RELAZIONE TRA I PARAMETRI DI RESISTENZA IN CONDIZIONI DI CARICO MONOASSIALE DI ROCCE EFFUSIVE POROSE Luca Verrucci Sapienza Università di Roma [email protected] Paolo Tommasi Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria - CNR [email protected] Tatiana Rotonda Sapienza Università di Roma [email protected] Sommario La relazione tra porosità e resistenza in condizioni di carico monoassiale per una categoria di rocce effusive, caratterizzate da una matrice afanitica con diffusi macropori, presenta caratteri specifici. Nella nota sono presentati dati di resistenza da prove di compressione uniassiale, carico puntuale e trazione indiretta (Brasiliane) condotte dagli autori e desunte dalla letteratura per un ampio intervallo di porosità dei materiali. I risultati indicano che i rapporti tra la resistenza a compressione uniassiale, σf, e l’indice di resistenza a carichi puntuali IS,50, oltre che tra σf e la resistenza a trazione indiretta σt, diminuiscono all’aumentare della porosità, discostandosi in maniera significativa da quelli suggeriti dalle raccomandazioni ISRM (1985). La relazione tra il rapporto σt / IS,50 e la porosità risulta invece pressoché assente. Questi risultati suggeriscono che la macroporosità influenza in maniera differente i due modi di rottura, per taglio o trazione, tipici rispettivamente delle prove di compressione uniassiale e trazione indiretta/carico puntuale. 1. Introduzione Le prove di compressione uniassiale (UC), di carico puntuale (PL) e di trazione indiretta (prove Brasiliane) (B) sono largamente usate nella pratica ingegneristica per determinare le proprietà indice utilizzate nella caratterizzazione e classificazione dei materiali rocciosi. Ad esempio, la resistenza a compressione uniassiale, σf, e l’indice di resistenza al carico puntuale, IS,50, sono utilizzati, insieme ad altri parametri, per la stima degli indici di qualità dell’ammasso roccioso e per la scelta di sistemi di sostegno di prima fase degli scavi in sotterraneo. La resistenza a trazione σt è uno dei parametri che governano la velocità di avanzamento e l’usura degli utensili delle frese (di tipo puntuale o TBM) per lo scavo di gallerie. Sono molto note alcune relazioni tra i parametri citati. E’ pratica comune, ad esempio, stimare le resistenze σf e σt a partire da IS,50. La prova PL sarebbe più adatta a stimare σt , dal momento che la rottura avviene per raggiungimento della resistenza a trazione, ma l’uso capillare della resistenza σf nelle applicazioni ingegneristiche e, allo stesso tempo, la dispendiosità e i requisiti delle prove UC, ha reso più diffuso l’uso di IS,50 per la stima di σf. ISRM (1985) suggerisce che il rapporto KUCS=σf /IS,50,sia variabile tra 20 e 25. Già da tempo tuttavia si è osservato come non sia realistico assumere per KUCS un unico valore, o un ristretto intervallo di variabilità (Read et al. 1980), e che questo sia diverso in dipendenza del tipo di roccia. Le rocce tenere, in particolare, forniscono valori più bassi di KUCS. L. Verrucci, P. Tommasi, T. Rotonda Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2014 - IARG 2014 Chieti e Pescara, 14-15-16 luglio In letteratura sono diffusi anche studi relativi al rapporto KB = σf / σt (Wijk 1978, Lajtai 1980, Heidari 2011) e KT = σt / IS,50. I risultati dei diversi studi indicano che se il materiale è omogeneo alla scala del provino, adeguati valori dei rapporti KUCS o KT dovrebbero essere stimati da un serie di prove di calibrazione eseguite in parallelo su provini estratti dallo stesso spezzone di carota. Se le prove UC non possono essere eseguite, Smith (1997) e Romana (1999) suggeriscono di utilizzare almeno valori di KUCS o KT ricavati per litotipi simili. Bowden et al. (1998) hanno mostrato che, pur rimanendo nell’ambito della stessa roccia (calcarenite molto tenera), KUCS aumenta con σf. E’ stato riconosciuto che fattori strutturali del materiale, quali la grandezza e la forma dei vuoti, la dimensione dei cristalli/clasti possono influire sul meccanismo di rottura (Liu et al. 2005). Se questi fattori variano nell’ambito di un materiale roccioso, ci si deve aspettare anche una variabilità dei relativi fattori K. All’influenza della macroporosità sui diversi parametri di resistenza è riservata particolare attenzione dalla letteratura (Da Costa et al. 2007, Fakhimi & Gharahbagh 2009). In tale quadro sono presentati nel seguito i risultati sperimentali relativi a rocce vulcaniche effusive, caratterizzate da un’ampia variabilità della porosità ma analoga struttura. Tutti i litotipi considerati sono caratterizzati da una massa di fondo afanitica, con piccoli e sporadici fenocristalli, nella quale sono diffusi macropori e microfessure, rispettivamente pressocché equidimensionali e anisometrici. La porosità n è il più importante carattere strutturale e presenta il vantaggio di essere un parametro quantitativo di facile determinazione. 2. Prove di resistenza su rocce effusive E’ stato attuato un programma di prove meccaniche di laboratorio su provini asciutti di rocce vulcaniche che coprono un ampio intervallo di porosità (Rotonda et al. 2014). La porosità della roccia è stata calcolata dalle densità della matrice solida e del materiale sui provini cilindrici rettificati destinati alle prove UC. Le prove PL sono state condotte su provini cilindrici con applicazione del carico in direzione diametrale. Il primo litotipo indagato è una lava basaltica autobrecciata campionata presso il vulcano di Stromboli (Rotonda et al. 2010). Al microscopio ottico polarizzatore (POM) il materiale appare formato da fenocristalli (dimensione variabile tra 0.02 e 0.2 mm) dispersi in una massa di fondo in parte vetrosa e in parte cristallina contenente pori di varie dimensioni (fino a qualche decina di mm). Il valore medio della densità della matrice solida ρs è di 2.90 Mg/m3. La porosità della roccia varia tra il 10% e il 32 %. Prove UC, PL e B sono state condotte rispettivamente su 20, 25 e 17 provini (diametro D = 42 mm). Il secondo litotipo è una riolite dell’isola di Vulcano. Si tratta di una lava a struttura afanitica caratterizzata da microvescicole che si addensano lungo letti paralleli distanti tra loro alcuni millimetri. Al POM la massa di fondo appare in parte cristallina e in parte vetrosa con piccoli cristalli dispersi. Le misure della velocità di propagazione delle onde elastiche longitudinali in diverse direzioni hanno fornito un grado di anisotropia molto basso (1.1 %). Il valore medio di ρs è 2.51 Mg/m3, mentre la porosità varia nel più ristretto intervallo 3.2 - 4.7 %. Sui provini di diametro 42 mm sono state eseguite 19 prove UC, 6 PL e 5 B. Un terzo gruppo di prove è stato condotto su tre rocce effusive provenienti da un sito di costruzione in Etiopia, caratterizzate da una struttura porfirica con grana da fina a molto fina: un basalto, un basalto amigdaloide (contenente grandi macropori) e una riolite, con valori medi della densità della matrice solida ρs rispettivamente di 2.88, 2.80 e 2.89 Mg/m3. La porosità di ciascun litotipo è poco variabile attorno ai valori medi 2.6, 9.8 e 4.5%. Sui provini di diametro 45 mm sono state eseguite 20, 30 e 32 prove, rispettivamente di tipo UC, PL e B. Come atteso, sull’intero intervallo di porosità indagato risulta evidente una correlazione inversa tra i L. Verrucci, P. Tommasi, T. Rotonda Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2014 - IARG 2014 Chieti e Pescara, 14-15-16 luglio parametri di resistenza e la porosità stessa (Fig. 1). Dall’esame dei risultati sperimentali possono essere distinti due differenti gruppi: per porosità inferiori a circa l’8% il basalto massivo e la riolite presentano resistenze molto elevate ed una forte dispersione dei dati; per porosità più elevate i basalti vescicolari (Stromboli ed Etiopia) mostrano valori assoluti delle resistenze molto più bassi, che si aggregano con minor dispersione attorno ad un andamento medio. Andamenti simili tra σf e n sono stati riconosciuti da altri autori (Kelsall et al. 1986, Al Harthi et al. 1999) per altre rocce vulcaniche. σf (MPa) σt (MPa) IS,50 (MPa) 30 20 basalto (Stromboli) 300 riolite (Vulcano) 16 25 basalto (Etiopia) basalto amigd. (Etiopia) 12 200 20 riolite (Etiopia) 15 8 10 100 4 0 0 5 10 15 n 20 25 30 (%) 0 0 5 5 10 15 n 20 25 30 (%) 0 0 5 10 15 n 20 25 30 35 (%) Fig 1. Parametri di resistenza ottenuti da prove UC (sinistra) PL (al centro) e B (destra) in funzione della porosità per tutti i litotipi direttamente investigati. 3. Esame complessivo dei dati sperimentali e dalla letteratura I risultati sperimentali confermano che la porosità controlla le resistenze ed i rapporti K tra di esse, come già affermato da diversi autori per vari litotipi (Palchik & Hatzor 2004, Kahraman et al. 2005). Al fine di arricchire il campione statistico dei dati, sono stati estratti dalla letteratura ulteriori dati di resistenza di rocce vulcaniche in condizioni di carico monoassiale. In letteratura sono disponibili confronti in coppia delle resistenze su provini estratti dallo stesso spezzone di carota, che dovrebbero garantire un’omogeneità di caratteristiche. Invece nelle rocce in esame raramente i risultati di prove a rottura in coppia, qualora disponibili, si correlano tra loro. E’ stata pertanto prescelta una diversa rappresentazione dei dati: sono stati raggruppati per classi di porosità i dati di resistenza, e dai loro valori medi sono stati calcolati i rapporti KUCS, KT o KB , associati quindi alla rispettiva porosità media. Nel campo delle porosità più elevate i dati di resistenza sono stati raggruppati in più classi di porosità. In particolare i dati della lava di Stromboli sono stati suddivisi in 5 classi con ampiezze pari al 5% di porosità (Fig. 2, rombi). I risultati di σf e IS,50 di basalti vescicolari indagati da Read et al. (1980) sono stati raggruppati in 3 classi di porosità (con valori medi pari al 9, 15 e 25%) (Fig. 2, cerchi). Nei casi in cui i provini appartengono ad un ristretto intervallo di porosità, è stata utilizzata un’unica classe comprendente l’intero insieme di dati, come avvenuto per la riolite di Vulcano (Fig. 2, croci) e per ciascuna delle lave etiopi (Fig. 2, quadrati vuoti, quadrati crociati e triangoli ruotati si riferiscono rispettivamente al basalto massivo, basalto amigdaloide e riolite). Due singole coppie di resistenza (per prove UC e PL) e porosità medie sono state ricavate anche per un basalto anatolico studiato da Kahraman et al. (2005, Fig. 2, triangoli verticali). Questi autori hanno approfondito l’influenza della porosità su σf e IS,50 concludendo che, sulla base del rapporto tra i due parametri di resistenza, la roccia potesse essere suddivisa in due gruppi con porosità superiore e inferiore all’1 %. Analogamente, due coppie di valori medi (ancora per prove UC e PL) sono stati considerati per la andesite di Gökçeada (Turchia) (Kurtulus et al. 2010, Fig. 2, croci oblique). L. Verrucci, P. Tommasi, T. Rotonda Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2014 - IARG 2014 Chieti e Pescara, 14-15-16 luglio Dal lavoro di Guidicini et al. (1973), che ha studiato l’effetto scala sulla prova PL, sono stati estratti valori medi dei due insiemi di dati riferiti rispettivamente ad una lava compatta ed un basalto amigdaloide (Fig. 2, stelle a cinque punte e stelle a sei punte). L’andamento dei parametri di resistenza, raggruppati per classi di porosità e comprendenti dati direttamente sperimentati e dalla letteratura, in funzione della porosità (Fig. 2) conferma le osservazioni riportate per le relazioni esistenti tra resistenze su singoli provini e porosità. I relativi rapporti KUCS, KB e KT sono riportati in Fig. 3 in funzione della porosità media di ciascuna classe. L’esame dei dati indica che mentre KUCS e KB diminuiscono all’aumentare della porosità, il rapporto KT rimane pressoché costante sull’intero intervallo di porosità indagato. 250 20 σf=199.1(1-n)7.4 150 (MPa) 12 100 IS,50 8 50 0 IS,50=9.5(1-n)4.1 16 σf (MPa) 200 4 0 5 10 15 20 25 30 35 0 0 5 10 15 20 25 30 35 n (%) 30 basalto (Stromboli) σt=19.9(1-n)7.6 25 riolite (Vulcano) Basalto amigdaloide (Etiopia) Riolite (Etiopia) 15 Basalto - Read et al. '80 σt (MPa) Basalto (Etiopia) 20 Andesite - Kurtulus et al. 2010 10 Basalto - Kahraman et al. 2005 Basalto - Guidicini et al. 1973 5 Basalto amigdaloide - Guidicini et al. 1973 0 0 5 10 15 20 25 30 35 n (%) Fig 2. Valori medi delle resistenze da prove UC, PL e B in funzione della porosità. La linea continua rappresenta la funzione di potenza interpolante, eq. (1). Le linee tratteggiate delimitano gli intervalli di confidenza (95.4 %) della funzione interpolante. KUCS = σf / IS,50 ( - ) K B = σf / σt ( - ) 25 KT = σt / IS,50 16 20 (-) 4 KUCS=21.4(1-n)3.7 KB=12.4(1-n)3.1 KUCS=20.3 - 52.3 n KB=12.2 - 29.8 n 12 KT= 1.7 - 0.3 n 3 15 8 2 4 1 10 5 0 0 5 10 15 20 25 30 n (%) 0 0 5 10 15 20 n (%) 25 30 0 0 5 10 15 20 25 30 35 n (%) Fig. 3. Rapporti di resistenza KUCS , KB and KT in funzione della porosità. Le linee continue e tratteggiate rappresentano le relazioni interpolanti ottenute rispettivamente con legge di potenza e con legge lineare (legenda dei simboli in Fig. 2). L. Verrucci, P. Tommasi, T. Rotonda Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2014 - IARG 2014 Chieti e Pescara, 14-15-16 luglio 4. Analisi di regressione L’evidenza sperimentale suggerisce l’uso di una relazione interpolante tra il generico parametro di resistenza, s, e la porosità, n, nella forma di una legge di potenza: s(n) = s0 (1 − n) a (1) in cui il fattore (1-n) può essere considerato rappresentativo della superficie effettiva di rottura (matrice solida). Le analisi di regressione non lineare ai minimi quadrati, applicate ai dati raggruppati per classi, forniscono valori dell’esponente a pari a 7.4, 4.1, 7.6, rispettivamente per le resistenze da prove UC, PL e B (linee continue in Fig. 2). La significatività delle suddette leggi di regressione, calcolata sulla base dell’F-test, è stimata con probabilità superiore al 95%. Nella stessa figura sono riportati i limiti degli intervalli al 95.4% di confidenza (linee tratteggiate), che esprimono la dispersione dei dati sperimentali rispetto alla stima fornita dalla legge interpolante. Lo stesso tipo di legge di previsione è stata inoltre utilizzata nella regressione dei valori sperimentali medi dei fattori di resistenza KUCS e KB: K = K 0 ( 1 − n )b (2) In questo caso le regressioni non lineari ai minimi quadrati forniscono valori dell’esponente b pari rispettivamente per KUCS e KB a 3.7 e 3.1 (linee continue in Fig. 3), mantenendo elevati valori dei coefficienti di regressione. L’uso delle funzioni di potenza potrebbe essere ben sostituito da funzioni lineari (linee tratteggiate in Fig. 3), le cui regressioni forniscono anch’esse elevati valori dei coefficienti di regressione. Invece si osserva che il rapporto KT è indipendente da n, confermando che nelle prove PL e B agisce un unico meccanismo di rottura influenzato in uguale maniera dalla porosità. In ogni caso il valore medio è di 1.7 (con deviazione standard di 0.4), maggiore del valore di 1.25 fornito dalle raccomandazioni ISRM (1985) sulla base di dati di molti tipi di roccia. Le leggi di variazione di KUCS e KB in funzione della porosità ottenute da analisi di regressione sui dati raggruppati per le diverse classi di porosità sembrano più corrette rispetto a quelle ricavate dai rapporti analitici tra le leggi σf (n), IS50(n) e σt(n). Quest’ultima procedura, adottata ad esempio da Palchik & Hatzor (2004) su leggi di tipo esponenziale, porta a correlazioni prive di significato per il fattore KB (con esponente b= 7.4-7.6 = -0.2), laddove i dati rielaborati con il metodo qui proposto mostrano una marcata influenza della porosità (b = 3.1, Fig. 3, al centro). 5. Conclusioni La porosità di rocce effusive con analoga struttura (massa di fondo afanitica con diffusi macropori e microfessure) influenza in maniera differente i parametri di resistenza in cui la rottura avviene per taglio (σf) o per trazione (IS,50, σt). Ciò è confermato dai diversi andamenti mostrati, da un lato, dai rapporti σf / σt e σf / IS,50, fortemente influenzati dalla porosità, e dall’altro, dal rapporto σt / IS,50, sostanzialmente indipendente dalla porosità. Questa diversa influenza potrebbe essere legata a un diverso sviluppo della rottura in presenza di macropori, ipotesi in corso di verifica tramite analisi numeriche. Le resistenze da prove in condizioni di carico monoassiale mostrano che quanto maggiore è la porosità dei litotipo, tanto maggiore è la cautela con la quale utilizzare i valori dei rapporti tra le resistenze suggeriti dalle raccomandazioni ISRM (1985). Nelle rocce porose effusive due distinti andamenti sono stati osservati per le coppie di valori σf , n (Fig. 1). Per valori inferiori a una soglia critica di porosità (8 %) la resistenza risulta fortemente dispersa, presumibilmente a causa della modesta influenza della macro-porosità, eventualmente amplificata da particolari distribuzione spaziali dei vuoti. Per porosità superiori i macropori esercitano un’influenza più omogenea e diffusa sulla rottura del provino, determinando un decadimento della resistenza fortemente correlato alla porosità complessiva. L. Verrucci, P. Tommasi, T. 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