoccolato, dalle profonde e veloci falcate, ai piedi stivaletti con claquettes in punta e tacco che crocchiano meravigliosamente sulla pavimentazione, come ossa un po’ piene un po’ vuote. “L’archivio delle anime. Amleto” è sicuramente una originale messinscena della tragedia shakespeariana, ma più che l’interpretazione della stessa, non sempre facile da sostenere anche per un bravo attore come Donato, ciò che è geniale, curioso, coinvolgente e struggente nel quadro registico e nella prova d’attore è il personaggio istrionico, inarrestabile del becchino; quel suo affannarsi a essere custode, poi cerimoniere, attore, regista, burattinaio, presentatore, mago, ballerino di tip tap, in un continuo gioco di doppio. Protagonista e antagonista dentro e fuori la trama, il becchino è al servizio delle sue anime, ma se ne serve anche per essere quello che vuole nel suo teatro, il suo cimitero senza tempo. Prima con calma e pazienza e poi con pazzia e delirio, scardina qualsiasi qualificazione macabra e tetra del luogo, della sua figura, della tragedia che diventa un carrozzone di re e regine, di principi, fantasmi, amanti, attori, puttane e buffoni in un continuo gioco meta teatrale. C’è la tragedia compassionevole dell’intera famiglia reale e l’umorismo grottesco di chi è solo spettatore di dolori, malinconie, sogni e inquietudini. C’è il personaggio inventato della nonna di Amleto, che riporta a una dimensione intima e familiare, ma ci sono anche i burattini e le carnevalate, perché la tragedia non sia troppo tragica e la commedia troppo comica, e infine i trucchi e le magie per chi ha voglia di crederci.” Rita Borga - Krapp’s Last Post AUDITORIUM COMUNALE DI URGNANO Scuola Media Sabato 12 Novembre 2011 - Ore 21.30 COMPAGNIA BRINCADERA (Verdello /Bg) SACCHETTI Con Walter Tiraboschi e Anna Zanetti Musiche di Alberto Zanini Regia di Giuseppe Goisis “Il tempo è coda di lucertola per i giovani di spirito, la quale si può distaccare, vero … ed essa ricresce. Poi il tempo si fa adulto e denaro, da fare fruttare e da non scialare. Infine, nell’autunno della vita, il tempo è candela che arde, e per la quale altro non c’è se non consumarne la cera che resta.” “Sacchetti” è la storia di un uomo che cerca un sacchetto fra i molti che, in scena, stanno alle spalle della sedia sulla quale è seduto, accanto a un piccolo scrittoio. Sullo scrittoio sta un vecchio registratore, del quale l’uomo ascolta i silenzi e le voci. I sacchetti sono di iuta e contengono polveri speciali. L’uomo cerca il suo sacchetto da sempre, da quando ricorda di sé. Nella ricerca, a lui invisibile, lo accompagna un folletto. Un’ombra che lo accudisce, lo aiuta, che gioca; bonariamente lo scherza. Non è l’unica presenza che interviene. La sua immaginazione produrrà altre forme a scompaginare lo spazio nel quale, da sempre, si trova ad agire. Il cercatore ha fiducia. Pensa che alla fine troverà quel che vuole. Lo spettacolo è Liberamente tratto al racconto omonimo di Giuseppe Goisis (da “Un posto vale l’altro”, PeQuod 2004). Con testi di Dostoevskji, Gualtieri, Tagore, Kristof, Bergman, Pasolini, Montale, Totò. “SEGNALI – EXPERIMENTA” - XXIII EDIZIONE Il Festival “Segnali – Experimenta”, porta con sé – sin dai suoi esordi – il desiderio e la necessità di rimanere “straniero” e “altro” rispetto alla tradizione scenica della provincia bergamasca. Cova una sorta di impulso o istinto a viaggiare lontano dai territori consueti del teatro omologato. Il suo procedere zigzagante e trasgressivo si è vivificato negli anni dall’incontro con nuovi “emigranti” e nuove “diversità” ed è cresciuto e si è consolidato nella scoperta di comuni fondamenta che fanno di Stanislavskij, Mejerchol’d, Brecht, Grotowski e Barba i pilastri pedagogici che da sempre collegano in un unico paese transculturale esperienze sceniche molto diverse e lontane tra loro, ma spinte dalla medesima necessità: proporre un teatro che sia ancora passione; un teatro dove la ricerca artistica indipendente continui a creare e non solo a consumare, che elabori pazientemente visioni e cammini nuovi nell’arte drammatica. Da noi a Urgnano la proposta di un simile teatro, coincide sempre più spesso con l’emarginazione e l’isolamento, poiché richiede una dimensione etica del lavoro difficilmente condivisibile dal teatro di tradizione, fatto da compagnie di giro e da “successi” preconfezionati, esplicita una natura utopistica e necessita di incessante autocritica per sfuggire al potere fagocitante del sistema e delle sue multiformi insidie. A queste premesse teoriche si ispira anche la nuova trance del nostro piccolo Festival che parte, sabato 8 ottobre, con i milanesi di Giovio 15 e il loro originalissimo “Midia”, per chi crede che la televisione sia una lente di ingrandimento piazzata sulla realtà di un paese che ha perso, tra ragazzine ammiccanti e politici corrotti, la propria identità. Ironico, intelligente, spudorato ed elegante, lo spettacolo è una delle cose più stimolanti in circolazione. A seguire, il 15 ottobre, è la volta di “Gh’éra öna ólta”, megaproduzione del Laboratorio Teatro Officina per sette attori, tre musicisti e due trampolieri. Spettacolo itinerante, per 50 spettatori a replica, la performance si snoderà nelle sale e nei cortili della splendida Rocca di Urgnano. Una possibilità per pochi di vedere una “summa” delle storie più significative - rivisitate e corrette - del decennale progetto “Refenìstola” sulle tradizioni popolari della terra bergamasca. Si continua, sabato 29 ottobre, con “Serate bastarde” del trio Ciaravino-Pellegrinelli-Gallerano. Fedeli alla loro vocazione di artiste irregolari, le Dionisi trasformano il teatro nel detonatore liberatorio dei tabù più inconfessabili e costruiscono, più che uno spettacolo in senso stretto, un cabaret, metropolitano, estremo e radicale. Un vero pugno nello stomaco. Sabato 5 novembre, Segnali ospita Massimiliano Donato con il raffinato “L’archivio delle anime. Amleto”, spettacolo realizzato con la supervisione di Naira Gonzalez, per il il Centro Teatrale Umbro. Una singolare messinscena della tragedia shakespeariana, vista con gli occhi di un inarrestabile becchino. Grande prova d’attore di Donato, istrionico e coinvolgente, che si moltiplica nei diversi ruoli di custode, cerimoniere, attore, burattinaio, presentatore, mago, ballerino di tip tap, in un continuo e pregevole gioco di rimandi vocali e gestuali. A conclusione di “Segnali”, sabato 5 novembre, è posto “Sacchetti” della compagnia Brincadera, la storia di un uomo che “da sempre” cerca un sacchetto fra i molti in scena (contengono ceneri di persone care) e, un po’ beckettianamente, ne ascolta le voci a un vecchio registratore. Singolare e metaforico spettacolo, da un racconto dello scrittore-regista Giuseppe Goisis, leader del gruppo bergamasco. Cari amici è tutto. Vi aspetto numerosi. Gianfranco Bergamini PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI: Laboratorio Teatro Officina: Tel. 035 891878 - Cell. 340 4994795 Email: [email protected] Sito Web: www.laboratorioteatrofficina.it INGRESSO AGLI SPETTACOLI: EURO 10,00 Posti in sala 99 - Si consiglia la prenotazione SEGNALI EXPERIMENTA 23 ANNI DI TEATRO - 1988 / 2011 Odin Teatret (Danimarca) / Teatro de Los Andes (Bolivia) / Leo Bassi (Francia) / Moni Ovadia (Milano) / Nori Sawa's Art Theatre (Giappone) / Teatro delle Albe (Senegal) / Compagnie de l'Oiseau-Mouche (Francia) / Teatr Novogo Fronta (Repubblica Ceca) / Paolo Nani Teater (Danimarca) / Naira Gonzalez (Argentina) / Marco Paolini (Vicenza) / Danio Manfredini (Milano) / Do Theatre (Germania) / Kristjan Ingimarsson (Islanda) / Alexei Merkushev (Germania) / Teatret Om (Danimarca) / Teatro Tascabile (Bergamo) / Centro Teatro e Carcere - Carte Blanche (Volterra/Pi) / Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa (Torino) / Teatro Nucleo (Ferrara) / Cantieri Teatrali Koreja (Lecce) / Tina Nielsen (Danimarca) / Alfieri Magopovero (Asti) / Drammateatro (Popoli/Pe) / Cada Die Teatro (Cagliari) / Teatro Actores Alidos (Cagliari) / Tanya Khabarova - Derevo (Russia) / Teatro delle Briciole (Parma) / Teatro La Ribalta (Como) / Teatro Ridotto (Bologna) / Piccolo Parallelo (Romanengo/Cr) / Mariano Dammacco (Lecce) / II Trebbo - Toni Comello (Milano) / Babilonia Teatri (Verona) / Lucia Sardo (Palermo) / Claudio Rocchi (Milano) / Jack & Joe Theatre (Russia/ Firenze) / Teatro del Sole (Milano) / Il Comballo - Alfredo Chiappori (Lecco) / Corona - Gherzi - Mattioli (Milano) / Japigia Teatro (Bari) / Hugo & Ines (Perù) / Saruthy - Rao - Mazundar - Bose (India) / Gambuh Ensemble (Svizzera) / Ferdinando Santiago (Argentina) / Laboratorio Teatro Officina (Urgnano/Bg) / Teatro Reon (Bologna) / Teatro Invito (Lecco) / Patrizio Dall’Argine (Parma) / Antonello Cassinotti (Milano) / Alberto Nicolino - Armamaxa (Milano) / Compagnia Circo a Vapore - Ondadurto Teatro (Roma) / Compagnia Dionisi (Milano) / Anabasis Teatro (Bergamo) / I Burattini di Daniele Cortesi (Sorrisole/Bg) / Mario Perrotta - Teatro dell’Argine (Bologna) / Compagnia Dionisi (Milano) /Specchi e Memorie (Milano) / Teatro Onda (Torino) / Alessandra D'Elia - Galleria Toledo (Napoli) / La Compagnia della pietra che canta (Lecce) / Renata Mézanov Sa (Milano) / Teatro dell'Aleph (Bellusco/Mi) / Theatrum Rebis (Mantova) / Maria Carpaneto (Milano) / P.A. 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